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Quando la plastica non fa la differenza: 51

Jean-Claude Van Gogh
di Jean-Claude Van Gogh | 27/10/20117

Come al solito io con la SyFy ho questo rapporto d’amore e odio che un po’ mi ricorda un discorso freudiano sulla fase anale in cui il paziente vuole cagare nello stesso momento in cui non vuole cagare e stringe le chiappe. Più o meno, l’ho sentito nell’ultimo Cronenberg ma nell’ultimo Cronenberg si sentono un casino di cose ed è quindi un casino ricordarsele tutte, ma il punto è un po’ quello, vuoi una cosa ma non la vuoi e comunque vada uno stronzo tra i piedi te lo ritrovi comunque. Vuoi vedere un film SyFy ma non vuoi vedere un film SyFy e mentre guardi un film SyFy pensi alla cacca di Viggo Mortensen. Più o meno. Comunque alla SyFy voglio un bene da matti ma certe volte mi fan girare i coglioni, 51 tra l’altro è anche After Dark, che è affiliata a SyFy e non si limita ai filmetti in TV ma punta al cinema millantando un paio di spiccioli in più spesi in effetti ed effettisti ma mica in sceneggiatori. Molte volte, ma non sempre, guardare film After Dark è come ascoltare rapper velleitari che possono permettersi di registrare in uno studio: versi come “tristemente ti accoltello / non voglio far la fine del mio bidello” fanno cagare in ogni caso.

LO GIURO NON SONO UN HIPSTER.

Il presupposto di 51 è far andare dei reporter nell’Area 51 lo stesso giorno in cui gli alieni lì trattenuti decidono di volere la libertà. I reporter arrivano e vengono accolti da Tron in persona, senza tuta coi led che nel mondo reale si invecchia e poi si fa la figura degli psicopatici pedofili. Nel frattempo, in un’altra sequenza, ci viene mostrato un primo alieno mentre ascolta una roba che sembra disco anni ’80, e ci viene mostrato partendo dai dettagli del piede che batte a tempo di musica, ginocchio che batte a tempo di musica, mano sulla coscia che batte a tempo di muscia, testa che ciondola. Praticamente è bellissimo e mi è bastato per farmi sperare un mondo sul resto del film che, dai, se prima arriva Tron e poi l’alieno in disco inferno uno non può non sperare che tutto continui così.
Ovviamente non continua tutto così. Ovviamente va avanti col pilota automatico tra alieni incazzati che ammazzano gente e militari incazzati che ammazzano alieni e tutto finisce bene. E’ tutto un po’ noioso ma ne parliamo alla fine, ora concentriamoci sulle cose importanti: gli alieni. Gli alieni sono di plastica. Niente CGI d’esubero che non si capisce un cazzo. Puro latex e mascheroni che aprono la bocca e sbattono le palpebre. Poi non fanno proprio paura ed hanno un design discutibile e mica stiamo qua a fare Rob Bottin, ma mai mi lamenterò di chi tra protesi e pixel sceglie le prime.
Seguono schede poco tecniche dei quattro alieni mostratici in plastica bellezza:

Patient Zero: è quello di cui sopra, quello che batte il piedino, ed è bello ma pure un po’ una paraculata nel suo essere una semplice tuta di vene varicose. Lui oltre ad ascoltare musica figa è un mutaforma, ossia può trasformarsi in tutti gli umanoidi che tocca, pretesto per dar vita ad una divertente ed efficace sequenza in cui continua a trasformarsi creando doppioni e NO SPARA A LUI NO A LUI BIM BUM BAM e muore sempre l’originale. Tal sequenza sta nei primi 15 minuti di film, quelli in cui ancora mi illudevo che tutto sarebbe stato bello, mentre negli altri 75 non fa altro che creare situazioni da prova del nove de La Cosa e basta. Se non altro c’è sempre un bel po’ di movimento ed azione quando c’è da inseguirlo e menarlo. Tutto sommato, promosso.

J-Rod: è quello intelligente che lavora con i militari. Si presenta in modo tutto simpatico volendo ricordare un po’ Yoda e c’ha la vocina stridula robotica e non vedevo l’ora gli esplodesse la testa. Purtroppo non succede, anzi, è l’unico alieno ad uscirne vivo. Ingiustizia.

Lady Death e Little Devil: sono quelli cattivi, madre e figlio, ma il pupazzone è lo stesso. Uccidono sempre negli stessi due modi: trafiggere con la coda o trafiggere con le zampe. Questo se non altro ci regala diversi spargimenti di sangue dediti ad allietare momenti di intensa noia. Il nome scientifico è Malaka Pod. Malaka è tipo la parolaccia greca per eccellenza e dovrebbe stare in un zona tra stupido e grandissimo pezzo di merda. Ora, se io fossi un alieno e come nome scientifico avessi grandissimo pezzo di merda non ci penserei due volte a far fuori tutto il genere umano, quindi non vedo come poter considerare una minaccia un essere che vuole solo difendere la propria dignità. Anche gli alieni ne hanno una, rendetevene conto, bastardi!

Jason Connery: no, niente, Jason Connery è il regista. Jason Connery è il figlio di Sean. Jason Connery è il figlio di una leggenda. Jason Connery è il figlio di Sean cazzo di Connery e continua a girare film di assurdo calibro tipo The Devil’s Tomb o Pandemic quando probabilmente ha soldi e mezzi per girare film seri. Secondo me è proprio scemo.

Happy alieno is happy.

Il vero disastro di 51 è la totale assenza di sceneggiatura. Non c’è una battuta decente che sia una. Forse non ci sono proprio battute, solo continui spieghini spiegò tipo andiamo là, andiamo quà, questo è così, questo è cosà. Hanno scritto i primi quindici minuti e hanno inserito un paio di belle sequenze, poi si sono rotti il cazzo e si sono messi a giocare una lunghissima partita a risiko finita cinque minuti prima la scadenza della deadline, cinque minuti in cui hanno finito la sceneggiatura a suon di che cazzo ce ne frega a noi tanto il film ve lo vedete voi. Una volta che abbiamo i mostri fighi non abbiamo tutto il resto. Poteva essere tutto molto bello e invece pure alieni che esplodono e gente squartata risultano noiosi perchè buttati lì come si butta la varechina nel cesso. Si potrebbe insinuare che, per essere quello che è, 51 sia venuto fin bene, ma si potrebbe pure insinuare che anche no, a difenderne gli alieni e la plastica ci sto e spero continuino, ma non vorrei mai mi si offendessero film venuti bene per davvero tipo i vermi mongoli della morte. E poi a sparare cazzate troppo grosse esplodono emorroidi.

DVD-quote:

“Così malaka da far male.”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

Jean-Claude Van Gogh
Autore del post: Jean-Claude Van Gogh
"James Cameron puppami la fava."
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tags: 51 after dark Area 51 Bruce Boxleitner fase anale go latex go Jason Connery Jason London la plastica malaka Rachel Miner SyFy Channel tron Vanessa Branch

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7 Commenti

  1. Enrproc 27/10/2011 | 07:57

    Segnalo che anche nell’altra recensione, quella del verme della Mongolia, fai un riferimento interessante all’ano. Chissà cosa direbbe il buon vecchio Viggo.

    Rispondi
  2. udokier 27/10/2011 | 08:17

    quando non fa il regista, jason recita in cose così
    http://1.bp.blogspot.com/_iQzYKNHy3yY/TFhIo4HvFbI/AAAAAAAAAOY/LHg1fOigqvU/s1600/Lightspeed2.jpg

    un chiaro caso di daddy issues.

    Rispondi
  3. Jean-Claude Van Gogh 27/10/2011 | 12:07

    La fase anale è una fase a me molto cara e pure a Jason che, evidentemente, non l’ha mai superata.

    Rispondi
  4. Tetsuo Carpenter 27/10/2011 | 12:19

    Tanto per giocare al risparmio il costume di Lady Death e Little Devil era già stato usato in Predator-Man (aka Alien Lockdown aka Creature).

    Cmq la SyFi ha sfornato di peggio. Un’occhiata gliela si può dare dai…

    Rispondi
  5. Nanni Cobretti 27/10/2011 | 12:34

    Alieni. Fase anale. E’ un prequel dell’AcChiappaSogni?

    Rispondi
  6. Il_Presidente 27/10/2011 | 13:09

    A me sembra uno spinoff del video di Hangar 18 dei Megadeth.

    Rispondi
  7. Schiaffi 27/10/2011 | 13:18

    E’ tragico constatare che i film di merda me li sto vedendo praticamente tutti. Troppo tempo libero evidentemente.

    Rispondi

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