In cui Nanni Cobretti e Roberto Recchioni si sfidano a colpi di recensioni di film di Tony Scott, tutti, in ordine cronologico, con il reciproco contrappunto di Mauro Uzzeo (di qua) e Wim Diesel (di là). E voi applaudite.
But it’s a peaceful feeling when
we surrender
And there is healing power in
letting go
Questo non lo rivedevo da un sacco, potrei imbroglicchiare un pochettino e trasformarlo in un numero della nostra rubrica sui grandi ripassi, “Ricercati Ufficialmente Morti“. Sarò breve sulle premesse, giuro.
1996!
È l’anno della mia maturità. Tony Scott è una garanzia. Wesley Snipes è una garanzia. E so che i più giovani di voi faticheranno a crederci, ma anche Robert De Niro era una garanzia. Era il tipo di attore che sbagliava raramente, e che se sbagliava film azzeccava comunque almeno il ruolo. E nel 1996 non solo De Niro era ancora in grado di leggere copioni e aveva voglia di vivere, ma l’idea che interpretasse di nuovo uno psicopatico, dopo roba del calibro di Taxi Driver, Re per una notte e Cape Fear, era sufficiente a eccitare la stampa e mandare tutti in fibrillazione (nel 1996 l’internet era appena nata e nessuno diceva “hype”, cari i miei nipotini che magari non sapete nemmeno cos’è “la stampa” – nel caso ve lo spiego domani). Per non parlare di Wesley che interpreta di nuovo una star del baseball per la prima volta dai gloriosi tempi di Major League. Insomma: per me, già comunque da tempo tonyscottiano di ferro, è uno dei film più attesi dell’anno.
Vado al cinema col mio amico Bonny, che in quanto a pop culture già allora sputava in testa anche a Tarantino, e sebbene ci rendiamo conto che un paragone con Taxi Driver sarebbe probabilmente sleale, usciamo esaltatissimi. Ma a rimanerci impresso non è De Niro, non è Wesley, non è la regia del Tony e nemmeno il pezzo sui titoli di coda di Terence Trent D’Arby. Si tratta a sorpresa di Benicio Del Toro, che nei panni del giocatore messicano Juan Primo si divora il film di puro rilassato carisma in ogni fotogramma in cui appare. La scena che io e Bonny citiamo più spesso, e che tiriamo in ballo ogni volta che discutiamo di cose a cui teniamo molto, è quella in cui Benicio mostra di essersi marchiato – non tatuato, marchiato, come un bovino – il numero 11 sulla spalla. Di sicuro per qualche mese ho iniziato a firmarmi Juan Primo quando giocavo a videogame, o cazzate simili.
Inoltre, nel 1996, quando si parlava di atleti comprati a caro prezzo che poi giocano male nella mente lampeggiava un nome solo: Gianluigi Lentini. Che tra l’altro siamo nel 2012 e ancora non si sa esattamente quanto lo pagò Berlusconi a suo tempo ma amen, ormai è caduto in prescrizione.
2012: Doomsday OGGI
Il Bobby Rayburn di Wesley Snipes è un personaggio che noi ScottHards (= fans di Tony Scott) conosciamo molto bene. È Pete “Maverick” Mitchell/Cole Trickle. È il talentone giunto alla grande squadra, alla grande occasione, al grande palcoscenico in cui finalmente esplodere in tutto il suo potenziale. Ma siamo in un contesto diverso: non si tratta di aerei o automobili, ma del baseball e di tutto il matto circo che si tira dietro, gli atleti viziati e strapagati, i procuratori doppiafaccia succhiasangue, i giornalisti senza scrupoli e – come spoilerato dal titolo – i fans. Non c’è lo stesso onore, manca l’adrenalina e il senso del pericolo (anche se il film è qui proprio per rimediare a questo), e tanto di quello che gira attorno ai suoi protagonisti è ridicolo, senza senso, gonfiatissimo a entrambi gli estremi. Bobby Rayburn potrà pur ricordare Maverick e Trickle per la sua simpatica sbruffonaggine, ma non è arrivato ai S.Francisco Giants perché un imprenditore ha scommesso su un talento acerbo o perché Cougar ha avuto un crollo psicologico. Ci è arrivato perché è stato pagato la bellezza di $40 milioni di dollari. La pressione, l’ansia da prestazione, l’antipatia a pelle col compagno di squadra Juan Primo che gli ha fregato il numero di maglietta fortunato e i residui di un goffo scontro di gioco al primo match fanno sì che il rendimento di Bobby sia inferiore alle attese, come Gigi Lentini. I fischi dei fans e l’insensibilità della stampa non fanno che peggiorare le cose.
C’è un solo uomo che lo difende: Gil Renard (Robert De Niro). Gil è un rappresentante di coltelli fanatico di baseball, particolarmente esaltato dal nuovo acquisto della sua squadra. Fin dall’inizio vediamo che il suo equilibrio psicologico non è esattamente dei più stabili: è divorziato e ha un figlio, ma il suo senso di responsabilità è discutibile, i suoi modi tendono ad essere un po’ aggressivi e il rapporto con l’ex-moglie non è proprio idilliaco. In più, le crescenti esplosioni di nervosismo gli stanno facendo perdere diversi clienti. Il baseball è la sua unica valvola di sfogo. “Il baseball è meglio della vita, perché è giusto”, insegna al figlio. Per cui, quando tutto il resto crolla, l’unica cosa rimasta da fare a Gil per dare uno straccio di senso alla sua esistenza è aiutare il suo idolo Bobby a ritrovare la forma perduta. Costi quel che costi.
The Fan è tratto da un libro di Peter Abrahams che non ho (ancora) letto e diciamocelo, è un thriller generico come ce ne sono a decinaia. Gil Renard ha visibili parentele con il Rupert Pupkin di Re per una notte, ma lo script gioca un altro sport, in cui la satira è presente ma è lieve e passa in secondo piano rispetto alle regole dei thriller. Ma diciamocelo: i film sugli psicolabili, quelli che “sembra normale ma non lo è”, non sono facili. Se ne sono visti tanti, ed è un attimo cascare nella superficialità, nell’implausibilità o nella macchietta, per cui è giusto notare che la sceneggiatura di The Fan (firmata da Phoef Sutton, poi fra gli autori di Boston Legal, ma ripassata anche da Frank Darabont) regge gran parte del primo tempo su premesse sufficientemente credibili e qualche piccola raffinatezza sparsa, nel modo in cui dipinge il mondo dietro le quinte del baseball e nel ritratto del carattere borderline ma non ancora esploso di Gil Renard. E in questo senso ti frega, perché sembrerebbe in grado di dire qualcosa di interessante, e invece da quando la pazzia di Gil supera il punto di non ritorno le cose procedono per inerzia, in modo confuso quanto le idee del suo protagonista, fino alla folle idea di concludere tutto copiando il finale della Pallottola spuntata e (spoiler sia di The Fan che della Pallottola spuntata) infiltrare De Niro allo stadio facendolo travestire da Enrico Pallazzo arbitro.
Ma è proprio in situazioni come queste che impari ad apprezzare il mestiere di Tony Meraviglia. È quando prende materiale deludente e ci applica la sua estetica sempre lussuosa e il suo impeccabile senso del ritmo. E certo, qui gli tocca imbroglicchiare un po’ affidandosi parecchio anche al potente score di Hans Zimmer che musica il tutto in modo epico-drammatico manco fosse L’uomo dei sogni, e mi compie altre scelte di colonna sonora un po’ didascaliche (gli Stones quando le cose vanno bene, i Nine Inch Nails quando vanno male), ma rimedia con grosse iniezioni di energia e sequenze di pura classe tipo il confronto De Niro/Del Toro. Aggiungeteci due protagonisti in formissima, un Benicio memorabile e un cast di supporto con gente del calibro di Ellen Barkin e John Leguizamo (più una comparsata di Jack Black che stavolta non viene tagliata), e finisce che nonostante tutti i maccosa si rimane con gli occhi incollati fissi allo schermo per tutte e due le ore.
The Fan non è un film memorabile, e più invecchia più perde veri motivi di interesse. Ma anche oggi, nel 2012, nonostante lo stesso tipo di storia ci venga riproposto in media 5/6 volte all’anno, non ho potuto fare a meno di pensare che non so cosa pagherei per vedere film del cazzo girati in questo modo.
Ladies & Gentlemen, mano sul cuore per Mr. Enrico Pallazzo Terence Trent D’Arby:
httpv://www.youtube.com/watch?v=viFU0gRMtSk
Il commento di Mauro Uzzeo:
The Fan
Jill acquista un piccolo ventilatore usato che, dopo aver fatto a pezzi la sua famiglia, si rivela indemoniato. Riuscirà Jill a rintracciare il vecchio proprietario, rinchiuso in una cella di sicurezza nel deserto afghano?
The Fun
Per debiti di gioco Jack perde tutto ciò che ha. Uno zio creduto morto lo riporterà nei luoghi della sua infanzia, dove per divertirsi, non serviva scommettere grosse somme, ma bastava lanciare sassi nel lago. Una commedia agrodolce sulla scoperta del vero divertimento.
Te-Phan
Il guerriero Zhao della casata dei Khai scopre di essere l’ultimo discendente dell’estinta razza dei Te-Phan. Il suo sangue è una minaccia per tutta la popolazione ma anche la promessa di rinascita della più antica dinastia di Venere.
The Fan
L’ordinaria follia di un uomo che ha rinunciato ad affetti e lavoro per la sua ossessione per il Baseball. Un fan dello sport in cui tutto deve essere sacrificato per la squadra, anche la propria vita.
Una di queste storie è stata trasformata da Scott in un filmetto del martedì di italia1. Non fa incazzare, non un capolavoro, non brutto, non bello, non. Poteva essere tanto e invece è solo un sorso. La vittoria per 1 a 0 su calcio di rigore, con la fastidiosa colonna sonora di un coro di vuvuzela.
DVD-quote:
“Se tutti i film del cazzo fossero girati così, saremmo in un mondo perfetto”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Per l’altra parte della sfida, leggetevi la rece di RRobe di Nemico pubblico, con commento aggiuntivo del nostro Wim Diesel.
P.S.: Wiki dice che oggi Terence Trent D’Arby ha cambiato legalmente il suo nome in “Sananda Maitreya” e vive a Milano. WTF?!? Non lo si può avere come giudice a X-Factor?
Sono andato al cinema avendo letto il libro e aspettandomi un film indimenticabile, la storia lo era, lo e’. Invece sono uscito con un gran MAH?!. D’accordo con Nanni (e come non potrei?) sul “ce ne fossero”, ma sconclusionato e sotto le aspettative.
Letto anche Nemico Pubblico, Nanni win.
Un Nanni più narratore e affabulatore del solito mi ha convinto a leggere un intero pezzo su un film che non ho mai visto né probabilmente vedrò mai causa totale disinteresse verso le storie di sport! È una cosa buona.
Peraltro ci sono chicche ovunque:
• Gianluigi Lentini era il sosia di George Michael
• Terence Trent D’Arby! Qualche anno fa a casa di amici si era soliti fare dei grossi partitoni a Buzz! per la PS2, in particolare la versione con i quiz musicali. Terence Trent D’Arby spuntava ogni tre domande, ed era “quello per cui spari a caso e speri”: un jolly in grado di cambiare le sorti di una partita imprevedibilmente. Ho scoperto tutto quello che so su TTDA grazie a Buzz!
• Enrico Pallazzo è un colpo bassissimo
• il commento di Uzzeo mi ha spaccato
Ora vado a leggere Nemico pubblico, però abbandono la pagina contento e felice per essere arrivato in fondo a un pezzo su un films del baseball con il sorriso sulle labbra.
Nemico Pubblico veramente pessima.
@Nanni: vinci facile con il più difficile.
Daccordo sulla Regia Galattica di Tony ma, sarà che il baseball mi sta fortemente sui coglioni, sto film non lo sopporto, mi da il voltastomaco, è ORRENDO CAZZO.
Film stupendo e ottima rece! ;)
@Nanni: Man on fire lo farai tu, vero?? <3
film epico, mi ha iniziato a un sacco di cose.
all’epeca avevo 14 anni, botta emotiva per:
– monologo iniziale (trascritto pure sulla smemoranda – ricordo di nuovo che avevo 14 anni);
– conoscenza di benicio del toro, che è stato il mio attore prefererrimo fino a cincity, quando ho realizzato che proprio da the fan ha cominciatoa campare di rendita con la solita espressione – ma who cares, è benisssio;
– la scenda di de niro che canta start me up nella machena non ha prezzo
magari girassero così oggi i film del cazzo.
in scaffale assieme a training day, ecco dove s’ha da mettere.
Vince nanni. Pure a me il baseball annoia ma la rece era interessante lo stesso.
@stanlio, @phoenix: oddio, di baseball se ne vede pochissimo, la storia avviene tutta fuori… ma per quanto lo script mandi in vacca il secondo tempo Tony era talmente in forma che avrebbe reso dinamico ed eccitante pure il curling
“i nine inch nails quando le cose vanno male”.
Tutto bene, Nanni? Vuoi sederti un attimo? Adesso ti vado a prendere una bibita bella fresca eh? Sai, con questo caldo… è successo anche a mia nonna lo scorso ferragosto…
(si allontana facendo finta di niente ma in realtà è morto dentro)
@john who: nel senso quando le cose vanno male NEL FILM. Sì, rileggendomi mi sono spiegato in modo equivoco. La faccenda è: De Niro è di buon umore, Tony mette gli Stones; De Niro è di umore violento, Tony mette i NIN.
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah.
Hai il mio voto allora. Il riferimento al desaparecido Lentini è stato decisivo.
Bella rece MA alla nostalgia non si comanda,
Nemico Pubblico vince
sorry man…
belle entrambi, vince Nanni per Enrico Pallazzo
…e Perde Rrobbe per la paletta cromatica.
Ricordo che nel complesso il film mi deluse.
Vedere Wesley Snejpster all’apice dopo film come passenger 57 e Demolition Man che non tira nemmeno un calcio mi turbò molto.
Si, c’erano gli attori giusti (come sempre con Tony) e anche in forma, ma il film non decollava mai davvero, nella costruzione della tensione c’era qualche falla, non so dove, ma c’era. Mi immagino senza Tony che filmaccio avremmo visto.
@Nanni: non è tanto lo sport noioso o meno, è che proprio ho l’allergia per le storie di riscatto basate sullo sport. Sia per l’aspetto di rappresentazione della tenzone (MINCHIA OH), sia perché la parabola del brutto anatroccolo che diventa cigno a suon di sudore e addominali mi annoja – cioè, in realtà mi annoia in tutti i casi, la parabola così, quindi mi sa che è un limite più ampio, il mio.
Un complimentone a Nanni che è uno dei pochi a riconoscere che, pure nella sua mediocrità, il film è girato estremamente bene.
Mi è piaciuto anche Wim che ha ammesso candidamente di non aver capito niente ai tempi della prima visione di Nemico Pubblico.
Abbracci.
@stanlio: ma qua non c’è nessun riscatto sportivo, c’è solo De Niro che fa cose pazze per aiutare Snipes finché non passa decisamente il segno, e il film è incentrato su di lui mettendo le vicende sportive di Wesley Lentini decisamente in secondo piano (fanno parte del movente, ma neanche troppo).
OK, OK, potresti avermi convinto a guardarlo. Tanto ‘sto speciale mi ha fatto venir voglia di recuperare tutti i Tony Scott che mi mancano, che immagino fosse un po’ lo scopo del tutto, quindi tanto vale puntare al 100% che mi sblocca l’achievement.
Però in cambio tu mi ASSICURI che a fine film Wesley Lentini NON gioca un quarto d’ora di una finale di Champions persa contro l’Ajax al Prater di Vienna con gol di ginocchio di Kluivert all’80’. Mi basta questo, davvero.
@stanlio: don’t worry, è un thriller, non è Goal – The Movie
Ma che avete contro la paletta cromatica?
asd
A ripensarci è più simile a quella vecchia semifinale col Marsiglia…
@Nanni: voglio morire. Goal – The Movie, comunque, È un thriller. Una roba alla Se7en, tensione, dolore sbattuto in faccia, malessere, ma anche grandi messaggi civili, riflessioni sulla realtà, e ancora un po’ di malessere. Brad Pitt is the new Hernan Crespo.
@RRobe: non ho capito neanch’io. A me tra l’altro il pezzo su Nemico pubblico è piaciuto molto, un punto di vista diverso su un film che altrimenti divide la gente in «figo» e «le faccette di Will Smith».
Ma quando lo fate un contest dedicato a Carpenter?
@Nanni: adesso scatta “operation dinner out”?
…. mumble mumble… ma è quel film dove nella squadra ci sono anche anonimi giocatori russi con il cappellino integrale??
Rece ben scritta e frizzante, ma che non mi ha convinto.
E’ che non potete smenarla sempre su Tony Scott amabile-pessimo-soggetto che ci sa fare con il buon-cattivo-gusto, e poi spacciarlo anche come regista medio che sa fare il suo sporco mestiere. Se il suo cinema è da amare per come deborda ed esagera allora un filmetto anonimo come “The Fan” era da stroncare senza pietà.
@c.w.: non ho capito a che ti riferisci
@lazy rebel: è lui
@tommaso: eh?? noi si ama Tony perché è bravo, non ricordo di aver mai detto cose diverse
@paletta,
anche a me è piaciuto il pezzo.
la mi era una semplicissima boutade per giustificare la vittoria di Nanni e, appunto, citare vecchie datribe…
vedendo “l’onnipresente” nelle tue rece Rrobe (poi ok, se c’è tony c’è paletta)m’è uscita così.
@Nanni: al prossimo, Spy Game. Sono curioso di leggere te e non l’altro, sull’argomento.
“operazione cena fuori” è spy game Nanni..
Nanni!!!
Cazzo, ho già spoilerato così che è un altro di quelli che non rivedo da quando è uscito in sala? Ops.
@Stanlio: ma allora mi demolisci così pronti via anche Any Given Sunday di Oliver-delicatezza-Stone (sì, lo so, non c’era alcun bisogno di precisarlo ma ci tenevo troppo a far sapere a Nanni che mai epiteto fu più azzeccato dai tempi di Achille-pié veloce e contemporaneamente ringraziarlo perché ogni volta che lo ripeto rido…che volete farci sono una persona semplice) oppure The Program? No, dico, un film che ha fatto coricare sui binari e sulle linee di mezzeria intere generazioni (di mentecatti, cit. necessaria)? Qui non mi sembra affatto che il plot segua il solito tracciato stereotipato…Posso capire poi se hai delle remore verso film come Le riserve, che in ogni caso, benché pesantemente edulcorato, ha anche un suo perché e, almeno nel mio caso, si guarda sempre volentieri, basta avere qualche birra davanti.
@AaVv: no guarda, il Capo mi ha già convinto che almeno con The Fan dovrei provarci. Ma poi non è questione di demolire, né di birra, che con qualche birra davanti si guarda anche Ciliegine di Laura MorEnte. Almeno credo. È proprio questione di immaginario che non mi prende e di estetica (quella epico/sportiva) che in forma filmica non mi convince mai, e non so mica perché. È che se voglio guardarmi la storia di un figlio del ghetto che diventa una superstar grazie all’abnegazione e alla forza di volontà e a un mentore burbero ma capace metto Sky Sport 2 e mi guardo l’NBA.
Tanto per dire, Any Given Sunday l’ho sempre evitato accuratamente e di The Program manco mi ricordavo più…
Che poi c’è di peggio: non mi piacciono i film sulla boxe/sulla lotta/sulle MMA/sulla gente che si picchia per sport.
OK, ora potete tirarmi degli oggetti.
@aavv: ti ringrazio, sono onorato
@stanlio: comincio io! (gli tira l’autobiografia di Materazzi)
“C.W. Sughrue says:
12/04/2012 at 13:35
@Nanni: al prossimo, Spy Game. Sono curioso di leggere te e non l’altro, sull’argomento.”
Manco un nome m’è rimasto. Minchia, Nanni… non hai fan, hai dei talebani.
Mmm…
Ti riferisci forse alla semifinale EUFA Marsiglia – Bologna, pareggiata all’ultimo da Pennabianca Rapanello-Rapany Ravanelli, con eliminazione del Bologna che era partito dall’intertoto e con rissa finale sugli spalti?
*sigh*
Cos’era, fine anni ’80?
@stev’o: mi riferisco a quella col Milan in cui si spensero i fari (era una semifinale, vero?)
Quarti di finale di Coppa Campioni.
Vado a tirare freccette sulla foto di Bernard Tapie che ho appesa in bagno.
Ecco il Cocco.
Ovvero: un film mitico. La rece anche meglio. Ma questo è uno Scott j’adore. A mio avviso una bomba. Ma passiamo alla parte peggiore del tutto: Rrobe. Non ve lo aspettavate, vero ?
Ho fatto l’idiozia di provare a leggere sul Suo sito dove Egli parla della “paletta cromatica”, che per Rrobe è quella dei vigili, con il rosso e il verde. E ho trovato raccolte in un’unica frase una marea di baggianate che manco Maltese in tenuta antisommossa a recensire Gli Espandibili.
Rrobe parla di (cito testualmente):
a) la fotografia ricercata e di moda,
ricercata ? ma ricercata da chi, dal commissario Pannofino ?
b) la paletta cromatica caratteristica,
eccerto, “caratteristica” aggettivo denso di significati. Del resto sappiamo tutti come è fatta una palette caratteristica. Parole dense, degne di chi con le parole ci lavora.
c) uno strafottere di tendine a persiana messe ovunque
dette volgarmente “veneziane”, roba che ormai compare solo nei video di Playboy
d) il montaggio serrato,
Dopo oltre un secolo di cinema, definire il montaggio di un film “serrato” penso meriti il Golden Bad Dog dell’anno
e) la violenza insistita,
Wow. Insistita. Avrei scommesso 20 cent che avrebbe scritto “gratuita”
f) i primi piani a dominare tutto lo schermo
Eccerto, perché ci sono anche i primi piani in CAMPO LUNGO, i primi piani da lontano, quelli che non dominano lo schermo. OMG :(
@rrobe, senza rancore, ma ti ci vorrebbe uno come Moretti (il Nanni cattivo) che la notte mentre non riesci a dormire per il senso di colpa, ti ri-legge ste minchiate allo sfinimento. O una parrucchiera che ti ascolta con interesse mentre le reciti la tua cine-rece (poi si scopre che la parrucchiera è Schiaffi travestito da Platinette).
@harry: non sarebbe più opportuno se queste osservazioni le facessi sul blog di RRobe, visto che la rece a cui ti riferisci sta là?
@Nanni Scusa. Ma temevo che il riferimento a Schiaffi e Platinette andasse perduto. Comunque d’ora in poi commenterò SOLO di là.
Ma levati dai coglioni, piuttosto.
:)
Per di più, non sai manco un cazzo di quello che dici :)
Aspettate non ho i poccorn.
“Nanni Cobretti says:
12/04/2012 at 13:32
@tommaso: eh?? noi si ama Tony perché è bravo, non ricordo di aver mai detto cose diverse”
Magari le ho capite io diverse allora.
Comunque mi accorgo che il mio intervento sembrava avere un tono polemico che non era davvero nelle intenzioni.
Dicevo solo che, rispetto a quanto uscito nelle recensioni precedenti (tue e di RRobe), mi sarebbe sembrato più coerente una bella stroncatura di “The fan”, film medio-anonimo che cozza un bel po’ con l’immagine di Tony Scott regista “glam”, a suo modo figo anche quando sbraca.
A naso credo avrei potuto dire le stessa cosa della recensione di “Allarme rosso” di RRobe, ma non ricordandomi nulla di quel film non posso giurare che non si tratti di un film in effetti valido.
@Harry primi piani in campo lungo FTW.
Ma l’ha ricordato nessuno che Wesley Lentini oggi è in carcere e che Gigi Snipes schiantò la Porsches con la testa cornuta di Schillaci sul cofano?
btw: il primo piano canonico non occupa lo schermo. E’ una inquadratura che comprende spalle e volto. Anche se pochi, ne aveva pure uno come John Ford di primi piani.
Il primissimo piano è stretto sul volto (i primissimi piani di Leone, per esempio) e di solito occupa l’intero schermo.
I primi piani di Scott sono una mezza via.
comunque, per me, The Fan è un film brutto.
Specie perché diretto da Scott.
Ho letto Nemico Pubblico. Mi sa che vince RRobe, s’è preso bene, s’è appassionato. 3-2 per nanni in mio personale cartellino.
@Nanni
…e se ti rechi a Milano nella bottega del liutaio Jacaranda (in zona Navigli) potrai ammirare un fantastico album con dedica ed autografo originale del nostro, che si rifornisce abitualmente lá.
strana la vita.