Prince of Persia si sveglia di soprassalto. È su un treno, uno con quegli insulsi vagoni a due piani tipo il regionale Ancona-Piacenza, ma diretto a Chicago. La gnocca di fronte a lui (Michelle Monaghan) sembra conoscerlo, ma lo chiama con un nome diverso dal suo e lui va in para. Quindi va in bagno, si guarda allo specchio e vede una fazza che non è la sua. Va ancora più in para. E ha abbastanza ragione, perché dopo 8 minuti l’Ancona-Chicago esplode, e lui invece che morire si risveglia in una specie di capsula provvista di un monitor da cui Vera Farmiga gli tira una supercazzola micidiale che gli fa immediatamente ritrovare buona parte della memoria. Il suo nome è Capitano Colter Stevens, e fa parte di un esperimento militare che gli consente di rivivere gli ultimi 8 minuti di una persona morta a ripetizione. Il suo scopo è approfittarne per scoprire chi ha piantato la bomba sul treno. Ma le sue mire personali SONO ALTRE (zan zan zaaaaan… suspance a gratis).
Duncan Jones, figlio di David Bowie (un giorno forse smetteremo di specificarlo), è diventato famoso grazie a Moon, un bellissimo film che è piaciuto a tutti e che ha persino vinto un Sylvester come Miglior Eccezione Meritevole 2010, anche se al momento di votare non ho avuto il coraggio di ammettere che in realtà io non ci avevo capito NIENTE. Source Code sancisce il suo ingresso nel cinema mainstream, un progetto su commissione di quelli che ti immagini siano stati approvati in buona parte grazie al successo di Inception, ma senza esagerare col budget.
La buona notizia è la notevole dose di umiltà con cui Duncan affronta la questione: non è l’autorone che fa di tutto per innalzare la materia popolare con la sua “visione”, bensì il bravo mestierante che si adatta alle regole del gioco cercando un approccio attento e intelligente all’interno di schemi classici/risaputi. Le influenze al riguardo sono tantissime: ci sono Ricomincio da capo, Quantum Leap e i videogiochi, come citati nella nostra intervista, ma c’è anche la pesante ombra del maestro Tony Scott, tra l’ovvio incrocio di partenza fra Unstoppable e Déja-Vu e il divertirsi semplicemente a dare solidità a un film di puro intrattenimento. Tony Scott non è nemmeno un nome a caso, visto che esordì con Miriam si sveglia a mezzanotte il cui protagonista era appunto David Bowie.
Il resto è il tipo di film a cui non è il caso di fare troppo le pulci, in cui conta più il viaggio che la destinazione. Si ammira l’abilità con cui tiene sveglio l’interesse e con cui gli 8 minuti nel treno non risultano mai ripetitivi, e fanno ridere i momenti in cui Prince of Persia tratta male la gente perché tanto dopo muore e ricomincia, ma si rimane invariabilmente delusi dalle banali risposte al mistero, che a livello personale mi hanno fatto incazzare da morire ma poi ragionandoci, in virtù di tutto il resto, gliel’ho tutto sommato perdonata. Si tratta alla fine dei conti di una favoletta in cui l’aspetto thriller e quello tecno-nerd (la logica dietro al funzionamento del Source Code ci viene spiegata con un’altra supercazzola incredibile che non ho capito) sono finalizzati a mire più genericamente fantaromantiche, roba che non ha nulla a che vedere con le complessità di Moon ma è girata comunque con consapevolezza e convinzione. Il che, per almeno tre quarti, lo rende migliore della stramaggior parte dei prodotti medi mainstream là fuori.
Insomma: per quello che si vede qua Duncan non è un nuovo Kubrick, un nuovo Nolan o tutte le iperboli che avete pensato dopo Moon. Però è uno che se gli danno in mano un film di un supereroe pensi “uh, c’è speranza che gli venga fighino”. Oppure chissà, se in futuro riacquista coraggio…
Bravissimo anche a Prince of Persia che fa un sacco di faccette. E a Jeffrey Wright nel ruolo del Peter Stormare di colore.
DVD-quote:
“Piccoli Tony Scott crescono”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: magari quando l’avete visto pure voi faccio un altro post imballato di spoiler in cui torno a incazzarmi da morire. Ma per il momento, bravo Duncan! Bell’esercizio. Tony Scott is the way.
Comunque è “brematurata”, non “prematurata”, eh.
con tutto il rispetto per tonino…ma jones è di un’altra pasta…
@past: tipico commento di chi rimarra’ deluso da Source Code :(
e pazienza…ma la sensibilità di moon tonino non sa manco dove sta…;)
almeno non ha fatto la fine di kelly…:D
Confido in Duncan, anche per i prossimi. David Bowie non può aver fatto nascere uno shyamayalan.
Contento per la rece, cinema sicuro per questo.
Lol ai tipi trattati male chè tanto muoiono.
Sbaglio o il figlio di Bowie (smetterò in futuro di appellarlo così anche io) è stato designato per dirigere il film di Superman?
Ora c’è da vedere se svende la sua autorialità in cambio di villa con piscina a bel-air… ah ma aspetta, lui ce l’ha già la villa con piscina e troie annesse..
adesso gira un rumor che lo vorrebbe al posto aronofsky per wolverine…
grazie per la non-spoilerata ma confido che lo farà qualcun altro in questi commenti.
Sento che si sta aprendo un maelstrom sul mulo solo per fare ciò.
Ma è una cosa come Deja vu, che è tanto bello fino al finale in cui onestamente tutto va a puttane e capisci che non esiste possibilità per cui tutto si integri con una spiegazione plausibile?
Magari c’entra sega ma mi è venuto subito in mente nirvana per il meccanismo da videogioco. Sembra caruccio.
Se proprio ci tenete a saperlo, senza spoiler: per quanto riguarda il giallo sono sicuro che molti di voi indovineranno il bombarolo al primo indizio; per quanto riguarda il resto si comporta in modo volutamente confuso/non rigoroso in modo da prepararvi a bere piu’ o meno qualsiasi cosa. Ma non e’ nemmeno tutta qua la parte che mi e’ stata sulle balle. E comunque ripeto, e’ un film piu’ che godibile per cui se non si e’ pignoli ci si diverte abbastanza.
Videogiochi e viaggi nel tempo, Jake Gyllenhaal ha raggiunto il suo personalissimo nirvana.
@Watanabe: Superman lo gira Snyder e lo produce Nolan (ma forse per fare una boiata e fregare gli eredi Sciuster e Siegel)
Duncan Bowie sarebbe stato un nome figo, no?
C’è Vera Farmiga, e questo deve bastare.
A me alla fine Prince of Persia non è dispiaciuto: il film intendo. Anche se avrei preferito un titolo come Ass of Persia, e Gemma la gnoccolona protagonista assoluta. Peccato che questi individuo di nome Jake stia rovinando tutti i film che fa, e non sono nemmeno pochi.
scrivere “nuovo Kubrick” e “nuovo Nolan” di seguito, come se fosse la stessa cosa, anche se riferito ad altrui pensieri, fa piangere gesù.
E’ per i bambini :)
aaaaaaaaahhhhhhhh
certo però che un minimino di wink wink nudge nudge avrebbe aiutato
Credo di aver scritto piu’ volte qui in giro che non vado matto per Nolan, se puo’ consolare
NOOOOO NO NO E ANCORA NO!
Perdonare!? Non se ne parla nemmeno. Sono incazzato come una bestia.
Ci voleva proprio niente a fare uno spiegone (e un paio di altre chicche) che lo faceva diventare non dico il film dell’anno ma almeno quello del mese.
Dio che spreco!
Se non ci fosse stata quella bea Monaghan di Michelle avrei fatto causa al cinemafografo.
Sono combattuto.
Sono appena tornato dal cinema, dove l’ho visto in inglese (sottotitolato in francese, oddio..), e forse qualche parte me la sono persa per strada, tipo la spiegazione doppio-livello del funzionamento del source code non mi è stata proprio chiarissimo, ma.
A parte enormi WTF (tipo SPOILER ma la bomba e/o l’attentatore dovevano PER FORZA essere nel suo vagone? mi sembra bello lungo sto treno.. oppure SPOILER l’attentatore che si capisce in un millisecondo, ma ok), dicevo, a parte altri moltissimo WTF grandi come una casa, condivido appieno la visione di Nanni, tranne che.. per l’incazzatura.
Forse sarò partito prevenuto, ma la fine, o comunque la “soluzione”, mi è sembrata essere la migliore possibile. Per intenderci, il “colpo di scena” centrale ci sta ed è ben fatto, e secondo me la fine non poteva che essere quella, visto il tipo di film che è. Ovvero, un film su commissione, di intrattenimento. Parole che condivido appieno.
Casomai, ciò che mi sembra manchi da un certo punto di vista è invece l’approfondimento dell’aspetto fantastico. Ok, facciamo questo, bla bla, tu sei SPOILER morto però non vai nel passato ma in una immagine però universi paralleli. Punto. Tutto trattato, mi sembra, con troppa leggerezza.
Quello che mi ha lasciato un po’ perplesso è questo: non tanto la fine, quanto lo svolgimento in sé. Bel film, divertente (JG a me è piaciuto un sacco), interessante, ma mi è sembrato poco delineato, un po’ “abbozzato”. Non so come spiegarlo meglio..
Moon è ben distante, ma questo si sapeva – e per fortuna ci sono andato ben lungi dall’aspettarmi qualcosa di diverso.
No, bocciato.
Ma che palle. Il guaio è che è un film d’amore, non un techno-thriller.
Sì perché la parte thriller è (come ha già detto Nanni) scontata, mentre la parte techno è assolutamente ridicola: ti sparano un pippotto insensato che poi viene sfanculizzato alla meno peggio.
Sì, per carità, intrattiene ma ha l’ingenuità della fantascienza rimasta agli anni ’70. Un po’ troppo debole per reggere il confronto con spiegoni come Matrix, Moon e Inception…
:-(
A me ha lasciato, nonostante tutto, impressioni contrastanti. Credevo che, dopo averci dormito su, tutto mi sarebbe stato più chiaro..
Invece manca qualcosa, in questo film, ma non so dire cosa. Manca quel “mordente” che lo renderebbe ciò che aspira ad essere.
E’ il tipico film da aereo. Quello che lo vedi nella playlist e pensi ‘aaaahhh mmmhh ssìììì mi ricordo di questo: era uscito al cinema ma ero andato a vedere Thor e Fast Five…’
Io invece sono andato a vedere QUELLO invece di QUELLI.. ma devo rifarmi, giusto per non serbare QUESTO ricordo.
Eh beh anche io sono finito lì al posto di Fast Five.
Maledetta democrazia di merda.
D’accordo col Presidente: potevano anche chiamarlo Love Code, il resto è inesistente, dall’azione al thriller TUTTO risolto nei primi 10 minuti. Col senno di poi la dvd quote potrebbe essere “Date due sceneggiature con una simile idea di fondo, andreste a vedere quella sviluppata dal figlio di David Bowie che alla sua prima prova, con un budget da kebabberia in franchising, ha preso a schiaffi Soderbergh o un film con Tom Cruise?
Ecco. Bravi stronzi.”
Basta mettere insieme un regista di talento, uno script interessante e dietro una produzione solida, e si ottiene il meglio da Hollywood. Qui ci sono tutti questi elementi e infatti Duncan Jones con la sua opera seconda ci regala un thriller sci-fi molto interessante.