E adesso, uno dei classici del Cinema Catastrofico: la scoperta di un grande corpo celeste (meteorite o cometa) destinato a scentrarsi contro il nostro povero pianeta. Morte assicurata e, fattore importante, non causata dall’uomo. Questo tipo di catastrofe viene infatti vista come punizione divina, flagello inviatoci da un dio collerico che ci vuole punire per i nostri peccati. Impossibile non citare il famoso Meteor (Ronald Neame, 1979) – che metteva insieme un cast stellare composto da Sean Connery, Karl Malden, Natalie Wood, Henry Fonda e Martin Landau – ma soprattutto il vecchio Quando i Mondi si Scontrano (Rudolph Maté, 1951). Il nostro interesse, soprattutto a livello produttivo, va però all’accoppiata Armageddon/Deep Impact. 1998: la DreamWorks del triumvirato Spielberg, Katzenberg, Geffen, annuncia di voler ridare linfa vitale al disaster movie e si butta nella produzione di Deep Impact, affidando la regia a Mimi Leder. Immediatamente quel cialtrone di Jerry Bruckheimer chiama Michael Bay e si mette in scia con Armageddon. Risultato: le due pellicole vedono il buio delle sale americane a meno di un mese di distanza l’uno dall’altro. Ma anche se i film hanno evidenti similitudini per quanto riguarda la trama, i trattamenti sono opposti: fracassone e volutamente esagerato Armageddon, serioso e rivolto al glorioso passato del genere Deep Impact.
ARMAGEDDON, MICHAEL BAY, 1998
La Catastrofe: Un enorme meteorite “grande come il Texas” è in rotta di collisione verso il nostro pianeta. Gli scienziati prevedono che l’asteroide dovrebbe cadere nell’Oceano Pacificio, causando l’immediata, totale distruzione del pianeta.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: Ci si rende conto che la situazione sta precipitando nel momento in cui cominciano a piovere piccoli meteoriti: piogge stellari si verificano da Pechino alla Carolina, passando per la Finlandia e New York.
La Causa: Pare che una cometa abbia deviato il corso del meteorite, indirizzandolo verso il nostro povero pianeta.
Il Pazzo che predica al Vento: Ci si permette una piccola variante. Il classico pazzo ha qui una funzione differente: non è colui che avverte del pericolo ma non è ascoltato, bensì quello che ha il “merito” di scoprire il meteorite. Karl, un ex marine paranoico che vive da solo in un camper, avvista il meteorite. Contatta la NASA e informa quelli dall’altra parte del filo che vuole che l’asteroide venga chiamato Dottie, come la sua ex moglie. La frase esatta è: “I want to namer her Dottie, after my wife. She’s a vicious life-sucking bitch from which there’s no escape”
Il Cattivo: Curiosamente manca un villain.
Il Piano di Salvataggio: In prima battuta vengono proposte queste tre soluzioni. 1) Costruire un enorme raggio laser per distruggere il meteorite. Sfortunatamente manca il tempo. 2) Far atterrare uno Shuttle sul corpo celeste per poi imballarlo con dei pannelli solari. Non è esattamente chiaro il motivo di questa mossa, ma non è importante. Il piano non passa a un secondo controllo, diciamo così, “scientifico” e viene abbandonato per non causare ai piloti dell’astronave una morte orribile. 3) Polverizzare Dottie con 150 testate nucleari. Questo piano viene abbandonato perché, certo, il meteorite così si distruggerebbe, ma moriremmo tutti in secondi a causa delle radiazioni. Gli sceneggiatori Jonathan Hensleigh e quel peperino di J.J. Abrams la sparano dunque grossissima. Il loro piano è il seguente: mandare una crew di trivellatori scalmanati ma simpaticoni (tra cui: Steve Buscemi, Owen Wilson, Will Patton, Ken Hudson Campbell e Michael Clarke Duncan) senza nessun tipo di addestramento da astronauti, sul meteorite. Una volta arrivati devono trivellare Dottie e far brillare al suo interno una bomba nucleare in modo da dividerla in due. Va da sé che i due pezzi dovrebbero allontanarsi e non entrare in collisione con la Terra.
Si Informa il Popolo: Il povero popolo bove viene informato quasi subito dell’imminente tragedia. La prende sportivamente e tifa forte per quei buzzurri dei trivellatori.
La Tragedia unisce: Il povero Harry Stamper (Bruce Willis), burbero dal cuore d’oro, si riavvicina alla figlia (Liv Tyler) e a quello che gliela scopa, ovvero il suo sottoposto A.J. (Ben Affleck). La famiglia prima di tutto e, mentre in sottofondo passa Don’t Wanna Miss a Thing degli Aereosmith a un volume da crepa nel cervello, tutti prima si guardano con diffidenza per poi capire che è bello stare insieme e volersi bene, soprattutto se siamo tanto diversi, ma sotto sotto simili.
L’Estremo Sacrificio: Sarà proprio il povero Bruce a pagare con la vita per la nostra salvezza. Quando il tempo stringe, resta da solo su Dottie per far esplodere la testate.
Happy Ending: C’è da fare i conti con la morte del protagonista, ma visto che questa è intuibile dopo 15 minuti di film, tutto sommato possiamo dirci felici al giungere della conclusione. La Terra è salva (certo qualche popolo esotico ha perso un po’ di abitanti, ma who cares?), chi si doveva amare si ama, chi doveva stringere virili amicizie ha stretto. Tutto a posto.
Cosa resterà: L’entrata in scena di Bruce Willis che, in barba al political correct, da una piattaforma petrolifera cerca di colpire con delle pallinate da golf dei manifestanti di Greenpeace.
Joe the Plumber (Livello Cafonaggine): 10/10. Tutto urla fortissimo IU ESS EI, IU ESS EI!. Per il lol: i due razzi con cui i trivellatori raggiungono il meteorite si chiamano Freedom e Indipendence.
DEEP IMPACT, MIMI LEDER, 1998
La Catastrofe: Un’enorme cometa grande con la città di New York, dal peso approssimativo di 500 miliardi di tonnellate (“È più grande dell’Everest!”), è destinata a colpire il pianeta. Le conseguenze sono le stesse del film precedente: Pianeta. Distrutto.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: Non ci sono eventi catastrofici che annunciano l’imminente fine. Semplicemente accade che l’insopportabile adolescente Leo Biederman (Elijah Wood) passi le sue serate in compagnia di ragazzini diversamente cool a guardare la volta celeste. La scusa è quella di stare vicino a quella che gli piace (una Leelee Sobieski barely legal) ma, visto che il nostro adolescente porta rogna, mette gli occhi su uno strano corpo celeste. Frodo manda foto e dati al professor Marcus Wolf, uno che ha il volto di Charles Martin Smith, caratterista e regista di perle come Air Bud, un film in cui dei cani simpatici giocano a basket. Il professore capisce subito che la cometa è più grande dell’Everest e che è destinata a farci morire tutti.
La Causa: Non esiste una vera e propria causa. Semplicemente la cometa si trova in rotta di collisione con la Terra.
Il Pazzo che predica al Vento: La figura del pazzo saggio che non viene ascoltato dalle autorità competenti non c’è, ma ne possiamo cogliere alcuni tratti nel professor Wolf. Una volta realizzato che la cometa ci ucciderà tutti, l’uomo si scapicolla in macchina per avvertire la NASA. Sfortunatamente quest’uomo con la verità in tasca si schianterà contro un camion perendo all’istante. Con lui muoiono anche le informazioni che ci avrebbero potuto salvare.
Il Cattivo: Anche in questo caso manca un villain.
Il Piano di Salvataggio: Gli Stati Uniti si alleano con la Russia e costruiscono immediatamente un razzo – chiamato Messia – con cui raggiungere la cometa, che si vuole poi far deflagrare con otto ordigni nucleari. Sfortunatamente però questo primo piano risulta inefficace. Anzi, quasi peggiora la situazione. La cometa si divide in due meteoriti – uno molto grosso e uno piccolo – che mirano decisi verso di noi. Fail. Per cui, in attesa dell’inevitabile impatto con la cometa piccola, si aspetta che quella grossa sia il più vicino possibile alla Terra per poi bombardarla con dei razzi Titan. Quando anche questo piano fallisce ci si prepara al peggio, ma il genere impone un happy ending. Di cui vi parleremo più sotto. Nel frattempo però nel Missouri viene scavato un intricatissimo sistema di gallerie sotterranee e che saranno attrezzate per permettere a un milione di persone – tutte sotto i 50 anni – di vivere sottoterra fino a quando la superficie terrestre ritorni abitabile. 800.000 vengono selezionate a caso. Le restanti 200.000 sono invece persone che il governo degli Stati Uniti ha reputato indispensabili. Non solo politici e ricconi, ma anche artisti, scienziati, filosofi e quel rompicoglioni di Elijah Wood.
Si informa il Popolo: Problema cruciale. La pellicola inizialmente sembra un thriller complottistico del 1974. Jenny, una giornalista interpretata da Téa Leoni, indaga su uno scandalo sessuale legato al mondo politico. Per caso mette gli occhi su un nome sospetto: Ele. Ma Ele non è il nome di una massaggiatrice, ma un acronimo che sta per Extinction Level Event. Insomma, sta per succedere il patatrac e per ora ne sono a conoscenza solo i domiciliati alla Casa Bianca. Ma visto che la stampa si intromette, bisogna vuotare il sacco. Sarà proprio il Presidente degli Stati Uniti (il saggissimo Morgan Freeman) a informare la popolazione. La gente la prende con una certa sportività.
La Tragedia unisce: L’unione che si cementa proprio grazie alla tragedia è quella tra Elijah e la sua fidanzatina Sarah. I due, giovani e innamorati, rappresentano il futuro dell’umanità. Se non fosse chiaro il concetto, i genitori di lei – due vecchi che giustamente non vengono accettati nelle gallerie del Missouri perché VECCHI – affidano loro il fratellino in fasce della Sobieski. Così i due hanno già prole, senza manco aver consumato. Nemmeno in Seventh Heaven.
L’Estremo Sacrificio: Anche in questo caso le similitudini con Armageddon si fanno palesi. Se in quel caso era Stamper/Willis a morire per salvarci, qui è tutto l’equipaggio del Messia che, su invito del vecchio e saggio comandante Spurgeon Tanner (il grandissimo Robert Duvall), muore per causare l’ultima esplosione, quella che ci salverà da morte certa.
Happy Ending: Anche se sono in milioni a lasciarci la pelle a causa dell’impatto della cometa più piccola (tra le altre cose si forma un’onda di più di 400 metri d’altezza che spazza via gran parte delle coste dell’Atlantico) molti altri si salvano. Le ultime inquadrature, che alternano vedute di vallate alla ricostruzione della Casa Bianca, fanno ovviamente sperare per il meglio.
Cosa resterà: La sequenza in cui la grandissima Vanessa Redgrave si veste a festa per poi suicidarsi, è bellissima. Se lo scopo del film della Leder era quello di omaggiare i migliori disaster movie degli anni ’70, be’ qui ci riesce alla grande. Ottimi anche gli imbarazzati discorsi del Presidente che comunica i continui fallimenti dei loro piani.
Joe the Plumber (livello cafonaggine): 6/10. Il sapore retrò della pellicola la differenzia da quello spot repubblicano che è Armageddon.
Splendida come al solito la rubrica.
Inutile dire che, se per sbaglio mi imbatto in Armageddon già iniziato e decido di aspettare la scena successiva, finisco per vederlo tutto. Versando anche una lacrimuccia quando alla fine il generale vede Liv e le fa: “posso stringere la mano alla figlia dell’uomo più coraggioso che conosco?”. KABOOOOM!!!
Cobra salvaci tu
Io alla voce “La catastrofe” avrei messo “Ben Affleck”, per il resto concordo su tutto.
Di “Armageddon” ricordo che mi fece ridere la scena in cui i trivellatori fanno le loro richieste al Governo, in cambio della missione semi-suicida sull’asteroide, e il buon Bruce domanda educatamente se possono dirgli chi ha effettivamente ucciso Kennedy. LOL.
Buzzurro, fracassone e GOP nel midollo, come ogni buon action movie dovrebbe essere, tutto sommato ho un buon ricordo di “Armageddon”. Sarei tentato di insultare anch’io Ben Affleck, ma devo ammettere che lo sto pesantemente rivalutando da quando si cimenta dietro la macchina da presa, per cui mi astengo.
“Deep Impact” all’epoca venne etichettato da qualcuno come “fantascienza umanistica”, onestamente mi annoiò un pochetto.
deep impact se non erro è anche quello che ha lanciato morgan freeman come saggio-capo-di-tutto
Il vero happy ending di Arcamaddon è che gli eroici trivellatori “non dovranno più pagare le tasse. Mai più.”
Quanto li invidio per aver strappato un patto del genere al governo…
Ricordo che avevo ancora il ciuccio in bocca quando andai a vederli.
Pur non capendoci ancora un cazzo di nulla, e ovviamente ignorando chi fosse Michael Bay, dissi di Armageddon: “Cazzo papà ma sembra tutto girato come uno spot della Nike…”.
Su Deep Impact invece, anche lì in tempi non sospetti, le cose che più mi colpirono furono l’orecchino del presidente usa (più che il colore della pelle) e quel ragazzino protagonista che mi stava assolutamente sui coglioni.
E dato che, giustamente, non avevo idea de “Il sapore retrò della pellicola la differenzia da quello spot repubblicano che è Armageddon”, vincevano a mani basse Bruce Willis e gli Aerosmith. :D
a me il finale tragico mette tristezza e angoscia, il cinema lo vedo come intrattenimento prima di tutto e tranne se nn abbia volutamente voglia di deprimermi, ben vengano dieci visioni annue di armageddon che una unica di deep impact.
Dei due chiaramente preferisco IU ESS EI, IU ESS EI, IU ESS EI!!!!!111
@puffo quattrocchi: AMEN! concordo con lui.
Armageddon ha un livello di cafonaggine che secondo me merita l’11/10… Micheal Dunkan Clarke che scappa in harley inseguito da mezzo corpo di polizia..
La cosa buffa è che gli spot della Nike e le opere di Rodriguez in genere le marchiate con l’infamia della eiaculazione precoce, cioè non va oltre i 5 min del corto. Invece Bay è un genio che regge bene la lunga durata e fa film molto di migliori. Sempre se ho capito bene… anche se nel mio piccolo stento a credere che si possa fare anche la minima critica a Rodrigouez adorando la paccottiglia cialtrona di Michael Bay.
Ridimensionando i vari “genio” e “molto” da te aggiunti hai capito benissimo, sono normali discorsi di differenza tra promesse e risultato.
Non saprei come spiegarlo: Michael Bay sa di essere un cialtrone e tutto sommato non vuole esser preso per nulla di diverso, mentre Rodriguez ha sempre quell’aria di chi strizza l’occhietto allo spettatore e gli sussurra “Dai, lo sappiamo entrambi che sto solo giocando, che sto citando qua e là…faccio il buzzurro, ma in realtà ne so a pacchi”.
Ecco, a me RR dà quell’impressione un po’ fastidiosetta. Naturalmente, se guardo al pacchetto completo, per me Rodriguez batte Bay 12-0 con gol del portiere su rinvio dal fondo, intendiamoci.
Beh poi contando che Bay è partito girando soft-core e videoclip di Meat Loaf, capisci che non può sbagliare.
@Pau
invece lo ha spiegato molto bene. Specie la parte del 12-0
Di Armageddon mi è rimasta impressa la scena in cui, al momento della partenza dei trivellatori, Ben Affleck limona con Liv Tyler prendendola in braccio e lei gli intreccia le gambe intorno al culo, il tutto sotto gli occhi del padre di lei, e per di più con gli altri che dicono “dai Dio Cristo che dobbiamo partire, la morte mica aspetta i nostri comodi” e insomma mi sono piegata dal ridere. Il resto è noia, IMO.