Ovvero: il film con i cattivi che non si vedono,
tranne quando si vedono
C’è stato un periodo, qualche anno, durante il quale la fantascienza sovietica ha contato qualcosa. C’erano i fratelli Strugatsky e Tarkovski che rifaceva il loro Picnic sul ciglio della strada trasformandolo nel film più bello di sempre cioè Stalker. C’era Stanislaw Lem e Tarkovski che rifaceva il suo Solaris trasformandolo nel secondo film più bello di sempre cioè Solaris. In sostanza c’era Tarkovski. C’era perfino Bulgakov, e dal suo Uova fatali venne tratto uno sceneggiato televisivo con Gastone Moschin.
Il periodo durò poco, e dovendosi confrontare con lo strapotere anglofono i nostri amici sovietici rimasero indietro nella corsa allo spazio, lasciando in mano ad americani e inglesi le sorti del genere. Ci ha detto male un po’ a tutti: gli ultimi dieci/quindici anni di fantascienza sono stati disastrosi, e per scovare qualcosa di davvero buono bisogna andare a pescare in Inghilterra o accontentarsi di fare quella roba difficilissima che è leggere, magari roba fatta da italoamericani.
Ma aspettate! Non è tutto così drammatico. Forse. Vi presentiamo Timur “Black Mamba Eto’o” Bekmambetov, un russo pazzo di origine kazaka che ama scrivere, dirigere e produrre e ha una missione nella vita: rilanciare la fantascienza sovietica grazie al sapiente utilizzo di brutti film tratti da graphic novel, brutti film tratti da mediocri e confusi romanzi, film carini di cui abbiamo parlato poco tempo fa. Visti i presupposti, è con una certa emozione che andiamo a parlarvi dell’ultima faticaccia produttiva di Black Mamba, L’ora nera, ovvero il film con i cattivi che non si vedono.
Sopra: cattivo cattivissimo cià cià cià.
Emile Hirsch e il figlio di Anthony Minghella (il quale è soprannominato “trottola” dagli amici del camposanto) stanno volando su un aereo che vola; destinazione: Mosca. Emile Hirsch (che più invecchia più assomiglia a Jack Black) sta giocando a Dead Space per iPhone, sprezzante del pericolo di utilizzare un telefono mentre si sorvolano gli Urali; fuck the police! Caratterizzazione! Ed è così che, tra una facezia e l’altra, cominciamo a fare la conoscenza dei due protagonisti, che altro non sono se non le due personalità di Jesse Eisenberg di The Social Network. Emile è uno sbruffone un po’ cazzaro ma tanto affascinante, mentre il figlio di Anthony Minghella è un programmatore nerd che fatica a socializzare se non tramite Internet, e proprio per questo ha inventato “il social network per scopare in Russia”, e sta volando insieme al socio alla volta della Capitale per vendere il suo prototipo a delle persone.
Arrivati a Mosca, però, i due scoprono di essere stati inculati da Guybrush Threepwood, che ha rubato loro l’idea. Depressi e demotivati dalla cattiveria del mondo, gli Eisenbergs vanno a bere in un locale, dove rimorchiano la migliore amica di Juno e una con l’attaccatura dei capelli troppo alta. Sembra tutto avviarsi verso una gran chiavata consolatoria, se non fosse che dal cielo cominciano a piovere natalizie lucine arancioni che quando toccano la gente la trasformano in polvere. Saranno forse alieni cattivi? Probabilmente sì, quindi nascondiamoci in una cantina!, pensano i quattro (a cui si unisce tosto pure Guybrush).
La fuga, prima scena de correre della pellicola, è tra l’altro l’occasione per Chris Gorak di mostrarci tutta la sua inettutidine mettendo in scena una delle sequenze più confuse della storia del cinema moderno, montata talmente male che si nota pure un’inquadratura riciclata tipo tre volte, con conseguente perdita dell’orientamento da parte dello spettatore che non capisce dove diavolo siano i protagonisti e se sia il caso di preoccuparsi per loro o meno (indizio: meno).
La parte dello scappare, per fortuna loro e nostra, si conclude. I cinque si ritrovano così in uno scantinato, dove assistiamo al momento peggiore del film: un montaggio ellittico che comprime una settimana di prigionìa sottèrra in pochi secondi. Incidentalmente, sarebbe stato anche il momento giusto per caratterizzare una minima i personaggi, che invece rimangono figurine di cartone alle quali è impossibile interessarsi. Poco male, non è da tutti fare fantascienza psicologicamente valida, e magari questa parte l’hanno tagliata in fase di editing e non è colpa di Gorak, e poi ci sono gli alieni cattivi quindi ci si può sempre consolare con LEBBOTTE, giusto? Chissà quanta azione ha in serbo per noi Black Mamba.
È così, con una certa speranza in un cuore comunque gravido di dubbi, che assistiamo al momento in cui i Nostri tornano all’aria aperta dopo sette giorni, per far cominciare davvero il film. È in questo momento che si trovano di fronte a due tremende verità: 1) Mosca è stata devastata dai cattivi e 2) la sceneggiatura fa schifo.
«L’orrore!».
Sulla prima verità c’è poco da dire: la città è effettivamente da cartolina, e le riprese aeree delle vie distrutte dagli alieni invisibili sono la cosa migliore di tutto il film. Sulla seconda c’è troppo da dire, tanto che viene il dubbio che Jon Spaihts (che ha scritto pure Prometheus. Andiamo bene) abbia fatto apposta a raccogliere tutti ma proprio tutti i tropes degli script da quattro soldi dal 1930 a oggi e a racchiuderli in un unico film. Vogliamo parlarne?
Il dialoghista sotto crack
VECCHIETTA ALLA FINESTRA: «Ashkenazi vodka Arshavin!».
BIONDA SCEMA: «Oddio, cos’ha detto?».
GUYBRUSH: «Che moriremo tutti».
BIONDA: «Oh, no!».
RTS – Real Time Stupidità
Gli alieni cattivi hanno distrutto Mosca. La soluzione tattica di Emile Hirsch? Recarsi all’ambasciata americana. «Lì non ci faranno del male, e potremo tornare a casa». WTF? Ah, capisco: visto che i mostri sono atterrati in Russia, sul suolo americano sarete al sicuro!
Altro esempio: inseguiti da un alieno, Emile Hirsch e il figlio di Anthony Minghella si nascondono sotto un’auto. L’alieno non li vede. Loro non useranno mai più le auto come nascondiglio.
Altre forme di vita intelligente
Gli alieni sono invisibili, tranne quando stanno per attaccare (= lampo di luce arancione) e quando si avvicinano a un apparecchio elettrico (= lo avviano). Di fatto, quindi, non sono invisibili. Sono scesi sulla Terra per recuperare qualche tipo di fonte di energia, solo che invece di chiedercela se la prendono con la forza. Perché questi alieni sono cattivissimi: se ti pigliano ti polverizzano, e ti polverizzano male, tanto che la reazione di Emile Hirsch di fronte a un bar vuoto e con il pavimento coperto di polvere è: «Che strage orrenda!». È ormai chiaro che l’unico modo per sconfiggere gli alieni sono i filippini.
Ah! Gli alieni non possono vedere attraverso il vetro, hanno paura dell’acqua, possono protrudere tentacoli arancioni.
Carne da macello
Muoiono molti protagonisti (non tutti). L’assoluta mancanza di motivi per affezionarsi a loro rende queste morti assolutamente irrilevanti.
La minorenne russa
È bionda, è fica e si chiama Vika (si pronuncia: Fika). Si presenta con skinny jeans, pistola e aria incazzata, proclamando: «Sono Fika». Da lì in poi, si limiterà a sculettare per Mosca, parlare come una mignotta di parco Ravizza ed esibire un broncetto delizioso. Vincitrice del film.
Hagrid lo scienziato pazzo e i suoi amici alieni
È immancabile, in una città sconvolta dalla guerra, che ci sia qualcuno molto intelligente e un po’ strano che vive in isolamento. Il nostro è tutto barbuto e un po’ pazzo, e gli manca solo Harry Potter per. È pure inspiegabilmente riuscito, nel giro di una settimana, a trasformare casa propria in una gabbia di Faraday per tenere fuori i cattivi (trucchetto che funziona finché non smette di funzionare) e a inventare un pistolone che spara microonde e può distruggere lo scudo degli alieni.
Già! Perché gli alieni in realtà non sono le luci arancioni! Le quali sono piuttosto un complicato meccanismo di difesa. Non voglio svelarvi in anticipo il vero aspetto degli invasori. Un indizio, però: Quake.
Spoiler: ovviamente lo scienziato non dura un cazzo.
Infiniti altri
Se siete interessati ne parliamo nei commenti.
Sopra: ma magari.
LA PARTE DELLA VALUTAZIONE OGGETTIVA L’ora nera è un filmaccio. È un riciclo di idee vecchie quasi un secolo. È scritto talmente con i piedi che si può sintetizzare in: cinque tizi vanno dal primo nascondiglio al secondo, quattro tizi vanno dal secondo nascondiglio al terzo, tre tizi vanno dal terzo nascondiglio al quarto, muore un alieno, c’è un sottomarino, fine. In più butta nel cesso uno spunto interessante: l’interazione tra alieni ed elettricità poteva dar vita a una riflessione sulla nostra dipendenza dalla tecnologia e inscenare un survival horror tra le vie di Mosca in cui i Nostri provano a cavarsela nonostante l’assenza di energia in una sorta di versione sovietica di Robinson Cruose; indovinate se.
LA PARTE DEL COMMENTO FINALE Eppure io non gli voglio male, a L’ora nera. Sarebbe troppo facile, e tra l’altro mentirei se dicessi che non ho riso come un matto. E poi è ingenuo, ingenuo come neanche un B-movie degli anni Cinquanta. Scoprirne tutti i difetti, le beghe, gli errori, le cagate è un gioco nel gioco. È sempre il solito, trito discorso: c’è un’audience per un film come questo, e ciascuno di voi già sa se ne fa parte o meno, e se scaricarlo per il prossimo sabato sera o no. Basta che poi se scoprite che è davvero brutto non vi venite a lamentare con me.
DVD-quote suggerita:
«Un film senza neanche una cosa al posto giusto»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)«Derp!»
(Goran Bekmambetov, filmdimiofratello.com)
PS: il film sarebbe in 3D. Evitatelo, a meno che non vogliate capire appieno il significato del titolo originale (che originariamente doveva essere The Darkest Hour and a Half, poi hanno pensato fosse troppo sfacciato).
Il gatto nella casa dello scenziato pazzo!
Ma che peccato, il trailer pareva figo :( O per lo meno gli alieni parevano fighi, qualcosa di diverso…
Quindi sarebbe potuto finire con un nichilista bendato che spegneva il pianeta terra, si accendeva una american spirit e sogghignava: “benvenuti nel regno della razza umana”! A quando un finale così, per dio?
Non pensavo si potesse fare peggio degli alieni con la testa alla Stewie Griffin di Battle LA.
E dire che piu’ li fanno di merda e piu’ te lo vogliono vendere come il punto di forza.
Che poi quant’è brutto il poster che pare fatto in 2 secondi a caso e forse è proprio così.
Cmq solaris è una palla mostruosa. Stalker pure non scherza ma è già un pò meglio.
Sì.
E 2001 è troppo lento e non si capisce un cazzo del finale.
E gli effetti speciali di Fahrenheit 451 sono brutti.
:-)
@Schiaffi: fai bene a citare quella merda con gli alieni Stewie, perché comunque L’ora nera è Asimov, a confronto con Battle: LA.
…E po’ si scrive con l’accento, come tutti i monosillabi monosemantici. Scusate, non lo faccio più. Tra l’altro “più” è un monosillabo monosemantico accentato, quindi il mio sarcasmo posso ficcarmelo. Scusa. Vi abbraccio.
Ecco, mi rendo conto di aver dimenticato di dire due cose:
– la miglior cosa scifi uscita dall’area sovietica negli ultimi anni è S.T.A.L.K.E.R. Se avete un’Isbos recuperatelo
– il miglior survival horror ambientato a Mosca uscito negli ultimi anni è Metro 2033. Se avete un’Isbos (o tipo un Kindle) eccetera.
@Stanlio
Mi permetto di dissentire, ok che dal trailer pareva che Battle sarebbe stato il Gesu’ Cristo dei film sceso in terra, aspettativa poi tradita, pero’ almeno sono 90 min di ceffoni.
Qua le robe gialle non si possono vedere, gli Stewie per quanto facessero cagare almeno una forma e delle armi le avevano, ma questi che sono, delle supposte che fluttuano?
Ma poi sono l’unico a notare che jack black 2 qua, cambia forma in ogni film che fa?
@Stanlio
5 Alto per S.T.A.L.K.E.R., e aggiungo che Mass Effect è un falso profeta.
Sto film dava di Merda dal primo Trailer.
@mimmino, po’ si scrive con l’apostrofo perchè è elisione. vabbbè vado anche io…
Corretto: po’ si scrive con l’apostrofo perché è un’elisione di “poco”… ma “perché” si deve scrivere con l’accento acuto, come affinché, nonché, giacché, né. Ok, ho capito, me ne vado anch’io…
Stalker call of prypiat è definitivo. Dovrebbero farlo film.
Cavolo se è lento 2001.
Battle of LA fa cagare l’anima senza se e senza ma, una noia abissale di action insipida priva di ispirazione e completamente a cazzo di cane. Ora non basta che uno spara col mitra a cazzo e si atteggia per tenere vivo il mio interesse.
Però questo film non l’ho visto, giusto il trailer, quindi non posso comparare.
Questa cosa mi ricorda la mia scena preferita di Supergirl, in cui lei sfida l’enorme mostro invisibile perche’ la casa di produzione stava davvero fallendo. E mi viene voglia di rivedere “Elliot il drago invisibile”.
@Schiaffi, non so, almeno questo non ci crede un cazzo. Battle LA è un pizzone predicatorio (davvero gli americani hanno ancora bisogno di esaltare i loro eroici soldati e di prendersela con il diverso/invasore?), oltre al modo random con cui usa la camera a mano. Io mi sono sentito più offeso da Battle LA che da L’ora nera, che al massimo mi ha fatto molto ridere. Poi sulla qualità oggettiva del prodotto può darsi che abbia ragione tu.
Cinque alto a voi altri Stalkeratori. Io quel gioco l’ho pure messo nella mia tesi di master, tanto lo amo. Info random.
Perchè tutti ce l’hanno con Battle LA, che vi ha fatto di male? Ho capito, il finale conteneva un’efficientissima soluzione lassativa, però dai, solo per i primi 20 minuti valeva il prezzo del biglietto (o dello scaricone da internetztztz o da frazione di pagamento di Scài che tanto senza la Chappion non ci vivo per cui tanto vale abonarsi anche al cinema così la moglie non rompe troppo le scatole…).
Cordialità
Attila
quindi,
innanzitutto grosse pacche sugli zibidei di Stanlio per la sua migliore rece.
passiamo all’hating:
-nota di demerito per tutti i commentatori che non hanno iniziato un commento con VIVA LA FIKA. Io faccio eccezione perché me la tengo per la visione casalinga forever-alone-style
-nota di biasimo forte per lo sceneggiatore che non ci ha buttato dentro un “usa scimmia con sole” che avrebbe vinto tutto e tutti.
Visto che si parla di stalker se non lo avete visto in italia hanno fatto un corto ispirato boh, a qualcosa tipo romanzo o più probabilmente fumetto.
http://www.ludomedia.it/News/48139-S-T-A-L-K-E-R-Il-Duello-un-corto-ispirato-a-Shadow-of-Chernobyl.html
Niente di epocale eh, fate vobis.
@vinx A me quella fika non mi attira quindi mi è passata così dritta come un pallone da calcio che galleggia nel fiume mentre stai dormendo sulla riva. Sti cazzi. Non ci gioco neanche a calcio. Voglio Olga Kurylenko in ogni parte femminile in ogni film.
@Attila: sai che per me i primi venti minuti di Battle LA sono stati la parte più offensiva? Lo scriveva anche il capo nella sua rece: ho capito che vuoi usare la Greengrass camera perché fa figo, ma cosa c’entra nelle scene introspettive/meditative/malinconiche? Una tortura per gli occhi.
@tutti: la minorenne russa è una cosa da panico, se amate il genere. Davvero, non fatevela sfuggire. Bonus: Olivia Thirlby (http://4.bp.blogspot.com/-PwkszA6V5zQ/Tw34BnUaCRI/AAAAAAAABBM/2G5G7MYDdGs/s1600/oliviathirlby.jpg) sembra la versione anoressica e mora di Jenna Haze (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/5b/Jenna_Haze_2009.jpg/220px-Jenna_Haze_2009.jpg).
Ma io sottolineo: Battle LA usa la Parkinson cam anche in una neutrissima scena di raccordo, quale quella del tizio che cammina in un campo da golf al telefono, pre-invasione, per due amabili chiacchere. E’ uno stacco di pochi secondi, ambientato nel luogo piu’ piatto, tranquillo e noioso del Pianeta Terra secondo solo al Crematorio di Golders Green. Se mi tremi anche li’, io ti chiamo un dottore.
E comunque la neve killer è una citazione dell’Eternauta che potrebbe portarmi a vedere il film per affetto e nostalgia. E poi magari uscire dal cinema e fare causa al regista.
In quel periodo della fantascienza russa da ricordare anche Konstantin Lopushansky.
Comunque:
“È ormai chiaro che l’unico modo per sconfiggere gli alieni sono i filippini”
Se è una citazione di Onion Movie, rispetto!
E aggiungo che i nigga si mangiano i gommoni.
@Phoenix: in realtà è un corto ispirato da unvideogioco ispirato dal film :)
Niente di epocale come hai gia detto tu..
La linea mi abbandona per due giorni e guarda cosa succede.
Ohibò, che Nightwatch sia il film sovietico più sopravvalutato di tutti i tempi è indubbio (Daywatch lasciamo perdere in partenza), Wanted non era nemmeno russo in origine e del resto è venuto ben dopo i due Guardiani, girato probabile coi rubli fatti con quelli.
Quanto è figo Mieville (e non ho ancora capito se scrive di fantascienza davvero o meno).
Sto tergiversando, perché già dal poster ho preferito al cinema l’ultimo Underworld rispetto a questa roba qui, che quelle lineette rosse fatte in PS5 non mi sembravano proprio degne di fiducia.
E poi mi sono bloccata a “Max Giorgio Choa Minghella”.
Questa idrofobia degli alieni è una cosa di cui non ci libereremo mai più? *incollare tutti i commenti dei detrattori di Signs qui*
Comunque no, mobbasta, sta storia dell’ingenuità na sega: non è il primo film fantascientifico russo, non è il primo film con gli alieni del pianeta, quindi l’ingenuità se la tenga lui e si porti quella faccia da topo di Konstantin Khabenskiy a casa sua e lo tenga in una teca, se gli piace tanto.
Noto che hai evitato di accennare a Abraham Lincoln: Vampire Hunter.
Saggia scelta.
@Magdalena: Mieville non sono sicuro che scriva di fantascienza. Perdito Street Station, per dire, non lo è. Men che meno Un Lun Dun. Ma The City & The City sì. Kraken, volendo, anche. Il treno degli Dèi pure. Insomma, non lo so. Di sicuro è uno dei più fighi del pianeta.
Su Lincoln non dico nulla: i mashup e Seth G-S hanno rotto il cazzo dopo Pride & Prejudice & Zombies.
@riccardo: :-)
@Suzuki: ecco, tipo, però qui la “neve” è arancione e dentro ci sono i mostrini di Quake 2 con i dettagli al minimo che c’ho poca RAM. La CGI di L’ora nera è come tornare al liceo quando ti sbattevi un sacco per far girare al massimo Baldur’s Gate e spendevi un sacco di soldi per la scheda grafica perché volevi la nebbia in Fifa ’98.
scusate, ma solo io non ho capito la citazione di Guybrush?! Cazzo centra Guybrush!? Sono rinco totale?
VIKA LA FIKA
@Stanlio
Curioso tu abbia preso l’immagine “vuota” del cattivo cattivissimo che non si vede da qui:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=135431426487991
Spiegacelo.
;)
@mac: UH. No mi sono limitato a cercare “foglio bianco” o qualcosa del genere su gugolimeigis, non avevo idea della provenienza. Giuro!
@babaz: il tizio in questione è IDENTICO a Guybrush Threepwood di Monkey Island. Alto, spilungone, biondino, con il codino e la faccia da tonto.
Ma gli alieni fatti di luce mica li avevano usati pure in cocoon e the abyss?
Che fissazione eh, e pure con quelli ti facevi 2 coglioni cosi’.
@Stanlio
con la storia della nebbia in Fifa98 mi hai riportato alla memoria quei tempi amari da cui pensavo di esserne ormai uscito.
@Schiaffi Davvero? Io mi ricordavo che in coocooon erano tipo cocomeri e in the abyss tipo il classico alieno alla x-files. E’ da una vita che non li vedo quei film e non mi erano neanche tanto piaciuti, specie cocoon.
@Schiaffi (e Phoenix): in Cocoon non ricordo – ha ragione Phoenix, quel film è UNAMERDA e dobbiamo gridarlo forte –, ma in The Abyss sono abbastanza sicuro fossero robe subbaqque bioluminescenti con i tentacoli. Controllerò.
Comunque The Abyss era bello, ma forse perché era Cameron, e io ho un debole per tutto ciò che è Cameron, a parte l’unico suo film che non ho mai visto se non doppiato dai Prophilax.
@mac: no senti, è mezz’ora che ci penso e ho deciso che a voi posso dirlo: quel profilo è mio. In realtà sono una poetessa maledetta. Scusate tutti. Non volevo mentirvi.
@Stanlio
e scommetto che hai anche diciott’anni, bellissima, piena di denaro… tutte le virtù coniugali.
@Stanlio feat. Phoenix
mi sono documentato, l’ho detta giusta all’ 80%: in effetti le merde di cocoon sono degli umanoidi rachitici fatti di luce gialla, mentre in the abyss sono delle meduse simil trasparenti fatte di luci blu e viola a strobo che pare la chiusura del fabric.
Seppur miserabile un corpo ce l’hanno ma rimangono comunque delle merde brutte inutili che tentano di usare le lucine per stupire il pubblico poverino. Che poi fossero dei film talmente di merda da non essere mai riuscito a vedere è un altro discorso…
Notare che cocoon per anni lo hanno trasmesso sempre quell’unico giorno dell’anno che per disgrazia di Dio me ne stavo in casa e l’internet manco esisteva. Qualcuno mi voleva male.
Beh dai, oltre “Moon” non ci sono stati solo disastri, “Serenity” ed il reboot di “Star Trek” mi piacquero, e “Space Battleship Yamato” è stato un tentativo apprezzabile. Poi oh, in tempo di vacche magre uno si accontenta…
@Propofol: sul remake di Star Trek ci posso stare, non sono un trekker e quindi non sono rimasto offeso dall’intamarrimento della saga, poi comunque è divertente ed esplodono i pianeti, quindi.
Poi vabbe’ Serenity è un discorso a parte, è bibbia, è arte, è capolavoro, è browncoatismo ai massimi livelli, è amore puro. BRING BACK FIREFLY.
MA CHE RAZZA DI CRITICO DEFICIENTE SEI ???
MA NON TI VERGOGNI ???
MENO MALE CHE HO LETTO SOLO 2 RIGHE DEL TUO PUTRIDO SCRITTO !!!
MAMMA MIA CHE VERGOGNA CHE SEI !!!
MAMMA MIA CHE STUPIDO, ARROGANTE E PRESUNTUOSO !!!