Ogni tanto coi film prendiamo un po’ dei granchi anche noi, tipo stavolta.
No spè, non è male come credete ‘sto film, vi spiego… No, non è un film orribile, state qua. No dai, prima che cominciate a fare gli spiritosoni fuori luogo ve lo dico eh: non è un film su di un poliziotto con degli handicap!
Insomma dicevamo dei granchi. Credevamo fosse un poliziesco d’azione data la mole di solide facce da action più o meno di serie B che sfoggia in locandina, ci stanno infatti: Stephen “prezzemolino” Dorff come protagonista e poi Stephen “il nonno piazzato” Lang, Walton “stempiatura” Goggins, Dominic “megacollo” Purcell, David “Angel” Boreanaz e persino James “Acne” Woods, il quale sinceramente credevo recitasse tipo un minuto e poi una bella AnnaLynne McCord. Invece non è d’azione e neanche un “poliziesco violento” come diceva il fratello di Wim: è un thriller-poliziesco DTV con poca azione, poco sangue, senza mostri e con l’appeal di un episodio di una serie TV fatta bene. Dirige Brian A. Miller, quello di House of the Rising Sun, uno che fa i compiti a modo e non sporca.
Perchè ve ne parlo, quindi? Ve l’ho detto: perchè abbiamo preso un granchio e me lo sono visto, oh siete duri eh. Ormai però l’ho visto e siccome non è malaccio ve ne parlo, male non vi fa ed è meglio sicuramente di quello con Delano Roosvelt con i mitra di ieri.
Dai su non me ne fate una colpa, poteva capitare che dovevo parlarvi di una roba come quello col finto Nick Fury che non è molto calcistico e manco guardabile.
Allora, la storia messa giù è semplice semplice, da manuale del poliziesco: uno sbirro vivo per miracolo, ormai redento ma col passato torbido, si ritrova onde fare del bene a fare i conti con il suddetto passato e di mezzo ci stanno puttane dal cuore d’oro, tossicomani, papponi, spacciatori russi, spacciatori non russi, il dipartimento contro di lui e tutte quelle cose li. Banale eh? È talmente tutto già visto che stai li e dici “Ma l’ho già viste tutte! Il protagonista si chiama anche Callahan dai!“… No, davvero: il protagonista (Dorff) si chiama Callahan e sta sempre a dare sui nervi al suo capo (Woods), giuro.
È talmente da manuale che ci sta il funerale con le cornamuse per lo sbirro irlandese morto, il cercare la morte redentrice con la divisa addosso e una scena in cui uno tira coca dalle tette di una stripper, che poi è sempre quel discolo di Callahan; lui è un po’ un folletto aspiratutto e tra i flashback di un passato tudofado pieno di droga e un presente in cui tutti cercano di buttarglielo nel didietro ha per tutto il film una faccetta strapazzata che povera stella non ti dico. È così uno sbirro dal passato torbido che nonostante avesse moglie e figlia e vivesse a Bridgeport praticamente è riuscito a vivere pericolosamente peggio che se stesse dentro King of New York, bevendo più bourbon (dice lui, ma poi gli rifilano sempre degli scotch) scopando più prostitute e pippando più coca di tutti, in una spirale di merda notevole.
“Quindi è una merda, lo dicevo io! Altro che granchi” diranno i miei piccoli lettori.
Invece no, vi dice il Darth.
Superato l’iniziale spiazzamento del “ah ma non ci sono le macchine che sgommano e scoppiano! Cazzarola Nanni, che mi hai ammollato?!” il film ingrana e lo vedi sereno, certo non è Vivere e morire a Los Angeles ma nonostante abbia tutti i limiti del tipico DTV e quindi un cast non stellare, una fotografia anonima e un po’ televisiva, una regia un po’ blanda e una non-colonna sonora, il film gioca bene praticamente tutte le sue carte e, forte di una sceneggiatura semplice ma ben congegnata, ti tiene con la curiosità fino alla fine utilizzando tutti i clichè succitati per sviarti di volta in volta vuoi a crederli vuoi a credere che siano messi li così palesi per farti il trappolone. Una menzione d’onore al personaggio di Walton Goggins, tra i più sfortunati della storia del cinema, che riesce a prendersi il peggio della vita da ogni svolta della trama.

“Vedi se non mi redimo adesso, ho messo pure il corpetto buono e… Che cazzo è quella macchia di vomito aliena sul muro?!”
Stephen Dorff è bravo, Purcell fa il suo dovere di manzo picchiatore in quelle quattro scene in cui appare e Woods recita per un ammontare di minuti decoroso da poter dire che nel film “ci sta James Woods”. Sullo schermo anche un sufficente ammontare di nudità, droga, qualche sparatoria e un pelo di violenza… Insomma ha le minime carte in regola di un poliziesco per lasciarsi guardare, soddisfacendo abbastanza e -cosa importante- fino ai titoli di coda.
Certo rimane un retrogusto da puntatona di NYPD, però poi ci pensi e dici: “Cazzo, NYPD in effetti era da paura, oh!” però poi ci ripensi e dici “Sì, ma questo è un film, non NYPD, mi aspettavo più tipo del cinema capito?” e alla fine ti rispondi “Fottesega la serata l’abbiamo sfangata, mi sono abbastanza divertito e ho finito anche quel paio di Peroncini che stava in frigo da troppo tempo”.
Abbiamo di sicuro passato serate peggiori partendo da premesse molto migliori e alle volte abbiamo pure pagato.
DVD-quote suggerita:
“Pensavo fosse un granchio invece era un onesto thriller”
Darth Von Trier, i400Calci.com
Megacollo! Non ci avevo fatto caso.
Il buon Walton rimane il mio mangia pannocchie preferito. La prima serata moscia un occhio glielo butto sulla fiducia.
Pure io me lo guardo. Che ancora mi devo lavare di dosso la puzza degli sbirri tutti bonini e bellini di End Of Watch che pure mi era piaciuto. C’è la storia semplice semplice, il TUDIFADI!, il funerale con le cornamuse. Mi basta.
Quella roba del “abbiamo di sicuro passato serate peggiori partendo da premesse molto migliori e alle volte abbiamo pure pagato” mi fa venire su un tale senso dello spogliatoio, di fratellanza, di coesione che vi seguirei in qualsiasi impresa.
A me incuriosiva assai, in effetti mi aspettavo un tipo di film leggermente diverso ma anche con le nuove premesse mi attira. E poi per una volta Walt Goggins non avrà un ruoletto di tre minuti. Vero?
Mi piace ricordare il buon Dorff nei panni del diacono Frost di Blade, con quel nome così e quei capelli lì era diventato un modello di vita da seguire.
Peccato che l’ultima volta che ho sentito parlare di lui stava dalle parti di paura.com e un altro filmaccio francese di gente in rollerblade
@ Ray
Si si, ci sta per tutto il film, Walton Goggins è un coprotagonista qua.
@ Steven Senegal
brofist
Grazie dell’informazione Darth, buono a sapersi. Un po’ mi brucia ancora che nel potenziale ruolo della vita (cinematografico) in un film di Tarantino invece abbia avuto spazio solo per pochissimi minuti a parer mio non memorabili.
A prima vista sembra molto meglio di (quel pippone filo-sbirresco senza trama) End of Watch. Dai che gli dò una chance. Walton era il clown in The Shield e credo che non ne uscirà mai più: questo è solo un film, in (quel capolavoro di) The Shield ogni singolo episodio era sempre il più in merda. Tra l’altro l’amico Sutter gli ha offerto la miglior partecipazione ever in una serie tv mettendolo a fare il viados (non so se qualcuno guarda Sons of Anarchy).
Grande Walton. Grande rispetto.
@Schiaffi
Frost idolo. Vedo che hai skippato il peggio del peggio, ovvero il ricco annoiato per la (figlia di, ex fidanzata di Quentin) Coppola. Bravo, quello è talmente peggio da non meritare menzione.
@BellaZio: Giusto! Quello di Coppola è probabilmente il film più noioso che abbia mai visto (anche se non ho visto Into the Wild spaventato a morte da Stanlio).
@BellaZio: io non lo seguo, non ancora almeno ma desidero farlo anche visto che chi me lo ha pubblicizzato ha usato come termine di paragone il da me amato The Shield ed è stato piuttosto convincente. Ma Walton nelle vesti femminili l’ho visto…
@Ray
Allora, sta sotto The Shield, però è un buon show. Kurt Sutter del resto era parte integrante del team di The Shield. Personalmente credo che sia uno dei pochi che non mi è ancora venuta voglia di mollare (c’è la droga, c’è l’azione, ci son le puttane e le armi e c’è un grande cast). Per ora regge bene, poi si vedrà (serie che ho mollato per pietosità raggiunta: Dexter, morto dopo la 4, Weeds, Boardwalk Empire, che due palle). Stranamente tengo botta pure su True Blood…
Stephen Dorff ha fatto anche il bellissimo Botched.
Considerando che hai citato tra gli abbandonati ben tre telefilm su tre che ho mollato anche io, ho fiducia che le tue parole possano rispecchiare i miei gusti.
Però Boardwalk Empire e Weeds li ho retti solo per una puntata.
Cose che c’entrano molto poco: io prenderei Stephen Dorff, gli farei fare mesi di palestra così si ingrossa e gli farei fare Metal Gear Solid. Così, informazioni a gratis.
Per gli amanti del Goggins recuperate Justified. Fa il nazi-bombarolo-redneck nella contea più lercia del lercio Kentucky. Poche puntate e si mangia il serial diventando più carismatico ( quasi, eh! L’uomo col Cappello è insuperabile! ) del protagonista principale. Pistolettate, schiaffi in faccia da ubriachi, dialoghi che lèvati.
Appoggio la scarsa considerazione data al Goggins da Tarantino – magari nella versione uncut ha più peso.
Se mi dite che è coprotagonista, recuperollo.
Justified? Visto il pilot qualche tempo fa ma immagino si sia espresso al meglio nelle puntate successive.
Justified ingrana dalla seconda stagione dove sembra di vedere volti e vere atmosfere da rednecks dell’ East Kentucky. Timothy Oliphant rimane troppo pulitino, era dai tempi di The Shield e The Wire che non mi divertivo così tanto a guardare una serie tv. Scusate l’OT ma Shane Vendrell non si dimentica facilmente.
Shane Vandrell massimo rispetto. Per me the shield sta nell’olimpo con Oz. Ho provato Copper dello stesso creatore è l’ho sfanculato all’episodio 3. Altra che non ho retto è The Walking Dead. Chiunque abbia visto The Shield non può che amare Walton Goggins: doveva tagliargli le palle a Django! Justified proverò allora, tanto SoA e Breaking Bad sono in pausa al momento.