Vai col trailer di Corman’s World
httpv://www.youtube.com/watch?v=ngsD17ZAglE
Se seguite I 400 Calci non credo che vi debba dire chi sia e quanto sia importante Roger Corman per il cinema, non solo quello di menare e di ammazzare, proprio per il Cinema, in generale… Giusto? In caso contrario 1) ma che brutte persone che siete 2) c’è Wikipedia 3) spero che ci seguiate almeno per la nostra rinomata avvenenza.
Ora, branco di senza Dio, recitate con Joe Bob Briggs e me il “Giuramento del Drive-In”.
httpv://www.youtube.com/watch?v=Z5iXy93na90
“We are Drive-In mutants
We are not like other people
We are sick
We are disgusting
We believe in blood
And breasts
And in beasts
If life had a vomit-meter
We’d be off the scale
As long as one Drive-In remains
On the Planet Earth
We will party like jungle animals
We will boogie till we puke
The Drive-In will never dieAmen”
Ecco fatto, ora che lo spirito è elevato possiamo parlare di Corman’s World.
Tempo fa stavo guardando un altro documentario, “Easy Riders, Raging Bulls”, sull’ascesa della Nuova Hollywood all’ombra della ormai decadente Vecchia Hollywood, che assalì quest’ ultima e la travolse fino a conquistarla, per poi creare un rinascimento “ribelle” del cinema americano. Nel film, in questo assieparsi di talentuosi giovani esordienti allo sbaraglio, tra droga e scelte azzardate, film coraggiosi e puppe al vento sbuca il signor Roger Corman, che non era giovane all’epoca e con i suoi cento e passa film all’attivo tutt’altro che esordiente. Inoltre a differenza di un dennis Hopper sembrava un distinto signore inglese, parlava con calma e si vestiva come uno zio, ma a mio avviso incarna in pieno la ribellione alle logiche degli studios dell’epoca tanto quanto determinati attori e registi, probabilmente anche di più perchè Corman è rimasto indipendente per tutta la sua vita facendo della ribellione non una fase transitoria ma uno stile di vita e un esempio per tuttti i filmakers venturi e contemporanei a lui.
Ma era solo un trafiletto nella storia, una citazione obbligatoria. Finalmente però c’è un documentario solo su di lui e sulla sua gigantesca produzione, questo documentario appunto.
Nel film si traccia in maniera lineare ed accurata, attraverso materiale d’epoca e interviste odierne agli amici e collaboratori di Corman, la carriera folle e travolgente di questo vecchietto tenacissimo. Si fa presto però a dire “lineare e accurata” e “interviste agli amici e collaboratori”: qua la storia che viene ben raccontata è una delle più forti del cinema e le persone che la raccontano sono gente tipo Martin Scorsese, Jack Nicholson, Peter Bogdanovich, Bob DeNiro, Ron Howard Joe Dante, David Carradine, Pam Grier, con Quentin Tarantino ed Eli Roth a fare i fanboy in estasi. Insomma: fare un bel documentario con queste premesse era vincere facile e facile vinsero difatti.
Nei primi 6 minuti di documentario mi avevano già comperato, ero già a braccia al cielo e l’idea di Cinema era stata sintetizzata tra una sequenza di mostri e una di botti, a colpi di perle di saggezza dello zio Roger. Roba tipo: “Le motocilcette servono per farle schianatre contro qualcosa… Per poi esplodere!” o anche “Il primo omicidio del film deve essere eclatante, deve farti rimanere di sasso. Le altre morti meno eclatanti, ma a intervalli regolari per tutta la pellicola. Il finale che te lo dico a fare: è sangue per tutto lo schermo!”.
E li ho urlato, in preda ad una eccitazione febbrile: “Thò! Prendi questo Godard! Vai a vaffanculo! Har har!”
La storiografia presentata in Corman’s World è costellata di anneddoti pazzeschi, di follie pur di finire un film in tempo e nei costi, di una carovana di pazzi guidata da un pazzo e tutti pronti a tutto per il Cinema. Troppa roba per riportarvela e troppo gustosa per spoilerarvela.
Al di la della mia passione personale per Corman, il documentario è una storia d’amore con il cinema, una testimonianza di come la visione, l’umiltà, la tenacia e non ultimo la “follia” di una persona siano necessari a produrre arte ma soprattutto di come l’opera un uomo intellettualmente onesto disintegri ogni barriera, stupida e miope tra “alto” e “basso”, a colpi di risultati e col sorriso sulle labbra.
Ad esempio: sapevate che Corman fu uno dei pochi ad importare un certo cinema d’autore (Fellini, Truffaut, Bergman, Kurosawa) negli USA?
Sapete dove li proiettò? Nei Drive-in.
Trovava che dovessero essere visti dalla gente comune perchè erano dei bei film e basta, per tutti. Il risultato fu un successone, perchè la cultura non veniva imposta dall’alto (cosa che agli statunitensi non va mai giù) ma arrivava in maniera amichevole, tra un grindhouse e l’altro e la gente li approcciava senza il peso delle sovrastrutture da parrucconi che abbiamo qua.
Tutti gli intervistati nel film vogliono bene a quel pazzo di Corman, perchè tutto l’attuale cinema americano se non ha lavorato con lui è comunque cresciuto con i suoi films nei drive-in o affittando i suoi VHS. Quindi nel raccontare la storia di Corman e della sua New World Pictures tutti si sperticano appena possono in lodi sincere e anneddoti pazzi. A Jack Nicholson scappa anche una lacrimuccia tanto gli vuole bene. Thò:
httpv://www.youtube.com/watch?v=ijAw7tOljEA&feature=related
Un documentario che documenta una storia in maniera obiettiva ma anche assolutamente celebrativo, nel senso buono, in maniera meritata ed affettuosa. Perchè davanti zio Roger parafrasando il grande Mario Adorf– “il cappello ci dobbiamo levare”.
Il cappello leviamocelo soprattutto perchè ha reso, con sforzi inimmaginabili e sprezzo del pericolo, il cinema decisamente un posto più divertente dove andare a passare il tempo. Tra l’altro ha un uso della tipografia molto azzeccato, in cui ogni titolazione è graficamente in tema con l’argomento in corso e titoli di coda sono con i Ramones di Rock N Roll Highschool. Consigliato? Vorrei ben vedere, mica siamo sul blog di Poochie.
“Tette, sangue, mostri e botti a buttare via.” Darth Von Trier, www.i400calci.com
Grande, immenso zio Roger.
E non solo per le cose sacrosante scritte nell’articolo, ma immenso proprio per i suoi film, in fin dei conti in larga parte sottovalutati.
Tipo che i bellissimi film tratti da Poe quasi mi stanno sulle balle, che si finisce sempre per parlare di loro trascurando tutto il resto.
Tipo che il funerale/orgia che chiude “I selvaggi” è stata una delle visioni che mi hanno migliorato/rovinato la vita.
Tipo che il “Clan dei Barker” ha dentro una malinconia di tale potenza che Michael Mann levati per favore.
Tipo che “L’uomo dagli occhi a raggi X” è misterioso e inquietante come una parabola religiosa.
(Oh poi, certo, ha diretto anche robetta… i western ad esempio non li sapeva proprio girare.)
Chi non vuole bene a zio Roger è una persona cattiva dentro e verrà punito secondo “la legge del mitra”.
@ Tommaso: il ciclo di Poe merita tutta la gloria e anche più. Vinnie Price che recita “Il corvo” mi fa sempre venire graditissimi brividi. E l’incendio finale sempre uguale è di una tenerezza…
Per gli western non aveva abbastanza soldi e per riempire le scene ci andava giù di dialoghi che manco Tarantino!
Ma del Corman attore che appare ghignante nei film dei suoi discepoli vogliamo parlare?
Questa è una di quelle cose belle che finché non trovo almeno dei sottotitoli in americano mi perderei l’80% di tutto. Maledizione ammé.
@ Tommaso
Con “l’uomo dagli occhi a raggi X” hai toccato una corda profonda del mio animo.
Chapeau.
Perché James Cameron non si è fatto intervistare? Anche lui ha esordito con Corman… INGRATO!!
questo non me lo perderò proprio… e poi c’è Nicholson in lacrime!
Bellissimo il documentario, idiotissime le domande a fine documentario (chiaro che eri in cineteca).
domanda del menga: ne esiste una versione “dubbata” in italiano? magari coi doppiatori d’uopo?
ok adesso potete sfanculizzarmi alla grandissima
apprezzo nonetheless