Guardate che vi sento: state già tutti storcendo il naso perché il soggetto del film non è originalissimo, e soprattutto perché l’ultimo film con la gente bloccata in ascensore di cui vi ha parlato questo sito era una cazzata partorita da uno con un nome FAIL e una reputazione EPIC FAIL in cui il twist è che un tizio fa una scoreggia allo zolfo. Devo ammettere che non l’ho visto e non ne ho voglia. Non ho nemmeno visto, e qui mi cospargo il capo di cenere, quel Nel Più Alto Dei Cieli dell’arrembante avanguardistico anti-Basaglia Silvano Agosti: da quel che ho capito, Elevator somiglia di più a quest’ultimo che non al primo – e per fortuna.
Comunque è vero, il soggetto non è originalissimo ma noi, in quanto italiani, quando sentiamo questo tipo di critica facciamo il gesto di grattarci il mento dal basso verso l’alto tenendo il palmo della mano rivolto verso di noi. Per cui siamo salvi. I protagonisti di Elevator invece si piantano in un bel casino, ma questo lo avevate già capito.
Dunque, leviamoci di torno il namedropping: dirige l’esordiente Stig Svendsen, produce (fra gli altri) Kjetil Omberg di Dead Snow. Il cast è folto di illustri sconosciuti in stato di grazia che sfoggiano una chemistry di gruppo eletrizzante. Il più famoso è l’ormai vecchio John Getz, il fighetto Stathis Borans che ne La Mosca veniva giustamente cornificato da Geena Davis; la più bella è Anita Briem che ha recitato in quella sorta di mistero doloroso che è Dylan Dog: Dead Of Night insieme a quell’altro poveraccio-che-non-ci-si-crede di Brandon Routh. Non esattamente un titolone da mettere in curriculum, per fortuna Svendsen le ha dato una buona occasione per sfoderare talento. Menzione d’onore per le giovani gemelle Amanda e Rachel Pace, tanto graziose quanto odiose, che danno vita ad uno dei personaggi più torturabili nella storia del cinema.
Ci sono questi nove sfigati che si ritrovano insieme in un ascensore della lussuosissima Barton Building, su Wall Street, per salire all’attico dove si sta svolgendo una festa di ricchi. Fra gli sfigati ci sono proprio il signor Barton, proprietario dell’intero palazzo, di un’impresa e di una quantità di grana non indifferente, e la sua nipotina stronzissima; un comico claustrofobico; un ciccione vigliacco; una ragazza incinta; un giovine rampante e la sua morosa presentatrice tv; una attempata giornalista very liberal; un membro della security. Ah, e soprattutto il decimo passeggero: una bomba. Dal forte significato politico. Ebbene sì, fin dalla prima inquadratura Elevator si presenta come un film politico: la Barton Building si staglia nel plumbeo cielo di Manhattan, un aereo entra in campo e pare che vada addosso al grattacielo. Wink wink, vi ricorda qualcosa? Da lì in poi, i dialoghi serratissimi saranno zeppi di riferimenti alla crisi economica, all’ingordigia capitalista, al razzismo serpeggiante o esibito, al cinismo mediatico, e ad una serie di quotidiani abusi di potere a cui la gente comune si è giocoforza abituata, ma che nondimeno hanno effetti devastanti sulle vittime. Il risultato non è assolutamente un film moralista o gratuitamente cinico, ma sferzante e corrosivo.
Il risicatissimo spazio dell’ascensore, la claustrofobia, il terrore della bomba chiaramente fanno venire a galla gli istinti peggiori o le paure più nascoste; il gruppo di passeggeri diventa simbolo dell’ “homo homini lupus” che vediamo al lavoro ogni giorno su scala globale, la materialità del corpo si impone sulla bellezza esteriore, l’adrenalina sale costantemente mentre la compattissima sceneggiatura di Marc Rosenberg (ops, me l’ero dimenticato nel paragrafo sul namedropping) non spreca una riga e tratteggia i personaggi con pennellate stringenti. Le battute, specie verso la fine, sono da antologia del politicamente scorretto e spesso provocano risate catartiche, anche quando evocano mentalità ed azioni violente. Giustappunto: c’è anche tanto sangue! La scena più parossisticamente horror viene lasciata fuori campo, forse anche per risparmiare sugli effetti speciali, ma con l’aiuto di un buon sound designing fa la sua porca figura e comunque si vedono eleganti camicie bianche instrise di sangue rosso e di humour nero.
Va detto: ci sono dei superstiti. Non vi spiego di preciso chi, ma l’ultimo affondo pessimista di Svendsen è quello di salvare, e far uscire di scena relativamente indenne, proprio coloro che hanno causato la situazione iniziale. Fra gli altri, quelli che erano vittime fin dall’inizio e che vittime sempre rimarranno, non si è creata nessuna solidarietà o complicità: i campi lunghi su Manhattan gelida e immobile ricordano l’indifferenza della stessa città alle torture di Patrick Bates, che spesso ripete alle sue vittime “Urla pure, chi vuoi che ti senta?”. Già: nell’ascensore nessuno ti sente urlare.
DVD-quote:
“Nell’ascensore nessuno ti sente urlare”
Cicciolina Wertmüller, i400Calci.com
Ma questa sembra la versione migliorata di un burtto film dei manetti broz.
Quindi stavolta l’ascensore non contiene Satana? Mi conforta sta cosa.
Mo’ me lo segno.
Namedropping reprise: la vecchia che si è dimenticata di spegnere il forno è Shirley Knight, che tipo era giovane, bellissima e tristissima nel capolavoro giovanile di Coppola “Rain People”, tristissimo e bellissimo. Poi è subito ingrassata e ha fatto la Shelley Winters di serie B in centinaia di film e telefilm.
Non fregherà a nessuno, ma “Nel Più Alto Dei Cieli” l’ho visto (secoli fa). Il solito film “vorrei ma non posso” di Agosti, che vorrebbe fare il Bunuel e finisce dalle parti della peggior Cavani. Però c’aveva quell’aria weird e malatissima che solo certi film italiani dei 70 c’hanno.
E’ solo la foto, o la tipa di (argh) Dylan Dog in soli due anni è passata dall’essere una sosia di Avril Lavigne a milf quasi-quarantenne-ma-ancora-appetibile?
Appuntino: Patrick Bateman, non Bates.
Quello era Norman.
Patrick Bateman + Norman Bates = Patrick Bates ?
(Ma quanto era avanti American Psycho ?)
La lista della Roba da recuperare è ormai sterminata.
@tommaso: Shirley Knight era anche bellissima al fianco di Paul Newman in La Dolce Ala Della Giovinezza. Certe carriere, per qualche motivo, fanno brutte fini… lei comunque è bravissima. Dylan Dog io non l’ho visto e lo farò solo se sottoposta a cura Ludovico, ma Anita Briem è ancora molto bella; ho solo scelto una foto in cui è, come dire, un po’ a disagio.
@JohnnyFortKnoxville: ecco, vedi cosa succede a scrivere alle 3 di notte? Chiedo venia, però l’incrocio fra due fra i più grandi pervertiti della cultura contemporanea non è male! Dai, facciamo un film con protagonista patrick Bates! :-DDD
Ma anche Elevated di francesco natali non era male. Vabbe quello era un corto.
Ho scritto una cazzata e’ Vincenzo Natali!
Minchia, pare che in sto film serpeggi della AUTORIALITA’, molto interessante lo inserisco nel .txt dei film da vedere
Propongo al sommo Cobretti, se non avesse già avuto questa idea, di lavorare con la redazione per un dizionario del cinema de i400 Calci.
Alla faccia dei parrucconi tipo mereghetti e morandini.
Eh, cosa ti devo dire? Propongo a Hitler Ledger di trovare un editore disposto a pubblicare il suddetto dizionario e a *pagarci*, dopodiché noi lo si farebbe magno cum gaudio :-)
@Cicciolina: secondo me se vi adoperate
un editore disposto a metterci i soldi lo trovate.
Siete bravi e godete ormai di una buona popolarità.
Cicciolina: *Pagarci*?!?
orsù:
liberati dai legami materiali col fallace mondo mortale
punta alla gloria
assurgi all’assoluto
Van Gogh è morto povero e Moccia c’ha un pacco di soldi, perdiana
@Rainer: assurgere alla gloria e puntare all’assoluto lo faccio già spesso… ma in una situazione un po’ diversa… (si passa lentamente un dito sul labbro e socchiude gli occhi)
“Ci sono dei superstiti”… Se le bimbe non sono tra i superstiti lo guardo seguro.
Spoiler concesso.
PS
Trailer di World War Z…
OT a quando una rece di miami connection?
quindi hanno spaccato la realtà: ricchi stanno coi ricchi e frega niente del resto della cumpa. Neri co neri. Medi con medi. Etc. E se il danno l’han fatto i ricchi abbiam la spiegazione della crisi attuale in termini completi. Giusto cicciolì?
@Cicciolina
“Ma Quali Soldi, Passione, Ci Vuole Passione” (cit.)
Scherzi a parte più che un’editore vi servirebbe un programmatore, una app\dizionario de i400calci sarebbe da instant buy.
@Rainer, @kurofawa: si stava a scherza’, abbiamo tutto. Ci manca solo il tempo (adesso).
@malintenzionato: tipo quando lo proiettano fuori dagli USA. A quanto ne so esce in dvd a dicembre.
devil…???
Ma quando le porte dell’ascensore di Vincenzo Natali si aprivano c’erano gli alieni!!!