Affrontare un film di genere australiano, in cui australiano è il genere, è sempre divertente, quasi emozionate, ma è anche pieno di quell’aspettativa che rischia di rovinare tutto e fa venire l’ansia che ti suda le mani. Chi legge queste pagine da tempo sa come funzionano i film australiani, sa cosa cosa significa ” la scena del trapano” o “alla fine la grotta era una vagina”, ma tutto sommato mi sembra giusto e politicamente corretto scrivere un piccolo bignamino introduttivo per far capire a tutti e una volta per tutte cosa significa davvero, secondo me, australiano:
Il film australiano si basa solitamente su un semplice quanto efficace presupposto: tutto può accadere ma farò di tutto per non fartelo capire. Con “fare di tutto” s’intende partire da una premessa molto generica e usarla come sinossi ufficiale della pellicola. Dei regaz vanno nel bosco e le cose iniziano a far brutto o mamma entra in cucina e le cose iniziano a far brutto, cose così, cose noiose che abbassano la guardia e l’aspettativa di uno spettatore che verrà poi colpito in pieno naso da quello che d’ora in poi chiameremo “il maccosa d’Australia”. Il maccosa d’Australia è quell’idea un po’ matta, invendibile e imprevedibile che in pochi avrebbero le palle di tirare fuori e che gli australiani invece sbattono in faccia come se fosse la cosa più naturale del mondo. Solitamente è un elemento talmente fuori contesto o esagerato da essere inaspettato anche dopo una sequela di elementi banali e prevedibili, ed è anche quello su cui tutto, anche la banalità, è costruito. Nonostante questo però non sono film sempre del tutto riusciti e, anzi, sono più le volte che nonostante l’impegno e la follia un giudizio completamente positivo è impossibile darlo, ma è anche vero che dopo il film più brutto è impossibile non pensare “minchia quella cosa lì, però” e di ringraziare l’Australia per aver dato vita a certe menti malate (e ad Anna Torv). Questo elemento di stupore previsto tende però, il più delle volte, ad alzare un po’ troppe le aspettative e, quindi, anche le possibilità di delusione. Sta un po’ a noi decidere come prenderla e io, come al solito, non sono mai in grado di contenermi.
In tutto questo Crawlspace ci si inserisce alla perfezione, senza esagerare e con tutti i limiti di un film a basso budget.
Sarò onesto: per la prima ora, su 85 minuti, non ho fatto altro che pensare “fallimento totale”, poi ho visto il maccosa, l’ottimo maccosa, e mi si è risollevato il morale facendomi urlare BELLISSIMO, certe stronzate hanno guadagnato del senso mentre altre sono rimaste il fallimento che erano. Prima, però, le presentazioni: è prodotto e presentato, tra gli altri, da Greg Mclean, quello di Wolf Creek e Rogue, che immagino sia anche il responsabile del suo passaggio a Cannes (mica cazzi) e del suo non essere finito dritto in dvd come capita a molti film di questa fattura; il regista è Justin Dix, uno che definirei come uno, che è pure sceneggiatore. La premessa, come dicevo prima, è molto generica: delle forze speciali scendono in una base militare sotterranea dove trovano una ragazza (Amber Clayton, discreta gnocca) che non ricorda chi sia o cosa ci faccia lì sotto e le cose iniziano a fare brutto. Dire più di così significherebbe rovinare l’effetto sorpresa e quindi buona parte del fascino di un film che altrimenti sarebbe da considerarsi una mezza cazzata.
Prima ho scritto BELLISSIMO e naturalmente BELLISSIMO è esagerato, ma è quello che si prova quando si capisce che certe cose considerate un po’ imbarazzanti erano parte del maccosa e non tutto era scrittura terribilmente sbagliata. Col senno di poi quindi BELLISSIMO non lo è, ma certo di cose buone ne ha parecchie: il mix di generi intanto è ottimo e molto ben equilibrato, esplodono diverse cose e vengono sparati diversi proiettili, ci sono scienziati che giocano con la telecinesi e gli esperimenti sugli animali, molto sangue viene versato e certe sequenze nei condotti d’aerazione sembrano voler ricordare la più classica delle ansie di Alien; abbiamo tra le mani quindi un ottimo esemplare di action-sci-fi-horror-claustrofobico-australiano che rispetta e ama i generi come fossero i propri figli. La regia, in tutto questo, e dal punto di vista pratico e visivo, sbava raramente e, anzi, stupisce con l’ottimo uso del poco spazio disponibile (a naso tra corridoi stretti e condotti tutti uguali i set sono tipo due più quello del laboratorio) soprattutto durante le scene più movimentate (più che altro inseguimenti e sparatorie al seguito). Non esagera, non cerca di stupire, si concentra sulla precisione e per questo funziona. Nulla da dire sugli attori che con l’accento che si ritrovano non si capisce se recitino bene o lo facciano per il lol e che sembrano essere stati presi in corrispondenza con i loro simili inglesi o americani, soprattutto il protagonista Ditch Davey che pare avere le carte in regola, o se non altro la mascella, per diventare il Jason Statham australiano. Teniamolo d’occhio, sia mai succeda davvero.
In quanto al fallimento totale, è presto detto: per tutta la prima ora non si capisce dove il film voglia andare a parare e qualsiasi tentativo di avanzamento narrativo sembra solo incasinare le cose. È tutto molto confuso e poco chiaro, certi spiegoni degli scienziati vengono buttati lì approssimativamente proprio per non dire tutto subito e lasciare al maccosa l’ultima parola, e un elemento fondamentale poi per il twist quasi finale è così stupido da distrarre e indurre all’abbandono precoce della visione. Mi spiego meglio: è stupido e fastidioso per 60 minuti ma un’idea geniale per i restanti 25, e per questo non riesco a raggiungere un giudizio soddisfacente e conclusivo per Crawlspace: se con il senno di poi mi è piaciuto e probabilmente lo rivedrei non posso ignorare che mi abbia dato un’impressione pessima per buona parte del tempo. Vi lascio con questo dubbio e il consiglio di guardarlo, sapendo che dall’altra parte del globo un australiano mi sta deridendo mentre un paio di palle di canguro giacciono secche sulla sua scrivania.
DVD-quote:
“Non guardatelo, ma guardatelo.”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com“Tutte le grotte sono vagine”
Sigmund Freud
La più bella dvd-quote ever.
ok, non lo guarderò, lo guarderò.
Gia’ guardato! E si il twist finale ti fa alzare dalla sedia o dall letto nel mio caso.
Vale se mando avanti saltando tutta la noia e guardo solo la parte finale? (come faccio con il 99% dei filmS demmerd’)
Ok il film con la scena del trapano, ma qual’e’ quello della grotta/vagina?
I filmmaker maccosisti austrialiani hanno sempre dato soddisfazioni a metà, inoltre devono essere anche molto agguerriti tra loro visto che su imdb 5 di 8 reviews gli danno una stella sola e sono scritte da utenti che non hanno mai fatto altre recensioni solitamente in termini di imdb significa fake users.
Quel gran capolavoro di Primal (di cui scrissi la rece seicento anni fa). Le recensioni su IMDb non si devono più leggere, siamo qui apposta.
@schiaffi Puoi ma concediti anche i primi 10 minuti per comprendere “la troiata” o non ha senso e ci capisci una minchia.
@Jean: ahah primal, mi ero completamente dimenticato, e pensare che me lo avete fatto conoscere voi(tu) dei400, mi ero dimenticato.
D’accordissimo su imdb!
Crawlspace (Striscia Ragazza, Striscia) è il titolo, fra l’altro, di un bellissimo film con Klaus Kinski. Ne consiglio caldamente la visione.
“Striscia ragazza, Striscia” lo diceva Klaus alle sue figlie, pare…
E’ bello perché passavo di qui, ho letto i due esempi iniziali di australianità, li ho ricollegati subito ai rispettivi film e mi sono ricordata che di ENTRAMBI io e te avevamo discusso i meriti forse già durante la visione tramite SMS.
Sostanzialmente io e Jean-Claude ci parliamo una volta ogni sei mesi ed accade quando ci troviamo davanti a queste cose qui. #themoaryouknow #caribambini
Il twist finale l’ho trovato prevedibilissimo, o per meglio dire l’ho pensato da subito. Però la più grossa delusione per me è proprio il finale (proprio l’ultima scena). Per il resto si lascia guardare.
dalla descrizione criptica direi che mi viene in mente un mix di Elfen Lied (l’anime) e Half Life.
ma forse sono lontano dal maccosa, no? altrimenti il maccosa non sarebbe maccosa. Maccosa sto scrivendo?
Visto or ora (viva viva le domeniche pomeriggio): una poverata pazzesca e, nonostante l’ora e venti di durata, una palla allucinante. Ah, il twist l’ho anticipato all’incontro del primo psichico con soldatino di guardia…
P.S. Dovrebbe essere candidato ai Sylvester nella categoria “Peggiori armi in film sci-fi”. Non vedevo fucili/granate così inutili da parecchio tempo…
io non ho capito la storia da giorno della marmotta nel finale..dove non ho capito potrei ben dire che sta per non ciassenso
poverissimo e godibilissimo. I commenti del tipo “Io il twist finale l’ho capito subito” sono talmente inutili e risibili che andrebbero vietati. Io ieri ho fatto all’amore con Marilyn Monroe, e se mi permettete questo mi rende più figo di tutti voi messi assieme; che avrete pure capito tutti i twist da il gabinetto del dottor caligari a quella casa nel bosco, ma poi la sera che fate? Pippe! Io Marilyn, vuoi mettere? Dio quanto sono figo.
@cinepathia: ma sei pazzo? e’ morta da 50 anni! altro che figo, sei un disgustoso pervertito! ewww…
hai ragione forse mi son confuso e ho solo capito il twist finale di un qualche film a caso. Resta il fatto che sono fighissimo!
e comunque il twist di crawlspace l’ho capito quando Leonida grida “this is sparta”. Dai, era telefonato cazzo!
@cinepathia: io per sicurezza ti ho chiamato l’ambulanza
Beh è chiaro: ho capito che avresti chiamato l’ambulanza da quando nel film dicono di trovarsi 50 metri sotto l’area 51. …Certo che “50 sotto la 51” suona veramente da cani.
Servirebbe un Twist per rivalutare tutti ‘sti commenti che ho mollato…