A grande richiesta, prima di parlarvi della nuova versione cinematografica di Dredd (di cui comunque non è ancora prevista una distribuzione italiana), rivisitiamo il flop del 1995 targato Sylvester Stallone.
E come premio fedeltà, vi beccate in entrambi i casi la doppia opinione di Nanni Cobretti e Darth Von Trier.
Ah no? Pronti via:
(il pezzo di Darth Von Trier)
Innanzitutto, mai come stavolta…
SIGLA!
httpv://www.youtube.com/watch?v=9rVFi6qkPHE
Quando uscì Dredd in Italia ricordo che in pochissimi capirono che si trattava dell’ adattamento cinematografico di un fumetto, cosa comprensibile vista la presenza editoriale praticamente nulla di Judge Dredd nelle nostre edicole a differenza dei paesi anglofoni, Inghilterra in testa, dove è un cult da sempre. Venne quindi preso perlopiù come un film eccessivamente sopra le righe e troppo incline al grottesco.
Un sostanzioso excursus sul personaggio e il suo background quindi mi pare doveroso, per inquadrare meglio pregi e difetti del film.
Il fumetto di Judge Dredd nasce in un luogo ed in un periodo ben precisi, ovvero l’ Inghilterra della fine degli anni settanta, e in un anno ancora più preciso e cruciale: il 1977.
Nel 1977 facilonamente possiamo dire che in Inghilterra c’era l’esplosione de “il Punk”, ma quella era una parte più visibile di uno stato delle cose di cui la Gran Bretagna era un grande epicentro, con l’insofferenza, la rivoluzione, la sovversione degli schemi, la critica feroce, il sarcasmo, che permeavano un po’ tutto. Il “punk” era un intercalare con un nome in un attualità delle cose che musicalmente e socialmente venivano da un po’ più lontano, e che sia musicalmente che socialmente sboccheranno anche in altri modi oltre al punk, come ad esempio l’Heavy-Metal e la prima New-Wave.
In questo periodo di esplosione culturale l’editoria britannica non stava in disparte ma, dalle fanzine ciclostilate alle riviste indipendenti più o meno ben fatte, era al contrario tutta un fervore: fumettisticamente, la punta di diamante di tutto ciò fu la nascita -sempre nell’anno 1977- della rivista 2000AD la cui impronta, ad iniziare dal titolo, era rivolta verso la fantascienza.
Prendendo le mosse dalla fantascienza più classica, 2000 AD (sotto l’imbeccata di un editor dall’occhio lungo del colosso editoriale inglese IPC) proponeva una fantascienza diversa, più libera, a tratti surreal-psichedelica, con tratti di satira politica e con un’aggressività inusuale. Una fantascienza nuova, quindi, ma con tutta la sostanziosità di modelli illustri precedenti degli anni ’60 e ’70: concettualmente simile, ma con delle componenti di aggressività e rottura nuovi, come molta della nuova musica contemporanea nascente. 2000AD aveva un approccio mainstream ma era di fondo permeata di undeground, e questo rese la rivista un successo trasversale che dura ancora oggi e sulla quale si sono avvicendati i più grossi nomi del nuovo fumetto inglese: Alan Moore, Brian Bolland, Jamie Hewlett, Grant Morrison, Dave Gibbons e molti altri (tra cui “l’intruso” romano Massimo Belardinelli chiamato li ad attualizzare il mega-classico Dan Dare). Insomma, la New Wave dei fumetti inglesi, dopo quella del metal e della musica.
Il personaggio del Giudice Dredd nasce anche lui nel 1977 con 2000AD e si pone subito come serie trainante della rivista. In un mondo desertificato, post-catastrofe nucleare, l’umanità intera vive ammassata in megalopoli a struttura verticale chiamate Mega City e contraddistinte da un numero progressivo. In questi agglomerati disumani la legge è amministrata da un corpo di polizia che per snellire la trafila procedurale, visto che la criminalità è soverchiante, dispensa la pena all’arresto ed è autorizzata all’uso della violenza indiscriminata per ottenere lo scopo, spesso e volentieri anche eseguendo a morte l’imputato sul posto.
Il gigantesco Joseph Dredd è un Giudice di Mega City One ed è il più zelante del corpo dei Giudici: inumanamente puntiglioso e distaccato, un Robocop in carne ed ossa che non si ferma mai davanti a nulla e di cui non conosciamo neanche il volto visto che non si leva mai nè uniforme nè elmetto. Dredd è la legge, letteralmente, e la impersona 24 ore su 24: da qui il suo perentorio slogan, ribadito dagli Anthrax in sigla, “I am the Law”. Dredd non scherza per un cazzo.
Da uno spunto hard-boiled del genere però, si dipana una sottile vena di humor nero molto britannico: a partire dalla divise grottescamente militari dei giudici fino alla caricaturale ottusità del violentissimo Dredd, passando per i surreali processi sommari e i criminali sempre più folli, tutto diventa una satira del potere, della forza schiacciante delle autorità, una denuncia sul filo della risata di quanto abbiamo bisogno di essere comandati. Non riusciamo mai ad empatizzare con Dredd, è quasi una figura disumana, ma facciamo il tifo per lui perché in fondo sta proteggendo persone… O forse no: chiunque potrebbe trovarsi dall’altra parte della sua pistola magari protestando una contravvenzione.
Su questa zona grigia tra humour e avventura, tra satira e racconto, si basa il successo del personaggio, ma questa è anche un’alchimia molto difficile da replicare su schermo in un paio d’ore. Il film del 1995 sembrava avere tutto per riuscirci: un budget stellare, delle buone intenzioni di fedeltà al fumetto, un protagonista perfetto in tutto, anche nell’emiparesi alla bocca. Stranamente l’idea per l’aspetto di Dredd venne al disegnatore Carlos Ezquerra dopo aver visto il personaggio in tuta di pelle di Frankenstein in Death Race, film con Stallone co-protagonista.
Eppure il film riuscì solo in parte, ahimè. La messa in scena era formidabile, ma troppo giocattolosa. I costumi (curati da Versace) erano abbastanza fedeli, ma stucchevolmente fumettosi (come dimenticare il para-palle di Dredd? con quello secondo me siamo ben oltre l’armatura coi capezzoli di Batman & Robin), l’umorismo nero c’era ma a un certo punto prendeva troppo la mano e diventava una farsa a danno della parte seria-avventurosa.
La pecca più grande però era il protagonista: il Dredd di Stallone è troppo umano, troppo desideroso di parlare e di mostrarsi al pubblico arrivando addirittura a spogliarsi, ridere e a togliersi l’elmetto; insomma, ci empatizziamo troppo e Dredd rimane Dredd per troppo poco tempo, troppi pochi minuti per farci percepire l’angoscia di un futuro militarizzato e in ostaggio di uno stato di polizia. Judge Dredd nonostante le premesse non è un buon personaggio da action-movie classico, è un cattivo dalla parte dei buoni, è uno che parla poco e fa molto, non è simpatico e non vorresti averci a che fare.
Stallone invece fa di tutto per trasformarlo in un Marion Cobretti del futuro: un personaggio positivo tagliato su di lui quando invece lui si sarebbe dovuto sottomettere alle regole ferree dello stronzissimo personaggio, come tutti quelli che hanno a che fare con Dredd nel fumetto del resto. Forse rompere alcune regole poteva essere interessante, ma non nel primo film, non dopo quaranta minuti. Il primo film del franchise ci doveva far capire di che personaggio si stava parlando, nel bene e nel male… Poi magari in seguito si poteva parlare delle variazioni sul tema.
Su questo concorda lo stesso Sly che asserisce oggi:
But I do look back on Judge Dredd as a real missed opportunity. It seemed that lots of fans had a problem with Dredd removing his helmet, because he never does in the comic books. But for me it is more about wasting such great potential there was in that idea.
Il film però era tutto sommato divertente portato fuori dall’orbita del Dredd fumettistico, e ci sono ovviamente anche dei lati positivi, piccole attenzioni che rivelano come le intenzioni fossero buone e si volesse fare davvero il fumetto al cinema, ad esempio la gang di Angel con un Mean Machine perfetto (ralizzato da un giovane Chris Cunningham, che guarda caso si fece le ossa da ragazzo come disegnatore proprio di Judge Dredd su 2000AD) o il robot guardia del corpo che altri non è che Hammerstein di ABC Warriors, un altro fumetto di fantascienza presente su 2000AD e sceneggiato da Pat Mills, uno degli autori di Judge Dredd. ABC Warriors era ambientato in un altro scenario rispetto a quello di Dredd, ma trovai carina l’idea di citarlo facendo in modo che il futuro di ABC Warriors fosse il passato di Dredd.
Insomma: un film riuscito a metà, un flop al botteghino e uno Stallone not amused.
Al boss però piacque abbastanza e gli cedo la parola.

Ho avuto automobili più piccole di questa moto
(il pezzo di Nanni Cobretti)
Una piccola deviazione nostalgica: ricordo che all’epoca dell’uscita del film entrai in fumetteria e presi una di quelle tamarrate megagalattiche che rispondono al nome di “fumetti tratti dai film”. Che in questo caso era un doppio carpiato, in quanto fumetto tratto da un film tratto da un fumetto. Una cosa completamente senza senso, sono d’accordo. Ma mi avevano attirato due cose: il titolo dorato luccicante, e la magica scritta “edizione limitata numerata” (l’affarone lo si vede dal prezzo a cui lo si trova oggi). E una terza cosa: in omaggio allegato, il tatuaggio lavabile di Dredd. Lo stesso che ha lui nel film. E sì, me lo feci. Mi feci il tatuaggio lavabile di Dredd sulla spalla. Nel 1995. Avevo (1.. 2… 3…) 17 anni e mezzo. Non chiedetemi il perché, non me lo ricordo, così come non ricordo se influenzò in qualche modo il fatto che pochi mesi dopo su quella stessa spalla ci feci il mio primo tatuaggio vero (diverso), ma tant’è. Non mi è tornato in mente finché, riguardando il film, non sono arrivato alla scena in cui lui rimane per la prima volta a maniche corte.
Tornando a noi.
All’epoca di Judge Dredd non sapevo nulla di nulla, tranne che era un fumetto inglese che aveva ispirato una hit memorabile degli Anthrax, e di cui possedevo per vie traverse un videogame per Commodore 64 che non funzionava.
Poi un po’ mi sono informato, ma tanto in ogni caso Stallone era Stallone, con tutti i pro e contro che ne derivano. Sì, anche qualche contro, fatemici arrivare.
I pro: Stallone ti regge un film da solo semplicemente entrando in scena e aspettando che tutti si voltino. Ha tutto quello che serve al personaggio: è grosso, incazzato, ha una presenza con pochi eguali e un background e un carisma naturale che non hanno bisogno di ulteriori spiegoni. Lo vedi e capisci al volo che, salvo clamorose sorprese, è il più cazzuto in città. Lo ascolti, e obbedisci senza fiatare. Quando nella prima mezzora lo ammiri fare il Robocop versione tolleranza zero, pensi che forse batterebbe a schiaffi pure Robocop.
I contro: Stallone è una leggenda, una delle più grandi star della Storia, e tra lui e il giudice Dredd non c’è paragone a chi vince la gara di popolarità. La notizia del suo ingaggio, da sola, era più che sufficiente a far intuire che la fonte sarebbe stata tradita, perché con questo grandissimo cazzo che Sly avrebbe mai accettato di recitare un film intero indossando una maschera, e comunque nemmeno gli studios gliel’avrebbero mai lasciato fare. Era una cosa praticamente matematica. La sua frase citata qui sopra da Darth, nel suo lasciare intendere che il togliere la maschera non era un tradimento egoisticamente inevitabile ma soltanto un’intuizione intrigante mal sfruttata, è di una vigliaccheria opportunistica magistrale. Nel 1995 poi, Sly era abbastanza fresco di resurrezione al box office, dopo la serie di passi falsi commessi a fine anni ’80 da Rambo 3 in poi e rimediati due anni prima da Cliffhanger: con l’appeal commerciale del film appoggiato al 95% sulle sue spalle, c’era solo da sperare che le sue inevitabili personalizzazioni non si rivelassero eccessive. Questo ovviamente per gli integralisti del fumetto.
A tutti gli altri, me compreso, Dredd: La legge sono io pareva poco più che uno pseudo-sequel di Demolition Man, e fu con quello stato d’animo che io e i miei amici affrontammo la visione in sala.

Cose fatte bene
Il trucco per goderselo, allora come oggi, alla fine è proprio quello.
Credo che ci sia pochissimo da ridire sulla prima mezzora, quella in cui Dredd si presenta in tutta la sua maestosità e, con il perfetto mix tra cazzutaggine e ed esagerazione autoironica, si piazza fermo e in bella vista nel bel mezzo di una sparatoria e impone a tutti di arrendersi scandendo al megafono “IO… SONO… LA LEGGE!”. Poi procede a fare sfoggio della sua proverbiale intransigenza e del suo superpistolone ad attivazione vocale (il “legislatore”) e sgomina la gang capitanata da James Remar (la cui sola presenza aggiunge 10 punti in street cred), e sono momenti grandiosi. Infine torna in caserma, si toglie il casco senza motivo, e non se lo rimetterà più. Da quel punto in poi non è più il Giudice Dredd, ma un comune film di Stallone.
Se siamo qui a leggere anche l’opinione mia è comunque perché la definizione “comune film di Stallone” per noi ha connotazioni tutt’altro che negative.
Dredd, come film di Stallone, si mette effettivamente in coda con Demolition Man in quanto pellicola in cui il nostro riesce a coniugare con successo il lato action con quello umoristico, ovvero il gioco in cui aveva sempre sofferto il confronto con Schwarzenegger. Nel senso: non è che qua lo supera, perché a un certo punto come già diceva Darth si passa il segno, però il più delle volte centra il bersaglio – bersaglio che, specifichiamo, non è piazzato alto sulla satira tatcheriana che Darth insegna essere propria del fumetto e che Verhoeven aveva già saccheggiato e riadattato appunto per Robocop, ma basso ad altezza di action leggero, autoironico e senza pretese. Funziona finché, di nuovo, è appoggiato tutto sulle spalle di Sly e della sua cartoonesca inflessibilità in scene come quella in cui punisce un parcheggio in doppia fila facendo esplodere l’auto del colpevole, e nelle sue reazioni da incredulo pesce fuor d’acqua quando la legge gli si rivolta contro, e soprattutto nel momento in cui, di fronte a un personaggio dalla marzialità immacolata, ti rendi conto per contrasto di quanto abbia davvero una zeppola gigantesca (ricalcata alla grandissima dal leggendario Amendola e il suo epico “IIIOOO FONO LA LEGGE!!!”). E funziona ovviamente nelle scene di pura azione, dirette con mano sciolta dall’inglese Danny Cannon. Ma nel momento in cui per timidezza viene aggiunto Rob Schneider (Rob. Schneider.) e gli viene concesso di trotterellare qua e là senza guinzaglio, il film perde l’equilibrio e finisce per assomigliare progressivamente a una versione non divertente di Superman 3.
A parte questo: non ho a mano cifre sul budget, ma ci scommetterei che è meno di quello che ci vogliono far credere. Scenografie e costumi, ridicoli o meno, sono elaborati il giusto, ma più il film prosegue più ci si rende conto che è girato quasi interamente in interni, il che alla lunga lo soffoca e lo fa sembrare una specie di tv-movie extra-lusso.
Che sui titoli di coda infine, invece degli Anthrax o qualcuno di simile, ci siano quei tristoni dei Cure che sono tipo l’esatto opposto del tono del film, è una mossa di cui tutt’ora non mi capacito.
Menzione doverosa comunque al cast di tutto rispetto: c’è la donna più bella del mondo Diane Lane in uno dei suoi rarissimi ruoli in un film che mi può interessare, c’è Max Von Sydow, c’è Jürgen Prochnow, c’è Joan Chen che per chi non se la ricorda era Lucy Liu prima che inventassero Lucy Liu, e c’è persino Ian Dury. Ma soprattutto c’è un enorme, ENORME, Armand Assante nel ruolo del catti-cattivissimo Rico, che ricambia così il favore a Sly che lo aveva fatto esordire quasi vent’anni prima in Taverna Paradiso.
Per me a conti fatti rimangono più i pro che i contro.

La naturalezza, la perfezione
Dvd-quotes:
“Non così terribile, al netto di qualche para-palle”
Darth Von Trier, i400calci.com
“Sly non sarà Dredd, ma io gli obbedisco lo stesso”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: il tormentone “affermazione prevedibile”, che io e i miei amici ripetemmo gloriosamente per circa un anno e mezzo dopo la visione del film, è tutto della traduzione italiana. In originale si tratta di un normale e stizzito “I knew you would say that!”, che fa comunque ridere per quella sfumatura di frustrazione e offesa personale che Dredd inferisce ogni volta che un criminale gli si dichiara innocente.
(la rece del Dredd versione 2012 apparirà magicamente su questo sito MERCOLEDÌ)
Come cominciare l’anno a colpi di bazzuca…5 alto per von trier e Nanni,concordo pure con la punteggiatura.
Il film onestamente e’ di quelli che non mi stimolavano troppo allora, troppo preso dall’horror, pero’ dopo questa doppia recensione devo andare subito a fare i compiti e recuperare…
Ma è il film dove il cattivone
Spoiler
cava un occhio al megadirettore galattico per evadere?
Ero bimbo, impressionissima!
fecero anche gli zaini, io lo so…io ce l’ho!
daccordissimo con Darth, sempre molto preciso, anche se io nel film lo houmor non me lo ricordo, anche se confesso che dopo quella volta al cinema, ho solo rivisto distrattamente il finale.
@dan: voglio la tua marca di occhi e orecchie che riescono a bloccare fuori Rob Schneider
Nanni, il fumetto con titolo dorato tatuaggio falsissima tiratura limitataecc ecc…
stesse identiche dinamiche.
bei tempi.
E poi sbaglio o c’era anche un megaposter di Stallone-Dredd?
(io comunque sto film lo portavo e lo porto in gloria.)
Bentornati! Un gran ritorno.
Piacevole sì il primo Dredd, sarà stata anche l’età in cui l’ho visto, ma quello nuovo lo mette all’ombra perchè è una bombetta inaspettata…ma meglio aspettare mercoledì per discuterne.
Ancora adesso a 30 anni tranquilli che se mi capita sotto mano un tatuaggio trasferello me lo faccio sicuro, ancore, draghi, moto, draghi in moto sono i migliori.
L’altro giorno in uno di quei chinatown shop copertura di import export illegale c’era un pacco di 1500 tatuaggi “lavabili” a 1 euro e 50, tema yakuza.Sono stato subito molto tentato, ma poi no.
Scusate la divagazione!
@Nanni, in effetti come ho detto non l’ho rivisto da allora, quindi la mia memoria sicuramente difetta un po’. Sara’ che mi aspettavo qualcosa di diverso.
@fre: No, quello è “Demolition Man”. In compenso questo è il film dove il cattivone
Spoiler
ordina ad un robottone di strappare gambe e braccia ad un tizio, raccomandandosi di tenere la testa per la fine perchè vuole che non si perda niente.
Visto in TV oltre un decennio fa, mi lasciò un notevole malessere, conto di rivederlo a breve solo per godermi il leggendario Mega Acting di Sly.
“YOU BETRAYED THE LAW!”
Il Dreed 2012 che ho visto qualche settimana fa, onestamente lo reputo una puttanata terribile!!!
Karl Urban non centra un cazzo con Dreed, sembra un normalissimo polizziotto e il film e’ stucchevole. 1000 volte meglio quello del 95 di Sly!!!
@Nanni: vai tranquillo, che il videogioco per il C64 era una puttanata ingiocabile…
Io i tatuaggi trasferibili smisi di farmeli perchè ho scoperto che non è vero che ci mettevano la droga dentro!
Lo scrissi già in altra occasione: film maltrattato ingiustamente, al netto di Schneider. Il costume avrà anche il parapalle ma funziona, molto meglio della tenuta SWAT con casco ballonzolante di Keith Urban.
Anticipo fin d’ora che nel prevedibile confronto di mercoledì, io rimango con la versione del 95 sempre e comunque. Stallone vs Keith Urban? Diane vs Olivia “Oil” Thirlby? Assante vs Headey? Scherziamo?
A mio avviso, date le preventive dichiarazioni di assoluta fedeltà, la versione del 2012 è la vera occasione sprecata. Hai la possibilità di creare un intero mondo futuristico lercio e degradato, un Mad Max del 2012, e ti chiudi in un condominio di Famagosta come l’ultimo degli indonesiani? The Raid poteva permetterselo perchè, oltre a essere un film della madonna per ritmo (totalmente assente in Dredd), dell’Indonesia del 2012 a nessuno frega nulla. Ma come si fa ad ambientare un film a MEGACITY ONE nel 2125 e ottenere Carnage con più botti e esplosioni?
E’la versione filmica del turista che va in Africa per rinchiudersi in un villaggio Alpitour: tanto vale starsene a casa.
@darth: ma li hai leccati?
Di certo la mascella era quella giusta.
@ John Who
Ho dei punti di accordo con te, però non stai tenendo conto del budget… Che credo sia stato il grosso aut aut del film.
Ma ne dibatteremo con dovizia Mercoledì.
A mio avviso, spoiler, per un verso o un altro sono ambedue occasioni mancate.
@Nanni
Si, li ho anche attaccati sotto le ascelle e tenuti sotto la lingua.
Al massimo ho avuto un intossicazione da piombo con quelli dei cinesi ma niente LSD.
E’ un film che mi ricordo veramente poco ma non malissimo, derubricato nella mia mente come inutile. Però cazzo, Rob Schneider no! Rob Schneider no! Tutti gli imbecilli almeno un film divertente l’hanno fatto. Rob Schneider no!
Il remake è voto 6, ma probabilmente è un altro di quelli che fra un mese mi sarò scordato, credo che finirà anche lui nell’inutile… Anzi lo ricorderò come “quello uguale a The Raid ma brutto”.
@DVT Hai ragione, ci ho pensato mentre lo vedevo. D’altro canto, wikipedia riporta che il primo Mad Max costò circa 650.000 $ ma non per questo MIller decise di girarlo nella sua cameretta. Contando poi le possibiltà offerte dalla CGI e che, secondo il canone fumettistico, al di fuori dei bastioni della città c’è solo il deserto secondo me era doveroso dare respiro più ampio alla vicenda. Ma ci torneremo mercoledì.
Anzi, aggiungo una cosa sola: dare tutta quella serietà a un personaggio che si dichiara giudice, giuria e boia senza alcun accenno satirico/critico è AGGHIACCIANTE (copyright Antonio Conte). Altro che Dredd senza casco…
Di questo film la cosa che mi è rimasta impressa sono gli occhi azzurri di stallone e la bellissima smorfia della bocca che qui raggiunge il suo apice di smorfiaggine!
Di Dredd mi pare di aver letto qualcosa dopo il film, ma non sono sicuro. Mi dovevano essere capitati in mano dei numeri della rivista “ACTION” e c’erano delle sue storie… che bei ricordi.
* sospira *
Ai tempi mi piacque, mi piacque parecchio. Tant’è che quando lo passano in tv non me lo perdo mai. E il legislatore è una gran figata…
Ma era in questo film che qualcuno finiva per farsi mangiare? Tipo che entrava in una setta di cannibali? Forse proprio Rob Schneider?
@john who?
il film l’hanno girato propio in sud africa…ad urban l’hanno pagato con una fornitura a vita di tè di rooibos…comunque ne riparliamo mercoledì a quanto pare…
IO NON HO INFRANTO LA LEGGE. IO SONO LA LEGGE!
Da totale ignorante dei fumetti, parrocchia di quelli a cui piacque.
Per la Legge di Benigni, qualsiasi girato con Stallone, fosse anche quello che lo inchioda come trasgressore della Ztl, mi va bene.
Dicesi la Legge di Benigni, l’ineluttabilità per la quale un uomo non viene percepito come recitante un ruolo ma semplicemente come ripreso mentre interagisce con eventi e/o attori che, loro sì, interpretano una parte. Quando un attore raggiunge un così alto grado di iconicità (positivo per Sly, negativo per Benigni), metterlo a fare un ruolo da fumetti, libro etc., vuol dire far soccombere il personaggio di fantasia. Io, in tutti i film di Sly, ci vedo lui che ogni volta si trova in un’avventura diversa. Mi piace così.
Incensare The Raid ha rotto il cazzo. Che e’ una figata, ma il Dredd 2012 non c’entra quasi un cazzo apparte l’ossatura della storia (che e’ pura coincidenza).
Il Dredd si sly ci ricorda di altri tempi, tempi in cui io ero in 4 elementare e lo guardavo su italia uno e c’aveva i robottoni fighi.
Ma a guardarlo adesso dopo la scena iniziale (AH EM DAH LO!) fa cagare come tutti i film di sly che vanno dall’inizio anni 90 fino a piu’ o meno Rocky 6.
Preferire sta cagata a quello nuovo significa soffrire di Nostalgia per tempi migliori,tempi bui in cui Il Corvo era The Dark Knight, The Dark Knight era il Corvo e Matrix non era ancora uscito per ricordare a tutti perche l’action degli anni 80 era figo.
Spero che Dreed 2012 mercoledi venga fatto esplodere con un legislatore del 1995
Ehi io avevo chiesto una recensione del Dedd e me ne arrvivano addirittura DUE?
Grazie ragazzi, ma sul serio proprio!
Anche perché io di tutta la storia del casco, della fedeltà al fumetto e tutto il resto non ne sapevo nulla di nulla.
O.T. ma non troppo. A vedere la pagina IMDb di de Souza viene il malessere praticamente dopo Dredd la sua carriera di scrittore di cinema è terminata, certo ha scritto in rapida sequenza il film dei Flintstones, il più debole dei Beverly hills cop e ha sbagliato Street Fighter, anche se lì aveva intuito un ottimo modo per non ridurre il film allo schema del solito torneo di arti marziali, che funzionava bene nei picchiaduro da Super Nintendo ma al cinema mi ha sempre rotto. Eppure aveva scritto cose eccezionali fino a pochi anni prima, ma che gli è successo? Come si fa ad avere ideato Commando, L’implacabile e Die Hard e poi scrivere Gotta Catch Santa Claus (film tv) insieme al tizio che ha scritto le puntate degli Orsetti del cuore?
@pillole: a un certo punto credo che la domanda diventi: una volta che hai scritto la perfetta summa del cinema action teorico e pratico (Commando e Die Hard), che altro scrivi?
La summa del cinema Horror credo.
Che poi io ho conosciuto gente il cui film preferito era Solaris (russo- gran bel film Remake – meh) Che tentava di convincermi che Commando, Die Hard e sopratutto L’ultimo Boy Scout (Che vi leggo da poco e saltuariamente e non so che opinione ne avete, ma per me e tipo uno dei piu’ bei film di sempre. E non nel genere. Ma tipo sempre. La su coi vari di Kubrik, senza vergogna che gli piscia in testa e gli tira coppini) sono film vuoti e poveri fatti solo per i soldi.
Odio gli snob cinefili del cazzo e quando insultano i boy scout io sorrido e so che fanno i fighetti mollicci sottuttoio ma che il film lo hanno visto forse 20 minuti in tv e basta.
Vorrei giusto puntualizzare a tutti che Dredd è stato scritto prima di the raid…
mi sembra strano che non sia stato detto…
http://en.wikipedia.org/wiki/Dredd#Production
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Raid:_Redemption#Production
È ora di finirla con questa disputa su Dredd/The raid. Ci interessa davvero se è nato prima l’uovo o la gallina?
È più efficace rilevare come The Raid sia il miglior action del decennio mentre The Raid un timidissimo filmetto da dtv, con 2-3 idee apprezzabili e – nel frattempo – la più totale noia e approssimazione.
Il punto è questo: dredd 2012 è grossomodo uguale a the raid,chiunque abbia visto the raid ha le orecchie che gli fischiano per un ora e mezza a guardar dredd. quale sia stato scritto prima non conta. Uno è un esempio di come fare quel film da dio e l’altro è solo un altro esempio di film facilmente dimenticabile. Potete dire ciò che volete ma il plot superficiale è lo stesso, anche se poi the raid, nella semplicità del suo plot riesce a essere più fantasioso comunque.
Dredd con sly, dimenticabile (al contrario, demolition man è indimenticabile tanto per dire, magnifico)
Dredd 2012, dimenticabile.
Altroché i am the law, come risponderebbero i prodigy: fuck’em and their law.
Era per dire, certo non è una novità come concept… presente Manhattan Warriors?
La rece riassume il mio pensiero e i commenti poi non lasciano spazi a ulteriori dubbi.
L’unica cosa che mi sento di aggiungere è: Cliffhanger filmone della vita.
Io quando c’ho il benestare di Schiaffi sento di aver portato a casa la pagnotta.
@Schiaffi
La scena migliore è quando Stallone con il ciuffo leccato e i pantaloncini tirolesi si lascia sfuggire la zampetta del procione…
Darth, mi sono scordato di menzionare l’esauriente intro. Finalmente capisco perchè ai tempi, vedendo le vignette, pensai che i personaggi erano stranamente merdosi deformi inutili anzichè roba fetish by marvel che ti turbava le pause nel cesso. British humor…la risposta a tutto.
Io lo adoro, e l’ho rivisto su Sky tre volte non più di un mese fa.
Sono convintissima, contro tutti i miei amici, che i tre criminali di Rango che scavano sotto la città siano presi pari pari da Herschel e figli, a livello estetico e concettuale.
L’unica cosa che stona per me è la storia dei cloni gestita… così così.
Io “affermazione prevedibile” lo dico ancora.
io ho cd originale da qualche parte della colonna sonora. fate voi. e faceva pure cagare.
davero stanlio, la famiglia angel è 10 e mean machine è il king…poco minutaggio? vero ma restano una parentesi perfetta e come diceva Curly Washburn “non poteva essere meglio di così”
per tutti i nerd laffuori: se volete leggervi qualcosa di dredd recuperate il team up con batman (massì che cè mean machine, tranquilli)
Ricordo di averlo visto al cinema quando uscì e qualche anno dopo in Tv, film davvero bellissimo. Avrà anche dei difetti, ma resta sempre un signor film di azione molto divertente, con degli ottimi effetti speciali per l’epoca, e con un cast all’altezza capitanato dal grande Sly.
Poi questo film è sparito un po’ dai radar, e sono riuscito a rivederlo solo qualche mese fa. Pensavo che adesso che non sono più bambino non lo avrei apprezzato allo stesso modo, e che i suoi difetti si sarebbero amplificati invece… mi sono divertito da matti a rivederlo! Film strapieno di situazioni cult e di frasi ad effetto come “io sono la legge!” o “affermazione prevedibile” o ancora “menzogna!”, e purtroppo non riesco a capire i motivi del suo flop.
Dire che il principale motivo del flop è che Dredd non si dovrebbe togliere mai il casco per me è una balla perché la maggioranza delle persone che lo videro all’epoca non conoscevano il fumetto e non lo conoscono tutt’ora. E poi a me non me ne frega nulla di quest’aspetto! Certo avere un Dredd ancora più inflessibile avrebbe giovato di più al film ma a me va bene così.
Forse il difetto peggiore è che l’ottimo cattivo interpretato da un ispirato Assante non è stato sfruttato a dovere, infatti forse il film si perde sul finale. Ma per il resto è un signor film come ho detto. Forse il flop del remake (flop peggiore a guardare le cifre) lo ha rivalutato dopo tanti anni di immeritato esilio dalle nostre menti.
Affermazioni prevedibili.
Da un po che non lo rivedo. La prima volta lo vidi se non erro su TMC che, quando ce l’ aveva Cecchi Gori, dava i iflm distribuiti dalla sua casa in anteprima! ^^
Anch’ io ne ho un buon ricordo! Lo trovai divertente e godibile.
Dredd fumetto lo scoprii più o meno in quel periodo comprando un team-up con Batman da titolo “l’ ultimo enigma” se non erro! ^^