Magari qualcuno si è chiesto come mai ci abbiamo messo tanto a parlare di questo, e la ragione è che abbiamo un piccolo conflitto di interessi. Dovete sapere infatti che in origine The Woman si doveva chiamare The Intern, ed era la storia autobiografica del nostro valoroso stagista Bongiorno Miike. Vedete, Miike è scrittore di grande raffinatezza ed esperienza, e l’idea della metafora per cui lui è rappresentato da una donna e la redazione dei 400 Calci è un’apparentemente tipica famiglia della provincia americana comandata da una carismatica figura autoritaria è tutta sua: non è un modo vigliacco per camuffare i fatti realmente accaduti (quelli sono rimasti più o meno invariati), ma proprio la sua sensibilità di autore intelligente conscio del fatto che a volte una favola sa essere più efficace di un documentario. Dovete anche sapere che quando l’ho
catturato assunto gli ho bruciato i documenti, per cui ora risulta clandestino e non può incassare regolari buste paga, e tantomeno royalties, che è il motivo per cui affidammo il suo manoscritto a Lucky McKee, il quale con grande entusiasmo l’ha girato all’esperto di horror domestici Jack Ketchum, e insieme ne hanno tratto un libro scritto in coppia – scaltramente spacciato come terzo capitolo della saga di Off Season e Offspring – e poi questo film.
Prima di passare alla rece voglio farvi vedere un paio di filmati girati durante la prima del film al Sundance Film Festival. Forse li conoscete già. I protagonisti sono i genitori di Bongiorno Miike, il signor Patton e la signora Mignola, e in particolare il padre comprensibilmente scosso. Eccoli:
httpvh://www.youtube.com/watch?v=hqrrxJtcVPM
httpvh://www.youtube.com/watch?v=o3lUAZLB4JY
Apro una parentesi: (mi viene in mente che una volta ero al cinema a vedere Tre uomini e una gamba, e durante l’intervallo un tizio si è alzato, ha urlato “Bravi, voi ridete, ma fuori c’è la disoccupazione!” e poi se n’è andato, giuro, chiudo la parentesi). Detto questo, sicuramente vi siete fatti la vostra idea sul fatto che siano fake o meno, e io vi invito a a) andarlo a chiedere di persona ai poveri coniugi Miike, razza di cinici insensibili, e b) riflettere. È il Sundance. È pieno di mollacchioni che si commuovono davanti a Little Miss Sunshine. Persino al FrightFest ho visto uno uscire a vomitare durante Martyrs, anche se quasi sicuramente è perché aveva bevuto, quindi figuratevi li.
Bon, ora passiamo al film. Lo descriverò in modo imparziale, come segno delle mie migliori intenzioni nei confronti dei miei dipendenti.
Trama! L’avvocato di provincia Chris Cleek (Sean Bridgers), durante una battuta di caccia in solitaria, trova una donna selvaggia – immaginatevi Michelle Rodriguez appena sveglia – che si sta nutrendo di pesci vivi catturati a mani nude in un ruscello. Si arrapa immediatamente, la cattura, la lega allo scantinato e – qui la prima mossa imprevedibile – la presenta subito all’intera famiglia. Quello sarà il loro “progetto” per le prossime settimane: rieducarla e reintegrarla in società come una vera signorina, con le buone o le cattive. Il fatto è che in famiglia da Chris non se la passano benissimo: la figlia maggiore è in piena crisi di insicurezza adolescenziale, quello di mezzo in fase di distaccata apatia con tendenze vagamente psicopatiche e la minore troppo piccola per rendersi conto di qualsiasi cosa, e la moglie è Angela Bettis. Pur con svariate, grosse perplessità, tutti si adeguano ai voleri dell’uomo di casa. E, puntuale e inevitabile come il Disco Samba a Capodanno, scatta il degenero.

Pollyanna McIntosh nella sua celebre imitazione di Michelle Rodriguez appena sveglia
The Woman parte da premesse stile extreme My Fair Lady e, tra una fuorviante canzoncina indie e l’altra, si sposta gradualmente dal modo brutalmente inoppurtuno con cui la famiglia Cleek conduce il suo esperimento alla famiglia Cleek stessa, meno normale di quanto dia a vedere da fuori, ma fin troppo credibile. Funziona tutto alla grande per quei lunghi tratti in cui pare di assistere al lato oscuro di una puntata dei Simpson/Griffin: un padre arrogante e follemente convinto di un’idea balzana (quindi magari più Peter che Homer), con scarsa cognizione di ciò che sta facendo ma illuso che sia la cosa giusta; una pseudo-Marge troppo debole per opporsi, una Lisa cosciente della situazione ma impaurita e anch’essa impotente, un Bart che inizia a dare i primi segni di gravi psicopatologie e una Maggie ignara/indifesa. Poi si alza il tiro, l’arroganza e la misoginia di Chris raggiungono livelli terrorizzanti e la faccenda si fa disagevole sul serio: più delle torture alla donna che tiene nello scantinato, bruciano quelle soltanto un pelo meno esplicite a tutte le donne con cui ha a che fare. La regia non si tira indietro davanti a nulla in quanto a brutalità, e anche se in quanto a gore rimane tranquillamente al di sotto di un Saw qualunque è facile capire perché per certi tipi di persone sia insostenibile. Sono personaggi che nonostante tutto, mentre il puzzle della faccenda si compone lentamente, rimangono fin troppo reali e quotidiani. Sono i tuoi vicini di casa quando non li vedi, e quello che preferiresti pensare che in realtà non succeda nei paesi civili: dei piccoli Josef Fritzl ancora capaci di mantenere una facciata insospettabile, alla Henry – Pioggia di sangue. E ci sono minorenni coinvolti. E Lucky McKee non ci va per il sottile, approfittando di performance spettacolari da parte di un Sean Bridgers che pare una specie di Will Ferrell malvagio, e di una Pollyanna McIntosh magnetica e animalesca.
Non sto a dirvi il finale, ma per chi l’ha visto sappiate che non mi ha dato fastidio e non ha rovinato il rapporto tra me e Miike, comprendo le sue esigenze narrative e gli voglio bene esattamente quanto prima.
Lo so che per via del nostro patto di segretezzacon McKee e Ketchum non lo avete letto da nessuna parte che tutto ciò è basato su una storia vera, ed essendo che loro sono stati bravissimi e assolutamente muti forse non mi credete. Però qualcosa dev’essere comunque trapelato, perché in qualche modo il recensore dell’Observer ne è venuto a conoscenza addirittura al punto da rimanere deluso per la scarsa chiarezza della metafora… vai a sapere.

I vostri vicini di casa
DVD-quote:
“Il lato oscuro dei Simpson”
Nanni Cobretti, i400calci.com
dopo questo film ho capito di avere dei problemi con ketchum… the offspring era fico, ma the lost e questo mi hanno letteralmente scassato i maroni.
Comunque, secondo me il film aveva senso se ambientato negli anni 50, con una società patriarcale alla happy days in cui non sono però tanto felici e sorridenti…
Mi è sembrata un po’ una stronzata che nel boschetto (della mia fantasia) dietro casa si aggiri una donna cinghiale… vabè comunque non era malaccio come the lost eh!
nanni speravo ti sbilanciassi un po’ di più, che lo consigliassi più sfacciatamente.
m’è sembrato uno dei rari casi in cui non sei costretto a vedere idiozie derivative solo perché ti piace l’horror. o forse sono io che c’ho la monovolume da sfigato coi seggiolini dietro e magari sono un po’ sensibilone nei confronti delle disfunzioni familiari.
@joe: non hai tutti i torti, nel senso che ci si affida un po’ troppo al fatto che e’ il terzo capitolo di una serie per non stare a rispiegare la storia dei selvaggi dietro casa, soprattutto quando il punto non e’ quello ma sono soltanto un ingranaggio per servire la metafora, come gli zombi di Romero. Detto questo, se lo ambienti nei ’50 diventa un “non vi preoccupate, sono cose che succedevano una volta, non piu'”, e perde gran parte della sua potenza.
@udokier: non hai tutti i torti nemmeno tu, ci aggiungo “il mio film prefe del festival”
non ho visto i due capitoli precedenti di cui parlate ma una volta superata l’intro (due secondi dopo) il film innesta l’overdrive e non ti devi preoccupare di nulla. raro.visto aberlino pure questo. mi sa che dovrò iniziare a ragionare su ll’appuntamento londinese.
@nanni: X lo vedremo recensito? a me è piaciuto ma ho il dubbio di stare a diventar vecchio e che le tettine giovani influenzino il mio giudizio, perciò mi piacerebbe conoscere il vostro.
Inutile dirvi che vi voglio bene.
Prima di tutto per aver citato, così a random, Henry pioggia di sangue. Son cose belle. Sniff….
Comunque, a questo punto (la fotografia mi sviava) il film mi pare abbastanza interessante da far scattare la mia personalissima e famosa “nottata movie con fagiolata sanguinolenta” (poi magari vi spiego di cosa tratta questa delizia).
Solo una cosa: è fondamentale e/o consigliato vedere i due capitoli precedenti? (che qui c’è gente impegnata con un sacco di cose da fare non è che posso perdere così tre ore e passa a vanvera!)
Io di Ketchum conoscevo solo “La ragazza della porta accanto” (il romanzo… quello sì, una storia vera).
Vabbuò… buona settimana a tutti!
Pollyanna cavalla lottatrice della vita.
io l’ho cinta con le mie capaci mani tentacolari. PAURA.
chi cazzo se ne frega del film, in fondo.
Hola… Speravo che ne parlaste.
Ho visto il film la sera prima dell’Orale degli esami di Stato…
Paura…
Mitico, bellissimo, disturbante…
Fico
Anacroma
P.S. non è che si intuisce che mi è piaciuto proprio, per caso? XD XD ^_^
P.P.S. menzione d’onore a) alla colonna sonora fuzzettonissima b) all’attricetta che fa la bambina rossa piccola (troppo miticissima)
@Anacroma:
ma come parli? COME PARLIIIII????!!!!! LE PAROLE SONO IMPORTANTIIIIII!!!!! COME PARLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!
@zyklon: non serve aver visto gli altri, basta sapere che ci sono dei selvaggi che si aggirano per i boschetti della provincia americana e accettarlo.
@Nanni: mi basta. Andata.
P.S.: una cosa non mi torna: ma io sapevo che i selvaggi in america sono più che numerosi e non s’aggirano nei boschetti, sanno usare le armi da fuoco e si fanno leggere la Bibbia… vabè… Confido nella sospensione dell’incredulità.
Lo ammetto,”The Woman” mi è piaciuto, non vederlo rencisito qui mi aveva dato il tremendo dubbio che avessi preso una cantonata, ma in realtà adesso ho qualche certezza in più..
Lo status quo della recensione mi fà a pensare che in realtà vi sia piaciuto..
E di the girl next door che mi dite (2007)? parla della stessa cosa ma la tipa non è una selvaggia..
@crononauta: per me gli Status Quo sono quelli che cantano Whatever You Want, se servono ulteriori chiarimenti chiedi pure…
@pado: a me piacque parecchio. Vagamente simile, e da noi gia’ recensito, c’e’ anche Deadgirl.
Ero curioso.
eh, sapere che c’è una premessa (i selvaggi) che io non conoscevo, in parte mi rassicura. Infatti pensavo fosse un buco di scenggiatura grosso come John Goodman. Ciò non toglie nulla al verdetto: due coglioni scolpiti nel piombo.
Un film inattedibile, per cannonauti. Con una fregnona col ventre scolpito dal fitness che fa la selvaggia: ma è l’isola dei famosi ?
La famiglia: un insieme di semplificazioni inaccettabili. Poi, il finale: conferma al 100% la sensazione avuta all’inizio, con quella sequenza onirica zeppa di dissolve anni 70 sconclusionate e inutili.
Un film assente, concepito da precari strafatti di colla.
Fritzl era molto più avanti, inutile scomodarlo.
Avrei scommesso mezzo cent in una sonora bocciatura.
@Vinx
ma ti ha morsicato ?
@Nanni: eheh grande
Una rottura di coglioni come poche.
Tutto sto entusiasmo mi pare ingiustificato.
Se proprio deve essere paragonato ai Simpson, è come quella puntata dove Bart ha il gemello deforme in solaio che si nutre di teste di pesce, solo che qua dura 90 min e ti fai 2 palle cosi’.
@Harry: che tu ci creda o no siamo totalmente in accordo sul film. tranne che per la scena finale (quella prima dei titoli) che mi è garbata un bel po’.
dopo la visione in sala, tra gli scrosci di applausi, io ho tonato con un sonoro “ma vaffanculo va”. il Q&A ha pure confermato che il regista è un turbohipster.
e sì, mi ha dato un mozzicone sulla nuca che sono rimasto con la lingua di fuori e le zampine a mezz’aria. son cose belle.
Ne ho sentito parlare molto bene… purtroppo però non leggo per intero eventuali recensioni per non togliermi la sorpresa.
Ci darò un’occhiata, visto che mi sembra di leggere opinioni contrastanti!
@Pado:
occhio che esistono due trasposizioni de “La ragazza della porta accanto” di Ketchum. Una più verosimile e documentaristica e l’altra più romanzata.
Li trovi col titolo di:
“An American Crime” (con Ellen Page e James Franco)
“The Girl Next Door”
Quella verosimile forse fa più male (visto trattasi di storia vera). In ogni caso, per tagliare la testa al toro, meglio il romanzo. Ben scritto!
O meglio… sono due trasposizioni della storia di tale Sylvia Likens.
Solo uno dei due film è la trasposizione della versione romanzata dei fatti di Ketchum.
A riprova del fatto che sono un pirla, mi sono appena spoilerato il finale del film guardandone un pezzetto. Pirla che non sono altro. È che proprio non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo!
Per inciso, io ho visto e apprezzato parecchio la versione senza Ellen Page.
Quello SENZA ellen page mi ha messo discretamente a disagio. Quello CON ellen page è rivolto ad una platea che di una storia così non vuol sentir parlare.
Pensate invece a che cosa sarebbe successo se quel tipo avesse visto Little Miss Sunshine invece di The Woman…..
Tanto fra poco Vasco Rossi vi querelerà tutti. Tutti.
Bravi! VOI ridete, ma fuori c’è la DISOCCUPAZIONE.
@Schiaffi “E’ come quella del gemello deforme solo che questa dura 90 minuti e ti fai due palle così” LOL
Ammazza che brutta Michelle appena sveglia :)
Mi attirava dalla rece, ma i commenti un pò mi smontano. Temo cagata.
Comunque le donne selvagge esistono, ce n’era una ne Il nome della rosa e fanno anche zug-zug. PENITENZIAGIT… ahem…
Pollyanna che sa che in ogni viso nascosto c’è un sorriso e lo conquisterà
Pollyanna che con la sua dolcezza regala tenerezza e il cuore ti aprirà
Pollyanna Pollyanna Pollyanna Pollyanna
Pollyanna che porta sempre il sole con semplici parole e buona volontà
Pollyanna che con il suo candore risveglia il buon umore e dà serenità
Pollyanna Pollyanna Pollyanna Pollyanna
Il cielo è sempre sereno per chi ti conoscerà,
risplende l’arcobaleno che tutto colorerà
Pollyanna che porta sempre il sole con semplici parole e buona volontà
Pollyanna che con il suo candore risveglia il buon umore e dà serenità
Il cielo è sempre sereno per chi ti conoscerà,
risplende l’arcobaleno che tutto colorerà
Pollyanna Pollyanna Pollyanna Pollyanna…
Questo film merita.
Con l’aneddoto della disoccupazione ho riso così forte che a momenti diventavo disoccupato anche io…
@mr.POP: vieni qua, abbracciami…
@Harry Z.B.
cit. da Harry Z.B. “ma come parli? COME PARLIIIII????!!!!! LE PAROLE SONO IMPORTANTIIIIII!!!!! COME PARLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!” (sic.)
Forse fai riferimento all’Orale? XD
Che bricconcello malizioso X) :P
Cmq, seriamente, a me è piaciuton’sacco… Anche se vedo che la mia resta una povera, isolata dissenting opinion.
Aspetto con ansia la querela di Vasco
Grazie Nanni, sei diventato la mia guida spirituale di riferimento dopo belen, e non deludi mai.
(ps quando hanno lavato la selvaggia le parti intime le ha lavate la moglie o il marito? non ci ho dormito stanotte:)
@Nanni arrivo al rallenty, incrociamoci su una spiaggia XD
@ Sergio
Da film non me lo ricordo. Nel libro è la donna (e si, si accenna ad un criptolesbismo della simpatica Marge-Lois).
Poesse che però ci sia qualche differenza (ce ne sono diverse, trascurabili, peraltro).
Appena visto, bellissimo film e odio con immensità praticamente tutto il cast,
specialmente il figlioletto, gli avrei cavato gli occhi a seconda scena.
Bravissima la Pollyanna!!!!!!!!!!!!!!
dalla locandina, lì, avrei detto che era la storia di sabina guzzanti dopo una sessione di lifting
questo film è una figata. punto.