Quando il capo mi promosse a recensore ufficiale qualche tempo fa la redazione tutta, ridendo sotto i baffi, mi fece un regalo: una stanza con un divano dalle molle mancanti, un gabinetto senza tazza e un televisore monocanale. Il monocale in questione era SyFy e da allora la stanza è stata arredata a dovere con poster polacchi e teste di cavallo. Ormai una volta al mese mi tocca chiudermi lì dentro e fare finta di essere scazzato per far felici gli altri e farli sentire in una posizione di superiorità, ma una volta dentro salto come un bambino e piango di gioia alla sola idea delle avventure che mi attendono. La vera verità è che ho un debole grosso così verso questa fantascienza così romantica e a parlarne male non riesco proprio, gli voglio bene, è gente che si sbatte con i pochi mezzi che ha per farci sognare come bambini. Quando ho letto la trama di Ferocious Planet ero una gioia: un esperimento scientifico andato a male trasporta un gruppo di persone in un mondo parallelo infestato da mostri feroci. Venduto, piango, vi amo, ve la spiego meglio: un botto di gente tra cui Gimli e uno che nel CV ha 99 puntate di Stargate: Atlantis (come se l’avessi visto) assistono ad un esperimento dove una certa scienziata sexy accende una macchinetta e mostra in una finestrella universi paralleli con la naturalezza con cui si guardano 99 puntate Stargate: Atlantis. Dopo 5 minuti di film esplode tutto e tutti finisco nel selvaggio pianeta parallelo e il body count è già salito a 9 che dopo un paio di minuti sale a 10 perchè un personaggio bello fastidioso viene strappato a metà dall’amico mostrone. 10 minuti di film è già sto urlando al capolavoro. Risolto il problema spediamoli di là il tutto prende una piega molto più soft e tra uno scontro coi mostroni e qualche morto sventrato i nostri eroi finalmente trovano IL MARTELLO DI THOR INCASTRATO NELL’ALBERO DELLA VITA e tornano a casa a suon di martellate nello spazio tempo.

Ah no, è un parchimetro.
Fosse vero sarebbe bellissimo ma forse così è pure meglio. Un cazzo di parchimetro incastrato in un cazzo di albero in mezzo ad una cazzo di foresta in un cazzo pianeta parallelo. Lacrime. Se per caso vi state chiedendo come diavolo ci sia finito un parchimetro dentro un albero non chiedetemelo perchè non ci ho capito niente. Date per scontato che puff, oltre ad una intera stanza sotterranea si siano mosse anche cose random dalla superficie (ma nessun altro uomo, ovviamente), anche perchè lo spiegone della scienziata sexy è esattamente così. La trama in spicci era un po’ quella di cui sopra, ma parliamo di cose serie: IL MOSTRO, L’ALIENO, LA BESTIA, SATANA, IL MALE, TERRENCE MALICK, GIANCARLO MAGALLI. Costui in realtà non è uno solo (se ne vedono almeno 3) ma sembra l’unico tipo di animale presente sul pianeta, il che mi fa pensare ad un catena alimentare basata sul cannibalismo e quindi sulla bellezza filmica. Non ha un nome, nessuno lo chiama ma tutti gli urlano MUORI MERDA, quindi magari si chiama così, MUORI MERDA, piacere, Jean-Claude, tutto bene in famiglia? Le sue fattezze ricordano un fico secco, potrebbe sembrare un dinosauro con mascelle che si prolungano in zanne, sei occhi, delle narici e due gambe posteriori a trampolino, quelle che lo fanno correre come un Jamaicano. Sicuramente fa paura, soprattutto quando la proporzione sballa e sembra alto come un palazzo con i denti che corre come un Jamaicano. Non sembra ci sia modo di ucciderlo se non facendolo esplodere malamente o buttarlo in un buco; il fatto è che sti militari euforici passano 45 minuti a sparargli e questo non fa altro che correre urlando FOTTESEGAAAAAAAARRRRRRR e strappando la gente a metà. Quello sembra il suo modo preferito di uccidere, l’altro è tagliare di netto il malcapitato con le zanne, una visione sublime. E’ pure pieno di ammoniaca e acido; sapete cosa succede se provate a punzecchiarne un cucciolo con una penna? Esso vi piscerà addosso acido e morirete nella peggiore agonia, praticamente come coi bambini ma con la morte alla fine. Avete capito quindi? DON’T POKE THE ALIEN (storia vera, battuta vera, e sapete cosa? Fa ridere sul serio). E’ colpa degli americani? Beh, l’esperimento è stato fatto da irlandesi, quindi no, ma i finanziamenti sono tutti americani, quindi sì, come al solito gli americani c’entrano sempre un pochino ed infatti ne muoiono male un sacco. Ricorda una figa?

No.
Ma allora com’è Ferocious Planet? E’ esattamente quello che un film SyFy dovrebbe essere ed esattamente quello che non dovrebbe essere. Dal lato positivo abbiamo una sceneggiatura autoironica fatta di battute e situazioni stupide e non troppo intelligenti ma mai banali e che in più di una occasione fanno ridere con sincerità, tipo quando uno si incastra nelle sabbie mobili e l’altro tutto scazzato lo va riprendere dandogli dello scemo e ci cade dentro uscendo dall’inquadratura. Detta così fa schifo al cazzo, vista fa scappare delle risate e fa ben capire come a sto giro non ci si pigli sul serio manco un po’. Dal lato negativo abbiamo una sceneggiatura che si perde completamente nei boschi proponendo le solite situazioni di stallo e noia mortale girate intorno ad un singolo mostro che manco un paio di battute riescono a risolvere, ma in fin dei conti questa è la sua unica grande pecca (condivisa con tutti gli altri film del canale, tra l’altro) dato che il gore c’è, e più delle altre volte, ed il CGI è sul solito standard non eccelso ma comunque godibile. La sensazione è quella che SyFy stia andando nella direzione giusta (già coi vermi mongoli della morte lo si era notato) tirando fuori buone idee e buona volontà e tanta autoironia per supplire il vero grosso problema: i soldi. Sono sicuro che con una produzione più ampia e degli sceneggiatori meglio pagati questi filmetti potrebbero essere delle vere bombe che noi tutti non vedremmo l’ora di vedere. Per ora accontentiamoci, io intanto inizio a fare colletta (quando ho finito di pagare le molle del divano).
DVD-quote:
“Pochi soldi, tanti morti.”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
I soldi son finiti, purtroppo.
It’s (still) the global crisis, baby.
Maledetta SyFy m’hanno chiuso stargate universe e vanno avanti a trashoni. Avranno finito i soldi pure loro. Quell’attore di atlantis cmq ha l’espressività di una costola di sedano. :D
Secondo me a metà stesura ti è venuto in mente che il pezzo si prestava bene a diventare un articolo di Mostrologia, ma siccome non avevi voglia di modificarlo tutto, hai tentato una virata modificando solo la seconda parte.
Penso male?
Ottima recensione, come al solito.
L’ho visto anche io e devo dire che me lo sono proprio goduto, un’oretta e mezza che fila via bella veloce.
brava SyFy continua così, pesta sul trash che vai benone.
Whosoever holds this parking meter, if he be worthy, shall possess the power of “ausiliare del traffico”.
Scusate l’OT, ma la news di “evil dead 4” sta prendendo una brutta piega.
Diablo Cody come sceneggiatrice, un regista che ha avuto l’unico pregio di cavalcare l’onda di district 9 e come se non bastasse Sam Raimi come produttore che per ora non credo abbia azzeccato mezzo film in quel ruolo.
Urge un vostro articolo per sdrammatizzare sul tutto
dimenticavo è un remake.
Vado a castrarmi con un foglio di carta.
@Gigos: è che c’era troppa poca legna per scrivere un articolo intero di Mostrologia quindi ho ovviato il problema scrivendone una versione ridotta.
C’è da dire che avessero mostrato un po’di capezzoli della scienziatessa sexy (oppure, che so, se sotto avesse avuto le autoreggenti), sarebbe stato un MUST HAVE.