C’è stato tutt’un periodo, peraltro bellissimo, in cui bisognava prendere e difendere il cinema coreano come se non ci fosse stato un domani. Ve lo ricordate, cosa ci toccava sentire? Che era un cinema ossessionato dalla violenza, che era tutta forma, estetizzazione della morte, orrore immorale fotografato bene: «in quel film cinese si vede due che ciulano», «stanno sempre a spararsi», «una sequela di stupri e scene rivoltanti». E magari erano i primi film di Kim, di Bong, di Park, di Lee. E c’era una qualità media impressionante, pari solo (e direttamente proporzionale) all’incapacità totale della critica di allora di capirci una sega di nulla. Ed era terribilmente liberatorio, unificante, sacrosanto incazzarsi. Sapevamo di aver ragione DA VENDERE. Divari così impressionanti tra quel che leggevamo sui giornali e quel che vedevamo sullo schermo erano LA PROVA del nostro essere nel giusto, del loro essere malati. Il sistema era malato, il sistema. Poteva nascerne una rivoluzione, e chissà, forse i germi spuntarono. O forse avevamo solo ventiquattro anni. Quel che è certo è che, a tradimento, è stato il cinema coreano stesso a spegnersi. Per carità, gli autori ci sono ancora: Bong fa tuttora SPAVENTO, a Park vogliamo sempre più bene di tutti. Ma è la voglia di cazzo – diciamo così – che è finita. E in men che non si dica è già il 2010 (Sympathy for Mr. Vengeance ha più di otto anni ormai) e ti metti a vedere un film, e vedi IL DIAVOLO.
I SAW THE DEVIL è un film di Kim Jee-woon, e Kim Jee-woon, quando vuole, sa essere sinonimo di gran pregi e gran difetti. I gran pregi li sapete: lo stile di Kim è l’equivalente della scena di The Social Network quando Justin Timberlake entra al ristorante trasudando savoir faire di insopportabile naturalezza: i geek cadono ammaliati. Pensate a Two Sisters, che declinava il K-horror in chiave campionario di carte da parati di finissimo gusto neobarocco, e funzionava anche alla grande. Poi ci sono i difetti, cioè quando lo stile prende il sopravvento e Kim crede di poter nascondere il vuoto assoluto della trama dietro i completi eleganti degli attori e la disposiione perfetta dei buchi delle pallottole sui cadaveri. Parlo di Bittersweet Life, tanto perfetto formalmente quanto indeciso nel tono e quasi ridicolo nel suo tentare di apparire profondo con delle sonore copiaincollature dal Bignami del Melville di Stafava.
Bene: I saw the devil conferma questa china pericolosissima, la amplifica, e crea un ecomostro. Che cos’è infatti I saw the devil se non il tentativo di Kim di applicare il suo stile Justin Timberlake al thrilleraccio-horroraccio di serial killer, senza però avere il coraggio di fare un semplice e sodo film di genere e anzi AVENDOCI LE PRETESE NOBILITANTI di essere una traggica riflessione sulla vendetta? Solo che tali pretese nobilitanti sono, pensa un po’, tutte di superficie, e il massimo della profondità che raggiungono è che (1) a un certo punto un vecchio e una ragazza dicono “Basta atrocità, la violenza è brutta”, e nessuno se li caca, e (2) alla fine il protagonista, dopo aver inferto ridicole ferite al serial killer per due ore, frigna perché la violenza è brutta. Eh, certo: due ore a stilizzare le sgarrettate a colpi di bisturi, e poi grandi lacrime perché la violenza è brutta? Le uniche lacrime che qui si possono piangere sono quelle dell’occasione sprecata: un regista dallo stile smagliante alle prese con il serial killer movie più fantasiosamente violento della storia del cinema coreano (e non scherzo: fate conto che la versione integrale è stata praticamente bandita in patria), e quello me lo rovina perché dice «PURE IO SYMPATHY FOR MR. VENGEANCE, non sono mica un regista di serie B»? Appena hai delle pretese altissime che non sei capace di mantenere manco per sbaglio, tutto va a catafascio: dove poteva esserci divertimento c’è biechissima ipocrisia; dove poteva esserci il sopra le righe c’è il ridicolo involontario; dove poteva esserci ritmo c’è noia; dove poteva esserci originalità c’è stupida assoluta banalità; dove poteva esserci allegra violenza pesa in primissimo piano, c’è violenza pesa in primissimo piano e subito dopo un vecchio che ti dice NON SI FA. E io non c’ho mica più l’età per farmi prendere per il culo così spudoratamente da uno che pensa di essere chi non è.
Il punto è tutto qua: sapete cosa succede quando vacuità assoluta, pretese alte, banalità e violenza pesissima e immotivata si incontrano? Sapete cosa succede? Succede che il cinema coreano si adatta paro paro alla visione che la critica incompetente ha del cinema coreano. Succede che, qualora I saw the devil avesse una distribuzione italiana in sala o ai festival, sarà molto più difficile far capire ai mentecatti che sono mentecatti. Sarà molto più difficile far capire che il cinema coreano non è una sequela di violenze con pretese buttate lì come vengono per abbindolare il geek boccalone. E sarà molto più difficile perché, almeno in questo caso eclatante, avrà ragione chi di solito ha torto. Quando leggevate le recensioni di Lady Vendetta e vi chiedevate «Ma che cazzo di film ha visto questa vecchia cretina?», bè, ora lo sapete: aveva visto I saw the devil.
Ma c’è di peggio: sull’interwebz il film sta piacendo, e nemmeno poco. E qualsiasi film mi insinui anche solo per un secondo il dubbio che forse avevano ragione loro, che forse noi eravamo davvero solo giovani incorreggibili nerd che abboccavano alla violenza fotografata bene e alle scene di ciulate, ecco, a un film così io non posso che volergli del male.
DVD quote consigliata:
«Per favore, non ci cascate»
(Luotto Preminger, i400calci.com)
Tesoro, io mi sa che ci sono cascato ;)
Luotto, grazie a chi ti ha inventato.
Pure io, ci son cascato con tutte le scarpe :)
io vado a cascarci questa sera allora……
Voi vivete nel bitume.
Che poi io, al di là di qualunque giudizio su alte pretese e ipocrisia, io l’ho trovato proprio UN PESSIMO THRILLER: noioso, risaputo, tagliato con l’accetta, poco inventivo, ridicolo. OK, giri bene, bravo: hai fatto il carrello circolare dentro la macchina. Uuh. Ma nel complesso è proprio una robetta.
Vabbè non t’è piaciuto nemmeno BitterSweet Life…
perdonaci se siamo prevenuti :-P
concordo: 2 ore e mezza e salvo solo qualche scena di ultraviolenza e il ritrovamento della ragazza nel fiume, tutto il resto è noia. E poi la comunità dei serial killer che si ritrovano a cena o si incontrano in taxi davvero non si può vedere.
Zioluc, infatti! Tra l’altro sono serial killer reperibilissimi: Choi Min-sik è sospettato, la polizia ha il suo indirizzo, lui ammazza la gente in CASA SUA, però è imprendibile.
Mettetela come vi pare, ma Bittersweet life è un signor film, averne, altro che melville di stafava!!
@ Oversöze: vediamoci allo stadio
non ci sono cascato. bittersweet life era un avvertimento che solo uno stolto avrebbe potuto ignorare.
però la corea meridionale io ancora la voglio bene. senza stare a parlare di mother, che a quello una statua ci dovrebbero fare, chaser e breathless sono state due belle botte (e per giunta due esordi, ecchecazzo).
Vabbè Melville lasciamolo stare che è tutto un altro campionato. Kim fa ne più ne meno quello che fa Tarantino, mescola i generi rubando a destra e a manca, il regista americano scrive dialoghi che lèvati, lui invece è un mostro a livello formale. A Kim non gliene fotte nulla di approfondire l’aspetto psicologico o sociologico della vendetta, per lui la forma è anche il contenuto, gli interessa solo di spingere il genere all’estremo. E direi che c’è riuscito con ogni suo film, con uno stile della madonna tra l’altro.
Hap, secondo me non è vero che non gliene fotte di approfondire: lui usa l’approfondimento come se fosse un qualunque elemento “visivo” (ad esempio: nel film di vendetta ci dev’essere la tragedia nichilista, ok, ce la mettiamo, ma trattata al pari dei costumi, tutto di superficie). E questo va a scapito della godibilità del puro genere, che sarebbe quello che Kim sa fare davvero bene. The good the bad & the weird, per quanto fosse troppo lungo e scombinato, quello sì era un filmone divertente a cui si poteva voler bene: perché conosceva i suoi limiti e puntava tutto sull’azione fatta “con uno stile della madonna” come dici tu.
Qui no, ed è proprio il thrilller in senso stretto a soffrirne.
una filmografia essenziale per iniziare a conoscere questo filone, visto che 24 anni li faccio tra un paio di settimane, qual è?
perchè se cerco lee, bong, ping, pang su imdb escono tutti film con titoli che non so che vogliano dire quindi manco ce ne è uno che mi ispira di più
Fa cagare tantissimo, due ore e passa di niente.
PERO’, mi piace come ne esce fuori il genere femminile da sto film.
Nell’ordine:
– La fidanzata dell’eroe vendicativo piagnone e’ incinta..poi pero’ si viene a sapere che erano fidanzati da meno di un mese..TROIACCIA, giusta la sua morte.
– La tipa 22enne in farmacia. Non ha ragazzo, anzi sembra completamente ingenua, vergine, infatti il bravo serial killer le dice che non conosce “QUELLA COSA”. Poi pero’ quando lui la mette a ginocchioni, smette di frignare e glielo PUPPA.
– La tipa del collega serial killer. All’inizio dice di no, dice che sono tutti pazzi, poi pero’ tempo due pestate nel culo, e lo implora di continuare, godendo come una scrofa. Giustamente appena lui ha finito la scaglia via sul tavolino e fanculo.
– La sorella della fidanzatina che si lamenta della violenza bla bla bla giustamente viene macellata.
Quindi, ecco, fa cagare tanto, ma per queste cose ero felice.
ci mancava solo l’incel del 2010
Matteo: ma, tanto per capirci, si parla di livello principianti o intermedio? Se ti dico di guardare Memories of Murder, The Host e la trilogia della vendetta di Park Chan-wook mi sputi in un occhio?
La Fava di Masonna: ma infatti, bravissimo. Ma poi, analizziamo un po’ il concetto in sé di “fidanzata del serial killer”. Alla faccia de “le ragazze vanno solo con gli stronzi”! Poi si lamenta degli amici del fidanzato? Ma che vuole? Ma che senso ha?
aspettavo che spiccasse il volo e invece nulla…2 ore e 20 minuti (dueoreeventiminuti!)stavo li perchè attendevo la svolta e invece niente…
ammetto di averlo visto per Choi Min Sik e poi mica lo sapevo che il poliziotto era cosi figo!
Comunque è un film che a mio parere si perde,manca il graffio. Non è male intendiamoci,però non colpisce…ma poi ho pensato,non è che un tema come la vendetta è stato talmente sviluppato bene da Park che tutto il resto è noia?
ciai ragione. bella recensione
ma dove si può vedere stò film?
grazie
sei un povero stronzo che vorrebbe avere un sito serio di film, ma racconta stronzate. vattene a guardare la televisione e fatti le seghe mentali con i tuoi amichetti
mmmh.. non ho visto nè bittersweet life nè questo.. mi è sembrato di capire che fra i due sarebbe meglio vedere il primo, ma potrei aver male interpretato, eh? allora avvio lo streaming.. al 3,2,1..
azz! non è che l’ho finito adesso, però riesco a scrivere solo ora.. e quindi dico: azz! mi avete definitivamente convertita al cinema coreano, ergo adesso iniziate a sputare fuori suggerimenti per i prossimi film da vedere!
mi avete fatta iniziare con Mother ( splendido) e penso che ora guarderò Memories of Murder, faccio bene? Della trilogia della vendetta mi manca solo il primo, e rimedierò, dopodichè sono nelle vostre mani :)
Thank you guys!
Tu guarda Memories of Murder, The host e Sympathy for Mr. Vengeance e poi ne riparliamo. Se ti è piciuto I saw the devil, quando vedi Memories of murder che fai? Una strage a casa di Polanski?
I saw the devil ancora non l’ho visto, ho preferito accettare i vostri consigli e iniziare da Bittersweet life ;)
Bittersweet life non l’ho certo consigliato io!
Allora riformulo: Se ti è piciuto Bittersweet life, quando vedi Memories of murder che fai? Una strage a casa di Polanski?
we’ll see ..
visto ieri. 2 ore e mezza buttate nel cesso, ad un certo punto pensavo di svenire dalla noia. non addormentarmi, svenire. non capisco perchè tutti continuino ad osannare sto coglione di regista pretenziosissimo e senz’anima. giusto a Tales Of Two Sisters m’è piaciuto abbastanza…
A Tale *
Nn sono d’accordo a me è piaciuto questo film di brutto molto americano vero ma fatto meglio indubbiamente…ovvio paragonarlo alla trilogia della vendetta di park nn ha senso ma è una figata di film…..Io vi troverò americano simile è una caga.. questo si guarda bello il finale a volte esagerato (quando prende il tipo spaccando la portiera della macchina nn si può vedere) ma cmq un bel film come two sister e bittersweet life
Oltre ad essere un film di pregevole fattura è un’opera che scuote gli animi di chi lo guarda con una tempesta di emozioni differenti. Sta recensione mi infastidisce quanto i critici che cita all’inizio, superficiale e presuntuosa. “Computer, blocca le recensioni di Luotto che non è buono”.
Film visto qualche tempo fa, e che mi piacque assai!
Sì, qualche incoerenza qua e là si trova, va beh… ma sijore e sijori: questo è un sijor film!
Il film mi interessava, letta questa recensione ho rimandato di anni la visione, me lo hanno riconsigliato tipo 10 persone, visto ieri sera, UNA MERDA. Concordo parola per parola con Luotto.
a me sto film è piaciuto abbastanza ma condivido ogni critica (pur con misure diverse). Eh sì, Bittersweet Life è solo un filmetto caruccio, tutto forma e indeciso su che strada pendere, paro paro a come dice Luotto.
Caro/a non capisci proprio una ciolla di cinema,torna a vedere i cinepanettoni va ;)
Porcodio le risposte dei ritardati
Il film è davvero è bello e non merita una recensione così superficiale anche se il recensore non lo ha apprezzato, peccato.
Mai stato più in disaccordo con una recensione dei 400 calci.
Io mi sono esaltato alla grande proprio perché è superviolento, ma non c’è gratuità, è una violenza che nasce spontaneamente e cresce durante tutto il film proprio per quello che accade. Non c’è sempre bisogno di raccontare la Teoria della Violenza in un film per renderlo di spessore. Poi il finale l’ho trovato straordinario.
Hai ragione Martino, è un grandissimo film e mi rendo conto che il recensore e tutti i suoi seguaci non abbiano capito molto del film, di tutto il lavoro che c’è stato dietro… forse il cinema coreano non è nelle loro corde o forse il cinema in toto…
na cazzata.
praticamente è pacifico che in corea del sud non puoi fare due passi che si beccano: assassini, maniaci e matti vari…poi troopo tirato per le lunghe, troppo ripetitivo nello svolgimento…per ripetere per l’ennesima volta che: la vendetta non porta a nulla…e meno male che il quel paese lì hanno girato una certa trilogia sulla vendetta…ma pure un death sentence a caso è meglio di questo.