La verità è che questa recensione non ha molto senso: Il buono, il matto, il cattivo è un film di tre anni fa, e se v’interessava vederlo, di sicuro un modo l’avete già trovato da tempo (ad esempio comprando il DVD inglese). Se invece non lo conoscete e per ragioni a me oscure quest’articoletto vi farà venire voglia di vederlo, buona fortuna: per quanto siano da lodare il coraggio e le buone intenzioni della Tucker, il film è uscito in SEI (6) sale (sale) in tutta Italia ed essendovi in questo Paese più di sessanta milioni (60.000.000) di abitanti e un (1) sacco di città, fate due conti e capirete che è assai improbabile che lo proiettino a due passi da casa vostra.
Ma se per caso voi che leggete siete proprio quei sei italiani che vivono a due passi dai sei cinema in cui proiettano Il buono, il matto, il cattivo, e se per caso o per disinteresse non avete ancora visto Il buono, il matto, il cattivo, allora, miei cari sei amici, questo articolo è tutto per voi.
Kim Jee-woon, se n’è già parlato. Kim Jee-woon si è cimentato in un sacco di generi cinematografici, e a ciascuno di detti generi ha applicato la sua personale visione, che a grandi linee si può riassumere in “siccome sono molto bravo a muovere la macchina da presa vuol dire che sono anche molto intelligente”, e sono anni che se lo ripete tappandosi le orecchie e tenendo gli occhi chiusi così da non sentire i passanti che gli dicono no guarda la situazione è un poco più complessa e fanno espressioni di scarsa convinzione con la bocca arricciata. MA SICCOME so che i fan di Kim sono molti e agguerriti e non ho punta voglia di mettermi a questionare, posso anche darvi la versione B, ossia Kim Jee-woon è un genio del cinema e a me I saw the devil ha fatto schifo perché non capisco un cazzo e voi sì, e la mia mamma è troia e la vostra no, contenti? Bastava poco.
Sia come sia, qui Kim si applica al western fracassone, avventuroso e citazionista (non so se si era capito dal titolo! peraltro ben tradotto in italiano, bravi!), con ambientazione nella desertica Manciuria degli anni Trenta e un budget poderoso, roba che c’abbiamo i treni, c’abbiamo dei gran dolly e c’abbiamo pure un intero villaggio tutto fatto di legnetti e materiale di recupero coi ponti e le liane e i tetti e quel che vuoi te, che pare Waterworld in secca. E c’abbiamo i divi: il cattivo è Lee Byung-hun, principe di figaggine, qui con sixpack in evidenza e una sorta di mullet emo che si può permettere solo lui, tutto carisma e gigionate perfidone. Il matto è ovviamente Song Kang-ho in piena modalità gaglioffo fesso, e qui permettetemi di aprire una parentesi sul fatto che Song è probabilmente il più grande attore che ci sia oggi nel mondo, e anziché spiegare il perché lo affermo e basta, chiusa parentesi.
Il buono è Jung Woo-sung, che nonostante faccia le cose più fighe rimane del tutto privo di presenza scenica e si aggira per il film sparando da lontano e gridando “sono quello di due inquadrature fa”. Jung Woo-sung ha una faccia talmente dimenticabile che per ricordarmi di lui nel corso del film me lo sono dovuto tatuare sul petto. A parte questo inconveniente, spero di essere riuscito a far passare il concetto “filmone grosso coi treni ripresi da angolazioni pazze”. E, cosa che nella filmografia del Kim è ancora più rara di un budget alto, signore e signori, c’abbiamo l’autoironia e il non credersi necessariamente l’Orson Welles della Corea! Giuro! Ci vogliamo rovinare! Il 2008 è stato l’unico anno in cui Kim Jee-woon ha partecipato a THE CLUB e alla richiesta “Descriviti in tre parole” non ha risposto “genio, genio, genio” bensì “simpatico, solare e che mi piace divertirmi”. Insomma, Il buono, il matto, il cattivo è Kim al suo solito alto livello di talento visivo, con tanti marchingegni stantuffanti ed enormi manciurie a disposizione, e in più la voglia di fare un po’ solo una simpatica cazzatona divertente e piena d’azione. E io non so voi ma a me le simpatiche cazzatone divertenti e piene d’azione mi garbano. Io non so voi ma un film che mi inizia così, BOM, tre minuti per dare quel minimo di retroterra e poi via di corsa a cavalcare e spararsi dai finestrini dei treni, con i tre protagonisti che si scontrano praticamente SUBITO e l’azione spettacolarizzata come dio comanda e le zummatone vintage a raffica, io a una cosa così gli voglio quel po’ di bene che si merita, e la mia simpatia. Se sei bravo a girare e metti un intero filmaccione al servizio di scene d’azione rocambolesche e prolungatissime, io sono disposto a perdonarti molte cose.
Sono disposto a perdonarti, per esempio, molti dei difetti di un film tutt’altro che giocato di fino: due ore e un quarto di baracconate, per quanto spettacolari, sono davvero troppe per chiunque, specie se tenute insieme da una trama esile. E per quanto Kim abbassi la spocchia, nemmeno stavolta abbassa le ambizioni, finendo per confondere il respiro epico con il dilungarsi all’infinito tra finali e prefinali e inseguimenti e stanche sequenze di raccordo, che a un certo punto anche basta, davvero, siamo stati benissimo e abbiamo mangiato da dio ma ora per favore fateci tornare alla cazzo di casa nostra.
Però ripeto: Il buono, il matto, il cattivo è un film che bendispone e ti si offre con onestà, caciaronaggine e tanta gioia. È un po’ tardo, un po’ tonto, ma io voglio più bene a questo che non a tanta altra più scaltra e fighetta progenie del Jee-woon. Il buono, il matto, il cattivo è il film che sancisce il patto di sangue tra me e Kim: tu continui a girare bene e mi fai vedere Song Kang-ho che spara con un casco da palombaro in testa, e io in cambio ti dico bravo anche se cachi fuori dal vaso.
Conclusione: voi sei italiani che vivete vicino alle sei sale in cui viene proiettato il film, fatevi un favore e andateci. Poi venite da noialtri cinquantanove milioni novecentonovantanovemila novecentonovantaquattro e ci dite – ne sono certo – che vederlo sul grande schermo era una figata. Affare fatto?
DVD-quote suggerita:
«Una recensione per sei a nome Preminger, grazie» (Luotto Preminger, i400calci.com)
IMDb/Trailer
Il film di Kim che ho più apprezzato (“Two Sisters” mi piaciucchiò, con molte riserve; “Bittersweet Life” e “I saw the Devil” mi hanno profondamente deluso), forse proprio perchè il suddetto Kim mira un po’ più in basso quanto ad ambizione autoriale, e la butta sul piano del divertissement fracassone puro. Onestamente a me le due ore e passa sono filate belle lisce, senza particolari momenti di noia (mi hanno giusto un po’infastidito alcune carrellate a volo di uccello del tutto gratuite verso il finale, lì ho pensato: “Mmmmmmhhh…mi sa che il Kim ci sta ricascando”. Ma per fortuna poca roba).
Ah, concordo in pieno con Song migliore attore dell’universo mondo. :-)
Luotto ne sa e ha ragione. Sto qua si sente troppo bravo e fico. 2 sisters era noiosissimo e pieno di spaventi idioti, Bittersweet era obiettivamente fico. Uguale a 2000 cose ma funzionava proprio e finiva come Scarface, quindi gioia. I saw the Devil l’ho visto l’altro giorno e non è così brutto come lo dipingono, forse è più interessante che piacevole, però la trovata di risolvere la trama poliziesca dopo 40 minuti e iniziare con le torture per 1 ora e mezza non era male, ma poi pensi a The Chaser e ti ricordi come si fa un noir. Questo no però, non finisce davvero mai!!! Ma poi che c’entra Sergio Leone
quoto, bittersweet pur con tutti i suoi limiti, non fallisce nell’essere totalmente figo e per questo mi ha fatto godere.
vero pure che kim si sente uber e purtroppo ogni tanto si fa prendere dal superio e attacca a scassarti le gonadi.
ad ogni modo appena possibile darò un’occhiata a questa pellicola
Tutti parenti del recensionista qui?
Ma perpiacere state a criticare dei film solo per il gusto di andare controcorrente.
Fate pure.
Non è certo il mio commento a cambiare opinione su un film, ma tranquilli non è neanche il vostro!
Andatevi a vedere Breaking Dawn và
1, 2, 3… IT’S FLAME TIME !!1!!one!!
Dai, Dai datevi addosso io intanto metto a fare i Pop-Corn e magari do il mio contributo alla Bagarre.
Su non siate Timidi.
forse sul grande schermo è una figata…sul piccolo mi ha annoiato parecchio…salvo solo la scena iniziale con l’aquila sulle rotaie, per il resto tanta noia e qualche sporadico sorriso…
Incredibile, esistono davvero i Kim-hards, e io che pensavo che Luotto fosse eccessivamente timoroso. Team Kim!
sono abbastanza concorde col tuo giudizio verso il genio genio genio, anche se nel dettaglio questo film mi ha annoiato parecchio, ma non è nemmeno questo che sono venuto a dire.
quel che sono venuto a dire è che THE FOUL KING ERA FIGHISSIMO.
e per di più dopo la proiezione mi sono trovato da solo nel bagno del far east con song kang-ho.
ci siamo guardati.
volevo TANTISSIMO fargli la mossa come fa lui nel bagno in quel film.
penso che abbia capito perché mi sono messo a ridere, e lui pure.
è stato bellissimo.
basta, torno nel mio eremo.
e comunque andatevi a vedere breaking dawn
coraado: The foul king miglior film di Kim senza se e senza ma.
Il tuo aneddoto miglior aneddoto della storia senza se e senza ma. Oltretutto è incredibile che tu lo tiri fuori solo adesso, fossi al tuo posto lo citerei in ogni cosa che dico in qualunque occasione
Nanni sta biecamente tentando di sdoganare TWILIGHT attraverso torbidi messaggi subliminali. Non pensare che quel “Team Kim” sia passato inosservato. :-) :-)
@pau: non sono una persona come tutte le altre, ho dei segreti che non capiresti e ti consiglio per il tuo bene di starmi lontano
E pensare che non l’ho mai visto sto film perche’ dalla cover credevo che fosse la solita nerdata con gli asiatici effeminati e il capello emo che è pure andato pesantemente fuori moda.
E ne sono tutt’ora convinto.
Visto al Far East di Udine 2 anni fa, mi sono divertito da matti.
Sullo schermone del festival rendeva parecchio e un paio di scene sono davvero una goduria (la sparatoria tra liane e legnetti e l’inseguimento al ritmo dei Santa Esmeralda). Alla fine aveva anche fatto il simpaticone Kim.
Anche io lo preferisco così: I Saw the Devil, tanto decantato, mi è parso la solita macelleria Koreana, pure molto meno ispirata rispetto ad altri ottimi prodotti del filone.
@Luotto
Eccomi.
Pensavi che la tarda ora implicasse un mio omissis ?
Pensavi che mi fossi dimenticato del mio recensore postmodernista ?
Beh, ti sbagliavi. In entrambi i casi, perltro.
Harry Piotta, per servirti.
E solo per dirti che I saw the Devil pensavo fosse il tuo film-anthem, cioè una di quelle sigle inseparabili, da cui è ontologicamente impossibile separarsi.
Quindi sono sorpreso.
Come lo sono dall’accostamento della parola genio alla parola jee-wong.
Confesso peraltro di aver evitato il prestante remake di Leone.
Tuo amico,
H.P. o, se preferisci, una tantum, P.H. 9
Io mi ci addormentai. Ma mi capita spesso, io lavoro mica come voialtri.
Però finché sono stato sveglio mi è paiciuto. Soprattutto l’uso verticale dell’azione.
Chissà che ho detto, ma mi ricordo che quando lo vidi pensai “però… che uso verticale dell’azione!!!”
http://trovacinema.repubblica.it/programmazione-cinema/citta/roma/rm/film/406783/il-buono-il-matto-il-cattivo
Una delle recensioni più puerili e penose che abbia mai letto. Quanti anni ha Luotto Preminger? Sedici?