Il dialogo in caffetteria di Heat.
Il metro di paragone per tutte le scene di dialogo che coinvolgono due superstar che appaiono per la prima volta insieme.
È una signora scena costruita su aspettative lunghe quasi 20 anni e su una situazione di tensione da manuale, il criminale a colazione con il poliziotto che gli dà la caccia, nessuno dei due nelle condizioni di poter fare altro se non parlarsi, sfidarsi, cercare di intimidirsi.
Non sono il tipo di persona che riguarda spesso cose totalizzanti come Heat, e il più delle volte l’ho visto in italiano. Questo significa che ogni volta ero concentrato principalmente sulla questione faccette, o la raffinatezza di tic ed espressioni, mentre più che De Niro e Pacino era Amendola a sfidare Giannini per cui, se proprio lo devo confessare, non ricordo una sola parola di quelle che si dicono a parte il concetto generale di “bella lì, piacere di conoscerti, tutto come prima, ci si vede in giro ed eventualmente ci si ammazza”.
Al minuto 7 di Maximum Conviction c’è il primo faccia a faccia della storia fra Steven Seagal e Steve Austin.
Due fra le maggiori star dei DTV di oggi, uno di fronte all’altro, a fare ciò che gli riesce peggio: parlare.
L’hype è a livello “hey, non mi dispiace come idea, non ci avevo ancora pensato”.
I due interpretano ex-supersoldati ora soci di un’impresa di sicurezza, e questa è la scena che spiega il rapporto fra di loro. Ed è una scena per gli annali: Austin è piatto e legnoso come alla prima settimana del corso serale di recitazione; Seagal fa il solito superuomo che esiste solo nella sua testa, calma zen, accento della Louisiana che va e viene come un’interferenza, e atteggiamento generale alla “se non vi piace come la faccio ridoppiatemi”; dal montaggio si percepisce in ogni caso che i due non recitavano le rispettive battute realmente uno di fronte all’altro, ma davanti alle controfigure per le scene pericolose (tipo quelle in cui bisogna ricordarsi più di una frase alla volta), immagino per non confondersi e non dover aspettare uno i continui strafalcioni dell’altro. Il meglio comunque lo danno nei controcampi in cui devono ascoltare, e questa gara la stravince Seagal sia per l’improvvisa risata isterica fuori luogo che soprattutto per l’inquadratura in cui sembra che stia per strangolarsi per aver deglutito male, probabilmente scelta per disperata esclusione in quanto l’unica in cui sembrava vagamente reattivo.
Quante belle cose.
La trama del film, in ogni caso, è la seguente: due patate incredibili vengono trasferite in una prigione maschile (così), proprio mentre i nostri due campioni dovrebbero occuparsi di farla chiudere. Seagal si chiama “Tom Steele”, Austin è il suo braccio destro e si chiama “Manning”: manca solo Chuck Norris nel ruolo di “Max Power” e abbiamo una collezione di nomi cazzuti da primo posto. Prevedibilmente c’è poi un catti-cattivissimo interessato alle patate (nel senso delle due tipe di cui sopra, non che è un appassionato di ortaggi), e indovinate chi lo interpreta? Michael Paré. Che bello una volta ogni tanto vederlo fuori dai film di Uwe Boll.
La faccenda va avanti per tre quarti di inerzia e di quel minimo professionismo sindacale per cronometrare a che minuto serve una scena d’azione qualsiasi, contando forse un po’ troppo su piatte sparatorie ma rimanendo su livelli di intrattenimento accettabili.
Seagal, in barba al suo fisico da amante dei farinacei, porta avanti il suo solito personaggio che nulla teme e nulla lo scalfisce. Credo che la sua occupazione principale al momento sia studiare la perfetta formula matematica che gli lasci gli assegni invariati ma lo faccia sudare il meno possibile (come tutti noi, in un certo senso), e vista la macchinosità di alcuni dialoghi, e il confronto con il suo reality show, la mia idea è che sia lui a improvvisare le sue stesse battute fino al punto in cui se si sbaglia e confonde una scena per l’altra piuttosto ribaltano la sceneggiatura sul posto per assecondarlo. Secondo me il futuro è che non lo portano nemmeno più sul set in Bulgaria ma girano tutto quanto in una domenica piazzandogli un green screen in salotto. Qualche schiaffo però si diverte ancora a tirarlo di persona: c’è questa scena dove un tizio grosso come André the Giant prende una guardia di sicurezza e la sbatacchia di qua e di là come se fosse Sbirulino, poi entra Steve-O con l’aria di chi ha davanti il primo teppistello sbarbato del parchetto, due schiaffi, qualche presa per i fondelli e il ciccione (nel senso di quello ancora più ciccione) è steso. Certo, era tutta un’altra cosa quando lo faceva in Nico, e soprattutto è tutta un’altra cosa quando qualcuno che la sa un po’ più lunga – Robert Rodriguez – contestualizza meglio la sua particolare marca di carisma (sempre comunque elevato) e ne tira fuori la cosa migliore di Machete, ma è quello che passa il forno il convento e fa sempre piacere.
Austin da parte sua è completamente negato per il mestiere, ma ha una stazza incredibile e una faccia di pietra come poche. Il problema con lui è a) farlo parlare troppo, tipo più di quattro frasi a film, e b) continuare a dargli un personaggio da buono classico quando dovrebbe fare lo spaccone che butta giù due birre alla volta e fottersene del resto. Qua, escluse le parentesi conversazionali, va decisamente meglio che in tante altre occasioni: il suo highlight è quando viene inspiegabilmente preso a mazzate da una femmina solo per rialzarsi col sorrisone e dichiarare “whoa, la mia donna ideale!” e, dopo averla poco dopo trovata (SPOILER!) morta, dichiarare “Damn, who’s the motherfucker who killed my future ex-wife?”.
In compenso Michael Paré come cattivo è troppo innocuo, lui e quell’innocente aria da papà ideale che si ritrova oggi. I bei tempi in cui tirava schiaffi alla Terence Hill in Strade di fuoco ormai sono andati.
Per fortuna, dopo un’ora e dieci di routine non particolarmente ispirata, il film decolla e dà a ognuno lo showcase che si merita. Austin trova un tizio che lo sfida incautamente a pizze in faccia, gli si illuminano gli occhi, dichiara “I’m so goin’ to enjoy this” e procede immediatamente a spezzarlo in due come una barretta Kinder. Seagal si trova davanti Michael Paré e come da copione a) gli insegna il senso della vita e b) lo smonta come se fosse uno scaffale da portare alla discarica, come solo lui sa fare. E c’è spazio addirittura per un ottimo show acrobatico da parte del nuovo arrivato Bren Foster, che si esibisce in uno di quei calci che Scott Adkins ci sta negando da troppi film. Insomma: peccato per la solita aria generale da prodotto fabbricato in serie senza perdite di tempo in decorazioni, ma il team è ben amalgamato (il calmo e invincibile, il grosso e grezzone, il giovane e atletico) e un sequel ispirato lo guarderei di corsa.
Per rispondere quindi a una vostra domanda: più eroi, più botte, più patate, meno chiavate sentimentali, meno razzismo a gratis, la cinepresa montata su un trepiedi… sì, è meglio di Taken 2.
DVD-quote:
“Ho visto di peggio: Taken 2”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
Secondo me un Seagal meno legnoso del solito e poi la scena del forno a microonde.
P.s.: http://cdn.chud.com/f/f9/f9d544c1_StevenSeagalStevenSeagalLeavingSuttonJ_504lrbp_1l.jpeg
@michael: sai che non saprei? Sembra sciolto perché gli lasciano dire quello che gli pare e lasciano che sia immerso nel film che sta solo nella sua testa in cui è ancora magro e minaccioso, ma a me è sembrato nella media e – dovendo dividere lo schermo con Austin – ne approfitta per tirare qualche schiaffo vero in meno delle ultime occasioni.
Ahahah, questa recensione mi ha sollevato un’inizio di settimana deprimente.
Diobono che foto Michael… sembra Bisteccone con il parrucchino da vampiro di Bela Lugosi. Ci sono rimasto male pure io, che di Seagal non mi è mai fregato un granché.
http://www.youtube.com/watch?v=1rG9lameAxA
direct to you tube?
Basta, toglietelo dallo schermo. Mi sembra di vedere il mio meccanico con la panza quando si abbassa per controllare le gomme.
Un po’ di decenza e un po’ meno di carboidrati! Ormai non riesco più a guardare un film con bisteccone, mi fa troppo ridere.
Visto solo il faccia a faccia iniziale per i piani d’ascolto. Quando deglutisce un chilo di catarro stavo per ribaltarmi dalla sedia. Grazie.
E’ imbarazzante!
Pare l’abbiano preso per Expendables 3, farà il divano.
verso la fine ho visto che tira anche un calcetto e io che pensavo che ormai non avesse più gli arti inferiori, una specie di mostro metà uomo grasso e metà niente.
Almeno l’atmosfera tattico-militareggiante post call of duty ci sta tutta và. Almeno quello.
E Austin regala bei ceffoni.
e non era meglio andrè the giant e basta?
Ma meglio questo di un True Justice a caso e.
Forse lo vedo stasera con due miei amici celiaci
@Dèvid Sfinter
“…”Quando deglutisce un chilo di catarro stavo per ribaltarmi dalla sedia. Grazie.”
@jcvd
“Pare l’abbiano preso per Expendables 3, farà il divano.”
@joe d’angelo
“verso la fine ho visto che tira anche un calcetto e io che pensavo che ormai non avesse più gli arti inferiori, una specie di mostro metà uomo grasso e metà niente.”
EPIC LOL
p.s.: sono scoppiato a ridere in ufficio sotto lo sguardo dei colleghi sgomenti.
un gran bel lunedì, grazie
ma questo è “l’expendables di seagal” di cui si parlava un pò di tempo fa…?
Un attore famoso e mezzo in più mi pare poco per chiamarlo “Expendables”… soprattutto contando che Austin era già anche nell’Expendables originale
Ma Steven Seagal non aveva molestato sessualmente la sua assistente di origine vietnamita?
@marlon brandon: credo di si’
Magia… Possiede un sacco di magia (Steven Seagal).
Molestata, che parolone….la vietnamita aveva un hot dog tra le mani ed è successo il patatrac, poi palesemente frainteso dai mass media.
Qual è il segreto di Steven? Come fa a farsi dirigere addosso un film all’anno? Immagino che la sua mobilità sia pressappoco zero. Arriverà a stare fermo con lo sguardo truce mentre la telecamera gli girerà attorno. Sfondo in cgi, oppure proiettato su lenzuolo bianco, tipo il cane cattivo di Charlie anche i cani vanno in paradiso.
Come fa a farsi pagare ancora? Ha un immenso archivio di foto compromettenti di tutti i possibili registi est-europei che se lo tengono buono proponendogli dtv?
Voi che siete aficionados, spiegatemelo, per favore.
@fre: c’e’ che i suoi film continuano a vendere bene nell’homevideo, e siccome io ci sono in mezzo non saprei cosa obiettare piu’ di tanto. Ha una particolare marca di cazzutaggine tutta sua che dopo vent’anni non trovi ancora da nessun altra parte – non necessariamente meglio o peggio, ma unica. Il suo scontro finale con Michael Paré e’ un esempio assolutamente medio ma efficace, nessun altro disfa i cattivi come fa lui.
Il discorso è semplice: noi gli vogliamo bene.
Non è che a mia nonna smetto di voler bene perchè è in là con gli anni e non mi prepara più i tortelli con la verve di una volta…con Steven è uguale, ormai è uno di famiglia.
I bei tempi di Nico e Duro da Uccidere sono andati, l’affetto rimane.
Poi se uno non vuol spendere i suoi soldi per vedere questi film, lo capisco perfettamente, per carità…a volte vacillo anche io, ma poi gli voglio troppo bene e mi butto un’altra volta.. :)
Ero convinto che sarebbe stata una rece entusiasta e invece…
Certo, se anzichè scaldabagno Seagal avessero pigliato un tizio a caso qualunque che sapesse tirare 2 calci e in grado di infilarsi un combat jacket senza sembrare un commesso del banco salumi, sarebbe stato un signor DTV.
Nonostante l’immobilità di seagal, questo è comunque un capolavoro se confrontato con el Gringo di Atkins.
@ Nanni, toglimi una curiosità: come si fa ad affezionarsi a Steven?
Non è per polemica ma, lasciando perdere i 400 kg e il budget medio di 6€ per ogni film (tranne questo che quanto meno sembra decente), non ho mai visto Segal prendersi un pugno, soffrire un minimo, mai, nulla.
Le ipotesi son sempre due: ci sono 12 persone e 1 ciccione e vince il ciccione in 4 secondi, con mosse delle mani a caso e tutto velocissimo; oppure c’è il confronto finale in cui il super cattivo di botto è un pirla che se le prende senza mai darle.
Non dico che il mio Van Damme sia un attorone ma quanto meno ha sempre il merito di farti immedesimare con lui, di rendere credibilissimi i combattimenti finali, di soffrire e poi risorgere. Stessa cosa per Stallone e compagnia bella. Invece il più panzone e meno credibile fa fuori tutti in 3 secondi. Ma perchè??
“DIRECT TO YOUTUBE” oddio grazie!
@jcvd: beh, e’ l’aikido. Funziona esattamente che come un malcapitato si avvicina tu lo ribalti senza neanche sudare. L’ho praticato anch’io per un paio d’anni. Tra l’altro il mio maestro insisteva a dire che la pancia aiutava l’equilibrio, e ci portava a fare gli stage a casa sua mentre la moglie preparava il buffet (storia vera, bei tempi).
Comunque: fra Steven Seagal che non le prende mai e Stallone e JCVD che le prendono pesentamente per tre quarti d’ora e poi dicono “adesso basta” e vincono con due pugni, di sicuro coinvolgono di piu’ emotivamente questi ultimi, ma se parliamo di credibilita’ stravince Seagal.
La perfezione, ovviamente, sta nel mezzo.
Ma e’ poco cinematografica.
La vera domanda è: Seagal indossa quella bandana per tutto il film o a un certo punto fa la sua apparizione Don Chuck Castoro?
Oh, sarà pure un cane di attore, ma l’unione stazza-faccia da duro-accento texano-botte da orbi-personaggio col character più figo della storia del wrestling(imho) mi farà sempre tifare per il buon Steve.
Ce lo siamo appena finito. Eravamo io, Barry Sears ed il Dott. Dukan. Oh, io mi sono divertito. Anche se a voler fare il Mazzarri che segue tutto il film/partita in piedi con un cronometro Casio grande come il palmo della mano regalato alla comunione, il buon Seagal ha un minutaggio davvero troppo basso. Ma ormai è così, come un Altafini o un Del Piero: entra poco nel vivo ma ancora te la risolve. Complimenti a quello che improvvisava la sceneggiatura sul set, secondo gli umori del nostro, che per risolvere il 90% delle scene anziché premiare il montaggio o la dissolvenza ci regalava un tremolio delle cam di videosorveglianza.
Belli tutti quei bossoli in terra, pavimenti a specchio, cucina tirata a lucido, ambienti asettici come la recitazione. Ma soprattutto fratture! Scomposte, esposte, base cranica, terzo distale dell’omero, scafoide, trapezio…
S P O I L E R
bella l’idea di far introdurre i cattivi nella cayenna dentro un compattatore con su il logo di un equino e la scritta Troy. #GreekClassics
fade to blacghcssssssssssss
Seagal il carisma ce l’ha sempre avuto. Ho rivisto Nico da poco, buca lo schermo nonostante il ridicolo codino ed un fisico magro magro ed alto alto che è l’opposto degli armadi ambulanti tanto in voga. Ho rivisto anche Over the Top, per fare un confronto con il fisico di Sly.
Ma vedendo come si è ridotto adesso, mi sembra come ostinarsi ad offrire un contratto all’obeso Adriano alcolizzato, in ricordo di quella volta che contro l’Udinese fece il coast to coast.
O volere il ritorno di Don Pubalgico dopo il declino madridista.
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Magari la zampata la piazza, ma per carità, la bandana, la panza… Il gioco non vale la candela.
Poi se mi confermi che è ancora capace di rastrellare denari, ha ragione lui, ci mancherebbe.
Anche Deontay Wilder è alto e magro, ma tra lui e i bistecconi pieni di steroidi,scommetto su di lui.
Questo doveva essere il film per il nuovo lancio di Seagal nel cinema che conta ma sinceramente l’unica cosa si puo’ essere lanciata in questa produzione e’ soltanto una vagonata di uova marce e pomodori su attori, regista, produttori, sceneggiatori e tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questa immonda baracconata! Lo stile dozzinale di Waxman e’ subito riconoscibile dai primi 10 minuti. Parliamo di un regista che non ha ancora capito come si gira un film d’azione o che non e’ proprio in grado di performare alcunche’: abuso allora di biechi ritocchi digitali in postproduzione tipo le ridicole accelerazioni delle scene di lotta e le sequenze multiangolo reiterate dove un frame non dura mai piu’ di 2 secondi e quello che ne risulta e’ solo un’accozzaglia di immagini dove si vede partire una mano o un piede per poi vederli arrivare con un altra inquadratura oppure lo stesso colpo che viene riproposto da 7-8 inquadrature diverse (ma e’ sempre lo stesso) visto in sequenza accelerata che dovrebbe rappresentare una scarica di cazzotti velocissima ma altro non e’ che un ributtante trucco di montaggio per mascherare l’imbarazzante lentezza e goffaggine del protagonista non piu’ in grado di realizzare alcun tipo di combattimento credibile! Probabilmente le scene vengono girate alla moviola e poi riaccelerate al computer ottenedo un effetto artificioso e ridicolo ai limiti delle comiche di Stanlio e Ollio. Aggiungiamo l’utilizzo di un obiettivo grandangolare anamorfico (e’ quello che crea quella fastidiossissima distorsione delle immagini) e il solito tremolio della scena tipo rollio da ponte di nave che fa venire il vomito ma che anch’esso serve a camuffare la mancanza di dinamicita’ e il quadro e’ completo. Il prodotto finale e’ quindi un collage di immagini shakerate, accelerate e distorte che nulla hanno a che vedere con il concetto di “ripresa cinematografivìca di un combattimento” ma e’ soltanto uno dei tanti sintomi che indicano la fine delle performance atletiche di un uomo sopperite da tagli, trucchi, montaggi, etc,etc. Ma nessuno si e’ accorto che Seagal ogni volta che e’ inquadrato da dietro viene sostituito da una controfigura vistosamente piu’ magra?? Tutte le inquadrature dove la sua faccia non e’ chiaramente visibile appartengono ad un bodydouble che gira almeno il 50% del film mentre lui se ne sta a casa a mangiare hamburger….
Vi dirò… se vi approcciate nel modo giusto a questo film, cioè aspettandovi il peggio, questo MC non vi deluderà, dandovi il meglio di seagal degli ultimi anni. Ok la velocità del personaggio latita, la recitazione è svanita da un pezzo e il carboidrato regna sovrano… eppure non è propriamente da scartare a priori. Ve la butto lì. . seagal in realtà utilizza poco la controfigura a sto giro, certo, merito di un lavoro di post produzione che si preoccupa di accelerare goffi tentacoli altrimenti inerti ma meglio così che rimanere abbonati allo stuntman per il 95% della pellicola. Austin mena come se non ci fosse un dopodomani e la topa la fa da padrona. Non ci si annoia e scorre abbastanza bene. Da assumere con cautela.
Il problema di Segal è che ha iniziato la carriera a 36 anni, quando i suoi “rivali” per esempio Van Damme o Jackie Chan, avevano già dato il massimo e già campavano di rendita, solo Chuck Norris si è rilanciato in tv con Walker texas ranger e aveva già cinquantanni, dimostrandone quaranta.
che Jackie Chan campi di rendita è un’affermazione a dir poco ridicola eh.
Se non era per quello che aveva fatto in cina da giovanissimo,con quei filmacci americani, non ci apriva neanche un ristorante cinese a los Angeles
Guarda che i film di Jackie Chan (belli i brutti che siano) continuano a incassare tantissimo ancora oggi, controlla il box office cinese per favore. In quanto ai suoi film Americani, c’e’ ne sono almeno 4 quattro di enorme successo (i 3 Rush Hour e Karate Kid)… Jackie Chan e’ una delle star piu’ pagate al mondo.
Si ma Jackie Chan il nome se le fatto prima dei 36 anni.
Rush hour e karate kid, fanno parte dei filmacci americani, mi avessi detto Terremoto nel Brooks almeno, ma quello negli usa non era piaciuto tanto per via della recitazione di Chan e l’accento, tanto che gli hanno dovuto mettere vicino il nero comico di Rush hour, per sbolognarlo al pubblico americano.
Ma cosa intendi per campare di rendita? Dire a uno come JC che campa di rendita è una blasfemia, parliamo di uno dei migliori coreografi e stunt del mondo, uno dei migliori di sempre e che pure ora che è vecchio suonato continua a spingere il suo fisico al limite. Oltre ad avere una mimica facciale/fisica pazzesca, puro slapstick. Uno che ancora oggi fa cose pazzissime. Dai su ma di che parliamo…
Sulla sua filmografia si potrebbe dire tanto, in film belli in senso assoluto ha partecipato poche volte, comunque già roba come i 3 Rush Hours che ho rivisto di recente per via del lancio della serie, sono sottovalutatissimi (te lo dice uno che fino ad un mese fa ti avrebbe dato ragione)