EX-ANTE
Non ricordo dove ho letto per la prima volta l’espressione “redenzioni a caro prezzo” ma se dovessi scommettere direi in un libro di Ellroy, l’unico autore con cui ho un rapporto di qualsiasi tipo a parte Bukowski che comunque è semplicemente una cotta delle medie che abbiamo tirato troppo avanti e ogni tanto ciabbiamo ancora voglia di vedere se ha le foto su FB e s’è sposata o ha cagato fuori un bimbo. Non ha importanza, comunque, redenzioni a caro prezzo è diventata l’espressione standard con cui mi viene da etichettare il mio genere cinematografico preferito, vale a dire quello che mio fratello Gary Lee Diesel definiva il POLIZIESCO VIOLENTO. Gary Lee ha dieci anni in più di me, un giorno gli chiedo quali sono i suoi film preferiti e lui mi dice che sono i polizieschi violenti. Questa cosa era davvero molto più street-core di qualsiasi altra risposta maschia, tipo appunto action e horror. Lasciava aperto uno spiraglio al cinema d’autore, potevi non credere ai mostri o credere ai mostri solo se commerciavano grosse dosi di eroina. Questa non è proprio quel che si dice una storia, ma se lo fosse sarebbe una storia su quanto una cazzata che ti dice qualcuno sovrappensiero quando hai dieci anni può segnarti l’esistenza. Naturalmente dagli anni ottanta in poi l’espressione poliziesco violento è ridondante (nel senso che non esistono polizieschi NON violenti), e non saprei dire così su due cifre chi è stato il primo che ha infilato la testa di un informatore dentro un pisciatoio a muro ma questa cosa da allora è successa abbastanza volte da diventare l’unico modo per capire il percorso di crescita culturale dalla fontana di Duchamp al Cristo di Cecilia Gimenez. Negli anni novanta e nei duemila, nonostante il poliziesco violento abbia terminato qualsiasi funzione pastorale e sia stato relegato ad un sottogenere quasi tutto straight-to-DVD in cui attori di merda (o attori buoni in ruoli di merda) recitano battute tipo dammi quel cazzo di nome del cazzo con un pezzo di corteccia infilato dentro le guance e un completo grigio scuro dell’Oviesse tagliato largo, è rimasto più o meno il mio genere preferito, abbastanza da rendere credibile il fatto che non importa quanto atroci siano le premesse, mi sorbirò qualsiasi film di merda che Nanni Cobretti mi proporrà. Unica condizione, dopo l’ultimo film con “il prossimo Superman” assegnatomi da Nanni Cobretti è stato deciso che ogni ulteriore film consigliatomi da Nanni Cobretti verrà guardato in orari che non prevedono la presenza in stanza della mia fidanzata. Un buon poliziesco violento consta di una serie di elementi non negoziabili: protagonisti poveri in canna che vanno al lavoro con una Chevy del ’69. La centrale di polizia è un cesso. I criminali vivono in appartamenti lussuosi ricavati dentro a degli ex-mattatoi in mezzo a un ghetto nero. Uno dei protagonisti non ha scelta. Gli altri tappezzano lo schermo in modo vario ed eventuale, redenzioni a caro prezzo appunto. Quando le cose vanno bene ti trovi di fronte a quello che i critici più illuminati descrivono come un onesto prodotto di artigianato americano come non se ne facevano da tempo, vale a dire che per la scala di valori di una persona normale ha un valore diverso da zero perché gli elementi di cui sopra danno l’idea di venire dagli anni settanta. Quando le cose vanno male ti trovi di fronte a una cosa che perfino un fan trentacinquenne del poliziesco violento ha paura di inserire in una scala di valori qualsiasi.
Le premesse del film che andremo a vedere, e che si chiama Freelancers, e che è uscito praticamente in DVD dopo una distribuzione microscopica in qualche sala USA, sono le seguenti. Le condivido per evitare di ripetermi dopo aver visto il film, ma
- Il protagonista è 50 Cent, il che mi riporta alla mente un altro film con 50 Cent di cui ho scritto meno di un anno fa e di cui NON RICORDO NULLA a parte il fatto che succedono cose a cazzo di cane senza che nessuno si prenda la briga di decidere tra commedia e film drammatico fino ai titoli di coda.
- Il team che l’ha realizzato è composto al cinquanta per cento da gente che ha lavorato con 50 Cent in situazioni al limite dell’umano tipo i video di 50 Cent, e altri pivellini sparsi di cui è difficile dire cose. Per questo genere di staff la cosa figa è che sono tutti belli e scannati come nei film di Clint Eastwood e lavorano tutti agli stessi progetti, per cui ti guardi IMDb e scopri che il tecnico delle luci nel CV ha altri sei titoli equamente divisi tra film con 50 Cent e videoclip di 50 Cent.
- Gli ultimi anni di attività di 50 Cent testimoniano l’intenzione del musicista-attore di portare avanti una carriera tra ippòp e cinema che sia in qualche modo paragonabile a quella di un Tupac Shakur, con la trascurabile differenza che Tupac Shakur è morto (questa cosa depone a suo favore, voglio dire, come fai a dare del sucker a un gangsta-rapper che è stato assassinato) e che se lo mettevi davanti a un microfono o a una telecamera 2Pac ti tirava fuori una cosa che ti faceva sentire piccolo e vuoto e lo faceva per puro principio. Un’altra cosa piuttosto scomoda è che Tupac al momento rivive in forma di clone ai concerti di Snoop Dogg e in forma di sosia nei film tipo Blindato, mentre i film con 50 Cent tendono a diventare soprattutto film con 50 Cent intendendo questa cosa non essere un complimento.
- I comprimari hanno nomi tipo Forest Whitaker e Robert de Niro. Del primo non ho nessuna opinione, anche se vorrei chiedere a VOI se l’avete mai sentito pronunciare da un madrelingua inglese (preferirei di no) e se nel caso lo pronunciate uìtacher o uaitécher. Del secondo ho un’opinione standard e poco originale che lo vedono come una specie di definizione ambulante di quanto possa finire in basso un attore, tipo che ormai non riesco manco più a rivedermi Taxi Driver e inizio a vedere gente morta e cose tipo pessima recitazione e manierismo anche negli anni settanta, soprattutto se lo mettevi accanto ad un James Woods o a un Harvey Keitel.
- Il film dura un’ora e mezzo e la trama, che ho letto QUATTORDICI VOLTE mentre temporeggiavo per evitare di vedermi il film, parla del figlio di un poliziotto assassinato che si unisce al corpo, viene preso sotto l’ala di un capo carismatico (immagino, essendo Robert De Niro) e dopo aver scoperto la verità sull’omicidio del padre vuole fare giustizia ad ogni costo.
- Se cerchi Freelancers su RottenTomatoes ti dice poco o niente, manco mette una percentuale per dire, ma raccoglie quattro o cinque recensioni che bastano e avanzano a mettere le mani avanti e maledire il Capo per averti dato in pasto l’ennesimo film di merda.
Andiamo pure con il trailer, durante il quale passeranno in rassegna tutti i buoni propositi legati a certi film che escono direttamente in home video perché troppo brucianti e scomodi, e poi immaginatevi che siano passate due ore e che da dopo il video parlerò per quattro o cinque righe con la cognizione di causa di uno che s’è davvero visto Freelancers.
httpv://www.youtube.com/watch?v=Y80TCwl7_BI
EX-POST
Leggo RottenTomatoes e un utente scrive “Amateur writing, cliche situations, a very lousy lead performance by 50 Cent. Two things that “Freelancers” makes clear is that Fiddy is a producer much like Uwe Boll and that Robert De Niro has truly hit rock bottom.” È tutto vero, tranne la polemica. Freelancers è un film pieno di difetti, ha uno script che fa acqua pieno di situazioni nelle quali la gente sceglie di fare certe cose piuttosto che altre sulla base di ragionamenti evidentemente privi di senso. 50 Cent effettivamente non è un bravo attore. Forest Whitaker è una barzelletta, Bob De Niro fa la parte di Bob De Niro e ormai le parti alla Bob De Niro, come ho detto, l’ho già detto. Il regista non c’è, fa ferie. Il film è difettoso e probabilmente non raggiungerà mai una fanbase, cercando di farsi strada a spallate nei cestoni della GDO a tre euro e novanta al pezzo. Ora non voglio fare quello che ne sa, ma la cosa di scomporre i film in sceneggiatura-regia-colonne sonore-interpretazioni-montaggio-costumi è una cosa da scoppiati cinefili che ci hanno schifato per decine di anni ed ora accogliamo a braccia aperte tra i fan dei vari Carpenter o Nolan per poi farci prendere a calci in bocca l’orgoglio quando abbiamo qualcosa da ridire sull’ultimo Batman –o quel che è. A noi piace prendere il buono dei film difettosi che parlano a NOI, possibilmente se schifati a man bassa da tutti gli altri per ovvi e giustificati motivi (primo tra tutti il bisogno di continuare a parlare). In questo senso Freelancers sarà difettoso e scrauso ma è un film onestissimo e non la manda a dire. I personaggi non sono a tutto tondo (grazie ar cazzo) e fanno roba raccapricciante davanti ai tuoi occhi senza chiederti il permesso e senza mostrare il lato tranquillo, e le redenzioni a caro prezzo di Freelancers sono DAVVERO a caro prezzo. Freelancers quindi è un dovere morale per almeno due motivi: il primo è che parte del nostro divertimento è trovare il bello dove gli altri trovano il brutto, anche e soprattutto quando questa stessa gente ripesca i poliziotteschi e gli horror italiani anni settanta per darsi un tono, e il secondo è che gli altri di cui sopra devono morire in croce e/o in un vicolo di merda dilaniati dalla scarica di un fucile a pallettoni, cosa che potrebbe -o non- succedere a qualcheduno dentro il film.
DVD-quote:
“Un dovere morale”
Wim Anselmo Diesel III, i400calci.com
Penso che il consiglio di guardarlo sia il più grande colpo di scena di questa recensione. Bè me lo guarderò anche per sfregio verso quegli altri.
Tra l’altro io dico uìtécher.
il mio rapporto col foresto è rimasto a quando faceva il cazzone con van damme… mai capito come e perchè sia diventato un grande attore, personalmente non l’ho mai amato/apprezzato. il rapper lasciamo pure perdere… basterebbe la sua presenza per farmi venire le bolle dai primissimi minuti, ma sono proprio sti personaggi in particolare a farmi venire l’orticaria, tipo quello con la faccia da sorcio e lo sguardo da duro fisso in faccia che mi pare abbia lavorato pure con segal, non mi prendo manco la briga di cercare su googole perchè davvero non mi interessa. di bob che dire, ha più o meno detto tutto wim e in gran parte condivido, spiacente ma proprio non c’è la farei a guardare sto film.
piuttosto per genere e situazioni, oltre che per il foresto, sto film mi ha fatto tornare in mente quello con house e neo, oddio, niente di che ma era guardabile.
Uìtacher.
beh io l’ho sempre chiamato (al cell) uiltolcher. ma dai tempi di platoon, quando tiene la mano a ciarli scin ferito al collo per via di un agguato.
comunque come sempre mi fate scoprire un sacco di roba e credo proprio che cercherò di recuperare sto film. lo so bob a te fa tenerezza ormai ma a me pure nelle poche commedie in cui ha preso parte, e che m’è capitato di vedere, m’è piaciuto. sarà che uno dei primi film di bob che ho visto e che mi è rimasto dentro è the fan (e, come già dissi, manco sapevo fosse di tony scott – e per inciso il nome di ridley l’ho sempre associato al gladiatore, questo per dire che la wikipedia a me frega poco – all’epoca di telepiù. vidi snipes, de niro, e dissi: “oh cazzo pure benicio”)
WIM SINDACO!!!
uìtacher pure io
che tra l’altro associo unicamente a parti da matto. forse per colpa dell’occhio sghembo che si ritrova
Per capire che attore è Uìtacher, guardarsi Street Kings in lingua originale. Titolo italiano “La notte non aspetta”, maremma bastarda.
Se la rece fosse stata scritta con le sole parole “poliziesco violento” l’avrei visto ugualmente, il discorsone pre-partita di Win mi ha comprato del tutto.
lo guardo anche se il rapper è mortifero e deniro è semplicemente in coma da qualche decennio
Uitàcher.
Bellissima rece. Acida. Molto parp.
Avevo un amico al liceo che lo chiamava uitatacher ( senza accenti, lo pronunciava come se tartagliasse ) ma non l’ho mai corretto, che vuoi farci era mio amico e gli amici si capiscono. Che poi ripensandoci ciascuno ha gli amici che si merita quindi…
Vedo il poster, mi chiedo ‘perchè?’.
Vedo il trailer, mi dico ‘vabbè’.
Leggo la rece, lo vado a cercare nei cestoni a tre euro e novanta.
Ma c’è Vinnie Jones, come dire di no?
Su wiki dice che il budget era di 20 milioni, ma sono andati tutti a Deniro?
gli americani sono ossessionati dai poliziotti corrotti. esce almeno un film l’anno (di solito brutto). ma è proprio una fissa, eh…
de niro dovrebbe prendere in considerazione una bella casa di riposo in florida.
Mai pronunciato a voce alta, ma nella mia mente è Uìteicher. Che poi qualche film giusto l’ha fatto, anche se ha stampata sulla faccia l’espressione standard di un vigile urbano al lavoro, e la suddetta espressione non cambia MAI, il che non lo rende proprio simpatico.
Su 50Cent non mi esprimo, mentre a me Bob piace anche nella sua carriera senile, anche in un film di merda in un ruolo di merda con delle battute di merda, vederlo là a fare le faccette mi rasserena.
Uitàcher per me. De Niro tra il 1970 e il 1995 è il miglior attore di sempre. Poi la monnezza straborda su ciò che di buono ha fatto (che, inevitabilente annovera anche Terapia e Pallottole e i film con Ben Stiller tra i ruoli “riusciti”). Da quando De Niro ha iniziato ad assomigliare mostruosamente a mio nonno, credo si sia adattato a fare la caricatura di sè stesso…
Se voglio darmi un tono dico Uaitacher…
Per me Foresto ha solo una pallottola nel suo caricatore ma quella la spara bene. 50 cent è talmente poco credibile che non mi convincerebbe nemmeno se facesse la parte di un rapper. Invece Bob ha una stranissima banana rockabilly in testa o è un’impressione?
De Niro é da tempo una puttana prezzolata…
50 Cent nella locandina sembra Philip Michael Thomas. Quindi me lo vedo.
Incredibilmente con tutti i suoi difetti ho trovato meglio questo Freelancers di Miami Vice. Sia chiaro non è Training Day ma si lascia guardare. 50cent non è credibile nella parte di sbirro buono infatti non lo è, si trova in polizia per caso e inizialmente la strada che sta per intraprendere è chiara, non sta bluffando, non è sotto copertura, solo l’omicidio del padre sembra portalo momentaneamente dall’altra parte sentendosi obbligato a vendicarlo.