Faccio una premessa metodologica e intrisa di onestà: dopo alcune recenti esperienze con la Asylum, non ero esattamente entusiasta alla prospettiva di guardarmi la loro ultima fatica del filone “tarocchiamo i blockbuster”. Anche perché il blockbuster in questione blockbuster non era, piuttosto progetto squallido e già morto in partenza: Hansel & Gretel Witch Hunters, secondo film di Tommy Wirkola dopo Dead Snow, reinvenzione della favola dei fratelli Grimm bla bla, insomma questo è il momento in cui dovrei ripetervi per l’ennesima volta cose che sia io, sia il Capo, sia Quantum abbiamo scritto troppe volte di recente – vi rimando quindi al pezzo su Roosevelt cor mitra, che raccoglie un po’ di link che dovrebbero chiarire una volta per tutte la nostra posizione.
Ma comunque, la Asylum, il loro Hansel & Gretel, la voglia di vederlo pari a zero, la paura di annoiarsi pari a *l’opposto polare di zero*. Poi parte il film, e dopo pochi secondi sento un ticchettìo distante: una bomba? Il timer del bollitore che c’avevo un ovetto quasi sodo sul fuoco? L’orologio della cucina? No: era il Maccosometro, strumento brevettato dal nostro Casanova il cui scopo è rilevare la quantità di MACCOSA presenti in un film; il Maccosometro ha forma di iguana, dimensioni variabili a seconda delle stagioni e soprattutto non sbaglia mai. E infatti. Ogni secondo che passa il ticchetetacchete (fa questo rumore) del Maccosometro si fa più intenso, fino al momento in cui sullo schermo compare la scritta Hansel & Gretel, l’aggeggio va fuori scala, io sgrano gli occhi e penso: «È il momento della sigla!».
Ora che ho ottenuto la vostra curiosità, proverò a ottenere anche la vostra attenzione. Hansel & Gretel è nettamente il miglior film della Asylum uscito di recente, e probabilmente il migliore che mi sia mai capitato di vedere. Questo non gli impedisce di essere un film mediocre, con enormi problemi in praticamente tutti i comparti. Quello che lo salva è, appunto, il MACCOSA: se qualcosa di buono si può dire di H&G* è che trattasi di lavoro che si diverte a sovvertire le aspettative e a giocare con plot twist, cambi di registro improvvisi, esplorazioni di generi collaterali all’horror. Lo script è una sequela interminabile di cazzate che prese singolarmente sono prevedibili quando non banali, ma messe in fila diventano una specie di luna park di soluzioni che vanno dal cretino al disgustoso al geniale.
Il primo accenno di MACCOSA arriva già nei secondi iniziali del film. C’è una cicciona che corre nei boschi ed è vestita in modo inqualificabile e non collocabile cronologicamente, la cicciona inciampa in una trappola per orsi, arriva un tizio con la barba lunga lunga che la trascina via, urla, strepiti, carne esposta e purulenta. Siamo nel Medioevo? Siamo nel presente? È questa tutta la violenza che possiamo aspettarci da un film che parla di bambini prigionieri in una casetta di marzapane? «Oddio ho capito» esclamo ad alta voce mentre la cicciona ballonzola verso la sua fine. «Hanno preso la fiaba classica e le hanno dato la svolta torture porn per cui la strega invece di ingozzare i bimbini li tortura per bene prima di mangiarseli!». Sapete che c’è? Avevo indovinato quello che a conti fatti è appena il 23,4% del film. Poi c’è il resto.
Grado 0 del MACCOSA: H&G è ambientato al giorno d’oggi
Uooo, che scelta brillante coraggiosa e originale! Rileggere una fiaba classica in veste moderna, dimenticandosi però l’esistenza di oggetti tipo IL CELLULARE! Quale ambizione, quale talento, quale genio! Non c’è un vero motivo per cui H&G debba svolgersi nel 2013 invece che nel 1543, se non per fornire la scusa per un paio di momenti che coinvolgono automobili e/o paraphernalia che vanno con la lettricità. È possibile che si tratti di scelta al risparmio su costumi, trucco e set: tre quarti della pellicola si svolgono nella casetta di marzapane della strega cattiva, un incubo rosa confetto che pare uscito da una di quelle villette finte che costruivano in America negli anni ’50 per studiare gli effetti di un’esplosione nucleare. La casetta sta nel bosco, sotto la casetta ci sta la cantina della tortura. Ah già: Gretel (ora ci arrivo) fa la commessa in un negozio di dolci, Hansel (ora ci arrivo) il nullafacente sempre in skateboard.
Grado 1 del MACCOSA: Hansel e Gretel sono due insopportabili fratelli emo con dei grossi problemi in famiglia
Tipo: il padre si sta per risposare con una giovane e affascinante biondina e sta per mollare entrambi nella piccola cittadina di Candlewood per farsi un giro intorno al mondo con la sposina. Inoltre: Hansel è sempre incazzato con il mondo, recita come un cane e pronuncia solo frasi da riformatorio («Ti odio! Vaffanculo! Lasciatemi stare!»), Gretel invece è una ragazza a modino il cui sguardo nasconde però turpitudini innominabili e un certo penchant per prenderlo in bocca mettersi nei guai in modi sciocchi. Una sera la famiglia litiga furiosamente, Hansel se ne va pei boschi in skate, Gretel lo insegue, padre e bionda tornano a casa disinteressati al problema.
Grado 2 del MACCOSA: dopo un quarto d’ora circa, il film diventa due film
Perché ovviamente il bosco dove fugge Hansel è lo stesso bosco della cicciona della scena d’apertura, e la trappola per orsi sta sempre lì; per fortuna Gretel trova il fratello prima che sia il tizio barbuto a farlo, i due si inoltrano nel bosco in cerca d’aiuto (e lì c’è già il telefono che piange disperato), nel folto del bosco trovano la casetta di marzapane. Nella quale abita una vezza che poi è la proprietaria del negozio di dolci dove lavora Gretel: una coincidenza incredibile e assai fortunata! Nota a margine: la vezza in questione è Dee Wallace, che ha finalmente fatto carriera e trovato un ruolo più interessante di quello che aveva in E.T.. Di tutto il lotto è l’unica attrice decente, che ci regala una Lilith fuori di testa e sempre, costantemente, irrimediabilmente sopra le righe – forse per mascherare l’incompetenza di tutti quelli che le stanno intorno. Lilith è il fulcro del film, e che qualcosa in lei non vada lo si intuisce la prima volta che magnifica le qualità dei suoi tortini di carne. Non credo di rovinare nessuna sorpresa se dico che è lei a piazzare le trappole, lei a catturare gli ignari escursionisti, lei a cucinarli e trasformarli in tortini di carne.
A questo punto uno si aspetta che Lilith li pigli, li sbatta nella sua stanza delle torture e il film si trasformi in una specie di Hostel senza le donne nude. Errato: Hansel viene effettivamente chiuso in cantina, dove incontrerà altri sventurati e l’amore della sua vita [SPOILER: finirà morta ammazzata con il cranio sfondato], ma Gretel, al grido di «sei tu quella che cercavo, sei tu la prescelta!», viene adottata da Lilith con il preciso scopo di farne la propria erede. Il secondo atto, quindi, è un continuo ping-pong tra “le scene nella cantina puzzosa” (highlight: la cicciona dell’inizio si becca uno spiedino formato gigante nel culo, e spingi spingi spingi finché non le esce dal cranio; dopodiché Barba 1 & Barba 2 la mettono sul fuoco e la cucinano) e “le scene nella casetta felice”. È qui, tra l’altro, che scopriamo che gli amici ipertricotici sono i due figli di Lilith, ovvero il bassista e il batterista dei Mastodon, due energumeni con un vocabolario vasto come le prime due cifre dopo la virgola del pi greco** che aiutano la deliziosa mammina a compiere i suoi atti osceni in luogo privato.
Grado 3 del MACCOSA: i subplot non sono mai abbastanza
Il continuo avanti-e-indrè, fatti salvi i pezzi di bravura di Dee Wallace, rischierebbe comunque dopo un po’ di diventare stucchevole, anche perché ogni volta che andiamo dai prigionieri non c’è verso di vederli fare mezzo progresso (però a un certo punto limonano, mi pare). Viene così introdotto il personaggio di: lo sceriffo! Il quale viene contattato dai genitori di H&G e a essi risponde con un esplicito: «Ma sticazzi!». Ci dimentichiamo così dello sceriffo per concentrarci sul vicesceriffo, nonché su mami&papi che si dirigono lancia in resta nei boschi in cerca dei figli perduti. Il vicesceriffo farà una fine orribile e anche mami&papi, naturalmente, ma intanto abbiamo altra gustosa ciccia per alimentare la trama.
Grado 4 del MACCOSA: poi lei si ribella e lì proprio CIAO
(da qui cominciamo gli SPOILER pesanti)
Sei lì che ti chiedi «sì e ora come la risolvono? Mica che arrivano i genitori e li salvano!» e il film cambia un’altra volta dopo che Gretel scopre LE SCALE CHE PORTANO IN CANTINA DUN DUN DUN. Nella cantina scopre le torture, e una ragazza dolce e coscienziosa come Gretel, ovviamente, non può accettare che si facciano le cose brutte alla gente, figuriamoci farle lei stessa, figuriamoci mangiare i tortini di carne fatti con la carne della gente! Così lo dice a Lilith che la prende bene, le soffia in faccia una polverina bianca, Gretel è tudafada, Lilith la ammanetta, la sbatte in cantina e…
Grado massimo del MACCOSA: TUDIFADI!
… e niente, lì il film perde completamente la brocca. In ordine sparso c’è:
• gente che fugge nei boschi e viene catturata dopo tre minuti
• un prigioniero che riesce a fuggire nonostante una freccia piantata nella spalla, esce dal bosco, arriva sulla strada, lo sceriffo lo investe per sbaglio, lo sceriffo lo molla lì morto e fugge nei boschi, arriva a casa della vezza, la vezza lo accoppa
• «You won’t get away with this! You shot the sheriff!». «Yeah, and I also killed the deputy!» (dialogo vero)
• la rivelazione che la vezza mette la droga nei tortini per tudifare le sue vittime
• la biondina che piace tanto ad Hansel viene appesa al soffitto seminuda e il batterista dei Mastodon la crepenta di mazzate sulla pancia
• mentre H, G e biondina stanno fuggendo dallo scantinato, il bassista dei Mastodon apre una valvola della droga vaporizzata e assistiamo così ai tre trip dei tre personaggi tudifadi in questione. Nello specifico. In quello di Gretel la vezza diventa un fantasma inquietante preso di peso da un vecchio film mai uscito di Sam Raimi. Quello della biondina è razzato dal miglior capitolo di Saw (quello ancora inedito). Quello di Hansel, in compenso, prevede atti di autocannibalismo reiterati, stirati all’inverosimile e ritratti con pornografia dovizia di particolari.
• c’è parecchie morti creative e molta, molta più violenza di qualsiasi altro film della Asylum
• alla fine (e qui ho ceduto definitivamente) si scopre che la vezza non è una simpatica nonnina torturatrice che gode a mangiare i cuori delle sue vittime, ma una vera strega, con poteri magici e tutto. Si teletrasporta, emette lampi, fa la risata satanica. A un certo punto si becca un crocifisso nell’occhio («Gesù è l’unico che ci può salvare», giuro), ma dopo tre minuti l’occhio le ricresce e lei torna la vezza tutta matta di sempre
• il finale vero e proprio potrebbe o non potrebbe stupirvi un’ultima volta
• varie ed eventuali
Prima ho citato Sam Raimi, e non a caso, visto che fatte le debite proporzioni l’approccio alla materia di Anthony C. Ferrante è lo stesso. Pur con i suoi molti limiti (di ritmo nel secondo atto, di recitazione per tutto il film, tecnici, inevitabilmente), Hansel & Gretel non ha l’aspetto di un classico mockbuster Asylum fatto per tirare su due soldi grazie alla vendita dei dvd e alla natura boccalona di molti fan del genere. Piuttosto, partendo da un canovaccio ben noto, ne rielabora e aggiorna i contenuti – anche psicoanalitici (rapporti padre/madre/figlio, rapporti tra fratelli, vuoti emotivi da riempire) – e li passa in un tritacarne su cui qualche buontempone ha gettato della mescalina. Stilisticamente H&G non ha idea di dove cazzo dirigersi, saltabecca tra il torture porn, l’horror con fantasmi, la favolona gotica, il tutto senza prendere mai sul serio il film ma facendo recitare gente che al proprio personaggio e alla sua storia crede un sacco***. L’approccio è cazzone ma comunque rispettoso del prodotto e del pubblico, il che di per sé è nota di merito. Gli effetti speciali da quattro soldi sono quasi sempre efficaci, e quando non lo sono sono talmente esagerati ed esasperati nella loro pacchianeria da far prevalere il fattore “rido” sul fattore “ma no dai cos’è quella roba”. Hansel & Gretel, insomma, è un film solido e divertente, buono per una spensierata visione in compagnia, certo, ma anche, perché no?, per una novantina di minuti di spasso solitario. Scommetto quattro euro e settantasei che quello con la Arterton e il nuovo Bourne sarà molto peggio.
DVD-quote suggerita:
«Hostel & Gretel: the movie»
(Stanlio Kubrick per www.filmchedovevanoavereunaltrotitolo.it)
«Still a better love story than Hansel & Gretel Witch Hunters»
(Taylor Lautner, Autore)
*Holce & Gabbana.
**Significa che conoscono 0,14 parole a testa.
***Se poi sono tutti cani mica è colpa del regista.
vabbè, “I also killed the deputy”, hanno vinto lo stesso.
IL MORBO DELLA MORTE!!! Crepenta di mazzate sulla pancia! Devo ammettere ora di avere una fotta clamorosa di vedermelo!
“Ora che ho ottenuto la vostra curiosità, proverò a ottenere anche la vostra attenzione”. Ricorda molto un filmettino visto di recente…
Ma sto film sembra infinito, due film, mille maccosa etc. Vuoi dire che è tutto concentrato nei classici 82 minuti dei film Asylum??
@Dévid: novanta tondi tondi e ci sono pure un paio di scene leeente e un po’ noiose.
Oddio… la citazione/dissacrazione di Marley/Clapton/Warren G m’ha rovinato la giornata e il weekend… “IShot the Sheriff” infatti recita:
“I shot the sheriff
But I didn’t shoot no deputy, oh no! Oh!”
Shame!
@E’Stev’o: il punto è proprio quello.
Beh, se non altro mi rincuoro… credevo che i cinepanettoni col loro fine umorismo fossero un flagello della sola penisola italica, mentre invece è una pandemia mondiale… mal comune mezzo gaudio!
la valvola per la droga vaporizzata è una cosa semplicemente grandiosa..resa perfettamente legale dalla sentenza di ieri, io la installerei in camera..
@Stanlio
Stiamo riscrivendo la semantica della critica cinematografica: “tudofado” sconfiggerà il “visionario”, for great justice!
PUPPA LA FAVA, TIM BURTON!
…Ma quindi… questo Anthony C. Ferrante è da tenere d’occhio?
Non mi allargherei così tanto, tre quarti del merito è da dividere tra la sceneggiatura tudafada e gli effetti speciali curiosamente azzeccati.
Questo film si avvicina pericolosamente al “vale tutto” del calciobalilla/biliardino. Tipo che quando sei in saletta con gli amici, tua mamma ti chiama dalla finestra che è pronto e allora giù dentro tutte le palle rimaste, tenere le stecche dell’avversario e rullare come se non ci fosse un domani.
Ho avuto una cotta assurda per il bassista dei Mastodon pochi anni fa. DEVO vedere questo film. DEVO.
Ok grande rece, ma ora voglio sapere il finale!
@zioluc: OK, ma solo dopo la scritta SPOILER che si trova qui sotto:
(arriva)
(arriva davvero)
(giuro)
(eccolo)
SPOILER!
Alla fine Gretel scopre la sua vera vocazione e dopo aver ammazzato la vezza diventa lei una strega e rileva l’attività della casetta di marzapane dove fanno i tortini di carne.
Grazie, il vostro è un vero servizio di pubblica utilità.
Beh Hansel Und Gretel Witch Hunters è un Blockbuster visto che era (o è ancora?) stra-primo al box office USA…
Vero anche questo, ma vero anche che per ora ha incassato il suo budget e basta, non è che abbia infranto qualche record, e che trattasi comunque di un film Paramount da 50 milioni, quindi sostanzialmente low budget. Diciamo che rispetto ad altri mockbuster della Asylum tipo Transmorphers qui si punta più in basso, ecco.
Senza nulla togliere all’Asylum ma Hansel e Gretel di Pil-Sung è IMHO la versione migliore.
@Stanlio
Le battutone tipo, Holce & Gabbana, ti vengono rivelati tramite visioni notturne da chtulhu o sono frutto di un lungo lavoro di meditazione personale?
Cosa più importante, posso riciclarle per far colpo sulle ragazze?
Fanne quel che vuoi, basta che se poi funzionano me lo dici che voglio capire dove ho sbagliato per tutta la mia vita.
hai vinto la mia curiosità, corro subito a far scorta di stagnola per poter visionare questa pellicola nel miglior stato possibile: tudofado!
Ed io che pensava che i redattori dei 400c (escluso Miike) vivessero attorniati da stormi di groupie
Ma è così! L’importante è stare zitti e quelle accorrono a frotte.
Allora proverò con una roba tipo
Mi è uscito solo mezzo commento, boh, volevo scrivere:
Allora proverò con una roba tipo
@Terence Non ci tenere così a metà… O era una battuta a meta-livello?
va beh con una recensione così il film acquista valora di rimbalzo. complimento a Stanlio perchè mi ha proprio divertito. E poi è bello vedere come ormai assumano un linguaggio tutto nostro/vostro che, cosa più importanti, tutti conoscono per via della passione con cui vi ci segue. Il film ovviamente lo recupererò al volo.
Nei tag dovrebbe esserci un frefuso, a meno che tal Dee Williams sia altra persona rispetto a Dee Wallace. E comunque in “ET” era il tipo di mamma che avrei voluto avere da bimbo e il tipo di mamma che mi tromberei volentieri da adulto, quindi non aveva nessun bisogno di migliorare alcunché.
Be’ per esempio già non far parte del cast di E.T. è un passo avanti non da poco.
(ti sei davvero letto tutti i tag?!)
Stavolta volevo solo vedere se avevate parlato altrove di Dee Wallace e ho notato il refuso. Ma a volte li leggo.
A me l’Hansel e Gretel con le teste spiaccicate non mi e` affatto dispiaciuto, eh. Lo ribadisco.
nei torrent non lo trovo :(
ci sono solo blockbuster :)