Chi, come me, crede che il cortocircuito sia la figura retorica centrale per descrivere il nostro tempo, non può sottrarsi al richiamo di Caribbean Basterds. Il film segna il ritorno dietro la macchina da presa di uno dei più leggendari leoni del cinema di genere nostrano, Enzo G(irolami) Castellari, autore, tra la sfilza di titoli memorabili – western, poliziottesco, bellici, action – di Quel maledetto treno blindato (1977, Inglorious Bastards) che Tarantino ha omaggiato con il suo Inglourious Basterds. Ora Enzo G. si riappropria del titolo ristorpiandolo per un film ambientato ai Caraibi dove mescola di tutto in maniera eroicamente scombinata: Arancia Meccanica, arti marziali, violenza selvaggia alla Ruggero Deodato, soft-core alla Joe D’Amato (i Caraibi ricordano subito l’indimenticabile Aristide Massacesi, che lì ambientò palate di film di tutti i generi, da Duri a morire a Porno Holocaust), segmenti pseudo-antropologici stile Gualtiero Jacopetti, scazzottate gogliardiche alla Bud Spencer con finale a sorpresa gore in stile Lucio Fulci.
Io che vengo dagli anni Ottanta amo poi una trilogia del vecchio leone, 1990: I guerrieri del Bronx (1982), I nuovi barbari (1983) e Fuga dal Bronx (1983), summa di quella troppo breve fase postapocalittica che ha esaltato Cinecittà di fracasso, sfasciacarrozze a cielo aperto, metalli arrugginiti, criniere punk e trovarobato cialtronissimo, seguita da quel guizzo fanta-action formidabilmente sgangherato che era Colpi di luce, con un Erik Estrada al fulmicotone che, nudo, fredda con un colpo in fronte un cattivo sparandogli da dentro un pollo arrosto (la pistola è dentro il pollo arrosto, non lui). Film che vanta oltretutto uno dei più psicotropi effetti speciali che io ricordi (rimandava ai Predatori dell’arca perduta, i personaggi che si scioglievano, ma in una sequenza a sciogliersi era solo la pellicola trasparente davanti al personaggio, mentre lui restava intatto, e genialmente è stata montata lo stesso).

Citazioni oscure
Quel troppo breve periodo incarnava il suo idealtipo in una figura virile e al contempo femminea, dalla criniera permanentata come solo il David Coverdale ormai in fase avanzata di mummificazione di oggi riesce ancora a sopportare, e dal look tra Guerrieri della notte, Tony Manero, quello dei Kiss con la lingua snodabile per via dell’operazione chirurgica e Scialpi di Rock’n Rolling. Vero truzzo di periferia dal carisma inequivocabile, avrete capito di chi sto parlando: di Mark Gregory naturalmente, che in una manciata d’anni ha infilato una sequenza di capolavori, da due dei succitati postapocalittici castellariani alla trilogia da brivido di Thunder, diretta non a caso da quel Larry Ludman aka Fabrizio De Angelis che con Il ragazzo dal kimono d’oro può vantare il più ufficiale curriculum di campione registico italiano di arti marziali.
Non posso perciò non leggere nelle linee ben definite dei rilevanti muscoli e nelle corrispondenze eidetiche dei boccoli fluttuanti di Vik C. Ryan un’affinità elettiva con il grande Mark, a cui vorrei arrivasse il mio saluto e a cui vorrei idealmente dedicare questo post. (Per la precisione: Vik C. Ryan è un misto tra Mark Gregory e Bradley Cooper.)
Così come non posso non ritrovare idealmente, dentro questo film, una fittissima rete di rimandi, corrispondenze, allusioni, ricordi, sogni di quella superlativa stagione di eroico artigianato che fu il cinema di genere italiano.
Posso aggiungere che il bello di Castellari per me è che il suo è sempre stato un cinema disincantato ma mai autocelebrativo, cattivo ma non esibizionista, un cinema veloce, sobrio, strutturato, stilisticamente impeccabile soprattutto nel disegno delle sequenze d’azione, così disinvoltamente e naturalmente fluide, ripide e scattanti. Enzo G. è un vero talento naturale nel posizionare la macchina da presa nel punto giusto al momento giusto e nel scegliere l’inquadratura di raccordo giusta per la resa migliore. Un vero maestro dell’action.
E anche qui l’azione (concentrata soprattutto nella seconda parte) resta il piatto forte: se le scene di sesso esplicito, inusuali per il suo cinema, procedono tra incertezze e un generale effetto d’approssimazione, e quelle di combattimento a mani nude, anche quando coreograficamente allestite, rimandano più che altro alle scazzottate Bud Spencer-Terence Hill, nelle scene action, in particolare quella clou, l’attacco della polizia chiaramente ispirato alla memorabile imboscata dei narcos a Jack Ryan in Sotto il segno del pericolo, Enzo G. fa sfoggio di tutto il suo talento che l’età non ha arrugginito e come un ballerino danza tra pallottole e sangue a fiotti, massacri alla Mucchio selvaggio e un epos tragico (riferito però ai narcos!) alla The Killer di John Woo.
Con Enzo G. non bisogna insomma mai dare nulla per scontato: la sorpresa, il guizzo, il colpo di luce sono sempre dietro l’angolo. Vale perciò la pena guardarlo, anche solo per commemorare, senza nostalgia, un vecchio leone del cinema italiano.

Boccoli Fluttuanti
Ps
Non poteva mancare la battuta vecchio stile.
“E tutti questi cadaveri?”
“Penseranno a una guerra tra bande.”
Mi ricorda Jack Palance nei Padroni della città: “Buttalo nel Tevere. Ormai è così pieno di cadaveri che nessuno se ne accorgerà”.
Citazione DVD
“Il vecchio leone ruggisce ancora”
In tuo onore, Merenda:
http://www.youtube.com/watch?v=LN4G-14-sgc
Ma non avevo cpito che ci fosse anche la contessina Borromeo.
Ah ah ah è vero: uguale. Ma vorrei veramente avere notizie di Mark Gregory. Nessuno ne sa niente?
Rece coltissima, Jean-Luc.
(clap-clap)
Solo un dubbio: la trama è “drughi in vacanza ai Caraibi” o c’è di più?
sono ammiratissimo, complimenti davvero.
fossi ghezzi mi suiciderei per l’umiliazione (chissà come dev’essere un suicidio fuori sync)
magari la rece è anche bella, ma è il film a essere una cagata pazzesca!
@Jane Plissken: Eh, bella domanda… Se riesci a isolare su YouTube i momenti clou diciamo che ti farebbe risparmiare molto tempo ;)
@umbem: thanks davvero!
@joe r. lonsdale: vedila così: riuscire a trovare chi produce e poi a realizzare e riuscire perfino a distribuire in sala un film così di questi tempi è solo questo un capolavoro di dadaismo. Sarei curioso di vedere il business plan e la circolazione nelle edizioni estere: caraibi, Lapponia, Arabia Saudita… Viva la globalizzazione!
Mi immagino poi l’entusiasmo di Tarantino: mizzega, che figata hai fatto Enzo ! Ma è uno spettacolo !!
E in effetti se penso ai film di Quentin tipo Death Proof, non si discosta molto, anche se qua logicamente si giocano carte impagabili, come il doppiaggio fuori sincrono e riprese con la telecamera a luce ambiente.
Quanto a Mark Gregory, vorrei sapere anche io qualcosa sul suo destino: lo avevo lasciato nell’imitazione del Cruise di Mission Impossibile (anche se è venuto dopo) in Afghanistan War Bus, ma poi non si è visto più niente. Peccato: perché aveva delle chances, più di Antonio Sabato Jr. per intenderci, che pure ha avuto più successo, pur essendo più stronzo.
La grande intuizione di tutti i reggisti di Mark è stata quella di non farlo parlare mai, dando ad intendere che non fosse proprio in grado di farlo, per restrizioni cognitive non per altro. Un grande indiano muto (figlio di quello di Qualcuno volò…), e invece era un romano de Roma.
Ha 2 grossi problemi:
1)La mancanza di un direttore della fotografia, passa da film serio a filmino amatoriale delle vacanze a fiction tv, senza cognizione di causa. Anche se la maggior parte del tempo ha la fotografia da film porno
2)Gli attori cani che sembrano usciti direttamente da film porno di terz’ordine, doppiati dai peggiori doppiatori di film porno.
Però non mi sento di ucciderlo così, la trama è una stronzatona ma è la cosa più action che l’Italia ha partorito negli ultimi anni. E ci sono direct to video ammerrigani che sono peggio. Davvero.
Diamogli un 5 e mezzo.
P.S.
Quando parlo di porno escludo quelli di D’Amato che erano dei must pieni di professionisti.
scusate ma io la vedo più come una occasione persa: proprio perché si era riusciti miracolosamente a trovare una megaproduzione si doveva puntare a una trama che non era demenziale… persino i nuovi barbari col templare ricchione e le macchine taroccate male era più credibile. Qui i personaggi sono abbozzati con l’accetta, mentre in Inglorious Bastards originale erano macchiette ma CREDIBILI: Nick Colasanti ha più spessore di tutti questi messi insieme… boh, per come la vedo ho buttato nel cesso 13 euri di dvd quando potevo spenderli per un classicone con Mark Gregory…
megaproduzione???!?!??
Guarda che sbagli, tipo che è il solito film del cazzo di Ozpetek o Muccino ci vogliono 20 volte i soldi spesi per questo
@Lons
anche io trasecolo: megaproduzione ? ma allora avrebbero speso tutto nella coca, a questo punto vera, che c’era sul tavolino… MA se anche fosse, non so se considerare persa un’occasione gestita da Enzino C. ovvero, aspettandomi poco poco, ed essendo lui fermo da tempo, forse era inevitabile ottenere una fiction di Antenna3. A prescindere, intendo.
@… …
Oggi era il compleanno di Dolphie Lundgren. E nessuno si è fatto avanti, nemmeno un piccolo richiamo, una monetina, un piccione viaggiatore. Sigh !
Dott. Merenda tutta la mia stima per la rece. Rispetto forte con stretta di mano, schiocco e spallata.
L’ultima che sapevo io di Mark Gregory era che, per motivi francamente incomprensibili, si vergognava a morte della sua carriera, ha cambiato vita e ha rifiutato diverse proposte di comparire a eventi vari tipo anniversari, restauri, Meteore, ecc… facendo perdere le tracce apposta.
@harry: l’ultima volta che ho chiesto se volevate che iniziassimo a commemorare i compleanni nessuno mi ha risposto… lancio un sondaggio?
David Coverdale mummificato mi ha risollevato la giornata :_(
@Nanni
ma figurati. Siccome si commemorano le morti, che sono una/la fine, mi veniva spontaneo commemorare certi (non tutti) i compleanni, che sono una continuazione dei film che amiamo. Tutto qua. Cioè se Dolph fosse muerto penso si sarebbe notato di più che se fosse (rimasto) vivo. Cose così ;)
Devo dire che mi ha lasciato un po’ meh… Sara’ per gli attori cani, sara’ per la trama un po’ cosi’ e poi le due sparatorie pur avendo potenziale son giocate male:
[SPOILER]
Nella prima nessuno risponde al fuoco, cioe’ cavoli, siete 5 macchine di spacciatori armati e bulli e TUTTI corrono verso morte certa (a parte un tizio che si arrende). Poco divertente.
La seconda boh, non e’ neanche una sparatoria, da come erano caratterizzati i protagonisti mi aspettavo che vendessero cara la pelle, no che uscissero senza nemmeno provare a sopravvivere…
‘Erik Estrada al fulmicotone che, nudo, fredda con un colpo in fronte un cattivo sparandogli da dentro un pollo arrosto (la pistola è dentro il pollo arrosto, non lui)’
Grazie Dio !
Applausi alla recensione, che fra rimandi e citazioni di altri film riesce a rivalutare la figura mitica di Enzo G. Castellari e sorvolare sul penoso di questo Caribbean Basterds.
Vik C. Ryan troppo numero 1. Picchia, scopa e c’ha i boccolo d’oro.
se lo distribuiscono in Lapponia ci invadono con le renne. è orrendo.
Guarda, anch’io, come te, sono fan del buon Enzo G. ed ero tutto borioso, ma sto film è imbarazzante. U_U