“Giuro che se il film è brutto chiudo il sito per tre giorni”
Nanni Cobretti
Sì, ricordandovi la mia reazione al trailer vi ho più o meno svelato il succo della rece, ma spero siate tutti contenti.
Andiamo a iniziare.
Voi avete l’aria di quelli che il Manuale delle Risse al Bar lo conoscono bene. Quindi sapete citare pagina 1: “Come si scatena una rissa al bar – metodo base”.
Dragon Eyes è un film dalle idee chiare che vuole trasmettere immediatamente allo spettatore, e in quanto tale ha la cortesia di citare pagina 1 del Manuale delle Risse al Bar nella sua primissima scena.
Sostituite il bar con il cortile di una prigione.
Un tizio molto grosso sta fissando un orientale brutto (Cung Le) seduto su un gradino.
“Sei seduto nel mio posto”.
L’orientale brutto si sposta un po’ più in là.
“Sei ancora nel mio posto” (sì, lo so, è una leggera variazione rispetto al più canonico “e quello è il mio secondo posto preferito”).
L’orientale brutto ci pensa un po’.
Poi si ricorda del Manuale e gli salta addosso.
I due si azzuffano per un po’, poi dal nulla spunta Jean-Claude Van Damme che tira un calciazzo sul naso al tizio grosso, e parte la sigla.
A ulteriore dimostrazione che il regista John Hyams – già nostro amicissimo per via di Universal Soldier Regeneration – sa perfettamente quello che fa, per tutti i titoli di testa viene solamente inquadrata un’automobile per dare il tempo al sottoscritto Nanni Cobretti, e a molti di voi, di esultare e ballare in reazione alla scena precedente.
La storia di Dragon Eyes la sapete perfettamente, poiché trattasi di nient’altro che l’ennesima versione della Sfida del samurai, una di quelle trame per cui non ha più senso gridare al remake/plagio poiché ormai riadattata un fracco di volte. Ma la ripeterò lo stesso, per i più distratti che non dovessero ricordare nemmeno Per un pugno di dollari o Ancora vivo (gli altri vadano a darsi un caffè e ritornino al prossimo paragrafetto).
Lo schema è questo: un misterioso eroe arriva in una piccola cittadina terrorizzata da due gang rivali, e per una balla o l’altra decide che il miglior modo per spezzare la noia è infiltrarsi sia nell’una che nell’altra per spingerle a massacrarsi a vicenda una volta per tutte. A un certo punto invariabilmente viene scoperto e ridotto in fin di vita, al che il nostro si prende un po’ di tempo per recperare le forze e infine decide che fa prima a massacrare tutti quanti da solo.
Bon. Siete tornati? Ci siete tutti? Proseguo.
È chiaro che non scegli di adagiarti su una struttura risaputa come questa se sei stato colto da velleità artistiche di narratore o cazzo ne so. Sergio Leone cercava uno spunto per fare uno dei suoi rinomati western, e Walter Hill cercava una scusa per fare un bell’action semplice semplice ambientato fra i gangster degli anni ’20. John Hyams, noto appassionato di MMA, ha giustamente pensato che chiamare un gruppo di picchiatori professionisti e farne una versione urban a base di pizze in faccia fosse un buon modo per tenersi in esercizio. Non so voi, ma se l’avesse chiesto a me io gli avrei tranquillamente confermato questa impressione.
Ecco quindi il vietnamita Cung Le, eroe brutto, grosso, inespressivo, e che non vorrei sbagliarmi ma ha tipo zero linee di dialogo o quasi perché fondamentalmente (ed è qui che mi sembra di vedervi mentre di colpo per l’emozione vi aggrappate forte forte ai braccioli della sedia) passa tutto il tempo a menare. E menare è il suo mestiere. Lo fa molto bene. Qualcuno di voi ad esempio potrebbe ricordarlo sottosfruttato nella parte di Marshall Law in Tekken, o mortificato in Fighting dove il copione gli imponeva di prenderle da Collo.
Ed ecco che John Hyams prende tutto come scusa per fare sfoggio di mestiere e confezionare un’opera che non riserva particolari guizzi o colpi di scena a livello di sceneggiatura, ma che per pura qualità tecnica sul piccolo schermo pare sprecata, con una cura della fotografia (eredità del padre Peter) che raramente si vede in filmettini del genere. Le botte? Non c’è neanche da chiedere. Cung Le non è un virtuoso/acrobatico alla Scott Adkins, ma tecnicamente rimane indiscutibile – lo dicono come minimo i suoi successi sportivi – e Hyams sa come muovere la cinepresa per valorizzare le coreografie come si deve – fin troppo facile considerarle le migliori scene di botte all’americana dai tempi dell’ultimo Undisputed. E a reggere le scene non action ci pensa il clamoroso recupero di un enorme Peter “Robocop” Weller nei panni del mafioso italoamericano, che non solo divora ogni scena in cui compare con professionismo d’altra categoria, ma regala occasionali esclamazioni italiche esilaranti (in particolar modo il suo ultimo “cazzo!”).
E Van Damme, vi state chiedendo? Dove s’incastra Van Damme nello schema della Sfida del samurai?
Il suo ruolo è secondario nonché inedito nel suddetto template: trattasi del compagno di cella di Cung Le che, dopo averlo salvato nella rissa descritta nella prima scena, si prende l’impegno di insegnargli a fare a pizze come si deve, e in quanto tale compare solo in una serie di periodici flashback. E sarà l’età, sarà che dopo JCVD è stato baciato dal sacro fuoco della recitazione, sarà che John Hyams fa miracoli, ma Jean-Claude sfodera una performance di una classe e raffinatezza da lasciare a bocca aperta, tutta a base di piccoli gesti e carisma da vendere (già dal poster, va detto). Non fosse che quando alza la gamba dimostra ancora tutta la sua inconfondibile eleganza diresti che nel suo ruolo abbiano preso un attore vero invece di un marzialista. Avete presente quanto spiccava Mickey Rourke a suo tempo in mezzo agli altri Expendables? Qualcosa del genere. Roba che a questo punto, se fosse ancora possibile, rende ulteriormente frenetica l’attesa per The Expendables 2. Ma visto che a 50 anni è ancora presto per relegare Van Damme nel ruolo di semplice mentore, ecco che John Hyams gli regala una sequenza action tutta sua, un lungo spettacolarissimo piano sequenza, uno serio – non come quello semi-ironico nella prima scena di JCVD – in cui stende una serie di scagnozzi in un garage e fa scattare la standing ovation.
In conclusione: vi dirò la verità, qua e là il ritmo si infanga un po’ e non tutte le sequenze di raccordo sono riuscitissime, per cui non posso parlare di semi-capolavoro come avevo fatto per Universal Soldier Regeneration, ma Dragon Eyes rimane un prodotto extra-lusso per il genere, con numerose sequenze di combattimento di prima qualità, un protagonista efficace, un cattivo in formissima e un vecchio maestro belga sempre più leggendario in un ruolo minore che vale da solo il prezzo del biglietto. Più un regista che, se il mondo funziona come deve, è l’ultima volta che lo vediamo direttamente sul piccolo schermo. Questo per la serie “le profezie di Nannicobrettus”.
Comunque se scopro che il prossimo anno votate ai Sylvester senza aver visto questo non solo vi annullo il voto, ma vi tolgo anche due punti alla patente (così).
DVD-quote:
“Un esercizio classico in confezione extra-lusso”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: il film fa parte del primo pacchetto di produzioni della nuova divisione action della After Dark, gestita in collaborazione con nientemeno che Joel Silver, e in quanto tale negli USA si farà una manciata di giorni promozionali in sala per poi uscire in homevideo quasi subito dopo, mentre negli UK è già uscito dritto in dvd. Del pacchetto fanno parte un altro paio di titoli succosi, capitanati da El Gringo con Scott Adkins e Christian Slater, di cui vi parleremo a tempo debito.
P.S. 2: sbaglio o Cung Le è il primo vietnamita protagonista di un film americano? Per uno scoop del genere su TV Sorrisi e Canzoni ci andranno matti.
Scusate se vado fuori tema, ma è una domanda che mi mi viene ogni volta che vi leggo su film di/con arti marziali e coreografie del menare: cosa si pensa nel quartier generale dei 400 calci di Jackie Chan? Mi è sfuggito qualcosa o non se n’è mai parlato più di tanto? A me piace (immagino interessi a tutti…), anche nei suoi film più tipo commedia.
@valerio: parlo per tutti senza chiedere, ma direi che pensiamo che a) è una leggenda vivente che ha rivoluzionato il cinema action e che b) quando abbiamo aperto il sito erano già quasi 10 anni che non azzeccava un film, da cui le scarse occasioni per parlarne (ma New Police Story lo salvo).
Ora però guadagnatevi il diritto di voto ai Sylvester.
bene, visto che lee le ha prese nell’ultimo match ed è stato buttato fuori dalla ufc meglio come attore!
Attendevo con ansia spasmodica la rece di Nanni, che grazie al cielo ha apprezzato il film (che dunque equivarrà a un capolavoro) :)
Per i comuni mortali italiani ci sono news sull’uscita in dvd?
Mi getto nel Torrente e torno
@jcvd: non ne so nulla, ma se aspetti 10/15 minuti divento ricco, metto su un’etichetta di distribuzione, comincio col recuperare gli Undisputed e poi butto fuori anche quello
@kurofawa: vai Sampei!
Già che ci 6 distribuiamo anche sto benedetto THE EAGLE PATH, che aspettiamo da anni :|
Cmq si Undisputed 2 e 3 non usciti in Italia è scandaloso =(
Eagle Path più lo rinviano più ho il sentore che sia inguardabile. L’ultima è che doveva uscire a giugno, ma è sparito di nuovo dai listini.
Salve sono la voce fuori dal coro…. A me questo film non è piaciuto.
Qui Van Damme è l’equivalente di Seagal in ‘Clementine’, appare, fà il suo (bene) e ciao. E ci puo anche stare…
Ma la sceneggiatura non esiste, wtf a pacchi.
10 anni fa lo avrebbero dato a Jet Li e lo avrebbero chiamato Romeo Must Die 2…
Si salva solo Peter Weller, unica vera ragione per vedere ‘sto film (in lingua originale).
Mille volte meglio Assassination Games…
@tetsuo: mi stai dicendo che non ti sono piaciute le scazzottate? E che a un film di Cung Le che mena come un toro per 60 minuti (Cung Le, mica mia nonna) ne preferisci uno dove non si mena praticamente nessuno? Son curioso, eh?
Ma filmone, le scene di lotta ci sono e anche tante ma soprattutto fatte bene!
Cosa che non si puo dire di Assassination Games. Per me il film e promosso.
P.s.: ”ci vediamo bello”
Le scazzottate si, ma a parte quello….
Non c’era storia, personaggi con carisma zero (weller a parte). Insomma tra un combattimento e l’altro il nulla.
Tanto valeva guardarsi una compilation di combattimenti.
Se la giocava solo sulle botte e lasciava perdere del tutto di imbastire una pseudo storia allora forse si.
Assassination Games era uno spreco di talenti ma almeno ‘cercava’ anche di avere una trama.
Qui sembra tutto tirato via tanto per arrivare alla fine. mi dava l’idea che neanche Hyams ci credesse più di tanto.
@tetsuo: beh allora siamo d’accordo, è un ovvio esercizio di stile, altrimenti non avrebbero scelto di rifare per l’ennesima volta Yojimbo. Cosa succede in Yojimbo lo si sa già. Tranne che preferisco mille volte un film dove si menano “senza motivo” a uno dove non si menano affatto, altrimenti che mi guardo un film di Van Damme a fare. Non è che Assassination Games per rimediare assomigli esattamente a un Martin Scorsese…
Nanni, ci prometti che farai tu la rece di “The Avengers”?
Se ce lo prometti ci impegniamo tutti a guardare questo film.
Ma infatti la delusione e critica nasce proprio dal fatto che bastava poco per renderlo un gran bel film. Invece sembra quasi che si sforzino per farlo male.
Hyams con US4 era riuscito a girare un gran bel film senza una mega produzione, qui invece mi da l’idea di lavorare su commissione (non a caso il film è prodotto dallo stesso Cung Le) ci mette la tecnica e basta.
Assassination Games alla fine è un brutto film ma per altri motivi, qualcosa almeno cerca di raccontarla e almeno si impegna. L’ho usato come parametro di paragone in negativo.
@cerex: dubito di farla io perché sarò in vacanza quando uscirà. Voi questo film dovreste guardarlo perché siamo su un sito di botte, c’è Van Damme ed è bello, e onestamente non dovrei aver bisogno di insistere…
@tetsuo: mi pare di capire che più o meno la pensiamo uguale, tranne che i difetti di questo sono ben lontani da farmelo bocciare e i pregi di Assassination Games sono ben lontani dal farmici pensare come a un’ora e mezzo spesa dignitosamente.
@Nanni: alla fine direi di si. Grazie del simpatico e pacato scambio di opinioni. Sicuramente lo rivedrò tenenendo conto anche della tua recensione e dei tuoi punti di vista.
@tetsuo: ma grazie a te! Però non offenderti se invece a me non è venuta voglia di riguardarmi Assassination Games ;)
Mamma mia, Van Damme più invecchia più diventa badass.
Io ero seriamente aggrappato forte forte ai braccioli della sedia. Mi tuffo nel torrente appena posso!
L’omaggio a Per un pugno di dollari, tra l’altro, si palesa definitivamente nella scena in cui Hong viene curato dal suo padrone di casa, dove indossa l’esatto poncho che Eastwood indossa nel film di Sergio Leone.
In un mondo migliore John Hyams avrebbe diretto The Expendables 2…
@Nanni: hai avuto o avrai modo di vedere a breve The Raid: Redemption dalla tua posizione avvantaggiata di londinese?:)
@giovanni: avro’ modo di vedere a breve e sarete i primi a saperlo
Cung Le ho avuto modo di vederlo in azione nel trascurabile Bodyguards And Assassins, contro quella fazza di Donnie Yen. Grugno e botte le sue specialità, quindi questo mi sembra il ruolo della vita.
Mettiamoci anche JCVD versione carisma… questo non me lo perdo!
visto. molto figo.
@nanni: ho dato na sbirciata a The Raid: Redemption e non vedo l’ora di leggerti in proposito… capolavoro: SI FANNO TUTTI MALISSIMO, SEMPRE!!!
Molto convincente Nanni. Scazzottate senza trama in mezzo. Praticamente un porno.
1-i combattimenti sono pessimi non ci ho creduto manco mezzo secondo
2-tutti quei ralenty a caso mi hanno frantumato i coglioni
3-non ho capito una minchia della storia
4-pure i ceffoni ce l’hanno fatta a essere pallosi
VOTO: ‘na mmerda truce
Visto, gran delusione, le coreografie erano carine ma nulla di eccezionale, nemmeno paragonabili a “Undisputed” o anche solo a “Blood and bone” (che come storia era paragonabile).
Trama ridicola ma onestamente su questo me ne fregava davvero poco.
Solo la speranza di veder un altro flashback con il Van mi ha permesso di arrivare fino ai titoli di coda, erano le uniche cose salvabili del film.
P.s.: visto che si è citato Assassination Games che con questo film condivideva il colore giallo e il mini Van poliziotto corrotto ci tengo a dire che il match Van VS Scott valeva quanto tutto questo film :)
P.p.s.: anche la tua recensione vale molto di più di tutto il film :D
Nanni, dovresti chiudere il sito per 3 giorni!
@bigzo85: eh?? il giudizio che contava era il mio
@nanni: certo capo, il giudizio che conta è il tuo.
Sarà che la recensione mi aveva gasato troppo, ma il film non mi è piaciuto.
Rileggendo il tuo pezzo a posteriori devo ammettere che è equilibrato ed obiettivo, per niente esagerato, sono io che mi sono lasciato trasportare.
p.s. si festeggia a Londra? Il chelsea si è appena qualificato per la finale di champions
@bigzo85: sia chiaro che intendo per la faccenda della chiusura del sito per tre giorni, e’ ovvio che a te il film ha anche il diritto di farti cagare
La trama è proprio la solita cosa e Cung Le è espressivo quanto il mio cesso, ma, madonna, le mazzate quanto sono belle in questo film: dure, realistiche, da applauso a scena aperta. Certo Van Damme fa quei dieci minuti, ma il suo piano sequenza è formidabile e, pur se sembra un po’ Verdone in vecchiaia, è in forma perfetta. E Peter Weller che, come l’Anthony Wong degli anni 90, dice a raffica parolacce in italiano? No no questo film sarà pieno di difetti, ma è preziosissimo. Resto comunque dell’idea che, pur senza mazzate, anche assassination games era un buon film d’azione. Ma Eagle Path?
orca… simpatico ma grande delusione.. mi aspettavo german suplex a go-go come donnie yen ultima maniera.. ma de che.. Alla vista dello spolverino di un pungo di dollari mi sono piegato in due.. trash.. peccato il trailer spaccava.
Universal Soldier Redemption: Dragon Eyes = Undisputed II: Ninja
Un film non può presentarsi nel 2012 con questa sceneggiatura. Roba che al confronto The Protector sembra scritto da Sorkin.
Qualche buono scontro (peraltro tutti i colpi migliori se li sono sparati già nel trailer), finale inconcepibile e desolante.
Torna a giocà coi soldatini Hyams, o fatte prestà du’ piotte da papà
@nanni: direi che a questo punto è evidente che qualche executive della After Dark va pazzo per il “fermo-immagine con scritta” e lo impone in tutti i film, mentre quel tipino fine di Hyams tenta di spiegargli che ormai è una burinata :)
> Roba che al confronto The Protector sembra scritto da Sorkin
Mi piacerebbe poter ribattere su questa frase, ma non ho mai guardato The Protector coi sottotitoli…
Per non perderti il buon Tony in originale eh? Buongustaio…
Non hai bisogno dei sottotitoli, basta guardare l’ambientazione. Sono certo che sui copioni, all’inizio di ogni scena c’è scritto EXT SAME FUCKIN NEIGHBORHOOD OF THE SCENE BEFORE.
Mi sapete dire come si intitola la canzone ( artista e il brano ) alla fine del film??? Grazie in anticipo…!!!
visto solo oggi! Si poteva far di più certo, ma ci sono almeno 4 momenti top: 1) il faccione da teppista di Gilbert Melendez; 2) JCVD old fashion; 3) Hendo in canotta, duro dal cuore d’oro; 4) e vogliamo parlare della German Suplex nella sequenza finale? *_*
Peccato per la confezione pesantemente e palesemente povera che affossa un film che al suo arco ha delle efficaci scene d’azione valorizzate da una regia sapiente. Il resto però non funziona e se lo script é abusato ma non necessariamente da recriminare, la sceneggiatura crea punti morti e la fotografia tanto “vorrei ma non posso” così da risultare posticcia. Ambientazione e attori non li commento perché (doti atletiche di questo ultimi escluse) finiamo per sparare sulla croce rossa. Chi di bocca molto buona e assetato di botte, si faccia avanti, gli altri evitino.
Peter Weller è laureato in qualcosa riguardo il rinascimento italiano e dice di parlare italiano e anche francese.