Io voglio bene a Guillermo del Toro. Un anno – il 2006, se non ricordo male – ero al Festival di Venezia. Una mattina alle ore 9,00 mi sono catapultato a vedere un western polacco. Il titolo era Summer Love. Il regista tale Piotr Uklanski. Il produttore? Val Kilmer. True Story. Proprio lui, il gonfissimo Val, che per altro s’è pure ritagliato una piccolissima parte muta (un cadavere). In sala a vedere quest meraviglia eravamo in pochissimi. Io ero in compagnia del mio amico Tommasotty Salt N’ Peppa. Eravamo tutti contenti perché per noi, leggere su un catalogo cose come “western” + “Polonia” + “Val Kilmer”, equivale alla felicità. Poi – incredibile, amici! – il film si rivelò una merda. Ma noi c’eravamo. Cosa c’entra Guillermo del Toro? Era l’unica altra persona in sala che sembrava divertirsi. Era lì anche lui per il western polacco con Val Kilmer, da solo, alle nove del mattino e se la rideva alla grandissima. Che simpatico amico diversamente magro!
Poi ovviamente gli si vuole bene per i film che ha fatto. Vogliamo stare qui a fare la lista? Troppa roba. Dico Blade II e ci mettiamo l’animo in pace. Da un po’ di anni a questa parte poi – quando insieme a Alejandro González Iñárritu e Alfonso Cuarón era finito agli Oscar e tutti hanno fatto uscire la notizia: “Ecco i volti del nuovo cinema del Sud America!” – gli vogliamo anche un po’ bene come produttore. Grazie a lui ci siamo visti tra gli altri El Orfanato e Los Ojos de Julia. Insomma, un bell’omarino di cinema. Guillermo del Toro ci sta simpatico anche perché è tra i pochi che riesce a fare cose di genere sia con Hollywood che con “il piccolo cinema europeo, quello delle idee e non quello degli effettoni speciali che quei cattivoni non hanno cuore e si sono presi tutto!”. Lui, giustamente, non fa di queste distinzioni: sa cosa gli piace e tenta di farlo al meglio a secondo del tipo di produzione che si trova davanti. Anche da produttore è riuscito a imporre un suo gusto personale, un immaginario che sta ridefinendo il genere in questi ultimi anni: horror familiari con molti elementi del vecchio cinema gotico.
La sua ultima creatura è questa ricca produzione che va sotto il nome di Don’t Be Afraid of The Dark. Cast di prim’ordine (Guy Pearce più Katie Holmes che, fun fact, fa ancora l’attrice) e un regista protégé del Guillermo stesso. Parliamo di tale Troy Nixey che ha alle spalle un corto, a metà strada tra animazione e live action, che si intitola Latchkey’s Lament (a giudicare dalle foto, un bel rip off dell’immaginario di Del Toro, che pare abbia gradito). La storia è questa: dopo un prologo che è la cosa migliore del film (è che comunque è una cafonata senza se e senza ma), scopriamo che Guy Pearce e Katie Holmes sono insopportabili. Sono fidanzati e stanno in una vecchia casa/castello tutta spaventosissima. I due la vogliono ristrutturare per poi venderla a Charles Widsmore di Lost. Mentre sono lì a fare quelli insopportabili, vengono raggiunti dalla piccola figlia di lui, Sally. Sally è una delle più stereotipiche bambine mena iazza che si siano mai viste al cinema. Capelli neri, faccetta sempre tra il triste e il preoccupato, passa il suo tempo a disegnare delle spirali nere su un blocco di carta. Parla con un filo di voce, piglia strane pilloline a sei anni, si lamenta più di mia nonna che di anni ne ha 96 e dopo quattro minuti che è arrivata è già lì a dire: “Voglio tornare a casa dalla mamma! Qui non mi piace!” e fa la faccia di una tutta preoccupata. Certo, chiunque non sarebbe felicissimo di dover passare la vita con Guy Pearce coi capelli leccati da un cavallo e scoprire che adesso ti devi far andare bene Katie Holmes con la faccia di cera come nuova mamma. Ma Sally lo vedi da distantissimo che mena una iazza senza precedenti.
E infatti Sally dopo pochissimo trova una cantina nascosta dove c’è una specie di stufa tutta brutta. Guarda tutto con il suo solito fare preoccupato, avvicina l’orecchio e sente: “Saaaaaaaaaaaaaaaally… mò sono cazzi tuoiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!”. Poi passiamo attraverso la fase “Guy Pearce, tua figlia che mi sembra una patatona, non mi accetterà mai come madre 2 e infatti s’è inventata una cazzata tipo che in casa ci sono degli esseri bizzarri che fanno le marachelle. Invece, secondo me, è lei che è una povera pazza di sei anni!”. Già perché la questione FONDAMENTALE di questo noiosissimo film, è che la casa castello tutta guglie e stanze buie e scantinati e porte che sbattono in profondità di campo una volta che tu hai dato loro le spalle e giardini con le fontane tutte piene di muschio, è piena di… rullo di tamburi… Rubacchiotti.
Vi ricordate I Rubacchiotti? Un bel film inglese del 1997 diretto da Peter Hewitt, aka un genio che ha fatto un capolavoro come Bill & Ted’s Bogus Journey, che racconta dei Borrowers. I Borrowers, o Rubacchiotti, sono dei piccoli esseri che vivono tra i muri e che ti nascondo le cose. Avete presente quando non trovate più gli occhiali da sole e siete lì a dire: “Ma come? Li avevo proprio messi qui! Ma com’è possibile?”. Ecco, non li avete persi voi! Sono stati i Rubacchiotti! Qui in Don’t Be Afraid of The Dark la gag è più o meno la stessa: nella casa gotica ci sono degli esserini che ricordano un po’ delle talpe, ma con il pollice opponibile, che vanno ghiotti di denti di bambini. Sì, avete letto bene, cari amici che in un blog di cinema cercate qualcosa in più di una semplice riproduzione di un comunicato stampa. I Rubacchiotti di Don’t Be Afraid of The Dark sono delle mini talpe nude, col pollice opponibile, che vanno ghiotte per i denti dei bambini. Vengono fuori solo col buio, hanno paura della luce, non si fanno vedere da nessuno e fanno delle cose tutte matte. Perché? Boh. Interessa a qualcuno? Sadly no.
E quindi tutta una lunga serie di sequenze dove la povera Sally finisce da sola in una stanza della casa castello e, così, POC! salta la luce e lei rimane da sola e arrivano questi cazzo di Rubacchiotti che, oltre a tenere in mano delle piccole armi come dei rasoi, delle forbicine e dei coltellini, non fanno nulla. Cioè, alla quarta volta che sono in 300 sopra una bambina di 6 anni e non le fanno nulla, ti viene anche un po’ il sospetto che non sappiano bene cosa fare per soddisfare la loro fame di denti di pargolo. Dopo pochissimo il tutto ricorda sempre più da vicino una strana commedia degli equivoci: la bambina viene attaccata dai Rubacchiotti, nel momento in cui arriva qualcuno di grande nella stanza a vedere perché questa povera pazza sta urlando come un’ossessa, ovviamente dei Rubacchiotti non c’è più traccia e lei è in situazioni quantomeno imbarazzanti. Potrebbe anche essere divertente descritto così: in realtà – magari è un problema mio – non c’ho visto la minima traccia di ironia o umorismo. La sequenza della cena con gli amici, con la bambina che agita una polaroid dei Rubacchiotti che scorrazzano sotto il tavolo nell’indifferenza più totale è piuttosto paradigmatica. Non sapendo poi come giustificare la presenza dei Rubacchiotti e le loro insensate azioni, il film procede totalmente alla cieca (che sia sottile metafora della condizione di simil cecità in cui vivono i mostri?) per i canonici 90 minuti, gettando lì poi dei Maccosa a vanvera e un finale che grida vendetta. Cose importantissime da ricordare! Trattasi di un remake di omonimo film TV inglese del 1973.
DVD Quote:
“Colta citazione de l’indimenticabile I Rubacchiotti!
Grossa noia e risate involontarie a palate!'”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
BONUS: il vero Trailer
httpv://www.youtube.com/watch?v=mXbWDHrrr-4
Guillermo “Mimic” Del Toro ?
Un genio. In senso mimico.
Del resto, inquadrare la Mira Sorvino dei tempi d’oro soltanto dalla vita in su, eh, mica è da tutti.
Look dark patinatissimo e una Katie Holmes insopportabile.
Il Tv movie gli mangia in testa.
Casanova non ci lasciare così nella disperazione, dacci oggi il nostro pane quotidiano! O come lo chiami tu “dei Maccosa a vanvera e un finale che grida vendetta”, magari sotto spoiler, sono proprio curioso di sapere come finisce la tragedia, tanto non alzo il culo per andarlo a vedere!
del toro deve iniziare a pensar meglio a cui dare i soldi e legare il propio nome…già quello dei cechi faceva ca**rissimo,splice appena passabile mentre orphanage non era male…
Katie Holmes? Secondo me è finita lì dentro come obolo per fare At The Mountains Of Madness con Tom Cruise. Pensa te che (doppia) inculata.
Anni fa ci stava una che si chiamava Katee Holmes e in pratica era una teen che voleva fare un porno.
C’era anche il countdown sul suo sito ma l’altra holmes, la casalinga annoiata, ha smattato e la produzione s’è bloccata.
Per ben 2 volte ho visto quel cazzo di countdown arrivare allo 00.00.00 per poi ripartire nel suo inutile loop.
Ecco, da allora la holmes, quella noiosa, mi da un senso di farstidio che nemmeno l’erpes e una sensazione di inutilità che nemmeno le vecchie 500 lire riescono a raggiungere.
A testimonianza di tutto, per chi si fosse distratto allego documento:
http://www.popcrunch.com/katee-holmes-has-a-homepage/
A riprova che in sto mondo ce l’ha vinta sempre la gente il piu’ noiosa possibile.
Mi chiudo nel mio cordoglio.
ma sta per nascere il filone “Rubacchiotti”??
pure Arrietty dello Studio Ghibli.. mah
comunque non so perchè, mi è venuto in mente un film che ho visto da piccola (e che non c’entra nulla)
http://www.ilcancello.com/film-horror/8121-l-occhio-del-gatto-lewis-teague.html
Mi sei molto piaciuto Schiaffi.
bravo.
@Schiaffi
forse ci resta una possibilità di rivalsa, ossia il film “Sari Cruise is pregnant”.
lo sapete che un giorno Suri sarà la nostyra indiscussa regina, vero?
http://www.youtube.com/watch?v=51LwXpBL3J8
ma c’è anche chi sta cercando di fermare tutto questo
http://www.youtube.com/watch?v=QY4VSOmks9w
Mi sono documentato.
In pratica, la Holmes che vorremmo vedere morta ammazzata ha rotto i coglioni all’altra Holmes, così tanto da far annullare tutto quel ben di dio di progetto.
E qui scatta il dubbio: non si poteva semplicemente cambiare nome e fare lo stesso quel cazzo di video dato che ci teneva tanto?
Mi puzza di rincoglionita che fin dall’inizio non avrebbe fatto niente e che ha cercato solo notorietà. Un’altra tacca si aggiunge alle mie delusioni…
Bè, se fosse stata in italia, adesso ce la troveremmo ovunque, pure a passarci la carta nel cesso.
Le volte che per disgrazia vedo suri mi viene la voglia di passarle sopra con l’auto.
Piu’ volte.
La mia speranza è un pò diversa: ossia che Suri intraprenda la strada della figlia di Morpheus. Eh sì, perché in casa Fishburne qualcuno ha voluto dimostrare di poter fare la propria carriera “on her own”. Da cui una bella clippetta che la famiglia Fishburne si guarda ogni festa comandata, dopo cena. Peccato che Montana (nomen omen caro Lawrence! ma come ti è venuto in mente di chiamarla così) non abbia sintonizzato Rai 2, ma solo Rai 1. Comunque uno spettacolo edificante. Sulla scia di Paris e Kim: solo che i loro sembravano video rubati, quello di questa geniale fanciulla no.
Ecco, l’aspettativa è che Suri per vendicarsi di non poter fare la prima mastoplastica addittiva a 13 anni, giunta a 18 si lanci nel Business, sintonizzandosi solo su Rai 2 e con i Brothers a reggere l’antenna: il film dovrebbe intitolarsi La capanna dello zio Tom.
@Harry: un Black on White, insomma.
notato che la musica di sottofondo del trailer di borrowers è la stessa di Hook?
—> http://www.youtube.com/watch?v=ip-ubq5HwpY
casanova ti faranno causa:
http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTzwAwO73j24XWNatdhyoTWtZSo9oRr5npttACcvoKbrckpzBvOiw
Gugliemo Del Torro per me è uno dei migliori genio degli ultimi 20 anni, si vide che questo è un esperimento non riuscito.