Non so neanche da dove iniziare, con Monster Brawl, perché sulla carta funzionava benissimo. La carta è questa cosa in cui le idee sembrano meravigliose; è lo stato di grazia del processo creativo, un doping procedurale dedito all’aumento esasperato della fotta creativa con l’occlusione dell’obiettività e del giudizio come unico effetto collaterale. Un effetto collaterale di merda. Le idee vanno prese alla leggera e con distacco, non bisogna stringergli la mano e manco offrirgli il caffè – MAI – che troppa confidenza fa male, ma bisogna sostenerle, motivarle e armarle fino ai denti di pretesti per poter affrontare il lungo viaggio verso quel Mordor che è il prodotto finito, che di idee cadute in disgrazia e sostituite con cloni di scarsa qualità o arrivate a destinazione ricoperte di guano ne abbiamo viste fin troppe e spero sarete d’accordo con me quando faccio cadere buona parte della colpa sull’entusiasmo da carta. Non biasimo chi ci si fa trasportare, dall’entusiasmo, che avere delle idee fighe è bello e delle potenzialità è giusto esserne consapevoli, ma tra l’idea e il prodotto c’è un abisso che non permette distrazioni e passata la sbornia iniziale è necessario rimettere i piedi per terra, aprire gli occhi e pensare profondamente a cosa cazzo si stia facendo prima di inciampare su di un cumulo di disastri. Nello specifico ce lo vedo il nostro regista, l’anonimo Jesse T. Cook, svegliarsi una mattina e pensare a quanto sarebbe figo girare un film coi mostri che fanno wrestling, esaltarsi, pensarci di nuovo, impazzire completamente e decidere di scriverselo noncurante del palese fallimento a cui stava andando incontro.
Mettiamola così: a scatola chiusa Monster Brawl è una figata e l’aspettativa del caso minima. Da un film la cui premessa è “otto mostri fanno Wrestling” le uniche cose da sperare, e pretendere, sono mostri fighi e botte senza soluzione di continuità. Non è neanche difficile da scrivere, un film del genere: tra cinema e letteratura i mostri sono già stati raccontati e delineati in qualsiasi dettaglio mentre le dinamiche di un torneo di Wrestling non sono poi così complicate. Bastano un ring, un filo conduttore che unisca i combattenti e poi tutto viene da sé. Mentirei se dicessi che nulla di tutto questo è stato azzeccato: il ring c’è, con quattro angoli e dodici corde. Proprio un bel ring.
I mostri purtroppo sono per la maggior parte deludenti e privi del background per cui tutti noi li conosciamo: ognuno di loro viene infatti presentato con un cortometraggio che ne racconta, in breve, la nascita o l’invito al torneo e ovviamente sono uno più brutto e inutile dell’altro e, andando in coppia, addirittura più lunghi dei combattimenti che precedono, finendo per spezzare un ritmo già inesistente e rendendo esasperante l’attesa tra un combattimento e l’altro (che vorrei precisare sono cinque diluiti in 90 minuti ed il primo inizia al minuto 20, giusto per capire la velocità). Mancano di qualsiasi idea e ricalcano malamente quello che ci è stato insegnato da dozzine di film e libri senza mai fare delle citazioni precise che sinceramente avrei preferito. Brevi corti ricchi di rimandi ai film che hanno reso famose le creature, meno dispersivi e ricchi di elementi che un solo un vero fan di mostroni possa apprezzare sorridendo soddisfatto.
Degli otto mostri scelti quattro sono inutili e mediocri (il lupo mannaro, lo zombi, Frankenstein, e il mostro grasso della laguna – tutti partecipanti al torneo dei pesi massimi) due ridicoli (il ciclope e la strega) e due fighi (la mummia e la vampira). Quelli ridicoli e quelli fighi, casualmente, sono i protagonisti dei primi due incontri (quelli dei pesi leggeri, dove i vincitori invece che scontrarsi per vincere il titolo se ne vanno e non tornano più – boh) e ora ve li racconto:
- Cyclops VS. Witch Bitch: Ciclope dovrebbe essere un colosso dalla forza sovrumana, un essere in grado aprire montagne con una testata, invece è un tizio vestito di stracci di media altezza con il fisico di un tredicenne malato di tifo. A caso, però, spara laser dall’occhio. La strega, invece, è una tizia sputata e picchiata dal marito redneck che parla strano e non fa una magia una. Durante l’incontro ha un sacchetto di ingredienti in mano ma non lo usa mai e non fa altro che tirare pugnetti e prendere calci in faccia, però ha il bonus ALLENATORE NANO che a caso sale sul ring e tira sedie al ciclope. Ovviamente vince quest’ultimo spaccandole la testa a martellate. Sulla carta sembra bellissimo, sullo schermo è di un ridicolo inaspettato.
- Lady Vampire VS. The Mummy: L’unico incontro di wrestling figo di un film basato sugli incontri di wrestling poiché unico vero incontro di wrestling con vere mosse di wrestling e veri lottatori di wrestling che possono sfoggiare tutto il loro sapere di wrestling. Lei è Kelly Couture che non credo sia parente del più famoso Randy ma ha comunque due spalle che parlano da sole; lui è Rj Skinner che non si vede perché ricoperto bende e forse è meglio così. Si menano per soli 5 minuti ma sono i 5 minuti migliori del film: calci pugni salti prese lapidi in testa calci pugni salti prese finché uno dei due non perisce malissimo, e dovevano essere tutti così, credevo fosse ovvio ma a quante pare nulla si può dare per scontato nel cinema di genere. Ci sono troppi mentecatti in libertà.
Gli altri non sono nulla di speciale. Sono tutti uguali, lenti e goffi e provano a buttarla sul ridere non riuscendoci. Pure la finalissima tra Frankenstein e il lupo mannaro è una roba che non si può sopportare da quanto è lenta.
Probabilmente il regista sperava che gli spettatori in sala facessero baldoria prendendo posizioni e insultando faziosamente gli avversari come succede durante i veri tornei di wrestling proiettati al cinema (succede davvero – mi sono documentato – per chi mi avete preso) ma l’unica fazione a cui riesco a pensare è quella contro il regista e non vedo insulti che non si concludano con il linciaggio.
Monster Brawl è strutturato come un evento televisivo, loghi delle emittenti compresi. Il problema più evidente è la lentezza e ripetitività del meccanismo in cui questa scelta lo ha incastrato, una continua struttura circolare di cronisti->filmati di presentazione->schede personaggio->introduzione del fastidioso tizio con megafono e voce stridula ->combattimento->ritorno del tizio con megafono e cappello da cowboy affiancato da due gnocche in costume->cronisti ripetuta per un totale di cinque, tediose volte. Non c’è nessuna trama o storia che tenga uniti i vari combattimenti, solo un’insostenibile ripetersi che neanche un finale con l’enorme Kevin Nash VS un flashmob zombi, Lance Henriksen che lancia fatality a la Mortal Kombat o Robert Maillet nei panni di Frankenstein riescono a rendere sopportabile. Un’occasione sprecata di cui inspiegabilmente si sono lette recensioni positive. Magari sul grande schermo rende meglio. Magari quelli che vanno ai festival horror si drogano durissimo prima delle proiezioni. Magari sono uno snob. Voto la 2.
DVD-quote:
«Due (s)palle così. »
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
sì, letto la review e ponderato ogni messa in guardia… ciononostante… mostri? wrestling? MIO!
Immaginavo fosse una cagata.
Confermo tutto. A volte è incredibile come si possa tirare fuori un film noioso e inguardabile da una premessa figa e facilissima. Mi sono quasi ritrovato a pensare che avrei preferito uno di quei film neo-trash per fighetti che fanno oggi, che hanno un’idea sbagliatissima di cinema ma almeno ce ne hanno una, e sembrano vivi e con uno scopo nella vita.
@jean-claude: mi sa che per Ciclope si sono confusi con quello degli X-Men, fa un po’ te…
No dai appunto, premessa troppo facile per risultare vincente.
Di quelle idee che non devono andare oltre alla realizzazione di un fake-trailer…
Bastava vedere il trailer. Ovviamente risulta piacevole solo se i mostri sono fatti bene, cosa che qui non è.
Peccato.
non so perchè ma leggendo la prima parte mi è venuto in mente Sucker Punch
Non ci ho mai creduto manco per mezzo secondo.
Torno a giocare a King of the Monsters e Darkstalkers….
Per fortuna oggi ho visto Ghost Rider e mi sono depurato le cornee.
ho visto il trailer e mi è bastato…
“ritorno del tizio con megafono e cappello da cowboy”: JIMMY HART!!!!!
@maiorana
TI VU BENISSIMO. Digiamolo, anzi, digetelo!