Approfitto di questo spazio per dire la mia su un argomento importantissimo. Un argomento che tipo in città non si parla d’altro. Ma chi è Ruta Gedmintas? Da dove spunta fuori? Perché uno guarda un film horror con dei giovani, e alla fine, la cosa che lo preme di più è scoprire se l’attrice in questione ha fatto scene di nudo (o foto zozzone)? Che poi è stata una lenta folgorazione, perché Ruta, che ha un bellissimo nome, a inizio film c’ha un po’ la faccia sbattutina. Questo perché interpreta la parte della giovine ragazza di provincia un po’ matta che fa i bagordi e poi finisce sempre a letto con questa sottospecie di mezzo fidanzatino figo che ha, che però non la ama, e allora lei tutte le volte dice: “no, no, ma stasera non cedo!”, e poi invece gliela dà sempre e comunque. Poi però Ruta, quando le cose cominciano ad andare male, diventa sempre più bella. Mi viene un dubbio, non vorrei fosse un fetish mio: a me sembra che le donne nei film horror diventino tutte più belle quando le cose vanno in vacca. Vi ricordate per esempio The Descent? All’inizio Shauna Macdonald non mi era sembrata bella. Poi quando praticamente la immergono nel sangue, mi s’è rivelata come belliffima. Non vi è mai capitato? Dite che non stobbene? Oh, a me quando le canottierine bianche diventano tutte sporche, quando i visi si riempiono di fuliggine e i capelli non sono appena stati phonati da uno di Orea Malià, mi sembrano tutte più belle. E per Ruta è stato proprio così: dopo questo incipit in cui è un po’ sbattutina, quando comincia a rotolarsi in terra, nascondersi dietro i cassonetti dell’immondizia, macchiarsi con ettolitri di sangue, sono andato a farle un mixtape per spiegarle cosa provo per lei. Poi ho cercato di capire cosa avesse fatto nella sua vita. Ho scoperto che è inglese di genitori lituani e che è cresciuta tra Stoccolma e il Buckinghamshire. Nata nel 1983 ha frequentato la Drama Center London dova ha studiato recitazione con il famoso attore israeliano Reuven Adiv, scomparso nel 2005. Lo stesso anno esordisce sul piccolo schermo nella serie Waking the Dead. Da lì in avanti ha partecipato a molti show televisivi come I Tudors, The Borgias e Spook: Code 9. Nel 2010 prende parte a Lip Service, una serie creata da Harriet Braun e poi mandata in onda nel 2010, che racconta le vite di un gruppo di ragazze omosessuali di Glasgow. Per la cronaca, due scene un po’ fortine con Ruta in Lip Service ci sono. Me l’hanno detto, eh? Non è che sono andato subito a recuperarle… Prowl, pellicola prodotta dalla After Dark Films, è il suo secondo film. Brava Ruta!
Amber (tale Courtney Hope, che è molto più brutta di Ruta) vive a Famfield, una piccola cittadina di provincia. Fa la macellaia e si annoia. Vive con la mamma che è una di quelle alcolizzate che torni a casa la sera e le trovi stese sotto il divano con una boccia di whisky vuota di fianco. Il padre le ha abbandonata un bel po’ di tempo fa. Amber stammale, nel senso che ogni tanto ha proprio degli strani svarioni, c’ha delle mezzo visioni spaventosissime e si sente una diversa. Certo, ha i suoi amici: Ruta e il suo simil fidanzato, una coppia molto carina di strafattoni e un mezzo nerd che ne vuole da lei, ma lei nulla. Amber è la classica ragazza triste di campagna che quando tutti si mettono in costumino di notte a casa dell’amico ricco per fare il bagno in piscina urlando come i ragazzi di TRL, lei se ne sta lì colla fazza di una che non stabbene e si lamenta. La mazzata finale le arriva da una simil rivelazione da ubriaca della madre, che in parole povere le svela che è stata adottata. Basta! La misura è colma! Bisogna cambiare aria, abbandonare questa vita così poco soddisfacente e spostarsi a Chicago, dove sicuramente si nasconde la felicità. Amber ha anche trovato una casa, ma deve arrivare a Chicago questa notte, altrimenti perde l’appartamento. A questo punto lei e i suoi amici si mettono in macchina, che puntualmente si rompe dopo mezzo secondo. “Cavolo, non ce la faremo mai! Ma come faremo? Oddio, sono destinata a invecchiare e morire qui”. Ma il destino si palesa sotto forma di un camionista con accento texano e fare mellifluo. Egli ha il rimorchio del tir praticamente vuoto e va, guarda caso, a Chicago. E allora i ragazzi si consultano per almeno quattro secondi, per poi decidere di salire tutti felici nel rimorchio. Avete presente un rimorchio di un tir vuoto? Un parallelepipedone senza finestre, senza la possibilità di respirare o guardare fuori. Ci sono però dei simil buchi di proiettili che i nostri sfruttano un po’ per guardare fuori e per non morire asfissiati. Anzi, stanno talmente bene che fanno una specie di party con tanto di cannette, bocce di superalcolici e si arriva anche a un “obbligo e verità” che porta quasi a un bacio saffico tra Ruta e Amber. Ed è qui che la parte wild di questo teen horror si interrompe. E parte il macello brutto.
Non vi rivelo nulla che non si veda anche nel trailer, per cui non fatevi prendere dal panico dello spoiler. Il camionista è ovviamente uno sporco marrano e porta i ragazzi in un ex macello dove vengono attaccati e massacrati da quelli che sembrano essere dei simil vampiri particolarmente incazzosi. Parte la lotta per la sopravvivenza. Come finirà mai? Prowl è il secondo film di Patrik Syversen, regista di cui vi avevamo già parlato all’epoca del suo Rovdyr, conosciuto col titolo internazionale di Manhunt. Lì eravamo dalle parti dell’omaggione al rape & revenge classico (il film si apriva sulle note del tema de L’Ultima Casa a Sinistra) e, anche se il film non stupiva certo per fantasia, era un bel prodottino girato con consapevolezza dei propri mezzi. Prowl, che a differenza di Manhunt è solo diretto e non scritto da Syversen, lo possiamo piazzare più o meno dalle stesse parti: un buon prodottino che sicuramente non farà gridare al amiracolo, ma che va più che bene se quello che si cerca è un horror della durata standard di 84 minuti, con un po’ di sangue e qualche evidente pregio. Che a mio avviso sono due: il primo è la capacità di Syversen di rendere tanto con poco. Prowl è un film girato in Bulgaria (ormai è la regola: se in un film c’è una vecchia fabbrica abbandonata avete la certezza di essere a Sofia) con evidentemente un budget stretto. Ciò nonostante non sfigura assolutamente se messo di fianco a prodotti simili e magari con qualche dollaro in più. Il trucco è far di necessità virtù: metà film lo ambiento in un contaniner e dico che è il rimorchio di un tir e i mostri malafici sono persone normali con un po’ di bianco in faccia e le lenti a contatto nere.
Il secondo pregio è la presenza di questi simil vampiri. Sfruttando al massimo la struttura gigantesca della fabbrica bulgara abbandonata, Syversen si diverte a far comparire questi essere minacciosi spesso sfruttando l’ampiezza del set e la profondità di campo. Certo, spesso saltano fuori col metodo bubusettete, ma ogni tanto sgattaiolano giù dalle ciminiere e dalle scale della fabbrica abbandonata come degli scarafaggi. E il risultato è piuttosto inquietante. Ah, c’è anche un terzo pregio del film, m’ero scordato: Ruta Gedmintas.
DVD-quote suggerita:
” C’avete 84 minuti liberi e vi garba l’horror? È fatta!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
Sì, assolutamente d’accordo con la teoria delle donne che ci guadagnano quando in difficoltà.
D’altra parte Ripley finiva in canotta e mutandine, o no?
Vorrei precisare che, come sempre, avevo messo millemila tag tra cui anche “le ragazze carine dei film horror con la canottiera spoorca di sangue sono più belle della ragazze carine dei film horror con la canottierina appena ritirata in lavanderia”. le metto la prima volta e non ci sono. le riscrivo, salvo e non ci sono. per cui ho detto: “baffanculo!” e sono andato a letto. anche perché era tipo mezzanotte. i’m deeply sorry.
il discorso che fai per Ruta (fiondarmi nell’internet e cercare se hanno fatto robe sozze) lo faccio più o meno per quasi tutti i film che visiono
e la cosa bella è che tra i numerosi casi analizzati direi che un buon 70% ha fatto cose sozze. w l’internet che tutto ci svela!
Dai sto film sembra fico.. sicuramente lei è fica! Cmq concordo sul fatto che le ragazze nei film horror sono più bone quando sono alla frutta.
Magliette sporche di sangue again..
Il film m’intrigava, quando vedo creature zannute con gli occhi neri non capisco più un cazzo ma l’after dark un po’ me la fa scendere, però a sto punto una guardata gliela do. E poi c’è quella sozzona di Ruta.
mmmm… MMMMMM…. MMMMM!!! Si, mi ha convinto! Sia per la Ruta, sia perchè ho sempre un debole per gli horror girati con due lire, ogni tanto saltano fuori delle piccole perle come questo. Mi sa tanto di underdog del cinema. Un metarocky se vogliamo. Pollice in su.
(anche per la rece eh!)
Vado controcorrente, a me i donnini piacciono “tirati come tavole da surf”.
Penso che mi guarderò “Prowl” per via di quella notazione finale sulla profondità di campo e l’utilizzo dello stesso, è una cosa che nei film di tensione apprezzo.
@pau: nel senso di piatte?
@Nanni: colto in castagna. :-)
In effetti, una piatta come la signora (Best of) Anderson potrebbe andare bene. :-)
A proposito del trucco “minimale” citato in recensione, devo dire che a me di solito non dispiace, anzi.
Mi piacciono bagnate.
@pau: sapevi che Milla firma gli assegni “Milla Migliore Degli Anderson”?
..perchè, come dovrebbe firmarli? O_o
Ciao a tutti sono nuovo, ho scoperto questo bellissimo sito da poco, le rece sono fantastiche! Lascio il mio primo commento qui giusto per dirvi che Ruta la conosco bene perchè ho visto la prima stagione di Lip Service, e confermo che è una gnocca stragnocca XD quindi vedrò di vedere questo Prowl che tanto guardo ogni genere di film horror.
P.S:a quando una rece di Hobo With a Shotgun? Ho appena finito di vederlo sono curioso di leggere pareri, a me è piaciuto molto :)
ma la cosa dei vampiri quadrumani che gattonano sui muri è abbastanza iso 9001, eh. il vecchio dracula di stoker in una scena gattona rapido sul muro del castello, me lo ricordo. e se il gulliver non m’inganna anche in intervista col vampiro c’è qualche quadrumane da parete. i vampiri, questi quadrumani.
(in realtà commento solo per scrivere la parola quadrumane)
Minchiata senza alcun valore. Finale risibile. Passiamo oltre.
Visto ieri.
Ci sono film horror che ti fanno sentire un povero deficiente mentre li guardi e soprattutto dopo, nella consapevolezza di aver buttato il tuo tempo: beh, non è il caso di “Prowl”. Niente di nuovo da aggiungere al genere vampiresco, i cui luoghi comuni sono peraltro poco sfruttati (per la dinamica della storia, i cattivi potrebbero anche essere zombies e non cambierebbe nulla), però ci ho visto della buona professionalità, un pizzico di atmosfera regalata dall’ambientazione post-industriale, una brava protagonista (tutte e 3 le interpreti femminili regalano delle prove più che decorose), un discreto twist e una sequenza conclusiva disturbante. Mi aspettavo di più da quella profondità di campo cui si accennava in recensione, questo sì, ma nel complesso anche la regia fa il suo dovere, riuscendo persino a non rendere troppo ridicolo qualche zompo vampiresco forse ispirato al mitico decollo verticale del Grande Mazinger..
Detto questo [SPOILER], la stronzatona dell’accendino ha rischiato seriamente di mandare in vacca il mio giudizio positivo. :-)
Minchiata priva di alcun valore (presunte gnocche comprese). Finale risibile. Passiamo oltre.
Lip service dal 15 aprile su Foxlife alle 22.45…
Ruta fans club Bassa Romagna
@ Diobrando: sei troppo cattivo!
Soprattutto nei confronti di Ruta.
Ruta, Ruta, Ruta!!!!