Vi ricordate quando vi abbiamo fatto vedere il trailer? Io me lo ricordo bene, perché ero carico di entusiasmo. Poi sfortunatamente ho visto il film. Che errore, amici. Non avrei mai dovuto farlo. Avrei fatto molto meglio a vivere immaginando il film. E io Sharktopus me lo immaginavo così: un rip off dei beach party films dei Sessanta con l’aggiunta del mostrone. Giovani in costume che ballano, musica forte, sangue e tette. Sotto l’egida di Roger Corman. E come altro avrei dovuto immaginarmelo? E invece. E invece niente. Sharktopus è bruttissimo. Strano, direte voi. No, che era brutto lo si sapeva anche prima di vederlo, ma qui siamo al livello di bruttezza “triste squallido”. Un’ora e mezza sciatta e particolarmente noiosa, senza nessun’idea o fantasia. Che è rimasta evidentemente tutta nel titolo. Ma visto che siamo seri e preparati…
Nome: Ha due nomi. C’è quello pacco, S-11, e quello figo, cioè Sharktopus.
Chi gliel’ha dato: Il nome pacco, S-11, i suoi creatori, di cui parleremo nel punto successivo. Mentre Sharktopus se l’inventa l’intrepida giornalista cessa che fa la figa Stacy Everheart (Liv Boughn). Ha come un’illuminazione mentre registra un servizio e conia così su due piedi Sharktopus. Brava Stacy!
E’ colpa degli americani: Di brutto. Lo Sharktopus è stato creato in laboratorio dalla dottoressa Nicole Sands (Sara Malakul Lane), con l’aiuto di suo padre Nathan (il caro e vecchio Eric Roberts). Padre e figlia, scienziati in forza all’esercito americano, l’hanno creato per conto della Marina che ovviamente lo vuole usare in guerra. Mi immagino le discussioni. “Papà, la Marina ci ha dato millamila miliardi di dollari per creare un’arma definitiva. Potremmo fare un missile potentissimo che…” “Zitta! META’ SQUALO META’ PIOVRA!”. La bizzarra creatura viene comandata a distanza tramite un sensore. Avendolo costruito loro, i due pirla potevano mettere questo sensore dentro alla creatura. E invece no! L’hanno messo su una specie di cintura di carta velina che ovviamente dopo due minuti si stacca. A questo punto lo Sharktopus è libero di scorrazzare felice per le coste messicane e seminare il terrore. E annoiare a morte lo spettatore che sperava di vedere un film divertente e invece, cazzo, è di una noia sinistra. Ma veramente. Non cascateci!
Specifiche tecniche: Allora, lo Sharktopus è metà squalo e metà piovra. Ha la testa dello squalo e i tentacoli della piovra. La punta dei tentacoli e affilata come un rasoio e sul muso ha degli spunzoni, piazzati lì veramente ad minchiam, che servono per graffiare le vittime. Ha le branchie e un altro apparato respiratorio posto sul ventre. Grazie a questo doppio sistema di respirazione, riesce a rimanere per qualche minuto fuori dall’acqua.
Vittime preferite: Gente a caso vicino a dell’acqua.
Mossa preferita: Ha una sola mossa: ti agguanta con i tentacoli, ti attira in acqua e poi ti mangia. Ah, no. Ha anche la mossa che ti trafigge con il tentacolo.
Omicidio migliore: Sono tutti brutti, prevedibili e senza alcuna fantasia. Gente che sta su una barca o su una spiaggia, trascinata in acqua dai tentacoli e poi mangiata. Siccome lo Sharktopus è realizzato in digitale (tra l’altro l’han fatto con un Vic 20, perché veramente è di una bruttezza rara), gli attori son lì fermi immobili, poi di colpo cominciano a muoversi a scatti per simulare di essere stati presi da dei tentacoli. Una gran amarezza.
L’unico guizzo è questo: una ragazza che soffre di vertigini viene praticamente obbligata dal ragazzo a fare del bunjee jumping. La ragazza si butta e viene mangiata al volo da quello scaltrone dello sharktopus che passava proprio in quel momento lì sotto. La sequenza è diretta malissimo, la ragazza è veramente brutta ma questo è quello che passa al convento. Ma d’altra parte il regista è Declan O’Brien, lo stesso di quell’altra cacata di Wrong Turn 3. Più di così lui non ce la fa.
Come si sconfigge: Una volta perso lo Sharktopus, c’è un capitano della Marina Militare che si arrabbia molto con Eric Roberts e gli dice “Adesso lo devi riprendere se no mi arrabbio moltissimo!”. Al che alla figlia di Eric Roberts viene in mente che lei aveva messo una roba dentro lo sharktopus che se pigi un bottone muore. Pigia il bottone e non succede nulla. Cioè, son capaci di mettere insieme uno shark e una octopus, ma non c’è pezza che si riesca a fare un bottone che lo pigi e lui funziona. Allora Eric Roberts richiama in servizio il vero protagonista del film, Andy Flynn. Flynn è uno che si intuisce che ne ha fatte di ogni nella sua vita e che adesso s’è ritirato e non lavora più per Eric Roberts perché lo pagava poco. Andy Flynn è un mercenario durissimo senza scrupoli, un vero e proprio bad ass. Che però ha questa fazza da giandone qui:
Flynn, insieme a un suo amico e alla figlia di Eric Roberts, prende un motoscafo (tipo quello che aveva mio zio Pericle nel 1982 quando passava le sue ferie a Lido di Classe) e si mette a scorrazzare alla ricerca dell’animale. Inizialmente il piano non è quello di ucciderlo: vogliono sparargli un mega tranquillante per poi rimettergli il robino con cui lo comandano a distanza. Quando però si rendono conto che lo Sharktopus è cattivo e uccide gente a raffica (cosa strana per un essere metà squalo metà piovra progettato per scopi bellici), decidono di ucciderlo. Per uccidere uno Sharktopus è necessario sparagli con un proiettile particolare che riattiva la possibilità di farlo esplodere. Poi esplode. Ufffffffffffffffffff.
Ricorda una figa: No, per nulla. Ah, e visto che siamo in argomento: la cosa che più mi infastidisce di questo film è che almeno speravo di vedere la sagra della gnocca. E invece manco quella. Anzi, alcune delle vittime dello Sharktopus son dei cofanoni con le prese d’aria (vedi quella del bunjee jumping). Si salva giusto l’assistente del dj. Ma non è che proprio la vedi e pensi “minghiamegliodimeganfox!”. Per il resto: la dottoressa è l’unico caso al mondo di personaggio femminile che si toglie gli occhiali, si scioglie i capelli… ed era meglio prima. Notevole anche la scelta dell’attrice che interpreta la giornalista. Sono riusciti a prendere una che non riesce a chiudersi la gonna perché c’ha la pancetta. In compenso si atteggia come se fosse una bomba sexy. Ditemi voi. Ah, sapete quante tette si vedono in Sharktopus? Ve lo dico subito: ZERO. Cioè, in un film del genere non si vedono delle tette. Io sono veramente indignato. Sporgo denunzia. Ah, c’è un cameo di Corman.
DVD-quote suggerita:
“Io che credevo. Io che speravo. E invece è una merda”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
Bonus: Grazie a quel regaz di Wim Diesel, siamo in grado di offrirvi i Behold… the Arktopus! Aka “The once described as the worst band in the world”. Classy.
Uno dice “mi vedo un b-movie supertrash perché cagata fa rima con risata”. Invece spesso il problema è proprio questo: i film low-budget girati coi piedi annoiano a morte. Non è tutto cult quello che puzza.
Et tu, Corman :(
zero tette? a morte.
eric roberts altra vittima dei mutui a tasso variabile…
P.S.
a me il trash volontario e fine a se stesso annoia a morte.
io gradirei sapere molto di piu’ delle peripezie dello zio Pericle invece…
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Sempre colpa dei mereghani !
Essì, io lo dico sempre: meglio vedere il trailer e aspettare direttamente la rece dei 400CC: in Cobravision il film è sempre più bello che nella realtà!
Ma lo zio Pericle aveva mica a che vedere col personaggio di Ferrandino ?