Ormai è l’8 agosto e siamo ancora tutti qui a scrivere e a leggere i 400 Calci. Io sono piuttosto contento, tanto vi ricordo che essendo io sposato con Olivia Wilde Kar Wai, ho di che passare il tempo pur non andando in spiaggia a fare il tuca tuca con voi altri babbei. Anni fa, anche se ancora non esisteva questo fondamentale sito, la mia vita non era molto differente: certo, io e Olivia ancora non eravamo sposati, eravamo dei semplici e teneri fidanzatini, ma per il resto era tutto uguale. Più o meno durante l’agosto del 2004 brancolavo tra i portici di quella città già citata dai Uochi Toki nella canzone dove dicono di averla già citata. E come i miei amici anziani andavo al cinema a tutte le ore per beccarmi un po’ di refrigerio. Perché una cosa è chiara: a me del cinema non me n’è mai fregato un cazzo, ma mi piace farmi venire delle coliche per il freddo ad agosto in sala. Mi bagno i capelli marmottati, mi prendo una cochina gelata, mi siedo in sala un po’ sudatino, mi metto sotto uno dei bocchettoni dell’aria condizionata e poi sto male. Come sto bene quando sto male! Questo per me è il cinema. E mi ricordo che durante quell’estate del 2004 mi imbattei in un film horror francese piuttosto bizzarro che mi rimase in mente per uno e un solo motivo: quella gnocca di Virginie Ledoyen NUDA. Adesso metto link e taggo, così facciamo traffico che secondo me nel mondo è pieno di gente che l’8 agosto è in mutande davanti al computer a cercare su google Virginie Ledoyen NUDA. Ma come mai era uscito nelle sale uno strano film horror francese di un regista sconosciuto? Sempre per la bella Virginie Ledoyen, che due anni prima avevamo visto tutti al cinema con la borsetta sotto braccio in 8 Donne e Un Mistero (“che spasso acculturato!”) e due anni prima ancora in quel film dimmerda che era The Beach. Che uno vede The Beach, esce e pensa: “Ma veramente c’è Leonardo Di Caprio che tira un pizza in fazza a uno squalo? Ma veramente Virginie Ledoyen è così bella?”. Vabbeh, stavamo dicendo: mi vedo nell’agosto del 2004 questo strano film horror con Virginie Ledoyen NUDA che si intitola Saint Ange e un po’ pensai: “che cazzata”. E un po’ pensai: “questo è un po’ morbosetto, eh?”.
Nel 2008 c’era gente che correva impazzita con le mani nei capelli, ti guardava fisso negli occhi e, con l’aria tutta stralunata, ti chiedeva: “Hai visto Martyrs?”. Tutti sconvolti per questo film francese che “guarda, io non ho mai visto un horror del genere”. Allora io torno a casa, tiro una pacca sul culo a mia moglie Olivia (sì, nel frattempo c’eravamo sposati) e poi vado a controllare di chi è questo film horror definitivo, il più incredibile horror degli ultimi 160 anni, guarda, non ho mai visto un film horror del genere, tu non ti rendi conto, oddio! Guardo e scopro che è di Pascal Laugier, lo stesso regista di Saint Ange. Cavolo, penso, quello del film che c’era… Cosa c’era in quel film? Boh. Un ospedale? Un orfanotrofio? Una balera di liscio del ferrarese piena di ciccioli zonbie? Ah, no! Era quel film con Virginie Ledoyen NUDA! Bellissimo! Cià, che mi vedo anche questo Martyrs. E Martyrs è un buon film horror con, a mio avviso, un po’ di cazzate in più del dovuto e qualche difetto, ma con effettivamente una buona pacca. Attenzione, però! Potrebbe NON essere il miglior horror di sempre e potrebbe anche NON essere il film più terrorizzante di semprissimo che poi lo vedi e muori. Cioè, a me continua a sembrare un po’ esagerato considerarlo come un capolavoro, ma ha effettivamente i suoi meriti. La cosa chiara è che il signor Pascal Laugier ha occhio per le belle ragazze e che soprattutto si diverte a farci di tutto. L’accanimento fisico nei confronti della povera Virginie Ledoyen del primo film è veramente poca cosa rispetto a quello che accade alle due protagoniste di Martyrs, Morjana Alaoui e Mylène Jampanoï. Si va oltre, si raggiunge il grado massimo di esposizione fisica del dolore fino al raggiungimento della sublimazione mistica. Allo spettatore non importa neanche più se le due attrici si vedono NUDE o meno: Laugier va oltre e ce le fa vedere nella loro nudità totale. Ce le mostra distrutte e impotenti di fronte a un dolore insostenibile e inaffrontabile. Martyrs è una fucilata in fazza a bruciapelo e, ripeto, pur non essendo il film dell’orrore che “minchia, l’ho visto e dopo due settimane mio cugino è morto”, lancia il nome di Pascal Laugier nel gotha dei registi horror da tenere d’occhio.
E il passo successivo è il film a produzione americana. Il film in question è The Tall Man ed è prodotto dalla Image Entertainment. Prima c’era stato il progetto:”Ué, Pascal! Ho capito! Te hai fatto un film sul dolore! Eccoti pronto il remake di Hellraiser!”, ma il nostro s’è tirato indietro (cosa che è un po’ la moda del momento. Vedi i pacchi tirati da Patrick Lussier prima e da Alexandre Bustillo e Julien Maury poi) e poi ha deciso di fare questo The Tall Man. Il film è scritto e diretto dal nostro amico Pascal e, come primo dato interessante, ha come protagonista la nostra cara amica Jessica Biel. Parlo piano che mia moglie Olivia è un po’ gelosa, ma quando uscì il remake di Non Aprite Quella Porta io e Jessica ci frequentavamo. Io la obbligavo a farsi il nodo alla maglietta bianca appena sotto le tette e a camminare al rallentì con qui jeansetti un po’ così. Lei, per contrappasso, mi obbligava a portarla alla Borsa del Fumetto per vedere i commessi appena assunti che trattano malissimo l’insostenibile proprietaria. Che vi devo dire: Jessica c’ha quel fetish lì. La nostra storia non è durata moltissimo, ma è stata molto intensa. Poi Jessica mi è un po’ scomparsa dai nostri film preferiti. La ricodo in Blade Trinity dov’era veramente da attacco cardiaco, nell’A-Team dove non faceva praticamente un cazzo e in The Illusionist dove guardava Edward Norton che quando si concentrava per fare i suoi numeri di magia sembrava sempre sul punto di fare la cacca. Non che abbia lavorato poco, Jessica, eh? Faceva altri film. Ha fatto le sue commediole, ha flirtato con Justin Timberlake, ha preso parte a dei film grazie ai quali l’internet oggi è un posto con delle gif migliori, ma non l’abbiamo più vista in un bel film horror. Meno male dunque che dalla Francia arriva un bastimento carico carico di… Pascal Laugier.
Jessica Biel di lavoro fa l’infermierina. Lavora in uno di quei pesini americani tipo sulle montgne rocciose in cui l’abitante medio ha quattro figli da sua cugina, ha sette denti in tutto, beve il liquido antigelo del suo van, ha la barba incolta, le occhiaie e morirà a 35 anni se tutto va bene. Lei, una delle più grosse patate del Paese (inteso non come piccolo paesino di provincia, ma come Stati Uniti tutti), vive lì e fa l’infermierina. Nessuno è sconvolto che ci sia Jessica Biel con il maglione di mia nonna e i capelli con la coda del terzo giorno in un posto dove la seconda più bella ha un occhio di vetro con cui può guardarsi tutto il giorno la sua gamba di legno. Nessuno si preoccupa più di tanto perché in questo buco di culo di posto c’è un problema ben più grave: spariscono i bambini. Sì, c’è qualcuno che rapisce i bambini. I bambini si vedono che corrono biondi e felici in un campo di macerie e poi, zac, non ci sono più. Spariti. Rapiti! Da chi? Da The Tall Man. C’è un boogey man, un uomo alto e col cappuccio che rapisce i bambini che poi non vengono più ritrovati. Il film inizia con la povera infermierina Jessica in ospedale. C’è una che le sta estraendo delle schegge di vetro dal mento, dalla fronte, dall’occhio. Jessica è tutta distrutta, insanguinta, devastata dal dolore fisico e mentale. Fisico perché c’ha le schegge ovunque. Mentale perché si capisce che le hanno rapito il figlio. Poi una bella didascalia ci riporta a 36 ore prima e ha inizio il film.
Impossibile raccontare di più di questa prova americana di Laugier senza rovinare la sorpresa allo spettatore. The Tall Man è infatti uno dei film con il più alto numero di colpi di scena del cazzo che io abbia mai visto. Dopo il primo quarto d’ora di film è un continuo ribaltare la situazione per sentire lo spettatore fare: “Noooooooooo! Ma veramente?”. Solo che a me dopo un po’ non me ne fregava più un cazzo. The Tall Man non ha nulla di quello che sarebbe stato lecito aspettarsi dal film dopo Martyrs di Laugier. L’unica cosa che rimane è l’accanirisi nei confronti della donna protagonista del film che, per un’ora e mezza di film, ne passa più del povero Will Coyote. Il resto è un filmetto eccessivamente complesso che si perde via in inutili ed eccessivi complicazioni narrative che rischiano di far diventare il film una versione leggermente più tosta dei filmetti della serie “Quando il Giallo si tinge di Giallo” di Rai Due. Manca la tensione, manca lo spavento (fatta eccezione per due o tre momenti bu bu settete) ma soprattutto manca quella pulsione verso un male indicibile e irrappresentabile che era possibile rintracciare nei due film precedenti del regista. Il problema è che ci si aspetta qualcosa di grosso da The Tall Man. Ci si apetta di rionoscere una mano autoriale, ci si aspetta di vedere portato oltre il limite del visibile e del sopportabile. E invece tutto si riduce a una serie di colpi di scena più o meno utili, a un personggio come “la ragazzina traumatizzata muta che comunica attraverso un quaderno di disegnetti inquietanti” e a una serie di finali che manco nel peggior drammone coreano. E Jessica c’ha sempre il maglione di mia nonna e i capelli sporchi. Peccato. Ma c’è anche la possibilità che Martyrs fosse stato leggermete sopravvalutato.
DVD Quote:
“Dall’invisibile autore di Martyrs ”
Casanova Wong Kar-wai, i400calci.com
“Ma c’è anche la possibilità che Martyrs fosse stato leggermente sopravvalutato.”
Senz’altro. Anzi, senza il “leggermente”.
Grazie…di cuore per le GIF di Jessica Biel, internet è davvero un posto migliore
Nonché un gusto sadico per sceglierle con nomi del cazzo che non puoi ricordarti a memoria e quindi per cercare “[nomeattrice] hot bikini” su Google Immagini devi ridurti al copiaincolla!
non ho capito se sto film è appena uscito al cinema o è vecchio? mi viene da dire appena uscito al cinema perchè a te piace andarci d’agosto (e quindi l’hai appena visto) a buscarti la febbre… ma ho paura di sbagliare
Ah ci tenevo a farvi sapere che il titolo italiano ufficiale di questa roba è I BAMBINI DI COLD ROCK.
Non riesco a fare a meno di immaginarmi il boogeyman come il piccolo Riccardino Fuffolo…
Sopravvalutato forse sì, ma la rappresentazione del dolore di Martyrs ha pochi eguali nella cinematografia horror degli ultimi anni.
E, rispetto a questa cialtronata, più che un capolavoro sembra la botta di culo di un regista che in realtà brancola ancora nel buio.
Pensa che credevo che fosse un film sullo spilungone di Phantasm!
Mi ero esaltato un sacco al punto che poi neanche le SISE di Jessicona mi hanno consolato.
Comunque:
La foto del vecchio ignudo li sopra pare una citazione della copertina di “Countdown to exctinction” dei Megadeth.
http://tinyurl.com/btwjrwr
Il logo del film è un plagio di quello di Darkman.
http://tinyurl.com/c2o4uav
Così, per la cronaca.
@Darth Ho pensato anche io subito a uno spin-of ma poi niente, sta raoba, che peccatto.
http://1.bp.blogspot.com/_37aJoolxtXo/S9hH6hr-z1I/AAAAAAAABqs/orFOyvCgXYs/s1600/jessica_biel_15.jpg
@Darth: non solo Darkman, vogliamo aggiungerci anche Alan Wake?
@ Stanlio
Eh ma Alan Wake, leggo la data ora, è a sua volta un plagio di Darkman.
Che bello Alan Wake (non centra nulla ma volevo dirlo). Martyrs sopravvalutato parecchio. A me ha gasato solo la prima parte trucidona, la seconda misticheggiante mi è sembrata una paraculata che LEVATI e al cinema verso la fine ero schifato. Cosa fai l’intellettuale? continua a macellare ragazze nude che ne guadagni in onestà. Su questo comunque mi è venuta curiosità ugualmente proprio per la NON fotta che avevo per Martyrs (A L’interieur gli cagava in testa).
Fine.
@vespertime
Ecco, invece per me A L’Interieur è l’esempio perfetto di film sopravvalutato.
Vabbè, pareri, tanto Calvaire per quanto mi riguarda regna ancora incontrastato.
Non dite nulla su Alan Wake per favore, lo sto giocando in questi giorni afosi.
Vidi Martyrs al FrightFest, con regista e attrice presenti. Mi rimase impressa la risposta di Laugier a una domanda dal pubblico: “Come hai fatto a preparare le attrici a un ruolo così intenso?” “Ho consegnato loro il copione e le ho lasciate libere ognuna di prepararsi come volevano, non mi sono voluto immischiare”. Il film mi piacque un casino, ma votai anch’io immediatamente per la botta di culo.
@Nanni
ecco, appunto
allora auguriamoci non si immischi mai più, d’ora in avanti…
Bisogna chiarire un punto fondamentale: una con quelle tette micragnose lì non può essere mai fica, o figa, o hot o strappafiletti. Detto questo Tall Man è cacca
Invece per me Martyrs è una merda. Totale. L’ho visto per inerzia. Ma forse non l’ho nemmeno visto. Diciamo: mentula canis.
Comunque sono un babbeo al mare. Faccio il bagnino come tutti gli anni. E a sto giro ho fatto ottime entrate… A gamba tesa ;)
…comunque, averceli in Italia film come Martyrs, A l’interieur o Alta tensione (per me meritano tutti 7/10)…se poi penso che Shadow è stato spacciato come rilancio del cinema di genere italiano…
Per quanto mi riguarda Martyrs, assieme a The descent regna incontrastato in testa ai migliori horror degli ultimi anni, questo quindi lo aspettavo con la fotta anche se il trailer mi lasciò abbastanza perplesso, con una spiacevole sensazione da ciclo alta tensione di italia uno. A ‘sto punto m’è un po’ scesa la catena.
The descent è davvero un gioiellino, lo avevo giusto citato in un altro commento…
Martyrs Descend, mah. Pur volendovi un discreto bene non vi capisco. Sui film horror mi lasciate secco. Per me queste sono due amenità degne di nessuna nota. Da dimenticatoio. Roba girata mentula canis da gente sorda e cieca, specie Martyrs.
Comunque visto che Casanova ha postato la sua figa, io posto la mia:
http://tinypic.com/view.php?pic=15n3wbc&s=6
Jenny Piotta. A occhio e croce come panza è messa meglio Jenny di Olivia. Il lato B è volutamente occultato per rispetto delle vostre coronarie ;)
p.s.
…ma il vero film horror peso peso è quello di Sara Tommasi. E non avete il coraggio di recensirlo ! Fa troppa paiura !
Ottimo film, non capisco cosa ci sia da lamentarsi. Semplicemente non è un horror e non vuole neanche esserlo. Ma è un film che conferma Laugier come autore, cioè uno che sembra avere qualcosa di suo da dire su determinati argomenti, con un linguaggio ricco, abbastanza originale e più o meno ben strutturato. Ci sono avventura (tutto il brano dal risveglio di Julia fino al ritorno nella casa è fantastico), paura (non tantissima ma ripeto non è un horror), immaginazione sfrenata, sorprese non banali ed emozioni a tutto spiano. E per finire anche tutto un discorso politico come non si vede tutti i giorni. Certo, se si brama l’ennesima francesata che ridefinisce i confini dell’indicibile/irrapresentabile si rischia di restare delusi.
Eccomi si, l’ho appena visto pure io. L’ultimo dei 10000 colpi di scena è stato anche il più noioso di tutta la storia del cinema. Nel complesso una discreta cagata. Ritiro il compenso per questo mio preziosissimo intervento direttamente alla cassa. Banconote di piccolo taglio in un sacco con il dollaro disegnato, come sempre.
Se allo scoccar del 60esimo minuto riesco a prevedere scena per scena dove si andra a parar, direi che qualcosa (tutto?) non ha funzionato.
Peccato, la trama non sarebbe male, ma se dopo 40 minuti mi piazzi già il primo lungo inutilissimo spiegone con tanto di Flashback, direi che te li vai a cercare gli insulti.
Laugier è uno di quelli che esco dal cinema gasato e rivelo il finale a quelli dello spettacolo dopo, ma poi ci ripenso e ridimensiono. Né Martyrs, né Tall Man vanno da qualche parte, vogliono dirci qualcosa. E’ come se Laugier, tecnicamente ineccepibile, ma depresso e clinico avesse assorbito Balaguerò e Aja ma disumanizzandoli ancor di più, se possibile. Non li ritengo brutti film o cialtronate. Ti tengono incollato alla poltrona e li segui che è una meraviglia, ma poi non rimane niente. Come i Pink Floyd dopo Roger Waters. E se in Martyrs uno ci poteva stare anche a riflettere, la svolta complottista, tipica del Balaguerò pre-REC, ti fa perdere ogni misticismo. Ti spiega tutto e ciò che ti rimane è la svolta nella trama, solo quella. E’ bravo a costruire un plot di genere. The Tall Man, in meno, non ha quel tocco sadico che nobilita Martyrs. E’ una storia povera, solo ben smontata. Se, ad un certo punto, ti piazza 5\6 scene in cui cerca di mascherare con i punti di sutura e il cerone le ricadute nello spiegazionismo, allora mi togli anche il gusto per cercare le sottotracce. perché Laugier è clinico nell’essere intrattenitore, ma stitico in quanto a visione d’insieme. Sa benissimo di fare film e questo lo autorizza a trattarci un po’ da stronzi. Cosa che ad un Autore non dovrebbe interessare. Per questo si perderà come Aja.
Tuttavia se piove e tira vento, questo film è di gran lunga meglio che tanta robaccia.
Appena visto. E’ un film drammatico, altro che horror. Mi sa che non ci avete preso, ‘sta volta. Olivia continua coi suoi giochetti che sappaimo? Non deve spaventare per forza, visto che non è horror.
L’ho trovato un bel film. Se non altro la sceneggiatura è solida come una roccia. Laugier è un maestro nel ribaltare i ruoli. Devo vedere il primo film, ma dopo questo e Martyrs, mi sento di dargli la massima fiducia per la prossima opera.
Esattamente come ha scritto Cicciolina Wertmüller, appena vista la locandina, la prima cosa mi aspettavo di vedere era un grosso asciugamano bianco in testa al giandone protagonista e la scritta “con il Piccolo Riccardino Fuffolo” sotto il titolo
Sinceramente in Martyrs io salvo solo la strage compiuta dalle due ragazze. Tutto il resta è un brodo allungato. La scena di 20 minuti in cui la protagonista viene picchiata in continuazione è un insulto alla sintesi cinematografica e stucchevolissima anche per il più accanito fan del torture porn. Il finale non era male ma, a pensarci, è una stronzata anche quello.
Questo Tall Man à la consacrazione di Pascal Laugier come regista dall’occhio buono e dal gusto per l’inquadratura ma con l’insana capacità di allungare a dismisura scene che, se durassero un terzo del tempo, risulterebbero comunque troppo lunghe. Un esempio: l’inseguimento ( a piedi ) del camion.
Martyrs sopravvalutato, Tall Man non sopravvalutato ( perché americano…se fosse stato francese i soliti esterofili ne avrebbero parlato benissimo… ma tanto già lo fanno solo perché il regista è francese ) e Pascal Laugier regista abbastanza bravo che però cerca di metterci troppo il suo e, quando lo fa, rovina tutto. Infatti non si spiega perché abbia deciso di tingere i capelli di Jessica di nero e SOPRATTUTTO, perché abbia fatto mettere un parruccone NERO ad un bambino di 7 anni chiaramente ROSSO ( guardare le sopracciglia prego ).
Aldo Jones: Un esempio: l’inseguimento ( a piedi ) del camion.
Certo, bisognava che la Biell corrsse due passi e lasciasse tutto lì. Cos’ poi quando veniva fuori che faceva sparire lei i ragazzini, tutti lì avremmo pensato: “Opro, tanto s’era capito da quanto impegno ci aveva messo nel recuperare il bambino”.
Dài, ma che ragionamenti sono? Quella scena è necessaria per farci vedere la caparbietà della donna, il suo coraggio, la sua forza. Deve essere lunga ed esagerata. Laugier imbroglia, e usa le tecniche giuste per creare colpi di scena perfetti. Qando viene fuori che è lei a sequestrare i bambini, là è già una mazzata sulle palle: possibile che sia lei davvero? No, no, qua c’è qualcosa che non va…
@Gargaros
Quella scena è solo incredibilmente e inutilmente lunga, STOP. In quel momento tutti pensavamo fosse suo figlio. Nessuno aveva motivo di pensare il contrario. Se la cosa fosse finita quando la Biel perde la presa e rimane per strada sarebbe tranquillamente bastato… e invece NO: Il tizio vestito di nero si ferma, la Biel si azzuffa col cane, viene fatta prigioniera, si risveglia, si libera, sfonda la vetrata e attacca il tizio, il camion acchiappa un albero per strada e cappotta, il bambino esce e viene ripreso dal tizio vestito di nero e se ne va, lei esce e va nel bosco, segue le tracce, finisce nelle sabbie mobili, si rialza, risegue le tracce, le tracce finiscono sotto al totem… CRISTO SANTO.
Condivido a pieno la recensione. La mano autoriale si vede e segue lo stesso schema di Martyrs: metà film che sembra una storia già fatta e finita, poi si ribalata tutto, poi non si capisce un cazzo per un po’, poi il finale e uno dice, ah, ecco. Un bel film con la Biel, secondo me, è Powder Blue. Se annoia la trama, almeno c’è lei che fa la spogliarellista.
GdM
Oh, ma la buona usanza di scrivere SPOILER prima di svelare il twistone che fine ha fatto? Popò di stronzi.
@Aldo Jones
Ma lo dici tu.
beh, gargarozz’ mi ha tolto ogni indecisione sul vedere o meno questo film rivelando il finale.
meglio così, risparmio il tempo del download.
grazie e a buon rendere. ;)
Leonida, non è quello il finale. E c’è più di un colpo di scena…
Mi spiace per lo spoiler, comunque. Se qualcuno in questo sito può editare, lo faccia pure, ha il mio permesso pubblico. Può cancellare pure tutto il post.
“[…] una versione leggermente più tosta dei filmetti della serie “Quando il Giallo si tinge di Giallo” di RAI 2.”
Questa sera “I bambini di Cold Rock” su RAI 4.
Coincidenze? Io non credo.