Non l’avevo mai visto e ora ho capito perché. C’era qualcosa che mi attraeva e mi respingeva, c’era una vocina che mi diceva: “Non è ancora il momento.” Ed era proprio così.
Mi è capitato di vedere Uomo d’acciaio per una serie di coincidenze. Stavo lavorando alla consulenza di una serie di DVD di genere Peplum e grazie agli algoritmi commerciali inventati da Amazon e cooptati dalla maggior parte degli store (“Altri hanno acquistato”, “Chi ha comprato questo DVD ha comprato anche”) ho avuto l’occasione di e acquistare un titolo di cui non conoscevo l’esistenza, Le avventure dell’incredibile Ercole – Hercules II, di Luigi Cozzi, con Lou Ferrigno. Da lì, il passaggio a Uomo d’acciaio è stato più veloce di una bench-press. Pompato subito nel carrello perché la vocina mi diceva: “È arrivato il momento.”
Le avventure dell’incredibile Ercole non l’ho ancora visto, Uomo d’acciaio l’ho letteralmente bevuto, e mi ha lasciato ancora sete, segno che tempi, durata e densità di contenuto sono perfetti. Ho capito perché la vocina mi diceva che non era ancora arrivato il momento. Se lo avessi visto anche soltanto 5 anni fa, non l’avrei capito.
In realtà Uomo d’acciaio è grammaticalmente un reality (o talent) show. I registi-fotografi George Butler e Robert Fiore scavano nel privato e privatissimo dietro le quinte degli sfidanti alla gara del 1975 di Mr. Olympia, che Arnold Schwarzenegger ha vinto per cinque volte consecutive, e che vincerà per la sesta e ultima volta – alla fine della competizione seguirà l’annuncio di Arnold del suo ritiro dal circuito di professionisti del bodybuilding.
Dicevo che non l’avrei probabilmente capito se l’avessi visto anni fa perché non avrei avuto un’adeguata cultura del culturismo. Direi oggi di essere piuttosto appassionato di cultura del corpo: per me è un hobby. C’è chi gioca a scacchi, chi fa collezione di farfalle, chi si dedica al fai-da-te, a me piace approfondire la biomeccanica degli esercizi, sperimentare routine (ne sto facendo attualmente una pazzesca, che si ispira ai principi di Bruce Lee), studiare la storia della cultura fisica, esplorare le teorie sull’ipertrofia, l’alimentazione e l’integrazione, etc.
Il bodybuilder è un uomo (e una donna) votato strutturalmente al sacrificio. Bodybuilding significa tirar su della ghisa mane e sera, pompare ferro (Pumping Iron è il grandioso titolo originale del film) fino all’esaurimento di ogni goccia di glicogeno, alla distruzione di ogni cellula proteica per forgiare, tornire, sviluppare, levigare, asciugare, proporzionare ogni singola fibra muscolare. E farlo chiusi in una palestra, giorno dopo giorno, serie dopo serie, carico dopo carico, cedimento dopo cedimento, in solitario sacrificio.
Uomo d’acciaio, questo magnifico e pionieristico reality show mascherato da tributo celebrativo ad Arnold Schwarzenegger (e viceversa), ci mostra per la prima volta la realtà scientifica dei pionieri della golden age del culturismo. Fatta di cicli scientifici sonno-veglia, allenamento-riposo, alimentazione e integrazione.
Sì perché non ci troviamo di fronte solo a degli atleti, ma anche a degli scienziati. Scienziati pazzi mi viene da dire. Siamo abituati a dare tutto per scontato, a prendere ciò che c’è come se ci fosse sempre stato, come se piovesse dal cielo. Invece sono stati loro i mad-doctor, sono stati loro a sperimentare sulla propria pelle, sui propri muscoli, con i propri errori e senza nessuno che gli dicesse cosa fare – anzi, come sempre accade ai pionieri, con tutti che li scoraggiavano e pronosticavano il loro fallimento.
E coloro che conosciamo successivamente come attori, in particolare attori del peplum (anche Schwarzi ottiene il successo con il peplum ipermoderno Conan il Barbaro ed esordisce con il peplum fracassone Ercole a New York – ebbene sì, proprio per quello che dirò poco sotto, io amo molto di più quest’ultimo perché – pur amando Conan e Milius – qui il muscolo è privo di qualunque carico simbolico-politico, è nudo, goethianamente esposto alla sua magnifica superficialità, alla sua totale apparenza, che è tutta la verità che c’è da conoscere) li scopriamo scienziati del corpo e dell’allenamento. Il sistema di allenamento splittato in due sessioni di Arnold ha fatto scuola come le superserie create da Joe Weider (il grande imprenditore della cultura fisica); i consigli di Schwarzi ancora oggi, a 35 anni di distanza, sono oro per chi pratica, come quelli di Steve Reeves o di Reg Park, innovatori nelle routine, nella combinazione degli esercizi e nella loro esecuzione. Per non parlare dei miei idoli assoluti, i veri pionieri della cultura fisica. Parlo soprattutto di quel gigante di Bernarr McFadden, atleta ed editore, che agli inizi del Novecento creò la prima rivista di cultura fisica, offrì le prime copertine con donne discinte che ambiguamente esibivano le nudità mascherandole da attività fisica (e viceversa), e dopo la prima guerra mondiale fu uno dei giganti del pulp, con le sue edizioni popolari che introdussero le “storie vere di uomini veri”. Nell’ossessione di McFadden per il corpo è riassunto tutto il significato salutista-spirituale-narcisista-morale del culturismo e del cinema. Basta pensare a quello che diceva sul cibo: “Il cibo è veleno – stai lontano dal cibo se vuoi stare lontano dal cimitero”; o basta sfogliare il suo manuale Vitality Supreme, dove dispensa consigli non solo per l’esercizio fisico ma anche per l’alimentazione, la respirazione, l’igiene personale e dentale.
O parlo di un maestro come Charles Atlas, alias Angelo Siciliano, originario di Acri, Cosenza, che emigrò negli States e divenne milionario, in piena crisi del ’29, con le sue dispense settimanali spedite via posta per abbonamento (lì sì che la posta ha sempre funzionato, cazzo!) contenenti il suo esclusivo programma progressivo di allenamento.
Gli esercizi che questi atleti e scienziati sperimentavano, praticavano quotidianamente e insegnavano erano senza carichi e si potevano fare ovunque: in camera da letto, in bagno, in sala da pranzo, in cortile. Bastavano due sedie, la sponda di un letto, un muretto, e il proprio corpo. Li conosco abbastanza bene e li pratico spesso: sono f-a-n-t-a-s-t-i-c-i.
Costoro sono gli uomini e le donne che hanno creato il benessere, sono i pionieri dell’individualismo solare e positivo, i folli visionari che hanno immaginato una realtà dove il corpo, anzi il fisico, manifestava esteriormente l’unicità e la forza dell’individuo nella società di massa. Una travolgente passione che ha contagiato le epoche, diffondendo nella vita e nel cinema il culto individuale dell’aspirazione ideale greca del corpo e dell’arte: armonia, bellezza ed equilibrio.
Questa gente è eroica, lo voglio proprio ribadire con un senso di liberazione, alla faccia di quelli che ancora si ostinano a pensare che ci troviamo di fronte a degli scimmioni siringati di steroidi. Ne ho conosciuti e ne conosco parecchi di culturisti e l’unico loro limite è probabilmente la loro consapevolezza. Schwarzi ce l’ha. E infatti è un campione. Un campione sbruffone e magnanimo, capace di grandi slanci di generosità come di un cinismo imperdonabile, che fiuta le debolezze dell’avversario (il mansueto e incredibilmente insicuro Lou Ferrigno, vessato per troppo amore da un padre ossessivo – il cuore di ogni reality!) e le utilizza per annientarlo psicologicamente prima che atleticamente.
Uomo d’acciaio è un poema epico che canta i suoi versi nella circolazione sanguigna e nell’ipertrofia, che non si esprime con le parole ma con le sensazioni più vive che solo chi vive può comprendere. “Sentire i muscoli che letteralmente scoppiano dalla pelle,” dice Schwarzenegger. Io l’ho provato, molti di noi l’avranno provato, e non c’è altra espressione possibile per descrivere quella sensazione. Il sangue che pompa nei muscoli, quel senso di vitale indolenzimento che si prova il giorno dopo una sessione bella pompata, la sensazione che i tuoi muscoli continuino a bruciare anche dopo gli esercizi (è l’EPOC, l’excess post exercise oxygen consuption, il consumo di ossigeno post esercizio, che continua a mantenere alto e dinamico il metabolismo e nelle sere di giugno come queste ti fa percepire sulla pelle la viva carezza dell’imbrunire).
Secondo me è l’essenza del cinema d’azione, o meglio di quel cinema d’azione (ognuno di noi sa qual è il suo) che si può amare solo muscolo con muscolo, fibra con fibra, cellula con cellula e la cui visione è già di per sé partecipazione, sessione atletica, adrenalina, testosterone, ormone della crescita, endorfina, quintessenza, illuminazione, puro presente, vita perfetta.
DVD-quote:
“L’essenza del cinema d’azione”
Jean-Luc Merenda, i400calci.com
Occhio che si seccano le palle! :)
Di cinema in questo pezzo ce n’è poco o niente, di amore tantissimo.
E la frase “Il bodybuilder è un uomo (e una donna) votato strutturalmente al sacrificio. Bodybuilding significa tirar su della ghisa mane e sera, pompare ferro (Pumping Iron è il grandioso titolo originale del film) fino all’esaurimento di ogni goccia di glicogeno, alla distruzione di ogni cellula proteica per forgiare, tornire, sviluppare, levigare, asciugare, proporzionare ogni singola fibra muscolare. E farlo chiusi in una palestra, giorno dopo giorno, serie dopo serie, carico dopo carico, cedimento dopo cedimento, in solitario sacrificio.” mi ha gasato tantissimo.
Vado a iscrivermi in palestra.
Occhio alle saponette
(Corre a Reinscriversi in Palestra con l’antologia di Nietzsche sotto il braccio)
Di cinema in questo pezzo ce ne è a pacchi, c’è l’essenza stessa della volontà che porta certi scriteriati a fare cinema anziché stare dietro uno sportello per 40 anni. Questo pezzo emana la stessa luce di un proiettore nel buio della sala. Grazie, Jean-Luc. Ora vado almeno a fare un giro in bici se no mi sento una merda.
Non ho capito se il tono celebrativo della rece è convinto o sottilmente ironico…
Spero la seconda perchè mi ricorda troppo la pubblicità AB-Pro di mediashopping.
Lo guarderò comunque perchè tempo degli spezzoni trasmessi in tv mi avevano incuriosito.
Se non ricordo male c’ era Scwartzy che mobbava di brutto Ferrigno: SPETTACOLARE!
O.T.: a proposito di pompare ferro…
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=a7l3okIqnCg&oref=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fembed%2Fa7l3okIqnCg
ok… scusatemi per la trollata…
Mega rispetto per Schwarzenegger, i culturisti del cinema e tutti i loro one-liner, però per quanto mi riguarda, in quanto ad intrattenimento nei film d’azione, arti marziali >> body building.
No.
Mi raccomando usate il pompa-addominali nel modo corretto, non così:
http://www.youtube.com/watch?v=BBkeDipq2CM
Guardate cos’ha beccato un mio amico! G-e-n-i-a-l-e!
http://www.youtube.com/watch?v=QLwjiN-16NE
Arnold is numero uno.
D’altra parte, se la gente sta ancora a fare l’Arnold press…
uno dei documentari più belli che abbia mai visto! soprattutto a livello sportivo è raro trovare del materiale simile! bellissima anche la rece!
Ammetto, leggendo mi sono sentito in colpa per essermi lasciato andare con l’allenamento negli ultimi mesi. Eh ma il lavoro…eh ma le ferie…eh ma la mancanza di voglia…eh ma un cazzo. Arnold guarda e scuote la testa. Sento tornare il sacro fuoco.
Devo immaginarvi così:
http://muscletime.com/index.php?view=image&format=raw&type=img&id=42071&option=com_joomgallery&Itemid=202
tutti unti in da shower? Brivido…
Ma lol
@Gus Quella si che è vera ACTION! :D Un pò retrò però ahah.
Boh. A me piace la pasticceria. Sono votato strutturalmente alla Saint Honorè.
Questo tizio è pura action: http://www.welovemercuri.com/images/muscolomania.jpg
Luc visto che sei un appassionato ti consiglio di passare ad una dieta di tipo “Intermittent Fasting” comunemente detta “IF”.. la seguo da diverso tempo ed è fantastica sopratutto sei hai problemi ad abbassare il BF…
ciau ;)
La passione merita rispetto, ma ciò che vedo esibito sulle copertine delle riviste di body-building nelle edicole è lontano anni luce dalla mia idea di bellezza e armonia. Sarà che anche in questo caso ognuno ha la propria.
@Ankel: Ottimo, ottimo, ottimo consiglio: molto molto molto interessante.
@Jean: occhio a non confonderlo con l’ “Intermittent Fisting”… Può essere molto rischioso!
Be’ quello lo pratico regolarmente… dopo 15 anni di libera professione in Italia non sento neanche più i manubri da 40 kg.
rispetto tutte le idee, ma per quel che mi riguarda action uguale movimento.
viva Sammo Hung, il panzone piroettante
team Sammo!!
Mah qui si parla dei protagonisti dei film action, a dire il vero l’essenza del film d’azione per me è l’azione stessa. Il bidi bodi è una delle varianti che può riguardare i protagonisti o anche altri personaggi secondari. Alla fine oltre alla consueta (anche se non sempre necessaria) sboronaggine, che sia un fisico estremamente muscoloso e/o un’effettiva abilità nel combattimento (anche un pò pseudo) a dare più peso al pesonaggio (di solito serve quando è sborone per renderlo più credibile) cambia poco, non è quella l’essenza. Anche perchè esistono molti film action dove il corpo non si usa in particolar modo e si va più di personalità. E molto più raramente (quasi mai a dire il vero) il protagonista è serio e credibile nel rapporto con l’azione.
E poi si il corpo offre possibilità che le persone che non se ne curano non possono conoscere.
Nonostante non apprezzi molti aspetti del bidi bodi (del resto stai lavorando sui muscoli ma il resto del corpo resta uguale, non è un lavoro equilibrato sul corpo) certi film che lo sfruttavano parecchio (tipo conan) li ho decisamente apprezzati. Altre volte non era necessario. Certe volte le arti marziali sono risultate anche più noiose di vedere un omone ipermuscoloso.
Sarà.
Io mi ostino a pensare che ci troviamo di fronte a degli scimmioni siringati di steroidi.
Alcuni dei quali inutilmente alfabetizzati.
Pompare steroidi anabolizzanti vorrai dire. Nulla in contrario e, pero gli effeti secondari sono devastanti quanto qelli primari. Tutti a parlare di quano Schwarzenegger sia muscoloso ma nessuno parla dei suoi 3 bypass.
“Schwarzenegger saved a drowning man’s life in 2004 while on vacation in Hawaii by swimming out and bringing him back to shore.”
ACTION CAZZO
Merenda, dimmi cosa pensi del metodo Lafay. Io ho letto il libro e lo pratico con sporadicità (cioè con la massima dedizione compatibile con la mia pigrizia).
Però mi sembra strutturato in maniera ragionevole. E non servono attrezzi particolari.
E dato che parliamo di uomini d’azione, il vero metodo per il fitness solista
http://www.amazon.com/Solitary-Fitness-Charles-Bronson/dp/1844543099
Che poi a prima vista sembra una stronzata e invece si rivela una lettura divertente, in parte filosofica e con buoni consigli sull’allenamento funzionale e l’alimentazione. Più Bronson per tutti!
92 minuti di applausi
Arf! Arf!
Allora: rece da diecielodissima. Come sempre. Ormai, senza Merenda, che Calci sarebbero ? E comunque siete da Pulitzer.
Mi permetto tuttavia, da umilissimo muscle trainer, di fare un micro appunto: i cosigli di Schwarzy non sono più tanto di moda. Non scherzo. Ad esempio: i deltoidi del suddetto erano, al tempo, un mistero per tutti: ovvero non si capiva come cazzo avesse fatto ad ottenere tanta massa e definizone proprio lì. Semplice: si era inventato un esercizio nuovo: La Arnold (o Ahnold se siete Democratici) Press. Un eserciZio bello peso. Peccato che sia emerso, qualche annetto fa, che quell’esercizio spappoli alcune connessioni ossee a livello di schiena. Problemi garantiti. Come anche altri esecizi che dagli anni 80 tutti facevano, fidandosi degli istruttori, e sbagliando. Insomma, la Arnold Press, non è sopravvissuta ad Ahnold.
Quanto al piramidale, invece, è l’unica cosa che davvero funziona. Ma farlo sia ascendente che discendente. Niente integratori, tanta verdura, tonno e un po’ di Thc post allenamento. Solo così potremo cambiare il nostro corpo trasformandolo in una bioinstallazione, cercando magari di fare concorrenza a Orlan.
Ultima osservazione: per le donne. Sono contrario che facciano BB, diventano dei mostri. Basta che facciano addominali, esercizi mirati allo sviluppo dei glutei (libere di esagerare), e un po’ do corsa. Basta, non devono fare altro. Cito ad esempio e modello Jenny Piotta, che è diventata giudice sportivo nazionale. E quanto a glutei è messa bene.
p.s.
i bypass dovrebbero essere 4. Uno per testicolo.
Visto ieri, devo dire che mi è proprio piaciuto anche se per motivi diversi rispetto a Merenda.
Personalmente avrei taggato le basette di Ferrigno e ci sono tutta una serie di perle da scompisciarsi…
Vale la pena vederlo anche solo per Scwartzy che recita nella parte di sè stesso ( non pensavo potesse sfoggiare sittante espressioni facciali e fa il bono peggio di R. D. jr in Iron Man) e Ferrigno che stronfia in egual misura sia facendo panca pesante che curl bicipiti con i pesi dei puffi.
La fede non si discute ma rivisto oggi, dopo aver scoperto l’esistenza di robe tipo “natural bodybuilding”, “hardgainer” o “predisposizione genetica”, ha sicuramente un sapore diverso.
Cmq il super-fisico da mister Olympia che sembrava “troppo esagerato” ai tempi, sembra quasi slanciato se lo confronti con quello degli “obesi” Ronnie Coleman odierni.
@Gigos
“Merenda, dimmi cosa pensi del metodo Lafay. Io ho letto il libro e lo pratico con sporadicità (cioè con la massima dedizione compatibile con la mia pigrizia).
Però mi sembra strutturato in maniera ragionevole. E non servono attrezzi particolari.”
Ne avevo sentito parlare ma non lo conoscevo, allora ne ho approfittato per prendere il libro: ho aspettato a risponderti per guardarmelo. Il metodo senza carichi è in sé a mio parere molto buono, come il lavoro essenzialmente multiarticolare. Del resto come diceva un tizio, aspetta che vado a vedere… Herschel Walker, per avere un fisico supersonico basta fare 1500 push-up al giorno e 3000 addominali – speriamo non di seguito! Però l’essenza è a mio parere usare il proprio corpo come carico e lavorare sempre con un approccio il più completo possibile, appunto multiarticolare (e i push-up, in tutte le loro forme, braccia larghe, larghissime, medie, strette, sui pugni, sui manubri, sulle dita, su sedie sono esercizi super-articolari), e infatti Lafay usa molto push-up e dip… Mi domando però perché complicarsi la vita stendendo barre tra sedie per i dorsali quando ci sono esercizi senza carichi molto più semplici e “in linea retta”, anche senza affrontare subito le trazioni. I principi sono quelli forgiati sul suo corpo dal grande Charles Atlas (tutte le varianti con push-up su sedie derivano da lì). Se ti posso consigliare un libro per me eccezionale, il libro del vero erede “filologico” di Charles Atlas, Bernarr Mcfadden, Earle Liederman e co., è “PUSHING YOURSELF TO POWER” di John E. Peterson. Seguo il metodo da ormai tre anni e non me ne sono mai pentito, eccetto una sola cosa: fare stretching!
@Harry Piotta: Sono assolutamente d’accordo con te – e devo dire che la tua competenza e la tua eloquenza non mi sorprendono ;). I principi e consigli a cui mi riferivo in merito ad Arnold validi ancora oggi, oltre all’aspetto della muscolazione, oggi certo più avanzata, e che muove dalla golden-age del culturismo, riguardano soprattutto i principi e l’atteggiamento verso il body building, che vengono fuori bene anche dal film. La massima concentrazione, la disciplina, l’atteggiamento mentale (e aggiungo la visualizzazione) per me sono dei valori importanti. Come quelli del più grande, Bruce Lee. Cito solo una frase di Bruce Lee che ho letto su “Muscle & Fitness” un paio di mesi fa e ho tenuto: “Sono sempre stato trascinato dalle circostanze, perché pensavo a me stesso come a una persona influenzata da condizionamenti esterni. Soltanto ora comprendo di avere il potere di governare le sensazioni della mia mente ed è questo potere che crea le circostanze”. Credo profondamente che quella del body building e delle arti marziali, così sviluppata, sia la vera filosofia di vita del nostro tempo, adatta per dir così, a questi tempi. Purtroppo Festival di filosofia o Milanesiane varie seguono sempre temi del cazzo, vaghi e astratti, come “La Verità”, “L’imperfezione”, “Il Desiderio”, “Il non luogo”, trattati da tromboni sempre più depressi e deprimenti che parlano e parlano e magnano e più parlano più magnano e più magnano più amano sentirsi parlare e moraleggiano e non muovono mai un dito che sia uno, flaccidi e avidi come Costanzo. Il che, per me che sono un filosofo e un kinestesico, è inaccettabile.
@Cleaned
“La fede non si discute ma rivisto oggi, dopo aver scoperto l’esistenza di robe tipo “natural bodybuilding”, “hardgainer” o “predisposizione genetica”, ha sicuramente un sapore diverso.”
Mi hai tolto il pensiero: non potevo farla troppo lunga ma l’ispirazione al modello greco dei nostri pionieri voleva alludere implicitamente proprio a un impossibile confronto con i prodotti della superscienza muscolare di oggi, con gente come Coleman o Jay Cutler che hanno delle vene che sembrano dei delle vene che sembrano dei cavi di funivia. Il mio fisico ideale poi resta sempre quello di Bruce Lee ;)
@Jean-Luc Merenda
Io voto il fisico alla Adkins, che sta proprio nel mezzo, tra lo scattante Bruce e il roccioso Arnold. Che poi è quel mix tra palestrato e ginnasta che mi colpì di Van Damme ai tempi.
questo pezzo mi ha fatto riflettere, per una volta, su un mondo che istintivamente scarto come superficiale ed edonista. C’è qualcosa sotto.
Anche se non mi spingerei ad accostare il body-building al concetto di “benessere”.
Ma sono certo che v’è dell’altro che non sono in grado di cogliere.
“Ultima osservazione: per le donne. Sono contrario che facciano BB, diventano dei mostri. Basta che facciano addominali, esercizi mirati allo sviluppo dei glutei (libere di esagerare), e un po’ do corsa. Basta, non devono fare altro. Cito ad esempio e modello Jenny Piotta, che è diventata giudice sportivo nazionale. E quanto a glutei è messa bene.”
Da gnorri del settore concordo! Mi piace il fisico atletico in una donna, ma quello ipermuscolato proprio no!