Anche quest’anno, come l’anno scorso e l’anno prima ancora, il nostro Casanova Wong Kar Wai de i400Calci (che in barba all’autoreferenzialità più becera è colui che scrive anche questa introduzione e si è appena autolinkato il nome) si è spinto fino a Udine per la tredicesima edizione del Far East Film Festival, interessantissima vetrina per quanto riguarda il cinema orientale. Ottimo vino, qualche slivovitz, prosciutto che levati e tre giorni di proiezioni coatte con della regazness, per saziare la nostra e vostra sete di cinema con gli occhi a mandorla. E sì, that’s razzismo, baby!
Night Fishing, PARKing CHANce, South Korea, 2011
Cominciamo con un cortometraggio della durata di 30 minuti molto chiacchierato. Le ragioni sono due. La prima è che il film in questione è stato girato utilizzando 8 iPhone 4. La seconda è che il tutto è firmato PARKing CHANce, nome dietro il quale si celano Park Chan-kyonh (il catalogo mi suggerisce che egli è un “noto media artist” e fratello di), ma soprattutto Park Chan-wook, che non ha bisogno di presentazioni. Ovvio che Park Chan-wook + iPhone 4 = un hype che non ti dico. Partiamo però dicendo che la questione iPhone è un po’ uno specchietto per le allodole: impossibile non notare un evidente lavoro di post produzione sull’immagine, per cui siamo bravi poi tutti. Se lo scopo del film era quello di dimostrare che con un iPhone 4 si può fare di tutto, siamo messi male. Night Fishing però ha qualche freccia al proprio arco. Si parte con un’esibizione live in the country degli UhUhBoo Project, il gruppo a cui era già stata affidata la colonna sonora di Symphaty for Mr. Vengeance qui particolarmente drogati e potenti, a metà strada tra l’estetica di Captain Beefheart e la musica dei Pleasure Forever. Una volta conclusa la canzone si rimane un po’ spiazzati, salvo poi incontrare l’inquietante Oh Gwang-rok (attore presente praticamente in tutta la filmografia del regista) intento a pescare nottetempo in riva a un fiume. Attaccata alla sua canna, stranamente, finisce una donna. Da qui si dipana poi una strana storia a metà strada tra l’onirico e il sovrannaturale che mette in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti. Bizzarro, misterioso e affascinante. Certo, se qualcuno si aspetta Old Boy 2 magari no, ma per gli appassionati del regista sicuramente da vedere.
DVD-quote suggerita:
“Oh, oh, ma è girato con l’iPhone 4! Che sturia!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
The Lost Bladesman, Alan Mak & Felix Chong, China, 2011
Quante cazzo di isole ha questa Grecia? Ma soprattutto: quanti cazzo di film si possono tirare fuori da il Romanzo dei Tre Regni? A quanto pare tanti. Vedi per esempio La Battaglia dei Tre Regni di John Woo e Three Kingdoms: Resurrection di Daniel Lee. A quanto pare, troppi. Sulla carta l’unione di Mak e Chong con il divo Donnie Yen faceva scintille. Nella vera e triste verità invece procura nello spettatore una noia sinistra. Donnie Yen interpreta l’immarcescibile Guan Yunchang, comandante senza macchia e senza paura che si trova per una serie di circostanze piuttosto fumose a dover scendere a patti col nemico. Salvo poi scatenare l’inferno per difendere la sua amata. Tradimenti, doppi giochi, tripli giochi, per un film dalla trama fin troppo complessa e fumose che non riesce mai ad appassionare. Il ritmo latita clamorosamente e l’idea di limitare le sequenze d’azione o addirittura di farle accadere fuori campo sicuramente serve a far veder che i due registi non sono “i soliti tamarri tutto pim pim, pem pem”, ma francamente mi sembra una scelta discutibile. Si salvano giusto due sequenze in cui Donnie Yen può dare il meglio di sé chiuso in spazi piuttosto stretti, ma anche in questo senso niente di nuovo sotto il sole. Tutto il resto è eccessivamente pomposo, magniloquente e lento come la quaresima. Grossa delusione.
DVD-quote suggerita:
“Storia inutilmente arzigogolata e poche mazzate. Fail.”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
Don’t Go Breaking My Heart, Johnny To & Wai Ka-Fai, Hong Kong, 2011
Mi butto ovviamente alla proiezione del nuovo film di Johnny To con un entusiasmo cieco e tutto matto. Anche il capo, prima della mia partenza, mi aveva parlato chairo: “Ciccio, vedi di tornare con un pezzo forte sul film di Johnny To altrimenti ti scherzo davanti a tutti!”. Io poi, figurati, son mega fan di Johnny To, per cui. Non leggo nulla sul cataologo per non rovinarmi la sorpresa. Addirittura snobbo la tramina sul programma proprio per arrivare fresco come una rosa. Ecco. Don’t Go Breaking My Heart è una commediola romantica. Stavo per scrivere commediona e invece è proprio una commediola. Lei, una segretaria un po’ sfigghiz ma dal cuore d’oro, guarda fuori dalla finestra del suo ufficio e ogni giorno vede lui, un capoccia sciupafemmine. Quest’ultimo, essendo sciupafemmine (quando vede una gnocca gli sanguina il naso, dall’arrapo che ha), rischia ovviamente di mandare tutto a puttane scopando come non ci fosse un domani. Lei nel frattempo fa la conoscenza di una delle figure cinematografiche più posticce e ricattatorie di sempre. Anzi approfittiamo di questo spazio per stilare un mini classifica. Al primo posto, c’è la puttana dal cuore d’oro. Al secondo posto, il vecchio negro saggio. Al terzo – ed è questo il caso – c’è il barbone buono e intelligente. Quindi lei in mezzo e da una parte lo sciupafemmine traditor, dall’altra l’ex barbone alcolizzato che s’è ripreso per amor. Un triangolo amoroso tutto giocato sul “ti guardo da una finestra di un altro palazzo”, cosa di cui non ho capito però il significato (ammesso che ce ne sia uno e qualcuno voglia scomodare qualche teoria della visione), e il finale sembra essere stato deciso da un lancio della monetina sul set, tanto è improvvisato e tirato via. Ah, e scandalo degli scandali, non c’è Ru Paul! Ma allora? La metto io che altrimenti qui non si può andare avanti.
httpv://www.youtube.com/watch?v=CtO_jSbNN6I
DVD-quote suggerita:
“Pensavo fossero sparatorie e invece era amore. Daicazzo, che non c’è manco Ru Paul!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
My Dear Desperado, Kim Kwang-sik, South Korea, 2010
Anche in questo caso siamo più dalle parti della commedia amorosa tenerona, ma qualcosina c’è. Se-jin è una giovane ragazza particolarmente in crisi dal punto di vista economico. Trasferitasi nella grande città contro il volere paterno, finisce per vivere in uno squallido sottoscala. Il suo vicino di casa è Dong-cheol (un bravissimo Park Joong-hoon), gangsterino un po’ troppo in là con l’età. Tra i due scatta prima quella roba lì noiosa che lei è buona e lui è un burbero e, “oddio, come siamo distanti l’uno dall’altro”, e invece alla fine scatta scatta. Fino a qui nulla d’interessante. Se non che la sceneggiatura si prende i suoi spazi nel delineare una figura del vecchio gangster fuori dal giro decisamente interessante e tragica. Se inizialmente il suo essere “vecchio” e attempato serve solo a qualche gag fisica, col procedere del film viene fuori una sua nobiltà d’animo, un’inclinazione al sacrificio e una salvaguardia dei propri valori (sempre, sia chiaro, nell’ottica della vita di strada) tutt’altro che comica. Peccato che, come spessissimo accade, non ci si fermi al momento giusto, ma si voglia attaccare collo scotch almeno quattro finali in più del dovuto. Non è la nostra tazza di tè, ma se vi capita sotto mano fatelo vostro.
DVD-quote suggerita:
“Poche mazzate, ma una bella riflessione sulla vecchiaia e sull’onore di noi ragazzi di strada!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
The Man From Nowhere, Lee Jeong-Beom, South Korea, 2011
Uno dei filmoni del festival. Mentre ne scrivo, mi sta salendo una voglia di rivederlo notevole. Won Bin, il figliolo dello splendido Mother, è qui un uomo fighissimo e misteriosissimo che lavora in uno squallido banco dei pegni in uno squallido palazzo. Taciturno e scontroso, ha come unica amica una piccola e tenera bambina, che ovviamente vede in lui ciò che gli altri non vedono. La madre della bambina ha però dei debiti con della gente brutta. Molto brutta. Che non esitano a rapire la piccola, scatenando l’ira dell’omo del mistero che si scopre essere un ex agente segreto stracazzuto e che quindi comincia a tirare schiaffieppugni e a sparare alla grandissima. Trama esile ma efficace, per un film d’azione inevitabilmente un po’ troppo lungo, ma che ha il pregio di tenerti incollato alla poltrona. Violento, cattivello e decisamente stiloso. Fossero tutti così i film action, vivremmo in un mondo migliore.
DVD-quote suggerita:
“Me lo rivedrei domani. Bomba!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
The Stool Pigeon, Dante Lam, Hong Kong, 2011
Un nome, un marchio, una garanzia. Riciclo subito la frase che ho appena usato per concludere sul film precedente. Veramente, se tutti i film action fossero così, il mondo sarebbe un posto migliore. Crime movie incentrato sul difficile rapporto tra un poliziotto dal passato oscuro e un criminale che si trova costretto a fargli da informatore per mettere in scacco una banda di feroci rapinatori. Tutto già vista dal punto di vista narrativo, ma quello che stupisce è come Dante Lam sappia dirigere un film con una ferocia e una passione oggi difficilmente rintracciabili nei noir di Hong Kong. Sembra quasi un’operazione nostalgia quella di Lam (c’è anche un inserto melò in mezzo da lagrimoni), ma il risultato è ben oltre la sufficienza. Da notare come il regista, che è uno zarro, abbia il buon gusto di infilare un assurdo movimento di macchina su un freeze frame durante un inseguimento, per poi non farlo mai più. Cioè, lo fa una volta, tutti fanno: “ooooooooooooh” e poi basta. Bravo.
DVD-quote suggerita:
“Me lo rivedrei domani. Bomba!”
Casanova Wong Kar Wai, i400calci.com
A mercoledì, con la seconda parte.
Primo :)
Il corto: grande hype. Però considera che in post non risolvi proprio tutto: cioè ad esempio il temibile wobble di questi ifon non lo risolvi e nemmeno altre beghe molto geek, gestione alte luci compresa.
I noir cattivi e picchiosi spero di vederli molto presto, mentre mi hai fatto appassire le palpebre al pensiero che To si sia dato (definitivamente) alla commedia. E ora ? Ora sono triste.
gli ultimi due film che hai recensito mi hanno ingarellato a palla. non vedo l’ora di vederli
bella casanova mi hai fatto venire voglia di vedere filmissimi cinesissimi….ma sono al lavoro porca eva :(……
Ecco, ora mi tocca cancellare i miei programmi pomeridiani e guardare The Man From Nowhere…
Devo dire che ne è valsa la pena (nonostante la lunghezza), grazie Casanova.
Dai, commedia romantica? To? Tristezza nel cuore. Ho appena visto The Big Heat e ora ho voglia di più To ma se quel maledetto fa le commedie romantiche…
e anche qua d’accordissimo su tutto: io il corto di park l ho apprezzato, la parte sciamanica lascia un pò spiazzati ma ha il suo fascino. the lost bladesman è una discreta palla e hanno veramente rotto gli zebedei con questo milionesimo adattamento della battaglia dei tre regni, my dear desperado si basa su una miriade di cliche stra-abusati ma ha i suoi momenti divertenti e il personaggio del gangster è ottimo. davanti a dante lam e questo stool pigeon, invece, mi posso solo togliere il cappello che non porto.
Ma Lee Jeong-Beom prima di girare ‘The man from nowhere’ ho guardato un milione di volte Léon, o sono io che ho Jean Reno nel cervello che mi fissa con l’aria di saperne anche troppo su stò filmme?