Quanto dura?
Dura poco meno di quattro minuti.
Sì, ma di quale piano sequenza stai parlando? Tu non ce la conti giusta.
Ottima domanda. In effetti è giusto precisarlo, giacché in questo film non ce n’è mica uno solo, di piani sequenza: I figli degli uomini si bulla tantissimo di uno stile “real time”, tutto long take e fluido incedere tra i grigi scenari urbani di un futuro distopico. Con la scusa del realismo terroso e dell’incalzare i personaggi, Cuaròn infila un campionario di pezzi di bravura che ancora oggi va a vantarsene al club dei registi messicani. Io ricordo almeno tre piani sequenza degni di questo nome: quello molto lungo della guerriglia urbana, sul finale, tutto schizze de fango sulla lente e culi di sbieco, con almeno un paio di stacchi sapientemente giuntati; quello del parto del neonato animatronico di cui si poteva fare anche a meno; e quello della macchina. Che è poi – per tutta una serie di motivi- quello che andiamo ad analizzare adesso.
Bravo. Per un attimo avevamo temuto di trovarci di fronte a una rubrica superficiale. Ci perdoni?
Ma sì, certo, stupidotti.
Allora dicci tutto del piano sequenza della macchina. Che cosa succede?
Succede che nel 2027 il mondo è un brutto posto (e adesso, rispetto a quando uscì il film, è anche di sei anni più vicino), e i bambini non nascono più. Stranamente, la sceneggiatura considera questo fatto un male. Addirittura lo considera l’assunto di partenza su cui basare il pessimismo della sua visione del futuro. Aiuto, aiuto, il mondo è allo sfascio, non nascono più bambini! Ah sì? Facciamo così, prima voi venite nel mio appartamento quando la figlia dei mostri della casa accanto turns up to eleven, poi provate a reimmaginare un mondo in cui i bambini non nascono più. E vedete se non vi viene fuori una commedia di Frank Capra. Ai miei occhi, un mondo in cui non nascono più bambini è, vivaddio, un mondo in cui, quando incrocio per caso un’ex-compagna di liceo invecchiata male, non sono più costretto a fermarmi per rivolgere forzatissimi “ma chi è questa meraviglia?” a futuri avvocatini figli di avvocatini che non hanno la minima intenzione di abbassarsi a farmi ciao. A meno che tu non sia un vescovo belga o un allenatore bulgaro di ginnastica artistica, non vedo dove stia il problema della nascita zero. I genitori potrebbero comunque riversare le loro frustrazioni sui cani, e i cani in cambio non li deluderebbero mai. Ma dicevamo del film.
Ci sono cinque persone dentro una Multipla (il mondo del 2027 è un brutto posto, ve l’avevo detto) che cercano di salvare l’unica donna incinta dell’umanità, QUELLA TROIA. L’atmosfera è inizialmente gioconda, tant’è vero che Julianne Moore e Clive Owen imbastiscono il «Gioco meno appropriato da fare in una macchina di fronte a estranei in una situazione di pericolo EVER», cioè si lanciano una pallina da ping pong da bocca a bocca, una roba cerebrolesa quant’altre mai, ma loro ridono molto. Ridono talmente tanto che a un certo punto dal nulla precipita una macchina in fiamme a bloccar loro la strada, e dalle selve circostanti iniziano a piovere i riottosi selvaggi del futuro che comprensibilmente desiderano fare a pezzi la Multipla. La macchina da presa – vi ricordo – rimane per tutto questo tempo dentro la macchina, ruotando qua e là a inquadrare ora uno ora l’altro occupante, e tutta la bagarre avviene fuori dai finestrini. Poi le cose si mettono male. Vediamo come:
httpv://www.youtube.com/watch?v=QfBSncUspBk
Ma che, davéro?
È quello che si chiese anche il giovane spensierato ch’ero io, all’uscita dalla sala, sei anni fa. Quasi subito, però, giunsi alla conclusione che NO. Se i quattro minuti qui sopra fossero stati girati in un unico piano sequenza senza nemmeno un trucchetto, la fisica sarebbe implosa. La macchina da presa che passa attraverso la gente?! Quei movimenti di macchina dentro un abitacolo così ristretto?! Una Fiat così maneggevole in retromarcia?! Decretai subito: c’è lo SGAMO.
E avevi ragione?
Bè, sì e no. Effetti digitali ce ne sono, e questo è fuori di dubbio. Ed è ovvio che non si tratti di un unico piano sequenza di quattro minuti, anche questo era abbastanza chiaro, e ci si può stare. Il bello però è che gran parte di quel che accade dentro e fuori dalla Multipla è reale, ed è stato realizzato con una speciale attrezzatura ipertecnologica e innovativa, progettata dal signor Gary Thieltges della Doggicam Systems e chiamata in gergo un “ambaradan della madonna”. Vai col contributo video per dare l’idea:
httpv://www.youtube.com/watch?v=x9FMW1jAuPY
Oeh la madonna!
Ma infatti! In pratica questa Doggicam è una piccola macchina da presa operata tramite braccio mobile dall’alto. Per poterla azionare in tutta libertà di movimento, Cuaròn e i suoi tecnici hanno sventrato una Multipla (e per me potevano fermarsi lì e c’era già da dirgli bravi), poi ci hanno costruito sopra una CASETTA da cui cameraman e regista potevano azionare tranquillamente l’apparecchio mentre la vettura era in movimento, guidata da uno stuntman piazzato scomodissimo sul paraurti davanti. Insomma, una specie di camper per piani sequenza con Alfonso Cuaròn al posto della suocera che dorme nel lettino di sopra. E come se non bastasse, i sedili erano telecomandati e montati su rotaie, onde potersi spostare o abbassare a piacimento per – scusate l’ennesimo tecnicismo – levarsi dai coglioni quando doveva passare la Doggi. Ricapitolando: gli arizigogoli dentro l’abitacolo sono tutti veri. Servono movimenti fluidi nei ridotti spazi di una multipla? Voilà: attori su sedili su rotaie da spostare a piacimento come quinte teatrali, IL TUTTO mentre la Multipla viaggia sulle strade inglesi guidata da un matto sdraiato davanti. La magia del cinema: nasce come Scommettiamo Che?, diventa un film con Clive Owen.
E per quanto riguarda gli effetti digitali?
Bè, ce ne sono. Innanzitutto, gli stacchi mascherati. Stando a Wikipedia, ce ne sono ben cinque. L’intera scena sarebbe girata cioè in sei tranche diverse, e in quattro diverse location, nell’arco di tempo di una settimana. Un gran lavoro, se si conta che l’illusione di continuità è perfettona. Personalmente l’unico stacco di cui sono sicuro è verso la fine, quando Clive Owen esce dalla macchina. Non che sia particolarmente palese, però passando da esterno a interno del veicolo si deve necessariamente passare da Multipla-camper-truccato a Multipla normale. Siete capaci di individuare gli altri quattro stacchi? Io no. Uno forse arriva quando si cappotta la moto, che è una vera moto finché non viene colpita dalla sportellata, poi diventa digitale quando si cappotta e ruzzola via, giacché era troppo pericoloso fare acrobazie con la moto accanto a una macchina con cinque attori.
Dicci ancora qualcosa per concludere il post!
Trucchi o non trucchi, non si può non volere un pochino di bene a Cuaròn per come si è votato alla causa di Arca Rissa. OK, tecnicamente ci sono gli stacchi e non si può parlare di autentico piano sequenza. Ma qui ci troviamo di fronte a uno che ha pimpato una Multipla per costruirci LA MACCHINA DEI PIANI SEQUENZA (in quattro minuti, che scena intensa) e stupirci con una delle poche scene di Pura Meraviglia Tecnica Insolubile del cinema recente. Poi possiamo stare ore a litigare tra quelli che «sterile sfoggio» e quelli che «giustificatissima espressione artistica», fate pure; a noi di Arca Rissa Cuaròn ha fatto fare “U”, e tanto ci basta. YO DAWG, I HERD YOU LIKE LONG TAKES SO I PUT CUARON IN YOUR CAR SO HE CAN LONG TAKE WHILE YOU DRIVE.
E per finire, un bel making of:
httpv://www.youtube.com/watch?v=EjNk-nxHjfM
Fattore U:
UUUUUUUUUu
Tanto ben girato quanto noioso, e poi, vogliamo parlare di Michael Caine
Hippie Version ?
http://thisdistractedglobe.com/wp-content/uploads/2008/11/children-of-men-2006-michael-caine-pic-4.jpg
Tanto per aggiungere un po’ di WTF: gli “autisti” che guidavano la macchina erano due. Uno davanti e uno dietro.
Riguarda il making of a 4’40″…
tutto bellissimo, se non che non di Multipla si tratta, bensì di una Renault Avantime (giuro, si chiamava così), un modello talmente avanti (un incrocio tra una monovolume e una coupè, roba da far venire l’orticaria solo a pensarci) che la comprarono in tre persone, una delle quali viveva nei pressi di casa mia…
E tutte le volte che passavo accanto all’oggetto (non mi viene di chiamarla automobile) lo spaziotempo sembrava incurvarsi a causa della pura e semplice improbabilità dell’esistenza di una cosa del genere…
Non è un Avantime. Lo so perché ne posseggo una. Si direbbe un’auto costruita ad oc per il film. L’Avantime, costruita in solo 8557 esemplari dall’ Matra per conto della Renault ha solo due porte e il cruscotto è completamente diverso. Certamente l’esterno, a parte le quattro porte, è identico.
Mi riferivo non all’auto del piano sequenza in oggetto ma di quella successiva
Solitamente non apprezzo le metaforone cristologiche e i film sulla Salvezza dell’Uomo, né amo Cuaron, eppure I figli degli uomini mi piace un sacco. Non tanto perché il bambino è Gesù salvezza dell’umanità, quanto perché il finale apertissimo smentisce tutta la metafora (l’unico figlio dell’uomo che ci salverà tutti, OMG!) e lascia la scelta in mano agli uomini, non a una qualche volontà superiore o all’inevitabilità della salvezza.
Insomma, tutta questa serietà solo per poter poi dire che Michael Caine che coltiva maria è uno dei punti più alti del cinema tutto.
Ooh, che bello quando sui 400 si parla di un film che ho visto anch’io. Capita circa ogni 2 mesi (i restanti 59 giorni sono riempitivi nella mia esistenza).
Ma, sbaglio o è un piano sequenza anche la lunga e angosciosa scena in cui scappano con la macchina spenta e in folle in discesa, che poi però non parte omamamia non parte, poi alla fine parte e scappano?
@Kurosawa
Caine fricchettone cannato coll’orticello e il kit per suicidio alla Futurama secondo me spacca.
@Stanlio
Quanto fa ridere quando lei gli dice “No, ma io sono vergine!” e lui lì imbambolato che non capisce più niente, e lei “Chupaaa!”.
Perché Caine che fa il giochino: «Tirami il dito!»?
Skorpio: mi ero fidato di questo sito qua, che tra un ipertecnicismo apparentemente affidabile e l’altro parla sempre di fiat multipla:
http://www.fxguide.com/featured/Children_of_Men_-_Hard_Core_Seamless_vfx/
Una delle tre Avantime ce l’aveva Pino Insegno. Giuro. Ehm….
Diggiamolo: è un film di merda. Ma come pochi altri, eh ?
Non avrei mai sospettato che quel messicano maniafagioli avesse fatto tutto quell’uso della tecnica, per giunta con risultati così prossimi all’inettitudine.
Ma poi: un film con Clive Owen che NON mangia carote come un Bugs Bunny ?
Un grande grazie a Lu8 per i trucchetti messicani svelati, ma anche per il “giacché” a inizio rece (prima riga, seconda domanda).
@Stanlio Kubrik
Lo scherzetto “tirami il dito” è un ricordo d’infanzia di Cuaròn: glielo faceva il nonno scoreggione ed Alfonsino ci cascava sempre. La grassa antica burla di un mangiatore di fagioli (quelli neri, ovviamente, e con la pancetta, da mangiare con le tortillas) messa in un film futur-nero è una genialata come la serra di Micael Caine (che è John Lennon ottantasettenne).
@Luotto
Scusa se mi ripeto: la discesa con la macchina spenta in folle non è un altro piano sequenza?
un terminator salvation girato in quella maniera…uuuUUUUUUUuuu..
@Harry L’estremo sforzo di fare merda, come quando è grossa e tanta. Ma dopo sono soddisfazioni. Certo, merda è. Tiri lo sciaquone e via. A meno che non te la sei fatta nei pantaloni, per terra o nel petto della tua donna (fuck yeah).
Io ho sempre pensato che gli stacchi fossero due nella scena della pallina di bocca in bocca, uno in quella della macchina che prende fuoco e/o in quella del lunotto spaccato e l’ultimo con lo sparo prima dell’uscita dalla macchina.
@ Jackie: ottime osservazioni, ma addirittura due stacchi nella scena del giuoco della palla?
@ Gigos: non è che ti ho ignorato, Gigos, è che proprio non me la ricordo quella scena…
Secondo me lì o ce ne sono due o non ce n’è nessuno. Cioè o ci sono ogni volta che si passano la pallina o l’effetto è ottenuto senza stacchi e quindi non ci stanno.
Io avevo sempre dato per scontato che fosse digitale la pallina…
anche io. Perchè sembra proprio digitale, però a vedere la scena si muovono proprio in maniera strana e sembra ci siano uno scatto quando se la scambiano.
@luotto: mi sa che mi sono sbagliato, non di avantime si trattava ma di multipla, infatti riguardando la scena si nota che l’auto ha 5 porte, mentre l’avantime ne aveva 3, e poi i maniglioni interni sono proprio quelli della multipla…
ripensandoci ho la sensazione che la avantime apparisse in altre scene dello stesso film, mi sa che me lo devo riguardare… :-)
l’avantime è quella che rubano per scappare dalla fattoria in un’altra bellissima scena
Grazie tantissimo aspettavo questa Arca Rissa da mille.
interessantissimissimo Lu8, bravo. Eppoi il film merita, fottesega se a qualcuno non è piaciuto.
Ora, però, di grazia… che cazzo è un ARCA RISSA ?! un neologismo greco?
Immagino sia una parafrasi di “Arca Russa”, girato all’Ermitage di mosca, è un film che si vanta di di essere un unico piano sequenza, anche se anche li ci sono duo o tre tagli nascosti.
Beh, Cuaron ha girato anche l’unico film vedibile della saga di Harr… ok, la smetto.
Mi piacque questo film (ma l’ho visto una volta sola, e un sacco della roba che dite non me la ricordo. Ma mi ricordo quando li bombardano dentro l’edificio e tutta quella polvere, mamma mia quanta polvere, sì era bellissimo).
La storia della pallina l’avevo totalmente rimossa. Harry dai non fare così, non ci può essere il tuo Nappuomo dappertutto, fa il bravo. E se danno a Owen la carota poi devono dargli anche la Bellucci come custodia.
@phoenix
(annuisce e si allontana lentamente)
@magdalena
Grande :) Ma vedo troppi film che non sbocciano sullo schermo e vorrei che ci fossero più Nappuomi e Nappuome a invertire questo trend. Dobbiamo liberarci dei vecchi attori e attingere al nuovo corso del cinema: più nappa insomma.
Pensa solo a cosa sarebbe stato Inception con il Nappuomo al posto di Di Caprio…
Comunque questo di Cuaron è davvero brutto. Pensare che abbiano tribolato tanto mi fa riflettere su quanto sia crudele il cinema con chi non lo sa fare. Per consolarmi, in questi casi, penso ai mobili di David Lynch.
Ecco…Cuaron…per dire che questo film mi ha ripagato di tante porcherie che mi è toccato vedere (toccato per modo di dire), uno che fa cinema come pochi.