Intro with CASANOVA SYNDROME
1.
Quando ero piccolo mio padre mi regalò Heimdall 2. Ci giocai qualche settimana trovandolo discretamente carino. Alla terza settimana di sollazzo vidi malauguratamente una pubblicità di una rivista di giochi per computer: in allegato al numero in uscita, sarebbe stato dato in regalo proprio Heimdall 2. Provai profondo rancore per il genitore che mi aveva donato un gioco che a distanza di tre settimane era diventato un omaggio di una rivista. Non giocai mai più con Heimdall 2 considerandolo una poverata assurda di cui ancora oggi conservo intatti i floppy a memoria del fatto che “Sic transit gloria mundi”. (gioca e divertiti con Miike: sostituite a “Heimdall 2” il termine “Peter North”. Grasse risate per tutti)
2.
Giorni addietro sul sito del buon Farenz è comparsa la recensione, a opera di colui che chiameremo “il dr. Avo”, di una rivista di giochi per il computer. Allegato c’era un giochino che il recensore tacciò come “pessimo, ma visto che è in regalo non si può chiedere di più”.
Ora, lettori miei, vi chiederete tutti quanti: come farà il buon Miike a parlare di un film partendo da queste premesse senza che in lontananza si sentano distintamente gli stridii di unghie di gattini sugli specchi?
SIGLA
httpv://www.youtube.com/watch?v=gXSGZ9xlguU&feature=player_embedded#!
La lunga premessa, oltre a dimostrare che ero un appassionato videogamer (ora dopo anni di analisi ho fatto molti progressi. Gioco ancora, ma non ho più i sensi di colpa), mi permette di porvi la domanda amletica che mi costringe a tergiversare di fronte a questo Goblin, opera del 2010 firmata Jeffery Lando: il film, infatti, secondo IMDB è stato girato per la TV, pur tuttavia è uscito in DVD. Orbene questa è la domanda: su quale livello dobbiamo tarare le nostre aspettative nel momento in cui ci approcciamo alla visione di Goblin? Sul livello “lungometraggio passato dal computer dei montatori al cestone dei DVD” oppure “Piccoli Brividi extended version per la prima serata”? Insomma: il fatto che era una roba per la TV rende tutto più tollerabile o il fatto che sia stato poi dato alle stampe e abbia richiesto un esborso di denaro ai suoi fruitori oltreoceano alza l’asticella? No perché in un caso questo Goblin ne esce male. Nell’altro peggio.
Ma andiamo con calma e partiamo dalla trama.
In una ventina di minuti dall’inizio della pellicola veniamo a scoprire che nel 1800 una strega (alla quale hanno fatto il figlio alla brace) ha lanciato una maledizione sui paesani che le hanno tostato il piccolo. La maledizione si concretizza in un Goblin (da cui il titolo) che fa fuori tutti i bambini del paese e chi li ha malauguratamente toccati. E tutto ciò accade nelle 24 ore di Halloween. Con un salto in avanti del tempo troviamo una famigliola con neonato a seguito che si fa una tre giorni di ferie proprio in quel posto. Proprio durante Halloween. Ovviamente: a) i cellulari non prendono b) c’è il barbonazzo alcolista che sa tutto ed è l’eroe che li mette in guardia (peraltro una buona interpretazione mutuata dal La Caduta, se non altro per il tocco di classe del parkinsonismo).
Tutti ridono. E poi muoiono.
I rimanenti minuti sono una lunga corsa a ostacoli: ci troviamo infatti catapultati in una strenua battaglia contro il fast forward, lottando con noi stessi per tenere in vita una flebile speranza che “magari non è tutto come sembra”. Compagni di gioco: lo sbadiglio e la noia. In realtà tutto è proprio come sembra. Anzi peggio. Insomma: bodycount e happy end con ciccioli di maiale.
Lo script di per sé, pur portando in seno alcune incongruenze macroscopiche che se uno vuole fare il bambino pignolino può iniziare a inanellare “perchè?” al minuto 7 e finire sui titoli di coda. Perché se la strega è tanto potente non li ha fermati? Perché il Goblin se la prende anche con gli adulti? Perché il tipo scappa dalla volante? Perché… Qualcuno lo picchi per favore. Dicevo, lo script è tanto semplice che di grossissimi buchi non se ne presentano, in fondo gli sceneggiatori hanno solamente dovuto inserire in un’ipotetica timeline, il nome dei personaggi per decidere quando farli morire. Perché tanto muoiono tutti alla stessa maniera. E questo non è uno spoiler. O meglio, non lo è più della scritta “Purgathron” su una scatola di lassativo (ma in quel caso il finale potrebbe comunque riservare del thrilling in più rispetto a questo Goblin).
Andiamo avanti e parliamo degli attori che sono sostanzialmente un grande cast di gente recuperata dalla fila per il gettone di presenza per fare la figurazione in una puntata di Supernatural. Menzione d’onore per il protagonista maschile, Gil Bellows, un misto tra un prestante pornoattore anni 70 e il componente di un trio chitarra-voce-tromba messicano.
E poi? E poi niente se non degli effetti speciali sostanzialmente inguardabili: il GOBLIN è probabilmente un tentativo di riciclare malamente alcuni fondi di magazzino della produzione di Gremlins 2 aggiungendoci delle scarpe con rialzo (questa è una citazione). La CGI, che viene malauguratamente inserita sul finale, è una di quelle cose che gridano vendetta davanti a Dio e a Snakes on a Plane.
E qui torniamo alla domanda precedente. Il fatto che questo film sia stato girato per la tv è un attenuante? Non so e lo chiedo a voi perché c’è un’altra domanda che mi frulla nel cervello e cioè: cosa mi fa dire, di un film a low budget ricco di roba low budget che si vede lontano un miglio che hanno anche aspettato i saldi a prenderla, “è un film decente” e cosa, date le medesime condizioni, mi fa dire “tenetevene lontani neanche fosse la peste nera”? La trama? Gli attori? Il fatto che hanno dato il meglio con il poco che avevano? Insomma qual è la discrimine che mi fa salvare un prodotto come Drive-In Horror Show e che invece di questo mi fa dire “Ho visto di peggio: quella volta che mi sono alzato dalla tazza senza aver usato la carta”?
DVD-quote suggerita
Ho visto di peggio: quella volta che mi sono alzato dalla tazza senza aver usato la carta
Bongiorno Miike, www.i400calci.com
>> IMDb
Ricordati di Serse, lo splendido pappone. Però il goblin è carino.
Mah, bastava scrivere “É una merda”…
Heimdall 2. Preso su floppy in edicola in bundle con International Sensible Soccer. Praticamente ingiocabili, ma se lo dicevi all’epoca non ci facevi una bella figura.
Comunque, no: il basso budget o la destinazione finale del prodotto (fossero anche i monitor a circuito chiuso del McDonald) non giustificano l’essenza merdosa del prodotto stesso.
visto che a quanto pare sono l’unico ad averlo notato, lo condivido:
http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash4/308751_2272457262073_1567900746_32479419_3498826_n.jpg
“Karma is a funny thing”
Abraxas: per questo io ti amo.
Il_presidente: ricordi di gioventù
elblanco: no, non si poteva scrivere così. Bisogna motivare. Se no è solo aria fritta
grazie, ma preferirei che restassimo solo amici
Abraxas: come vuoi, però ieri non eri di questo avviso.
Credo che il paragone più calzante sia con Lui :
http://www.almightyphilly.com/wp-content/uploads/2011/01/ronjeremy1.jpg
I’ll just leave this here: http://www.youtube.com/watch?v=yFtFXEyCTMo&feature=related
@Naccio: grazie a te ho una nuova sigla. Comunque vorrei in questo spazio chiedere un minuto di silenzio per la prematura scomparsa di Pepy Rap.
@ Miike: ho letto della morte di Pepy e ti ho pensato.
Ma un po’ di Turi aka Calabro 9 no?
Non c’è paragone con quelli che ci hai proposto finora come sigla e serve pure una traduzione dal dialetto, ma almeno la galleria si risolleva un po’. Anch’io lo lascio lì http://www.youtube.com/watch?v=OEcKaIYU5Ps&playnext=1&list=PL83D9B85766038954
Gil Bellows una dozzina di anni fa era nella classifica mondiale di People dei sex symbol.Era il protagonista maschile delle prime stagioni del telefilm Ally McBeals..in cui faceva un avvocato rampante di successo.E’ incredibile quanto gli anni passino in fretta…
Dì la verità, inserisci le sigle perchè ci vuoi bbbbene e non vuoi che ci soffermiamo sui film?
@masso: che brutte cose che mi stai dicendo…
@Sidewinder: anche, ma soprattutto perché so che le amate.
Gil Bellows con quel cognome non poteva che essere un sex symbol.
In questo film sembra tutt’altro ma tutto sommato s’è conservato benino. Più o meno.
Lo ricorderò sempre per la dolce morte in aula, in Ally Mc Beal, dove per inciso era oscurato da Peter MacNicol e i suoi omaggi a Barry White.
Grazie per averci regalato Miguel Serse, comunque. Davvero.
gobliiin ;)
Ahahahahah…. anche io ho penato all’istante a “I’m just tryin’ to be a better person, my name is Earl”!!!
Gil Bellows… lo stesso cognome che Krusty il Clown usa come pseudonimo nell’ episodio dove fa finta di morire che è Rory B. Bellows. Casualità?