Incominciamo oggi un bello speciale, già pubblicato in versione ridotta su Vice Magazine, su alcuni dei nostri film preferiti di sempre: i disaster movies. I catastrofici, non sono solo prezioso campo di sperimentazione per gli effetti speciali, ma anche valvola di sfogo per i semplici e primari desideri del pubblico. Quello che vogliamo, quando ci sediamo in sala a vedere uno di questi film, è assistere sicuri alla nostra morte. Come quando, sicuri dietro i nostri parabrezza, assistiamo agli incidenti in autostrada e facciamo rimanere in coda quelli dietro. Nel nome dei profeti Roland Emmerich e Irwin Allen, cercheremo dunque di tracciare delle linee guida del genere catastrofico moderno (dai capostipiti anni ’70, periodo in cui gli FX hanno permesso a registi e produttori di concretizzare la loro megalomania), fino ai grandi blockbuster degli ultimi anni, sintetizzati perfettamente dal recente capolavoro 2012. Per semplificare la questione, come già prima di noi i Litfiba, abbiamo deciso di dividere le pellicole in base all’elemento che sta alla base della catastrofe stessa. Semplicemente: Terra, Fuoco, Acqua, Aria. Niente mostri e niente alieni, ma solo elementi naturali. Ci siamo solo presi il lusso di aggiungere due piccole appendici , una legata ai vulcani e una ai corpi celesti. Nella seconda parte di questo nostro mastodontico specialone ci interesseremo alle tragedie causate dall’uomo. Ci interesseremo al pericolo nucleare a due tipi di trappole quelle meccaniche e quelle di cemento. Come ogni genere, il Catastrofico risponde a domande ben precise, che abbiamo sintetizzato in alcune domande fondamentali.
Cominciamo questa lunga disamina di tragedie e catastrofi partendo proprio dall’elemento a noi più vicino: la Terra. Partiamo dal classico Terremoto, film del 1974 diretto da Mark Robson e tratto da un romanzo di Mario Puzo (lo stesso de Il Padrino). Successivamente parleremo di un altro disaster movie legato – in maniera differente – all’elemento Terra, The Core. Il film diretto da Jon Amiel, unanimemente considerato come una delle più grosse puttanate del genere, ha però qualche spunto interessante.
TERREMOTO, MARK ROBSON, 1974
La Catastrofe: Nella città di Los Angeles si scatena il temutissimo Big One, ovvero un terribile terremoto del 10° grado della scala Richter.
Gli indizi che le cose non stanno andando bene: Prima della scossa letale, ci sono due scosse – diciamo così – d’avvertimento. La seconda è una scossa di tutto rispetto (7° grado Richter), crepa metà della città, innalza di ben 1 centimetro il livello d’acqua della diga.
La Causa: La causa è l’inevitabile crollo dei valori morali. Nel 1974 Los Angeles è un posto frequentato da criminali, prostitute, saltimbanco, ubriaconi. I buoni sono una netta minoranza. Il terremoto è da intendere quindi come (sottile) metafora: una forza inaspettata e imprevedibile che azzera tutto.
Il Pazzo che predica al vento: Walter Russel (Kip Niven) lavora all’Istituto di sismologia della città di Los Angeles. Secondo i suoi calcoli il famigerato Big One è previsto in massimo due giorni. Dopo la prima piccola scossa, manda una relazione al suo capo, il dott. Adams (Bob Cunnigham), il quale non se lo fila nemmeno dipinto. Dopo la seconda scossa però, qualcuno comincia a prestargli attenzione. Anche se ormai è ovviamente troppo tardi.
Il Cattivo: Marjore Gortner interpreta la parte di Jody, un commesso di un drugstore con un passato da militare. Nel momento in cui a Los Angeles scatta la Legge Marziale, smette i panni di comune cittadino per scendere in strada armato di tutto punto. Pazzo e ossessionato da una ragazza, la rapisce, uccide dei teppistelli colpevoli di averlo baggianato per la sua presunta omosessualità e tiene sotto scacco un intero quartiere.
Il piano di salvataggio: Non c’è un vero e proprio piano. Tutti tentano di salvare più persone possibili.
Si avverte il Popolo: Nel momento in cui i calcoli di Walter Russel vengono presi in considerazione, si discute se avvertire o meno la popolazione. Alla fine si sceglie di informare solo il sindaco e di fargli progettare un piano d’evacuazione. Ancora una volta, è drammaticamente troppo tardi.
La Tragedia unisce: Come il genere impone in questi anni, la struttura di Terremoto è quella del racconto corale: tante piccole storie sullo sfondo della tragedia. La storia principale è quella che vede il protagonista Stewart Graff (Charlton Heston) lasciare la moglie, la figlia del suo capo (portata sullo schermo da un’eccezionale Ava Gardner) per la giovanissima Denise (la bella Geneviève Bujold).
L’estremo Sacrificio: Sarà proprio Stewart Graff a sacrificarsi per salvare la consorte.
Happy Ending: Tolto Heston, si salva chi si deve salvare. In più, per rimanere in metafora, ora possiamo ricostruire partendo da zero.
Cosa resterà: La Bujold con fare serafico, dopo un rapporto con Heston, gli dice “Prima, quando abbiamo fatto l’amore… anzi, quando mi hai fatto l’amore, sembravi guidato dalla rabbia…”. Cosa ci vorrà mai dire il saggio? Da notare Walter Matthau (qui accreditato con il suo vero cognome, Matuschanskayasky) nella parte del muto ubriacone del bar, l’unico a rimanere in piedi durante la scossa.
Livello Joe the Plumber (Livello cafonaggine): 8/10. Il vero risultato sarebbe un 6/10, ma c’è da considerare Charlton Heston, il quale da solo eleva il grado di cafonaggine del film a livelli inusitati. Sgradevole come un crampo al polpaccio durante un amplesso, si bulla della sua forma fisica, seduce ragazze di almeno vent’anni più giovani di lui, insulta chiunque, si crede sopra la legge e pensa che tutti aspettino lui per essere salvati. Nel dubbio, si aggira per tutto il film con il suo proto SUV e con la stessa faccia per ben 123 minuti.
THE CORE, JON AMIEL, 2003
La Catastrofe: Che ci crediate o no, The Core ipotizza il blocco del nucleo della Terra, con un consequenziale crollo del campo magnetico. Inutile che si vada per il sottile, ammorbando il lettore con inutili dettagli: qui si parla della distruzione totale del mondo.
Gli indizi che le cose non stanno andando bene: A causa della deformazione del campo magnetico, in quel di Boston, durante il Green Word Day, esattamente alle 10:30 del mattino, muoiono 32 persone dotate di pacemaker. In Inghilterra, come in Giappone e in Australia, gli uccelli sembrano impazzire e si schiantano contro i muri. In generale tutta la strumentazione elettronica del pianeta è in avaria. Questo, per esempio, non aiuta gli aerei di linea, che cadono numerosi. Nel cielo delle città statunitensi, potenti scariche elettrostatiche formano dei fenomeni simili a delle aurore boreali.
La Causa: La causa come si diceva è da attribuire al fatto che il nucleo della Terra ha rallentato fino a fermarsi. E come è possibile? La colpa è ovviamente dell’uomo, nello specifico del Dr. Conrad Zimsky (il bravissimo Stanley Tucci), il quale per conto dell’esercito ha inventato un macchinario che risponde al nome di M.A.D. (in italiano bofonchiano un “Mutua Arma Distruttiva”. Immagino che in originale sia differente) che è un’arma in grado di creare terremoti a distanza. L’arma non solo non funziona, ma ha anche lo spiacevole effetto collaterale di bloccare il nucleo della Terra.
Il Pazzo che predica al vento: Incredibilmente manca.
Il Cattivo: Sempre il Dr. Conrad Zimsky. Non solo è colpa sua se tutto sta andando a puttane, ma il nostro è anche antipatico come un debito. Pronto a sacrificare i suoi compagni d’avventura per salvarsi la pelle, commette in continuazione errori causati da un suo inspiegabile senso di onnipotenza.
Il Piano di salvataggio: Grazie per la domanda. Troppo bello. Viene costruita in pochi giorni una navicella dal simpatico nome di Virgilio. La nave in questione è dotata sul muso di una specie di mega raggio laser che è in grado di bucare tutto quello che gli si para davanti. E con tutto intendiamo veramente tutto. Nel senso che con questa nave i protagonisti – soprannominati i Terranauti – vogliono arrivare al centro della Terra e rilasciare delle testate nucleari che dovrebbero rimettere in moto il nucleo. Ah, il piano prevede anche che poi il Virgilio faccia manovra e torni in superficie. Più o meno 6.360 chilometri ad andare. E 6.360 a tornare.
Si informa il Popolo: Non ci si pensa neanche. Addirittura i militari, che sono a capo dell’intera operazione, arruolano il Ratto (DJ Qualls), l’hacker più forte del mondo, per bloccare qualsiasi tipo di notizia possa far intuire a qualcuno che c’è qualcosa che non va. Gli viene esplicitamente chiesto di hackerare tutta la rete. Avete capito bene: tutto l’internet. Esempio pratico: a causa del collasso del campo magnetico, i venti solari arrivano a toccare la nostra superficie terrestre. Cosa che porta allo scioglimento del Golden Gate di San Franciso. Ecco, il Ratto fa due magheggi sul computer e NESSUNO ne viene a sapere nulla. Straordinario.
La Tragedia unisce: Sul Virgilio nasce una simpatia tra il protagonista, il geologo “fuori dagli schemi” Josh Keyes (Aaron Eckhart) e la coraggiosa pilota Rebecca (Hilary Swank). In generale però non si ricuce nessun rapporto o amicizia precedentemente incrinati.
L’estremo Sacrifico: I Terranauti si sacrificano uno dopo l’altro, tutti per permettere che il piano vada a buon fine. Sarà però proprio il cattivissimo Dr. Zimsky quello a cui viene chiesto lo sforzo finale, che decreterà il successo dell’operazione.
Happy Ending: Be’, il nucleo ricomincia a girare, tutto si sistema e tornano addirittura in due dal terribile viaggio. Meglio di così…
Cosa resterà: Incredibile come si sia stati in grado di costruire un film che tutto sommato regge su una storia che definire risibile è un complimento. Stanley Tucci anche stando fermo immobile è dieci mila volte più bravo di tutti.
Livello Joe the Plumber (Livello cafonaggine): 9/10. Decisamente alto. La pellicola non si risparmia ipocrite sparate ecologiste, ma getta tutto subito alle ortiche in nome del badabum più forte che si possa immaginare. L’esercito ha fatto le sue cazzate, ma alla fine è a lui che dobbiamo dire grazie se siamo ancora vivi. I personaggi positivi sono tutte persone che, nel nome del self-made man, snobbano le convenzioni per approcci personali, “bizzarri” ma ovviamente vincenti.
bellissima rubrica, grande Casanova!
The Core credo sia anche nella top ten dei film con più blooper nella storia del cinema, hanno addirittura inventato un materiale, l’unobtanio, che nega tutte le leggi della fisica, per cercare di coprire i buchi della trama.
Comunque quella che Matuschanskayasky fosse il vero nome di Matthau è una leggenda metropolitana, credo fosse solo un nome buffo con cui ironizzava sulle orgini della sua famiglia.
The Core, che gran film…
il MAD in originale era chimato DESTINI (Deep Earth Seismic Trigger INItiative)
Due parole per le balene della scena finale di The Core però era giusto spenderle…
Nuovo specialone preferito in casa Simo.
Per me difficile da battere, toh guarda: giusto se ne fate uno sugli animaloni assassini, ma di quelli che si vedono allo zoo o nei ristoranti cinesi tipo squali, orsi, coccodrilli o cinghiali, no incroci di laboratorio tipo sharktopus o roba psichedelica tipo Q il Serpente Alato.
E comunque the Core è così oltre da risultare quasi simpatico al ricordo. Ma solo al ricordo. E dopo tanto tempo. Perché mentre sei lì guardarlo ti chiedi se non ci sia un modo migliore di passare il tempo, chessò: pulire la lettiera del gatto.
grazie!
noi adepti di Roland “la fottuta california che scivola nel fottuto oceano” Emmerich vi siamo grati
The Core la risolve troppo facile, scopiazzando da Viaggio al centro della terra. Millemila ore per scendere giù, tra imprevisti di ogni tipo, e un secondo per tornare indietro. Sempre grazie ad una sgombra corsia preferenziale, trovata casualmente, che ti risputa fuori dall’inferno lindo e pinto.
Possibile che dei viaggi avventurosi si racconti solo l’andata? E fammi il sequel che mostra il ritorno no?? :P
tags QUOTE
Bella idea sta rubrica!! Prevedo che Emmerich avrà una LUNGHISSIMA permanenza al suo interno… :-D
Solitamente è un genere che mi interessa pochissimo, ma non vedo l’ora di leggere i pezzi dedicati a grandi classici tipo Deep Impact o Die HardAgeddon..
Mi rendo conto che forse non rientra nel canonico “film di distruzione della terra”, ma anche Sunshine rientra nel menù??
Grande rubrica.
Propongo anche una menzione speciale per l’onnipresente Personaggio Secondario Simpatico che Muore per far Dispiacere allo Spettatore.
In the Core trattasi di un vecchio inventore negro con gli occhialini rotondi, che se non sbaglio si sacrifica eroicamente come Obi Wan Kenobi crepando in un posto caldissimo mentre gli si sciolgono le suole delle scarpe.
Rubricherrima! Ci piace!
The Core è una vaccata pazzeschissima, e vorrei ricordare oltre alle scene che avete già ricordato, la più camp di tutte. Ovviamente ringuarda noi italiani. Roma, gente che gesticola, tutti a urlare davanti ad una partita di calcio nella televisione del Bar Mario e ZIUM tempesta elettromagnetica con fulmini e lampi che si concentrano nel Colosseo. Ma veramente?
“e tratto da un romanzo di Mario Puzo”
Mazza! C’ è anche qui! Già mi sono stupito di averlo visto come autore dello script dei primi due Superman!