Grand Theft Auto IV è uno dei più grandi giochi della sua generazione. Non ne voglio discutere, non c’è da discutere, è così e basta: è talmente grande che persino i suoi difetti ed errori diventano qualcosa di bello e irrinunciabile e che caratterizza Liberty City tanto quanto una scelta di design. Per esempio, se state passeggiando per strada, doppietta alla mano, e rubate una macchina strafiga perché chissà quando vi ricapiterà, scoprirete, sfrecciando sulla tangenzia di LC, di essere circondati da decine di automezzi identici al vostro. È buffo e un po’ frustrante, ha a che fare con la gestione della memoria da parte del gioco (non chiedete) e trasforma Liberty City in una gigantesca versione di Matrix con le Turismo o le Infernus al posto del gatto nero.
La sindrome delle auto clonate non è un’esclusiva di GTA: colpisce anche se si dà periodicamente un’occhiata alle nuove uscite degli Studios. Una scema si innamora di un vampiro e via di Io sono il numero quattro e Warm Bodies. Un tizio con gli occhiali combatte contro un tizio senza naso (= non si può mettere gli occhiali ed è incazzato) ed ecco che si va a riciclare La bussola d’oro, Percy Jackson e diosolosa cos’altro. Tim Burton annuncia che tornerà al goticume d’accatto che agli esordi ne ha fatto la fortuna presso le quindicenni dark depresse che si tagliano ascoltando gli Evanescence, e persino il tizio con gli occhiali di cui sopra finisce a vagare per case stregate popolate da bambole assassine e sedie a dondolo intrise di malvagità. Il passo successivo, naturalmente, è la reductio ad archetipum, quell’operazione intellettuale che mi sono appena inventato che consiste nell’andare alla radice del trend, per far vedere che ehi, noi siamo più bravi perché non facciamo i film sui figliocci bastardi ma sui Padri Fondatori!
Non so se sia andata veramente così per James McTeigue e Hannah Shakespeare (giuro, non scherzo, davvero), rispettivamente regista e sceneggiatrice di The Raven. Ma il sospetto è molto forte e molto fondato.
HS: «Ehi James, sono tornate di moda le robe gotiche (mai aggettivo fu più abusato a cazzo di cane, ndSK), tra The Awakening, Don’t Be Afraid of the Dark, Dark Shadows, persino l’improbabilissimo Poe di Sly».
JMT: «E allora sai cosa facciamo, Hannah Shakespeare, sceneggiatrice (davvero eh, ndSK)? Facciamo un passo indietro, e raccontiamo la vita di Edgar Allan Poe in persona! Glielo famo vedere noi chi è il vero goticone!».
HS: «Altro che i vampiri del cazzo!».
JMT: «Quello era un altro film».
HS: «Whatevs».
E quindi, nel più clamoroso caso di miscasting andato miracolosamente bene di sempre, McTeigue – che in CV ha V per vendetta, che non ho ancora avuto il coraggio e la voglia di guardare, e Ninja Assassin, che ricordo molto divertente ma che ho visto una volta sola e in condizioni precarie – chiama John Cusack, gli dice: «Tu sarai il mio Poe!» e comincia un lungo brainstorming con Hannah Shakespeare, sceneggiatrice (ci tengo a insistere su questo punto), per cercare di partorire una storia che comprenda: Edgar Allan Poe, i racconti di Edgar Allan Poe, gli omicidi nei racconti di Edgar Allan Poe, chiese in rovina con cimitero allegato, fogne oscure e decadenti, teatri sfarzosi e barocchi e un po’ di tette che non guastano mai.
La scusa per scrivere il film i due intrepidi la trovano nel mistero che avvolge gli ultimi giorni di vita di Poe: se siete interessati leggetevi la storia qui; l’idea è di riempire quel buco tra il 3 e il 7 ottobre, inventandosi motivi pretestuosi per giustificare la vera o presunta follia di EAP. Detti motivi pretestuosi sono: c’è uno scrittore in crisi (economica, di identità, di ispirazione), c’è Nonreesewitherspoon che se lo vuole sposare, c’è un serial killer il cui MO deriva dritto dritto dai racconti del suddetto scrittore in crisi economica, c’è un ispettore di polizia che indaga sul terzo elemento dell’equazione con l’aiuto del primo per cercare di salvare la vita della seconda rapita dal terzo. Le parole chiave sono abusatissime: gioco mortale, indizi, enigmi, citazioni per nerd di Poe, ritrovare l’ispirazione sotto minaccia di altrui morte.
Messa così sembra che la tavola sia apparecchiata per un pasticcio di proporzioni ciclopiche. E in effetti The Raven è un po’ un pasticcio, indeciso com’è tra l’essere un drammone gotico, una copia di From Hell e una bromance guyritchiesca in cui John Cusack è lo Sherlock di Downey Jr. (pizzetto figo, alcolismo e battutacce comprese) e Luke Evans il suo Jude Law. Da un lato c’è il sangue fumettoso in CGI che pare uscito dalla versione SNES di Mortal Kombat, dall’altro una straordinaria scena in cui Cusack recita “The Raven” (la poesia) e io volevo alzarmi e applaudire e gridargli: «MA ALLORA SE SEI COSÌ BRAVO PERCHÉ ALTA FEDELTÀ? DOVE HO SBAGLIATO CON TE?». Da un lato c’è che ogni scena del crimine nasconde un riferimento diverso a un racconto di Poe per cui o sei sveglissimo e li conosci a memoria e li becchi prima di loro oppure ti annoi a morte perché roba del genere funziona a malapena in un videogioco figuriamoci quando guardi altri che la fanno, dall’altro la sequenza ripresa da “Il pozzo e il pendolo” afferra tutti i Saw del mondo per la collottola e urla loro in faccia: «Who’s your daddy? BIATCH!». E quindi dove si colloca The Raven, che a ogni cosa buona ne contrappone subito dopo una cattiva, con la regolarità di un mestruo?
Sarò onesto: non lo so. Non lo so perché il film stesso non sa come porsi.
Perché se dal citare Kill Bill passi al mettere in piedi una sequenza di “corse nei cunicoli bui nelle fogne urlando il nome dell’amata” che forse sarebbe sembrata fatta male anche in una puntata di Barnaby, al distruggere completamente la costruzione di ogni personaggio smentendo quanto detto fino a una scena prima (esempio), io penso che la tua idea sia di fare una poverata trashissima volta a devastare completamente la già pericolante carriera di John Cusack.
Ma se poi ci metti di mezzo le riflessioni sull’artista come creatore di mondi e sulla finzione che percola nella realtà (roba vecchia come la letteratura stessa, ma sempre affascinante), seguita da una serie di omicidi brutali i minimi dettagli dei quali decidi di non risparmiarci («I denti non possono nulla senza la lingua, perché la tua lingua è mia, MIA!»), e costruisci pure ambientazioni valide ed efficaci e le mostri girando parecchie scene niente male e senza mai eccedere in stilosità tanto che sono sempre i personaggi il fulcro della vicenda e non la tua regia, allora mi viene da dire che forse ci hai quasi visto giusto, James McTeigue.
E allora come lo si giudica, un prodotto del genere, visto che facendo la media matematica di buono e cattivo si ottiene un’aurea mediocrità da 5,5 e fatti risentire settimana prossima se no ti do il debito? Si giudica come si deve fare con ogni buona detective story: dal finale. E qui scrivere qualsiasi cosa, anche la più vaga, significa rovinare tutto a chi il film non l’ha visto*. Ma una cosa la si può dire: il finale è, perdonate la parolaccia, divisivissimo. Ci sarà chi urlerà alla cazzata e chi al miracolo (oddio, forse non così tanto, ma ci siamo capiti). Chi al plagio, chi all’omaggio. Chi alla mestizia, chi alla delizia. Io, e mai opinione fu più personale e contestabile, voto per un sonoro sì: l’inevitabile confronto finale con il killer è una scena di una potenza inaudita, meglio, forse, anche dello showdown finale di Ancora Più Sherlock Holmes. E le ultime scene con Cusack su schermo** sono malinconiche senza essere lacrimevoli, e fanno pensare: «Ecco, ha un miliardo di difetti ma l’atmosfera romantico/decadente à-la-Poe l’hanno azzeccata senza se e senza ma».
Ci vorranno pure tanti pop-corn per goderselo davvero, e magari scaricarlo noleggiarlo dall’Apple Store americano è meglio che andarselo a vedere al cinema. E soprattutto, disclaimer, è probabilissimo che tutto sommato vi faccia cagare: non sto gridando al miracolo, né al bel film. Solo a quel genere di pellicola che va studiatamente a toccare certe corde che se vi dice bene vi risuoneranno nel cuore e vi faranno alzare dal divano uscire dalla sala con il sorriso sulle labbra e a tracolla un tascapane dove tenete nascosti tutti i difetti di The Raven in attesa di seppellirli in giardino alla luce della Luna e dimenticarvene per sempre, sussurrando: «Mai più».
DVD-quote suggerita:
«È come quella ragazza oggettivamente cessa ma talmente interessante che una botta non gliela si nega mica»
(Natalia Aspesi, repubblica.it)«C’è del buono in lui, bisogna solo andarlo a cercare»
(Don Pierluigi Osnaghi, www.parrocchiadisanteusebio.it)
*quindi discutiamone nei commenti, facendo attenzione.
**escludo l’epilogo, tamarro all’inverosimile e fatto apposta per far tornare lo spettatore a casa con il sorriso sulla faccia.
penso che lo vedrò comunque…anche perchè ghost rider sta solo in stramaledetto 3-D…stanlio com’è che non hai visto V,sicuramente è un pò diverso dalla GN però se ce un cinecomics che alla fine di sta moda rimarrà nella testa di qualcuno è propio questo.
Yeah, sia Vincent che Mike Patton, però metà dei link non si aprono, e mi resta il dubbio su quale fosse il goticume d’accatto di cui sopra
OK, ho capito la gabola, provateli ora i link che dovrebbero essere tutti sistemati.
@Past: non l’ho visto perché me lo persi al cinema per, boh, REASONS, poi mi sono perso pure il periodo in cui tutti lo guardavano e persino le amiche fichette hipster stupide che il sabato sera vanno al Plastic gridavano al miracolo e alla sovversione delle regole del vivere civile e revoluciòn revoluciòn, e siccome già di mio non sono granché esperto di fumetti e graphic novel (eufemismo per: non ne so davvero un cazzo) ho preferito lasciarlo lì a maturare per non farmi travolgere nel flusso, che poi da lì a finire a ballare i Modà con gli occhiali grossi il passo è breve.
No, ma seriamente: lo so che devo vederlo, è che proprio m’è passato davanti e non l’ho afferrato e da allora me ne sono dimenticato, fino a tipo tre giorni fa.
Tutti i link esterni mancano di http://
ciao
Sìsì, risolto, a volte WordPress aggiunge automaticamente l’http:// ai link esterni, invece qui aggiunge direttamente http://www.i400calci.com e quindi tre quarti dei link erano andati a mignotte, ma ora è tutto fixato. Grazie comunque, sapu! :-*
Sì sì, divagate pure, tanto lo sapete che la ggente vogliono sapere solo di Ghost Rider e di quanto Rotten Tomatoes e il mondo intero siano in errore!
ghost rider è fico.
almeno visto alla qualità in cui l’ho visto io pareva fico…
@carmelo
quella vecchia volpe imbalsamata di nanni ha fiutato la recensione dell’anno allora ci sta facendo penare…:D
Lo andrò a vedere con il bidone di popcorn, comunque rimango abbastanza ottimista sul fatto che potrebbe piacermi..anche alla luce della rece. V per vendetta e Ninja assassin per motivi diversi mi sono piaciuti, anche se VxVendetta visto avendo il culto del fumetto farrabbia..@Stanlio soprattutto se non hai letto il fumetto direi che it worth a try.
1- GTA IV fa schifo
2- L.A. Noire fa schifo ma si risolleva sul finale
3- V per Vendetta The Movie è due tacche sopra il MEH
4- Sto Film, nonstante tutto, mi piacerà abbestia
5- Ghost Rider Spirit Of Toupè è un capolavoro annunciato
1. No.
2. No.
3. Boh.
4. Sì.
5. Esatto.
@Luke e tutti gli altri: OK, OK, ho capito, prima o poi lo recupererò, viggiùro!
ma a GTA chi fa le missioni…io ci provo ma dopo 5 minuti eccomi lì che scambio il gioco per carmageddon…una volta poi scoperti i codici…ADDIO…
E minchia diccelo il finale!
ma il finale tamarro però.
cos’è?passa un corvo e caga sulla giacca a qualcuno?
Non sulla giacca, in bocca. E quello muore strozzato. Ecco, vi ho spoilerato il finale. Geniale. Capolavoro! Ma andrebbe visto solo quel pezzo. Altro spoiler: il corvo poi svolazza via scorreggiando.
Cmq forse me lo vedrò sto film. Ora ne voglio uno anche su Lovecraft.
@Phoenix: no ti prego, il signore ce ne scampi e liberi! Un film su Lovecraft ha talmente tante probabilità di andare orribilmente storto che preferisco se lo tengano per loro.
@Past: va’ che la trama di GTA IV sarebbe una meravigliosa gangster story. Io praticamente il IV l’ho fatto tutto di fila fottendomene del cazzeggio perché volevo sapere come proseguisse…
@Bread Beat: ecco, tu guardatelo, mal che vada hai degli spunti bestiali per insultare McTeigue, John Cusack e Hannah Shakespeare.
@Tutti quanti, riguardo al finale: ma no, ma non ve lo dico! Ma vi pare! Ma
scaricatevelocompratevi il biglietto del cinema e guardatevelo :-DA meno che non sia proprio a grande richiesta, nel caso faccio un commento superspoiler dedicato a chi. Facciamo che se me lo chiedete almeno in cinque ve lo spiego.
un film di cui me ne sarei sbattuto il pene, ora con quelle frasotte sul finale potrebbe pure far emergere un qualche gradello di interesse
un film ad espisodi su lovercraft abbastanza di manica larga l’hanno fatto l’accoppiata…yuzna-combs…
Io questo non l’ho visto, ma ricordo come McTeigue e’ riuscito a tirar fuori un signor finalone da un film medio-mediocre come V per Vendetta e mi sale la curiosita’
Oh, sono contentone di avervi messo un po’ a tutti la curiosità! Bravi ragazzi.
Però, prima che poi mi veniate a cercare a casa per pestarmi o a rubarmi le caramelle (cit.), ci tengo a ribadire che:
Non è che voglia fare il paraculo, ma con un film che oscilla continuamente tra la figata e la cagata è meglio andare sul sicuro.
Dai McT aveva fatto un esordio col botto tutto sommato. A me di V era piaciuto un po’ tutto.
Qui è la trama che ha poco mordente, or ora poi, dove sembra che la moda del momento sia portare sullo schermo personaggi della storia e infilarli in contesti thrillo/action/comedy così da accontentare un po’ tutti…Mah.
Se poi mi dici che è un po’ come vedere una specie di saw gotico…
Ma poi una Shakespeare che scemeggia Poe…ariMah.
Per il finalone mannaia a te.
Lovecraft daiiii è improponibile da trasporre! Dovrebbero fare una fusion Lynch con qualche cazzuto Giappo Coreano fan di Carpenter e far scenografare a Burton senza pizzi e merletti con adattemento di…boh.
Infattible.
@Devid:
Esatto! È la sindrome GTA. Ma almeno The Raven quando è brutto è brutto onesto e ingenuo: un dialogo scritto male qui, un inseguimento del cazzo lì… ci prova, sbaglia, se ne vergogna. Io gli ho voluto bene anche se è un po’ scemo, ecco.
Con Dagon Stuart Gordon ha efficacemente trasposto molte cose di Lovecraft… Innsmouth di notte è da paura ad esempio.
Peccato per il finale splatter fuori luogo e per la CG povera che ammazza tutto.
Però Lovecraft si può fare.
Va ponderato moltissimo, va evitato Burton come la peste e ci vanno investiti dei soldi seri.
@Darth: sono semi-d’accordo su Dagon, per esempio che Innsmouth sia pazzesca è verissimo, ma tipo il ritmo è blandissimo e l’inizio è un puttanaio che ti fa venir voglia di mollar tutto e mettere su i Mini Pony (soprattutto considerando quanto bello è l’attacco di La maschera di Innsmouth, che cristo è praticamente già la sceneggiatura dettagliata).
Che Lovecraft si possa fare sono d’accordo (a me basta questo per essere felice, che si possa però trasporre la bio di Lovecraft in film senza scadere nella boiata non saprei proprio. Ci vorrebbe davvero Lynch che fa Elephant Man 2, senza le deformità fisiche ma con quelle pissicologgiche.
@ Stanlio
Sisi nella fretta son stato poco chiaro.
Intendevo dire che trasporre certe sensazioni e luoghi Lovecraftiani è fattibile, lo dimostrano alcune scene di Dagon.
Poi però no, anche io il biopic su Lovecraft proprio non lo vedo fattibile\interessante, concordo… Parlavo di film sulle opere non sull’autore.
a me era piaciuto Cthulhu di Gildark, ma rivedendolo ultimamente mi sono molto ricreduto, anzi mi ha fatto proprio cagare, spunti buoni qui e là ma messi alla rinfusa e sprecati nel tentativo di fare il film horror d’autore.
invece penso che per fare un buon film su Lovecraft si dovrebbe partire da qualcosa tipo le ultime scene di The Mist.
Eh vedo che siete reattivi alla menzione di Lovecraft :) Io cmq pensavo a una specie di mesh fra bio e opere un pò come in teoria a quel che ho vagamente capito è in the raven. Insomma che stesse scrivendo di cose vere che poi succedono con la diff che lui vi è dentro, due pesci con una fava.
se solo a del toro gli avessero lasciato fare le montagne della follia…:(
Mi sa che The reven lo devo vedere anche solo per il finale. Per quanto riguarda Lovercraft una trasposizione del suo mondo non è stata fatta dal maestro Carpenter con Il seme/Le fauci della follia.
Ma scusate per il discorso film Bio su Lovecraft…lui da qualche ricordo che ho non era una specie di malaticcio reietto che se ne stava chiuso in casa a scrivere? Che film ci puoi fare? ricordo male?
@Michael anche a me pensando a Lovecraft su schermo mi viene in mente subito “il seme”!! film epico.
Beh… il capolavoro GTA è San Andreas senza se e senza ma…
V per Vendetta è un ottimo film.
Lovecraft: su di lui invece di roba interessante ce ne sarebbe per fare un biopic. I rinchiusi fanno sempre la loro figura, se non altro perchè c’è sempre un motivo per cui sono rinchiusi, in più aveva misteriose inclinazioni xenofobo-fasciste e a un certo punto della sua vita lavorò con Houdini oltre ad essere ossessionato dal suo lavoro e a non voler trovarsi un lavoro per voler vivere della sua scrittura. Non era proprio malaticcio… era matto duro.
A me il Seme richiama istantaneamente King, molto più di Lovecraft ma non conosco molto bene Lovecraft e l’ho letto pochino…
Questo Raven non mi pare malaccio.
@BellaZio no In the mouth of madness e propri Lovercraft e basta. Gli culti di divinita mostruose, oribili creature che strisciano nell oscurita, cittadine sperdute sogogate da questi due, scrittore eremita e psicopatico (non scordero mai la frase: ”non ricordo piu chi ha scritto chi, o io loro o loro noi”. Un incubo allucinante.
L’unica cosa di King nell film e quando viene cittato pre dire che Sutter Cane vende piu di lui.
Il seme e un film inusuale, apocalittico e capace come pochi altri di comunicare quel senso di alienità strisciante tanto caro al sognatore di Providence, per me la pellicola è puro delirio lovecraftiano sebbene HPL non sia mai citato in modo diretto. E poi il nome e un omaggio palese a At the mountain of madness.
Beh, a questo punto io ci terrei davvero tanto a sentire perché il finale di ‘sta cagata dovrebbe essere considerato memorabile…
Forse per la storia dello “shot”? No, perché per il resto io l’ho trovato fiacco e soporifero come il resto del film, con “spiegazioni” inesistenti, e un cattivo risibile e innervosente.
Boh…
@Michael: io non sarei così tranchant su Il seme della follia. È vero che è Lovecraftissimo, ma tutto quel che dice sul rapporto tra scrittura e realtà, sul ruolo del romanziere, sulla potenza della parola scritta… è King purissimo. In Lovecraft il narratore era testimone inerme di fatti straordinari, in King è creatore di mondi e origine del male stesso: è una differenza fondamentale tra i due autori, e nel Seme si va più verso la seconda. Il Sam Neill di Il seme della follia non è astante e vittima spaurita di robe orrende, è la sua penna che mette in moto tutto. Per quello io non escluderei King dall’equazione, anzi.
(scusa gli occhialetti e le toppe sui gomiti, ma Lovecraft è il mio ammòre totale e Il seme della follia il mio Carpenter preferito)
@Dèvid: sì, Lovecraft era un eremita e un sociopatico, per quello dicevo che per farne una bio bisognerebbe fare una specie di Elephant Man 2…
@rigoletto:
SPOILER SPOILER SPOILER
[…]
L’idea di per sé non è originale (per quello citavo King, ma ci fosse solo lui), ma vince per come è gestito lo spiegone e il confronto tra Poe e Ivan, come ritmo, inquadrature, scrittura, tutto quanto. È tesissimo, sia a parole sia perché hai la costante impressione che Poe possa perdere la brocca e sparargli e finirla lì (in fondo non gli ci vuole molto, dopo aver bevuto il veleno, a capire dove sia nascosta Emily). Il cattivo che se ne va con il sorrisetto, lui che agonizza capisce la libera, la sua morte: di maniera, ma efficacissimo.
Dico solo Vice City über alles e che al solo pensiero delle montagne della follia diretto da Del Toro con un budget di 250ml con Cameron a produrre mi veniva da piangere. Poi mi hanno pugnalato al cuore.
Grazie per la spiega, Stanlio. Forse nel mio caso ha giocato sfavorevolmente il semi-abbiocco che ho patito in un paio di momenti precedenti… oltre che l’antipatia accumulata per il personaggio di Poe nell’interpretazione di Cusack.
@rigoletto: AH! Questo è strano. O forse prevedibile. Nel senso che effettivamente il Poe di Cusack è borderline, più ancora dello Sherlock di RDJr (che mi sembra il riferimento più facile e quindi, occam-ianamente, il più logico), nella guasconeria/sympatia. Io ho apprezzato, soprattutto perché il suo essere costantemente sopra le righe tiene in piedi un film anche nelle parti più noiose (che ci sono, eccome). Però capisco che possa provocare irritazione.
Non l’avevo mai considerato da questo punto di vista l’avevo sempre visto, è questa è una mia opinione sia chiaro, come se fosse in completa balia dell orrore che stava succedendo intorno a lui, anche se cerca di combattere il male bruciando il manoscritto o scappando, alla fine viene portato inevitabilmente alla follia, come nell raconto Nyarlathotep in cui gli suoi seguaci finiscono col perdere pian piano il contatto con il mondo che li circonda, e come sottolinea il narratore del racconto, cominciano a percepire l’imminente collasso della realtà a loro nota. La storia si conclude con il narratore trasformato ormai in un servitore del potente Nyarlathotep un po come avviene nel film con Sam Neill che non combatte piu e nel cinema si trasforma a sua volta in un mostro.
Ma ti perdono tutto anche io sono un fan sfegatato di Lovercraft , e per me Il seme dela follia e il miglior film di Carpenter, e come la sua Nona sinfonia. Anche se in un futuro decidesse di girare una trilogia su delle patate assassine che suchiano l’anima alla gente con protagonisti Andy Dick e Miley Cyrus, lo stimerei ancora fortissimo solo per questo film.
@alessandro secondo me Cameron avra letto la sceneggiatura, avra visto che era simile a alien vs predator di Anderson e ha staccato la spina.
No ma ci sta pure la tua interpretazione eh! Diciamo che anche la scelta di Carpenter di mostrare e non solo di suggerire mi ha sempre fatto propendere più per King che per HPL, fermo restando che sono presenti entrambi senza dubbio alcuno. Oddio, di HPL ci sono anche citazioni abbastanza esplicite (c’è pure il personaggio di Mr. Pickman, tipo). Forse è l’ambientazione più moderna, o il fatto che l’elemento soprannaturale sia più in primo piano e a volte sconfini quasi nel fantasy o nel racconto gotico classico (l’assalto fuori dalla chiesa, il ponte che ti fa entrare nel villaggetto ma non uscirne…), da cui Lovecraft si staccò abbastanza e in cui invece King sguazza felicemente. Poi è vero che Sutter Cane parla degli Old Ones, eh, quindi mi sa che alla fine…
Comunque è bello che scriviamo tutte queste cose mentre c’è il DVD di La cosa che mi occhieggia MALISSIMO dallo scaffale e tipo settimana scorsa abbiamo fatto questo. Mi cacceranno per eresia. Non mi cacci per eresia, capo, vero? Mi passi che Il seme della follia possa essere considerato il miglior Carpenter?
(posto che io ho un amore sconfinato per Cigarette Burns, che ho rivisto tipo un anno fa e mi ha TERRORIZZATO come la prima volta)
Ooo si la chiesa nera, “una chiesa con guglie alte cinquanta metri e sormontate da cupole dorate,” sede del male e rifugio dello scrittore, che si staglia imponente contro un cielo turchese nitidissimo, una sequenza che fa correre più di qualche brivido lungo la schiena….ma sto divaganto, è solo che potrei parlare per ore di questo film. Mi sa che domani me lo rivedo.
Non conosco abastanza King per potermi esprimere(ho letto solo cinque sue opere), quindi diciamo che ha tratto ispirazione da entrambi, comunque cercando di fare un omaggio a HPL.
Io invece conosco molto più King che Lovecraft e quindi, forse per quello, c’ho King in testa quando vedo il Seme… poi ok Providence, ma tra il Maine di King e il Rhode Island non è che stiamo parlando di grandi differenze di ambientazione. Sempre la provincia americana, sempre le città fantasma e mondi anomalmente pericolosi. Il discorso sul libro che prende vita, sulla scrittura, a me fa sempre pensare a King.
Comunque, per me, il Seme è il numero 2 del maestro, prima viene Essi Vivono (ma stiamo parlando di un 10 e di un 10+)…
Dai non si puo’ fare una classifica dei film di Carpenter. E’ come scegliere fra i propri nipoti. Al massimo si puo’ essere tutti d’accordo che The Ward e’ il piu’… (guarda una foto di zio baffo)… uhm, recente.
@Michael Jay Black: Io ho letto che è stata la Universal, se ricordo bene, a staccare la spina, perchè non se la sentivano di rischiare. Ricordo che sono andato a guardare l’elenco dei film distribuiti da loro e…rage.
Dire che è uno dei film piu’ miserabili in assoluto è poco, lasciando stare le scene messe lì a caso e l’inutilità generale mi piacerebbe sapere cazzo hanno da urlare tutti per 2 ore.
Che poi vabbè, potenza inaudita nel finale che si riassume nel dialogo piu’ triste della storia:
Dov’è Emily?
Dammi la pistola và.
Tò, dov’è Emily?
Taci e beviti il veleno.
Fatto, dov’è Emily?
Ciao và stammi bene.
…dov…..
Si si ciao.
E lasciamo perdere pure lui alla fine fatto di ketch nel parchetto và
@alessandro
Sti gran figli di una m……., va be dai che il buon Del Toro sta facendo
Pacific Rim, e secondo me non ci deluderà.
ciao schiaffi
poi sulla mmg non sei passato più e a milano non abbiamo avuto occasione di vederci
cmq hai un pm di lord albania sulla mmg
keep in touch bro
@alessandro e Michael Jail Black:
S’è fermato tutto perchè l’Universal voleva il finale buono (e cambiare altre cose) perchè se no dice che non vende, Del Toro ha detto o così o sti caxxi e tutto s’è arenato