Cari amici… dai su, non ho bisogno di fare un’intro, sapevate che prima o poi sarebbe successo. Un grazie infinito alla nostra inviata da Los Angeles Lady Olivier, autrice del pezzo, e al disponibilissimo Paul Bales, socio dell’Asylum e penna del loro blog ufficiale.
A voi il pezzo (anche in lussuosa english version):
—
Asylum: dove genio, marketing e follia trovano rifugio
Asylum: termine dai mille significati in lingua inglese, luogo di rifugio nell’antica Grecia o asilo politico, nella più attuale accezione del termine, fino al mio preferito, sinonimo dei vecchi ospedali psichiatrici, nei quali si udivano le urla di vera o presunta follia; tutti questi significati, però, diventano uno solo quando Asylum si riferisce a uno studio cinematografico creativo e di successo con base nella mecca del cinema, Los Angeles. Questa realtà artistica losangelina, dal giorno della sua nascita, ha continuato a crescere non sono in termini di dimensioni, ma anche di budget e fandom; non fatevi influenzare dall’atmosfera e dalle dimensioni poco hollywoodiane, perché il progetto Asylum è molto più ambizioso di quel che si creda e, lavorare con loro come scrittore, è difficile tanto quanto provare a far avere il vostro copione nelle mani di Mr. Tarantino: “Per quanto riguarda la tipologia di film che realizziamo e per il procedimento di realizzazione, lavoriamo esattamente come il mercato dei grandi Studio di Hollywood – spiega il produttore, registra e sceneggiatore Paul Bales – vogliamo essere sicuri che ogni film sia un successo e cerchiamo di orientare ogni progetto verso la richiesta del mercato. Per quanto riguarda i giovani scrittori, invece, l’unico motivo per il quale è così difficile lavorare per noi, è che, essendo così specifici in quello che facciamo, è molto difficile per un “esterno” comprendere esattamente ciò che un buyer ci richiede; nonostante l’idea possa essere geniale, come un copione da Oscar, c’è il rischio che quel capolavoro non rientri nelle categorie che i buyer vogliono da noi. Ovviamente corriamo dei rischi ogni tanto, fa parte della sfida creativa del campo cinematografico e artistico, per esempio un rischio è stato realizzare il western 6 Guns; sapevamo molto bene che non avrebbe avuto successo a livello internazionale, quindi lo abbiamo realizzato sapendo che gli unici profitti sarebbero arrivati dal mercato USA, che non si stanca mai del genere e, in quell’occasione, è stato comunque un successo. Ogni rischio che corriamo è ben calcolato ma questo avviene in ogni business che si rispetti, non solo in quello cinematografico.”
Con il passare degli anni, il budget della casa di produzione è notevolmente aumentato: “Vero, ma onestamente non aspiro ad avvicinarmi agli standard hollywoodiani; quando Asylum ha iniziato l’attività, ci occupavamo principalmente di film horror, che sono piuttosto economici; il pubblico che ama quel genere non ha interesse per il cast, non gli importa di chi è la testa che viene sanguinosamente tagliata, l’importante è che ci siano teste tagliate – commenta sorridendo; poi abbiamo iniziato a lavorare con i film d’azione e, di conseguenza, con effetti speciali e un pubblico che, invece, è interessato eccome al cast, due fattori piuttosto dispendiosi. Nonostante questa evoluzione, però, cerchiamo sempre di rimanere nella categoria low-budget e il nostro progetto più caro è stato un film da 2 milioni di dollari; più manteniamo ristretto il circolo, maggiore è il controllo che possiamo avere sulle nostre creazioni e questo è un fattore fondamentale della filosofia Asylum.” Forse è proprio questo che assicura il successo di Asylum nel mondo, con milioni di fan in Italia, Regno Unito, Francia, Spagna e, ovviamente, Stati Unito. Internet ha sempre di più un forte impatto sul successo di una compagnia: “Sì, ma come scrittore ho sentimenti contrastanti in merito perché ti assicuro che ogni tanto fa male al cuore leggere le recensioni di alcuni dei nostri film – sorride – e questo perché internet è sinonimo di libertà assoluta; non si è costretti a mettere nome e cognome alla fine di un commento su IMDb e ci si prende spesso la libertà di dire cose che nella realtà non si oserebbe neanche pensare.” Asylum è divenuta celebre per i titoli dei suoi film, che spesso riprendono molto da vicino le produzioni dei grandi studi hollywoodiani: “Sì, è vero, questo è il motivo per cui i nostri lavori sono soprannominati mockbuster, li definiscono copia, plagio, beffa, ma in realtà io credo fermamente che il pubblico sia intelligente abbastanza da riconoscere la differenza tra il titolo ‘Transmorphers’ e l’originale ‘Transformers’; alcuni possono essere confusi dalla somiglianza ma onestamente ritengo che un fan di film di robot, solo per fare un esempio, se ne freghi abbastanza della provenienza della pellicola, ne guarda più di uno perché è un appassionato.” Oltre ai film horror, alle commedie sexy e a un’interessante analisi della controversia politica dell’11 settembre con il film ‘The 9/11 Commission Report’, Asylum ha anche prodotto e realizzato diversi film con tematiche religiose: “Per anni abbiamo avuto un grande successo nel mercato cristiano, The Apocalypse, per esempio, è stato uno dei nostri hit, quindi ne abbiamo realizzati altri, fino a quando abbiamo deciso, su suggerimento di un buyer, di portare sullo schermo la versione cristiana del celebre film teen High School Musical, con Sunday School Musical (la scuola religiosa della domenica che corrisponde al nostro catechismo); sebbene il film rimanga, a oggi, uno tra i miei preferiti, non ha avuto il successo che ci aspettavamo. Il mercato cristiano è molto specifico e conservativo, bisogna stare attenti ai dettagli più del solito per non offendere la sensibilità e il credo della comunità religiosa, quindi abbiamo deciso di iniziare a produrre film per bambini, i classici film-intrattenimento per tutta la famiglia, come ‘Princess and the Pony’ che sono, sì diretti anche al mercato cristiano, ma non affrontano temi religiosi specifici e, fino a ora, il genere è stato un successo.” Il nuovo progetto in fase di post-produzione, la cui uscita è prevista il 28 giugno in USA e un paio di mesi dopo in Europa, per via del doppiaggio, è 2012: Ice Age: “Ice Age è un film d’azione sulla fine del mondo e credo che sarà l’ultimo in produzione sul tema 2012; il nostro pubblico ama questo genere e questo racconta il brivido di un’eruzione vulcanica in Islanda, che causerà il distacco di un ghiacciaio scagliato contro il nord America. Se si notano molti numeri nei nostri titoli, non vuol dire che siamo ossessionati con la matematica, ma c’è un calcolo molto più elaborato dietro: i film compaiono in ordine alfabetico nelle videoteche o su internet, quando li si noleggia e i numeri vengono sempre prima. Negli anni abbiamo notato un aumento delle vendite di tutte le nostre pellicole che cominciavano con un numero nel titolo e quindi abbiamo continuato a sfruttare questa idea; I nostri maggiori successi? 2012: Supernova, 2012: Doomsday, 18 Year Old Virgin, 2010 Moby Dick, 666: The Beast…numeri…ecco il segreto del nostro successo – commenta sorridendo.”
Con mia immensa sorpresa, questa compagnia è un’isola ricca di tesori; esplora temi vasti in modo originale e intelligente, non compete con Hollywood e fonde insieme passato presente e futuro: l’Asylum tiene d’occhio le nuove tecnologie video come Netflix, crea un ambiente lavorativo divertente, positivo ed elegantemente leggero e, al tempo stesso, utilizza il buon vecchio concetto della customizzazione, la creazione di un prodotto su misura per il cliente specifico e per i fan che amano il film nonostante non abbia lo stato dell’arte degli effetti speciali in stile Avatar. Forse è vero, la California è la terra dei sogni…o forse questo è solo un asilo in cui cresce la creatività più folle.
ho da poco acquistato per sbaglio Battle of Los Angeles e me ne sono accorto dopo 45 min.
Campionissimi! ‘Zpect
<3 <3 <3
Sunday School Musical. LO VOGLIO. a tutti i costi.
That’s giornalismo!
@vinx: no no e’ quello giusto, hai preso quello della Asylum :)
cioè, ma veramente veramente? chiedere a uno degli artisti della pernacchia ascellare della corrida: cosa pensa di comunicare con la sua arte al pubblico? avrebbe più senso di questa intervista.
@Nanni: sìsì infatti ma io volevo prendere Battle Los Angeles, mi sono infilato come un tonno nel loro miglior trucco…e mi è piaciuto! :D
grandi…sopravvivono fregando i superficialoni e ignorantoni che vedono il cinema come solo uno dei tanti passatempi…continuate così!!!
P.S.
ma da me non avrete un centesimo annerito…
@vinx: tra l’altro a proposito del tuo “errore” ti segnalo il loro spettacolare post di ieri:
http://www.theasylum.cc/blog/2011/03/a-truly-original-post/
Quoto:
“As with all of our Mockbusters, we’re getting a lot of shit on the message boards about BATTLE OF LOS ANGELES. No surprise. What I don’t understand is why no one is criticizing “Battle: Los Angeles.” There were two alien invasion movies released in theatres this year. Does Sony get a pass because theirs is more successful? Or is it because they didn’t call it “Skylight?””
ah,ma skyline non era dell’asylum…?
@past: dai, su, si vedeva che a parte gli effetti speciali era peggio di qualsiasi cosa mai fatta dalla Asylum ;)
HAHAHA “Skylight” vince tutto l’internetz! Bad mooove Strause bros
Vorrei infatti segnalare al buon Bales che quanto detto nell’intervista (“ma in realtà io credo fermamente che il pubblico sia intelligente abbastanza da riconoscere la differenza tra il titolo ‘Transmorphers’ e l’originale ‘Transformers’”) porta in sè qualcosa di contraddittorio.
Io comunque parteggio per il Team Asylum a prescindere
@Past&Fasul: il cinema non è anche un passatempo? Se mi fa fare un paio di risate grasse farcite di TROLOLLO per me è OK.
Da ignorantone e facilone che sono sto soppalcando casa per ospitare l’ordine che ho appena fatto di tutti i capolavori Asylum.
Li guarderò tirando ganci al pungibòl che ho montato nel lavello.
Ho anche barattato la mia pipa a bolle con il BD di SKYLINE (best porno ever, ribadisco).
Attendendo il prossimo Tranzphormerz 3, redneckemente tuo ;)
@vinx: comunque ti avviso che se su queste pagine comparira’ la rece di Battle of Los Angeles la colpa sara’ quasi tutta tua.
Tua, e di questa foto:
http://cdn.screenrant.com/wp-content/uploads/battle-of-los-angeles-nia-peeples.jpg
@Nanni: quel look del, uhm, CGI appositamente anni ’80 dei missilotti che tornano indietro, quei colori sbrilluccicosi da nave stellare indiana, quel temporeggiare della camera sugli sguardi di stupore del baffo e tutta la sequenza del pilota cacasotto hanno lasciato un segno indelebile nel mio cuore.
and c00l girls dont look at the explosionz <3__<3
@vinx:
a me questo trash fatto con la consapevolezza di essere tale annoia da morire…apprezzo invece quello involontario,infatti skyline è diventato per me uno stra-scult.;)
“un’eruzione vulcanica in Islanda, che causerà il distacco di un ghiacciaio scagliato contro il nord America”
wait… WHAT???
@past: sorry, ma mi dai l’idea di aver letto le definizioni al contrario… Skyline e’ pura pigrizia, che e’ appena mezzo gradino sopra al trash consapevole in quanto a inutilita’, noia e fastidio. La Asylum invece, se ti venisse mai voglia di disturbarti a guardare un loro film o anche a leggere quello che dice Paul qua sopra, non fa trash. Fa semplicemente film normali con i mezzi che ha. Puntano al pubblico dei Transformers che si confonde e/o vuole solo vedere un altro film coi robot, non a quelli che vogliono farsi due risate urlando Fuckin’ Birdemic. E lo fanno sapendo che un film che costa $800.000 non assomigliera’ mai ad Avatar. Ci sta che i loro film non ti piacciano, ci mancherebbe, ma buttarli nel mucchio del “trash consapevole” e’ come affermare che non esiste una via di mezzo tra 2001 Odissea nello Spazio e Balle Spaziali…
@ Emiliano: ho Sunday School Musical qui a casa, appena lo vedo ti racconto :-)
p.s. per chi non condivide: ovvio che non parliamo di film da Oscar, di Sundance ecc…ma dal punto di vista del marketing i signori sanno il fatto loro. Fanno film che hanno già venduto e ne vendono, parecchi. Io non amo il genere per esempio, ma ammiro moltissimo il modello business che hanno e che, ribadisco, NON E’ ASSOLUTAMENTE DIVERSO DA QUELLO CHE STA FACENDO OGGI HOLLYWOOD. PRODUCE FILM CHE SA GIA’ DI AVER VENDUTO, L’UNICA DIFFERENZA E’ CHE HA PIù SOLDI. Hollywood non rischia più, almeno non come una volta e almeno non adesso. Niente di diverso da quello che fanno all’Asylum con un budget ridotto.
@nanni
sei troppo di parte…;)
@past: mi stai forse dando del bugiardo/disonesto?
Scherzo, non ce l’ho per forza con te, il mio commento e’ li’ piu’ che altro per essere copiaincollato ogni volta che immancabilmente tornera’ fuori il discorso ;)