Facciamo che ci leviamo dal cazzo i convenevoli e le introduzioni che sono noiose: Deadball deriva da qui e da qui, l’ho visto al Future Film Festival di Bologna, è un altro film di giapponesi pazzi che fanno cose pazze. Gli ingredienti base dei loro film sono tre: sangue, risate, tette. Nel caso di Deadball, la proporzione è 35/60/5. Se la cosa vi delude passate oltre. Se invece siete felici di ridere più ancora che di disgustarvi o arraparvi, cominciamo.
Deadball si spiega da solo nei primi cinque minuti. Jubeh (che è Tak Sakaguchi, un giappo davvero davvero figo) sta giocando a baseball con il padre: c’è la luce da telenovela, i rallenty che manco Il giovane Ratzinger, il fratellino Musashi che se ne sta in disparte a guardarli e a ridere felice, i dialoghi motivazionali del genitore. «È questo il meglio che sai fare?» e, punto nell’orgoglio, Jubeh mostra al padre il suo lancio migliore: alza la gamba fino a portarsela davanti alla faccia (tipo a 90° dal suolo, per capirci, insomma una roba che non si può fare normalmente nella vita), spicca un balzo che lo porta fuori dall’atmosfera, flette i muscoli e dal vuoto esplode il suo colpo da maestro. Che impatta con il volto del padre facendolo esplodere e creando un cratere enorme là dove c’era l’erba. Jubeh piange, fa voto di non giocare più a baseball, il fratellino lo guarda enigmaticamente e si allontana. Titoli di testa, comincia il film.
Appunto: c’è tutto quel che serve, in questi cinque minuti. La figura paterna e quella fraterna, nostalgico faro affettivo il primo, ambiguo figlio di puttana il secondo. Il baseball e la morte. Il saltabeccare da un genere all’altro perché tanto chi cazzo se ne frega. La violenza estremamente grafica ed estremamente stupida. Soprattutto, la parodia. Deadball non è uno splatter classico, di quelli che ti fanno ridere perché un paio di bulbi oculari schizzano dalle orbite e vanno a impalarsi, nervo ottico e tutto, su un paio di chiodi appesi al muro. Deadball è la versione ipertrofica di Hot Shots, di Una pallottola spuntata, di Top Secret!.
La storia di per sé è semplice semplice: dopo la morte del padre, Jubeh diventa un criminale e finisce in una galera-riformatorio dove la preside della foto sopra vuole fondare una squadra di baseball per competere nel Gran Campionato delle Squadre di Baseball dei Delinquenti e dare una speranza a questi giovani sperduti. La preside sa di Jubeh e del suo passato da pitcher killer – che semnbra il titolo di un disco dei Fear Factory – e gli chiede di accantonare i rimorsi e tornare a giuocare, Jubeh esita, tentenna, declina, ci ripensa, accetta, diventa capitano, va insieme alla sua squadra a sfidare la Saint Black Dahlia High – non prima di aver deciso che il team da lui guidato si chiamerà Pterodactyl Gauntlets. Dopodiché c’è il match, la gente muore, c’è la sorpresona, c’è il duello finale. Visto? Si racconta in poche righe.
Il punto non è tanto la storia in sé – che è più ricca di come ve l’ho raccontata, ma poi va a finire che SPOILER e quindi non vi dirò dei nazisti, della morte del fratellino, dei robottoni e della gente con i peli di pube in testa –, quanto il modo di raccontarla. Non è la meta, è il viaggio. Non è lo splatter, è la parodia dello splatter, e dei prison movie, e dei film sullo sport come riscatto sociale, e dei cartoni animati giapponesi tipo Mila e Shiro dove la palla si deforma dopo una schiacciata e prende traiettorie bizzarre, e pure di quelle robe con gli adolescenti che si ammazzano che tanto scalpore e tanti soldi fanno ultimamente. Il dettaglio migliore è che, come parodia, Deadball mostra un controllo della grammatica del genere che sfocia in territorio Zucker-Abrahams-Zucker.
C’è la slapstick comedy: vedi la storia del lancio perfetto e della gambetta che sale sale fino ad arrivare al naso di Jubeh, ma anche una gag a base di telefono e pugno che entra in una cornetta ed esce da un’altra a prendere a cazzotti il ricevente la telefonata. Ci sono gli one-liner presi e stravolti e trasformati in tormentoni: ogni tot, Jubeh spiega che «ci sono due tipi di persone che odio», variando immancabilmente la versione a seconda della situazione. C’è la combo slapstick + tormentone: non ci si stufa mai di vedere Jubeh che allunga la mano fuori inquadratura e la ritira con tra le dita una sigaretta accesa, non importa se è la decima volta che lo fa in mezz’ora. Ci sono accenni ad Avatar e a Star Wars come nel peggior Ezio Greggio, stivali di pelle appoggiati con protervia su un tavolo, lame di luce che tagliano (non letteralmente, purtroppo) il profilo di un politico corrotto. C’è la destrutturazione di ogni canone narrativo classico, con buoni che diventano cattivi che ritornano buoni, MacGuffin accennati e poi dimenticati a bella posta solo per il LOAL; c’è che si dettano regole e le si infrange un istante dopo. Raramente ho visto, in un film orientale low budget poi, una scrittura così solida e una padronanza così perfetta di un genere tanto occidentale – perché per un buon 80% Deadball è fondamentalmente un film americano con dei giapponesi che recitano; persino le prese in giro dei tropes più tipicamente nipponici vengono fatte come potremmo farle noi che da piccoli prendevamo in giro Holly e Benji perché il campo era lunghisssssimo e I cavalieri dello zodiaco perché non si spiaccicavano mai contro quelle colonne ma le spaccavano a schienate. Deadball diventa francamente giapponese solo in alcuni momenti: quando entra in gioco la violenza.
Perché oh, se uno rivolge lo sguardo a Oriente è chiaro che è interessato (anche, soprattutto, fate voi) a questo: sangue? Ce n’è? Fa ridere? Fa disgusto? Ci sono robe che ommioddio strappatemi le orbite piuttosto che farmele vedere? Risposta: sì, ma meno che altrove. Più che altro – sempre per il discorso di cui sopra del film costruito alla grande – le scene più splatter sono distribuite parsimoniosamente per la prima ora di film, e concentrate poi fino al parossismo nello showdown finale. Come è giusto che sia, per non stuccare e non anestetizzare. E soprattutto: ANDATE TRA, ché quando Yamaguchi decide di deliverare lo fa, lo fa eccome.
Fare splatter di successo, pensano in molti, è facile: c’è un’ampia fetta di pubblico che si accontenta di vedere qualche arto che vola e se ne frega di cose come “la struttura narrativa”, “i dialoghi divertenti”, “la tensione”, “giustificare la violenza”, “costruire un film intorno al sangue e alle budella”. Fare splatter declinato in commedia, forse, lo è un po’ di meno: e infatti sono pronto a scommettere che Deadball non piacerà a tutti, neanche a tutti i fan della Sushi Typhoon, proprio perché ingloba elementi che non sono propri della cultura di riferimento e perché è un film splatter costruito come un film tutt’altro, e anche perché la risata è il meccanismo emotivo più soggettivo che ci sia.
E d’altra parte è da scemi con le toppe sui gomiti e la giacca di velluto stare a disquisire di queste cose parlando di una roba in cui una palla da baseball diventa un boomerang e strappa il naso di un tizio pettinato come Elvis. Ma per una volta lasciateci indulgere in qualche intellettualismo di troppo: l’amore per il cinema della stupidità che Yamaguchi ha infuso in Deadball è tale e tanto che derubricarlo a «ennesima cazzata con i giappi che esplodono, eh eh che bello, popcorn rutto libero e ci divertiamo!» è limitante. Vi farà cagare o vi farà impazzire, di sicuro non vi farà rimanere immoti a fissare lo schermo, ma voi ascoltate l’amico Stanlio e guardatevelo comunque. Nel caso contattatemi che ci incontriamo per fare a pugni.
DVD-quote suggerita
«Come Gigi la trottola, ma con più sangue»
(Cristina D’Avena, www.caltonianimatigiaponesi.it)«Un desolante spaccato della vita nei riformatori giapponesi, che dimostra quanto la droga faccia male»
(Carlo Giovanardi)
A me basta sapere che c’è Tak Sakaguchi che è sinonimo di qualità.
Che tra l’altro era già protagonista anche di Battlefield Baseball.
Ma allora è tipo shaolin soccer con tanto sangue o ho capito male?
@Michael: sfortunatamente non ho mai visto Shaolin Soccer, quindi non so fare un paragone…
la gamba alzata a 90° fino all’altezza della fazza è rubbata a tommy la stella dei giants!
no, grazie
Stanlio fila a casa a vedere Shaolin Soccer. ADESSO! Poi torna qua tra un paio d’ore a rispondere al gentile signor Jail Black.
Grande rece.
ma poi va a finire che SPOILER e quindi non vi dirò dei nazisti, della morte del fratellino, dei robottoni e della gente con i peli di pube in testa
Questa parte in particolare mi ha risollevato la giornate, grazie.
Oddio ma quindi Shaolin Soccer merita? Devo vederlo? Cioè non è un film “eh eh”* e io sono vittima dei miei stessi pregiudizi?
*definiscesi film “eh eh” quel genere di film che ti fa sorridere sotto i baffi in un paio di scene al massimo, poi però ci ripensi il giorno dopo e quando racconti il concept agli amici sembra che gli stai parlando del be-all, end-all della storia del cinema, e mentre ne parli con loro continui imperterrito a fare “eh eh” finché non lo vedete tutti insieme e alla fine ti picchiano perché di fatto faceva cagare.
E’ decisamente un film “eh eh”, ma va visto lo stesso – possibilmente non coll’orribile doppiaggio italiano (orribile tipo “Robots”, non tipo “oh, signoVa mia, se non peVcepisco l’accento del Midwest Occipitale tipico del Woody Allen quando suona il claVinetto non è veVo cinema…”)
@stanlio: per me è uno dei film più belli di tutti i tempi, a patto che in versione integrale cinese senza doppiaggio ecc…
scusate, sono un nippofilo e da nippofilo la sushi typhoon mi sta discretamente sulle palle. non tutti sono brutti film (la maggior parte sì), ma non è un motivo di qualità della pellicola, ma è legato alle intenzioni, per questo li boccio quasi invariabilmente a prescindere (sempre perchè vogliamo fare gli snob, se no potete tornare al vostro pacifico *eh eh, bulbi oculari che schizzano su chiodi eh eh*). il motivo è presto detto e l’ha individuato, forse inconsapevolmente, anche stanlio quando dice:
“Raramente ho visto, in un film orientale low budget poi, una scrittura così solida e una padronanza così perfetta di un genere tanto occidentale – perché per un buon 80% Deadball è fondamentalmente un film americano con dei giapponesi che recitano”
ecco, QUESTO è il motivo. i film del sushi typhoon non se li caga nessuno in giapponese e sono fatti e pensati appositamente per noi occidentali che vogliamo “un altro film di giapponesi pazzi che fanno cose pazze”. A me sta cosa non va giù, mi sento preso per il culo e torno a vedermi imamura, ciao.
Ti perdoniamo.
Io, ahimè, come ho avuto modo di scrivere già in passato non sono un nippofilo, quindi non mi sento offeso da scelte di questo tipo. Semmai, forse va paradossalmente a loro merito il fatto che questi film (fatti per noi occidentali che vogliamo vedere quanto siano pazzi i giappi) non facciano nulla per mascherare la propria natura: se di furbata vera si trattasse, non me ne sarei accorto persino io che di cinema orientale so poc’uncazzo, no?
Sto ipotizzando.
Shaolin Soccer me lo vado a vedere stasera appena torno a casa che ciò voglia di rivedere la scena del karaoke.
ecco shaolin soccer e kung pow sono invece esempi di parodie riuscitissime e veramente dissacranti del proprio cinema nazionale. nel sushi typhoon invece si eleggono a modello gli stereotipi del cinema giapponese e li si porta all’estremo per il nostro (occidentali) godimento. Comunque non nego di essermi divertito anche io con i vari tokyo gore police e machine girl, iguchi e nakamura sanno come fare certe cose, peccato che il filone sia presto degenerato e il 90% di quello che esce è robaccia. Forse, stanlio, è vero che non lo nascodono ma sicuramente ci giocano molto su e sono parecchio ambigui nelle intenzioni.
Mi viene un serio dubbio… ma non è che DeadBall è il seguito di Battlefield Baseball?
Perché anche lì Tak smetteva di giocare a Baseball dopo aver ucciso il padre dopo il lancio, e… ehm… il fatto che abbia LO STESSO NOME…
Se non è il sequel è un remake. E nulla, dato che Battlefield Baseball è un fottuto capolavoro mi sembrava il caso segnalarlo.
Sembra un film interessante…
Il SeBBa (che s’è appena laureato ed è un habituè del FFF) mi dice che anche “zombie ass” non era male… Conferme, smentite? Rece? Dai che io c’ho un po’ la fotta dei film di zombi e se poi lo vedo ed è un rutto di film poi mi tocca menare il SeBBa!
Shaolin Soccer è simpa pure lui, da evitare come la peste il ridoppiaggiob furbino colle voci dei calciatori italiani (credevo d’aver già visto il peggio delle operazioni commerciali e con quello, invece, riuscirono a scendere ancora più in basso…)…
Gran culo il terzo screenie…
lancio dall’atmosfera? pterodactyls team?
ahhhh, ho capito.
è la versione bootleg di Asura’s Wrath VS Inazuma Eleven
questi giappi non buttano niente …
@babaz: hai vinto l’Internet di stasera.
@Steev’o: Zombie Ass è… non lo so. Sono indeciso tra il genio assoluto e la cagata pazzesca. Di certo non ho mai sentito tante scorregge in un solo film, né avevo ancora visto un tentacle rape a base di peti, ecco. Vedi tu se questo ti convince o ti fa fuggire lontano.
Aver perso la possibilità di conoscerti al future film festival mi deprime, probabilmente i posti con i nastrini blu davanti erano riservati alla redazione dei 400 calci durante il festival. Zombie Ass io voto cagata pazzesca.
Vabbeh… Mi sa anche a me che sia una cagata pazzesca…
Chisse… Tanto a SeBBa je menavo comunque! ;P
Zombie Ass è il genere di cosa che mi fa sperare nello scenario “Japan Sinks”.
Stanlio, non so quanto peso tu possa dare alla cosa, comunque volevo solo dirti che Shaolin Soccer e Kung Fu Hustle mi hanno entrambi fatto ridere più o meno a livello lacrime e mal de panza, però entrambi in situazione “salotto pieno di gente, rutto libero, casino”.
Non ho idea di come sia guardarseli da solo in cameretta.
(Devo dirti pure io di evitare il doppiaggio?)