Il mondo del cinema mondiale ci spia. D’altronde, perché non dovrebbero? Siamo o non siamo i più bravissimi del mondo? Qual è il premio più ambito, gli Oscar con quella faccia da pirla e lo spadone che sembra un Alberto da Giussano moscio, o i gloriosi, virili, eroici Sylvester? Leggete qui, poi qui e poi guardate questa chicca scovata dal nostro schiavetto preferito Miike e capirete fin dove si estende il nostro dominio.
Dicevamo, il mondo del cinema ci spia. Vi ricordate il vespaio che abbiamo suscitato dopo aver visto Shutter Island? Tutti noi 400 contro il famigerato SPIEGONE, contro la storiella dataci in pasto frullata e a cucchiaini. Io, in particolare, mi sono appassionata alla lotta contro gli spiegoni e ora vi baso praticamente ogni mia recensione. Il che, se volete, è uno spiegone anch’esso, è uno spoiler del pezzo che leggerete, nel quale scoprirete, anzi ve lo dico subito, che Jim Sheridan ha messo uno spiegone esattamente a metà del film. Perché?
A dire il vero ci sono tanti altri “perché” molto più pressanti; ad esempio, “Jim Sheridan, perché, visto che sei famoso per i drammoni irlandesi, ora hai voluto fare un thrillerone psicologico coi fantasmi e gli spaghetti?”; o, ancor meglio, “Jim Sheridan, perché, visto che sei famoso per i drammoni irlandesi, qualche anno fa hai voluto fare la biografia di 50 Cent con la locandina più paracula della storia?”. Io la risposta la so: è la crisi dei mutui. Il Jim deve pagare la rata della sua casa dei sogni, allora intanto fa un film per autoconvincersi che le case dei sogni nascondono sempre un terribile segreto e forse è meglio se la vendiamo, Jim, così a quel mutuo non ci pensi più e torni a fare i drammoni irlandesi, cosa ne dici?
Allora, qui invece siamo a New York e c’è Daniel Craig col suo bel six-pack spesso in vista (grazie Jim) che nonostante il fisico da agente segreto fa lo scrittore Will Aterton, uno che di mestiere inventa storie (ocio, metaforone in vista). Will lavora in un palazzo lussuosissimo e guadagna un sacco di soldi, tanto che decide di licenziarsi per dedicarsi alla sua deliziosa famigliola: la moglie Rachel Weisz (la MILF che Anne Hathaway non sarà mai) e due marmocchie nemmeno antipatiche. E vivono in una casona bellissima in un quartiere residenziale di quelli con la prima latteria a due chilometri. Il primo indizio che le cose non vanno come dovrebbero è che al terzo minuto appare la fazza losca di Elias Koteas – un altro récit di Shutter Island! Una colta citazione scorsesiana! L’albo dei caratteristi che piange! Elias Koteas che deve pagare il mutuo pure lui e ha abbasato il cachet! Ora, uno non scrittura Elias Koteas se non c’è da fargli fare il losco della situazione, giusto? E difatti il prode scrittore, abbracciate e baciate le tre donne di casa, comincia a vedere segni strani un po’ ovunque, gente che lo spia, che lo pedina, fiori che appaiono sulla veranda, Naomi Watts che fa il solito musetto tremebondo e spettinato e sembra dire, non dire, io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, branchi di ragassuoli che fanno le finte messe nere in cantina – COSA? E come minchia ci sono entrati? E moglie e figlie, sempre lì a non fare un cazzo, non se ne sono accorte? Un attimo, dopo ve lo spiega il Jim.
In pratica in quella casa dei sogni cinque anni prima lo psicopatico Peter Ward ha sterminato la famiglia, composta guarda caso da moglie e due figliolette. Ma dai, che concidenza. Segue spiegone in puro stile Shutter Island, questa volta per bocca di uno psichiatra che sembra Paolo Villaggio, ma io anziché tirare bestemmioni in gaelico vado avanti perché c’è ancora ben mezzo film, il che come mossa incuriosisce. E difatti i colpi di scena si susseguono, la matassa si dipana illustrando quello che è l’asse filosofico-Lombrosiano portante del film: “Fazza losca = è losco. Fazza pulita = è pulito”. E sinceramente io mi sento un po’ presa per culo, anche perché il Jim, non contento di aver fatto finora un thrillerone accettabile, con gli attori bravi, con tutti gli spaghetti al posto giusto, decide di far scrivere il finale da Moira Orfei e farlo interpretare dal Circo Togni sotto la direzione del pagliaccio Baraldi. No, vi giuro, roba che se entravano anche l’equilibrista sul cavallo o l’orso che va in bicicletta io non mi stupivo più di tanto. E non mi si venga a dire che è colpa della produzione o che è la fantasia visionaria del reggista o che è una proiezione dell’ottica distorta del protagonista, no, no, tre volte no!, siamo semplicemente di fronte ad uno sbaglio di proporzioni shakespeariane.
Quindi cosa faccio, ve lo consiglio? Non so. Né Weisz né Watts mostrano alcunché, c’è molto più da vedere quando è inquadrato Craig, il che a me fa piacere ma a voi non so. Il film non è mica male, eh, magari fermatevi a 20 minuti dalla fine che tanto ormai la faccenda l’avete capita e vi risparmiate il circo. Di sicuro ai Sylvester 2013 non arriva.
DVD-quote suggerita:
“Shutter Island incontra Moira Orfei”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Bleh!
«E non mi si venga a dire che è colpa della produzione o che è la fantasia visionaria del reggista o che è una proiezione dell’ottica distorta del protagonista»
Eh però mi sa che è colpa della produzione sì, tra tutti, da Sheridan ad Add007minale, non c’è NESSUNO dei coinvolti che sia stato felice del montaggio finale, conferenze stampa deserte (nel senso del participio passato), no io del film non parlo, machemmerda il trailer che svela tutto. Mi sa che produttivamente siamo di fronte al più grande disastro della storia dei grandi disastri degli ultimi dieci anni almeno.
(comunque sì, tutto sommato è carino, caprera a parte)
Stanlio, non parlo della realizzazione ma delle svolte della trama… dai, tutta la storiaccia di Koteas e del marito di Naomi Watts è una roba da WTF intergalattico…
Sìsì ma assolutamente eh! Però ci sta che gli siano rimasti indietro dei pezzi in fase di editing, che abbiano tagliuzzato robe a caso che avrebbero il tutto meno wtfoso… non so, la reazione isterica di 007 e di irish coffee mi fa pensare che nelle loro intenzioni il film dovesse essere un po’ diverso.
Poi oh, non è che voglia fare il difensore di ‘sta roba, eh: è comunque un film fuori tempo massimo, grazioso fino a un certo punto stpig (se ti piace il genere), dimenticabile e rovinato da se stesso. Però ecco, mi sa che per una volta non è solo colpa di chi l’ha scritto.
DevoVederloDevo
Merda, appena ho visto la locandina di Nel nome del padre ho ricominciato a piangere. Avete le mani sporche del sangue di Giuseppe Conlon, Diplock Courts!
sono andato a cercare six-pack su Urban Dictionary. se mi dite che è aderente al film io quasi quasi una possibilità gliela do, va là.
@Stanlio
guarda che alla Cicci ci piacciono le trame, quelle che non si sa come va a finire, coi colpi di sc(hi)ena, e scatolette cinesi che si aprono come Sex Crimes. Quindi se non c’è quella trama lì, che ti devi stupire e dire alla Banfi “questa non me l’aspettevo !” (che poi è la trama che puoi raccontare al parrucco e fai bella figura), beh, se manca quella, non c’è Johnny To o James Wan che tenga: il film fa schifo.
Ricorda, Stanlio, anzi rimembra: alla Cicci un la si fà.
Tuo sparring,
Oglio Kobrick
Piotta, quanti gerbilli ti sei mangiato a colazione oggi? Se le cose stessero come dici tu non avrei un santuario di Adam Wingard in cameretta. Non è questione di trama e ordito, il problema è che questi filmetti che urlano ad ogni secondo “voglio la sufficienza”, se hanno tutte le carte in regola per ottenerla e poi la sbragano via nel modo più pirla immaginabile, mi fanno incazzare. Perdio, è una questione di onestà.
Moglie e figlie uccise dall’uomo di casa.
Mi ricorda un certo famoso hotel in mezzo alla neve.
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Lo spiegone è un fenomeno nato in reazione a film come The Shining,dove non ci viene spiegato molto da niente e nessuno.
E’ come se,vedendolo,molti giovani cineasti di allora-il millenovecentottanta-e anche alcuni dopo allora,avessero tutti avuto lo stesso pensiero:
“Shining mi è piaciuto,ma non ho capito tutto quello che è successo,io per il mio film farò in modo che il pubblico capisca ogni cosa.”
Ma qui sta l’inghippo,perchè se si conosce tutto,un bel po di paura e di interesse degli spettatori va a fanchiurlo.
Quel film e altri senza lo spiegone funzionano perchè il mistero fa molta più paura.
Lo spiegone se usato bene può funzionare,ma non deve essere nè annunciato con eccessivo “foreshadowing” e deve essere fottutamente convincente,non un modo per arrivare ad un finale(o metà film in questo caso) che viene costruito dimostrando solo di aver forzato la trama(e portando lo spettatore ad un grosserrimo MACCOSA).
Lo spiegone si deve basare quindi su una certa ambiguità mai strombazzata delle situazioni mostrate(quindi durante lo svolgimento della storia non è ammissibile nulla che somigli a fortissime gomitate nelle reni dello spettatore per dirgli “GUARDATE QUESTO PARTICOLARE,ricordatevelo perchè poi a voi spettatori servirà per uno snodo narrativo”),e mai su cose come “vi ricordate del tizio visto all’inizio del film?In realtà è Bernard,madre di Acrostico e Parascandalistica”(improbabili colpi di scena),cioè ci si basa soltanto su ciò che è il girato-montato mostrato fino a quel momento,niente retrolampi farlocchi dove si mostrano puttanate che prima non c’erano,perchè altrimenti si sta barando.
Credo di aver inteso,pur non avendolo visto,ma avendo letto la rece e i commenti,che nel caso di questo film qualcuno abbia barato e/o fatto “scherzetti” nella fase di post-produzione.
Ma ovviamente ho scritto troppo fitto e forse solo in due capiranno ciò che voglio dire con tutto questo.
Ricordate comunque che “La vita è un mazzolino di speranze nell’angoscia della notte”,radiodramma in svariate puntate di Josè Maria Fuentes Cardoso Gutierrez Sanchez Prado y Espinoza y Cordobez y Corrida y Llanez Lana Merinos y Madrid Blanco Carreras Domenghin lo trovate anche su http://www.lavitaeumazzolinonellangosciadellanotte.com
Non è importantissimo ai fini della comprensione del mio commento,ma aiuta un pochino.
@Cicciolina
sai che Adam Wingard è stato incarcerato a Nappatraz ?
I gerbilli ormai non li mangio più, sono dispersi nel mondo. Tranne Rufus, che grazie alla sua macrocefalia mi consegna lauti guadagni senza muovere un dito. A Montecitorio pagano bene certi elementi macro :)
Cicciolina col fotoshop ha commesso un errore grammaticale:
ha messo una U di troppo.
@esse: perdonami ma non riesco a prendere Daniel Craig sul serio come sex symbol. Mi ricorda troppo mio zio Beppe. Non posso farci niente.
presentami lo zio Beppe ti prego
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