Wes Craven. È tutta colpa di Wes Craven. Tralascio volutamente la base fumettistica, Len Wein e Bernie Wrightson, perché sono troppo ignorante per parlare di fumetti e non voglio essere giustiziato dalla vostra preparazione e passione. Io dico cazzate e voi mi fate i cazziatoni così come vogliono le leggi dell’universo e chi sono io per contraddirle. Quindi è colpa di Wes Craven; è colpa de Il mostro della palude. Ci sono film, e nello specifico horror, dove il luogo è più soggetto e protagonista di quelli effettivi come, ad esempio, l’Overlook Hotel di Shining, vero simmetrico protagonista nell’asimmetria mentale di Jack Nicholson. Tal luoghi poi, lo sapete, sono diventati mezzi imprescindibili di narrazione e ora, ovunque ci giriamo, troviamo storie che con il pretesto del luogo pretendono di avere una determinata qualità, atmosfera e capacità cagamutande spesso mai pervenute. Ci siamo ritrovati cimiteri indiani, ville su cimiteri indiani, boschi, capanne nei boschi, edifici abbandonati, manicomi, manicomi abbandonati, posti che derivano da altri posti e, poi, le paludi. Ora, io quella della palude non l’ho mai bevuta. Non mi è mai sembrato luogo da mostro, mi è sempre sembrato un luogo dove chiunque abbia difficoltà nei movimenti e sia costretto alla goffaggine, mostro/killer/orso yoghi compresi. È un discorso molto pignolo considerando che sto parlando di film dove tutto è solo un pretesto, ma non vedo di cosa dovrei preoccuparmi se l’essere che mi sta inseguendo fa la mia stessa fatica a non inciampare sui coccodrilli. Ecco, posso capire se la minaccia è un animale autoctono, un cazzo di alligatore gigante che nella palude ci sguazza perché l’evoluzione ha voluto così, ma tanto la scelta ricade quasi sempre sui bipedi con le alghe sulla gobba e allora vaffanculo, Wes Craven non mi avrai, non riuscirai a convincermi, anche dopo trent’anni, che quel coso in quel posto dovrebbe farmi paura. Che poi il tuo film mi è piaciuto eh, Wes, mi è piaciuto quanto basta, è un classico, è invecchiato benino, l’ambientazione non l’hai nemmeno decisa tu e alla fine ti voglio bene, però vaffanculo lo stesso. Se Creature (letto all’inglese) esiste è tutta colpa tua.
Che poi è pure colpa di Hatchet, perché Hatchet è un bel film ed è ambientato in una palude e perché Creature ne pare più che ispirato, soprattutto nella struttura e nel mostro umano dal passato in baracca. Vorrei precisare subito che non si tratta di un film indipendente e nemmeno un dritto-in-DVD. È un film a budget sicuramente mediocre ma con una vera produzione ed uscito in qualcosa come 1.500 sale e che, quindi, ci conferisce il diritto alla pretesa (diritto per cui lo spettatore potrà pretendere una qualità dal buona in su e lamentarsi se il film a) farà schifo b) deluderà le aspettative c) mancherà della basi per la buona riuscita filmica).
La premessa, in breve: dei ragazzotti vanno in campeggio vicino ad una palude dove un uomo-alligatore pieno di problemi esistenziali ammazza tutti. La stazione di servizio senza benzina e con i commessi mutilati è gestita da Sid Haig che ci dice “andrà tutto bene”.
Andrà tutto bene una sega.
L’idea che ci si fa immediatamente è che tal Fred Andrews, mirabolante regista e testa di minchia, si sia sparato con gli amici la tripletta Il mostro della palude/Hatchet/Hatchet II e che dopo, fatto di funghi, si sia alzato in piedi e abbia dichiarato “Da grande voglio fare Adam Green, ma con più tette!” mentre i suoi amici, pensando che con più tette intendesse farsi una plastica, gli lanciavano appiccicosi pop corn al caramello sui boxer dandogli del coglione. Ora, Hatchet ha un sacco di cose buone e tutte legate alla violenza e sinceramente non mi è mai fregato nulla della mitologia e di come Victor Crowley sia finito per sembrare Elephant Man ed ho sempre goduto della fantasia macellaia e delle vecchie aperte con l’apriscatole. La prima regola del buon film horror/slasher è farci vedere il sangue e farcelo vedere in quantità. La seconda regola è farci vedere le mutilazioni e farcele vedere nel dettaglio e nel durante, non dopo a giochi fatti. La terza regola è che il mostro/killer/orso yoghi deve essere convincente nell’aspetto, possibilmente immortale e dalla forza spropositata. La quarta regola è che non si prendono per il culo le regole del Fight Club. Ce ne sarebbero altre sul montaggio e il ritmo e su come le due cose siano strettamente legate, ma il punto è che Creature fallisce in tutto, anche nelle regole che non esistono. Creature crea regole che verranno sistematicamente infrante. L’unica che non infrange è la quindicesima, quella del far uscire le tette, e lo fa per tre volte partendo dal minuto 1 ma in una maniera così gratuita che no, perché, dai, per favore ciccia, copriti, che mi combini, non farti usare in questo modo; l’exploitation è morto baby, l’exploitation è morto.
Gli omicidi sono molto pochi e deludenti, avvengono sempre fuori campo e quel che resta è solo una fugace inquadratura su del sangue buttato per terra o un moncherino senza mano. L’uomo-alligatore invece pare godzilla monco con l’eczema o un qualsiasi campione di body building. È un goffo pupazzone che si muove lentamente, non pare assolutamente in grado di uccidere nessuno e sul finale si esibisce in una lotta di wrestling nel fango che avrei giustificato solo ci fosse stata Gina Carano. In barba all’immortalità, e agli spoiler, muore in un modo che non ci è permesso scoprire perché avvenuto fuori campo, ovviamente. Anzi, avvenuto sottoterra, che alla fine della lotta nel fango il temibile mostro finisce in un buco. Nel fango. Così. Dopo mille stacchi su ‘sto cazzo di buco che piano piano, piano piano, piano piano, si allargava sempre più. E lui ci casca dentro. Plof.
Senza. Alcuna. Cazzo. Di. Parola.
E ora, le cose buone:
-Sid Haig, il meraviglioso Sid Haig, una faccia che urla inquietudine e bipolarismo ed il perfetto maniaco psicopatico che tutti vorremmo abitasse dietro casa nostra. In una poco memorabile sequenza prende un machete e totalmente a caso taglia il piede di una tizia legata ad una sedia. L’espressione sul suo volto è di splendida apatia.
-Una sequenza in cui la sorella fa una sega al fratello mentre lui sta spiando e fotografando tra le fronde una coppia di amici fare sesso. Lui viene subito e lei si lamenta, si gira e dal nulla appare Sid Haig che le tira un pugno in faccia. È stato bellissimo.
-Non ce ne sono più e contare le tre paia di tette sarebbe molto triste.
Chi mi ha già letto lo sa, cerco sempre di contestualizzare i giudizi e di salvare il salvabile senza mai criticare a priori, ma Creature è un film noioso, privo di idee e costruito su sequenze talmente gratuite da farcele pagare con la nostra sofferenza. Praticamente una presa per il culo.
DVD-quote suggerita:
“Se neanche Sid Haig riesce a salvare la baracca deve proprio essere una baracca di merda.”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Ecco, quando fai così mi piaci talmente tanto che mi sento come se avessi visto davvero il film e sono pronto a parlarne con gli amici sputtanandolo anche se di fatto ho visto solo tre fotogrammi.
Mi piacciono, i pezzi più interessanti del film di cui parlano.
Quindi c’è una sorella che tira una sega al fratello??
Aspetto fortissimo la scena della sega e pugno uattà su youtube!
Faccio l’eco a Dembo: me lo guardo solo per quella scena li’? Ne tengo conto per il Premio WTF ai prossimi Sylvester?
Ma il mostro e’ brutto buffo/tenero o proprio brutto brutto?
No, aspè, spiega un pò sta sega incestuosa ???
Si l’avrebbero dovuto chiamare sega incestuosa e pugno sto film.
Il meme, lo senti? Non c’è niente al mondo che abbia questo odore.
[Si inginocchia] Mi piace l’odore del meme al mattino.
Intanto grazie Stanlio, tivubì, cicciccì, eccetera.
Nanni: guardarlo no, evitalo come la peste, farò in modo di farti vedere solo quella scena che tanto è decontestualizzata come tutte il resto. Il mostro è brutto brutto nel senso che è una tuta statica con un tizio senza capacità motorie dentro e nello “scontro finale” tira pugni a caso senza causare nessun evidente danno. Alla fine fa tenerezza.
Comunque la sega non si vede mica, l’inquadratura è fissa sui volti in estasi degli incestuosi.
ma del mostro della palude c’è pure un sequel con i pupazzoni gommosi tra i più belli di sempre,fatto dall’intrepido jim wyrnoski personaggio che meriterebbe un approfondita riflessione,guardate che filmografia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Jim_Wynorski
manco spielberg…:D
gli hatchet invece mi fanno schifo…no bastano 2 secchiate in più di pomodoro qua e là e qualche gag scema,per re-inventare un genere,sotto questo aspetto è molto più valido un hills run red,che almeno gioca un pò con il canovaccio…
“Si l’avrebbero dovuto chiamare sega incestuosa e pugno sto film.”
In effetti, perché si chiama Creature?
C’è qualcosa che nella mia mente impastata dal sonno del finesettimana sfugge?
ai pop-corn tirati sui boxer ho riso come un coglione. E poi ho continuato a leggere.
Siamo grati a Creature per aver permesso questa pagina immortale!
visto il calibro del film, mi chiedo come mai questa rece non sia stata assegnata al caro Mike xD