AVVERTENZA: Data la mastodontica lunghezza del post che avete sotto gli occhi, I 400 Calci ha deciso di fornirvi un importante servizio. Un po’ tipo Vanity Fair. Vi diamo il tempo di lettura. Abbiamo fatto leggere il post a svariati personaggi, li abbiamo cronometrati coi nostri orologi digitali, abbiamo fatto la media e possiamo rivelarvi che a leggere tutta questa spatafiata ci metterete tipo secondo me una roba all’incirca sui 12 minuti. Pronti?
Il bello dei nostri attori preferiti è che sono versatili. Non solo sono in grado di tirare delle mega pizze acrobatiche. Non solo sono capaci di tenere in mano un fucile grosso come un’utilitaria. Non solo riescono a parlare con gli elefanti, tirare delle gomitate in testa ai cattivi, fumare i sigari con aria da duri, lanciare benissimo i coltelli, fare un suplex in mezz’a via. Sono anche capaci di recitare. Non è roba da poco. Prendete uno bravo a recitare. Edward Norton. Sta bene a tutti Edward Norton come uno bravo a recitare? Ok, Norton secondo me manco se studia per due anni di seguito notte e giorno riesce a fare delle robe tipo Scott Adkins in Undisputed 3. Ma neanche dipinto. Qui si parla di gente che s’è allenata tutta la vita per essere in grado di fare quello che fa nei film. E la cosa bella è che oltre ad essere in grado di fare quello, sono anche capaci di recitare. Certo, non tutti sono dei fenomeni, ok. Probabilmente non vinceranno l’Oscar, ma giocano nello stesso campionato. Facciamo qualche nome. A caso, Don “The Dragon” Wilson. Un bravo attore? No. Un grande atleta? Sicuramente. Che però ha il plus di aver fatto più di trenta pellicole. E se ce l’ha fatta Don Wilson… E quanti altri come lui? Tanti. Tantissimi. Ognuno di noi ha il suo preferito (che potete mettere nei commenti).

Fabio Volo = 8. Don = 33. E Fabio non mi è ferrato sul calcio volante.
Ci sono anche quelli che han tentato la svolta, per farci vedere che non solo di muscoli si vive, ma anche di faccette varie. Le svolte degli action heroes anni ’80 che si buttavano nelle commedie o nei film seri. Stallone sordo da un orecchio, Schwarzenegger alle prese coi bambini dell’asilo, Kurt Russell con gli occhiali da vista con la montatura circolare. Gente che fino a due secondi prima ribaltava delle jeep a mani nude che coraggiosamente si cimentava nella recitazione. E noi come l’abbiamo presa? Qualcuno ha visto il tutto come un tradimento. Qualcuno invece, proprio grazie a quei titoli ha imparato a voler bene a quei muscoli. Io, personalmente, l’ho sempre giudicato un percorso inevitabile. Vi ricordate il Black Album dei Metallica? Quanti di voi all’epoca pensarono: “Si sono ammorbiti, non sono più i ghepardi de ‘na vorta”?. Ok, può anche essere andata così, ma forse i ragazzi hanno solo rallentato. Perché guardiamoci in faccia: raggiunta una certa età non si riesce fisicamente più a suonare solo roba come Metal Militia. Bisogna prendersi i propri tempi, calibrare le pause, essere meno irruenti, più riflessivi. Che non vuol dire meno pesanti. Ma differenti. Poi i Metallica si sono tagliati i capelli e lì è accaduta la tragedia.

James e famiglia alla playa. Te lo ricordi, signò?
Poi ci sono i casi strani. Vin Diesel. Vi ricordate? Eravamo agli inizi di questo blog e vi avevamo parlato di quel film, Strays, che il nostro non solo aveva interpretato ma anche diretto. Poi la gente vede Vin Diesel e pensa “il cinema dei poveri con le esplosioni bum bum” e “guarda che faccia da pirla e io mi vedo Lars Von Trier perché una volta ho fumato la pipa in radica”. Ma se siete qui sapete che le cose non sono così semplici. Se siete qui a leggere, sapete che l’esordio davanti alla macchina da presa per questo enorme palestrato con dei deltoidi grossi come dei canotti, era avvenuto contemporaneamente anche dietro la macchina da presa. Certo, il film non era un granché e il nostro Vin dopo quell’esperienza ha preferito stare davanti all’obiettivo. E, una volta presa coscienza del fatto che la sua presenza scenica era pari solo a quella de La Cosa, ci ha reso felici con bombe del calibro di Pitch Black.

Ma io un tempo ero un grande regista!
Vi sembra poco? A me no. A me sembra che questi fenomeni, questi atleti, questi corpi talmente grossi da avere delle difficoltà a deambulare, debbano sbattersi il doppio per risultare credibili come attori. Per questo noi gli vogliamo così tanto bene. Perché il loro sforzo è encomiabile. E poi c’è da tenere conto del fattore credibility. Quando uno sullo schermo ha sempre fatto bruttissimo, se poi finisce nel cast di un film serio è la prova provata che l’attore in questione s’è fatto un ometto, che è diventato un attore a 360 gradi. E qui arriviamo alla tragedia umana di oggi. Parliamo di John Cena, uno degli ultimi forzuti del circo del Wrestling a a finire su grande scherno. Ve ne abbiamo già paralto più volte, soprattutto per il suo ultimo film da protagonista, 12 Rounds. Prima aveva fatto The Marine, ma all’epoca ancora non esistevamo, per cui non abbiamo detto nulla (ma non ci siamo fatti scappare il seguito, The Marine 2, con l’altro wrestler Ted Di Biasi Jr). E cosa ci combina John dopo solo due film? Decide che è arrivato il momento di fare il passo più lungo della gamba. Mentre noi eravamo qui già pronti a tifare per lui come protagonista di un altro filmone con mogli bionde da salvare e cattivoni da menare, lui ci estrae dal cilindro magico Legendary.

Ed è subito Seabiscuit.
Cazzo, l’avete vista la locandina? Danny Glover. Patricia Clarckson. Un mento e un maglione di pail rosso. Colori autunnali. Riflessini fatti ad hoc. Potrebbe essere un film sul golf o sui cavalli da corsa i tempi della grande depressione. E in parte lo è. Cioè, Legendary è uno di quei bei filmoni sportivi a stelle e strisce di una volta. Un perfetto film di genere con l’aggiunta di un atleta del calibro di Cena. E chi chiede di meglio? Noi no di certo. Siete pronti? Volete un po’ di tempo per andare a prendere un po’ di fazzolettini per asciugarvi i lacrimoni che tanto lo sapete che prima della fine ne avrete bisogno? Non c’è problema, io son qui apposta. Come pausa tennica vi metto una delle canzoni del film. Legendary ha una delle colonne sonore più invadenti e brutte della storia dell’umanità. Ma è perfetta, non potrebbe essere altrimenti. Pensate che prima di mettermi a scrivere questa roba qui, avevo pensato di recensire il film solo con i video delle canzoni del film. Mentre leggete il resto del post, tente come sottofondo questo pezzo: un piccolo sforzo d’immaginazione e riuscirete a visualizzare il tutto. (NOTA BENE: spoilero tuttissimo!)
httpv://www.youtube.com/watch?v=sKiyydNrawg
Via con la trama. Calvin è un adolecente dal fisico un po’ chiavato. Ha gli occhiali, va bene a scuola ed è il cocco di mamma. Suo padre, il grande Mac (in originale, il Big Mac. True story.) era una leggenda locale della lotta greco romana, strappato troppo presto all’affetto dei suoi da un incidente stradale. Calvin conserva gelosamente i ritagli delle mitiche imprese del suo papà e notte tempo li rilegge con fare sognante. Soprattutto legge una poesia bellissima del vecchio allenatore di suo padre, tale Harry Newman che lui non ha mai conosciuto. Ma la vita del giovin Calvin è fatto d’altro. Quando ha un po’ di tempo libero va sulla riva del fiumiciattolo dietro casa per tentare di mettere su un allevamento di pesci gatto (eh?). Mentre è lì tutto impegnato coi suoi pesci gatto e una pompa idraulica che non pompa, passano i tipici ragazzacci di Riverdale, quelli con la giacchetta dell’high school, che non vedono l’ora di prenderlo in giro e farlo cadere in acqua per poi andare via tutti gasati dicendo cose come “Suck it, loser!”. E lui rosica un po’, ma alla fine ha altro a cui pensare. Ci sono i suoi pesci, la sua mamma che è da sola e la sua migliore amica Luli. Luli soprattutto sembra essere al centro dei suoi pensieri. Sapete perché? Be’, perché Luli è tornata dalle vacanze con le tette (Ursula finally has tits) e adesso passa le sue giornate facendosi pagare per farle vedere a tutti. Con 5 dollari vi potete godere anche voi lo spettacolo. Lui, che con Luli c’è cresciuto, di questa cosa ci soffre molto e le sta dietro tentando di difenderla. Certo, c’è da dire che Luli sembra intelligente come una lattina di Coca Cola accartocciata e presa a calci da uno scemo, ma lui le vuole bene e la difende. Un giorno, mentre è lì a pensare ai suoi pesci, Calvin incontra Red, un vecchiettino con la faccia di Danny Glover che ovviamente è un concentrato di saggezza e comprensione. Calvin insomma, è felice e contento, ma sente che manca qualcosa nella sua vita. Quel qualcosa che lo renderebbe un campione, come il suo papà.

L'intelligente Calvin legge delle poesie dedicate al suo babbo morto.
Quella cosa ovviamente è il wrestling, la lotta greco romana. Lo sforzo fisico atto a dimostrare agli altri che anche lui è uno cazzuto, con una personalità, non solo un bravo ragazzino con gli occhiali da sfigghiz. La mamma non prende bene questa decisione e con fare imbronciato dice al figlio: “Quel dannato sport mi ha già portato via un marito e un figlio. Non voglio che succeda ancora!”. Al che il figlio risponde: “Ma no, mamma non ti preoccupà che te vojo bene assai e mi metterò il caschetto e nulla mi accadrà! Ma a proposito: hai più sentito mio fratrello, a.k.a. il tuo altro figlio Mike?”. E già. C’è da fare i conti con il fratellone Mike. Dov’è finito Mike? Perché il fratellone non è in casa ad aiutare mammà a fare le torte più buone dell’Oklohaoma o ad accompagnare il fratello più piccolo e indifeso al fiumiciattolo dove è possibile scambiarsi frasi sagge sulla vita, l’amore e la morte di un padre che tutti chiamavano Big Mac? Perché Mike è interpretato dal sofferto John Cena. Il nostro wrestler preferito, il vero punto di forza di questa pellicola prodotta dalla WWE, entra in scena dopo quasi 15 minuti di pellicola. (E siamo a 12 punti credibility guadanganti. Si sa che i veri attori possono entrare nel film non subitissimo, ma quando le cose sono giù tutte al loro posto). Mike fa l’operaio che viene licenziato dopo mezzo secondo, vive in un trailer, beve birra al mattino e le sue svariate fidanzatine son sempre in vestaglia e col trucco smarmellato sugli occhi. Mike non sta bene. Un tempo era uno tosto. Un campione di lotta come papà. Poi qualcosa è cambiato. Adesso c’ha i problemi.

Fratellone, francamente: non ti si può vedere. C'hai proprio dei problemi!
Ma Calvin che è intelligente (perché ha gli occhiali), sa che per trionfare nello sport che è metafora della vita, deve rientrare in contatto col suo fratello reietto. Il quale è alcolizzato e finisce in galera per risse un martedì sì e un martedì anche. E allora dajje di: “dai fratellone! Diventiamo fratelli per la pelle che tu che eri una leggenda dello sport come papà mi insegni anche a me a lottare!” seguiti da: “No! Mi piacerebbe ma non posso che c’è un trauma nella mia vita legato al mondo del wrestling che non ti posso dire!”. E poi Calvin si allena tantissimo, fa i primi incontri, ma le prende in continuazione e poi vorrebbe mollare, ma ogni tot incontra Danny Glover che pare l’oracolo di Delfi e gli dice solo frasi saggissime come se non ci fosse un domani, di quelle che non ci capisci mai un cazzo, ma alla fine ti ha convinto che il sudore della fronte è l’unico modo per garantirsi un futuro migliore fatto di amore e felicità e rispetto.

'spetta, c'ho la soluzione anche a questa cosa qui che hai appena detto... 'spetta, eh?
Poi ovviamente Mike rinsavisce e decide che è ora di smetterla colle birrette, colle risse e con le ragazze che poi al mattino ti alzi, c’hai mal di testa e queste sono in vestaglia nella minicucina sporchissima della tua roulotte. Basta buttare via la propria esistenza quando si può passare tutte le sere della propria vita in una vecchia palestra abbandonata che abbiamo soprannominato “the church” e che non c’ha le luci, le attrezzature Technogym, la sauna, ma lo senti da distante che quei vecchi materassini se solo potessero parlare racconterebbero storie di onore, gloria e vittorie. I due fratelli, di nascosto dagli occhi materni, si riavvicinano e non solo si allenano con le loro magliette grigine e un po’ sudatine, ma parlano, parlano, parlano. Parlano di nulla e di tutto e diventano come quei fratelli veri dell’Oklahoma che si vogliono bene e si danno degli abbracci forti e virili, perché noi uomini se quando ci abbracciamo non facciamo pac! sulla spalla, vuol dire che non siamo veramente dei fratelloni. E Calvin ha capito che anche se suo fratello ha passato un brutto periodo, adesso grazie al rinnovato interesse per il wrestling, è ritornato l’uomo di una volta. L’erede del Grande Mac, quello che ha fatto la famosissima mossa della Reverse Cradle, la leggenda delle High School dell’Oklahoma, uno che se vai a guardare bene sui mattoni della palestra della Riverdale, ci trovo il suo nome inciso e il suo record personale.

In culo a Get Fit!
Ma una sera, una brutta sera, Mike passa col suo truck davanti al pub dove fino a un mese fa perdeva regolarmente la sua dignità al bancone. Ci pensa un po’ su e alla fine decide di entrare. Lo sa che non se lo può permettere, lo sa che ha appena riguadagnato a fatica qualcosa di buono, qualcosa per cui vale la pena di rigare dritto. Ma Mike è un poco di buono. Forse ce l’ha nel sangue. E alla fine entra. Ordina una birra e si siede al bancone. Ma mentre è lì con le mani sulla fazza a combattere i suoi demoni, indeciso se bere la sua birretta o meno, un buzzurro che tempo fa le ha prese da lui, lo riconosce. Non si sfugge così facilmente al proprio passato, Mike. E propio quando il nostro eroe, con uno scatto d’orgoglio, decide che non è il caso di bere quella dannata la birra e che è meglio uscire subito da quel dannato bar, trova la via sbarrata da tre energumeni che vogliono fargliela pagare. “No, ragazzi, non cerco guai!”. Ma i guai sono più veloci di te, Mike. E se abbassi la guardia anche solo per un secondo, te li ritrovi davanti. E Mike, che è un uomo vero, reagisce. E finisce in galera.

Dannate birrette! Non mi avrete mai come volete voi!
E qui salta tutto. Perché Calvin va nella loro palestra e non lo trova. Torna a casa e trova la madre al telefono con Mike che dal carcere, non sapendo a chi rivolgersi, ha provato a chiamare a casa in cerca d’aiuto. La madre si incazza perché quella montagna ambulante di suo figlio sicuramente ha torto anche questa volta, e sicuramente era ubriaco, e se ha fatto a pugni la colpa è sicuramente sua. E poi è incazzata perché i suoi due bambini si vedono da mesi e lei non è stata informata. E poi è incazzata perché se suo marito è morto, se Big Mac non è più tra noi, è perché una sera, una brutta sera, lui e Mike sono andati nel paesino vicino a vedere un incontro di wrestling. E guidava Mike. E han fatto un incidente. E Mike non s’è fatto nulla, ma suo padre è morto. E ok, poteva succedere a tutti e c’era la strada bagnata e c’era la neve e tutto quello che volete voi. Ma questa mamma forte e dalla faccia spigolosa la colpa l’ha sempre data al povero Mike. Se non fosse stato per quel dannato sport, oggi lei sarebbe seduta sul divano con suo marito, mentre i suoi due bambini sarebbero insieme seduti in riva al fosso. E invece tutto è andato per il verso sbagliato. Lui ha dovuto crescere Calvin da sola, Big Mac si allena tra le nuvole e Mike non ha retto, è crollato. Se ne è andato e si è attaccato alla bottiglia.

Ho scritto t'amo sui mattoni della scuola.
Ma Calvin spiega alla mamma che adesso Mike è cambiato e allora lei si fida perché gliel’ha detto suo figlio quello con gli occhiali e, dopo averlo perdonato perché “ho sempre saputo che non è colpa tua se papà è morto, ma non te l’ho mai detto”, lo riaccoglie in casa. Tutti felici. Ma le insidie sono dietro ogni angolo. E Calvin adesso che è un uomo decide di portare quella mezza demente di Luli al ballo del Prom (sì, c’è anche una sequenza del Prom!). Lei è emozionatissima che ogni volta che lo vede comincia a sbavare e lo ama fortissimo da una vita. Lui ormai è un uomo tutto d’un pezzo e tra un allenamento e un altro decide che la vuole portare al Prom. Il babbo della scuola e la zoccoletta di provincia che con 5 dollari ti fa vedere le tette insieme al Prom. Dopo tre minuti che sono lì a ballare e a bere il punch e a guardarsi negli occhi, arrivano i bulletti della scuola. Quelli che a inizio film avevano fatto cadere Calvin nel fiume. Capeggiati da uno che si allena con Calvin e che è evidentemente più forte di lui, vanno lì e provocano: “Uè, Luli facci vedere un po’ il merchandising! Tò, piglia sti 5 dollari e fai divertire un po’ i ragazzi, vah!”. Calvin non ci vede più e difende l’onore della sua pulzella con due sapide mosse imparate dal fratellone. Umilia il bulletto davanti a tutti, difende la sua bella, la porta fuori, le mette la sua giacca sulle spalle e tra una serie infinita di fontane a spruzzo, la limona duro sotto la luna. Aw. The sound of tenderness.

OMG! Meglio del finale del primo Twilight!
Ma è il momento del gran finale col torneo di wrestling. Calvin è allenatissimo e pronto a farsi valere sul campo. Non ha speranze di vincere, ma se c’è da sputare sangue, lui lo farà. In realtà sta quasi per scappare ancora prima dell’inizio del torneo, ma stranissimamamente incontra Danny Glover che passava di lì per caso e lo intomnella con le sue frasi sagge. Com’è come non è, alla fine Calvin si convince che il suo posto è lì. Perché Calvin è uno che ha tutto. Perché calvin ha una famiglia. E infatti Calvin suda e s’affatica e alla fine riesce ad arrivare in semifinale. E mentre è lì che lotta per entrare in zona medaglia, s’accorge che Mike non c’è. Ma dov’è il fratellone? Perché non è qui nel momento del bisogno? E infatti, dopo una pausa drammatica, si apre una porta e trafelatissimo entra John Cena che per nulla al mondo si sarbbe perso la scalata alla gloria di suo fratello! E Calvin, galvanizzato dall’arrivo del fratellone, vince. E arriva in finale. Prima della finale c’è: discorsone finale col fratellone. Una sequenza in cui Calvin si allena da solo ascoltando l’Opera. La mamma che guarda i fratelloni dagli spalti e sorride col classico sorriso delle mamme appagate dell’Oklahoma. Il coach della squadra che riconosce la vecchia leggenda, il figlio del grande Mac e lo invita a fare da allenatore per lo scontro più importante del piccolo Calvin. John Cena che rivela a suo fratello che Danny Glover non è come tutti ormai pensavano un pedofilo, ma il vecchio allenatore di papà, quell’Harry Newman autore della poesia dedicata al Big Mac che tante volte ha smosso l’animo di Calvin. Luli che regala al suo innamorato una pompa funzionante per il suo allevamento di pesci gatto e un accappatoio con le borchie e le scritte rosso fuoco sulla schiena, con cui poter fare una porca figura quando si entra in palestra. Tutto nell’arco di 10 minuti scarsi di film. Incredibile. E poi c’è la finale. E Calvin è in difficolta, ma poi tra un rallentì e un altro, tenta la mossa finale, quella per cui è diventato famoso suo fratello. La Reverse Cradle, una mossa che funziona solo se sembra che stai perdendo poi, con un incredibile colpo di reni, gaboli l’avversario e vinci la gara della vita. E Calvin la fa. Ma non gli riesce e perde ai punti. Perde di tanto così. 11 a 9. Ma se siete delusi perché Calvin ha perso, vuol dire che non avete capito nulla. Si può diventare una leggenda anche se si perde. Questione di onore e gloria. Ce lo dice il vecchio Danny Glover in voice over mentre lascia in solitaria la palestra che è stata teatro di un così epico scontro. E mentre tutti si abbracciano, lui se ne va da solo, nel cuore della notte, con il cuore più leggero. Perché ha capito che finalmente i figli del vecchio Mac sono diventati degli uomini. (NOTA BENE: ho finito di spoilerare tutto!)

Kenny fuckin' Powers! Da oggi anche coi capelli rossi.
Un vero e proprio capolavoro. Un trattato teorico di rara e metematica perfezione sul film sportivo americano. Legendary è un film senza età, impermeabile a tutto quello che succede nel mondo reale. Come certo metal, come Sanremo, rappresenta una bolla di cieco immobilismo. Tutto quello che sappiamo che prima o poi succederà, succede secondo uno schema prestabilito che abbiamo già visto tantissime volte. E che non ci ha mai stancato. Lo stesso schema parodiato da Jody Hill in Eastbound & Down. Ecco, Legendary è Eastbound & Down che si prende sul serio. Il film è talmente perfetto secondo questo punto di vista che presenta anche il personaggio migliore degli ultimi 138773 anni di grande cinema. L’amico nerd/spalla del protagonista. Viene presentato, gli si fa dire una frase che inizia con “according to…”, che è sintomo di rara cultura, e poi basta. Si limita ad apparire nel quadro senza mai fare o dire NULLA. Ma veramente niente. Ma non importa: il film è talmente perfetto che solo la sua presenza assolve al suo compito. Lo vedi e dentro il tuo cervello s’è formata l’idea dell’amico nerd/spalla del protagonista.

Quella rincoglionita di Luli e l'indispensabile amico nerd. Genio.
Concludiamo parlando dell’interpretazione di Cena. John semplicemente si tira fuori. Non solo appare dopo un quarto d’ora di film, ma poi non fa nulla. Le risse nei bar durano in tutto meno di un minuto e non hanno nessun tipo di coreografia riconducibile agli spettacoli che il nostro ha messo in scena sui ring della WWE. Per la prima parte di film si limita ad apparire in controluce manco fosse Kurtz, con questo fisico ingombrante, esagerato, fastidioso. Successivamente passa il tempo allenando uno scricciolo che è grosso come un suo polso e a fare le faccette serie e compassate. Ma col tempo cresce e quella mimica impercettibile diventa il suo marchio di fabbrica. La classica scorza impenetrabile dell’uomo che non può concedersi il lusso di far trasparire nessuna emozione. Ed è quindi doppiamente grande quando cede alle proprie emozioni e, nel momento in cui suo fratello perde la finale, cade letteralmente in ginocchio senza mutare di un millimetro la propria espressione. John Cena recita. Recita (malissimo), e la fa con quello stesso corpo con cui si potrebbe permettere di fare film su film dove tira pizze in faccia, fa esplodere palazzi o mitraglia decine di cattivi. Perché è un grandissimo.

Ti stimo, fratello!
DVD-quote suggerita:
“La maturità artistica di John Cena in un saggio sugli sport movie.”
non ho letto tutto perché ‘sto film voglio vedermelo.
Sì, sarà una cagata copiaticcia di Rocky ma comunque mi sembra meglio di quel troiaio di 12 rounds…
Primo: c’ho messo 7 minuti, secondo: ci sono pochi tags, terzo: mi lamento sempre :-)
Applausi!!! :)
grandissimo articolo!
però tra i tag avresti dovuto mettere anche “Luli che regala al suo innamorato una pompa”…
Ci ho messo 8 minuti, mi sanguinavano gli occhi e sono svenuto alla fine. Adesso mi guardo il film, sara’ una cagata pazzesca, ma non importa. Una recensione del genere vale qualsiasi film, complimenti.
‘quando i Metalicca si sono taglaiti i capelli, Gesù ha pianto’
WIN
Qualcosa mi dice che questa rece mi ha spoilerato qualcosina…ma credo che sia solo una sensazione dato che qualunque essere (anche invertebrato) avrebbe capito dove sarebbe andato a parare l’algoritmo utilizzato dal Generatore di Sceneggiature a meno di cinque minuti dall’inizio del film.
Ma perdere la finale, con tutta la crew che da dietro la telecamera occhieggia vistosamente un “t’abbiamo fatto tana eh? ehhhh!?”, non ha prezzo…
solo un piccolo appunto: prima di spoilerare il finale potevi avvisare i lettori… anche saltando pezzi qua e la ho intravisto il capolavoro in questo film, secondo me lancerà definitivamente cena nel mondo dello spettacolo e chissà mai che gli faranno fare il fratello gemello (anabolizzato) di matt damon nel nuovo bourne, secondo me sono uguali.
ps: bella la canzone, questi film di formazione sono sempre stati i miei preferiti.
Questo articolo è un capolavoro! Complimentoni davvero.
allevamento di pesci gatto? MACCOSA
quale funzione pratica avrebbe un allevamento del genere, a parte farsi prendere in giro dai bulletti col giubbotto dell’high school locale?
JOHN CENA FOR CAPTAIN AMERICA
al posto di topogigio…
poi la recitazione la aggiungiamo in cgi
letto tutto bravo perchè mi hai convinto a guardare un film che altrimenti non avrei mai guardato. riguardo ai nostri fighter più talentuosi atleticamente parlando tony jaa (ho finalmente trovato the protector…) e ciryl raphaeli (banlieu 13) anche se contro energumeni come cena o li finisci al primo colpo o ti strangolano sbadigliando p.s. recensite sempre film con zombie. non amo gli zombie, per niente, però se qualke regista tipo rodriguez o del toro facesse un film con lo zombie più famoso della storia che fa stragi avvalendosi dei suoi poteri soprannaturali lo guarderei. Chi è lo zombie? GESU’ CRISTO.
Recensione capolavoro per un film capolavoro? Sembra proprio di si!
Quantomeno, della prima parte sono sicuro. Adesso devo vedere il film a tutti i costi!
Un dilemma filosofico: si può spoilerare un film che dal primo fotogramma all’ultimo ha una trama che deve essere scontata perchè è nato per essere così?
Cordialità
Attila
Ma no dai! Quale fottutissimo capolavoro!?
Sulla carta è il film più scontato e flautolento recensito su queste pagine…
Cosa vi fa venire voglia di vederlo a tutti i costi? COSA!?
Il fatto che, come si capisce dalla recensione, l’unico motivo per vedere questo film sarebbe stata la presenza di Cena? Dice anche che fa una parte inutile senza mai segnare un punto in da la fazza.
Oppure vi garbano i dialogi improbabili di anziani pedofili?
O ancora è la filosofia del “sogno americano” che alla fine ha sempre a che fare con il tirare pizze basta che ci sia qualcuno a guardarti?
Ok, chi non vorrebbe fare la groupies di Casanova Wong Kar-Wai, ma c’e’ un limite a tutto
P.S.: per me a letto senza Cena!
C’è un film di un perdente che quando si incazza mena?
Ok
C’è un film con Cena?
Ok
C’è un film che parla di Lotta Libera-wrestling-arti marziali?
Ok
C’è un film deprimente alla HOMEBOY-THE WRESTLER-AT A CLOSE RANGE?
allora è il film mio.
punto.
vi ho appena detto i miei gusti…
Questa volta mi sento di fare i complimenti più sinceri per la recensione: bravo Casanova!
@robertz: rispettare tutte – e voglio dire TUUUTTEEE (come Gary Oldman in Leon) – le convenzioni di un genere, e’ un’arte sottovalutatissima. Sembra facile, ma poi un giorno ti metti li’ bello spavaldo e te ne scordi qualcuna, o non le metti nel giusto ordine, o non le sai dosare, o metti una cosa a caso credendo che “chissenefrega” e invece NO… Bisogna saperlo fare :)
@Nanni: non sta credere, i produttori c’avranno gli schedari con gli elenchi di convenzioni per ogni genere di film, hai presente la catalogazione delle convenzioni nelle fiabe? Ecco, stessa roba, quindi: bravo il primo che le ha catalogate, gli altri no, hanno solo letto il catalogo. Sembra una boiata ma io ci credo.
@Nanni: intendi che in qualche modo questo film è un velato omaggio ad un Maccio Capatonda dei tempi d’oro de “L’uomo che Usciva la Gente”?
Sicura nota di merito per la capacità di andare in autopilota su una metrica da manuale di questo tipo e creare comunque un paradosso in cui tre EPIC FAIL familiari del calibro di:
– babbo wrestler ucciso da figlio wrestler ma per mano di guardrail
– figlio wrestler ubriacone e impotente ma con muscoli guizzanti, a sfregio
– fliglioletto wrestler vorrei-ma-non-posso che alla fine non può e basta
alla fine fanno un EPIC WIN ;))
Potevano quantomeno far scoppiare i bicipiti a qualcuno come tributo ad Ultimate Warrior (lo so che sono solo voci ma io ci ho creduto e ci credo ancora!).
– un Vinx che quelle piumette colorate davano davvero un tono all’ambiente
Epico.Come l’Iliade o l’Odissea.Epico come qualcosa di -appunto- epico.Non il film , che mi pare un’immane cazzata nobilitata dalla non-recitazione di Cena , ma tu , grandissimo Casanova .Solo tu potevi scrivere la recensione di un non-film (quasi tutti i film sportivi non sono film) e farla sembrare seria.Come fai?C’e’ un corso post-universitario?Te l’ha insegnato la Massoneria ?Gli Illuminati di Baviera?Se puoi rivelare l’arcano avrai la mia eterna gratitudine
Ho rivisto da poco Rocky I.
Per non rovinarne il ricordo e l’emozione non guarderò questo film, poichè non voglio sanguinare dalle palle degli occhi.
Con tutto ciò, bravo Casanova.
Bravo Casanova, recensione stupenda!
PS un po’ di controllo ortografico però!
Chissà perchè la WWE spinge tanto so questo pupazzone qui, sia nella “lotta” sia nel cinema. Secondo me è inutile in tutti e due i campi. In confornto The Rock è Charlton Heston.
Il mio sogno è sempre stato un Triple H attore, perchè i capoccioni di Stamford non vogliono provarci?
@Lordbygon
è stato il motivo del licenziamento di Batista: lui doveva fare un film ma arrivati al dunque hanno affidato il ruolo principale a Triple H perché maritino della figlia di Vince Mcmahon.
Batista si è incazzato e lo hanno sbattuto fuori…
Ah, purtroppo non seguo più molto… E quale sarebbe il film?
si intitola “killing karma” ma non so di che parla…
http://www.kocosports.com/absolutenm/anmviewer.asp?a=33403&z=2