Pochi registi al mondo hanno dimostrato una passione per i disastri grande come quella di Roland Emmerich. Ci sembra quindi giusto e molto bello omaggiarlo con un’intera puntata del nostro specialone a lui dedicata. Perché all’eroe teutonico con il coraggio di insultare quella noia umana di Wim Wenders, piace sentire il rumore delle esplosioni. A Roland piace spaccare tutto. Regista con le idee chiarissime, nell’arco della sua carriera a sfornato bombette del calibro di Moon 44, I Nuovi Eroi, Independence Day e Godzilla. E ha anche messo la sua firma su due disaster movie piuttosto definitivi: The Day After Tomorrow e 2012.
L’ALBA DEL GIORNO DOPO, ROLAND EMMERICH, 2004
di Nanni Cobretti
La Catastrofe: il global warming! L’America del Nord entra in una nuova Era Glaciale. In più, ci sono lupi in CGI più brutti di quelli di Twilight.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: Vediamo un po’: 1) in Antartica si apre un crepaccio spropositato che non si riesce nemmeno a vedere dove inizia e dove finisce; 2) in Giappone grandinano cubetti grossi come noci di cocco; 3) a New York, l’intera popolazione di volatili si sposta in massa verso sud; 4) su Los Angeles si abbattono tipo diciotto tornadi contemporaneamente.
La Causa: è colpa tua. Sì, proprio tu che stai leggendo. Sei andato/a in bagno lasciando accesa la luce della camera. Negalo se hai il coraggio.
Il Pazzo che predica al Vento: Dennis Quaid! Anche se a dirla tutta non è più pazzo come una volta. Vi ricordate il Dennis Quaid di Il mio nemico? Quello di Salto nel buio? Quello che, quando ai tempi di Great Balls of Fire Jerry Lee Lewis dichiarò “Bah, non sa suonare il piano come Jerry Lee Lewis”, rispose “E lui non sa recitare come Dennis Quaid”? Altra epoca. Quel pazzo se n’è andato, depresso dal divorzio con Meg Ryan (…) e da altre cose di cui non voglio nemmeno disturbarmi a leggere Wikipedia. Al suo posto c’è il più classico, rilassato e intristito degli All American Heroes. E la pazzia se l’è tenuta tutta il fratello. Ma sto divagando: Dennis Quaid fa l’esperto di bazze metereologiche che va in para dura al primo indizio ma commette l’errore di sottostimare le tempistiche, perdendo l’appoggio del Governo.
Il Cattivo: il Governo degli Stati Uniti d’America! Ma mica il Presidente. Il Presidente non si tocca. Soprattutto se interpretato da Cody Allen di Riptide. E poi non è un film di Emmerich se non viene pronunciata la frase “I’m sorry Mr. President, we cannot wait any longer”. Il cattivo è quindi il Vice-Presidente. Il suo mestiere è bullarsi dicendo cose tipo “Bah! Stronzate!” o “Giammai! Costa troppo!” o “Sei solo un pazzo che predica al vento!”. E poi pentirsi vergognosamente quando le cose vanno davvero male, mentre tutti gli altri lo fissano severi.
Si informa il Popolo: c’è poco da informare, si congela tutta l’America e gli Americani sono capaci di accorgersene da soli. Ogni tanto viene comunque mostrato qualche servizio del telegiornale, allo scopo principale di tirare qualche buffa frecciatina tipo i deficienti che si fermano a fare le foto in mezzo al tornado o, in una delle scene più geniali dell’intera Storia del Cinema, l’orda di americani che si ammassano per emigrare clandestinamente in Messico.
Il Piano di Salvataggio: i nostri protagonisti sono un clamoroso gruppo di secchioni in gita a New York per partecipare al decathlon scolastico. Già questa cosa in sè è bellissima, anche se Roland Emmerich non ha la minima idea di cosa sia e come sia fatto un secchione per cui ne fa interpretare uno a Prince of Persia, un’altra all’amante del Fantasma dell’Opera, e un altro ancora a una comparsa di Harry Potter. E visto che la secchioneria non è molto cinematografica di per sè, li infila in un assurdo triangolo sentimentale alla Dawson’s Creek con dialoghi tipo “Hai fatto un ottimo primo round” “Anche tu… mi piace la tua scuola” “Vuoi che ti accompagno a mostrartela?”. Esatto: “ti faccio fare il giro della scuola” come equivalente nerd di “ti faccio fare un giro sulla mia Porsche”. Comunque: essendo secchioni, il loro piano è rifugiarsi in biblioteca. E la mossa paga, perché hanno a disposizione un sacco di libri per a) imparare cose importanti che possono servire sul momento, b) passarsi il tempo e c) avere carta in abbondanza con cui alimentare un falò (ma non prima di una sanguinosa battaglia tra intellettuali della domenica su cosa bruciare e cosa conservare). Il piano di Dennis Quaid invece è prendersi su e andare a piedi da Philadelphia a New York a recuperare suo figlio Prince of Persia. E il piano degli altri americani è emigrare clandestinamente in Messico. E, nei simpatici intermezzi, il piano di Scrat è recuperare la ghianda.
La Tragedia unisce: Prince of Persia e la ragazza che gli piace si tengono per mano… uuuuuuh…
L’Estremo Sacrificio: lo compie “Frank”, interpretato da Jay O. Sanders. Mi preme sottolinearlo perché vedete, Jay O. Sanders era anche colui che interpretava “Steve”, il cagacazzo padre di famiglia di Daylight – Trappola nel tunnel, quello che criticava tutto e tutti e poi quando c’erano da fare le cose non le voleva fare. Alla fine di Daylight si rendeva colpevole di un atto di vigliaccheria estrema, salvando se stesso e la sua famiglia ma lasciando nella merda Sylvester Stallone e quell’altra tipa là, la scrittrice isterica. E ne usciva impunito. Jay O. Sanders ha vissuto ben otto interi anni con questo enorme peso sulla coscienza, finché finalmente Roland Emmerich non gli ha dato un’altra occasione. Stavolta Jay si è fatto trovare prontissimo. Innanzitutto non caga il cazzo a nessuno. Secondo di tutto, durante la spedizione per salvare il figlio secchione di Dennis Quaid, a un certo punto inciampa in una vetrata rotta e rischia di cadere da svariati metri di altezza trascinandosi dietro tutta la squadra: qui il nostro Jay non batte ciglio, capisce al volo che finalmente il destino ha chiuso il cerchio e, con il tipico sorriso dell’uomo finalmente in pace con se stesso, taglia la corda che lo lega agli altri e si lascia precipitare nel vuoto. Missione compiuta, Jay, ti attende il Paradiso. Ah, e muore anche il Presidente perché alla fine ha aspettato troppo.
Happy Ending: Dennis Quaid ritrova Prince of Persia: lui e i suoi amicici secchioni sono praticamente gli unici sopravvissuti a New York. Mi sovviene ora che anche Prince of Persia nel corso del film ha modo di esercitare la professione (evidentemente ereditaria) di pazzo che predica al vento, quando dice a tutti gli altri rifugiati in biblioteca che fuori fa troppo freddo e si sta meglio dentro ma quelli escono lo stesso e muoiono. Comunque, in uno dei finali più belli di tutti i tempi, l’ex Vice-Presidente cattivo ora Presidente pentito/buono va in onda a reti unificate dall’Africa per ammettere pubblicamente che si è sbagliato, e per raccontare questo buffo paradosso per cui ora tutti gli americani sono ospiti dei paesi che erano soliti considerare Terzo Mondo i quali, invece di lasciarli alla porta Rotolando sul Pavimento dal Ridere mentre li indicano col dito, li hanno accolti a braccia aperte. Che grande lezione di umiltà.
Cosa resterà: ogni volta che esce un nuovo Emmerich io cambio il wallpaper del mio computer e metto in rotazione quelli ufficiali del film. Che meraviglia. A questo poi ci sono particolarmente affezionato: uscì in un periodo in cui i disaster movie erano abbondantemente passati di moda, per cui il nostro ne approfittò per infilare più frecciatine irriverenti del solito, di quelle di cui solo un ricco vergognoso immigrato ipocrita sarebbe capace. Ma niente giudizi su Roland: sono scene che mi fanno sempre molto ridere e non ho nulla da ridire. E in più gli eroi sono i componenti della squadra di decathlon scolastico! Che si salvano perché sono secchioni e si chiudono in biblioteca conservando i libri giusti! Per il resto è il classico Emmerich: panoramiche della stramadonna, aderenza – no, non aderenza, AMORE per gli stereotipi più classici dell’Universo, la solita pessima idea con cui far passare una manciata di minuti morti (i sopracitati lupi in CGI) ma scene distruttive che meglio di lui non c’è nessuno. Mi piace anche ricordare la scena dove il gelo insegue i protagonisti. No, non il ghiaccio tipo pezzi di ghiaccio: il gelo. Nel senso che le cose si congelano dietro ai protagonisti che scappano e che si salvano chiudendogli la porta in faccia. Magico Roland.
Joe the Plumber (livello cafonaggine): 8/10. I protagonisti insoliti, le frecciatine, il Governo cattivo… siamo sempre a livelli belli alti, ma è forse il film meno cafone di Emmerich. Che è un po’ come dire “è il cappello più sobrio di Elton John”, ma oh.
P.S.: LO SAPEVATE che l’immagine che potete vedere in cima a (quasi) tutti i nostri post dello Speciale Disaster Movie è tratta proprio da questo film? Figata.
2012, ROLAND EMMERICH, 2009
di Casanova Wong Kar-Wai
La Catastrofe: Be’, come dire. Niente, non c’è un modo carino per dirlo. Si spacca tutto. Finisce il mondo. Ciao, ciao.
Gli Indizi che le cose non stanno andando bene: Quando i laghi dove vuoi portare i tuoi figli a fare una scampagnata si prosciugano, quando un po’ ovunque si formano crepe grosse come canyon, quando si verificano le più grandi eruzioni solari mai registrate prima, non è un buon segno.
La Causa: Be’, ma la guardate la televisione, no? Avete visto qualche puntata di quelle robe simil-scientifiche allarmistiche con gli effetti speciali brutti, no? Avete sfogliato un giornalaccio a casa di vostra nonna? È una profezia Maya. Succede ogni 640.000 anni. Funziona così: tutti i pianeti si allineano e poi succede il patatrac. Tutti morti. In realtà il film di Emmerich tenta di dare anche una spiegazione scientifica, che qui siamo mica dal barbiere. Viene nominato Charles Hapgood, storico statunitense scomparso nel 1982, che nel 1958 pubblicò un libro seminale intitolato The Earth Shifting Crust. Il libro, arricchito da una prefazione a firma Albert Einstein, parla del Dislocazione della Crosta Terrestre. Secondo la teoria di Hapgood, gli assi terrestri hanno subito numerosi cambiamenti durante le diverse ere geologiche. In altre parole: secondo lui un tempo i poli non erano lì dove li sappiamo essere noi. Questa teoria, rifiutata dai geologi ortodossi, ha come conseguenza che quando gli assi si spostano troppo, noi moriamo molto male. Anche perché la dislocazione della crosta terrestre genera degli tsunami che quelli che abbiamo visto fino ad ora sono un po’ come le onde finte della piscina dell’Aquafan di Riccione. Ma non finisce qui. Le già citate eruzioni solari producono un numero eccessivo di neutrini che provocano un eccessivo riscaldamento del centro della Terra. I neutrini si trasformano in una nuova specie di particella nucleare che agisce come un forno microonde sul nucleo del nostro povero pianeta. In parole povere, lo scioglie. Per cui, ricapitolando: profezia Maya, allineamento dei pianeti, spostamento degli assi, nucleo sciolto. Per non farci mancare nulla.
Il Pazzo che predica al Vento: Charlie Frost (Woody Harrelson) è un povero pazzo fricchettone complottista che vive in un camper da cui trasmette con una radio pirata le sue verità al mondo intero. Ovviamente nessuno se l’è mai filato. Charlie sa tutto: Roswell, J.F.K., Marylin. Qualsiasi mistero o fatto bizzarro della nostra storia recente è custodito nel suo squallido camper. Charlie parla, spiega, argomenta, ma nessuno lo prende sul serio. Neanche il protagonista Jackson Curtis, quel babbeo di John Cusack.
Il Cattivo: Charles Anheuser (Olivier Platt), il capo dello staff presidenziale ha solo in mente di salvarsi il culo. Non gliene frega niente della simpatica popolazione umana. Se si salva lui e qualche suo amico potente, bene. Altrimenti, male.
Il Piano di Salvataggio: I ricchi del pianeta si stanno attrezzando per sopravvivere. Hanno dato tantissimo soldi a dei cinesi e li stanno obbligando a costruire sulla cima dell’Himalaya delle enormi barche con cui staranno a galla nel momento in cui tutto verrà sommerso dall’acqua. Le barche sono poche. Certo, sono grandi e ci stanno un bel po’ di persone, ma si calcola che in tutto si potranno salvare un milione di persone. Anche perché il costo del biglietto per salire su una di queste barche è di un miliardo di euro a testa. Per cui si salveranno i ricconi (tipo mafiosi russi o imprenditori americani), politici che contano, qualche scienziato. I poveracci moriranno tutti.
Si informa il Popolo: Il fatto che il nostro pianeta è destinato a morire, emerge durante il G8 del 2010. Nel momento in cui i politici che contano sanno chela fine è vicina, si guardano bene dal comunicare il tutto al povero popolino, ma cominciano a interessarsi della propria salvezza. Geniale la sequenza in cui la figlia del Presidente degli Stati Uniti convince il direttore del Louvre a sostituire le opere d’arte con dei falsi e spedire gli originali sulle navi in Cina.
La Tragedia unisce: John Cusack era sposato con Amanda Peet. Poi, siccome lui è un pirla, lei l’ha lasciato per mettersi con uno con gli occhiali. Quest’ultimo però durante la tragedia, fa meno cose fighe di Cusack e soprattutto muore. Per cui la tragedia unisce i due ex e fa si ché la figlia di Cusack smetta di farsi la pipì addosso.
L’Estremo Sacrificio: Manca un sacrificio che consente la salvezza altrui, ma ci sono dei personaggi che si lasciano morire per senso dell’onore. Il Presidente USA (Danny Glover) non raggiunge le navicelle di salvataggio ma va incontro alla morte bofonchiando qualcosa sulla moglie morta. Il migliore di tutti però è il nostro Premier. Mentre tutto sta cadendo a pezzi, il telegiornale riporta la seguente notizia: “Sembra che tutti i capi di stato siano in volo, ad eccezione del Primo Ministro italiano, che ha deciso di rimanere in Patria e affidarsi alla preghiera”. Dopo di che si vede un mezzo vecchio brizzolato più somigliante a Dini che a Berlusconi, che prega in quel di San Pietro. E dopo un secondo tutto crolla, portandosi via in un sol colpo il Premier e il Papa. Mi viene voglia di uscire di casa, comprare una chitarra, imparare a suonarla solo per rivedere questa scena e farci sopra Angel of Death degli Slayer.
Happy Ending: Tutto è pronto: i ricconi stanno per mettersi in salvo, mentre i poveracci sono lì che guardano e bussano invano. A un certo punto qualcuno viene colto da un sottile rimorso e gli straccioni vengono ammessi nelle navi. Peccato però che un tubo dell’acqua tipo quelli con cui mia zia annaffia il giardino si impigli in un ingranaggio, rischiando di mandare tutto amonte. Ma il nostro protagonista riesce a districare il tutto e tutti si salvano. Maccosa. Dopo soli 27 giorni i nostri eroi arriveranno in Africa (unico continente non sommerso dall’acqua) dove cominceranno una nuova vita. Waka Waka.
Cosa resterà: Be’, sinceramente poche volte mi sono divertito così a vedere un film. Tutto è gigantesco. Ed esplode. Salta in mille pezzi ed è bellissimo.
Joe the Plumber (livello cafonaggine): 8/10. Emmerich è il solo regista che ha capito che il disaster nel disaster movie, ci deve essere. Per cui anche se i protagonisti dei suoi film si sbattono come i pazzi, alla fine il mondo è effettivamente distrutto. Dal punto di vista “morale”, certo, ci sono le critiche all’inquinamento e alle multinazionali del terrore. Peccato però che il tutto, in un film il cui costo equivale al PIL di metà dell’Africa, scompaia.
“Sembra che tutti i capi di stato siano in volo, ad eccezione del Primo Ministro italiano, che ha deciso di rimanere in Patria e affidarsi alla preghiera”.
a questa frase venne giù il cinema dalle risate…però il top della tamarragine emmerich lo da in indipendence day…per essere un crucco culattone fa film tamarri forte…via i pregiudizi e i preconcetti…
diciamo che l’unico suo film che propio non ho mandato giù è 10000 AC,l’ho iniziato 2 volte ma mi sono sempre addormentato a metà ma sembra che non mi sia perso molto visto che il film finisce come qualsiasi essere monocellulare aveva capito dopo 5 min…
un obiezione vostro onore.
Il Wong Kar-Wai Casanova, cito testualmente, scrive:
“In più, ci sono lupi in CGI più brutti di quelli di Twilight.”
I nostri assistiti, i lupi in CGI di The day After Tomorrow, hanno fatto richiesta di una celere correzione nell’articolo, in quanto [inforca gli occhiali e legge] “il limite tecnico degli effetti speciali unito alla scarsa importanza di una scena che doveva economizzare sul resto del film non è paragonabile alla sciatteria volontaria di un film che vede nei lupo in CGI dei protagonisti”.
La mia domanda, vostro onore e signori della corte, alla luce dei referti presentati è: sono davvero più brutti dei lupo di twilight?
Ho concluso.
Vostro Onore,
il livello di disattenzione dell’avvocato Pòl è evidente!
Egli scrive che la frase citata da lui e dai suoi assistiti
è scritta dal sottoscritto
In realtà è stata vergata dal Cobretti Nanni,
curatore della parte dello speciale
dedicata al film The Day After Tomorrow.
Cosa per altro resa molto chiara dalla scritta “di Nanni Cobretti”.
Non riteniamo dunque necessario
rispondere alla domanda dell’avvocato.
Grazie.
Vostro onore, chiedo che sia messo a verbale altresì che al termine di the day after tomorrow, durante la spettacolare carrellata (è una carrellata anche se volante?) si vedono gruppi di persone sopravvissute sui terrazzi dei grattacieli.
di conseguenza il secchion team (tra cui anche il booknerd che salva una bibbia di guttenberg, steve guttenberg) non è il solo gruppo di umani a sopravvivere al gelo.
Vostro onore! Chiedo il permesso di avvicinarmi al banco!
[si avvicina al banco]
Vostro onore le chiedo il permesso di rispondere a questi due giovini (plurale di “giovine”) in modo diretto e personale. La ringrazio.
[si allontana]
@uwe: si’. Il fatto che siano marginali (non indispensabili) rende la loro bruttezza ancora piu’ molesta. Si veda il “reperto 4c”, la scena pre-catastrofe in cui si inquadrano i suddetti lupi in gabbia. Quei lupi, in quella specifica scena, non dovevano fare nulla. Soltanto girare per la gabbia. Uno di loro pero’ doveva ululare in modo drammatico. L’imputato Roland Emmerich – si metta a verbale che sto indicando col dito Roland Emmerich – decide pero’ che l’ululato di un lupo vero addestrato non e’ plastico/drammatico abbastanza, per cui decide di fare uso di CGI poveri. Se tutta la tua storia si svolge attorno a un lupo, posso comprendere e in qualche modo perdonare che faccia schifo se non hai i soldi o la capacita’ per farlo figo ma lo devi fare per forza. Quello che non perdono e’ se puoi fare senza ma usi lo stesso i CGI brutti.
@abraxas: durante la carrellata volante non ho assolutamente notato altri sopravvissuti sui grattacieli. Inoltre, un personaggio dice chiaramente al Presidente (venga messo a verbale) “Jack Hall [Dennis Quaid, ndr] ce l’ha fatta. Ci sono dei sopravvissuti a New York”. Dopodiche’ vengono mandati numero DUE elicotteri in croce. Mi posso sbagliare, ma questa scena, unita al non notare altri esseri umani negli altri grattacieli, mi ha portato a fare la deduzione di cui sopra.
Questo e’ tutto, Vostro Onore.
Anzi, mi permetta di dire una cosa che ho sempre sognato dire: “Obiezione! La domanda non e’ pertinente! Lei sta intimidendo il teste!”
La ringrazio.
“Sembra che tutti i capi di stato siano in volo, ad eccezione del Primo Ministro italiano, che ha deciso di rimanere in Patria e affidarsi alla preghiera”.
Sì cavolo, ricordo che venne giù il cinema dal ridere. Ancora più esilarante per me fu la MOGLIE del nostro primo ministro: in base non so a cosa, vestita ‘a lutto’ sembrava più che altro una ballerina di flamenco…tipo un’assurda visione che hanno gli americani del ‘tipico vestito delle donne a lutto italiane’
@il_presidente
credo che sia una visione comune delle donne italiane, anche nei simpson le donne italiane over 40 sono sempre vesitite di nero..
@l’avvocato dell’accusa:
chiedo di aggiornare l’udienza per studiare meglio le carte del processo (=in università lo streaming è bloccato e non posso controllare)
“i’m sorry mr. president we cannot wait any longer” sta ai film di Emmerich come “God forgive us” sta ai film in cui si prendono decisioni difficili. In finale, le due affermazioni vanno spesso a braccetto.
Di 2012, la cosa che mi ha colpito di più è l’insistenza del product placement più o meno in ogni scena
La gente e’ confusa. Sono appena entrato in un negozio che pubblicizzava “famous italian burritos chilli con carne”. Storia vera.
Quasi come il tassita a NY che mi dice di essere un grande fan delle squadre di calcio italiane. Tipo il Barcellona.
O la pizza ai peperoni a Stoccolma. Peperoni e ananas.
O gli spaghetti col ketchup.
Ci credo che se vedi il mondo con gli occhi di Emmerich ti viene voglia di distruggerlo :|
“The day after tomorrow” mi fece discretamente lollare, però la scena degli americani che premono alla frontiere del Messico è strepitosa, quasi ti dispiace che sia finita in un film così.
Oh, io ‘sti lupi manco me li ricordo! :-)
I lupi facevano discretamente pena , mai quanto il Dennis Quaid piu’ legnoso mai visto ( almeno fino a Pandorum).Al Roland pero’ perdono tutto per l’esplosione di Yellowstone in 2012 , quella che scaraventa in orbita pezzi di geografia grossi come la Nuova Zelanda senza nessunissimo effetto sull’ambiente.O sull’orbita
in 2012 è il marito della ex moglie di John Cusack a compiere l’estremo sacrificio per salvare tutti gettandosi tra gli ingranaggi che inceppano le porte impedendone la chiusura, o no ?
In 2012 c’è l’estremo sacrificio dello stronzone riccone russo che salva i figli spingendoli sulla nave ma cadendo nel vuoto, e mi pare anche del suo pilota (e amante della moglie) che si schianta con l’aereo per dare più tempo al gruppetto di salvarsi.
@djo e matteo
si a entrambi, ma 2012 è un film sul sacrificio…
Si, ma del bimbetto del premier vestito con il gilerino e la cravattina? Ne parliamo del bimbetto?
Oh, fermi tutti:
Emmerich ne ha fatto uno dove New York non esplode.
Forse perché lo ha ambientato nel 1600 in Inghilterra, e parla di Shakespeare.
Emmerich -> Shakespeare.
Gli indizi per l’inizio della fine ci sono tutti.
http://www.imdb.com/title/tt1521197/
http://www.imdb.com/video/imdb/vi1339923737/
Dunque, è andata così..
(ciao a tutti, è la prima volta che scrivo, mi emoziono che nemmeno la figlia di John Cusack quando si fa la pipì addosso [a proposito, secondo me lei rimane la miglior attrice di 2012])
Dunque, leggo la recensione di 2012. Come tutte, mi fa molto ridere – ma il film non l’ho effettivamente visto. Però mi fa solleticare.
D’accordo, mi dice il mio gemello cattivo interiore, allora guardiamocelo. C’è da dire che l’avevo sempre evitato non per preconcetti nei confronti dei Disaster Movies, anzi, ma perchè credevo che fosse addirittura (scusatemi la bestemmia) TROPPO eccessivo.
Così, invece di guardare l’Inter perdere.. dicevo, invece di fare altro, mi sparo 2012.
E, cavolo, non posso fare altro che quotare pienamente l’autore, quando dice: “Be’, sinceramente poche volte mi sono divertito così a vedere un film. Tutto è gigantesco. Ed esplode. Salta in mille pezzi ed è bellissimo.” Decisamente, quoto al 1000%.
In questo film, Emmerich ha deciso che forse non era sufficiente far esplodere tutto. Ne voleva di più. Lo voleva portare a quei livelli oltre i quali è difficile andare – ma la scena della California che si sfalda è qualcosa di semplicemente mitico. Ed irripetibile.
Grazie di avermi convinto a guardare questo filmone!