Ah, l’incomprensibilità filmica. La conoscete? È quella cosa per cui alla fine di certi film vi guardate intorno alla ricerca di sguardi persi come il vostro cercando di capire se siete voi ad essere degli stupidi che non capiscono nulla o è il film ad aver fallito nella più basilare delle azioni: avere un senso. Non avendo voglia di raccontarvi tutta la sua storia mi limiterò a farne un semplice sunto in quattro punti:
- 1968: esce 2001: Odissea nello spazio. L’incomprensibilità filmica diventa arte della stramadonna. La gente ne ha paura ma grida al capolavoro. Alcuni vengono nelle mutande. Altri si chiedono se la vita abbia un senso. Vengono nelle mutande.
- 1980: esce Shining. Kubrick diventa il re dell’incomprensibilità filmica della stramadonna e definisce Eraserhead il suo film preferito. La gente ne ha paura perché Jack Nicholson fa cagare in mano e smette di chiedersi cose alla scena del pompino. La gente urla al capolavoro con rara convinzione. Stephen King se ne lagna ma, di nascosto, viene nelle mutande.
- 2001: esce Donnie Darko. Morto Kubrick, l’incompresibilità filmica diventa roba da ragazzini, sintomo intellettuale di uno sfogo giovanile. I giovani con gli occhiali urlano al capolavoro. Jake Gyllenhaal diventa famoso e viene nelle mutande.
- 2011: esce The Corridor. Lo sfogo giovanile diventa lebbra, che diventa morte, che diventa MACCOSA CAZZO STO GUARDANDO. Un anno dopo Jean-Claude Van Gogh se ne lagna. Non diventa famoso. Non viene nelle mutande.
Una storia così avvincente che sono venuto nei bermuda, scrivendola. Un attimo di pazienza ed arrivo al punto, cambiamo argomento. Perché secondo voi scegliamo di recensire determinati film? Diverse ragioni, ma le recensioni positive sono una di queste: se se ne legge bene in rete si segna e quando se ne ha la possibilità si vede. Ora, se cercate recensioni di The Corridor su google troverete due pagine di recensioni positive che dicono tutte più o meno le stesse cose: “film rivelazione della scena indipendente canadese!” “Alla fine ha tutto senso!” “Un film che lascia spazio all’immaginazione dello spettatore!” “Un finale mozzafiato che soddisferà tutti i fan dell’horror, della fantascienza e non solo!” eccetera eccetera eccetera, tutti che ne parlano bene, tutti che dicono ALLA FINE TUTTO TORNA, tutti felici di questo coso che pare essere un horror sci-fi con i coglioni di manganese e scusate se m’è venuta la curiosità di vederlo per poi parlarvene. Ebbene, cari lettori, sappiate una cosa: alla fine tutto torna UNA SEGA.
La premessa sarebbe che cinque amici vanno in una casetta (rossa, quindi del male) in un bosco innevato per passare un weekend tra uomini e trovano un misterioso corridoio di energia. Uno di loro (Stephen Chambers) è appena uscito dall’ospedale dei pazzi, due di loro (James Gilbert, quello fico, e David Patrick Flemming, quello meno) erano con lui prima che ci entrasse, quando fuori di sé li ha feriti con un coltello mentre la madre giaceva al suolo, morta d’overdose, e gli altri due (Glen Matthews, quello nerd, e Matthew Amyotte, quello grasso) sono amici casuali un po’ sfigati uno dei quali con una pessima stempiatura in silicone. Tipo che ha tutta la testa normale e in cima è grigia. Lo sapete voi perchè? Io no, l’incomprensibilità è già a buon punto. Intorno ai 45 minuti entrano in questo corridoio di energia che sembra il tunnel spazioincomprensibile di Donnie Darko e allo scoccare della prima ora danno tutti di matto tranne il matto che resta l’unico normale perché imbottito di psicofarmaci. Troppo ironico. Seguono 35 minuti di roba pazza, sangue, morti e telepatia. Figata direte voi, santo cielo dico io: è proprio in questi minuti che l’incomprensibilità filmica esplode in un’eiaculazione di MACCOSA così fertile da sembrare, appunto, Donnie Darko cagato da Stephen King con la parrucca da Kubrick mentre Lynch ci piscia sopra e nel frattempo fa le previsioni del tempo (neve a fiotti e spruzzate di cosa cazzo); e voglio dire, almeno in Donnie Darko c’era il bel faccino di Jake Gyllenhaal, qui neanche un paio di tette a supplire la mancanza di qualcosa di bello da vedere. Alla fine è come essersi fatti un pipa di funghi e nulla sembra avere un senso logico o illogico. Più lo guardavo e più non capivo, mi sentivo uno stupido perso in casa sua che dove si aspettava di trovare la cucina ha trovato un ristorante cinese; ero partito così convinto che fosse un film coerente dove tutto, prima o poi, sarebbe tornato in arco narrativo che da A finisce in B che non appena mi sono reso conto di non averci capito un cazzo di niente m’è salita la depressione ed ho deciso che i problemi li aveva tutti lui, non io. Potevano dirlo subito “Hey cicci, non si capisce un cazzo, godetevelo lo stesso”, potevano fare come quelli di Kill List e neanche provarci a spiegare qualcosa. Quello è un bel film dove non si capisce un cazzo, quello è un bel film esattamente perché non si capisce un cazzo. E invece no, non solo succede un delirio di cose dove i nostri protagonisti si uccidono blaterando cose e si fanno lo scalpo in onore della virilità, ma provano pure a buttarla sul filosofico esistenzialista, sul significato della realtà e sul perché siamo al mondo. Il corridoio, quell’entità misteriosa in grado di unire le menti di chi lo attraversa e dare loro poteri sovrannaturali, è un metaforone sulla vita, l’esistenza e la realtà, ma il punto è che NESSUNO GLIEL’HA CHIESTO, a ‘sto cazzo di corridoio, di venirci a spiegare il significato dell’esistenza. Ci avesse spiegato il significato del film sarebbe stato meglio, che il metaforone sarà pure palese ma il resto resta comunque seppellito sotto quella decina di metri di incompresibilità filmica che quasi quasi ora chiamo merda e la pianto lì.
Avete capito, quindi? Il regista, Evan Kelly, e lo sceneggiatore, Josh MacDonald, si sono fatti dei calumet Kubrick, King, Richard Kelly e un pelo di Lynch ed hanno vomitato la loro personalissima risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto: un cazzo di corridoio. E già 42 mi faceva cagare.
Se vi interessa poi posso dirvi che la prima ora diventa una menata dopo 20 minuti ma gli attori sono bravi e lo studio sui personaggi, non del tutto banali, quasi interessante, peccato sia tutto mandato in vacca dai quei 35 minuti finali che solo la droga può spiegare. Qualcuno potrebbe dire che film del genere non li fa più nessuno, che discese a spirale nell’inferno della mente sono cosa rara da quando è arrivato Polanski a insegnarci la via, che un film horror fantascientifico incentrato più sui personaggi che sul sangue è per forza di cose intelligente, ma quel qualcuno ha torto e va preso a pugni nello stomaco. L’idea per un film interessante c’è ma viene sepolta da un’ambizione inspiegabile visti i mezzi a disposizione e le capacità narrative chiaramente limitate, e non vedo perché difendere un prodotto così indifendibile su basi dettate dalla disperazione e dalla disperata ricerca di scuse per affiancare la parola originale a nuovi film di genere quando stroncarli e levarli di mezzo è l’unico modo per fare spazio a quelli davvero originali o, più semplicemente, validi.
Sinceramente: vi sfido, se avete un’ora e mezza da buttare, a guardarlo e a spiegarmi quel che avete capito voi. Vi invito anche a indicarmi le droghe che assumerete e gli alcolici che berrete. Se ci lasciate le penne sono affari vostri e non mi prendo alcuna responsabilità. Se poi vi piacerà e lo capirete non vi dò il permesso di darmi dello stupido. Credo di aver finito. Vado a venire nelle mutande.
DVD-quote:
“Il MACCOSA più evitabile dell’era post-Donnie Darko.”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Ma che genere di MACCOSA è? È il genere di MACCOSA che il film ci tiene molto a farti pesare (e.g.: tutte le volte che in Donnie Dark Di Merda compare il coniglione c’è l’inquadratura sbilenca, la colonna sonora che commenta, Richard Kelly che urla «EHI GUARDATE UN CONIGLIONE!»), oppure è trattato matter-of-factly tipo che loro entrano in cucina e c’è davvero un ristorante cinese e la cosa passa per normale perché semplicemente va così?
Perché nel secondo caso quasi quasi un’occhiata per il LOAL ce la do, poi prometto che faccio la lista degli stupefacenti usati durante la visione.
Ma secondo te quali droghe sarebbe meglio assumere per prepararsi alla visione, psicotrope calmanti o alcaloide eccitanti?
Cmq dai un po’ di voglia di vederlo l’hai messa.
Aggiungerei:
2004 – esce Primer, che prende a schiaffoni nella faccia Donnie Darko che in confronto è un’episodio della melevisione.Jake Gyllenhaal e Richard Kelly invidiosi non ci capiscono un cazzo ma si vengono nelle mutande.
La sfida mi stuzzica anche se credo che non la raccoglierò.
Purtroppo dagli anni 2000 come mind contortion film con venatura horror (eh?) dobbiamo sorbirci Richard Kelly (che devo ancora capire in che percentuale è bravo e in che percentuale furbo) dopo che Aronofsky ha gettato la spugna.
Mi dimentico di qalcuno? Vi prego ditemi di si e che mi son perso un sacco di film belli.
@Barman: io credo che Primer sia un film talmente stupido e ottuso nella sua cripticità che piuttosto mi riguardo Donnie D… no vabbe’, non esageriamo, OK. Però ecco, come dice un saggio, «io di Primer ho capito la trama quando l’ho letta su Wiki una volta finito il film». A te è piaciuto?
Donnie Darko merda.
@Dèvid Sfinter: il primo The Cube va bene come mind contortion con venatura horror? Perché il primo The Cube a mio sindacabilissimo giudizo è un film immenso, gigantesco e da insegnare a scuola.
Mi è sembrato sicuramente molto più intelligente di DD e allo stesso tempo “credibile” per quel che riguarda il tema viaggi nel tempo che mi ha sempre affascinato. Sicuramanete senza wiki avrei capito solo un 30% del film.
Un’ altro motivo perchè Donnie Darko merda che considererei più etico è che Richard Kelly vendette i diritti del suo “capolavoro” per fare una cagata pazzesca di sequel.Non ci siamo. Se hai le palle e credi in quello che fai non vendi un concept che reputi “geniale” per una sceneggiatura scritta accaso.
Scusate ma se c’è un cosa carina in Donnie Darko è Jena Malone aka Gretchen. http://www.imdb.com/name/nm0540441/
A me i film MACCOSA piacciono quando poi avevano veramente un senso (che non sia una merda di senso poi). Tipo NON Kill List (merda di senso se leggi il web altrimenti semplicemente non ha senso o è probabile che lascia talmente tanti varchi che tu ci hai trovato un senso migliore di quello pensato dal regista).
Film MACCOSA che mi sono piaciuti ce ne sono tanti, forse è uno dei miei generi preferito se combinato all’horror. Tipo anche Mulholland Drive è fantastico e allucinato. A me sono piaciuti anche Pandorum ed Eden Log nonostante certe rozzezze e cose effettivamente ad cazzum.
Shining era un maccosa? Davvero? Non lo vedo da una vita mi sembrava abbastanza scontato come tutto quello che pensa Steven King :D
Altra roba di Cronenberg era veramente eccessiva, prospettive di un drogato tipo il pasto nudo ancora ancora erano simpatiche anche se non troppo… ma Eraserhead l’ho odiato dal profondo e gli darei fuoco.
Considerando che io sono uno che dopo aver visto Primer ha dovuto controllare Wikipedia per capire anche solo che l’argomento era i viaggi nel tempo, dalla rece questo The Corridor mi sembra comunque socialmente più accettabile di Prometheus.
Eraserhead sarebbe di Lynch.
Se cominciamo a parlare di Lynch in relazione al MACCOSA però ditemelo che mi defilo prima di litigare con tutto e tutti e morire come una bestia che grida amore incodinzionato per Lynch dal cuore del mondo.
Come già dissi per kill list, se per capire un film mi devo fare la ricerca sul web e leggere i pareri di certi geniacci, è un fail in partenza. Ok se si tratta di sfumature e dettagli, ma quando proprio devi andarti a leggere tutto, allora vaffanculo.
Classici film che mettono d’accordo il nerd da 2 soldi e il paesano piu’ becero, capolavoro per tutti, il senso a tutti ben chiaro, ma fondamentalmente non c’ha capito un cazzo nessuno perchè non ci sta niente da capire.
Pure sta cosa, dimmi te se un film me lo devo “capire”, bah, cos’è, una tavola periodica?
Si si certo, immenso ma è precedente ai ’00 no?
Lynch ha sparato Inland empire pochi anni fa e anche Cronemberg ha timbrato il cartellino… Kaufman è grandissimo ma fa altro.
Mi manca un po’ l’ultimo decennio sul genere.
scusate prima era @Stanlio per “Cube”…
Quello che dice Schiaffi è verissimo: «se per capire un film mi devo fare la ricerca sul web è un fail in partenza». Motivo per cui Mulholland Drive è un capolavoro totale e INLAND EMPIRE (il caps lo vuole Lynch) una boiata cosmica.
Anche quello che dice Dèvid su The Cube è vero: diobono, risale davvero a quindici anni fa?! La vecchiaia.
@Schiaffi Esatto, alla fine sono giunto alla tua stessa conclusione ahimè. Avessero messo la mia interpretazione sarebbe stato un bel film :(
@Stanlio Cazzo è vero sto confondendo la filmografia dei due registi (che si chiamano entrambi david). Che c’è di male nel MACCOSA?
A me è piaciuto tutto quello che ho visto di Lynch, anche se Dune l’ho rivalutato un pò in peggio resta comunque sontuoso, pure Twin Peaks m’era piaciuto tanto… e ovviamente Mulholland Drive. Ma Eraserhead no. E a ben pensarci manco il pasto nudo dell’altro davide era tutto sto granchè, giusto preferivo l’ambientazione e il fatto che alludesse alla droga se non erro.
Eraserhead merda. Si, voglio sentire il tuo canto del cigno. :D
A proposito Mulholland Drive miglior scena lesbo wtf it’s happening in my underwear di sempre. Quella si veramente vengo nelle mutande :D
No su Eraserhead non comincio neanche perché è un film che si tira dietro tanto di quell’intellettualismo d’accatto anche e soprattutto in chi lo ama che l’unica soluzione che ho trovato per parlarne è: «Zi’ c’ho due g d’erba, ce la fumiamo insieme e lo guardiamo?». Mentre sul resto sono grosso modo d’accordo, anche su Dune, anche/soprattutto su Twin Peaks che nonostante la deriva soap di metà della seconda stagione resta uno dei luoghi più belli in cui il cinema/tv mi abbia mai portato.
Sul Pasto nudo ti consiglio invece la lettura del libro e poi una ri-visione del film. Aiuta, soprattutto se intridi le pagine 10, 24 e 37 di LSD e te le lecchi mentre le stai leggendo. Sconsigliato se usi un Kindle se no ti diventa a colori.
Inland empire, anche capendoci poco, mi aveva raggelato in alcune sequenze quindi lo apprezzai anche perchè fu sede di un lungo e florido dibattito post visione.
Che alcune scene sembrino incollate a caso è verissimo ma nel complesso un filo conduttore, sottilissimo e trasparente, lo intravidi.
Poi adoro Laura Dern.
@Schiaffi: sono d’accordo sì e no. Ora qui stiamo parlando di film che effettivamente sono molto complessi, che solo nella mente del regista hanno (forse) una spiegazione razionale e sono d’accordo ma non generalizzerei.
Tutto il cinema surrealista ad esempio è di difficile interpretazione in direct play senza una ricerca vera e propria. Oppure citando Jodorowsky (si può qui ai 400?) che tutti conosciamo, El topo o Holy Mountain senza ricerca post-proiezione non hanno motivo di essere visti, ma prima di affondare in certi argomenti, torno a galla nella cerchia di generi che spesso si affronta qui e mi limito a dire che non è sempre male che un film metta alla prova l’intelligenza dello spettatore senza “momento spiegone “
@Barman: non voglio addentrarmi in disquisizioni filosofiche di alto livello, ma c’è comunque una differenza tra “momento spiegone” e “per capire questa cosa devi andare su Internet a cercare il libro di Roberta Sparrow”. Se sei bravo, mi metti già nel film tutto quello che c’è da capire*, come fa Lynch nei suoi film belli (SPOILER: tutti tranne INLAND EMPIRE). Tipo quelli che «ah Mulholland Drive non si capisce un cazzo»: NO! Basta guardarselo per bene, il film, e si capisce. Anche senza spiegoni.
Se però il film non è autoconsistente perché scritto male (*coffcoff* Donnie Darko *coffcoff*) allora vabbe’ vaffanculo Richard Kelly e Donnie Darko merda.
Una cosa è sfidare la mia intelligenza, un’altra è insultarla, insomma.
*a meno che tu non voglia farne un manifesto come faceva Jodorowski, in cui però l’ostacolo è la capacità o meno di cogliere un simbolo e quindi la cultura del singolo, e allora è un’altra cosa ed è il motivo per cui un europeo che legge I versetti satanici di Rushdie pensa «WTF?» e un musulmano invece coglie tutto e si incazza.
@Stanlio: ben detto. Posso solo essere d’accordo.
Boh, per me tipo il “Senso” è la cosa più sopravvalutata del Mondo, Donnie Darko continua a piacermi ma non so dire perchè, Kill List è un Film bello ma ruffiano, Lynch è l’unico veramente capace di gelare il sangue e nella lista manca “Revolver”.
ODIO DONNIE DARKO.
Sono dello stesso parere di Schiaffi, è terribile quando dopo un film la gente si arrampica sugli specchi per “spiegarlo”, non stiamo parlando di una teoria di una qualche scienza che deve essere spiegata e compresa, diamine, stiamo parlando di un un cazzo di film!
Ah, dimenticavo,
ODIO DONNIE DARKO.
@Barman
Guarda, non mi riferivo a quei film volutamente incasinati alla Lynch, che uno sa benissimo di che si tratta e se li evita. Tranquillo. Onesto. Lo accetto.
Mi gira il cazzo quando invece il film viene presentato come un normale thriller/dramma/horror o quello che vuoi, parte con una storia piacevole e finisce in una merda senza nè capo nè coda. E’ una gran cazzata. Ai tempi di darko c’era qualche fesso che diceva “ehhh…. ma ti devi leggere il libretto che ti danno all’ingresso dei cinema USA per capire”. Devo leggermi l’opuscolo prima di vedere un film? Scherziamo? Cazzo è, il medicinale? Oppure kill list, bel film, ti tiene lì per 90 min, poi titoli di coda così a caso e via di ricerche nei forum e disquisizioni random. Bello. Non potevano dargliela una conclusione a quel cazzo di film? Dai, è una mossa poverissima.
@Stanlio
In effetti quell’unica volta che ho visto in una casa gente guardarsi eraserhead ci stavano gran cannoni, un incessante rumore di schede e parecchio malessere.
Dici che sono condizioni essenziali per la corretta visione?
Concettualmente d’accordo con Schiaffi MA se mi piace quello che vedo anche senza averci capito nulla io sono contento lo stesso. Che vale in parte per Kill List, del tutto per Eraserhead, e per nulla per Primer.
Anche a me piacciono tanto i film MACCOSA, e qui quoto Schiaffi dandogli piu che ragione. L’ultimo film MACCOSA che ho visto e che mi e piaciuto è stato Beyond the Black Rainbow, un mese fa, percio ora ho bisogno di una pausa. E si un cannone durante la visone è quasi d’obligo.
Donnie Darko è inconcludente ma non direi scritto male. O meglio fino a quando ci riesce tiene bene a mio parere poi sbrodola nel “non sapevo assolutamente dove andavo a parare” e quindi diventa il male, un po’ come the box…che forse è ancora peggio. Kelly parte bene, sa come tenerti in ballo ma poi sbraga perchè la spara troppo grossa.
Lynch è così dal primo minuto e quoto Nanni quando dice “se mi piace quello che vedo senza averci capito nulla sono contento”. Se mi dai qualche mezzo in più benvenga ma finchè mi fai accapponare la pelle ti appoggio comunque.
Strade perdue non vi aveva pietrificato?
Strade perdue è geniale! Queta scena per me è entrata nella leggenda http://www.youtube.com/watch?v=hX57oN3B3Lo
Strade per due, il sequel di Una poltrona per due, è stupefacente, ma per certi versi è, secondo me, il fratellino minore di Mulholland Drive: nonostante abbia ambizioni anche superiori (nastri di Moebius, supercazzole, Smashing Pumpkins) è meno focalizzato e si perde di più dietro alle sue costruzioni e decostruzioni.
Poi però mi basta scrivere «Dick Laurent is dead» per star male dentro e mi rendo conto che lo amo molto come tutti i film di Lynch.
@Michael: Scena raccapricciante. La fazza dell’uomo misterioso me la sono sognata centinaia di volte. Quasi quanto il nano di Twin peaks.
@Stanlio: per forza “si perde”… mmm che ridere. No è verissimo quello che dici ma dal lato tenzion mi ha attaccato di più Strade.
vabbo ma manco si trova coi sottotitoli sto corridor, come si fa ad affrontare un film incomprensibile senza manco i subs…
però ora mi è venuta voglia di vederlo.
anche perché kill list mi ha deluso, non tanto per la presunta incomprensibilità. ero abbastanza gasato e poi su quel finale ho detto proprio “meh” e ho scordato tutto.
toc toc posso partecipare alla discussione? posto che ODIO PROFONDAMENTE DONNIE DARKO, vorrei dire la mia sulla questione dei film incomprensibili…. secondo me, se lo si fa apposta incomprensibile perchè devi sbirciare su internet per capirci qualcosa, ovviamente come ha già detto qualcuno il film è un fail assurdo (donnie darko)…. nel caso enunciato da Jean-Claude Van Gogh nell’articolo, e che per il momento nessuno ha citato, ovvero 2001 odissea nello spazio di kubrick, beh, lì la questione è profondamente diversa… anche in 2001 odissea nello spazio il 99% di quelli che guardano il film non ci capiscono nulla e vanno su google a cercare un significato, ma ciò non vuol dire che sia fail, per il semplice motivo che in verità un significato validissimo a ciò che c’è nel film è presente, e seppur raccontato in maniera criptica, chi ha studiato un pò di filosofia a scuola ci può arrivare senza troppi salti mortali… detto ciò vi saluto e mi eclisso
comunnque volevo dire che ormai è palese che tutti odiano (in varie misure) donnie darko, a me era piaciuto quando è uscito e piace tuttora, ma va bene così, sono giusti anche questi corsi e ricorsi, soprattutto quando un film è stato accolto con simile entusiasmo da così tanta gente (nel 2001 sembrava che fosse piaciuto pure a mi nonna).
spero solo che nel 2021 tutti non odino DRIVE, quello sarebbe un brutto mondo dove vivere.
me la immagino una generazione di ventenni del 2021 (che ora son bambini) che caga in testa a DRIVE per sputare sui vecchiacci che li hanno preceduti.
nanni fai qualcosa, non permettere che accada!
FINALMENTE leggo qualcosa di sensato sull’incomprensibilità filmica. Leggendo il paragrafo iniziale sono venuto nelle mutande
Non ho tempo di leggervi tutti e di rispondervi quindi faccio dopo ma vorrei precisare che considero 2001 e Shining due film imprescindibili nonché capolavori d’iddio.
Non ho visto il film, ma bella rece, Jean Claude.
Comunque, posso spezzare una lancia in favore di Donnie Darko? Posso? Lo faccio. In realtà il film non mi pare possa rientrare a pieno titolo nell’incomprensibilità filmica perché, al netto delle menate dei forum e di tutti quelli che dopo aver visto il film ed essere venuti nelle mutande hanno continuato farcisi le seghe sopra, già ad una seconda visione si capisce molto di più e se riuscite ad arrivare (negli anni, sia chiaro) ad una terza si capisce tutto, la storia è molto semplice, solo travestita da incomprensibilità filmica (che fa figo).
@Fagio condivido totalmente, lo imparerò a memoria e lo dirò tutte le volte che mi diranno:”Ehi garda sto film, NON SI CAPISCE UN CAZZO!”. Per esempio a me Donnie Darko non è dispiaciuto, si perde totalmente nel finale, classico esempio di buona idea che però gli autori non sanno come concludere e allora, alè, ci imbarcano di cazzate. Quindi come dici Nanni ti può piacere a prescindere (e anche far cagarissimo), ma da qua a chiamarlo “tra i 100 film più belli di sempre” c’è qualche anno luce.
Ecco, revolver mi ha lasciato due volte assolutamente basito, l’ho rivisto con il quaderno degli appunti ben intenzionato a capirlo, ma mi ha lasciato come quando a scuola il prof di mate concludeva un spiegazione all’improvviso e tu eri convinto fosse solo a metà. Recupererò i film Maccosici citati che non ho ancora visto.
interessantissima discussione ragazzi, ma secondo me, alla fine, è sempre tutta colpa di Mereghetti..
Secondo me hai omesso di citare INLAND EMPIRE, lì non solo non si capisce un cazzo, ma quelli che sono riusciti a venire nelle mutande dopo tre ore di quella sbobba sono davvero pochi.
Bah, mettete via i quadernetti degli appunti, rivediamoci tutti The Raid, diamoci pacche virili, coppini a raffica, facciamoci tanti ma tanti giri di shots di Jack liscio e basta menate su.
Cinema di combattimento, mica ripetizioni di filosofia e puttanate inutili.
Per me “Mullholland drive” era un maccosa che si capisce (che film, ragazzi); mentre “Strade perdute” era un maccosa incomprensibile… Leggere i commenti di Stanlio e Sfìnter quasi mi convince a riaffrontarlo
Ho capito, è tempo di ritirare fuori i dvd di ‘Zaffiro e Acciaio’…
Io voto per una rubrica curata da Schiaffi.
Salve, avete mai visto “Stalker” di Andrej Tarkovskij? È un film del 1979, una sorta di thriller psicologico, surreale e fantascientifico. Capolavoro “semplice”, privo di effetti speciali ma intrigante, inquietante e impregnato di un’indimenticabile atmosfera magica. Trattasi di un film dal ritmo lento, da gustare lentamente. La fotografia è fantastica.
Anche se ha poco a che vedere con Lynch, lo consiglio vivamente agli amanti di “certe atmosfere” Saluti
Insultare Shining, Donnie Darko. Pure 2001:odissea nello spazio del 68, dove una scena assolutamente comprensibile min 58:30 circa, vale da sola l’intero film è sicuramente poco professionale.
Guarda che essere scemi non è una giustificazione; se non ce la fai, non scrivere recensioni, non ce n’è bisogno.
E poi scusate leggere i commenti è deprimente: ma cazzo è? Se voi non capite il film, il problema è del film e non del vostro microcefalo?!
Cinema, non televisioni. Zero spiegoni, zero manine che indicano la soluzione e cartelli brillanti che ti dicono cosa sta succedendo. Dio mio.
Mmmm, film dallo svolgimento e finale aperto, però non orrendissimo..
Mi spiace esprimere il mio dissenso nei confronti di Stanlio K, che chiama Donnie Darko “merda”, mah.. Per me è un film meritevolissimo; non esiste film altrettanto bello sui paradossi temporali, almeno finchè non faranno una trasposizione de “Assurdo universo” o “L’occhio del purgatorio”.. :)
Saluti
Non ci ho capito veramente un c…o… Unica consolazione è che dura poco, tutto sommato…
Concordo con quando detto prima su DD, non credo assolutamente che sia un film non sense, mi è parso ben chiaro il significato; detto questo do la mia personale interpretazione del film:
Dopo la caduta di un asteroide (la madre dice di aver visto una piccola stella cadere) un intelligenza extraterrestre, priva di corpo ma composta di pura energia, approda sul nostro pianeta. Cerca di interfacciarsi con la forma di vita intelligente che trova, di integrarla a sé (intelligenza collettiva tipo Borg) e di diffondersi, ma la mente umana non è all’altezza per la sua struttura, subconscio, istinto di morte e compagnia bella, così sfocia nel delirio. Nel finale il protagonista che è riuscito a mantenere la propria identità e stabilità grazie ai medicinali che inibivano l’influssi mentale della “cosa” riesce a racchiuderla in sè e si sacrifica generando una sorta di implosione che distrugge entrambi.