In omaggio alla poetica del regista Adam Mason, ho deciso di parlare del suo film Pig scrivendo una recensione improvvisata. Ovverosia: con l’eccezione di questo paragrafo introduttivo, comincerò a discettare della simpatica pellicola senza alcuna idea precisa e precostituita in mente, senza mai soffermarmi a elaborare una frase per più del tempo materialmente necessario a scriverla, senza rivedere la forma o la struttura e senza correggere eventuali errori o refusi. Così, bam, come viene viene. Poi aggiungerò foto e link per rispettare le norme redazionali, ma l’intero testo verrà partorito dalla mia testa pelata in tempo reale, a braccio, e alla fine mi limiterò a copincollarlo e pubblicarlo as is. Starà a voi decidere se si tratta di un azzardato esperimento avanguardista o di una puttanata. Bello, no? E se mi notano potrei diventare il critico di punta di Repubblica! Dai, ci siamo? Pronti, partenza, via.
Sono le 14.16 e inizio a parlarvi un po’ di questo Pig che ho visto ieri. Il regista di Pig si chiama Adam Mason, è inglese ma vive in America, mi pare (ho guardato ieri su Wikipedia ma non c’era nulla), e ha diretto un pugno di horror sanguigni e indipendentissimi che a quel che ho capito non hanno fatto mai impazzire né il pubblico né la critica specializzata. Oddio. Spero di non fare una figuraccia ammettendo di non avere idea di chi fosse Mason prima di vedere Pig. Sicuramente tra i commentatori ci saranno alcuni fan di Mason, o almeno conoscitori, ma non so che farci, sono contento per voi, aspetto di avere il vostro feedback. Minchia l’ultima frase non voleva dire un cazzo, non sto andando molto bene, vero? Comunque dicevamo di Pig. Pig è un film del 2010 e a scanso di equivoci non c’è nemmeno un maiale, che è una cosa un po’ rischiosa per un film che si chiama Pig, voglio dire, in Non siamo angeli in effetti non c’erano angeli e il titolo era pertanto assai rispettoso delle aspettative del pubblico. D’altro canto bisogna dire che in Pig c’è gente che come un maiale viene sgozzata, e quindi io direi innanzitutto che la risposta alla domanda “le mie aspettative di fronte a un film che si intitola Pig verranno soddisfatte?” è “Sì e no”. Ma non sta qui l’interesse principale di Pig (dio cirsto questa cosa è stressantissima, non avete idea). L’interesse principale di Pig, il film di Adam mason di cui stiamo parlando, è che si tratta di un film che prende e parte proprio come io ho preso e son partito con questo articolo: improvvisato, sulla base di un canovaccetto, con battute biascicate a caso e camera a mano e quattro attori e luci naturali e digitale di qualità scarsina e, attenzione, una settantina di minuti di piano sequenza ininterrotto. qualcuno ha detto “filmato amatoriale di una cumpa di amichetti che vogliono fare l’horror nei boschi”? Bravo, proprio così. Se guardate Pig sappiate che vi aspettano quarti d’ora su quarti d’ora di gente che vaga nelle radure ammazzando e squartando senza un’idea ben precisa di cosa fare e cosa dire. La trama, mi chiedi? Eh, caro il mio ingenuotto. La trama è: c’è uno psicopatico che ammazza e squarta e stupra e copròfila e necròfila e cannìbala alcuni malcapitati con l’aiuto (o meglio con la partecipazione inutile e fastidiosissima, e per fastidiosissima intendo FASTIDIOSISSIMA, intendo l’astronave madre del fastidio, intendo il tasto MUTE, intendo le bestemmie) la partecipazione dicevo di una ritardata incinta che vive in una gabbia e per gesù mio ottanta minuti non fa altro che urlare frasi sconnesse con il tono di voce del vostro compagno delle medie che credeva di attirarsi le simpatie della classe imitando la parlata del “mongoloide”. EEEEMMM, EEEEEEEE, MWEE MWEEEE MWEEEE, avete presente no?, con la differenza che persino il vostro compagno capiva quando era il momento di smettere e qui invece no, mai, mai, mai.
Sono le 14.25. Allora, ricapitoliamo: piano sequenza, camera a mano, budget azzerato, attori che improvvisano, tizia che fa la mongola. Sembra la ricetta per spegnere VLC dopo 7 minuti, ma bisogna almeno dare atto ad adam mason di una cosa: ci prova, non fa tutto a caso e ha se non altro un’idea di fondo (che poi non rispetta, magari ne parlo dopo), e quest’idea di fondo è presentare una situazione esasperantissima, ruspante, allucinata e grottescamente splatter senza alcuna cornice, alcuna sovrastruttura morale o formale, alcun contesto. Si inizia in medias res con una vittima che scappa, arriva il matto sul furgone, la mdp sale sul furgone, il matto recupera la fuggiasca, torniamo in macchina insieme a loro verso la radura dove si svolgerà il resto del film, e assistiamo allo svolgersi di eventi senza logica, efferati, come viene viene, che si sviluppano in maniera implacabile ma insensata. Non è male l’inizio così come non è male il fatto che lo spettatore non ha alcun punto di riferimento, scopre una situazione preesistente man mano che la macchina da presa vaga da un ambiente all’altro seguendo i capricci di due psicopatici, navigando qua e là per i campi a mostrarci personaggi di cui non sospettavamo l’esistenza ma che, da un certo punto di vista, sono sempre stati là nella scena, in lontananza (è un piano sequenza, ricordate). E cosa succede? Succede appunto solo questo: urla, grugniti, cazzotti, squartamenti (nella scena di uno squartamento ci sono chiaramente alcuni stacchi mascherati male – non è possibile squartare una persona all’interno di un piano seuquenza di settanta minuti, a quanto pare. E l’idea non è male, di per sé, e come ho detto ci sono alcuni sviluppi che lasciano intravedere una struttura di fondo non del tutto disprezzabile e cazzo cazzo cazzo e quel che viene fuori all’inizio è un quadro allucinato e frastornante (sul serio, eh: solo urla per un’ora e mezza, e mongolate della ritardata) e privo di morale, di giudizio. Il grado zero dello slasher, un non-film, avanguardia pura, videoarte? OR IS IT?
Diciamo che no, diciamo due cose: UNO, va bene il grado zero dello slasjer ma Adam Mason renditi conto che hai veramente rotto il cazzo. Alla lunga, intendo. Alle volte sembra di vedere una video installazione di paul mcCarthy, ma capisci che un conto è una proiezione su un muro all’interno di una mostra d’arte che dopo tre minuti esci e vai a vedere le statue dei cazzi, e un conto è un film che devi vedere da cima a fondo, e venti minuti dico VENTiMINUTI della coppia di matti che fanno il soffritto e poi mettono a cuocere le fettine di fegato tra ulra e schiamazzi e voci senza senso per VENTI MINUTI RIPETO abbatterebbero un orso gigante, e questa cosa dei dialoghi improvvisati porta all’effetto funesto per cui spessissimo il protagonista se ne esce con una frase inventata lì per lì e la ripete due o tre volte o seimila per riempire i vuoti e la ritardata gli fa eco urlando e tu vuoi solo MORIRE, a un certo punto verso l’ora e dieci mi faceva male la testa e qualunque orrore comesso nel film non mi faceva più effetto, pig ti ottunde di urla e basta. Punto numero DUE, Adam Mason è disonesto perché sotto certi aspetti tradisce il suo assunto di fondo, un assunto che ripeto è quello del grado zero dello slasher, zero contesto, zero moralità nel senso di assenza totale del concetto di moralità, proprio che Mason non si pone nemmeno il problema. E INVECE NO. un piccolo esempio è il fatto che c’è una colonna sonora. Non te l’aspetteresti in un progetto così e invece c’è, e non solo fa schifo al cazzo, tipo che sembrano cose fatte con la versione swahili di Garage Band con temi bruttissimi incollati lì, ma è proprio il modo in cui viene usata (a sottolineare molto classicamente e senza alcuna originalità i momenti più crudi e topici, o tristemente a riempire momenti di vuoto troppo pallosi anche per Mason): questa cosa mette subito in campo un regista, un punto di vista esterno che decide di sottollineare qualcosa con la colonna sonora, e quindi tanti saluti all’assenza totale di riferimenti. Stessa cosa per quanto riguarda molti ammazzamenti: ok, è un problema di budget e non si può far scoppiare la testa a un tizio in un piano sequenza a costo zero, ma se 8 anzi 9 volte su 10 tu ti fai da parte durante un accoltellamento o un cazzotto ed eviti di inquadrarlo, l’impressione che dai è quella di immotivato pudore e quindi di un giudizio morale, per di più ipocrita. terzo e ultima cosa, e peggiore, il finale: l’espediente più brutto, il twist più STUPIDO e scontato ma soprattutto STUPIDO E PUERILE, del tipo DAI FACCIAMO CHE IN REALTà. Come no, certo: facciamo che in realtà tu ADAM MASON non hai capito un cazzo dello stesso film che hai scritto tu e dell’impronta che hai voluto dargli. in coda a una roba del genere tu non mi puoi fare un finale col montaggio e il contesto e le inquadrature un po’ più studiate ma soprattutto ricontestualizzarmi tutto, perché si capisce la verità: che hai tirato su questa cosa col solo scopo di divertirti per un paio di giornate con 5-6 amici e sfruttando una finta volontà di osare e sperimentare e avanguardare per mascherare il fatto che sei superficiale e banale. Un guizzo in più, un regista meno tordo e più radicale, ma veramente radicale, e ne sarebbe uscito qualcosa di veramente estremo e divisorio. Così è solo fuffa che si smaschera da sola, e pallosissima, dio se ci ripenso. Alla fine ci sono dei titoli di coda di un altro film che scorrono all’indietro e poi si interrompono ma non ho capito perché.
Sono le 14.48 e ho finito.
Se siete arrivati fino in fondo a questo post di merda può darsi che Pig, tutto sommato, faccia per voi. Fatevene un’idea qui, dove ci sono i primi tredici minuti del film.
DVD-quote suggerita:
«Il compagno grassoccio delle medie che faceva il mongolo: THE MOVIE» (Luotto Preminger, i400calci.com).
>> IMDb | Primi 13 minuti
Io voto per azzardato esperimento avanguardista, e mi pare che tu te la sia cavata più che bene. Detto questo: dopo la recensione la voglia di vedere il film è pari a zero, e ho l’impressione che anche tu -come il nostro Adam Wilson- abbia volutamente costruito l’ultima parte dell’articolo.
Per Repubblica sei decisamente troppo avanti.
di mason ho visto broken (che non mi è piaciuto), devil’s chair (che mi è piaciuto solo in parte) e blood river (che mi è piaciuto).
questo fa di me un conoscitore di mason, chi l’avrebbe detto!
mason è molto benvoluto su twitch, infatti ho letto proprio lì una sua intervista in cui spiegava che ha fatto pig per sfogarsi contro i matusa e il governo dell’apparato produttivo cinematografico usa, che a quanto pare gli sabotano sempre i film, dicendo QUESTA VOLTA FACCIAMO TUTTO DA SOLI A CAZZO DI CANE UNA ROBA WTF MALEDETTI AAAAAA.
non vuol dire che il film possa essere redento da questa spiegazione.
io comunque sono ancora scosso dall’aver realizzato di essere “conoscitore di mason”.
ah, comunque di solito mi piace l’attore che fa il matto, quello che (almeno negli altri film, visto che ha fatto tutti i film di mason) pare la copia andata molto a male di jason statham).
non so se ho voglia di vedere pig, però mi hai fatto ricordare che devo recuperare luster sempre di mason, se no che conoscitore sono.
…VLC ?
quindi hai downlodato, hehe :)
Ma questa rece e’ scritta benissimo! Vedi che classe, noi dei 400CALCI, non ne sbagliamo una nemmeno a provarci. E poi il titolo e’ geniale.
Respect per essere riuscito a farmi leggere fino in fondo il Post più Lungo Della Storia Su Un Film Inutile che si chiama Maiale. Sei troppo avanti caro Luotto..
Coraado, sì, l’attore (andrew howard) non è niente male, qui è l’unica cosa un po’ interessante anche se vederlo improvvisare le facce del matto per un’ora e mezza te lo fa odiare presto. Però c’ha una faccia! mezzo statham con un che di eddie marsan, per cui è interessante per forza. Io dopo Pig credo che non avrei voglia di vedere un altro Mason nemmeno se tu mi dicessi che Toro Scatenato è suo. fermo restando che magari Blood River è carino davvero, ma non ne ho proprio voglia.
Harry: credo che non ci sia alternativa, con questo! nemmeno negli USA! ma se sbaglio mi corrigerai
LiDongAn: non ho costruito niente! è solo che a lungo andare, mentre scrivevo, capivo dove stavo andando a parare e mi facevo un’idea di come avrei concluso
‘Sto PIG mi ricorda gli August Underground. E non è un buon segno.
dvd-quote si puo` avere “dio cirsto”?
Oh santa peppa anch’io mi scopro un “conoscitore di mason”. Complimenti per la stream of counsciousness review. (se quest’ultima definizione non ha alcun senso semantico perdonatemi ma mi piaceva come suonava foneticamente)
a me piacciono molto le statue dei cazzi, ce ne sono tante a BASATI.
…consiglio tag: “ma capisci che un conto è una proiezione su un muro all’interno di una mostra d’arte che dopo tre minuti esci e vai a vedere le statue dei cazzi”
e a seguire standing ovation di 7 minuti!! bravo!
durante quei primi 13 minuti ho riso per 14 minuti.
le faccette del tipo nun se possono vede.
La rencensione non ti e’ venuta male, ma cosa ti costava rileggerla e rimetterla a posto un attimo? 5 o 10 minuti in piu’?
E soprattutto, davvero non l’hai riletta ne’ messa a posto? Daaai, c’e’ UN SOLO TYPO (cirsto anziche’ cristo).
1) ci saranno si e no meno di 10 refusi. questo fa di te (perchè mi fido di voi) un fenomeno della dattilografia;
2) la battuta “astronave madre del fastidio” è da applausi tipo partita di addio di baggio, da “letto che roba? grandissimo”;
3) – scusa in anticipo, commento odioso – avanguardia?
4) – off topic -il fatto che abbia veramente cercato di tenere a mente il numero di refusi mentre leggevo è qualcosa di cui credo dovrei parlare con un analista
vedo ora che c’è “oink” nella cover…questo basta afarmi giurare davanti a tutti voi che lo vedrò assolutamente