Amo i Q&A. O forse amo quelli del FrightFest. O forse quelli inglesi in generale, perché è l’educazione inglese a farmi inevitabilmente schiattare dalle risate. A un vecchio Halloween All-Nighter proiettarono un filmettino in anteprima mondiale, una cosetta talmente povera che decisi di non parlarvene tant’è che dopo tre anni non è ancora uscita da nessuna parte, e c’erano regista e cast in sala a presentare la cosa con la giusta dose di timida speranza. Poi il film infilò qualche maccosa di troppo e la gente iniziò a ridere in punti in cui non si sarebbe dovuto ridere. La differenza è che sapevano che regista e cast erano presenti, per cui la scena consisteva in qualcuno che ogni tanto scoppiava a ridere e immediatamente dopo diceva “sorry!”. Credo sia tuttora la mia esperienza cinematografica preferita di sempre, limoni esclusi.
Questo però non è successo a un Q&A, è successo durante il film. Però vi dà un’idea dell’aria tutto sommato amichevole e rispettosa che tira in queste occasioni. Per cui se tu, amico regista americano, ti presenti bello spavaldo con una commedia sugli zombi che in realtà è una storia d’amore su uno che deve riconquistare la sua ex, e ti ci presenti a Londra, con un certo Simon Pegg che stava in quella stessa sala e in mezzo allo stesso pubblico appena la sera prima, la cosa non passa liscia. Ma ti verrà fatto notare con educazione. Tradotto: alla fine di Deadheads la prima domanda dal pubblico, un’ancora di salvezza travestita da domanda retorica travestita da domanda normale e plausibile, è stata: “A quali film ti sei ispirato?”. Tutti in sala sapevano la risposta e aspettavano di vedere come se la sarebbero cavata i due registi, i Pierce Bros. (Bros. sta per “fratelli”, non so perché qualcosa mi dice che in questo specifico caso è opportuno sottolinearlo). E i Pierce Bros. hanno fallito, facendo gli gnorri e citando il solo Romero.
Ora: Deadheads, pur essendo sottotitolato “PURE NOI vogliamo il nostro Shaun of the Dead, cazzo”, è in realtà sufficientemente carino e diverso per starsene tranquillamente in piedi da solo. Parla di Mike e Brent, due sfigatelli americani che si risvegliano dal nulla nel bel mezzo di un’epidemia di zombi. La novità sta nel fatto che pure loro sono zombi, e per motivi che verranno più o meno spiegati dopo, sono gli unici zombi senzienti e parlanti del circondario. Ma Mike è morto proprio il giorno in cui avrebbe voluto proporsi alla sua morosa, e Brent non ha un cazzo da fare, per cui nonostante aver appurato di essere cadaveri da ormai tre anni, partono alla ricerca della suddetta morosa per vedere se questa cosa del fidanzamento è ancora fattibile. A loro si aggrega Cheese, uno zombi normale grosso e tontolone da loro addestrato come un cagnolino. Alle loro calcagna, due dementi buzzurri delle Forze Speciali che li hanno presi di mira.
Piccola premessa sui Pierce Bros. (nel senso di Brothers): trattasi dei figli di Bart Pierce, la cui carriera cinematografica consiste nell’aver creato gli effetti speciali di La casa ed essere perciò rimasto amico di Bruce Campbell il quale ha gentilmente concesso una quote (“Non sono Nanni Cobretti, ma a me è piaciuto”, Bruce Campbell). Ma trattarli da raccomandati non è giusto: Deadheads è effettivamente molto divertente, sfrutta a dovere la sua trovata di partenza sia con le ovvie gag fisiche sul decadimento che su situazioni azzeccate come quando i nostri cercano di camuffarsi tra umani assediati, e può contare su due protagonisti affiatati e in palla. Se fosse tutto così, sarebbe bellissimo e saremmo a cavallo. Il casino nasce quando l’influenza di Shaun of the Dead fa loro mettere in testa che il film ha bisogno di una morale romantica. E i fratelli Pierce apparentemente in vita loro hanno visto solo i film romantici sbagliati*, per cui la loro idea di love story consiste nel rispondere alla domanda “il tuo ex-moroso del liceo, che tu stessa avevi mollato e che è morto da tre anni, si ripresenta alla tua porta in evidente stato di decomposizione accompagnato da un altro zombi e da uno squadrone di polizia che gli sta puntando i fucili addosso: dopo quanti secondi gli metti la lingua in bocca?”.
Risultato: a venti minuti dalla conclusione ci viene introdotto un personaggio femminile il cui unico tratto caratteriale in sceneggiatura è “ottenere il lieto fine”, e il tutto viene affogato in melassa con una pretestuosità ai limiti dell’offensivo. Ed è un peccato, perché fino a quel momento – le scene con lo zombi Cheese su tutte – si era riso di gusto. Teniamoci Shaun.
DVD-quote:
“Fa ridere, ma anche venire il diabete”
Nanni Cobretti, i400calci.com
* come sarebbe a dire “quali sono quelli giusti”? Il ritorno dei morti viventi 3, tanto per cominciare.
Il ritorno dei morti viventi 3 è tanta tanta roba, prima che Yuzna si perdesse nel cloroformio.
Shawn dei dementi per me è nammerda, senza se e senza ma, condannato senza appello.
Questo lo vedrò per annegare ridendo nel finale saccarotico.
Perche’ tanto astio verso shaun of the dead? io mi feci grasse risate alla mia prima visione in tempi non sospetti di cult ( sara’ che prima mi ero preparato con la serie spaced di Wright e co ,consigliatissima!!)…missa’ che pero’ questo deadheads lo recupero..mi divertono sempre i movie wannabe sfigatelli..
Sempre meglio il diabete che la diarrea, no?
@slum king: non saprei, il medico costa piu’ della carta igienica…
@Pierino
per me un film horror che fa ridere è come una Nappa che ride di nascosto. Oppure è come Adkins maestro di pistole. Insomma qualcosa che mi fa tremare di rabbia e mi annoia subito. Poi, nello specifico, la comicità ghiozza di Shawn mi ha fatto ridere come un film di Ezio Greggio all’Imax. E sono girati come film del terzo mondo.
@Slum @Nanni
Bel dilemma. L’insulina è una rottura, sempre a farti come un tossico. Del resto la merda a spruzzo può rovinare una relazione, ma anche lì: ci sono farmaci appropriati. Tutto sommato meglio un film come il primo Reeker, che pone questi argomenti in chiave carpenteriana, senza tralasciare un B-side nispeliano, e una punta di azionismo viennese (il frullino in culo alla tipa che sta cagando). A proposito: io ancora aspetto che qualcuno raccolga il guanto di sfida e trovi il coraggio per una rece.
harry, che shaun non ti abbia fatto ridere ci sta, ad ognuno il suo, ma che sia girato di merda la devi spiegà.
questo però non mi tira una fava.
@Piotta
Maddai..Greggio?…quello e’ orrore e raccapriccio puro!!
Quoto udokier …facce capi’!
(nap-nap, nap-nap)
Scusate il ritardo ma ieri sera ho cucinato fino a tardi e il delay si è fatto sentire.
@Udo @Pierino
Posto un link di riferimento con un riassunto del film:
http://www.youtube.com/watch?v=XWw9vE39IGc
E preciso: smorfie degli attori, trucco degli zombies, battute: tutto porta dritto a Greggio. Sono indizi, ma vanno tutti nella stessa direzione.
Non solo: c’è una facilità di fondo, una semplificazione logica (e materica), che porta dritto dritto alla facilità con cui Tomba spaccava vetrate a colpi di schiena in Alex l’Ariete.
Shawn è il film di Alvaro Vitali in versione Swinging London, cioè senza Alvaro perché ricollocato in una “cultura popolare” di fondo diversa: al posto delle tette della Fenech, ci sono gli zombie; al posto degli sfigati all’italiana ci sono quelli alla british.
Per me: teniamoci la Fenech.
(nap-nap, nap-nap)
Penso che Shawn sia come Hot Fuzz, guardabile solo se, si una un minimo di conoscenza di usi e costumi british, è in lingua originale, te lo vedi aggratis senza impegno su Film4.
Se anche solo una di ste condizioni viene a mancare, inevitabilmente risulta una merda inguardabile, soprattutto se doppiato in italiano quando,anzichè avere una banda di coglionazzi all’inglese, diventano dei nerd irritanti da ammazzare sul posto.
Se un genuino “fuckin'”, viene sostituito da roba di una sfiga di prim’ordine tipo “cazzarola” o “merdina”, (che non so chi usa ancora tranne forse qualche testimone di geova) è ovvio che ti viene da spaccare tutto e maledire quella cazzo di isola e i suoi film merda.
Voglio vedere come si potrebbe mai apprezzare anche un Attack the Block se, anzichè avere il classico slang stronzo londinese ci fossero le stesse voci da eunuchi che hanno in dragon ball o inspector gadget
Ad onor del vero, i films io li vedo in lingua originale.
Tranne quelli italiani, che li preferisco sempre doppiati in inglese.
Non chiedetemi perché.
Ma i film italiani NON vanno mai visti a prescindere tranne vecchi horror storici o un paio di film di guerra particolarmente meritevoli (anche se notevolmente fiacchi).
Tutte le porcate pseudo politiche, coppie in crisi e buonismi vari sono da bruciare, non si salvano nemmeno quei tentativi di raccontare i GGiovani evitando troiate da notte prima degli esami.
This Is England si mangia vivi i vari jack frusciante, radio freccia, da 0 a 10 ecc.
Se li mangia tutti i nostri titoletti di merda e lascio immaginare cosa si pulisce con quelli di moccia e poverinate varie
allora anche l’armata delle tenebre fa ridere no?
dai shaun è oggettivamente un bel film..
edgar e simon sono una gran accoppiata..
è la solita storia.. come per i nirvana\corvo…
quando questi vengono apprezzati anche dal tuo odiato vicino di casa gabber allora inizi a schifarli.
inutile fronteggiare il cuore di pietra nera di Nanni.
a me è piaciuto, e poi ho fatto colpo con la protagonista e questo lo fa diventare il film dell’anno.
(più o meno)
Shaun è un filmone… trasuda inglesità e presa per il culo della stessa (le mazze da cricket, la collezione di dischi, l’atteggiamento dei personaggi). Se non si conoscono certe cose e atteggiamenti inglesi è inutile guardarlo. Se ti stanno sulle palle gli inglesi a prescindere è inutile guardarlo. Se, considerate queste cose, non si ride e non ne si riconosce l’originalità perchè “un Horror non può fare ridere” (mica solo l’Armata delle tenebre… tutta la trilogia della Casa fa ridere parecchio, slapstick horror allo stato puro) meglio lasciar perdere. Detto questo è inutile non riconoscerne la rilevanza in termini di originalità se si parte da presupposti di totale ostracismo nei confronti del prodotto.
@Schiaffi: è piuttosto chiaro che tu se vai al cinema o guardi un film di un certo genere NON vuoi ridere, che le contaminazioni o i sottogeneri non ti pigliano (come per il torture). Semplicemente non guardarli perchè paragonarli a Greggio è solo ed esclusivamente voler dire qualcosa di veramente cattivo su qualcosa che non ti è piaciuto. Il paragone non regge, soprattutto a livello produttivo, tecnico e di recitazione.
@Mki: io sono contento se iniziano a piacere a chiunque (anche al nazi-gabber della porta accanto)… ho imparato a vivere meglio quando ho iniziato ad accettare il fatto che i film non li prodocuo solo per me e pochi eletti…
Questo Deadheads a me ispira abbastanza…
scucami schiaffi non sei stato tu a paragonarli a Greggio….
@Bruce
giuro sul tunnel che collega Ginevra al Gran Sasso, che non ho mai e poi mai incontrato un gerbillo indisciplinato e saccente come te.
Io dico una cosa e tu capisci l’opposto e mi critichi non per quel che ho detto ma per come tu lo hai capito, cioè male. E in più non hai manco il coraggio di rivolgerti al tuo interlocutore con la @.
Io sono venuto su a pane e film cinesi. E di Hong Kong. E giapponesi. E americani. Quindi di XXXità ne so a pacchi. E non mi disturbano: anzi, mi garbano le XXXità. E quindi anche quella British, l’ingles-ità. Ma questo non mi impedisce di affermare che l’approccio di Shawn al concetto sia da dementi (come infatti hanno pervicacemente tradotto in italy): sia in termini di inglesità sia in termini di horror. E poi mi tiri fuori l’Armata ? e Evil Head ! Ma per sette cazzi spappolati ! Che paragone è ? Minchia: lo so anche io che fanno ridere e sono horror quei 3 film di Raimi, ma mi sembra evidente che si pongano ad un livello di pregio formale abbastanza elevato, ovvero che ci sia un pò la differenza tra un film della Asylum e una megaprod. targata Hollywood, con in più tante tante idee, che al Greggio di Shawn non sono venute.
Ecco, siamo arrivati a paragonare Raimi a… boh, non so manco come si chiama, ah sì l’Ezio Greggio degli horror demenziali inglesi. Uno che fa recitare gli attori come dei cani, uno che quando guardi il suo film Shawn pensi: ma è il backstage ! ho sbagliato nel menu de DVD.
Poi ti rendi conto che è la verità: il film senza inquadrature, senza montaggio, e anche senza zombie. Perché gli zombie sono meglio di così. Credimi.
Tecnicamente assente, recitato urlando dal canile rionale, filmato in modo sciatto e superficiale, è in realtà il backstage del film, che nessuno ha mai visto.
@harry: avevi mai discusso cosi’ animatamente di un film che non hai visto? Vai avanti che e’ intrigante :)
@Harry:
Saccente e soprattutto indisciplinato… sì lo puoi dire, lo puoi dire alla grande.
xxx per me vuol dire due cose: porno e Amsterdam. Tutto il resto è far finta di essere estremi e usare 3 x per farsi fighi.
Te lo dico, da fan di Bruce: nella Casa recita di mmmmerdisssima. Anzi non recita, ma vabbè.
Ok, parliamo di xxxità uscendo da ciò che intendo tu per xxxità: l’inglesità sta all’opposto totale dell’xxxità. Nulla di più lontano dall’americanità e da Honk Kong. Poi vabbè, se sai di tutte le -ità del mondo possiamo anche non parlare. Io non so di tutte le -ità del mondo purtroppo. Dell’inglesità qualcosa so anche se non vivo in Inghilterra lavorando quotidianamente con inglesi purosangue: Shaun (perchè, cazzo, si scrive Shaun visto che in Inghilterra la gente si chiama Shaun e non Shawn) è la quintessenza dell’essere inglesi ed è la descrizione esatta di quello che farebbero degli inglesi se accadesse ciò a casa loro: non se ne accorgerebbero.
Comunque, non ho paragonato la trilogia di Raimi a Shaun, ho solo detto che entrambi fanno ridere, che si può fare un horror che fa ridere, o, meglio, che nessuno dei due è film horror. Shaun è apertamente una commedia peraltro…
L’aspetto tecnico non lo commento, non so, non sono un regista, un operatore, ecc.. però conosco registi che non hanno avuto nulla da eccepire sul film. Dire che è recitato male mi pare assurdo, io non l’ho visto per nulla recitato male, anzi…
Comunque, questo film era in una mia cazzo di tesina assieme a Six Feet Under, i Radiohead e Buffy l’ammzzavampiri quindi ci sono particolarmente legato, sono pronto a combattere con mazze da cricket e vinili per difenderlo alla morte!
Ps. io leggo te, poi leggo me e traggo due conclusione: io sono decisamente più fastidioso, antipatico, arrogante e aggressivo ma tu sei anni luce più vittima del saccentismo imperante…
@Bruce
Ma quei tuoi amici nulla aventi a che ridire, erano per caso i Vanzy Bros ?
Shawn invece di Shaun: non sarà perché ho fuso la parola con Yawn (sbadiglio)? No, dai, non dirmi che non l’avevi capita :)
“il film senza inquadrature, senza montaggio… tecnicamente assente, recitato urlando dal canile rionale, filmato in modo sciatto e superficiale”
Però se uno (chiaramente) non ha mai fatto un’inquadratura in vita sua, pure se ha visto paccate di film, magari potrebbe risparmiarsi certe considerazioni insensate.