Togliamoci un sassolino dalla scarpa: La tigre e il dragone è una colossale rottura di palle, diretta non per niente da quell’insopportabile snob di Ang Lee, uno che è riuscito a rendere noioso Hulk e gay il mestiere dei cowboy; ciò non di meno, è anche l’unico film wuxia che i giornalisti occidentali sembrano avere mai visto, almeno fino a Reign of Assassins, somministrato loro con la forza e con la scusa che c’era di mezzo John Woo alla Mostra del Cinema di Venezia 2 anni fa*. Buttateci dentro che Michelle Yeoh è la protagonista di entrambi i film, e non è difficile capire perché cercando pareri su Reign of Assassins si trovino praticamente solo paragoni tra questo titolo e il pippone di Ang Lee con commenti del cazzo come “il miglior wuxia dai tempi de La Tigre e il Dragone”. Ecco, in realtà no. Per dirne una, Reign of Assassins è divertente.
Non è che me lo abbia ordinato il medico di fare il sapientone e se il “prezzo” perché in occidente si veda anche di tanto in tanto un film diverso dal solito è che qualcuno nel recensirlo la spari grossa, mi sta benissimo — mi sta un po’ meno bene che della gente decida di essere esperta di film wuxia dopo averne visti due (2) e trovarmi a leggere commenti critici (in mezzo, va detto, a tanti altri positivi) come
– la storia è sconclusionata;
– ci sono troppi personaggi;
– le acrobazie sono implausibili.
Per cui, ecco le linee guida essenziali per sembrare un po’ meno che impreparati quando, parlando di Reign of Assassins di Su Chao-bin, farete finta di saperla lunghissima sul wuxia.
Il wuxia non è che sia una roba tanto complicata, è un genere d’avventura. Avete presente un qualunque film d’avventura americano che avete visto negli ultimi 150 anni? Uguale, solo con gli attori cinesi! C’è un intreccio, ci sono dei personaggi (urca!), quasi sicuramente ci sono una componente romantica e un alleggerimento comico, e naturalmente le botte; scordate l’adorabile pretestuosità di film di arti marziali alla The Protector scritti in pausa pranzo attorno alle capacità del picchiatore protagonista: il wuxia, se fatto bene, aspira ad essere un racconto completo.
Secondo, i film wuxia tendono, per l’appunto, ad essere interpretati da attori orientali, e se sono scritti non dico bene, non dico discretamente, ma da una persona invece che da una scimmia, è ragionevole aspettarsi che la visione richiederà uno sforzo di concentrazione maggiore di quello che serve per distinguere il buono dal dottor Fu Manchu: fatevene una ragione, dire che è “confusionario” perché i personaggi sono 6 e sono tutti gialli apparirà acuto solo a un raduno di genti celtiche sulle rive del Po.
Terza e ultima cosa, il wire-fu, la sublime pratica di attaccare un artista marziale a un cavo e fargli fare cose palesemente impossibili è una tradizione consolidata del cinema orientale che esiste da sempre e il prossimo che se ne lamenta ha detto Jet Li che gli apre il culo.
Questo preambolo serviva anche per introdurre il concetto che dietro alle acrobazie e ai costumi sgargianti, il fulcro di questo film è una storia d’amore (o due) e non c’è assolutamente nulla di strano — o di male, per quanto il titolo da spin-off di Mortal Kombat dell’edizione internazionale possa creare aspettative un po’ diverse (quello italiano, invece, “La congiura della pietra nera”, è in un certo senso più corretto ma fa pensare a una roba da intrighi a palazzo con Gabriel Garko). Già più atipica — e in virtù di questo applaudita da abbastanza chiunque in patria e non — è la cura riversata nella caratterizzazione di tutti i personaggi, compresi quelli secondari, ma non vedo veramente come questo possa essere percepito come un difetto.
Sulla trama comunque è meglio non dilungarsi troppo, dato che a metà film ti appoggia un paio di colpi di scena che sono il 50% del divertimento — mi limito all’indispensabile: una donna, membro di una cazzutissima setta di assassini (chiamata La pietra nera, da cui il titolo italiano), ne fa una grossissima e in preda ai sensi di colpa decide di cambiare vita: abbandona la band, si fa rifare i connotati, giura di non uccidere mai più e si sposa con l’uomo più imbranato della Cina; inevitabilmente il passato busserà alla sua porta, sotto forma di pizze in faccia volanti.
Resterà deluso chi in tutto questo spererà di scorgere qualcosa della cifra stilistica di John Woo, creditato come co-regista e al quale si cerca di appioppare la paternità dell’opera: l’autore che ha rivoluzionato il noir hongkongese e ha fatto i paperdollari grazie a storie di guardie e ladri segretamente gay, ralenty figosi e impugnare le pistole come un coglione si è comportato proprio come l’eroe di un wuxia, che arriva, offre il suo aiuto e scompare all’orizzonte prima che gli abitanti del villaggio riescano a dirgli grazie: si dice che abbia supervisionato l’intero film, mettendo la sua esperienza sterminata a disposizione del giovane Su Chao-bin e contribuendo alle coreografie dei combattimenti (fra cui uno tra la Yeoh e sua figlia Angeles Woo). Reign of Assassins rimane un’opera di Su Chao-bin ed è inutile far finta che il nome di Woo non sia stato messo bello in grosso e sottolineato tre volte anche per aumentare la possibilità di smerciare la pellicola all’estero, ma il suo porco lavoro il John nazionale deve averlo fatto se il risultato, il primo approccio al wuxia di un autore alla sua terza regia, è un film praticamente perfetto nel suo genere, bellissimo da vedere, spassoso, senza sbavature o un calo di ritmo che sia uno.
Merita poi una menzione particolare Michelle Yeoh, elegante e bellissima, perfettamente a suo agio nei siparietti da commedia romantica in costume ma ancora dispostissima, a 47 anni suonati (e a 10 anni dall’ultimo wuxia, che era appunto La tigre e che noia), a fare la matta sui cavi tirando fendenti e prendendo cazzotti: gente così va dichiarata patrimonio nazionale e conservata nell’ambra, altro che fare il premio Nobel birmano per la pace con quel bollito di Luc Besson. Accanto a lei c’è anche una strafica di nome Barbie (true story) Hsu, anni 35 ma ne dimostra la metà: picchia un po’ meno forte della Michelle ma il suo personaggio ha una backstory fantastica (spoiler: uccide la gente che non la soddisfa a letto).
DVD-quote suggerita:
“Il cuore ha le sue ragioni, che il wuxia ben conosce”
Quantum Tarantino, i400calci.com
>> IMDb | Trailer (spoiler!)
*nota sulla distribuzione: sì, il film è stato presentato a Venezia nel 2010 ma è uscito nelle sale italiane solo due settimane fa (quindi probabilmente l’hanno anche già tolto). Perché? BOH. Inutile dire che se uno se lo voleva vedere — e questo non è proprio il genere che capiti in sala per sbaglio — se l’era già visto da un bel pezzo (in modo per altro assolutamente legale) quindi veramente, wtf, ma per una volta guardiamo il bicchiere mezzo pieno e alziamolo per brindare alla figata di vedere un wuxia al cinema dietro casa. Figata!
Quantum guarda che per vedere Reign of assassins non serve importare un dvd dall’america. C’è il film completo su Youtube, ed è lì da un pezzo!
Lo screenshot da Fearless mi ha fatto godere fortissimo! Mi piacque un fregolo quel film! :D
Nonostante io sono love love con Chow Yun Fat la Tigre e la Noia l’ho sempre evitato fortissimo a naso e a quanto pare mi confermi aver fatto bene (un Chow sempre in oriente ma senza pistole in mano che mi è garbato è La città proibita, più che altro per l’orgia visiva che levati!).
Reign of Assassins me lo procuro in settimana che m’hai messo fortissimo la scimmia!
A me questi film rompono le palle, ci ho provato con Hero e Fearless ma gli sbadigli hanno preso il sopravvento
Direi che i film sulle arti marziali per me sono la serie su IP Man, con quel grand’uomo di Donnie Yen (cavi usati pochissimo, se non zero…) e flashpoint. poi, ovviamente The raid e merantau. epici.
che gran pezzo di **** che è la michelle… non ho mai capito chi gliel’ha fatto fare di accompagnarsi all’alvaro vitali francese… ah già, i soldi… ma non ne ha già di suo? ah già, ma non bastano mai…
Uno dei migliori wuxia degli ultimi anni, riprende tutte le tematiche classiche: l’eunuco spara pizze devastanti, eroi tormentati da scelte che farebbero impallidire il nostro ministro del consiglio, armi fighe che nel mio mondo ideale dovrebbero essere di ordinanza tra i pulotti, ed infine una storia piena di intrighi dove tutti fanno il doppio gioco e nessuno è quel che sembra.
A livello estetico invece il film saccheggia ampiamente il new wuxia (quello degli anni novanta) che ha fatto la fortuna dei vari Tsui Hark, Ching Siu Tung, Yuen Kwai e YUen Wo Ping.
Sopra qualcuno ha commentato che Hero e Fearless gli hanno rotto le palle, ma prima di tutto Hero è una merda alla moda tutta lustrini che col wuxia non spartisce nulla o quasi, Fearless a voler vedere non è un wuxia ma un film di kung fu….
purtroppo in occidente il paragone viene fatto con quei film…ma siamo lontani anni luce dai classici degli anni 60-70, dai kitsh anni 80 e dal revivela anni 90.
Oh finalmente si torna a parlare di film e di cinema, non di quei strani filmati coi vecchi con cui vi eravate tutti fissati negli ultimi giorni.
Confesso che a me “La Tigre e il dragone” all’epoca era piaciuto parecchio, lo consideravo una degna e amorevole riproposizione dei classici degli anni 60 e 70. Rivisto recentemente invece mi è calato paurosamente. Non siamo ai livelli di vuota paccottiglia quale “Hero” e “La foresta dei pugnali volanti”, ma in effetti è molto meno intrigante di quel che ricordavo e ha momenti in cui la supponenza di Ang Lee esce potente e rompicoglioni.
Neanche il film di Woo mi ha particolarmente colpito però. Più genuinamente spettacolare degli spottoni pubblicitari di Zhang Yimou, ma quasi altrettanto vuotamente trombone.
Questo invece fin dal trailer mi ispira già di più. Spero di poter concordare con la recensione.
A me è piaciuto, pur non essendo un esperto di wuxia (anzi). Ci ho visto anche più commedia (quando non comicità) rispetto agli altri polpettoni del genere che ho visto, è giusto? O fanno sempre ridere e io non me n’ero acorto?
@ Stanlio Kubrik
La componente comica è presente in molti wuxia (non tutti) sin dagli esordi negli anni 60, ma questo è un discorso complesso che riguarda la cinematografia di Hong Kong che da sempre mischia in generi come non ci fosse un domani, spesso in film di cat3 (l’equivalente dei nostri vietati ai minori) si susseguono scene erotiche, scene ultra splatter e siparietti cominci senza senza un’apparente logica .
Quindi per quanto riguarda il wuxia l’elemento comico è spesso dovuto ad un personaggio: il ciccione, il tizio con i dentoni da coniglio,L’anziano depravato, il frocio così via….o in alcuni casi a parodie di personaggi famosi come nei film di Lau, film che all’apparenza sono l’equivalente della nostra Pallottola spuntata (esempio banale, ma che rende l’idea), ma con scene action di tutto rispetto, o melodrammatiche da lacrima movie…sempre in bilico tra serio e faceto.
Bella, grazie, quindi in sostanza mi stai dicendo che quando vidi La tigre e sticazzi o Hero ero troppo distratto dai gialli volanti per accorgermi che c’era dentro pure altro e questa volta invece sono stato più attento e quindi ho anche riso.
Comunque La congiura bla mi ha fatto lo stesso strano effetto di tutti i wuxia che ho visto in vita mia: m’è piaciuto, m’ha interessato, non m’ha fatto venire alcuna voglia di “studiare” (con tutte le virgolette del caso) il genere ma solo di aspettare che il caso me ne regali un altro così, dal nulla (questo l’ho visto per lavoro, altrimenti non mi ci sarei avvicinato). Che cosa bizzarra,.
Generalmente preferisco il kung fu classico al wuxia. Passi per le trame complicate o le quintalate di personaggi che possono anche starci, ma proprio non mi va giù la storia di attaccare i cavi a degli attori che volendo volano già di loro, Jet Li in primis.
Però alla fine ci casco sempre, l’estetica di questi film con tutti i vestiti colorati le armi fighe e i paesaggi mega è troppo ganza per non guardarli…
No, semplicemente La congiura.. è il primo vero wuxia che hai visto, il resto è piscio! ;)
La tigre e il dragone per quanto gradevole era fin troppo serioso (non serio), Hero come già accennato nemmeno lo prendo in considerazione…
TOMMASO il tuo commento mi offende nel cuore, perché quei “vecchi ” spaccano il culo di brutto! E io se mi voglio godere un film di arti marziali mi guardo bloodsport o più recente kiss of the dragon
@Stanlio: come dice Bronson, Hero è una robetta molto bella visivamente ma… tutta lì. è un wuxia annacquato per il pubblico occidentale a cui è stato levato tutto tranne i combattimenti. oh, può piacere, ma il wuxia vero è un’altra cosa che c’entra davvero poco.
@federico: se ti vuoi godere un film di arti marziali semplicemente non guardare un wuxia perché, appunto, è un altro genere.
é un ottimo prodotto. occhio che però la versione italica differisce per alcune scene.. fra cui: quella con il mago e la corda volante quando riceve il segnale. totalmente tagliata.
e poi si lamentano se uno si procura i dvd import o li scarica…..
Finalmente vedo analisi pertinenti dei wuxia! E bravo Quantum!
Ecco, a me la Tigre e il Dragone ha fatto VERAMENTE SCHIFO.
Ma nella stessa risma ci metto anche la Foresta dei Pugnali Volanti e lo stra pubblicizzato Hero.
I wuxia veri, spaccano i culi e raramente sono prodotti per un pubblico occidentale che più spesso che no storce il naso perché “ma sono acrobazie impossibili!!”.
Visto che me lo consigli gli darò una chance! Dovrebbe uscirne uno promettente a breve Taichi 0, lo presentano a Venezia quest’anno! XD
Vedi quante cose si scoprono sulla propria ignoranza? Io che vedendo Hero avevo pensato «minchia che figo, che roba strana!».
Immagino si chiami “sindrome di Old Boy” o qualcosa di simile.
Tai Chi 0 sembra sì promettere bene, dal quel poco che si intuisce sembra ci sia una componente steampunk, assoluta novità nel genere-
Vedo le coreografie marziali di Sammo, quindi se non si è rincoglionito del tutto potremmo vederne delle belle!
Scusate la mia ignoranza sul genere, ma tempo fa vidi per caso su Rai4 “Sword in the moon” di cui conservo buoni ricordi. Questo film fa parte del filone o è qualcosa di diverso?
si si fa parte del filone anche se il film è coreano, ma è molto più fedele per tematiche di roba tipo Hero!
Nessuno ha ancora citato King Hu.
I suoi film che ho visto sono tutti capolavori, e francamente sotterrano anche gli andrenalinici wuxia degli ultimi decenni. Certo vanno visti come si vedono i film di samurai di Kurosawa, ovvio che se uno si avvicina pensando all’action dei giorni nostri come minimo perde la pazienza dopo mezz’ora. Però cazzo hanno un fascino, una tale maestria nella messa in scena…
@federico
“TOMMASO il tuo commento mi offende nel cuore, perché quei “vecchi ” spaccano il culo di brutto!”
Spiacente, il mature con i grandpa che spaccano i culi non sono è ancora il mio genere. Per ora mi appassionano molto i teen lesbian e comunque oltre le MILF sui quaranta non vado. Oh, poi ognuno ha i suoi gusti, non voglio giudicare nessuno eh.
[a Federì… un po’ di ironia, su]
Se per questo nemmeno Chang Cheh è stato nominato, ma proprio per il motivo che hai detto tu prima …………….”Certo vanno visti come si vedono i film di samurai di Kurosawa, ovvio che se uno si avvicina pensando all’action dei giorni nostri come minimo perde la pazienza dopo mezz’ora.”…….. ;)
@Bronson
Grazie, devo dire che almeno di quelli passati dalle nostri parti è quello che ho gradito di più al contrario di Hero
Comunque se non sono froci i cowboy…
La tigre e il dragone è un bel film.
la tigre e il dragone è un GRANDISSIMO film
Il grande merito della tigre….. è di aver sdoganato (grazie ad un buon successo) il wuxia al cinema…..senza questo film forse nemmeno quel capolavoro di Seven swords sarebbe arrivato da noi…quindi il mio ringraziamento si ferma lì!…in un ottica più ampia è sicuramente uno dei migliori usciti da noi dopo ovviamente i film di Tsui Hark e La congiura della pietra nera, e The sword in the moon….il resto non fa parte del lotto a mio avviso.
Potete produrre una motivazione anche solo apparentemente obiettiva del perché pensate che “La tigre e il dragone” sia un brutto film?
Capisco i gusti, ma almeno i recensori di questo sito dovrebbero essere un minimo minimo obiettivi.
Il film di Lee non ha difetti, né nella sceneggiatura né in tutto il resto. E’ una splendida e sofferta storia d’amore; anzi due storie, e mica sono messe lì per fare minuti di pellicola, ma sono come due facce di una stessa medaglia, due confronti, due punti di vista che si fondono, si combattono, e poi si amlagmano elegantemente e danno spessore alla storia e fanno piangere. Ma mica è solo questo: il film di Lee è anche un inno alla libertà femminile, un manifesto della frustrazione femminile quando le donne vengno ingabbiate e sono costrette a ubbidire o subire le angherie dei potenti maschi (a proposito, chi non prova compassione per Volpe di Giada non ha capito niente di questo film).
Insomma un film complesso senza essere forzato, scritto con maestria (sono orientali, dopotutto), diretto con grande mestiere e sensibilità (persino le scene dei combattimenti, per quanto frenetiche, hanno la chiarezza della moviola pur non essendo al ralenty), coreografato dal maestro Yuen Wo Ping.
Qual è il problema? Forse non doveva essere diabolicamente marchiato da quello schifoso Oscar?
ma scherzi? l’oscar a la tigre e il dragone è una solenne ingiustizia!
Visto. Ottimo wuxia, tecnicamente perfetto sotto ogni punto.
Ma La tigre per me resta superiore, se non altro per il suo afflato poetico e struggente.
Voglio precisare che di wuxia ne ho visti parecchi di quelli che son venuti da La tigre. Lo dico per parare i colpi eventuali, quelli che destinate agli ignoranti di questo genere.
Voglio anche puntualizzare che il confronto con La tigre è abbastanza scemotto. Perché questo di Su Chao-bin non ha lo stesso afflato poetico (come invece hanno cercato di fare i molti postTigre), ma è un wuxia pratico e immediato. Spero che dia il via ad altri film simili, che magari sconfinino anche in sottogeneri come l’horror o la commedia. Perché di wuxia similTigre ormai cominciavo ad averne le guglie cariche.
@stanlio
permetti che mi permetta? che lavoro lavori?
@blueberry: stavo per risponderti “400calcista” ma sarebbe un joke troppo ombelicale. Quindi resterò sul vago e dirò solo: per lavoro scrivo, oppure vedo film :-)
ma questo include tutto, dall’essere pietro scaruffi al fare lo sceneggiatore. quale delle due?
SPOILER: non sono Scaruffi! Né faccio lo sceneggiatore. Di più non farmi dire che se no finisce che devo usare la parolaccia con la “G” e mi viene in mente la faccia di Vittorio Feltri e piango.
se non sarebbi un critico nè uno sceneggiatore… qual è l’altro lavoro che associa la visione di films allo scrivere????????
PS
parolaccia con la G?
Dai, “parolaccia con la G” + “Vittorio Feltri”!
A meno che non la associ con la definizione di “critico”, ma prima che io possa passare per un critico il mondo deve andare molto più a ramengo di quanto non stia già facendo :-)
eh io seguo solo ferrara… mi viene “gay” ma non mi suona bene nel contesto… ah quindi sei un critico, ok!
Sono commossa: ho sempre pensato anche io che La Tigre e il Dragone fosse il film peggiore che abbia visto al cinema in assoluto, mi sono sentita terribilmente sola per anni in mezzo ad una pletora di cretini che invece lo trovava bellissimo. Ma bellissimo dove? Ha dei combattimenti ridicoli, la trama che perde pezzi da tutte le parti (nessuno che mi abbia mai saputo spiegare la digressione della protagonista nel deserto a caccia del suo pettine e di un tizio che se la chiavasse), il finale della serie “solo se leggi diventi un vero guerriero”.Blearg, pure 4 oscar hanno dato a sta puttanata.
Io penso che Ang Lee debba solo fare sposare i cowboy, che i film di genere si vede che li detesta e ci mette pretese autoriali che rendono il tutto stomachevole.
Tutto questo perché oggi su netflix ho visto il trailer del seguito, in cui non c’è nessuno dei protagonisti a parte michelle yeoh, e NE HO TIMORE.
https://www.youtube.com/watch?v=3EZEd9FGvbw
ecco, siamo tutti fantozzi con la tigre e il dragone
doppio commento. Gestore del blog, cancella pure.
Se esisti