L’altro giorno mi chiama il capo e mi dice: “Voglio un pezzo italian-style per celebrare l’esplosione italian-style nella nuova testata dei 400 Calci”.
“Che coincidenza, capo”, gli dico, “sono qui sullo yacht di Briatore che beviamo un margarita e stiamo discutendo sulla possibilità di realizzare il sequel di Thunder 3, dal titolo Thunder contro Gomorra. Lui vuole la Gregoraci nel ruolo dell’attaccapanni di Thunder, secondo me invece è più adatta a fare l’asse da stiro. Che ne dici se faccio un pezzo su Thunder?”
Su Thunder, o meglio sulla trilogia di Thunder (1983–1987–1988), cioè su quella che reputo la quintessenza della tarda modernità cinematografica action italiana, l’ultimo assolato bagliore di quella fugace – ma non troppo – fase d’artigianalità che ha reso grande la nostra cinematografia.
La fine, d’altronde, era già nel principio – degli anni Ottanta. Da quel momento, progressivamente e per i cinque anni successivi, l’affermazione delle reti private nazionali (canonizzate e craxizzate da decreti legge ad hoc per rafforzarne lo status quo) e un orientamento sempre più marcato in senso duopolistico Rai-Fininvest e combattuto anche e soprattutto a colpi di film di grande richiamo in prima serata, cambiò radicalmente l’intrattenimento audiovisivo italiano.
Il cinema italiano degli anni Ottanta, il nostro cinema italiano, intendo dire, va a mio parere compreso all’interno di questa cornice storica: avviene una rapidissima distruzione dell’intero sistema d’intrattenimento che cambia in pochi anni consumi e costumi. Questi mutamenti improvvisi e traumatici s’infrangono contro un sistema produttivo fragile: l’epoca d’oro del cinema popolare italiano anni ’60 e ’70 non ha saputo costruirsi in sistema, le produzioni restano essenzialmente artigianali e impostate su base familiare (per esempio il mitico Zingarelli produttore di Bud Spencer e Terence Hill) che seguono nella maggior parte dei casi le vicende biografiche dei produttori: ovvero quando i fondatori trapassano trapassa anche la società di produzione. De Laurentiis e Mario Cecchi Gori sopravviveranno – ma ci penserà il figlio Vittorio, in quest’ultimo caso, a mandare tutto a puttane – ma si concentreranno sempre più sui residui epitelevisivi dell’intrattenimento cinematografico: film comici e cinepanettoni.
In questo clima di rapido declino dell’ecosistema cinematografico s’innestano, quasi come un sublime canto del cigno, alcune delle produzioni, dei personaggi e dei filoni più gustosi a mio parere del cinema popolare italiano. I Bud Spencer e Terence Hill più opulenti (Nati con la camicia, Non c’è due senza quattro), il filone post-apocalittico (I guerrieri del Bronx, e soprattutto quel geniale esempio di remix all’italiana che è 2019 Dopo la caduta di New York), la fantascienza (I guerrieri dell’anno 2072), la Filmirage di Joe D’Amato (La Casa 3 e 4), il cinema di kung-fu (Il ragazzo dal kimono d’oro), scampoli di poliziottesco futuribile (Colpi di luce) e le gemme più pure di spaghetti-action come, appunto, la trilogia di Thunder, che resta una sorta di emblema di questo cinema anacronistico e per questo – sono dichiaratamente un nostalgico – indimenticabile.
V’invito a riguardare, o a vederli per la prima volta, tutti e tre i film (io avevo la Vhs ma mi sono fatto il DVD dal DVD Recorder) pensati, voluti e diretti da quel caparbio mentore tardoromantico che è Larry Ludman/Fabrizio De Angelis (il quale, lo rivendico caparbiamente, non si è fatto irretire dal polpettonismo televisivo made in Italy), che esordisce alla regia proprio con Thunder e rilancerà con un rigurgito di genio il kung fu all’italiana con il filone Ragazzo dal kimono d’oro.
Nella trilogia di Thunder le esplosioni di fuoco in stile nuova testata 400 Calci sono assicurate. Così come la progressione delirante della trilogia spaghetti-indian che vado a riassumere per sommi capi e come puro indice per stimolarvi all’obiettivo di recuperare i tre film e goderveli.
Primo dato spaghetti-indian. La genealogia di Thunder/Mark Gregory, la sua primogenitura d’indiano nativo d’Italia. Thunder è infatti figlio di Aquila della Notte. Figlio di Tex insomma. Forse Tex lo ha avuto da Tiger Jack. Oppure dalla famigerata indiana poi morta da cui ha avuto Kit (se non vado errato). Insomma Tex in realtà tromba come un grillo spargendo figli meticci in giro per il West.
Secondo dato spaghetti-indian. Il totale fallimento del sistema giudiziario. Emulo di Rambo (anzi lo definirei proprio un deconstructing Rambo, un Rambo (fatto a) pezzi), nel primo episodio Thunder rade al suolo una città. Lo fa fuggire un agente di polizia (e già qui c’è tutta la porosità morale tipica del nostro paese), di sangue indiano come lui. Il Rambo originale finisce ai lavori forzati. Thunder che fa invece? In Thunder 2 torna nella stessa città, bello che ripulito, senza pendenze giudiziarie, e fa pure il poliziotto! Ha goduto di un indulto? È stato assolto per insufficienza di prove in cassazione? Chi lo sa. Invettive contro le toghe rosse in questo caso sarebbero più che giustificate.
Terzo dato spaghetti-indian. La totale assenza di un registro definito (cui corrisponde l’antiretorica destrutturazione di ogni epos). Dal registro tragico a quello comico senza soluzione di continuità. Thunder 2 in questo senso è il più completo e complesso (da road-movie a prison-movie passando per il cinema di vendetta); Thunder 3 il più delirante (e con la fotografia che sembra un omaggio al lucore da Super8 di Joe D’Amato). Thunder da vittima di ingiustizie diventa un bullo da borgata, o un mafioso che riscuote il pizzo se preferite. Incendia negozi, fa a pezzi auto, sfascia tutto senza motivo. E lo sceriffo gli dà quasi ragione! Dovrebbe crescere il pathos, l’identificazione, ma come si fa? Soprattutto con scene come quella della piscina, che ricorda il Tony Scott in piena fattanza: dei poliziotti arrivano a una villa con piscina dove sta sdraiato un donnone in topless, di una bruttezza non casuale. Arriva il marito che punta la pistola ai poliziotti, li caccia di casa e chiude con una frase emblematica: “Se con i poliziotti non fai così, finisce che un giorno o l’altro te li ritrovi dentro il letto”.
Quarto dato, puro spaghetti. Gli eccezionali modellini dei film. Trionfo artigianale, vera e propria goduria infantile (pari solo a quelli meravigliosi di 2019 dopo la caduta di New York, di I guerrieri dell’anno 2072 – citate voi se ne ricordate altri di questo livello! – e delle prove più folgoranti, prekubrichiane del cosmo di Gamma 1 di Anthony Dawson). Il primo Thunder è il più meticoloso e curato, nel terzo il delirio trionfa. Di pari passo con la pura follia cui dà sfogo Thunder, trasfigurazione western del bullo di borgata, ultras da’a’ Roma che al primo pretesto devasta tutto quello che incontra. Thunder 3 è un trionfo di modellini, che vengono secondo me proprio mostrati come tali per far vedere tutta la cura dei dettagli. Thunder 3 è uno sfrigolio di modellini brucianti, un’esplosione costante miniaturizzata, una deflagrazione totale alla Zabriskie Point. Da Rambo, Thunder si trasforma progressivamente in Joker, vuole solo veder andare a fuoco il mondo. Secondo me Thunder adesso di mestiere fa il black block. Ad ogni modo, che ne è oggi della grande scuola dei modellini e degli effetti speciali italiani? Il massimo sono i plastici di Bruno Vespa. No, per dire.
Quinto e ultimo dato spaghetti-indian. La goffaggine celeste (per parafrasare Franco Battiato) di Mark Gregory. Né carne né pesce, né macho né effeminato, né espressivo né inespressivo, scoordinato come pochi al mondo, è un’icona perfetta, sublime di un cinema che con la sua maldestra, fracassona genialità, ha superato i confini di ogni cinema, di ogni visibile.
Come gli indiani d’America, l’ultima grande civiltà visionaria, finirono confinati nelle riserve, così Thunder si rivela, a ben guardare, l’ultima riserva di un mondo del cinema che non tornerà mai più.
HOKA HEY!
Io non ho mai visto un Thunder in vita mia!
OT > gli zombie sono reali: http://www.agi.it/iphone/notizie/201206080700-est-rom0003-usa_caccia_a_droga_sali_da_bagno_innesca_cannibali
Ora i miei laboratori troveranno la variante per farli stupratori ed è fatta, il film diventerà realtà. Harry prepara i poc corn, e le mutande di castità.
Ci lamentiamo che Undisputed 2 e 3 qua da noi non arrivano in dvd, e poi ci rendiamo conto che nemmeno la saga di Thunder esiste in dvd, e sono film italiani. Tristezza infinita.
Io ho dovuto vedrmi i due film sul Bronx di Castellari in inglese ! Perchè è così difficile vedere i nostri vechi film nella nostra di lingua ?
mi manca totalmente!!!
grazie del gustoso articolo, ora mi do alla caccia!
Negli UK è uscito un cofanetto di Castellari della madonna, confezione metallizzata e tutto, una cosa che non ci si crede.
Gran post.
Probabilmente non vedrò mai nessuno dei tre, ma è bello sapere che da qualche parte ci sono film così, ed immaginarseli più folli e sgangherati di quanto mai potranno essere.
Sul genere segnalo il dittico trash-western di Bruno Mattei “Scalps” (notevole) e “Bianco Apache”.
E tanto per fare il precisino del cazzo ricordo che se “Rambo” è il film che ha canonizzato il genere il modello originale è però l’indiano reduce del Vietnam “Billy Jack” di Tom McLoughlin.
E ditelo che è tutta una scusa per celebrare la prima finale NBA degli Oklahoma City Thunder! Altro che pezzo italian-style per celebrare l’esplosione italian-style nella nuova testata dei 400 Calci!
Mi rendo disponibile per rendere disponibili nel mercato peer-to-peer la suddetta trilogia. Ho preziosi DVD da me realizzati dai VHS. Esporto e metto a disposizione. Questa è pura archeologia culturale non credo che né De Angelis né Mark Gregory lanceranno veti antipirateria. Chene dici Capo, lanciamo questa iniziativa culturale? A proposito, ho sentito alla radio che oggi è il compleanno di MAURIZIO De Angelis: 65 anni.
Articolo acculturante, mi sento una persona meglio. Grazie Jean-Luc.
volevo segnalare che i dvd di Thunder esistono! furono editati dalla Avo Film ma per trovarli tocca armarsi di pazienza e spulciare tra i bancarellai di dvd.
Anche le VHS erano Avo Film! Viva la Avo, Viva Gloria Bulath (si chiamava così la titolare se non ricordo male. Me lo ricordo perché vedevo le Vhs e all’inizio c’erano un po’ di trailer (uno era “Maradona Hero”). Poi compariva lei che diceva: “Garantisce Gloria Bulath!”
@tommaso: vieni qua e abbracciami, ho in canna uno Speciale Billy Jack praticamente da quando ho aperto il sito, un giorno lo farò
@frank manila: ti giuro che è una vita che tengo d’occhio Ebay e non li ho mai visti… ma buono a sapersi, ormai ero lì lì per ricomprarmi un videoregistratore quasi apposta
Ma neanche io lo conoscevo wow! Ma voi siete il massimo ragazzi! Grazzie Jean-Luc. Comunque esiste una versione in italiano del primo film grazzie al mulo.
Saranno anni che cerco Mark Gregory. Più di quanto abbia cercato Carmen Sandiego.
Ratiosenzaratio
Oh there she is!
http://politicsoffthegrid.files.wordpress.com/2007/10/carmensandiego.jpg
Un articolo da stampare e mettere in una cornice buona al posto delle foto della cresima. Mi alzo in piedi e accendo un petardo.
Ma la domanda è, che è successo all’Italia? Una volta ci stava l’horror disturbante, il porno horror, l’action…persino Professione Vacanze era piacevole, poi all’improvviso, laMMerda. Hanno sostituito tutto con le fiction familiari buoniste, Terence Hill s’è fatto prete, ci stanno fighe di legno inutili al posto della Fenech, fiammetta fake cicogna ha scavallato l’immenso Zio Tibia, la parodi che brucerei viva mentre la impicco con del filo spinato è on air 24h 7/7, roba che tra un po’ se la ritrovano appesa in giro sui crocefissi al posto di Gesu’ Cristo. Basta tutto sto buonismo, basta, sembra sia il natale malsano 365 giorni l’anno, che fine ha fatto il male, la perversione e la roba che esplode?
Secondo me tutta colpa è di quello sfigato di costanzo e di quel trans di suo marito con la loro campagna 20ennale mirata all’ evirazione dell’Italiano con tutto quel continuo martellare di buoni sentimenti, balletti, lacrime e fighe di gomma.
@ Nanni Cobretti
eccoli qua tutta la trilogia dovevi cercare meglio ;)
http://www.ebay.it/sch/maurjele2004/m.html?_nkw=thunder&_sacat=0&_odkw=&_osacat=0&_trksid=p3911.c0.m270.l1313
ma guardate come scoppia tutto, diobono, dio.
http://www.youtube.com/watch?v=ZHokskQdGA4
@Schiaffi:
Posso usarlo come status di Facebook? Poi ti dico quanti Like ho ricevuto se vuoi.
Ah sì! Il pezzo è una MERAVIGLIA. E come sempre quando leggo roba di JLM mi son sentito uno spaventoso ignorante, ma di quell’ignoranza che mi fa diventare voglioso di essere meno ignorante.
@Schiaffi
*__* ti prego fondiamo una band Post-Post-Hardcore
@Discussione
Credo che la nostra Exploitation fosse uno di quei fenomeni che o si evolve (vedi MainStream) o Muore (Vedi Dario Argento), un fenomeno degli 80’s morto con gli 80’s, resta il rimpianto che da un substrato così ricco non sia nato qualcosa di veramente grandioso e qui la colpa è tutta dell’italianità (vedi Alberto Sordi)
Le persone brave ora cliccano sul link postato da Minibivo e gli esauriscono la scorta.
“modellini pari solo a quelli meravigliosi di 2019 dopo la caduta di New York, di I guerrieri dell’anno 2072 – citate voi se ne ricordate altri di questo livello!”
Non dimentichiamoci di “Quel Maledetto Treno Blindato” che di modellini abbondava.
Scusate l’off topic ma di questo http://www.blogomatic3000.com/wp-content/uploads/2012/06/idris-elba-pacific-rim.jpg
ne vogliamo parlare o aspettiamo il primo trailer?
Soltanto una cosa poteva essere migliore di una rece di Thunder. La rece dell’intera trilogia di Thunder. E solo una cosa al mondo poteva andare oltre la rece della trilogia di Thunder. Ed è la rece della trlogia di thunder scritta e diretta di Merenda. Davvero: io mi prostro in ginocchio (con mutanda di legno che non si sa mai).
Vorrei raccontarvi una cosa di me: io questi film li ho visti. So cosa valgono. So chi è Larry Ludman. E non da ora. Con Thunder ho capito che si poteva fare un film con un non-attore – altro che Pasolini. Ho capito che si poteva rifare Rambo, e fargli guidare una Ruspa gigante invece di un elicottero Apache. Più altre cose ancora che ora non sto a dire.
Questo cinema non tornerà mai, amici. Rassegn(i)amoci. Craxi aveva minacciato la crisi di governo, se non davano le frequenze abusive al Nano, mentre Briatore stava contemporaneamente mediando, sempre per conto di Craxi, la vendita dell’atomica a Gheddafi: e vi lamentate SOLO che il cinema, in simili frangenti, sia morto ? Ci è andata bene, cazzo: potevamo ritrovarci a fare gli attori di una produzione thailandese tipo Tony Jaa o The Raid, e ritrovarci morti e contenti.
Meno male, quindi, che Craxi ci ha liberato dal cinema italiano (quello per noi intrigante, intendo), imponendoci un sacrificio, è vero, ma liberandoci in definitiva dal peso di una eredità divenuta nel frattempo insostenibile, e che ci avrebbe catapultati in un mondo di bambini biondi con le faccine da @schiaffi. Non la dobbiamo vivere questa cosa come il disinnesco di un potenziale espressivo, ma come una depilazione definitiva. Eh, sì.
…Se siete interessati io avrei alcuni busti di Craxi da vendere… no, davvero, costano poco! …e poi è sempre un bel ricordo !
…e a questo punto esigo un pezzo sullo strepitoso COBRA MISSION e il suo delirante sequel COBRA MISSION 2!!!
craxi + gheddafi + The Raid + briatore…minchia harry continua pure con le tue rivelazioni, nomi, fatti e timeline stile marco travaglio che mi sento rapito da tanta conoscenza.
Ma oltre alle stronzate, te e lui condividete pure i modi tranquillini e la bocchina di rosa? Chissà come stareste bene insieme mentre discutete dei massimi sistemi nel salottino buono del PD accanto a bersani e prodi che si bevono il brodo.
scusate il ritardo: ho il dvd del primo, se volete ve lo rippo e lo metto su dropbox a qualità ottima
@joe: Minibivo ha pubblicato una fonte legale, siamo a posto cosi’
@Schiaffi pulcino mio: Travaglio è di destra. Quindi il quadretto dipinto qua sopra è una minchiata partorita dalla tua mente annebbiata dai videogiochi. Ti renderai conto, con calma, che questo è sempre il tuo standard cognitivo: grosso modo fantasioso. Qualcuno, in passato, sospettava che avessi additato Schiaffi come elettore leghista, “scadendo” nel politico: adesso abbiamo la prova, fornita da Schiaffi stesso, che avevo ragione. La puzza dei fasci io la sento da molto lontano.
Avere la faccia da pulcino cattivo, caro Schiaffi – o dovrei dire Re Joffrey ?, deve essere un bel peso con cui convivere. Ma ora alzati dalla sedia e sfilati quel gerbillo dal culo, che non ne può più ;)
NOOOOOOOO!!!
Magguarda che mi vanno a recuperare i combattenti!!!
Rammento bene Thunder e anche I Guerrieri del Bronx e ne ero persa! Forse più per il secondo che per il primo. Vidi anche il seguito de I Guerrieri del bronx ma l’ho quasi scordato (anche lì modellini che “esplodono”)
E no, non lo nego, una cottarella per Mark Gregory nel suo fascino da paresi dorsale, quel suo immobilismo (tranne quando fa l’incazzato) espressivo facciale pre-botox…Eeehhh, la tarda adolescenza, che tempi!
recensione bellissima