Ci vuole coraggio a intitolare un film horror Paura. Ci vuole ancora più coraggio a intitolarlo Paura 3D, come a crogiolarsi nella convinzione che aggiungere quella specifica sia ancora un punto a favore, un efficace trucchetto di marketing piuttosto che un repellente per spettatori.
L’ultima volta che sono stato al cinema a rivedere Quella casa nel bosco lo spettacolo è iniziato con venticinque minuti di ritardo, durante i quali sono state trasmesse reclame di squallidi motel sulla Paullese e di negozi di ottica con nomi imbarazzanti tipo Occhial House; e poi alcuni trailer, Chernobyl Diaries, 21 Jump Street e, appunto, Paura. Che, tra un «bella riga’», un «famose una canna» e donnine nude che corrono sullo sfondo mentre in primo piano un tizio che sembra uscito da un botellón in piazza Leonardo ansima terrorizzato, si chiudeva con uno dei momenti più incredibili della mia storia recente: la comparsa, bello in grande a tutto schermo, del titolo del film, presentato come
PAURA 3D ANCHE IN 2D
Fosse successo durante una puntata di Mai Dire Qualcosa avrei riso meno.
Ciascuno è legittimato ad avere le opinioni che preferisce sui Manetti bros. La mia è semplicissima: non mi piacciono perché ho visto qualche loro film e non ho apprezzato. Mi è piaciuto lo sforzo di (re?)inventare la fantascienza all’italiana con L’arrivo di Wang, ma la mia stima si ferma all’idea di partenza, visto che a conti fatti trattasi di film del cazzo che poteva chiudersi in venti minuti. A parte quello, il nulla. Non ho però nulla di pregiudiziale contro i due riga’, né vorrei che questo pezzo diventasse un processo alle intenzioni o un forum di discussione sulla vera o presunta disonestà intellettuale e creativa di Marco e Antonio. Paura (in 3D! Ma anche in 2D) è prima di tutto un film, e come tale va trattato.
Cominciamo quindi dalle cose buone contenute in questa pellicola del cinematografò:
1) A un certo punto finisce.
Bene, ora passiamo a quelle negative:
1) A un certo punto inizia.
L’idea di fondo di Paura è la stessa di L’arrivo di Wang: volemo fare er cinema de ggenere come nun lo se fa più in Itaja. Se con la fantascienza l’operazione era tutto sommato più facile, vista la carenza non totale ma comunque importante di grandi punti di riferimento nostrani, Paura fa un passo a suo modo coraggioso, visto che di slasher, dalle nostre parti, se ne sono più o meno sempre visti, e gli stessi Manetti non fanno mistero di voler omaggiare (tra gli altri) il Dario Argento pre-mantide – ingaggiando tra l’altro Sergio Stivaletti per trucco ed effetti speciali, tanto per ribadire che in Italia siamo sempre i soliti quattro stronzi che ce la contiamo su. Ma questo è ancora un processo alle intenzioni: di cosa parla, a conti fatti, Paura 3D? E soprattutto, fa paura 3D?
La storia è quella di tre zarri della periferia romana: c’è uno che si faceva urlare in faccia da Favino in ACAB e che fa la parte di quello che porta «la grema buona» e gira con la maglia di LeBron James, un tizio di Freaks! che suona il metallo e ha la maglia degli Slayer ma poi si emoziona quando trova la chitàra di Joe Satriani a casa del marchese (ci arriviamo), e l’immancabile ombrosissimo Sfighy, propenso alla paranoia e appena mollato dalla tipa che lo trova noioso.
Inciso: la tipa in questione, tempo su schermo trentacinque secondi, ha più carisma di tutto il resto del cast.
La svolta nella routinaria vita degli zarri arriva quando LeBron, di mestiere meccanico, si ritrova in mano le chiavi della Maserati del marchese Lanzi, scappato dalla città la vita l’amore le vacche a bordo della sua Rolls Royce d’epoca per trascorrere un weekend a Lontanopoli. Nella Maserati ci stanno pure le chiavi di casa del marchese. Che culo!
Capitolo marchese: è il più clamoroso esempio di miscasting dai tempi di Nolan che ha provato a spacciarci Katie Holmes per figa*. Qualcuno deve aver detto ai Manetti «vardate che Servillo è uno bravo» e loro hanno capito male e hanno chiamato il fratello scemo, quello degli Avion Travel. Potete immaginare la tensione che trasmette un cattivo con questa faccia.
Perché sì! Il marchese in realtà è cattivo. E lo scopriamo dopo circa cinquantadue minuti di film, visto che prima i Manetti si dedicano a quella parte di film denominata “costruzione dei personaggi” o anche “FAMO VEDE’ CHE SEMO ITAJANI”. E quindi assistiamo a:
• i tre che decidono di stabilirsi a casa del marchese per farsi le cannette – hanno appena comprato 150 roiz di moffo – e di dare una grande festa con le fighe per ravvivare la quale chiamano il loro amico DIGGEI NEBBIA. E OK
• i tre che si scolano a canna una boccia di Dom Perignon e frugano in cantina tra i bottiglioni di Sassicaia. «Anvedi che bono ‘sto sciampagne». E va bene
• i tre che giocano a Guitar Hero sul 50” del marchese. E… WTF?
Dopodiché, all’incirca all’altezza del Sassicaia e poco prima di Guitar Hero, il film svacca e non si riprende più. Semplicemente non è salvabile. Anche facendo finta che tutto quanto successo fino a quel momento non fosse un patetico tentativo di suonare “giovani” e “aggiornati” e “de borgata” – con tanto di immancabile contorno di hip-hop capitolino, «Roma è la mia città, nun succede mai ‘ncazzo, la ggènte», e ora non venitemi a fare la predica sul fatto che quella particolare canzone è scritta dal particolare talentuoso artista che esprime il disaggio dei Sette Colli meglio di qualsiasi capolavoro neorealista italiano, perché ‘sta roba del disaggio nel 2012 è ridicola, punto – anche facendo finta, dicevo, che i tre non siano dei cani maledetti ma dei veri attori, anche facendo finta che vederli accendersi un barnello dopo l’altro sia DAVVERO un modo per sentirsi in comunione spirituale con loro, anche facendo finta che sia realistico immaginare tre personaggi del genere che non bestemmiano mai manco una volta (eh sì, va proprio così, NELLA VITA VERA), la discesa in cantina (reale) di Sfighy coincide con la discesa negli inferi (metaforici) del brutto cinema.
Perché in cantina, dietro alle bocce de rosso da centocinquanta euri, c’è Francesca Cuttica. Nuda. Legata al soffitto. Tutta pazza. Magra come un chiodo. Urla. Terrore. Brandisce delle forbici. Dammi violenza flash dammi torpore flash dammi PEPPE SERVILLO CHE MI RASA LA PATATA. Lo shock factor di Paura nasce e muore qui, in una vagina inquadrata in primissimo piano (e in 3D! Ma anche in 2D!) mentre il cantante degli Avion Travel la accarezza voglioso e ci spalma della schiuma da barba per poi eliminare i peli superflui (nota a margine: un paio di millimetri sopra il clitoride ne rimangono un paio, ostinati, eretti). Dice «ma come ce semo arrivati alla cantina che er marchese era sulla Rolls?». La sequenza di eventi è la seguente:
il marchese se ne va in macchina
=> i riga’ organizzano la festa
=> la macchina del marchese se rompe
=> i riga’ scolano lo sciampagno
=> il marchese torna a Roma in taxi («Sono centocinquantatré euri»)
=> i riga’ se ne accorgono e provano a scappare
=> ma Sfighy è ancora in cantina tra le bottiglie
=> Sfighy trova la Cuttica
=> il marchese trova Sfighy
=> il marchese rapisce Sfighy e rasa la patata alla Cuttica che si chiama Sabrina nel film
=> gli altri due, che già avevano telato da mo’, tornano indietro per salvare Sfighy
=> hilarity ensues
Siamo a un’ora di film, e ancora non è successo un cazzo. Ma quantomeno la tavola è apparecchiata per un torture porn rape revenge slasher et cetera. E va proprio così! Solo che male. Malissimo. Inquadrature fighissime buttate nel cesso da attori cani. Tensione ammazzata da inserto di chitarre fintomeshuggah a caso. Servillo strappa con la tenaglia un capezzolo a Sfighy e tre minuti dopo Sfighy che nel frattempo s’è liberato si infila la maglietta e va avanti come se niente fosse. La tipa si riveste e comincia a mugolare e gemere (cinema di) a caso invece che assecondare i riga’ che vogliono farla scappare.
Ci sono decapitazioni e crani sfondati a colpi di pallettoni di fucile, eppure a nessuno degli spettatori frega né fregherà mai un cazzo di niente.
Perché i personaggi non sono interessanti – anzi, arrivano a irritare: che cazzo ti lamenti se il marchese ti impicca, sei tu che sei entrato in casa d’altri senza permesso, zarro di merda.
Perché la situazione non è interessante: si fanno continui accenni a orchi in cantina e a vere o presunte violenze e a mostruosità senza nome che non vengono mai veramente spiegate né contestualizzate – in questo senso il finale completamente privo di senso è un insulto al buongusto. Come insulto al buongusto è il fatto che le vicende sarebbero teoricamente ispirate al dramma di Natascha Kampusch. Ma su questo sorvoliamo.
Perché, soprattutto, la scrittura è talmente sciatta che il film potrebbe anche durare tre quarti d’ora in meno se solo non diventasse, a un certo punto, la miglior puntata di Piange il telefono dai tempi di So cosa hai fatto. Tipo: Sfighy è in cantina che ha liberato la tipa, gli amici sono su in macchina che lo aspettano, tutti e tre hanno un cellulare, nessuno si sogna di usarlo per chessò, organizzare la fuga in modo coerente e risolvere la situ in tre minuti netti.
Il vero inghippo è che non c’è molto da argomentare sul perché Paura 3D sia un brutto film: lo è e basta. È scritto male, con trucchetti narrativi che sarebbero sembrati vecchi nel 1978, recitato peggio, anche se a onor del vero come geme e mugola la Cuttica nessuno mai, e particolare più irritante è girato pure piuttosto bene. Ottima regia al servizio di una storia risibile e fastidiosamente troncata a metà: l’unica paura è doverlo, un giorno o l’altro, rivedere.
DVD-quote suggerita
«Un brutto film»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)«Rivitalizzami ‘stocazzo»
(Anonimo, cinemadigenere.com)«AAAUHAHUH MMPFF GNUUIII»
(Francesca Cuttica, cinemadigemere.com)
*questa mi sa che l’ho già usata.
Veramente esiste sta cagata di film? … Fa paura nel senso che uno lo vorrebbe veramente evitare ma per altre ragioni da quelle intese. Questo fa paura pur 2d si, ma anche solo a leggere la recensione fa paura, dopo la quale basta il titolo a fare paura.
Same old story, regia decente/buona, sceneggiatura che fa cagare meh…
Peccato un pò ci speravo
vabbè ragazzi, a me non è dispiaciuto, menatemi… è una delle cose più decenti fatte in italia che mi capita di vedere da un po’ di tempo. non è un horror, è un thriller da rai 2, ma avercene thriller così su rai 2.
comunque a me garbò anche Eaters quindi non faccio testo…
PreQuoto e sottoscrivo qualsiasi cosa scriva o pensi Schiaffi sul Film e sui Manetti.
su imdb l’unica nota della pagina di Pep Servillo è “fratello dell’attore Toni Servillo”… vi aspettavate qualcos’altro da premesse simili?
PS: non capisco poi perché merde umane come Gipi che fa film di merda di pseudofantascienza spesso vengano esaltate dalla critica in genere e i poveri Manetti che ci credono veramente vengano mazzolati sempre…
@joe: ti assicuro che se dovessi scrivere una rece di L’ultimo terrestre lo mazzuolerei tanto quanto.
Non basta crederci per fare un bel film, ahimè.
già, ma spesso qui sui calci sono stati esaltati film dove non succedeva un cazzo dall’inizio alla fine in virtù delle belle atmosfere o di non so quale cosa, poi sono gusti: io ho visto quei film e mi sono addormentato, qui bene o male ho retto.
Ora, se paura in 3d fa incazzare visto il 3d inutile sono d’accordo, se fa incazzare perché poteva essere gore quando gore non è dico ok, ma ci sono dei pregiudizi assurdi tipo Servillo. 1 non è un serial killer: è un semplice marchese perverso che chiama la macchina Piera, dunque doveva avera la faccia del tipo normale… il film è una storia comunque realistica, una specie di fatto di cronaca possibile, dove il vicino della porta accanto è un mostro e non lo sai. Poi ripeto, se lo cataloghi horror per 2 schizzi di sangue sbagli. Comunque sono opinioni, a me è piaciuto tantissimo anche Krokodyle di Bessoni quindi sono uno che va controcorrente in questi frangenti…
Tutto quello che dici è interessante ma non toglie che la sceneggiatura non regge neanche se la guardi da dietro il buco di una serratura coperto con del pizzo nero. Cioè dov’è la tensione se appena succede qualcosa di brutto i protagonisti hanno modo di salvarsi senza grossi problemi e invece fanno di tutto per complicarsi la vita? E SPOILER dov’è il senso del finale, alla luce di quanto visto prima? Cosa significa quello che la tizia blatera sull’orco, e la sua reazione omicida gratuita e insensata? Starebbe a me riempire i buchi e immaginare quello che manca? Come faccio, se mi mancano gli elementi?
Catalogalo come vuoi (posto che i Manetti sono i primi a dire «abbiamo voluto fare un film horror» e quindi), resta il fatto che anche come thriller di TÈNSION non funziona.
Oltre al cattivo gusto di fare un film basato su un fatto di cronaca come quello della Kampusch e trasformare la protagonista in un mostro assassino.
A dir il Vero tipo ieri becco in TV i vari critici italiani infilare la lingua in culo ai Manetti in studio e non staccarla ppiù, ” Fa Davvero Pauraaahhh”, ” La scena del Capezzolohhh”, “La rinascita del Generehhhh” “3dddi Sfruttato Benissssimohhh”, ma scherziamo ??? Poi qualcuno deve assolutamente spiegarmi come e perchè sta roba abbia una tal distribuzione…
per carità, le cose che dici sono tutte giuste (i protagonisti sono dei cazzoni immani) tranne quella dell’orco: infatti la cosa si spiega con i titoli di testa a cartone animato. Le vittime di rapimento vengono messe contro la famiglia (“a casa non ti vogliono più”) e specialmente se rapite durante l’infanzia con scuse assurde tipo “non andare su, c’è l’orco” che sfigato #1 pensa sia il marchese e invece è proprio un orco immaginario.
Poi se i manetti hanno detto “abbiamo voluto fare un horror” allora è un autogoal clamoroso…
Manetti bros? Pauraaahhh!!!
Dei Manetti bros ho visto solo Zora e Torino boys. Almeno lì c’era una colonna sonora “decente” e a Gruff che gli rubavano la vespa.
Se in un film ambientato a Roma ci deve essere una colonna sonora rap, può essere solo Colle der Fomento. Ma solo quello di odio pieno.
@joe: sì boh, quello che dici è anche vero, ma continua a non avere senso che questa qui SPOILER dopo la morte di Peppe diventi una specie di bambina di The Ring che si sposta tutta veloce e inquietante e fa i tracobbetti a Sfighy prima di copparlo con una coltellata in faccia. E poi, se davvero al piano di sopra c’è l’orco perché fugge per strada invece che rimanersene nascosta in cantina?
Non lo so, io ci ho provato duro a sospendere l’incredulità ma non è mica semplice.
aggiungo – Gipi sarà anche un uomo di merda, ma della scena fumetto al momento è uno dei migliori italiani. Se escludiamo i veterani.
Barman, io non discuto sui gusti, ma vorrei farti notare che nella scena del fumetto (di cui mi intendo più che di cinema) il caro Gipi sputa e sentenzia su tutto quello che non è intellettualoide e di provincia, ed è per questo che a Lucca come in altre comic expo di esordienti italiani vedrai solo suoi cloni intellettualoidi e vedrai bandita la FANTASCIENZA e l’ HORROR. In pratica vedrai bandita la fantasia.
Questo OT cmq è dovuto al fatto che il fumetto italiano è uguale al cinema italiano, in mano a cialtroni che si credono “autoroni”… poi non si deve pretendere che i prodotti di genere escano con un “meh”.
@joe: il mio discorso era più simile a “se sa fare i fumetti che faccia quelli e basta”. Poi non volevo andare troppo off e non sono entrato in merito di cosa penso di lui veramente e della scena fumetto che seguo. Personalmente gli unici fumettisti italiani che stimo veramente sono solo Mattotti e Toppi. Chi fà le illustrazioni su Internazionale e fa l’autorone figo (quotandoti) può anche andarsene aff… scusate l’off topic
Ecco, ci siamo, il processo alle intenzioni :-(
Io non seguo il fumetto italiano, non conosco il mondo dei fumetti, non ne leggo né mi piacciono particolarmente, di Gipi so solo che fa le illustrazioni su Internazionale e per il domenicale di Repubblica…
… ma qui si parla di film, e L’ultimo terrestre è un pessimo film.
Il resto non mi permetto di giudicarlo, ma visto da fuori assomiglia molto a una guerra tra poveri, correggetemi se erro (risposta: «Sì, erri, come potter!»).
Sarà che il post è assai bello e divertente, ma a me è venuta una mezza voglia di vedere il film. Del tipo che se mi pagassero il biglietto ci andrei.
Forse non tutti sanno che: non avevo mai sentito usare il termine “barnello”
@Kurofawa
ma guarda non ho assolutamente niente da dire dato che evito tutto cio’ che riguarda film/tv/musica from italy, la reputo tutta una gran merda senza ispirazione ancorata ancora a canoni di 50 anni fa. Basta fare un giro su youtube per vedere che corti della madonna tirano fuori dagli altri paesi. Noi invece cosa? Regazzini che pensano di fare i simpaticoni e tizie inutili con i loro video del cazzo su cosa hanno comprato da harrods…mah…perplessità…
Dai eh, tutti sti fighetti neo registi, attori, tecnici del suono… si potrà che non sono capaci di fare un’ostia di decente? Vabbè che siamo un paese che impazzisce per truce baldazzi e non si incula di striscio chi fa musica vera…
Cmq, non so se questo corto lo conoscete, ma a che roba fanno con 2 lire:
http://www.youtube.com/watch?v=AYVAf37JYvE
ma pensate che sul il MATTINO il critico V.Caprara(Quello che va pure a cinematografo per dire) era entuasiasta di sto film!!!! Infatti quando ho letto l’articolo ho fatto sta faccia qua.. -_-
Manco morto ci credo che è guardabile come film!
ma gia il nome dei registi.. MANETTI BROS… ma che cazz!So rimasti a supermario sti qua
Parlare del cinema di genere (e “gemere”) italiano e’ sempre un imbarazzo. Si fa poca roba e la si fa brutta, e che fai? Privilegi l’onesta’ critica di stroncare le cose fatte male? O sostieni cose brutte nella speranza di incoraggiare autori e produttori a insistere comunque e magari, col tempo, tirare fuori qualcosa di decente? E poi: da una parte le sceneggiature orribili le abbiamo sempre avute (i pregi di Argento e Fulci erano notoriamente altrove), e dall’altra verso la recitazione in italiano siamo dieci volte piu’ sensibili, perché a differenza delle lingue straniere abbiamo un termine di paragone nel vissuto quotidiano e le cose ci mettono pochissimo a suonarci istintivamente false/forzate, in sfumature di cui in un film coreano (ma anche americano) non ci accorgeremmo mai. Questo per dire: hanno ragione a loro modo sia Stanlio che Joe. Da parte mia non odio nessuno a prescindere e sono generalmente disposto, in casi disperati e che ho a cuore come il nostro, anche a lodare le intenzioni aldila’ del risultato (con i dovuti distinguo). Ma quello che non sopporto e’ la pigrizia, e quando leggo di “trucchetti narrativi che sarebbero stati vecchi anche nel 1978”, senza nessun altro aspetto del film che riesca a rimediare, mi viene male. I Manetti hanno avuto il grande merito di essersi fatti un nome sufficientemente grosso in un campo difficile per farsi produrre cose come questa, ma non e’ una scusa per nascondercisi dietro e fare cose tirate via. Voglio dire, almeno avessero un pubblico all’estero… e NO, a dispetto delle voci che vengono messe in giro, non hanno un pubblico all’estero.
La totale malafede di questa recensione (recensione..vabbé) è dimostrata dal giudizio su Peppe Servillo, non solo bravissimo, ma che già in passato ha dimostrato di essere un ottimo attore. Al di là di certe incongruenze tipiche da film horror e la presentazione dei 3 ragazzi abbastanza puerile, il film ha almeno 5 motivi di interesse:
1) ha un ottimo 3D, in totale controtendenza rispetto al genere, per dare profondità e non per lanciare oggetti o schizzi di sangue
2) Dice cose non banali sul rapporto vittima-carnefice
3) Mette al centro dello schermo il corpo, a dispetto del cinema para-teelvisivo tipicamente italiano
4) Ha una dimensione volutamente provinciale, cosa che gli da una sua tipicità ed è stata la chiave dei migliori horror degli ultimi decenni (dagli spagnoli ai giapponesi, passando per l’australiano Wolf Creek)
5) è morboso come dovrebbe essere un film di questo tipo: la scena della depilazione è da applausi.
Io mi sono divertito, e non chiedevo di più a un film da 4 soldi come questo, e invece mi sono trovato persino degli spunti interessanti. Poi a sputare son tutti bravi, soprattutto se passa il primo Stanlio Kubrick di ‘sta cippa… roba che ti vien quasi voglia di dar ragione a Mereghetti (ho detto quasi non esageriamo…)
il primo Stanlio Kubrick di sta cippa dovrebbe essere la firma della DVDquote
La totale malafede del commento di Bijou è dimostrata dal giudizio su Stanlio Kubrick, non solo bravissimo, ma che già in passato ha dimostrato di essere un ottimo critico (tradotto: quelli della produzione del film e relativi amici sono pregati di stare alla larga se non sono dotati di un minimo sindacale di sportività e maturità, grazie)
comunque ve lo dico spassionatamente: la fica rasata è una evoluzione: nei film anni settanta era tutto un fica pelosa di qui fica pelosa di là. peppe però poteva fare di meglio e rasarla tutta, non lsciando l’odiosa ricrescita nei punti più insidiosi.
Insomma, horror, thriller, secondo me è un film di sci-fi(ca)
@joe:
vedi la differenza con le produzioni mainstream? Fosse stato un film usa avrebbe lasciato la basetta brasiliana..
è per tutto questo che leggo quotidianamente i400Calci.
Grazie
@ Barman&Tobin:
Se veramente stimi solo Toppi e Mattoti, posso chiederti per quale strana congiunzione astrale sei su i400calci che sono tipo la cosa più lontana da quel tipo di sensibilità?
“A un certo punto finisce” è genio puro. Chapeau.
Il film dei Manetti fa cacare a manetta. Ok, scusate ma dovevo farlo.
@slum king: bella domanda, potrei chiederti lo stesso visto che sai di chi si parla.Quello che mi piace è che nei400 c’e’ tanta gente che ne sa.
Comunque, sensibilità a parte dei due artisti citati, c’e’ anche altro che stimo… ad esempio aspetto fiducioso il film di 100 bullets per leggerne un giorno la recensione qui :) Ma basta fumetti, Stanlio si incazza.
Vabbé ma io non è che stimo “solo” Toppi e Mattoti, sennò sarei su ondacinema mica su i400calci.
@barman, @slum, grazie per la stima, abbracciamoci
Ma la patata è sua della Cuttica o di una controfigura?
Tipo finto culo di finta Freida Pinto di Immortals?
Mentre leggevo, non mi schiodavo dalla testa l’appunto mentale: “Cazzo, ha sbagliato a scrivere il titolo!”. Sono arrivato alla fine, e non ho potuto che esclamare: “Fottuto genio!”.
Vi stimo.
In tutto ciò nessuno mi ha ancora saputo spiegare cosa ci faccia un 50” con l’Isbos, Guitar Hero e due controller in casa di un marchese cinquantenne single.
Stanlio, allora te lo spiego io: un mio amico a lavoro è circondato di maniaci del rally che collezionano autombiline giocattolo. A lui non frega un cazzo del rally ma si è così ammalato di collezionismo da comperarne su ebay una serie intera. Il marchese è malato di collezionsmo di qualsiasi genere, lo dimostrano le chitarre, ma l’unico modo che ha di suonare è con guitar hero e i doppio controller è un fottuto vezzo da megalomane.
Io da piccolo ero un asociale ma avevo in casa Hero Quest e L’Isola misteriosa della Hasbro. Mi spieghi con chi cazzo ci giocavo? :D
Magari pure con l’online scaduto.
@joe: sto male, la tua interpretazione è bellissima e la faccio mia seduta stante.
@Lazy Rebel: a occhio è la sua, no controfigura, no cazzate. Se solo la signorina pesasse più di tredici chili sarebbe la mia nuova passione erotica.
(scherzi a parte, è bravina la ragazza)
E comunque avete sorvolato tutti su un altro particolare importante: il vero fratello del metallo che si gasa quando trova la guitarra di Joe Satriani. REALISMO! IL PAESE REALE!
Visto. E ‘ stata una delusione totale, la scena della depilazione mi ha lasciata indifferente. Ci sono cortometraggi italiani girati con due lire e realizzati meglio http://www.youtube.com/watch?v=-HkC-PyN824
220 sale e 80.000 euro di incasso, questo è un vero bagno di sangue
il tuo resoconto è encomiabile. mi sono divertita un mondo a leggerlo. c’è da dire che i Manetti Bros sono stati pompati dappertutto. ne senti parlare in TV, sul web, nelle recensioni, come se fossero dei geni mistici. penso invece che dietro ci sia solo una bella operazione di marketing e di compassionating (ovvero, c’è un tizio che ha creduto in loro e li aiuta, infatti sia Wang che sto Paura sono costati una follia, rispetto ai vecchi lowbudgetfacciamociaiutaredalvicinocherecitagratis). Quindi diciamo che anche loro han trovato la puppaiola da puppare, che puppino allora, ma io di spendere euro per andare al cinema a vederli, non ci penso per niente.
Sicuramente per curiosità lo guarderò, daltr’onde film italiani horror se ne vedono talmente pochi che ci si prova comunque….
Vi avevo anche proposto di dare un occhio a questo: http://www.holomodor.com/
attualmente in fase di ricerca distribuzione….
Secondo me una guardata la merita sicuramente…se vi interessa fatemi un fischio !
“Tuttavia Cuttica ammette di aver posto una condizione: l’uso di una controfigura, è un’attrice porno, tal Betty P, nella scena cruciale in cui il marchese rasa con cura certosina il pube di Sabrina, il tutto ripreso quasi in primo piano, scelta audace nel cinema italiano, non fosse altro per il timore di incorrere nel divieto ai minori di 14 anni, puntualmente imposto ieri pomeriggio dalla commissione di censura. «La verità? Sarei entrata nel panico. Sono una donna timida e riservata, ho dovuto forzarmi per stare nuda tutto il tempo e in quelle condizioni. L’intimità più intima no, sarei arrossita per l’imbarazzo, avrei rovinato tutto» confessa. Si può capire.” da cinemamonitor.it
@ a.: dannate controfigure! :)
Dei non mi era dispiaciuto piano 17, non hanno brutte idee ma tutti i loro film sembrano fatti per la tv, sono il compendio dell’italianità….No, non era un complimento
triste che italianità e made in italy sia diventato sinonimo di bruttezza e scarsa qualità
Inoltre vorrei dire che la scena della depilazione è stato un cult nel libro di Mishima “Il sapore della gloria” del 63, dove c’è la scena del ragazzo che guarda con bramosia la donna che si depila per incontrare poi l’amante. Forse Marco Manetti è rimasto turbato nella sua adolescenza da tal visione, visto che nell’intervista sul sito ribadisce la morbosità intima della cosa, rivendicandola come un atto che viene dall’anima nera. Okey, manco la rasatura è originale, c’è altro? saluti
è il caso di dire “Cottuca alla vaccinara”
ma con un primo piano della patata mica si vedeva che arrossiva.
magari le arrossiva la patata (che -pensandoci bene- avrebbe aggiunto realismo alla depilazione creando l’effetto pube irritato)
Curiosamente (no) ho avuto la tua stessa esperienza, re: trailer sparato a buffo in mezzo a chili di Chernobyl Diaries e di Texas: Le Paludi Della Morte subito prima di una proiezione in ritardo di “Cabin in the Woods”.
Quando però è uscito il titolo ho solo pensato fortissimo questo:
http://www.youtube.com/watch?v=3nHV6MAA1K8
Lammerda vera, filtro rosa spalmato su tutta la pellicola, che la rende inguardabile. Ma poi perchè il rosa??
Anche gli effetti sono pessimi, tipo la testa decapitata, su cui si insiste con l’inquadratura, per offrire più tempo allo spettatore per chiedersi “perchè sto guardando sta cagata?”.
Gli attori cani, in altri film non mi sono risultati così cani, quindi mi viene da incolpare anche per questo i registi.
La colonna sonora non è malaccio e ci fa ascoltare brani di band dell’underground metal nostrano, ma dire che sono simil messuggah è come dire che i manetti sono dei simil Polansky.
Continuo il mio passatempo pre-vacanze preferite, ovvero fare commenti su film vecchi, visti in ritardo e che nessuno probabilmente leggerà.
Ho visto questo film “grazie” a Sky on demand. Bene. E’ una merda ed è noioso oltre al tollerabilmente noioso (dura un ora e 40 mi pare, se durava 75-80 minuti era meglio tanto per iniziare). Gli appunti sono solo: gli attori non sono poi così cani (in Manetti ho visto ben di peggio), anche Servillo diciamo male ma non malissimo. E questa è l’unica nota positiva.
E’ scritto a cazzo: nella prima parte la giustificazione a tutto ciò che fanno è “cazzo ce frega, famolo comunque” per far vedere sti tre buzzurri che fanno il bagno in piscina, bevono lo sciampagne der marchese, se fumano a crema condito da dialoghi stile Puttanic (Dj Nebbia?? L’han copiato da Beverly Holes probabilmente, quando Dylan chiama gli amici alla festa) e soprattutto, come dice Stanlio, giocano a Guitar Hero del marchese e a un robo formula uno del marchese, che c’ha tipo 60 anni e non dovrebbe avere Guitar Hero e una Playstation in un mondo normale ma “vabbè cazzo ce frega, famolo lo stesso”. Poi la chitarra di Satriani ma tanto non c’è un ampli… Sticazzi aò…
Poi arriva il marchese e il film era meglio prima, quindi ho detto tutto.
Il protagonista sfigato è uguale a Bonucci e questo aggrava la situazione.
mai piaciuto nulla di loro e bene ho male ho dato uno sguardo a tutto, oltre ad evere una confezione dei film televisiva trovo girino pure come dei novellini, giusto per una fiction sulla rai si distinguono ma solo perché la concorrenza è pietosissima. In tutto questo l’ultimo loro film “Son e Napule” non è malaccio, anzi, si può dire, è pure carino, certo porta in seno tutti i limiti prouttivi che lo generano però si destreggia bene e ha dei buoni interpreti. Carino veramente.