1996: siamo nei Balcani, durante la guerra.
Angel è una ragazzina di famiglia povera, ed è muta.
Le arrivano i soldati in casa.
Un sergente impone a una recluta impacciata di ammazzarle la madre davanti agli occhi.
Poi la rapiscono, lei e altre ragazze.
La portano in una stanza davanti a un tizio che parla di fiducia e per dimostrare il suo punto sgozza una delle ragazze davanti alle altre.
È una “seasoninig house”, e loro sono lì per essere forzate a prostituirsi per i militari: vengono legate a un letto, drogate, e utilizzate a piacimento dai clienti.
Angel ha una grossa voglia che le copre la faccia, per cui non è idonea come prostituta: viene quindi utilizzata come sguattera. Tocca a lei entrare pazientemente in ogni stanza, drogare le ragazze, lavarle, renderle presentabili, metterle un filo di trucco, pulire dopo.
Queste sono le premesse.
Poi le cose peggiorano.
Paul Hyett lo conoscete – forse non lo sapete, ma lo conoscete. Da anni è il responsabile dei trucchi dei maggiori action/horror inglesi: The Descent, Attack the Block, The Woman in Black.
Questo è il suo esordio alla regia. Una cosetta leggerina, tranquilla, di riscaldamento. No? Non vi sembra?
È preparatissimo il Paul. Ha lavorato a fianco di gente che ne sa, ha studiato e si applica.
L’incipit di questo The Seasoning House – film prescelto per l’apertura del Frightfest un bel giovedì pomeriggio alle 6 – è nerissimo esattamente come la descrizione fa temere, cosa che ha fatto tirare non poche bestemmie ai presenti e che ha necessitato di un’immediata controprogrammazione a base di commediole. Paul tiene ritmo tranquillo e inquadrature misurate, e lascia che la pesantezza della situazione colpisca in tutta la sua opprimente potenza naturale (anche se per sicurezza qualche pestone sull’accelleratore ogni tanto lo tira). Tutto il primo tempo è giocato sulla tensione, le emozioni, la puzza di morte, la puzza che quello che si sta vivendo è probabilmente peggiore della morte, la totale mancanza di regole, l’abbassamento radicale del livello di umanità e l’aggrapparsi a qualsiasi dettaglio pur di sopravvivere.
Paul si è sicuramente informato a fondo su questo tipo di situazioni tramite i documentari più spinti, ma in realtà non è interessato a raccontare o commentare la guerra. Tutto ciò gli serve più che altro come setting per imbastire piuttosto una specie di rivale realistico di Hostel e Martyrs, o perlomeno trovare quel difficilissimo equilibrio tra l’impatto e la responsabilità derivante dall’uso di una tragedia vera, e una storia tutto sommato di (perverso) intrattenimento.
E Hyett è tutto sommato bravo nel non peccare nè di presunzione nè di eccessiva leggerezza, e anche se la svolta puramente action del secondo tempo lascia per strada qualche inevitabile briciola di coinvolgimento emotivo, il film non perde mai il ritmo.
A sorreggerlo, non solo un grandissimo e sempre affidabile Sean Pertwee, ma soprattutto la protagonista, la giovane Rosie Day all’esordio sul grande schermo, i cui occhioni sono impossibili da dimenticare.
E altrettanto indimenticabili sono le esplosioni di ultraviolenza, in cui il Paul sfoga contemporaneamente la sua maestria negli effetti di trucco e la sua fantasia malata, rivelandosi il più “francese” dei registi inglesi in circolazione.
A conti fatti, il miglior film del festival.
DVD-quote:
“Una mazzata memorabile”
Nanni Cobretti, i400calci.com
>> IMDb
P.S.: ho atteso un po’ a recensirlo nella speranza che spuntassero fuori notizie sulla distribuzione, ma ancora nulla, nemmeno negli UK. Non c’è nemmeno ancora un trailer. State comunque tranquilli che appena spuntano novità ve lo ricordiamo.
Un altro horror hardcore?
Non so, dipende da cosa intendi per hardcore. Non è nella definizione che ne ho dato io nel post su Hidden in the Woods: è girato bene, recitato bene, ha tutte le sue cosette a posto e non è un torture porn. È solo più violento del normale (e del necessario, se vogliamo).
Allora non si avvicina alla brutalita di Hidden in the Woods o certe pellicole come quelle citate nel post dello sudetto? Comunque sia mi ispira.
In effetti è noto che i militari serbi che stuprano regazzine drogate e legate a dei letti mi diventano schizzinosi se hai una voglia in faccia..
Quella era effettivamente una forzatura mica male.
@michael: e’ bello brutale e non e’ per tutti, ma se lo paragono ad altri film poi vi confondete e vi mettete a fare confronti che alla fine non c’entrano un cazzo. In giro leggi appunto Martyrs e Hostel, ma non e’ un torture porn e nemmeno un esercizio in estremismi con metaforone. Di Hostel ha giusto “location est-europea, gente brutta e fotografia marrone”.
Mi ispira un sacco!
In effetti viste le premesse e il contesto poteva andare a parare benissimo nel torture porn che di là ci hanno fatto rrobbe ben peggiori, rrobbe che a Patricio gli davano pure un po’ fastidio.
Mi pare di aver letto in una qualche che mò’ di Hidden devono fare pure il remake.
Quindi un cinque alto ed un abbraccio da maschio a Hyett che no, non ci cade nel tipiacevincerefacile del war rape torture porn…
Hyett tra l’altro è paro paro ad un amico mio che fa il recupero crediti telefonico e che suona hardcore. Quando si dicono i casi della vita oh…
@steven senegal: probabilmente l’hai letto in fondo alla mia rece ;)
@Nanni I get it. Anche quest’anno ce n’è stata di roba buona al Frightfest.
@ nanni
merda è vero! Questa roba che tutto il mio know-how, dopo la fine della terapia, viene dalle tue parole, ancora non mi viene in testa.
Oè, dott. Pubusa, io le ho dato centocinquanta euri a seduta per guarirmi ed ancora faccio di queste figure di merda? Com’é?
(si copre il viso con le mani per la paura. Sbircia di tanto in tanto, in attesa del castigo divino)
Visto anche io al Frightfest di quest’anno anche se gli ho preferito onestamente sia V/H/S decisamente più stiloso e cool che il remake di Maniac che probabilmente picchia anche più forte in termini di brutalità.
Il film è girato bene ma non mi ha mai coinvolto veramente e SPOILER il modo in cui quell’energumeno si infila in quel tubo strettissimo alla fine è davvero idiota e senza senso. FINE SPOILER
Comunque ho provato a scorgerti tra la folla Nanni, magari il prossimo anno ci becchiamo!
@dave: maledizione, la prossima volta buttami due righe prima di arrivare!
ecco un altra cosa da segnarsi in attesa di reperibilità. sembra proprio gustoso.
scusate, ho letto anchio su una rivista di cinema di questa rassegna di film horror in Inghilterra, sarei particolarmente interessato a questo “the seasoning house” essendo amante delle opere estreme in stile Martyrs e Frontiers tanto per far capire, solo che non trovo informazioni in quanto a distribuzione delle pellicole qui in Italia e nemmeno se siano gia state doppiate. Sapete per caso quando usciranno in dvd dalle nostre parti???
Grazie
@corrado
ma leggersela tutta la recensione, pare brutto? Nanni parla in modo piuttosto circoscritto della (non) distribuzione. Finora
@Nanni
io questi film mi attraggono in modo quasi … morboso. Ma poi non mi va di vederli perchè appunto l’argomento, così poco “di fantasia” e così tanto “reale” mi disturba, psicologicamente più che visivamente.
Trovo che l’ambientazione “da guerra balcanica” sia una delle più fastidiose: la puoi respirare l’aria carica di MALE.
e si… avevo letto l’inizio e poi mi ero perso quel punto in cui si parla della “non” distribuzione x ora. spero esca presto,appena sapete qualcosa mi raccomando… fate sapereeee
@corrado: il tuo commento capita a fagiuolo, è appena uscito il trailer:
http://www.empireonline.com/news/story.asp?NID=35698
ma quindi?? è uscito??
Ciao, volevo indicarti che maggiori informazioni in merito a TSH, oltre al trailer ufficiale e alle notizie aggiornate le troverai qui: http://www.investirenelcinema.com; TSH é uno dei nostri progetti.
Grazie Marco, volendo abbiamo anche un’email, e’ lassu’ in alto nella pagina “Contatti”
Beh, non è affatto male ma se devo dirla tutta anche io gli ho preferito V/H/S. Il Remake di Maniac invece ancora non l’ho visto.
Però il film merita e ha un sacco di spunti molto interessanti. Intanto ho apprezzato il fatto che le ragazze fossero sempre in sottoveste durante gli stupri dei miliziani. Capitemi, già per me era pesante vedere delle ragazzine drogate a forza con l’eroina e costrette a prostituirsi fino a morirne. Se pure ci mettevano il lato voyeuristico della cosa lo avrei capito fino a un certo punto.
Concordo che senza la parte action sarebbe stato molto meglio, dentro quella casa la tensione era assurda. Un’atmosfera veramente malsana resa al meglio.
Riguardo alla macchia sul viso sono d’accordo fino a un certo punto con il vostro punto di vista.
SPOILER
SPOILER
Cioè secondo me non è mica per la voglia che lei viene risparmiata. All’inizio forse sì, viene lasciata al capo per vedere se va ammazzata pure lei (perché difettosa) oppure può andare. Poi però il gestore del bordello si rende conto che la ragazza è muta e quindi non può comunicare con le ragazze di cui si occupa. Quindi niente comunicazione, molta meno empatitazzazione con loro e in fin dei conti molti meno rischi, perché se a una non riesci a parlare non potete nemmeno elaborare uno straccio di piano di fuga in quei pochi minuti in cui lei va lì con il secchio a pulirle e ridrogarle per la prossima ripassata.
Tanto è vero che inizia a muoversi solo quando capita laggiù una che conosce il linguaggio dei segni.
Altra cosa che mi è piaciuta è che stavolta la strana creatura che si muove passando per i muri della casa e uscendo dai posti più impensabili è il personaggio buono della storia.
Infatti gli altri sono tutti delle merde rare.
io sarei curioso di visitare i posti in cui sono successe queste cose… secondo voi è possibile?