Si comincia bene: da qualche tristissima parte in Texas una coppietta di “Reborn Christians” (un’espressione che sicuramente ha un corrispettivo in italiano ma che io non ho la minima voglia di cercare; gente come questo qua) promette di passare due anni a convertire le “anime perdute della Scozia”. E giù a cantare le canzoni di chiesa. Salta poi fuori che la ragazza, Beth, una sorta di Charlotte Church che non dimostra ancora il triplo dei suoi anni, prima di rinascere cristiana la faceva annusare in televisione cantando canzoni country & western con tanto di coreografie con muratori e boscaioli vogliosi. Noi dei 400 CALCI ovviamente la preferiamo così, e pure Robin Hardy, ma senza conversione non ci sarebbe nessuna scusa per farci un film. E’ più una scusa per infilarci un’altra canzone. Va bene, diciamolo chiaro fin dall’inizio: ma basta con queste canzoni! Troppe e troppo brutte! Di Willow’s Song ce ne è una sola! A meno che qualche teatro del West End londinese, in combutta con Hardy, abbia già deciso di trarne una versione musical – con tutte le vaccate che mettono in scena per i liceali italiani in vacanza non mi stupirebbe.
I due fidanzatini, casti e decisi a rimanere tali fino al connubio religiosamente celebrato nel Nuovo Mondo, fanno da subito la figura meritatissima dei cretini (d’altronde il film è tratto da Cowboys For Christ, romanzo sempre di Robin Hardy che a quanto pare prende l’America bigotta a scudisciate); arrivano in Scozia nel paesino di Tressock, dove la gente è simpatica, intelligente, lussuriosa, come il/la vostro/a ragazzo/a dei sogni, è un po’ il paradiso terrestre! Senonché ogni Maggio ammazzano la gente per la loro festicciola, ma questo già si sapeva dal film precedente. Del quale questo The Wicker Tree non è né solo un reboot né solo un remake ma uno strano ibrido sceneggiato per pararsi il culo il più possibile dagli inevitabili paragoni. Ad un certo punto appare Christopher Lee nella parte di Lord Summerisle, che però qui è il saggio nonno dell’odierno capo locale, Lord Morrison. Poi basta, si segue la storia dei due texani scemi che muoiono meritatamente male mentre gli scozzesi intorno li sfottono, li torturano e li usano come strumenti di procreazione; già, perchè (e ditemi voi se questo twist non è un Maccosa galattico) dieci anni prima c’è stato un incidente nella centrale nucleare diretta da Lord Morrison e da allora gli abitanti di Tressock sono tutti sterili: ma piuttosto che dire “basta” alla tanto amata endogamia, preferiscono smembrare e abbrustolire sconosciuti. E cantare tutti insieme.
Ecco, insomma, a me questo musicarello sul gap culturale/religioso ha fatto parecchio ridere. Se lo prendete come una commedia è ben fatta, piena di gag visive e sonore, ha un bel ritmo pimpante, il cast è perfetto, i dialoghi (e le canzoni, goddamn) pieni di doppi sensi. Per cui diciamo che se lo prendete come un “Carry On film”, ovvero una delle commediole scollacciate dall’umorismo incomprensibile che andavano di moda in Albione negli anni ’60 e ’70, allora va bene. Se cercate il mistero, la fascinazione col torbido culto pagano, la sottile inquietudine che serpeggiava fra le stanze di The Wicker Man, allora siete fuori strada.
Ma perchè tutto ciò? Prima di tutto per mettere i critici nella condizione di scrivere “non sarebbe giusto fare confronti con l’originale” (che è un discorso già fatto di recente per il Conan di Nispel e che purtroppo siamo costretti a fare sempre più spesso; lo sappiamo che il Sindacato degli Sceneggiatori non è una lobby estremamente potente, ma santa patata, dove sono finite le idee?) e poi perchè Robin Hardy, classe 1929, ormai sembra più un Frank Henenlotter un po’ più sveglio e meno disgustoso il cui maggiore interesse è riempire il film di belle fighe e via. Apro una parentesi sociologica per dire che il mio amico Neil, col quale ho visto il film, ha concordato con questa mia ultima affermazione e ha commentato “per un ottantenne c’è molto di peggio da fare che circondarsi di giovani bionde”, al che Cicciolina, la vostra nemesi femminista non richiesta ma non per questo meno inevitabile, ha risposto “per una giovane bionda c’è molto di meglio da fare che stare attorno a un ottantenne”. Scontro di vedute. Comunque Neil ha anche concordato sul fatto che la texana Brittania Nicol è un roito. Meglio Honeysuckle Weeks che è simpatica e fa vedere le tette in quasi tutte le scene perchè è pagana e vuole il figlio del Sole, lei.
Comunque io non voglio sconsigliarvi di vedere The Wicker Tree. Vi ho avvertiti, sapete cosa aspettarvi, poi se vi fa vomitare sul proiettore non venite a dirlo a me. Io peraltro mi sono divertita, quindi magari anche voi. Dai che finalmente ho scoperto un “feelgood film” che non mi fa sentire scema. Niente di più, niente di meno.
DVD quote suggerita:
“Il “feelgood film” per non sentirsi scemi. Oddio che depre mi è venuta.”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
In pratica è “In ginocchio da te” con qualche omicidio e Christopher Lee al posto di Nino Taranto?
E io che aspettavo sto film da una vita… però lo vedrò lo stesso.
Il silenzio dei lettori è assordante…
Hunter: ma sì, veditelo (magari gratis), ti fai due risate senza pretese, poi ti spari in vena tutta la filmografia Hammer.
@cicciolina: io non so leggere (e per scrivere ho comprato uno stagista). Me lo canti?
Certo, Vinx. Pero’ col Christian rock non vado forte, ti va bene se ti faccio una cover techno-industrial?
ti mando subito una cassettina vergine
Ma tipo i due se ne vanno incontro ad atroce morte cantando “Cacca al diavolo e fiori a Gesù”? Perchè se è così lo guardo. Mi chiedo a questo punto però quando i tempi saranno maturi per un musical su Fratello Metallo che gestisce una Cristoteca…brividi in ogni dove…
@ Propofol: magari! In realta’ entrambi vogliono far vedere che non sono poi cosi’ scemi come sembrano, la sceneggiatura si arena, poi i pagani dimostrano loro che sono ancora piu’ scemi di quanto sembrino.
Comunque “Cacca al diavolo, fiori a Gesu'” la cantava il mio moroso di quando avevo 17 anni, che ora abita fisso nel reparto di Psichiatria dell’ospedale locale. Giuro.
@ Vinx: se vuoi te la incido su un vinile a forma di crocifisso.
I Cristiani Rinati… tipo Legrottaglie… molto più inquietante di Alice Cooper…
Fuori dal FrightFest tutto sommato la gente era soddisfatta. Magari delusi perche’ il film e’ leggerino, ma una volta capito che e’ volutamente cosi’ e che tutto sommato fa ridere erano tutti felici di considerarlo una cosa a parte e che quindi il ricordo dell’originale non fosse rovinato. E parlo di gente che non e’ in grado di apprezzare la demenzialita’ del remake ufficiale con Nic Cage. E’ quindi un peccato che per venderlo debbano spacciarlo per piu’ vicino all’originale possibile, con un fuorviante trailer serissimo e il titolo cambiato dal piu’ appropriato “Cowboys for Christ” ad appunto “The Wicker Tree”.
Ma quindi niente scene con le Api ???
http://www.youtube.com/watch?v=d4MqTCIDKhU
ah cazzo.. The Wicker Man con Nic Cage… veramente spazzatura quello… c’è poco da apprezzare…
Io credevo di aver recuperato tutte le recensioni del sito invece scopro con piacere che ce n’e’sempre qualcuna nascosta nelle pieghe spaziotemporali…