In cui Nanni Cobretti e Roberto Recchioni si sfidano a colpi di recensioni di film di Tony Scott, tutti, in ordine cronologico, con il reciproco contrappunto di Mauro Uzzeo (di qua) e Wim Diesel (di là). E voi applaudite.
Ma che titolo del cazzo. Ma che è, il prequel di Albakiara? Una vita al massimo! EEEEEEEEEEEEH!
Vabbè.
True Romance! Facciamo gli snobboni, chiamiamolo così, col titolo originale.
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Colpa d'Alfredo
Nell’ultimo episodio RRobe ci ha mostrato cosa succede quando Tony Meraviglia Scott incontra il più grande sceneggiatore vivente; ne esce quella enorme pietra miliare della storia del cinema che è L’ultimo Boyscout. Ma quella onestamente era un’accoppiata a prova di bomba fin dalle premesse, pochi ne avrebbero dubitato. Chi invece, nel 1993, avrebbe scommesso sull’accoppiata Tony Scott – Quentin Tarantino? Ve lo dico io. Due persone. Tony Scott e Quentin Tarantino.
Parliamo di Quentin, nel nostro paragrafo sponsorizzato Wikipedia.
True Romance è la prima sceneggiatura scritta da Quentin Tarantino, nel lontano 1986, quando era ancora commesso in un videonoleggio. È il suo script più autobiografico: il protagonista Clarence Worley è modellato su se stesso, simile lavoro, simile passione per film e fumetti, simili tendenze asociali. Quentin cerca di venderlo per anni, ottiene l’interesse di una piccola compagnia che vorrebbe farlo girare a William “Maniac” Lustig e con questa scusa se lo tengono lì a risistemare gli altri script che stavano producendo al momento. Di conseguenza diventa progressivamente disilluso e passa ad altro, scrivendo prima Natural Born Killers e infine Le iene, quest’ultimo volutamente piccolo ed economico per essere sicuro di riuscire a girarselo da solo. Poi tramite una collaboratrice conosce Tony Scott a un party: da grandissimo fan di Revenge e Giorni di tuono (parole sue), attacca bottone e gli fa leggere i suoi script. Tony, impressionato, punta prima Le iene, poi opziona True Romance. Nel frattempo Tarantino riesce a girare Le iene e diventare all’istante un nome caldissimo a Hollywood: è anche in questo modo che Tony riesce a far su un cast impressionante per il suo film, mentre Quentin era già passato oltre e aveva deciso di non disturbarlo per concentrarsi a preparare Pulp Fiction. Fine del paragrafo sponsorizzato Wikipedia.
La trama è l’ABC della Tarantinata: Clarence (che dovrebbe essere un geek sfigatello e semi-vergine ma è interpretato da Christian Slater, principalmente perché Tobey Maguire non era ancora stato inventato) conosce Alabama (Patricia Arquette) a un triple bill di Sonny Chiba (Sonny Chiba). I due trombano, lei confessa di essere una neo-troia al primo cliente e di essersi innamorata, lui non si scompone, si sposano, lui va ad ammazzarle il pappone per essere sicuro di non avere casini.
Pausa: il pappone, Drexl Spivey, lo fa Gary Oldman con faccia tagliata, occhio di vetro, dreadlock lunghi un braccio e accento giamaicano. BOOM.
Dicevamo: Clarence ammazza Drexl (spoiler?) e si ritrova con una valigia piena di cocaina non tagliata. La prossima mossa, ovviamente, è andare a Hollywood a rivenderla in blocco a qualcuno che se la può permettere. Altrettanto ovviamente non si rivela una cosa facile.
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Bollicine
Ora: dirigere un film d’azione con dialoghi fighissimi è un conto, e Tony Scott, da bravo regista prettamente visuale, ci sguazza. Ma dirigere una sceneggiatura quasi interamente basata su dialoghi e personaggi, per di più del tipo schizzato di cui Tarantino è specialista, per di più nel ’93 quando a scrivere quelle cose c’era solo Quentin perché non si era ancora fatto in tempo a copiarlo, è un altro sport.
E qui Tony Meraviglia fa la magia.
Innanzitutto si rende le cose un pelino più facili prendendo lo spezzettato script originale e rimontandolo in ordine cronologico. Dopodiché – anche se True Romance alla fine dei conti è una specie di film corale strutturato a scenette – decide che il titolo ha importanza vitale e ne fa l’ancora di tutto il resto: la storia dei due protagonisti è il prototipo della favola moderna, il sogno bagnato del geek, la fantasia violento-romantica definitiva.
Il risultato, come per L’ultimo boyscout, è uno dei rari casi in cui l’unione fra due artisti è davvero uguale alla somma del loro talento. True Romance ha tutta la forza travolgente delle storie di Tarantino, più la classe e il dinamismo dei film di Scott: Quentin ci mette la violenza, la durezza, la vita da strada, il sarcasmo, gli schizzi di pop culture e un pizzico di sognante ingenuità, e Tony dipinge tutto filtrandolo attraverso gli occhi di Clarence e Alabama, che a dispetto di tutti gli incredibili ostacoli che incontrano rimangono immersi nel loro mondo, non smettono mai di guardarsi reciprocamente con gli occhi a forma di cuore e non perdono mai un solo grammo di rilassata fiducia nel loro destino. È l’energia e la freschezza tipica delle produzioni indipendenti, ma girata con la patina e la tecnica superba delle grandi produzioni: le due cose per una volta non si soffocano, ma si esaltano a vicenda. Tony dimostra quindi di aver capito perfettamente il materiale a disposizione e di sapercisi mettere al servizio, e ciò che si ottiene, nelle immortali parole di Hannah Montana, è the best of both worlds.
Le scene simbolo sono tre:
1) la più famosa e tarantiniana: il dialogo tra il mafioso siciliano Vincenzo Coccotti (Christopher Walken) e il padre di Clarence (Dennis Hopper). Uno script perfetto al dettaglio, due attoroni in stato di grazia, e Tony che serve il tutto oscurando il background e illuminando la performance. Risultato: roba che fa venire la pelle d’oca ogni santissima volta.
2) la più tonyscottiana: la sparatoria finale. Tre fazioni schierate ad armi spianate, lo spazio ristretto di un salotto, e Tony che gioca a fare il Peckinpah tra rallenty, inquadrature di sbieco, montaggio serrato, piume che svolazzano come neve, in un epico balletto che nemmeno il Quentin di adesso avrebbe la minima idea di come coreografare.
3) il meglio di entrambi: la rissa tra Virgil (un semi-esordiente James “Sopranos” Gandolfini) e Alabama, lui intensissimo e terrorizzante, lei inaffondabile e animalesca, nessuna esclusione di colpi, nessuno sconto al gentil sesso, vetrate che si spaccano, tavolette del cesso che non si spaccano e proprio per questo fanno ancora più male, e abbastanza violenza da imbarazzare la censura.
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C'è chi dice no
E l’elenco di personaggi e attoroni che non ho ancora citato è lunghissimo: Val Kilmer, mai inquadrato in faccia, fa il fantasma di Elvis Presley; Brad Pitt fa il coinquilino fumato e ruba la scena ogni volta che appare; Saul Rubinek, il biografo mammoletta di Gli spietati, fa il rampante produttorone hollywoodiano; Michael Rapaport e Bronson Pinchot fanno gli aspiranti attori, il primo tenero e sfigatello, il secondo ancora più sfigato e a mio avviso il migliore del mucchio dopo Walken e Hopper; Tom Sizemore e Chris Penn fanno i poliziotti, della serie “giochiamocela facile”, mentre Ed Lauter (Il giustiziere della notte 3, The Artist) (erano mesi che sognavo di scrivere quella parentesi) è il loro capo; un Samuel L. Jackson pre-Pulp Fiction appare brevemente nel covo di Drexl, mentre i 12 secondi di comparsata di un Jack Black ancora magro finiscono dritti tra le scene tagliate. È c’è pure la badante cicciona di Due uomini e mezzo.
Ma dicevamo il finale.
Per Quentin, Clarence doveva morire. Per come la vedeva Tony invece, Clarence e Alabama stavano vivendo la favola perfetta e come tale il lieto fine era obbligatorio. È finita con Quentin costretto ad ammettere che aveva ragione Tony (spoiler, stavolta sono sicuro).
Comunque: il film esce in sala nel settembre 1993 e, colpa anche di un trailer orribile, non lo va a vedere nessuno.
Oggi invece è uno dei titoli più venduti del catalogo Warner, ed è considerato il capolavoro di Tony Scott.
Tranne per noi fancalcisti, che lasciamo giustamente in cima L’ultimo boyscout, e per quello scemo di Quentin Tarantino che insiste su Revenge.
Il commento di Mauro Uzzeo:
In amore sono tre le cose che si devono fare. La prima è farsi notare. La seconda è smettere di farsi notare. La terza è farsi. Vicendevolmente farsi.
Dinnanzi al Vero Romanticismo, giovani sceneggiatori sfoggiano le loro carte migliori, acclamati registi smussano i loro angoli al servizio del racconto, e uno stuolo d’attori mozzafiato illumina l’eterno splendore delle menti immacolate di Alabama e Clarence.
Alabama: “Ho fatto bene la mia parte?”
Clarence: “Sei stata perfetta.”
A: “Come una ninja?”
C: “Come una ninja. Vado a cercare qualcosa da mangiare.”
A: “Io mi butto in vasca, faccio un bel bagno di schiuma, poi salto sul materasso ad acqua e mi metto a guardare film porno finché non torni. Vieni presto. Ti aspetto.”
C: “Fa conto che sono già tornato.”
E poi la violenza, la notte sul tetto col plaid, il sapore dei bignè, il sangue sugli occhi, una stanza di piume, un divano all’aperto e un cavatappi puntato verso l’alto, perché – fino all’ultimo – l’amore vero va difeso. Quelle volte in cui scopri che la somma di uno più uno non è due, ma sempre uno, un uno migliore, indivisibile. Fatto di una sostanza impalpabile e rassicurante.
“Mi dispiace. Non devi preoccuparti di niente. Andrà tutto liscio.”
La bugia? No. La consapevolezza.
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La consueta incredibile illustrazione di Massimo Carnevale
DVD-quote:
“The best of both worlds”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Per l’altra parte della sfida, leggetevi la rece di RRobe di Allarme rosso, con commento aggiuntivo del nostro Wim Diesel.
Posso dire che non l’ho ancora visto? Posso dire che questa recensione mi ha caricato di voglia di vederlo?
Attendo la contromossa di Recchioni, nel frattempo vado a pesca nei torrenti.
Mi inchino. Al film, al cast, alla rece straordinaria di Nanni. Come ho già detto in passato commentando altri pezzi della Thunder challenge, io a questo ci sono arrivato dopo, perché sono uno di quelli che non lo andò a vedere in sala e se non avessi avuto l’amico sgamato (che mi disse: «Guarda che a te piace un sacco Natural Born Killers ma questo praticamente è il finto prequel ed è molto più bello», io lo ascoltai e per certe cose c’aveva anche ragione) magari me lo sarei perso ancora per anni perché sono stronzo.
E niente, quando vidi la prima volta la prima delle tre scene citate dal Capo rimasi incollato allo schermo immobile per dieci minuti, poi mi accesi un torcione grosso così (credo che nella scena dopo rispunti Brad Pitt, ma magari sbaglio) e piansi ininterrottamente per tredici minuti e ventitré secondi.
Trivia: oltretutto vidi questo film poco dopo essere stato costretto a rivedere il Dracula di Coppola che mi fece venire in antipatia Gary Oldman e quasi pure Cary Elwes. Poi i dread mi fecero riappacificare con il Nostro, e Cary Elwes, vabbe’, come fai a volergli male.
La recensione mi ha commossa, sottoscrivo ogni virgola perché aDDoro questo film.
E’ davvero The Best of Both Worlds e le tre sequenze che hai citato, soprattutto il confronto tra Walken e Hopper, sono da brivido!!!
Bravissimo.
bellissimo il film, bella la recensione. per la gara stavolta è no-contest, anche per il tipo di recensione che ha fatto roberto.
ora quanto state? ma soprattutto, me ne frega qualcosa? daje forte sfidatevi a colpi di monografie fino alla fine dell’internet
Il round è tutto tuo.
Bravi, bravi sopra-tutto carnevale!!!
Tra l’altro io la prima volta che vidi i confronto Hopper-Walken rimasi incinto, sapevatelo.
No niente, commento inutile ma volevo una scusa per dire a dino riise che il suo nick mi ha appena salvato la giornata.
Stravittoria. Sarebbe un 2-0…cioè, tanto gasante da valere doppio. Ma ogni occasione per parlare di Badlands e diffonderne il Verbo non va sprecata, quindi un punto di penalità e vittoria che vale solo UNO per Nanni. Totale in mio personale cartellino: 3-1 per Sugar Nanni Cobretti
Vinci tu
Vittoria chiara, sto giro, ma da che ho capito votare per Nanni in questo caso è far contento pure Rrobe.
@effetto botte: ok, la colonna sonora è un chiaro e voluto omaggio a.
Ma se scrivessi tutti i trivia che so su questo film ne uscirebbe un magazine. Lo sapevate ad esempio che Patricia Arquette piangeva solo se Tony Scott la schiaffeggiava di persona, e ogni volta che serviva lo invocava gridando “Bring on the Persuader”? O che, rimanendo in tema di colonna sonora, Tony Scott ha bellamente ignorato tutti gli appunti di Tarantino tranne per il pezzo che si sente quando compare per la prima volta Dennis Hopper? O che Gary Oldman aveva sua madre sul set? Ecc…
(ditemelo: sto mentendo?)
la rece più bella di questo challenge! e un film di livello stratosferico ovviamente. adoro Tony Scott e mi sto godendo ogni istante e ogni parola! Bravi entrambi comunque!
Voglio quel magazine.
Delle prime 2 scene anche a leggerne mi torna la pelle d’oca..”nelle immortali parole di Hannah Montana” mi ha fatto lo stesso effetto (oltre ad un aneurisma).
No. E questa è storia. (La pistola)
Amen.
@Nanni: al tempo ho passato qualche mese a parlare con The King, rigorosamente allo specchio.
Ecco perché mi piace tanto i 400 calci…
Quei filmoni che avevo visto da cinnazzo, che nella mia ignoranza cinofila m’erano parsi importanti ma non avevo saputo comprendere consciamente, voi me li fate rivivere, apprezzare e capire…
Senza toni (o in questo caso Tony) professorali, ma da buoni amici… davanti ad una berretta dopo il cine! Grazie di cuore!
Non saprei dire dei due sfidanti quale sia il migliore… di sicuro ci guadagnamo tutti!
Ehi, voglio quel magazine anche io!
La birretta dopo il cine, la offro!
Lacrime. Di gioia e di sangue.
Voglia di avere 12 anni di meno e di fare cazzate in nome dell’amore vero.
Uno dei più orrendi delitti dei titolisti italiani ed una delle più belle rece del Nanni, facilitato dal forse miglior Tony di sempre.
Anche se avrei visto bene in questo film degli anonimi gangster russi col casco integrale…
Grazie a tutti, grazie.
In gentile omaggio per voi ecco un altro po’ di magazine: il famoso dialogo tra Walken e Hopper e’ stato recitato pari pari a com’era nello script, pause e sbuffi inclusi, tranne l’ultimissimo scambio in cui Hopper dice “you’re part eggplant” e Walken risponde “and you’re a cantaloupe” (non lo ricordo in italiano) improvvisato dagli attori sul momento.
Tarantino inoltre, normalmente noto per dare un minimo di spessore ad ognuno dei suoi personaggi, ammette che il fumatissimo Floyd e’ forse la cosa piu’ generica che lui abbia mai scritto, e che il fatto che Brad Pitt sia riuscito a renderlo addirittura una delle cose piu’ memorabili del film e’ tutto merito dell’allora emergente attore.
Ah, e a quanto pare James Gandolfini ha insistito affinche’ Patricia Arquette gli piantasse davvero un cavatappi nel piede. Lei ovviamente non lo voleva fare, allora ci ha pensato Tony.
Non credevo fosse ancora possibile, ma quando scopro queste cose la mia stima per Tony aumenta.
Vittoria.
Stavolta il mio voto va qui!
Voto qua. Però non è giusto, anche Recchioni dovrebbe scrivere una rece di True Romance. Per andare in pari.
ma poi c’è anche il girone di ritorno e vi scambiate i film?
@andrea: eh? e io allora non dovrei scriverne una dell’Ultimo Boyscout?
@valerio: non credo, ma chissà
Ovvio che vince Nanni. Rrobe ha provato l’unica cosa che poteva fare nella sua situazione: tentare il No contest.
Onore al tentativo, ma il mio personale punto va a Nanni, con la rece migliore della sfida, finora.
Aggiungo che “interpretato da Christian Slater, principalmente perché Tobey Maguire non era ancora stato inventato” mi ha fatto capottare.
Ed Lauter non so chi sia, ma effettivamente la parentesi che riassume la sua carriera cinematografica è forse la vetta di questa ottima recensione.
Una volta finita, la challenge potrebbe essere riproposta per altri autori classici. Perché non patrocinare ad esempio una retrospettiva su Bruce Lee o una selezione su Schwarzenegger?
Anche perché così almeno fareste molte più recensioni di film che effettivamente vi piacciono, il che seguendo le uscite in tempo reale è un po’ un prenderci.
Se chi stila le rece si diverte di più vincono tutti.
Gran capolavoro e gran recensione!
Una domanda (sapendo che riceverò una risposta amara): ma in Dvd, qui in Italia e in lingua italiana, esiste?
@Nanni: vero, vero.
non so perchè l’abbia rimosso, forse da regazzì ero ancora più scemo di ora…
Rivedrò a breve.
voglio vedere Jack Black magro cazzo!!
Un altro challenge? direi che Carpenter sarebbe il nome più scontato e giusto.
Bho.
L’idea del contest mi è venuta perché di Tony non c’è un libro che sia uno.
Su Carpenter si trovano ottimi saggi.
E inoltre a qualcuno di voi miscredenti serviva la prova provata che Tony fosse meglio di Ridley. Che Bruce Lee, Schwarzy e Carpenter siano delle leggende invece spero non ci sia bisogno che ve lo diciamo noi.
@Ant: a me risulta di no, ma magari sbaglio. Ma fatti un favore e guardatelo in inglese, te lo accatti con 10€ scarsi e te lo godi per bene.
Sono commossa.
Visto che mi chiamo Edna (ma poi ho sposato uno che salvava il mondo) ci tengo a dire che la costumista di Tony Meraviglia fa i miracoli con il kitsch e il miami-lolita. Insomma, per chi apprezza il connubio, prima ti esalti per le sparatorie e poi per i fuseaux (non erano ancora leggings) leopardo fluo. La pelliccia, poi. Per me vale come 4 elicotteri neri! Tony spacca anche con la moda!
Stavolta concordo: grandissimo film.
Per anni ho aggiunto la postilla “nonostante quel pirla di Tony Scott abbia fatto di tutto per rovinarlo”, ma rivedendolo recentemente mi sono accorto di essere stato ingiusto, e che per una volta Tonino ha fatto le cose molto per bene.
Vince Cobretti, ovvio.
@Nanni
Ah, ma allora dovevi chiamarla “Clash of the Scotts” (o whatever) e fare recensioni alternate dei due fratellini. Tony così vince facile facile, gioca da solo.
Non mi hai del tutto convinto Boss, sarà che non ho mai visto per intero un film di Tony (ah già, a parte Deja Vu, che poi, meh), e qui mi fido del Vostro giudizio, ma il fratello maggiore, oltre a molti scivoloni (vogliamo parlare di Una buona annata? ecco anche no) ha fatto roba molto pesante. Molto pesante anche per i fancalcisti direi, tipo American gangster. Perché questa avversione?
Voto scontato, e secondo film che non ho mai visto.
Anche a me piacerebbe il girone di ritorno coi film scambiati. Ma AllarmeRosso finisce che non viene recensito due volte. :D
In realtà di pesante ci sono Alien, Blade Runner e Black Rain. American Gangster era professionale ma completamente privo di guizzi/personalità. E gli scivoloni… G.I. Jane, Le crociate, Albatross, Robin Hood… hai voglia, io onestamente ho perso il conto e pure la speranza.
…e Thelma & Louise, Il Gladiatore, Black Hawk down… (a me è piaciuto abbastanza anche Il Genio della truffa con Mister Parrucchino, ma capisco che possa essere soggettivo).
Per BHD secondo me vale il discorso sopra di AG. Ma “I duellanti? Con i due film successivi è riuscito a mettere in ombra questo folgorante debutto! XD
Oé oé! Mister Parrucchino!
Dimmi tu chi sei,
Dimmi cosa fai…
A Ridley si vuole un bene dell’anima perché tra il ’79 e l’82 ha fatto due dei tre migliori film di fantascienza di tutto quel ventennio* e tra i migliori di sempre.
Poi io personalmente sono un fan di Legend perché vabbe’ mi sembra chiaro, e I duellanti è un gran film.
Ma tutto il resto, per me, è evitabile in blocco.
(al punto che di Body of Lies comprai il Dvd a 3€ ed è ancora lì, incartato. Magari è bello)
*il terzo l’ha remakeato di recente un tizio che si chiama come un terzino sinistro dell’Ajax
“Ma tutto il resto, per me, è evitabile in blocco.”
Da sempre contrario ai blocchi e al “tutta un’ erba un fascio”. XD
Personalmente hai citato roba che dopo aver visto una volta non mi è più tornata voglia di rivedere.
“Il gladiatore” però è un cult ormai da quasi 20 anni. Questo di nicchia generazionale ai livelli di un “Voglia di vincere”. XD Cos’ è meglio o peggio? XD
Il gladiatore è un cult ? Non stupisce
“Mangiate merda, milioni di mosche non possono sbagliarsi”
Una citazione peggiore non poteva esserci nel contesto. Era per dire che indipendentemente dai gusti personali ci sono film che vengono ben considerati e sono messi dalla parte sinistra e non da quella destra.
WEB: dove dietro ad un nick si fa gli altolocati ed i sacentini comunque! XD
(Legend invece fa parte di quella ristretta categoria di film che riguardo periodicamente perché non riesco a capire se mi piacciono o no)
Pure io. XD 27 anni prima di “Prometheus” grande film visivo, ma sceneggiatura insomma. XD
@Stanlio
Grazie della dritta!
Beh, cazzo. Complimenti a tutti. Cioè a Nanni e a Uzzeo.
E una noce di cocco dritta nella mutanda di Rrobe, che scrive solo dopo aver tagliato l’erba cipollina fina fina e infatti non ha scritto niente. Insomma: rrobe non pervenuto.
Concuordo con Uzzeo, con Nanni solo in parte. Il film mi piace un botto, ma per me il merito sta nel Quentin. Cioè il film è uscito fuori menomato dal regista di calendari hawaiani, nonostante la potenza della scene. Scott, in altre, parole, ha capito la genialità di Q. ma ha pensato: il pubblico non è ancora pronto. E ha pensato di edulcoare e sputtanare un bel 50% di potenza cinematografica della scenegg. Secondo me Quentin quando ha capito che aria tirava, quanto a capacità registiche e prospettiva di ridimensionamento delle sue idee, si è fatto un Cilum con Brad Pitt. Del resto, Tony Scott aveva e ha i soldi, e a Hollywood è questo che conta.
Ed ecco che questo film, pur notevole, non se lo è cagato quasi nessuno.
Spero che @KofianNanni si trattenga dall’uccidermi divorandomi lentamente (per aver giudicato Tony Scott come il Salvatores americano, ossia ognuno con il proprio background ma sempre di cartoline si tratta) e che invece elargisca altri mille aneddoti sul film.
P.s.
Ottime news per il King of Cocco: abbiamo trovato uno sponsor, la Federcocco !
e anche un tesoriere, Giancocco MacNappara.
p.s.s.
aver letto che gli altri hanno COPIATO Scott, mi ha fatto tornare in mente il film recente di un regista daltonico… ma ora non mi viene il titolo… :)
A volte il tono de i400calci da un pochino alla testa. XD
Certo strano che un regista così ricco non si sia nemmeno autoprodotto un volumetto autoapologetico. Magari gli seccava doverlo leggere, lui è un “visivo”.
Accludo infatti una foto che illustra bene l’apporto decisivo all’immaginario collettivo, in chiave Junghiana, di Tony Scott al CINEMA:
http://www.bhphotovideo.com/images/Filters-16.jpg
La parte a sinistra, per intenderci ;)
(se non riuscite a capire la differenza, chiedete pure LOL)
@Nanni: concordo sui fail da te elencati..ma in rapporto direi che Ridley comunque è ampiamente in attivo (anche numericamente). Tra i suoi migliori per me anche quelli citati da Gigos compreso “il genio della truffa”.
@Stanlio: Body of lies è un po’ come Safe House (vedendo quest’ultimo ho avuto dei deja vu, e non era per via di Denzel )…film di spie solido ma non memorabile.
Il fatto è che TS paradossalmente era più quadrato. RS a filmoni ha cominciato ad alternare filmetti e filmacci ad un certo punto!
Il mio nick circa 10 anni fa nacque da questo film e ne vado tuttora fiera.
Brividi mentre leggevo la rece.
Love forever.
Tony non c’è dubbio che sia stato sottovalutato. Per Ridley non posso dire che sia sopravvalutato, cazzo partire con 2 capolavori (capolavori veri) su 3 e poi mantenerti su quei livelli era pressochè impossibile.
Anche io apprezzai i sopracitati oltre ai classici, in più salvo dal baratro Soldato Jane e l’albatross (si mi emozionò!).
mi mancano Robin e l’ottima annata cheffaccio?
Ridley vs Tony?
se togli le due bombe di quasi esordio del fratellone maggiore direi leggero vantaggio di Tony, è vero. ma le due bombe non si tolgono…
Quindi svantaggeresti Tony solo perche’ i due capolavori non li ha fatti all’esordio ma un pelino piu’ in la’?
Mai!
Ciao Nanni!
Questo film me lo sparavo almeno 3volte a settimana, da quando lo hai fatto entrare in casa più o meno una vita fa.
Adesso me lo riguardo, e lo introduco al Rusticoni che anche se odia Hans Zimmer poi mi perdona..
Nanni Cobretti, l’unico uomo al mondo capace di partorire una rece da insegnare nelle scuole di critica (esistono?) citando Hannah Montana e affiancando Il giustiziere della notte 3 a The Artist.
Se la sfida vale ancora, hai il mio punto.
semi-Stroncatura del film di Scott. Lo so, voglio essere lapidato. Via coi sassi.
http://cinedipendente.blogspot.it/2012/04/revisioni-una-vita-al-massimo.html
l’unica cosa veramente orrenda di questo film? L’onnipresente musichetta “trallallero-trallallero-trallallà”, che, ad esempio, nella scena col plaid sul tetto da un fastidio tremendo (nell’edizione italiana si fa fatica anche a capire cosa si dicono i protagonisti).
Se non fosse che stasera guardiamo Father’s day, proporrei questo perché non lo rivedo da tanto ed è una delle storie d’amore più commoventi del cinema, al di là delle tarantinate.
non so se è stato detto, la versione italiana ha dei tagli dappertutto che limitano le scene d’azione Il finale che aveva scritto Quentoin comunque è stato girato ed esiste, per me di gran lunga migliore di quello originale.
Ah, però, non ricordavo che di Tarantino fosse anche NBK!
Tarantino credo sia l’ unico fan di “Revenge” al mondo! XD
Ah, no! Ce l’ aveva anche il mio vicino in cassetta “Revenge”! Mi stupiva visto che all’ epoca aveva 70 anni!
Visto per la prima volta a metà anni ’90 quando ero un giovane punk, tarantino non era ancora Tarantino e non avevo i mezzi per comprenderne la grandezza.
Rivisto oggi a 43 anni in lingua originale coi sottotitoli…mi hanno sudato gli occhi 3 volte nel giro di 2 ore.