Nota bene: una delle due categorie di vecchietti del titolo
non è presente nel film.
Il mondo si divide in due categorie: quelli che odiano Internet e quelli che lo usano. Alla prima categoria appartengono alcuni intelligentoni che insegnano tipo “filosofia semiotica della comunicazione” in qualche prestigiosa università, la maggior parte degli ultracinquantenni del mondo, una piccola fetta degli under-40 e l’intero Parlamento italiano: odiano Internet perché non lo capiscono, non lo inquadrano, vivono nel tentativo di afferrarlo e, siccome Internet è una saponetta, rimangono puntualmente a mani vuote. I secondi, invece, sanno che non c’è motivo di provare a capire la Rete: esiste, funziona, stop. Esempio: come fa un video di gattini su YouTube a totalizzare sessanta milioni di visualizzazioni? E perché un altro, sempre di gattini, si ferma a venti? Boh! È un caso, e il fatto che lo sia è polarizzante, perché c’è chi non riesce ad accettare la casualità e lotta contro l’evidenza per trovare un pattern.
Altro esempio, più pertinente: un tizio è seduto sul pullman a giocare ad Angry Birds perché la sua fermata è ancora lontana. A un certo punto si accorge che l’afroamericano vicino a lui sta stuzzicando un vecchietto barbuto seduto lì di fronte. «Minchia ora li filmo» pensa il tizio, non sapendo che l’anziano sta per fare questo:
httpv://www.youtube.com/watch?v=z4OnhnvczTk
Arrivato a casa, il tizio uppa il video sul Tubo, e qualche milione di visualizzazioni dopo viene fuori che qualcuno farà un film sulla vicenda. Con Danny Trejo. Il film. La cosa ha senso? Non particolarmente: il vecchietto è simpatico, spacca i culi, ma cos’ha di più del ciccione di Numa Numa o del Technokiving? Non un presente chissà quanto interessante od originale, né un vissuto tale da giustificare un biopic; io stesso, in tre anni di 93 per andare in Città Studi, ho assistito ad almeno una decina di scene simili, in cinque delle quali tra l’altro ero parte attiva. Eppure oggi siamo qui a parlare del secondo film del regista di una brutta parodia di Twilight, Craig Moss, intitolato Bad Ass – nonostante il video da cui è ispirato sia famoso come “Epic Beard Man” – e per girare il quale sono stati coinvolti lo zio Machete e Hellboy, mentre dei miei viaggi sulla 93 non si ricorda nessuno.
Perché succede questo? È come un’epifania: ti viene l’idea buona per sviluppare uno script, un’idea che magari se la mattina non avessi preso il caffè ma il succo d’arancia non ti sarebbe mai venuta, riesci a convincere altra gente che quello che stai blaterando ha senso, ti danno i soldi e il cast, fai il film. È casuale, Craig Moss lo sa e ha scritto e diretto il tutto essendone perfettamente consapevole; ed è per questo che Bad Ass (il film) fa la stessa cosa di Bad Ass (il personaggio): spacca culi.
Il punto è: il soggetto nasce da un video di tre minuti su YouTube, quindi ci sono due o tre cose da tenere in considerazione buttando giù lo script, non di più:
• non esistono fanboy. Solo gente che ha visto il video milioni di volte e lo ama, ma che non ha né aspettative né pretese di fedeltà. Così Bad Ass può permettersi di trasformare l’epic beard man (caucasico) in Bad Ass (messicano), e il provocatore (nero) in due neonazisti (bianchi, e che molestano un nero). Una paraculata, forse l’unica del film, e tutto sommato non fa nulla, perché l’altra cosa da tenere in considerazione è che
• esiste comunque un’iconografia. Sarà anche messicano, ma Bad Ass deve essere immediatamente associabile, almeno visivamente, all’epic beard man: deve avere la barba (giura), i baggy trousers con il calzino bianco a mezzo polpaccio, la maglietta azzurra con scritto I AM A MOTHERFUCKER. Un thumbnail di YouTube vale più di mille parole, e dunque il personaggio DEVE essere vestito così. E infatti Trejo lo è. E non solo, perché
• non esistono (troppi) limiti. La cosa bella dell’epic beard man non è tanto vederlo reagire contro il nigga che lo tormenta: è pensare che, una volta sceso da quel pullman, quel vecchietto possa essere andato al supermercato a far la spesa e lì possa aver sventato una rapina a suon di cartoni. È pensare che possa essere un reduce del Vietnam (ed è per questo che spacca i culi), ma che l’America l’abbia abbandonato a se stesso in piena sindrome da PTSD (ed è per questo che è trasandato e porta la barba). È pensare che sia una specie di picchiatore gentiluomo, che non prova alcun gusto a massacrare di botte la gente ma che, ahilui, ogni tanto è costretto.
Moss conosce e capisce alla perfezione queste tre semplici regolette, ed è per questo che Bad Ass, pur nella sua manifesta natura di instant movie (montato malino qui e là, con qualche dialogo zoppicante, attori non all’altezza e così via), spacca. La storia è quella scritta sopra: Trejo è uno di quei reduci del Vietnam che la società americana non è riuscita a riassorbire finite le ostilità*, e dunque è costretto a vivacchiare, almeno fino al giorno in cui viene ripreso mentre pesta due neonazi su un pullman**. Da lì la fama, le ospitate in tv (con tanto di mamma al seguito), le ronde in compagnia della polizia; è l’apoteosi della notorietà in senso andywarholistico. Piccolo inciso: Woody Allen ha provato a fare la stessa cosa in To Rome with Love. A Moss è venuta meglio.
Finora il film sembra interessante accademicamente ma poi alla fine ha l’aria di una gran palla al cazzo, vero? In realtà si chiama “costruzione del personaggio”: che in Bad Ass va avanti per due terzi di film, pur se punteggiati qui e là da dei gran sganassoni. E funziona benissimo: intorno all’idea di Frank Vega/Bad Ass è stata creato un personaggio interessante, credibile, verrebbe da dire “quotidiano”. Il merito va equamente diviso tra Moss (che dirige con gusto e con qualche intuizione assai brillante, e soprattutto senza eccedere in autoreferenzialità, humor meta- o arguzia forzata) e il gigantesco Danny Trejo, uno che a quasi settant’anni dà l’impressione che potrebbe sbranarsi un branco di ultras della Lazio senza versare una goccia di sudore. Trejo intenso c’è nato, ha il volto dell’ex galeotto che la vita ha preso a calci ma che sotto sotto vorrebbe solo starsene un po’ tranquillo, una voce che riempie la sala (cinematografica, da pranzo, fate voi), una presenza imponente. Ma è anche, appunto, un quasi settantenne: e quindi è stanco, scoraggiato, stufo e in definitiva fragile. Forse suona strano, ma vederlo camminare di sera per le strade di una periferia americana, con le borse della spesa semivuote, la schiena curva, quei ridicoli pantaloni a tre quarti e lo sguardo basso è, be’, commovente. Non serve recitare: Bad Ass è, a modo suo, anche un film su Danny Trejo, ex minorenne tossicodipendente, ex spacciatore di ero, ex pugile, ex galeotto a Folsom, uno che è sopravvissuto al suo amico Eddie Bunker, che ha cresciuto da solo quattro figli e che ora gira l’America a tenere discorsi motivazionali ai giovani delle comunità di recupero. Al confronto l’epic beard man è – ehi, guarda che caso! – solo uno spunto trovato casualmente su Internet e sfruttato con sapienza.
Poi ecco, dopo la parte di “costruzione del personaggio” e dopo un primo atto incredibilmente lungo succede che: 1) a Bad Ass gli fanno secco il suo migliore suo amico, 2) la sua nuova vicina di casa è fighetta e ha un figlio che dice le parolacce e un marito che non è mai in casa (esatto), 3) mentre lui luma la pupa, la pula non fa nulla per trovare i killer del suo buddy. E allora a Bad Ass ci gira il cazzo e il film si trasforma in un revenge movie in cui Trejo fa robe bruttissime a della gente (mano + tritarifiuti da cucina) fino a trovare la sommità della montagna di merda che ha travolto lui e il suo amico e abbatterla a colpi di **[…]*** – la censura perché la scena finale è talmente da applausi che almeno quella vorrei che la scopriste voi da soli.
Nonostante il netto cambio di registro, Moss non perde quasi mai il controllo. Lui tira avanti con la sua bella fotografia lurida e sgranata (ad arte, sospetto), con le sue inquadrature semplici semplici ma efficaci, con i suoi trucchetti universitari da esame di Fare il Regista Figo 1 (fermo immagine, rallenty, senza mai strafare), bevendosi il volto e il corpo di Trejo come fosse la fonte dell’eterna giovinezza e divertendosi un sacco a vedere la gente che si picchia. Riesce persino a scrivere qualche bel dialogo e a non eccedere in retorica, e soprattutto non ci tiene mai a farci sapere quanto si senta intelligente a girare questo film.
E così, un instant movie girato con quattro soldi e ispirato a un video del cazzo che girava su YouTube qualche anno fa diventa un gioiellino che farà la felicità di chiunque ami i film de menare e i vecchietti crastissimi. Puppate tutti la fava di Danny Trejo.
DVD quote suggerita:
«Come Gran Torino, ma con più mani smaciullate».
(Stanlio Kubrick, www.i400calci.com)
«Il miglior uso di un meme dai tempi di Canada on Strike!».
(Matt Stone)
*questa parte è raccontata in un flashback invecchiato con Hipstamatic che è praticamente il video di Wake Me Up When September Ends dei Green Day.
**questa parte è raccontata nei titoli di testa, che siccome Moss è un figo sono girati tipo video con l’iPhone che riprende una schermata di YouTube: in un periodo di pessime cam scaricate da rapidshare, aprire il film con tre minuti di .avi di bassissima qualità è geniale – o sadico.
seghe seghe seghe! questo film dopo il video di youtube mi ha già gasato: son la prova vivente che queste operazioni di mark(ette)ing funzionano!
Gatto che sciccia e s’apre vince gatto che dorme ed essenzialmente non fa niente. Epic beard man :D Basta poco alla genticchia di internet per esaltarsi.
‘azzolina!
Sono commosso. Citavo questo film giusto ieri o ieri l’altro mentre spaccavo il culo a Schiaffi nell’altro post, e… ora mi ritrovo una super mega rece. Di KoNannisquatsi in persona, per giunta. Oh, se mi volete tanto ma tanto bene, ditelo pure eh, mica mi offendo.
A me è piaciuto assai, i motivi sono espressi qua sopra benissimo. Aggiungo però che è filmato 100 volte meglio degli ultimi Tony Scott. Eh sì, cazzo. Tony ormai non ha più voglia di fare film, tira via tutto, riesce a cannare il film anche quando dispone di cast stellari e mezzi illimitati: cioè sempre. Qua, invece, con poco, si ottiene qualcosa di davvero potente e ragionevolmente cazzuto. Lo spunto dal video di YT innesca il pursuit “popolare” in un modo che l’italica penisola non conosce: sai quanta roba succede in strada in Italy ? Tanta. Quanta ne arriva sullo schermo ? Zero. Tutti presi dal cinema di piccioncini & caffellatte.
Danny “Hyperbastard” Trejo è e rimane il top (forse Sly non lo ha convocato per non sfigurare ?? No, scherzo dai )
è comunque grazie alla genticchia di internet se un fake trailer come hobo with a shotgun è diventato un film…
Don’t touch my genticchia di Internet!
Un giorno grazie a loro (GRAZIE A NOI!!!1!11!UNO!!1) avremo anche:
• un film sul technoviking, un musical diretto da David Fincher in stile Bollywood virato zarrata disco-metal
• un biopic su Uncle Dolan
• un rape e revenge su Jessi Slaughter
E non dimenticate che abbiamo già avuto il regalone della puntata di CSI in cui muore Justin Bieber.
Genticchia di Internet FTW!
Quando mi linkarono il trailer, ero già gasato ma mica sapevo dell’epic beard man! Bello bello bello sono galvanizzato da ‘sto film che è un pretesto per parlare proprio del Trejo! <3
“Danny Trejo, uno che a quasi settant’anni dà l’impressione che potrebbe sbranarsi un branco di ultras della Lazio senza versare una goccia di sudore.”
Ecco un film che guarderei.
Ogni giorno.
Sei volte.
Per il resto della vita.
sperando non sia ‘nammerda fumante come machete…
@Schiaffi: guarda, a me Machete è piaciuto e pure molto, ma anche se a te ha fatto schifo stai tranquillo, Bad Ass c’entra poco o nulla con il film di Rodriguez.
C’è il seguito cazzo:
http://www.youtube.com/watch?v=u5fnjFVPCek&feature=player_embedded#!
C’è tutta una storia dietro cazzo, altro che filmino banalotto. :P
http://www.youtube.com/watch?v=I0jbM8YxKd8&feature=player_embedded#!
Mi ha intrigato più l’epic beard man che il film :-/ Vedremo che ne faranno.
Ah l’epic beard man lore: http://knowyourmeme.com/memes/epic-beard-man
‘azzolina! Vedi cosa succede a mangiare pochi cereali e leggere senza gli occhiali ? Ero convinto che la rece fosse di Nanni. Scusassme Mr. St@nlio.
@KoNannisquatsi
Te ne occupi tu di questo, posso sperarci ? La locandina promette molto bene.
#hype
http://www.pixroute.com/ekggrhktnlvs/ccc.jpg.html
Comunque hanno fatto anche il film tratto dal technoviking. Si chiama “Thor”.
Un pò di cose:
• Io vivo di Internet ma lo odio sempre più in che categoria sono?
• Dei 60milioni di Visualizzazioni del gattino 10 sono di King Nannibal 15 mie
problem?
• Non potevate utilizzare questo Movie per rinverdire l’amatissima rubrica FASCINEMA ???
• Ma da quanto non recensite uno Slasher\Splatterone ?
@KuroFawa. Con ordine:
• sei un cinquantenne in fieri! O un futuro parlamentare italiano
• no, ma ora andate a cliccare compulsivamente anche sull’altro video, quello del gatto Sob
• non credo che Bad Ass sia pertinente con il fascinema, ma chiedo lumi a chi ne sa più di me
• boh!
Il fatto che il protagonista sia messicano esclude il film dalla categoria. Chissà, magari lo hanno fatto apposta per evitare accuse di razzismo.
Comunque, io il video non l’avevo mai visto e oggi voglio prendere l’autobus :)
Quello sicuramente, e infatti da questo punto di vista il film è un po’ facilone: «Facciamo che i nazi cattivi provocano l’immigrato messicano così non ce la menano con il razzismo!».
sono un fan di Danny Trejo da quando faceva lo stupratore in Con Air, questo non me lo perderò!
e comunque all’Epic Beard Man è successo anche questo:
http://www.youtube.com/watch?v=qXkwa9uFBss&feature=player_embedded
“Fascinema” era nata per quei film di vendetta che avevano pretese di realismo, di identificazione e di moralone del tipo “se solo la legge ci permettesse di fare davvero così, il mondo funzionerebbe meglio”. Questo non è decisamente il caso. E comunque la rubrica è stata interrotta da quando la gente preferiva perdere tempo a discutere sul titolo della rubrica stessa piuttosto che sul film.
Certo che questa versione tanto cool del Messicano che picchia i nazi, con un pullman intero di spettatori che osservano, richiama paro paro la vicenda tra Harry e Schiaffi (rispettivamente Trejo e un Nazi a caso), con noi che guardiamo senza intervenire. Anche se, a differenza di quanto auspicato nei commenti qua sopra, non mi è sembrato che tutti avessero capito chi era il nazi e chi il non-nazi (per non usare altre parole). E anzi che qualcuno avesse persino detto al nazi “ti voglio bene”. Al di là di questo l’importante è che la vicenda calcistica si sia conclusa esattamente come nel film.
@KoNannisquatsi (Harry non me ne volere…)
Quell’assunto lì pero’ vale per tutto il cinema non di
San Valentino. Poi ovviamente il vocabolario ognuno lo interpreta come crede :)
Bellissima recensione, film quantomeno da vedere.
Ma so già che mi piacerà. Mi piaccioni i film con attori americani piene di rughe. Le rughe fanno cinema.
Dalla descrizione più che “Gran Torino” mi verebbe da ricollegarlo (anche stlisticamente) a “The wrestler”… potrebbe essere?
Io voglio un film col Technoviking che fa le coccole al gattino del primo video. E me lo guardo 60 milioni di volte.
@tommaso: The Wrestler non saprei, anche solo per il fatto che Frank Vega è un signor nessuno mentre The Ram era una superstar in decadenza. Gran Torino l’ho quasi buttata lì come riferimento, però – soprattutto nei momenti più “domestici”, tipo lui che chiacchiera con il ragazzino che abita di fianco a lui – non ho potuto fare a meno di pensare a Clint Eastwood che vuole solo vivere in pace nella sua suburbia americana e viene trascinato suo malgrado nella caciara e costretto a rispolverare il suo addestramento militare bla bla.
So che anche il Capo l’ha visto (Bad Ass, dico), sentiamo lui cosa ne dice, se è un collegamento che mi sono inventato dal nulla o se ci sta.
Scusa mi sono spiegato male. Che come storia ricordi soprattutto “Gran Torino” non c’è dubbio, io intendevo se a livello di cinematografico può ricordare il film di Aroncoso: riprese digitali finto-vere, obbiettivo incollato sul personaggio, e l’attore protagonista che non solo si mangia la scena ma finisce per essere il vero autore del film.
Come non detto, ho appena visto i trailer: tutto molto più classico di quello che mi ero immaginato e, da quel che si vede, il riferimento a Eastwood ci sta tutto anche a livello visivo. Meglio ancora, per quanto mi riguarda!
Visto che volano nomi grossi è probabilmente giusto sottolineare di nuovo che si tratta di un instant movie grezzo da paura, scritto in 20 minuti, girato nei 10 giorni seguenti e post-prodotto in due settimane al massimo col computer di tuo cugino.
Però:
a) non pretende di essere altro, non fa nè il finto grindhouse nè l’hipsto-trash, ma – come tutti i b-movie dovrebbero fare- cerca di ottenere il meglio dal poco che ha
b) in quei 20 minuti sono venute fuori per coincidenza due o tre idee che spaccano il culo, tra cui un action-piece finale che se anche aveva un anno e mezzo per ripensarci era già perfetto così
Fatality! Epic beard man wins!
Scusate e. Bella rece comunque, bella rece….
@Stanlio Te la butto lì, poi mi ringrazierai : http://www.pixroute.com/eimd88rqomo2/n.jpg.html O forse no ?
@KoNannisquatsi Curioso che nel tuo commento qua sopra tu abbia descritto in sintesi, ma con grande efficacia, il risultato ottenuto da Scott Senior in Man On Fire. Ovvero quello che Tony ha ottenuto, a prescindere dalle intenzioni (sulle quali peraltro non scommetterei nemmeno la lente John S. di Hipstamatic).
C’era un altro film con un vecchietto che spaccava di brutto perché gli avevano ammazzato l’amico del cuore: HARRY BROWN, che a me è parecchio piaciuto.
Mi raccomando, ragazzi… non ammazzate gli amici dei vecchietti perché poi se la prendono davvero a male…
@Aldo: e difatti http://www.i400calci.com/2010/05/fascinema-harry-brown/
Can’t wait.
Trejo, comunque, è per sempre.
Anche a me è piaciuto Machete, che ci posso fare, sono piccola e in She vedo un modello di vita e di donna.
Mamma mia se m’è piaciuto, Trejo qua è adorabile c’è poco da fare, ci sono anche dei momenti divertenti e sono piacevolissimi “Did you say THE BOOOMB?” ma anche lo scagnozzo che cerca il pen drive – lì pensavo che il cattivo finale fosse Goldfinger e mi son piegato in due – è una meraviglia!
Fra l’altro, mi dico bravo da solo per aver capito praticamente tutto il parlato del film, no perché ancora del filmato originale, io non riesco a tradurre una parola una dei due tizi!
È proprio vero che se c’è una colonna sonora cool che urla il nome del protagonista, questi non può che spaccare i culi…
Non mi è proprio piaciuto, meglio i filmati del vero epic bearded man. Giusto la scena verso la fine si salva. I nazifasci sono imbarazzanti :) Voglio un autobus pieno di negri e vecchi bianchi che si menano. Troppo buonista.
Bad ass < Epic bearded man.
Si ma la scena degli autobus di Danko la regalano a metraggio. No perchè questo è gia almeno il secondo film che vedo che la riutilizza cambiando solo i primi piani degli attori.
Ne hanno fatto pure un seguito giusto per non farci mancare nulla…non vedo l’ora poi di vedere come e’ venuto fuori dead in tombstone fatto dal re dei DTV con un cast niente male.