Maledetto Chillerama! Chillerama è un film di cui non vi parlerò. È un raccolta di quattro episodi diretti da Adam Green, Joe Lynch, Tim Sullivan e Adam Rifkin che pretenderebbe di resuscitare le belle antologie di una volta e l’atmosfera da drive-in, infilando un episodio più fiacco e supponente dell’altro. E non ve ne parlerò perché sono uscito dalla sala dopo un episodio e mezzo, che però diventano due e mezzo su quattro se si conta che quello di Adam Green ci era già stato proiettato in anteprima l’anno scorso. Magari l’episodio mancante – quello di Joe Lynch – era un capolavoro, ma perché rischiare quando l’alternativa era dormire? Al massimo me lo tengo buono per quando Miike mi fa una cazzata.
Comunque: ve lo cito qua perché per colpa sua non posso urlare “le antologie sono tornate!” quando invece questo The Theatre Bizarre, prodotto da quella Severin Films che finora era specializzata nella distribuzione di cult dvd, mi era piaciuto. Certo che il titolo è bello impegnativo, eh? Però per me è tutto a posto nel momento in cui lo Zio Tibia narrante di turno mi viene interpretato da Udo Kier truccato come Zed della Carrà. Al ché la mia idea migliore è quella di farvi una mini-rece di tutti gli episodi in fila.
Episodio 1! Si chiama The Mother of Toads ed è diretto da Richard Stanley, che non lo si sentiva più nominare dai tempi di Demoniaca e che onestamente pensavo fosse morto visto che l’hanno accreditato fra gli sceneggiatori di Imago Mortis e lui non ha fatto nulla per smentire. O forse semplicemente non lo sa. Comunque: con tutte le cose che potevano venirgli in mente, se n’è uscito con questa cosa a metà tra Lovecraft e Fulci in cui una coppia di turisti americani in Francia visitano un mercatino di quartiere e si imbattono in Catriona MacColl in persona che promette loro una copia del Necronomicon. A lui viene una fotta esagerata, a lei invece non gliene frega un cazzo. Catriona pretende che in cambio del Necronomicon le venga praticato il sesso: lui acconsente e ciò si rivelerà un’irreparabile cazzata. Stanley se la cava niente male, si vede che è ispirato ma si vede anche che la mano non è più quella di una volta e la fotografia digitale ammazza tutta l’atmosfera. Peccato, perché c’era del bello.
Episodio 2! Si chiama I Love You ed è diretto da Buddy Giovinazzo, che i più attenti di voi ricorderanno come autore di Combat Shock, forse il vero capolavoro dalla Troma. Si narra di un marito zerbino che viene mollato dalla moglie, la quale probabilmente non l’ha mai amato e ora è talmente esasperata che non ha problemi a descrivere nei dettagli quanto la loro storia sia irrecuperabile. Ma lui oltre a essere lo zerbino definitivo è anche un depressone di quelli molesti, ed è dura convincerlo che non deve più rompere i coglioni e contemporaneamente evitare di stuzzicargli istinti violenti. Buddy è in formissima, e in queste storie di psicopatici ci sguazza e si vede: è tutto ambientato in una sola stanza, ma i dialoghi sono incalzanti e la situazione disagiatissima. Una chicca.
Episodio 3! Si chiama Wet Dreams ed è diretto dal leggendario Tom Savini. Che non è un esordiente, ma non è nemmeno regista di mestiere ed è un peccato perché la storia era potenzialmente fighina: in pratica ci sono sempre marito e moglie che non vanno molto d’accordo, ed entrambi iniziano a urlare “Inception Puppami La Fava” e fare sogni dentro ai sogni in cui si torturano a vicenda fino a quando il sottoscritto Nannibal Pericolo Cobretti non decide che è il caso di smettere di provare a capirci qualcosa. Non rende come dovrebbe, ma ciò non intacca la nostra stima del Tom.
Episodio 4! Si chiama The Accident ed è diretto da Douglas Buck, che non conoscevo. Il concept manderà in sollucchero quegli impostori tra di voi che ci leggono anche se in realtà ai fiotti di sangue preferiscono le cose tenere e sensibili. In pratica ci viene mostrata una madre che, prima di addormentare la figlia, cerca di spiegarle il concetto di morte mentre in lampi di flashback riviviamo il violento incidente stradale a cui hanno assistito nel pomeriggio. È tutto molto etereo e sommesso, e funzionerebbe anche bene se solo non avessero comprato il cervo morto al reparto peluche di Toys’R’Us.
Episodio 5! Si chiama Vision Stains, e il regista Karim Hussein è un pazzo agitatissimo che nella vita ha fatto il direttore della fotografia di Hobo With A Shotgun. Si tratta di una sottospecie di versione malata/casalinga di Strange Days in cui una tipa uccide barboni/drogati/zoccole per prelevarne il liquido delle pupille, iniettarselo nelle proprie e rivivere così i ricordi altrui. Il tutto narrato da una fastidiosissima voce fuori campo che spiega tutto per filo e per segno a prova di imbecilli. Al punto che mi sono detto “tanto vale che chiudo gli occhi, magari in un certo senso è pure un metaforone voluto”, e ovviamente mi sono addormentato e svegliato sull’ultima inquadratura. Non giudicabile. Sorry.
Episodio 6! Il ritorno dello Jedi. Sto scherzando, si chiama Sweets ed è diretto dal capo della Severin Films in persona, David Gregory. È l’episodio più matto e psichedelico di tutti. In pratica è un grosso metaforone grottesco e surreale in cui lei, bella, impassibile e truccata troppo, molla lui, brutto, disperato e conciato malissimo, dopo una breve ma intensa storia passionale basata sul comune feticismo per i dolci. Il tutto si conclude con un’orgia in vago stile Society in cui lui è la portata principale. Meraviglioso. Citerei Greenaway, se solo avessi mai visto un film di Greenaway in vita mia. Per cui accontentatevi di Society.
E come nelle migliori tradizioni, anche l’episodio-cornice con Udo Kier, diretto da Jeremy Kasten, ha un finale tutto suo.
Io mi sono divertito, ve lo consiglio.
DVD-quote:
“Quando Udo Kier narra, bisogna stare zitti ed ascoltare”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Catriona McColl è ancora in carreggiata? Cribbio, stima!
Avrà quasi sessant’anni…..
Comunque urge post di Dolores, in cui Norman racconta com’è lavorare con Udo Kier in questa cosuccia a cui manca giusto il parrucchino medievale di Nic Cage.
(http://www.imdb.it/title/tt0768222/)
Catriona McCall, Richard Stanley e soprattutto Buddy Giovinazzo… hai nominato tre nomi che pensavo fossero scomparsi da vent’anni, ed invece me li ritrovo tutti insieme nello stesso film! Solo per questo necessita di una visione, anche se gli horror a episodi mi hanno sempre lasciato un pò freddo… Ma com’è Catriona, dopo tutti questi anni?
è Lady Oscar, come volete che sia, è un cartone animato: non invecchia mica.
Però Hussain dovrebbe piantarla con la regia e darsi definitivamente alla direzione della fotografia.
“Subconscious Cruelty” e “La Belle Bete” erano cacate spaventose!
Per il resto, mi basta che ci sia Udo Kier e lo vedrò a prescindere.
ATTENZIONE
è appena iniziata su iris la puntata dell’a-team con hulk hogan guest star che combatte contro big john stud e mr t a bordo ring che fa il tifo con la maglietta rossa hulkmania
stappate una birra in 5, 4, 3, ….
l’ho iniziato a vedere ma mi sono fermato dopo la doppietta 4&5 episodio e l’incipit del 6° perchè stava diventando troppo pretenzioso e stucchevole con una vena autoriale preoccupante.
conto di finirlo perchè i primi 3 episodi e quello di cornice non mi stavano dispiacendo.