L’ultima volta vi ho parlato degli omaggiatori post-grindhouse e di come ci abbiano tolto, nell’ordine, la voglia di vivere, la libertà e la speranza in un’umanità migliore. È stato brutto ma ce l’abbiamo fatta e ora posso parlarvi di quelle persone un po’ più carine, quelle un po’ come noi a cui i film di genere piacciono perché piacciono e sono fighi e ci caricano di brutto mica come quegli altri cazzoni a cui piacciono perché fa figo e ci sono le tettone e che ce li vedo proprio a fare versi scimmieschi davanti ad un filmaccio. Ecco, parliamo dei TRIBUTARI. Il tributo, si sa, è un omaggio fatto con amore, devozione e stima che però non vuole semplicemente omaggiare i film di genere di un determinato periodo ma ne vuole prendere le sembianze, vuole essere un film di genere girato in un preciso momento e non semplicemente sembrarlo. Vuole essere girato, scritto, realizzato ed interpretato con mezzi e sensibilità piuttosto datati e vuole farlo in un modo molto intelligente e modesto, senza strafare e farsi prendere dal citazionismo più sfrenato e autocompiacente. Il perfetto esempio è, ovviamente, il bel The House of the Devil che tra le altre cose vanta pure della sequenza musicale più angosciante di sempre anche se non succede niente. Fatelo vedere a qualche vostro ignaro amico e sicuramente verrete sommersi da domande tipo “Ma i film anni ’80 sono tutti così fighi?” o “Certo che questa cassetta è proprio vecchia” o ancora “Bella musica di merda si ascoltava 30 anni fa”. Ecco, in tutto questo The Sleeper ci si incastra perfettamente e pur non avendo la stessa professionalità di The House of the Devil riesce ad essere comunque un tributo solido e convincente.
Il regista è Justin Russel, un discretamente sconosciuto filmmaker indipendente di cui neanche sono riuscito a capire l’età ma di cui una cosa si intuisce: ama gli slasher anni ’80, alla follia. Li ama visceralmente, carnalmente e sessualmente. Ama qualsiasi loro aspetto, dalla regia alla fotografia, dalla sceneggiatura alla colonna sonora. Pensa al cinema e vede Venerdì 13. Pensa al substrato filmico e vede crani che si spappolano, sangue che scorre, teenager spaventati e ossa rotte. Ama il genere e, soprattutto, lo conosce. Una cosa che non ho mai sopportato è il citazionismo superficiale, quello per cui si citano sempre le stesse cose, gli stessi quattro film, gli stessi film famosi degli stessi registi e che nulla intendono se non la cagnaggine del citatore. Secondo quanto detto in questa bella intervista con The Sleeper ha voluto rendere omaggio a Non entrate in quella casa, Girls Nite Out, Pieces, Slumber Party Massacre, Venerdì 13, Il giorno di San Valentino e Tenebre. Un paio di questi non li avevo neanche mai sentiti nominare e penso basti come prova di sincerità del mio nuovo regista indipendente preferito (non che io sia il Mereghetti dello slasher ma sono fissato con le locandine e almeno per titolo li conosco TUTTI, per forza di cose proprio). La prova di simpatia invece l’ha vinta quando ha deciso di far uscire il film in una combo VHS/DVD (clicca qui per guardare un simpatico amico che parla con una patata in bocca non-aprirne la confezione), una belinata già fatta per, guardacaso, The House of the Devil ma che non smetterà mai di far sorridere e sbavare il collezionista compulsivo che è in me.
La premessa è semplice, banale e sicuramente slasher: nel 1981 le ragazze di una sorority house (una confraternita universitaria al femminile) vengono uccise una per una da un killer psicopatico con gli occhi iniettati di nebbia.
Il budget è minimo e la natura indipendente si vede subito, gli attori sono quasi tutti non professionisti o comunque al primo/secondo film, ma la ricostruzione è ottima, i vestiti sono quelli e i luoghi pure mentre il problema macchine è stato risolto non mostrandone nemmeno una. Bravo Justin sei un furbone. La meticolosità nel voler riprodurre un film dell’epoca è impressionante: si parte con un clip di censura della Columbia, quello con il cartone animato, prologo con flashback, prospettiva del killer tipo Halloween e titoli di testa rossi sull’immagine di un vecchio telefono color rosa antico. Colonna sonora firmata Gremlin (ho riso molto). La partenza è una bomba, poi il tutto si assesta e si sviluppa come un classico del genere, si parla molto, si presentano i personaggi, si ricevono telefonate inquietanti, si escono le tette, si stacca sul killer che fa le sue cose nel suo lugubre nascondiglio e si stacca sulla ragazza sola, da qualche parte, pronta a morire male. Non c’è nulla di nuovo ma tutto è ripreso e rielaborato in una maniera talmente onesta che trovo molto difficile non apprezzare. Gli omicidi, non tanti, avvengono velocemente e con un montaggio più attento sarebbero stati molto più efficaci ma almeno un paio funzionano alla grande ed il primo mi ha proprio spiazzato. Martello, primo piano su tizia addormentata, martello, stacco improvviso sul cranio che viene fracassato. L’ABC del montaggio, una bombetta inaspettata. C’è da dire che verso i tre quarti sembra andare avanti con il pilota automatico, un po’ incastrato nella sua struttura omicidio, sequenza, omicidio, BALLETTO A CASO, omicidio ma il ritmo viene risollevato da un ottimo finale con inseguimento nell’università deserta con tanto di prologo un po’ aperto un po’ no un po’ magari lo scoprite da soli.
È uno slasher indipendente ed è un film imperfetto che non manca di alcune banalità e a cui un paio di accortezze tecniche avrebbero solo fatto bene, ma è realizzato con della passione e delle idee tali da meritarsi solo dei cinque altissimi.
DVD-quote:
“Io ci voglio un sacco bene a ‘sti regaz. ”
Jean Claude Van-Gogh, i400calci.com
BONUS: BALLETTO A CASO. DROGA.
http://youtu.be/ErwIKlDE9ME
Gremlin chi sono i cugini dei Goblin? :D
È tutto molto bello! E devo dire che, copia squallida o copia bella oppure omaggio e/o tributo che sia, è molto bello che il tizio in questione abbia deciso di citare roba come Girls Nite Out (e sì, degli altri citati metà non so manco cosa siano, quindi JR è più figo di me e lo odio).
Parlando di slasher e omaggi, aspetto con pazienza che qualcuno decida di fare un bel tributo a roba tipo Sleepaway Camp o April Fool’s Day, perché sono curioso di vedere come si possa piegare QUELLA sensibilità al cinema d’oggidì.
[il primo che dice che di April Fool’s Day esiste già un remake del 2008 lo uccido con i mattoni, una morte lenta e dolorosa (cit.)]
Ma The House of the Devil è consigliato anche a coloro che reggono poco le pellicule con il Devil?
@Bread Di devil c’è molto poco e ed è tutto alla fine, il resto è costruito sull’inquietudine indotta dalla conoscenza del genere quindi direi di sì, provalo.
@stanlio April Fool’s Day! Diobono, il poster con la tizia con la treccia a cappio. Capolavoro.
Comunque mi stupisco che nessuno abbia commentato quella DROGA di un BALLETTO.
Bomba, due titoli da vedere al più presto in un singolo post.
Hahaha ma fantastico il balletto sembra quasi la reclam amatoriale di Just dance 3.
Bella rece davvero, me lo guardo stasera.
Il balletto è meraviglioso, so già che in questi giorni lo guarderò almeno un paio di volte al dì.
Così emozionato dal balletto che ho sbagliato nome.
il balletto è strepitoso. La meglio musica, negli anni 80, pochi cazzi
Non è che ti offendi se ti ricordo che si dice ovviare A un problema, vero?
No, anche perché lo so. Solitamente l’italiano mi appartiene. Solitamente.