Una cosa a cui gli spettatori americani non assisteranno mai, guardando il quarto Die Hard, è Claudio Sorrentino che urla «COME TI STA, UN PO’ STRETTO DI COLLO?» a Maggie Q sulla tromba dell’ascensore. Considerato quello che ci guadagnamo culturalmente a guardare un film in lingua originale, tutto sommato non va nemmeno malissimo. In questi giorni impazza una polemica che viene dalle teste di tutti noi: i risultati di Django Unchained, con le sale che lo proiettavano in originale letteralmente prese d’assalto, chiedono una rivoluzione copernicana nel modo di commerciare i film.
La spina dorsale ideologica del discorso doppiaggio no è abbastanza solida. Ci sono momenti nella storia del nostro cinema nei quali volevamo certezze e ci hanno dato Santamaria, continuano a esserci, continuano a farci del male e a snaturare il NOSTRO cinema. In realtà è un discorso che stiamo facendo da una vita intera, anestetizzati da un’estetica festivaliera alla salviamo il cinema e/o imbuchiamoci alle anteprime di stampa. A ben guardare non esiste un vero e proprio partito doppiaggio sì, nel senso che la gente che si gode i film doppiati poi non viene a rompere il cazzo su internet. Molti di questi se ne stanno avvolti nella penombra della pirateria o dell’insipienza culturale, vanno a vedersi il film al cinema in condizioni pietose e quando si trovano davanti una cosa figa non sentono l’impulso di rivedersela la sera successiva e portarci la morosa la sera dopo ancora raccontando a lei e soprattutto a sé la manfrina de lo sto facendo per te. Di queste persone, nonostante facciano poco rumore, è piena l’Italia. È gente che paga il biglietto al cinema andandosi a vedere roba che non è manco buona per digerirci sopra i popcorn, o che viola la legge in modi plateali scaricandosi un cam da 4Gb rippato di merda e ripreso da qualche anonimo scoppiato col tremore essenziale. Almeno molti di NOI li dipingono così; NOI abbiamo in mano la verità, una buona conoscenza della lingua inglese, una dipendenza da serie TV seguite in tempo reale su cui costruiamo buona parte della nostra socialità. Abbiamo trascorso un periodo di sei o sette mesi a Brighton (o peggio ancora New York), anch’esso molto propenso a ritornare nei nostri discorsi casuali. Oppure facciamo solo finta di averlo avuto, o abbiamo semplicemente sculato e ci è toccata una professoressa alle medie che è riuscita a insegnarci abbastanza da poter imparare un inglese decente guardando i film, o per guardare i film.
(approfitto anzi dell’auto-gancio per rendere grazie alla mia prof d’inglese, della quale ricordo solo il cognome, alcuni tratti somatici e la diffusa opinione popolare che fosse una troia, nel senso di insegnante esigente, la quale non ha permesso che me ne andassi dalle medie del mio paese senza conoscere a menadito la sintassi, rendendomi possibile di avere un’opinione documentata sul doppiaggio sì o no senza essermi dovuto arrendere al cliché dell’anno da cameriere a Londra).
Il Paese reale è sparito anche dalla homepage di Repubblica, sostituito barbaramente da una mandria di gente su Twitter che dà opinioni su tutto lo scibile umano. Ha un suo senso, ed è molto meglio parlare tra gente erudita anche se l’argomento è la quindicesima serie di Gossip Girl (del quale comunque per un paio di serie sono stato io stesso un devoto fan: la mia devozione si limita naturalmente ad averle viste in originale con sottotitoli sul caro vecchio Megavideo quando già erano disponibili in italiano). Ho anche qualche amico, nel senso di contatto facebook, che considera l’esperienza di guardarsi i film in qualità Youtube/Megavideo indegna d’essere chiamata vedere un film. Non stai guardando un film, stai guardando il parto di una mente malata che l’ha messo a caso sul tubo fregandosene del tuo diritto di spettatore a godere delle immagini dell’ultimo Kaurismaki alla qualità che Kaurismaki ha deciso essere quella giusta per il suo film. Cosa c’entrano tutte queste cose con il doppiaggio? Difficile a dirsi, ma la domanda è dove ponete il vostro limite?
Dieci anni fa avevo venticinque anni ed una penosa esistenza borderline in provincia. Per me il lavoro di un distributore, o di un doppiatore, è sempre stato meritorio. Era gente che si faceva il culo per portare dei film taiwanesi in Italia e farli vedere a gente che tendenzialmente se li snobbava in favore di qualche cosa che a quei tempi non riuscivamo a definire cinema senza prenderci male. Andavi a vederti Woody Allen e ti trovavi davanti un centinaio di spettatori culturalmente interessati, cinquanta dei quali (quelli seri) erano anche a vedere Cronenberg la settimana prima, e di questi ultimi ce n’erano sette (quelli hardcore) con cui ti saresti trovato persino davanti a Wong Kar-Wai. Si dividevano quasi equamente tra puzzoni asociali coi capelli unti e lunghi e persone cool con ragazze al seguito che si facevano di cinema perché leggere libri portava via tempo che avrebbero impiegato allo specchio. Gli uni e gli altri hanno trovato un modo piuttosto figo di sopravvivere al cambio di millennio: i primi hanno iniziato a trafficare in DVD e Divx appena possibile, facendosi un impianto decente a casa e rinunciando vita natural durante a qualsiasi coinvolgimento in affari che riguardassero l’umanità; i secondi hanno iniziato a scribacchiare per riviste e blog e hanno iniziato a beccarsi qualche accredito per i festival tipo Venezia. L’ho visto a Venezia è diventato una specie di adagio delle conversazioni: dopo un po’ hanno deciso che vedersi un film doppiato non aveva alcun senso. La tecnologia ci è corsa incontro.
La prima volta che vidi un film con i sottotitoli fu una pena. Non perché non riuscivo a seguire il film e leggere al contempo: al contrario, ascoltavo il film e capivo che i sottotitoli erano fatti a merda. Qualcuno più, qualcuno meno, ma andò avanti per un bel po’ di tempo. Potete verificarlo voi stessi, armandovi dei primi DVD che avete rubato ai megastore perché all’epoca costavano un occhio della testa. La terza cosa più terribile sono i sottotitoli, la seconda sono i filmini antitaccheggio all’inizio del DVD che non potevi skippare, la prima erano i menu interattivi. C’è un periodo piuttosto definito nel quale i sottotitoli sono diventati effettivamente MOLTO fighi: è stato quando hanno iniziato ad essere prodotti da anonimi eroi che lavoravano gratis per il solo piacere di far seguire a tutti le serie TV in tempo reale, e non qualche emittente italiana si fosse presa il disturbo di doppiarla e trasmetterla in chiaro. Questa gente ha svolto un lavoro certosino che ho sfruttato per lungo tempo io stesso, e nessuno potrà mai dire abbastanza bene di loro, ma mi sento comunque un po’ in difficoltà a dover ammettere che la qualità delle mie visioni è migliorata grazie a gente che non ha problemi a firmarsi Burzum87, Verzaverde o TutorGirl.
Quando in Black Rain Michael Douglas parla col capo della polizia di Tokyo e dice «e vi pioverà addosso tanta di quella merda che maledirete il mio nome tra una doccia e l’altra», non è Michael Douglas a parlare. La battuta in originale è diversa, la seconda parte è qualcosa tipo «non vorrete mai aver sentito parlare di me». È una battuta che in qualche modo mi ha preso di peso e mi ha scagliato nell’adolescenza. Un film è un prodotto artistico che scaturisce da uno sforzo collettivo. Spesso il film è attribuito ad un uomo, ma non è l’unico fattore in gioco. La storia di alcuni film è piena di riscritture, gente licenziata, gente che ha provato a metterci una pezza, finali alternativi e registi che hanno minacciato a mano armata l’attore protagonista per evitare che fuggisse dal set. Non ho davvero nessun problema a considerare il doppiaggio italiano una parte fondamentale del mio innamorarmi dei film. Sono del tutto convinto che Glauco Onorato è stato cruciale perché io m’innamorassi di Arnold Schwarzenegger, lo stesso si può dire di Sorrentino su Mel Gibson, di Luca Ward su Samuel L. Jackson, di Pannofino su Denzel Washington. La voce di Eros Pagni semplicemente annichilisce l’originale di Lee Ermey. Ci sono tanti esempi di film tradotti a cazzo e doppiati a cazzo, non voglio star qua a combattere battaglie senza senso. Sono comunque prontissimo ad ammettere che l’attuale plebiscito a favore dei film distribuiti in originale sia viziato da un bel po’ di, non so, non arriverei a dire ipocrisia ma quantomeno ingratitudine verso una professione che ha portato tanto male, ma anche tanto bene, alla nostra cultura.
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Il famigerato limite delle 40 battute
per riga, 2 righe per sottotitolo.
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Pero’ alcune cose buone le ho tradotte
e ben sottotitolate, e ne sono fiera.
Secondo me sovrapponi fino a confonderli doppiaggio e adattamento.
Ad ogni modo nessuno dice “doppiatori a morte” (lo pensiamo soltanto) ma solo “minoranza di sale in lingua originale!”. O anche solo “doppio audio su tutti i canali del digitale terrestre!”. Ma in fondo ci si accontenterebbe anche soltanto di “Video on demand con doppio audio”.
Chi non vuole il doppiaggio è una minoranza e vorrebbe essere trattato come tale e non come una parte non esistente del pubblico. Che poi facciano i superiori del tipo “Voi quel film con tutte quelle voci italiane sopra praticamente neanche l’avete visto” è un altro discorso. E che ci vuoi fare? Mica sono loro quelli che si fanno andare bene le vocine incollate sui film altrui…
I miei due cent per rompere il
cazzoghiaccio.È inutile fare troppo i fighi con la v.o. quando tutti, tutti, tutti da piccoli guardavamo i film doppiati e le battute di Blues Brothers e Rambo e sailcazzo le conosciamo in italiano.
D’altra parte è inutile far finta che oggi come oggi guardare un film doppiato abbia senso se appena appena si ha una minima presa sulla lingua originale (e il 75% dei film che guardiamo sono anglofoni), perché è difficile negare che per godersi un film appieno sia meglio ascoltare come gli attori interpretano i loro personaggi che come il doppiatore X ha deciso di interpretare il personaggio dell’attore di cui sopra.
Unica eccezione che mi concedo: chi mi dice «guardarli in originale con i subbi ti distrae dall’immagine». Che è vero. Io se posso evito anche i sub – e qui si verifica una situazione strana: se guardo un film la sera a casa sul divano e quindi ho le cuffie perché la signora Kubrick dorme non faccio alcuna fatica senza subs, mentre se ascolto dallo stereo ogni tanto mi inceppo e leggo il testo per seguire.
Se ne facciamo un discorso di mera convenienza commerciale, invece, il doppiaggio in Italia non morirà prima di dieci/quindici anni e dobbiamo rassegnarci.
Continuo comunque a pensare che dire tipo «ho apprezzato l’interpretazione di DiCaprio in Django Unchained» avendo visto il film in italiano equivale a dire «ho apprezzato It’s the End of the World as we Know it (and I Feel Fine) dei R.E.M.» avendo sentito la cover di Ligabue.
“dire tipo «ho apprezzato l’interpretazione di DiCaprio in Django Unchained» avendo visto il film in italiano equivale a dire «ho apprezzato It’s the End of the World as we Know it (and I Feel Fine) dei R.E.M.» avendo sentito la cover di Ligabue”
quote
Jackie Lang, quanto hai ragione! L’adattamento e’ davvero una bestia nera, e non nel senso di Lexington Steele. Avendo anche fatto adattamenti al labiale eng>ita posso battere i pugni sul tavolo con sicurezza e dichiarare “subbi forevah!”
Stanlio, ma guarda che a un certo punto ti abitui, specie se i sottotitoli sono appunto scritti sotto l’immagine e non sovraimposti. A me e’ capitato di vedere (anche a Venezia) film jap con sub ita ma di ricordarmi le battute solo in eng. Misteri.
molto onestamente, django l’ho visto in originale e l’ho goduto. però ho goduto, ai tempi, anche di samuel l.jackson doppiato da luca ward in pulp fiction.
una premessa: capisco benissimo che il mio discorso sia MOLTO opinabile, ma un conto è “opinabile” un conto è “qualsiasi nefandezza in lingua italiana va benissimo”. non ho detto questo.
infatti io metto a confronto il miglior doppiaggio con la migliore sottotitolatura. A partire dal medesimo adattamento.
E il fatto che Luca Ward (per esempio) sia uno bravo, con un buon tono che sa recitare bene (anzi diciamo anche benissimo) delle ottime battute, tanto da rimanere impresso ed essere piacevolissimo all’udito con quel bel timbro pieno e quelle intenzioni perfette, non leva che l’originale è l’unica versione che abbia senso. Le altre possono essere al massimo belle.
Uao quasi il mio pensiero. Sulla gente che vive su Serialmente e Italian Sub Addicted stenderei un velo pietoso. Fanno gli anglofoni di sta minchia, utilizzando ogni 2 per 3 la parola Awesome, Badass (Pronunciato Bad-as tra l’altro)e guardano serie di merda oppure serie che ormai non valgono piu’ un cazzo da tipo 4 stagioni (tipo dexter o sons of anarchy) parlando di capolavoro di qua e di la. poi non riescono a seguire una cazzo di serie senza sottotitoli. Stimo quelli che traducono perche l’impegno che ci mettono mentre la gente gli rompe il cazzo come fossero pagati, beh, e’ ammirevole.
Che poi per me va a film. Il Gladiatore per me e’ 10 volte meglio in Italiano. Luca Ward spacca. Da piccolo non concepivo l’idea dei sottotitoli, poi mi sono abituato per il semplice fatto che io per guardarmi Resident Evil non avevo voglia che passi su italia 1. poi oh, ti abitui anche senza sottotitoli, e solo se non e’ irlandese o ha qualche accento troppo marcato che perdi le parole.
E’ solo abitudine e nient’altro.
Poi io vivo in croazia dove tutto e’ con i sottotitoli il che ti fa abituare.
Van Dam per dire in originale non ha un briciolo del carisma che ha in italiano.
@Cicciolina: ma infatti sì, voglio dire, anch’io mi sono abituato e i subbi li uso più che altro come stampella se c’è un nero dei sobborghi di Atlanta che parla che come imprescindibile punto di riferimento.
Ma capisco anche chi si infastidisce, o non ha voglia di fare su e giù con gli occhi, o chissà che.
Guarda su molti doppiaggi fatti bene concordo con te, ma non è sempre così e soprattutto si confonde adattamento con doppiaggio. Negli ultimi 10 anni poi causa mille tipi di crisi e problemi economici o quello che vi pare il doppiaggio è diventato UNA MERDA. E lo dico io che ho sempre odiato i V.O. e amavo poter giocare chessò a Grim Fandango doppiato in italiano da paura. Per me ci dovrebbe essere quindi semplicemente più scelta. A Roma c’è possibilità ma manco tanta, fuori da una grande città semplicemente ti devi scaricare il dvdrip o aspettare il dvd e cmq non poterlo vedere al cinema. Insomma non me la sento di liquidare la questione citando i doppiaggi fichi ’80 ’90.
Ovviamente con il “concordo con te” mi rifeverivo a Wim Diesel non a chi ha commentato prima di me :)
Ci sono dei casi in cui però, credo, sia bene avere anche il doppiaggio italiano (a patto che si perda il meno possibile dall’adattamento).
Mi riferisco ad esempio all’ultimo della Aardman, Pirati!. L’ho visto a Vene…no scherzo. Visto sia in inglese che doppiato e Christian De Sica, che interpreta il protagonista, demolisce l’originale di Hugh Grant (che ha un registro vocale piatto come pochi).
Ah giusto c’è un’altra cosa da dire:
– ahem –
NON ESISTONO I DOPPIAGGI FICHI ANNI ’80 E ’90!! NON ESISTONO!!
ESISTE SOLO LA NOSTRA INFANZIA E ADOLESCENZA, IL DOPPIAGGIO (dei film per il cinema) E’ COME E’ DAL 1955 AD OGGI.
RIPETO: NON ESISTONO DOPPIAGGI FICHI, IL DOPPIAGGIO NON E’ PEGGIORATO, SIAMO NOI CHE SIAMO DIVENTATI ADULTI! RIPETO: ADULTI!!
c’è da aggiungere che una volta le distribuzioni mandavano i master molto prima, ci lavoravano sopra più tempo per tradurre e adattare, i film uscivano PARECCHIO dopo l’estero, e c’erano più soldi da investire. Così ok, i dialoghi venivano molto modificati ma con criterio e mestiere; sfido chiunque* a lamentarsi della risata di Eddie Murphy o dell’accento di Alex in Arancia Meccanica.
Adesso i master li mandano all’ultimo sennò gira sull’internet in tempo zero, il film deve uscire prima per non perdere il mercato, i soldini da investire sono meno e “signora mia, ma chi me lo fa fare?”
Questo di massima, eh. Che non giustifica infilare Santamaria e Timi in Batman o far doppiare Lincoln da Favino. Questi sono meccanismi ubriachi che ancora non mi sono riuscito a giustificare in nessun modo.
*a parte i precisini della fungia che possono sucarmelo, fondamentalmente.
Secodo me una regola universale per la faccenda non esiste.
Qualcosa si può doppiare qualcosa non si può.
Non ne faccio una questione morale, quindi, ma di: “cosa è meglio, proporzionato a cosa è giusto, sotto l’egida del cosa magari viene più comodo per il pubblico”.
Quindi:
Per comodità del pubblico italiano, che pure si è abituato anche a signori adattamenti e doppiaggi che nulla tolgono alla VO (talvolta, addirittura, come nei casi di Sly e Schwarzie hanno migliorato e non poco), un film che si può doppiare va doppiato\adattato… Solo a patto che il film non ne esca mutilato.
In un caso come Django Unchained il doppiaggio anche se fosse fatto benissimo, impoverirebbe il risultato finale quindi si vada di sottotitoli (che comunque necessitano a monte di un buon adattamento).
In quel caso il pubblico italiano, così come deve essere contento e grato quando gli si fa il favore di doppiare bene i film, deve essere contento e grato che gli si dia un film sottotitolato perchè solo così se lo godrà al meglio e deve vincere così il suo atavico culo di piombo, imparare a seguire i sottotitoli al cinema ringraziando per il bel gesto curatoriale fattogli.
Oh, che bello! Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!
Cioè: io ho fatto le prime lezioni di inglese a 6 anni, ho cominciato a giocare con gli adventure testuali in inglese a 12, a leggere riviste in inglese più o meno nello stesso periodo e a guadagnarmi da vivere come traduttore a 17. Da allora ho viaggiato come una pallina da flipper parlando inglese, continuo a tradurre, scrivo testi bilingui, eccetera eccetera eccetera. In sostanza: 3/4 della mia giornata si svolge in inglese.
E vuoi saperne una? Quando vedo la maggior parte dei film e telefilm in inglese non ci capisco un cazzo. Perché si mangiano le parole, si parlano uno sull’altro, se ne fottono giustamente delle costruzioni grammaticali corrette, fanno “gli accenti” (ahah! Guarda, quello lì di Queens ha detto “sgnappols” come se fosse stato del Bronx! Che ridere! —- MADDOVE, CHE PARLATE TUTTI UGUALI, COLONI IGNORANTI DEL CAZZO?) e così via.
No, dico: lingua tanto di merda che c’hanno i “mondegreens” (googlare, prego). Tu l’hai mai sentito un italiano coi mondegreens? Ecco.
Ora, magari sono io ritardato. Ma magari quelli che raccontano di apprezzare le sfumature di Django li metterei tutti in una stanza con quello che restituisce l’Imu.
@Jackie: non sono d’accordo, il doppiaggio E’ peggiorato, perché i doppiatori hanno meno tempo per lavorare e sono costretti a doppiare servendosi di copie antipirateria di scarsa qualità. Io se oggi mi riguardo i vecchi film doppiati li trovo comunque ben fatti anche se sono cresciuto.
Poi secondo me è successo un fenomeno strano: fino agli anni Ottanta c’era un adattamento forte del testo originale, con battute cambiate per adattarsi ai labiali. Risultato: il ritmo delle battute era più azzeccato anche se meno fedele. Oggi invece si tende all’assoluta fedeltà ai dialoghi originali a costo di non andare bene in sincrono col labiale.
Detto questo, sono d’accordo per il resto: sarebbe giusto avere sale in lingua originale per avere un’alternativa al doppiaggio. Perché è anche giusto che chi ha una certa età o ha problemi di vista possa andare al cinema e godersi un film senza venire scoraggiato dai sottotitoli.
ho iniziato a seguire serie sottotitolate dai tempi di Alias (non mi odiate…) con sottotitoli rigorosamente in italiano. poi di una maledetta puntata non riuscivo a trovare il fottuto sub, la serie continuava, le puntate si accumulavano e allora la folle decisione: sottotitoli in inglese. è stata una svolta: da quel momento non sono più riuscito ad utilizzare sottotitoli in italiano su lingua inglese
I doppiatori hanno meno tempo ma questo si sente poco, in termini di risultato, al cinema. Solo su alcuni titoli molto molto molto minori. Mentre si sente sulle serie tv (fatte coi piedi, ma del resto anche quelle anni ’80 erano doppiate col cazzo).
I doppiaggi degli anni ’60 o quelli degli anni ’80 di film di livello sono sostanzialmente identici. Quelli diversi sono quelli anni ’30, ’40 e in parte ’50 (perchè alcuni studi erano più moderni di altri) e quelli si che fanno schifo, con anche i rumori fatti in Italia. TErribile, senza ritmo. Ammazzano ogni commedia.
Ai giast red De Divain Comedi bai Dante! It is e greit buc! Mai feivorit part is
Dai su, che quando lo fanno i coloni del cazzo ci arrabbiano e gridiamo alle cinquanta sfumature dell’italiano che se non le capisci non le apprezzi sei ignorante. Se poi non distingui tra un accento di Liverpool e uno di Waco il problema non è di chi invece lo distingue e se la gode, sai?
@Triolocaust: tre anni fa ho adattato i dialoghi di una serie di fantascienza americana in italiano. MAI PIU’ CRISTOMADONNA! Il committente mi lasciava abbastanza tempo, per fortuna, ma il problema era far quadrare non solo il numero di sillabe pronunciate nelle due lingue, ma proprio i movimenti delle labbra, per cui se a un certo punto l’attore americano pronunciava la lettera P o apre la bocca per fare una A, io in italiano dovevo metterci una P e una A, e non importava che parola sceglievo, potevo mettere parole alla cazzo con i suoni fonetici giusti e il committente era tutto contento. Da quel punto di vista, se i doppiatori ora badano al SENSO del dialogo e non al labiale, e’ TANTO DI GUADAGNATO.
Considerazioni sparse:
– certi cagnacci sono letteralmente salvati dal doppiaggio, fatto da uno che a differenza di loro recita, Chuck Norris su tutti
– tutti gli scandinavolandesi a cui l’ho chiesto mi giurano che se sanno l’inglese cosi’ bene e’ perché da loro i film non li doppiano, motivazione numero 1
– negli anni ’80/’90 non c’era la moda di far doppiare i film a VIP a caso
– c’e’ in giro tanta, tanta, TANTA gente pronta a massacrare un doppiatore per aver fatto una voce diversa da come se l’aspettava ignorando il fatto che anche l’originale era cosi’ (su tutti mi viene in mente Jet Li negli Expendables)
(prosegue) (forse)
anche per dire (su questa arriveranno dei cartoni) tom hardy/filippo timi nell’ultimo batman.
@calogero
Nonostante il linguaggio colorito, penso tu abbia colto nel segno.
A me accade lo stesso col francese (non sono poche le volte che mi giro verso l’amico di turno per chiedere cosa si è detto), lingua studiata per anni e praticata a tempo pieno da 4, poiché vivo a Marsiglia.
Detto questo, non sono né per l’abolizione del doppiaggio (perché solo i plurilingue acculturati devono usufruire del bello del cinema?) né per l’abolizione dei sottotitoli (percé privarci delle VO?)
Poi il famoso de gustibus è sempre valido…
Mi spiegate qual è il perverso meccanismo che trasforma «non capisco un cazzo dei film in VO anche se parlo quella lingua alla perfezione» in «chi dice di capire i film i VO è un bugiardo, un mentitore!»?
Io ho apprezzato le sfumature in Django Unchained.
Di Caprio non parla come Samuel L. Jackson che non parla come il signor Stonesipher che non parla come Betina che non parla come Schultz che non parla come il tizio alla fine con accento evidentemente non americano.
Qualche giorno fa stavo giusto leggendo un articolo del Post sull’argomento e quando mi sono accorto che l’eco sull’argomento era un bel po’ mi sono chiesto dove avrei assistito alla conseguente rivalutazione critica del doppiaggio.
E non mi sorprende trovarla qui, dove da un po’ di tempo a questa parte faccio un po’ fatica a muovermi tra gli N petabyte di riferimenti pop, provincial pop e beat pop con cui cucinate qualsiasi cosa di cui parlate, ma da cui la serietà e il rispetto con cui trattate la materia non manca mai di saettare attraverso citazioni, riferimenti, flussi di coscienza e vari rimandi al genere.
E se da una parte mi chiedo se non mi manchi qualcosa per starvi dietro dall’altra pezzi come questo non mi lasciano dubitare del fatto che a metterci un po’ di impegno e immaginazione ne vale la pena, più qui che in tanti altri posti.
@Stanlio
Ho detto questo? No.
@Calogero, ma grazie tante che non abbiamo i mondegreens! L’italiano e’ una lingua in cui (so che esiste il termine tecnico giusto ma io non lo conosco; linguisti aiutatemi voi) ogni suono si pronuncia cosi’ come si legge, a parte poche eccezioni. L’inglese, cosi’ come anche il francese e figurati il tedesco, associa suoni fonetici a segni scritti molto diversi. Lo ha esemplificato molto bene Stanliuzzo con la Divina Commedia.
Detto questo, ma chi cazzo se ne frega dei mondegreens?
Ma tesoro, hai dato ragione a uno che lo diceva, l’è i stess. È un percorso mentale che mi incuriosisce molto, per questo chiedevo.
qualche considerazione sparsa, a mo’ nanni:
– la crescita del livello medio di inglese, favorita dai film non doppiati, credo sia un dato oggettivo; credo però che sul punto siamo ancora più indietro di quanto non appaia. l’approccio all’inglese è ancora uno scimmiottamento di Mr Brown. sapere l’inglese è purtroppo ancora un valore aggiunto che portachi lo sa all’ostentazione. pur dall’italia lavoro quasi esclusivamente in inglese e vi assicuro che il 90% di quelli che sanno l’inglese attorno a me – che sono il 30% di quelli attorno a me – scimmiottano una sorta di pronuncia stile Mr Brown delle iene, in base a non so quale cazzo di convinzione che più parli l’inglese da cassetta de agostini, più sei figo. ovviamente la deriva di questo approccio è che pronuncia alcune parole come se avessi un ictus – credendo che sia l’accento inglese – salvo defatigare pronunciandone altre come ciro di mai dire gol (la “paizza” (pizza, ndr), per inenderci);
– tutto questo per dire che dietro la richiesta di lingua originale c’è secondo molto dell’approccio “mi compro una reflex per fare foto ai posacenere e vantarmi di non usare instagram” – che poi è esattamente quello che ti ha fatto venire lo spunto per comprarti una reflex. in soldoni, credo abbia davvero ragione wim quando parla di ipocrisia;
– credo che la lingua originale sia indispensabile quando i personaggi sono di un epoca storica o contesto sociale particolare. Lincoln, Do the right thing, Boardwalk empire, etc… già in casi come looper francamente non mi fotte di avere la lingua originale;
– ci sono poi i casi di affezione, sono molto legato a redford doppiato (al di là di sly, come già diceva nanni);
scusate per la logorrea
1. Una botta di commenti e nessuno che abbia ancora citato Giannini con Al Pacino. Non ci sono più i luoghi comuni di una volta.
2. La componente VIPpica secondo me è importante: fino a 5/6/7/8 anni fa i VIP venivano reclutati solo per i film di animazione… non si capisce oltrettutto perché, dato che se porto al cinema mia figlia di 4 anni a vedere Shark Tale, non vedo cosa minchia gliene dovrebbe fregare che i protagonisti abbiano le voci di gente che lei 4enne NON CONOSCE, tipo Tiziano Ferro, Cristina Parodi e LUISA CORNADIOSANTISSIMO.
Ora invece che ne so, forse c’è il cartello della famiglia Izzo che ha sequestrato tutti i doppiatori bravi, ma per filmoni come Batman o Lincoln vengono utilizzati ATTORI, e non doppiatori, dando per scontato che se uno fa l’attore sa far bene anche il doppiatore, e invece, nella maggior parte dei casi, staminchia.
Io sono un povero buzzurro di provincia. Non ho fatto il cameriere a Londra perché gli inglesi mi stanno sul cazzo a giorni alterni, i camerieri tutti i giorni. Adoro le V.O ma senza i sottotitoli io NON ci capisco una beata fava. Grazie ai videogiochi ho un discreto inglese, ma da lì a riuscire a seguire un film, magari come Django pieno di mangia pannocchie, ce ne passa.
@umbem:
Quindi che JGL si sia fatto un mazzo così per studiare la voce e la parlata del Bruce Willis di trent’anni fa e l’abbia imitata alla perfezione non te ne frega niente, e preferisci ricordarti del film solo perché JGL truccato ha la faccia da manga?
Punto di vista interessante, anche se mi sembra un po’ minato tra una confusione tra doppiaggio e adattamento. Ci sono ottimi doppiaggi e pessimi adattamenti e viceversa. A volte gli sono anche riuscite le 2 cose che ne so Full Metal Jacket, Pulp Fiction. Però il dominio dell’affezione che condivido (non vedrei mai i film di Sergio Leone in lingua inglese) non deve far sottovalutare l’imbarbarimento dei livelli qualitativi, parallelamente a una crescita di un nuovo pubblico più sgamato, soprattutto grazie alla fisse delle serie tv
In realtà ho detto che ha colto nel segno, ovvero che la diatriba sugli accenti non ha niente a che vedere con i sottotitoli e che usarla per sponsorizzare le VO in Italia non ha senso.
Poi se c’è chi ha ottimo orecchio, meglio per lui.
Io, romano, colgo a malapena l’origine milanese dei miei connazionali, figurati un po’.
Ma perché non dovrebbe aver senso, è questo che non torna. Non ti piace “accenti” e preferisci “interpretazione attoriale”?
Perché se no andiamo avanti così a dire che Ben Affleck non sa recitare perché l’abbiamo visto per anni doppiato in italiano in pessime commedie romantiche e poi quando fa dei bei film ci stupiamo.
E non credo che nessuno usi questo argomento per sponsorizzare le VO in Italia, banalmente perché la scelta di doppiare i film viene dalla fonte e non dalla distro italiana, quindi è tanto inutile sponsorizzare qualsiasi cosa, a meno che qualcuno non abbia un forte ascendente su boh, il CEO di Fox o di Warner.
Beh, tra accento romano vs milanese (de sica vs boldi) ed “interpretazione attoriale” converrai che ce ne passa…
Poi su chi decide di doppiare, beh, non so, ma credi che i cinema in Italia sarebbero pieni se ci fossero film in sola VO?
Una curiosità generale: qui in Francia, dove se ne fottono delle VO, sciovinisti della lingua come sono, stranamente Django è stato distribuito anche in inglese con sottotitoli.
Occhio a non sforare pero’.
Per me quando si parla di doppiaggio si parla sempre di servizio, un servizio costretto a diventare arte ma pur sempre un servizio, come le scale mobili per gli zoppi e i pigri la’ dove il mondo ideale e’ quello senza zoppi e pigri.
La questione accenti: a volte sono un vezzo, a volte sono un intoppo (vedi gli sceneggiatori costretti a inventarsi origini francofone per i personaggi di Van Damme quando a nessuno gliene poteva fregar di meno in film del genere), a volte sono parte integrale della caratterizzazione di un personaggio quando non addirittura centrali alla storia (Bastardi senza Gloria per dirne uno molto facile).
Non farei generalizzazioni nemmeno su questo, anche se e’ effettivamente uno degli appigli preferiti dagli ipocriti.
Io sono una di quelli che i film se li va a vedere al cinema, doppiati ovviamente perché tante grazie se alcuni titoli addirittura ARRIVANO dalle mie parti, figuriamoci in inglese con sottotitoli!! Se non arrivano da me o se ho curiosità di vederli in originale, mi ingegno in altro modo come credo la maggior parte di quei poveri sfigati che amano il cinema ma non abitano nelle grandi città.
Mai avuto niente da dire sul doppiaggio italiano, non finché è arrivato Bane ovviamente (e finché non hanno deciso di affidare il doppiaggio dei cartoni a cosiddetti VIP – vedi Fabio Volo e lil suo orribile Po!!!), ma sull’adattamento eh beh ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia tra strafalcioni, incomprensioni, orrori derivati dall’incrocio tra differenti culture e quant’altro.
C’è da dire che, per quel che sono riuscita a percepire, una volta questi adattamenti erano migliori e potevano renderci ben orgogliosi della bravura dei nostri addetti ai lavori, adesso mi sembra che spesso e volentieri si faccia il lavoro proprio a tirar via.
Quindi, personalmente sento di preferire comunque il film in lingua, ma perché posso capirla spesso e volentieri anche senza sottotitoli.
Però mi metto anche dalla parte dell’80% della popolazione italiana (tra cui i miei genitori, eh) che già guardando Inglorious Basterds si era sentita male per il mal di testa derivato dal seguire i sottotitoli e metà film in una lingua sconosciuta.
Alla fine siamo un paese del terzo mondo e in più popolato in gran parte da persone di terza età… la lingua inglese da noi non è così diffusa come si crede e bisogna ricordarlo sempre!
@Djo – pensavo la stessa cosa, l’hai detta meglio.
Non c’è una tesi giusta, second me. Ci siamo sucati un sacco di stronzate senza senso nell’infanzia (gli hotdog con la mostarda, per andare sul basico) però le abbiamo adorate. Lassù sulle montagne del sapone, abbiamo innalzato totem ad attorazzi semi-incapaci resi epici dalle voci (e dalla scelta delle parole) di gente che il mestiere lo conosceva bene. Mo’ siamo grandi e ci si smarca imbarazzati (aiutati da una grassa schiera di quadrumani – “vi dichiaro marito e pugnale”, ma che davero?), però mi pare che più opzioni (metalmarco sul divano o pannofino al cinema) siano meglio di una.
Complimenti per il pezzo.
Per inciso a me Favino sta in culo (immagino vi interesserà molto) e credo che il doppiaggio di Lincoln sia la cosa migliore che ha fatto ever ever. Quella voce lì, saggia e convincente che lascia un sentore di rincoglionimento senile appena accennato…gli chiederei un consiglio, tipo
@tutti quanti:
vi prego di considerare comunque che questo che leggete è un pezzo molto datato: lo scrissi quattro giorni fa, mentre infuriava la polemica contro il doppiaggio fatto in casa e la gente ribloggava l’articolo di repubblica dicendo cose tipo ECCO, FINALMENTE QUALCUNO CHE PRENDE POSIZIONE CONTRO QUESTA PIAGA CHE STA AVVELENANDO IL CINEMA, quando mi sembra evidente che quasi tutti qui ci siamo innamorati del cinema senza problemi nonostante l’abbiamo conosciuto doppiato in italiano.
Eh no che non lo sarebbero, ma infatti non ho mai detto che il doppiaggio andrebbe eliminato dal mondo con la violenza né che i cinemis dovrebbero dare solo film in VO*.
Ma la decisione del doppiare o meno un film viene dal produttore, che ordina un doppiaggio o dei subbi o quel che è in ogni singolo Paese, a seconda delle esigenze. Quindi ecco, che ci si incazzi e si mandino petizioni a Eagle Pictures o chissà che conta poco se non nulla, per questo la polemica doppiaggio sì/doppiaggio no è oziosa, se si scende sul lato pratico almeno.
*Tanto più che al cinema c’è la gente che mangia i popcorn, la gente che arriva in ritardo, la gente che parla tutto il film e insomma, io in sala tendo a non andarci se posso evitare.
Per me la questione è semplice: finchè si riusciva solo a guardarli in italiano lo guardavo in italiano, poi ho iniziato a guardarli in inglese e non ho più smesso perchè è esageratamente MEGLIO. Dopo un po’ col doppiaggio inizia a sembrarti tutto posticcio, messo lì sopra, il suono super-pulito di una voce super-impostata che azzera ogni accento o peggio li inventa. In America parlano tutti uguale, gli scozzesi diventano sardi (che oh… ci può anche stare… le pecore e tutto il resto, cambia un po’ il clima ma amen), in qualche modo c’è sempre un romano, un milanese e un meridionale random a Chicago o Sidney o Inverness (non so se esista un film ambientato a Inverness ma mi piace Inverness).
Io ho migliorato il mio inglese in maniera esponenziale guardando film e serie in lingua, prima con l’aiuto di Verzaverde, poi senza. Molto più di quanto mi abbiano insegnato a scuola. Sono assolutamente per non doppiare nulla se non i film in lingua incomprensibile (tipo tutto ciò che non è inglese nel mio caso), io scarico il mondo anche perchè nessuno mi dà l’opportunità di vedere in sala il 99 per cento dei film che voglio vedere in lingua (e perchè ho il culo pesante). D’altro canto c’è però da dire che l’italiano che va al cinema al sabato lo vuole in italiano il film, è abituato a veder il film in italiano ed è lui che tiene in piedi l’industria… Ormai è troppo radicata questa cultura del film doppiato per abbatterla.
Mi rendo conto che il pezzo si presta a mille direzioni, ma nel caso qualcuno volesse una manciata di distinzioni base eccole qua:
– doppiaggio e adattamento sono cose diverse
– una cosa e’ parlare di “io preferisco vedere i film in questo modo”, un’altra e’ “tutti i film dovrebbero essere trattati in questo modo”
– un conto e’ l’importanza di distinguere gli accenti per comprendere un film, un altro e’ l’importanza del distinguerli per giudicare o godere appieno di un’interpretazione
– una cosa e’ dire “una volta il doppiaggio era meglio” e un’altra, come dice Wim, e’ dire “il doppiaggio non ha fatto danni gravi”
(prosegue) (forse)
@Stanlio
Calma calma calma. Ben Affleck non sa recitare e vederlo in inglese è più penoso che sentirlo in italiano. Ben Affleck sa parlare, a differenza di Stallone o Schwartznegger, ma, sempre a differenza loro, non ha neanche UNA espressione facciale. Ben Affleck semplicemente NON è un attore, tipo Preziosi vale 30 Affleck.
Cioe’, per me non e’ in discussione che se uno sa l’inglese a livello adeguato e tranquillo dovrebbe guardarsi i film inglesi in originale e il resto non ha senso.
Almeno qui ci siamo tutti, spero.
Il doppiaggio non se ne andra’ finché gli italiani non impareranno l’inglese, e anche questo mi pare pacifico.
Sarebbe fico pero’ se i distributori stessero attenti al trend e offrissero piu’ spesso la doppia proposta, visto che comunque, statisticamente, stiamo progressivamente migliorando.
Detto questo, qualche mese fa ho visto questa scena in un bar di Londra con due italiani che sono entrati a ordinare una birretta e chiedere un lavoro, il tipo ha detto loro di spegnere la paglia dicendo “no smoking” e facendo il gesto, i due gli hanno sorriso poi si sono guardati tra di loro sussurrando “cheaddetto???”.
Ci vuole della pazienza.
@ stanlio:
da discreto appassionato (discreto, non sono al vostro livello), credo che looper sia un film del cazzo, da domenica sera a scazzo (non scrivo perchè per non andare off topic). credo che JGL sia un attore mediocre e prescindibile, che abbia qualche parente importante, quindi non mi ci sono avvicinato con quell’aspettativa. prendo atto però di essermi perso invece il lavoro di interpretazione (non sono retorico) e di essermi sbagliato;
detto questo, c’è un minimo di buon senso.
quello che dici – pur a ragione – mi sembra un approccio del tipo “cosa? ti piacciono i led zeppelin ma mi dici che non ti interessa bert jansch?”.
e, prima che arrivi a darmi dello zotico: non ho la tv, quindi non guardo nulla che non sia in lingua coi sottotitoli e ormai faccio fatica a godere se c’è doppiaggio. capisco comunque benissimo chi non ha l’esigenza di vedere tutto originale. continuo a credere che alcuni casi siano prescindibili.
il doppiaggio è un servizio che deve rimanere, perchè la stragrande maggioranza degli spettatori un film non se lo gode con i sottotitoli. A me può anche andare, ma io non sono la stragrande maggioranza degli spettatori.
Credo che questo problema vada a collegarsi con quello dell’offerta di un film oppure una serie tv, magari in video on demand, ma mi pare che stiamo ancora un po’ indietro su questo fronte.
Invece sul fattore dell’affetto verso il doppiaggio, sono d’accordo che derivi dall’avere sentito certe voci e certe battute da piccoli/adolescenti che ci hanno cresciuto e sono il primo a dirlo, ma penso anche che i doppiatori di oggi siano più scarsi di allora. Smentitemi se necessario, ma trovo che il mestiere stia passando ai figli oppure ai nipoti (i cognomi che girano sono sempre quelli!) i quali non sono all’altezza dei parenti
@ nanni:
cosa intendi per servizio “costretto” a diventare arte?
@umbem: al di là del giudizio su Looper (per me, ma circa solo per me, tre quarti di capolavoro), era per dire che la questione “italiano/inglese” nonché “buon attore/pessimo attore” (poi rispondo a BellaZio) dipende da milioni di fattori, non solo dagli accenti o meno.
@BellaZio: se “avere un’unica espressione facciale” significa “essere un pessimo attore”, diciamo ciao a Clint Eastwood, Charles Bronson, John Wayne, Robert Mitchum, Tommy Lee Jones… proseguo? Affleck è un buon attore, non un fuoriclasse ma sicuramente uno che qui da noi è percepito ben peggio di quello che potrebbe e principalmente, per me, a causa del doppiaggio.
Domande.
a) Qual è la funzione del doppiaggio?
b) In quale momento, la funzione del doppiaggio viene meno?
Al di là delle definizioni strette intendo. Di certo è una discussione talmente estesa (molto di più del solo aspetto prettamente tecnico) e contingente da portarsi dietro talmente tante cose che il rischio di sfrociare, è dietro l’angolo per tutti.
Ma i film mica sono tutti in inglese! Magari…
Ci sono anche nelle altre lingue.
Cosa fa uno, senza il doppiaggio, diventa poliglotta ?
Per me, la situazione deve rimanere così.
Al cinema film doppiati.
In home video traccia originale, traccia doppiata, sottotitoli.
In divx uguale.
@Jackie
Secondo me invece c’è un peggioramento visibile nel doppiaggio.
Esempio a caso: io darò fuoco al doppiatore di Bale, perchè nel 2000 e rotti non è possibile sentir mettere in bocca, in un film che è costato 100aia di milioni di dollari, ad uno degli attori più “in”(qualsiasi cazzo di cosa questo voglia dire) del momento, la parola “databbèis”, come se fosse l’ultimo coatto di centocelle. E la cosa si è ripetuta anche nel film dopo…
Altro esempio: Amendola aveva l’accento romano truce quando doppiava Milian ner Monnezza, pero’ quando doppiava Hoffman, De Niro, Stallone, l’inflessione “magicamente” spariva. Poi c’è gente come Accolla, che fa un lavoro pazzesco con Eddie Murphy o coi Simpson, ma mi sembrano più eccezioni che la regola…
@Stanlio,
OT: occupandomi anche di queste cose, il fatto che tu capisca più in cuffia che nelle casse potrebbe essere dovuto a cuffie di alta qualità vs. altoparlanti/ampli scarsini oltre al fatto che nel secondo caso devi anche tener da conto l’ambiente di ascolto.
Una domanda:
in un futuro in cui i film VO vengono proiettati anche su sale principali (non ce la faccio a dire “mainstream”) come risolvereste il caso delle locuzioni idiomatiche?
non credete ci sia comunque un limite che il film VO non potrà mai superare, in termini di richiesta del grande pubblico? (ho sempre in mente spike lee)
@DavidK: credo sia una questione d’ambiente più che di ampli, almeno spero visto quanto mi sono sbattuto per farmi lo stereo figo per bullarmi con gli amici.
Per aggiungere esempi a esempi, Gigi Proietti nello Hobbit demmerda ha fatto parla’ Gandarf come Er Pupone.
Stai confrontando un cattivo doppiaggio di oggi con uno buono di ieri. Ovvio che il passato ne esce vincitore. Ma il punto è proprio che i cattivi doppiaggi c’erano anche nei film di 20 anni fa, magari non erano fatti dai vip ma c’erano. Non ricordi tutte le storie dei film dei Monty Python?
Butto in sintesi due o tre cazzate:
– Ci sono doppiaggi meritori e doppiaggi infami. Il tutto sta nella sensibilità dei traduttori e nella capacità degli interpreti. Quello che è certo, è che in ogni caso, il film doppiato è diverso dall’originale, e dunque per meglio comprendere l’opera sarebbe meglio vederla in lingua originale.
Però questo vale anche per la letteratura – anzi, è più grave nella letteratura, dove il linguaggio è l’opera stessa -, e non mi sembra che Repubblica e similia abbiano fatto le grandi crociate sulla lettura dei libri in lingua originale. E anche nel caso della letteratura, abbiamo traduttori dotati di sensibilità e traduttori indegni.
– Io conosco un pò l’inglese, quando posso mi vedo il film in lingua originale (cmq sottotilotato), altre volte me li vedo in italiano. Nel caso di film provenienti da paesi non anglofoni, non ho scelta: li guardo in italiano, e sono felice esista il doppiaggio. Nel caso della letteratura, leggo il più delle volte la traduzione, impelagandomi nella versione originale quando qualche amico più esperto di me mi suggerisce che è il caso (es. Hunter Thompson, e confermo).
– Che negli altri paesi parlino l’inglese meglio di noi è noto. Che una ragione sia l’assenza dei doppiaggi nei film, mi pare evidente.
– Sono consapevole che quando guardo un film doppiato, lo capisco meno di chi lo guarda in lingua originale. E’ così e punto. Al di là della qualità del doppiaggio.
– Il peggioramento del doppiaggio negli anni è oggettivo, e credo sia dovuto al proliferare di attori noti (o addirittura personaggi noti e basta) che prestano le loro voci senza avere esperienza di doppiaggio. E’ chiaro che se il film è affidato alla famiglia Ward, che si occupa di doppiaggio da sempre, e non ai Santamaria-Timi-Insegno e compagnia cantante, mi fiderò di più.
– Argomento definitivo contro il doppiaggio: Monty Python.
Ripeto: il doppiaggio negli anni non è peggiorato, siamo solo noi che siamo migliorati. E per favore non citate a favore di questa tesi solo i brutti casi di doppiaggio di oggi (ne esistono anche di ieri), il punto è che la qualità media è la medesima.
La prova definitiva è guardare uno dei molti telefilm che vedevamo da piccoli (Fox Retro sta lì apposta). Il doppiaggio non ci dava fastidio, se lo sentite oggi sparereste a tutti.
i coglioni che parlano di piaga del doppiaggio sono gli stessi che se guardano in in inglese senza sottotitoli non capiscono niente.
Preferisco di norma l’inglese sopratutto per quanto riguarda le commedie perche semplicemente certi giochi di parole si perdono, inglorius bastards la scena dei siciliani era tristissima pero e’ anche vero che era impossibile da tradurre in modo decente.
Ma! io ho sentito gente tirare scandalo su santamaria- Joker quando per me ha fatto un lavoro coi controcazzi col tempo a disposizione. Perche ditemi voi chi e come doveva recitarlo. E solo abitudine.
A me da piu’ fastidio l’abbinamento delle voci che negli ultimi anni in italia e’ fatto un po a cazzo.
Un caso che ha fatto piangere sta gente e’ il caso House, quando mori’ il doppiatore originale. Ma nessuno disse che il doppiaggio della serie era andato a puttane a partire dalla stagione 4, quando house divenne un fenomeno di costume in italia e le voci dei nuovi attori furono scelte veramente a cazzo per far uscire prima i nuovi episodi.
Ma e’ ok, io vorrei tanto mostrarvi i tentativi di doppiaggio croati, cosi potete mettervi a piangere (anche se per ora si limitano ai cartoni), Voi non avete idea di quanto siete fortunati.
Adattamento e doppiaggio sono l’analogo della traduzione in letteratura, ovvero un necessario e meritorio (se fatto con competenza e passione) tentativo di trasporre un’opera in un’altra lingua, preservandone al massimo contenuti e resa estetica. E’ ovvio che l’opzione migliore è quella di fruire l’opera in lingua originale, ma questo vale solo se si conosca la lingua a perfezione. Se no, anche supportati da ottimi sottotitoli in lingua, è comunque inevitabile perdere per strada dei significati. Ne perdi indubbiamente anche col doppiaggio, ma il punto è che entrambe le soluzioni sono compromessi, e non ce n’è una da puristi e un’altra da ebeti ignoranti. Personalmente, anche se il mio inglese è buono e mi permette di seguire agevolmente film in lingua con l’aiuto di sottotitoli, trovo che un buon doppiaggio sia la soluzione più rispettosa dell’originale, sia dal punto di vista teorico (evita che l’occhio si distragga dall’immagine) che pratico (maggiore resa di sfumature di significato). Stai tradendo la recitazione originale, è vero. E allora? Anche leggendolo tradotto stai tradendo l’inglese di Shakespeare. Se hai i mezzi lo puoi leggere in originale (e in questo senso è giusto che anche i film abbiano dei passaggi in lingua anche in sala), ma per il resto nessuno obietta sull’opportunità di una buona traduzione. Anche perché non è che l’inglese sia l’unica lingua straniera al mondo, eh.
@Stanlio
No, non hai capito, il suo problema è che non ne ha neanche una tranne la sua di tutti i giorni, che non è interessante. Ha solo un mento a culo e una faccia da belloccio. Argo, se avesse avuto un altro protagonista, uno qualunque, sarebbe stato meglio. (Non parlo di regia e scrittura, sia chiaro).
@bizy però attenzione, santamaria è Batman. il joker era doppiato se non sbaglio dal figlio di giannini. #puntaarcaxxo
Bizy
FORTUNATI????
Vuoi sapere chi sono fortunati? Gli Olandesi sono fortunati. I Norvegesi sono fortunati. I Finlandesi sono fortunati. Pure i Danesi sono fortunati.
@ Wim: confermo, Adriano Giannini, tanto che spinsero sul fatto che nel Batman di Burton il Joker era il padre come a giustificare la scelta (ma in realtà Giannini aveva già doppiato Heath Ledger in precdenza ed era quello il vero, e giusto, motivo)
Ah… per favore, togli Tommy Lee Jones da quella lista.
Ho imparato ad apprezzare i film in lingua originale quando ho iniziato a lavorare alla Mostra di Venezia (manco a farlo apposta) e devo dire che da allora ho un po’ demonizzato il film doppiato. Poi però penso alla risata di Eddie Murphy e mi riappacifico un po’.
Conlusione: lingua originale con sottotitoli per molti ma non per tutti, che il doppiaggio ci sia e sia dignitoso.
Comunque state a fa tutti gli splendidi con i discorsi con l’inglese, che sono buoni tutti, ma se la questione è di principio (ed è una questione di principio) non importa di che lingua si stia parlando.
Non è questione di saperla, perchè nessuno sa tutte le lingue del mondo, e non è nemmeno questione di conoscerla vagamente o averci familiarità. E’ questione che il film si sente con gli attori che parlano con la propria voce, la propria intonazione e le scelte fatte sul set con il regista. Siano inglesi, francesi, tedeschi o giapponesi.
Io però dico che questa è una fola che ci raccontiamo per convincerci che gli americani stessi conoscano la propria lingua alla perfezione. Non sono madrelingua ma un, boh, esempio recente, Seven Psychopaths me lo vedo anche in VO senza subbi e non vivo l’esperienza nel timore di perdermi sfumature. Dico “io” ma credo sia un discorso che si può applicare più o meno a chiunque si senta abbastanza tranquillo del proprio inglese da guardare un film (o leggere un libro) in VO.
Questo è verissimo, ma c’è sempre il discorso di quella percentuale.
@BellaZio: no d’accordo, per me Affleck è pure meglio chessò di un Matt Damon o di un Colon Farrell, ma magari è questione di gusti.
wimSi si era un lapsus, pensavo a lui xd batman era meh
taci che non sai
Comunque la traduzione (od il doppiaggio) dei titoli, ad esempio, può dare eccezionali risultati, se fatto con perizia.
Un esempio degno di nota è “i400calci”…
@Jackie
Però l’esempio delle serie TV è un pò forzato. Prima giravano molti meno soldi nelle serie TV. Il doppiaggio lo facevano con due lire, tre birre, una botta e via. Le serie TV attuali hanno budget da film hollywoodiano.
Poi non voglio dire che prima c’era chissà che cosa, e ora è tutto una merda, ed è evidente che le nostre percezioni siano alterate dalla nostalgia canaglia. Però accade più spesso oggi, soprattutto per i film ad alto budget, che il doppiaggio sia affidato al volto televisivo o al GAI (Giovane Attore Italiano) di turno, e non ad attori esperti di doppiaggio. E questo il più delle volte è un male.
aisai:
l’esempio non è per dire che le serie TV sono doppiate male ma per dire che a noi prima andava bene. Cioè finchè non le hai risentite da adulto non ricordavi che fossero doppiate a cazzo, perchè ti andava bene e crescendo ti sei fatto un orecchio e una certa sensibilità, sei dunque più esigente. Per questo dire che il doppiaggio è decaduto non ha senso, siamo noi che siamo cresciuti e notiamo le imperfezioni che all’epoca non notavamo e di cui adesso ce ne fottiamo (quando riguardiamo vecchi film) per motivi affettivi.
@umbem: il doppiaggio è un servizio perché serve solo a chi non comprende la lingua parlata dell’originale. È costretto a diventare arte perché traduce arte e lo fa persino con un numero maggiore di limiti, e non c’è una scienza per farlo in modo inequivocabilmente perfetto.
@Bizy: guarda che Joker l’ha doppiato il figlio di Giannini, che non solo è doppiatore ma era stato anche precedentemente doppiatore di Ledger.
Santamaria doppiava Batman e non voglio sentirmi dire che lui ha fatto un buon lavoro.
“Il doppiaggio non ha fatto gravi danni”
A livello di film, no, effettivamente. A livello di acculturamento nazionale, eccome. In Portogallo spiccicano tutti (malissimo) inglese, perchè vedono i film in lingua coi sottotitoli e non doppiano quasi nulla. Ok, tu dirai, parlano malissimo, sì però intanto due parole le mette insieme chiunque. Qui abbiamo, nelle generazioni passate, gente plurilaureata e professionisti che non riescono a rispondere nemmeno alle indicazioni stradali a gesti…
Per la comprensione è molto meglio guardarsi un film al giorno che fare 8 corsi a pagamento.
Secondo me poi è inutile parlare di doppiaggi che migliorano i film. Lo cambiano, lo trasformano a volte e lo fanno diventare un altra cosa. Anche quelli che sembrano migliorarlo in realtà lo peggiorano perchè lo privano di qualcosa (es. il fatto che Rocky parli di merda) che è una parte fondamentale del suo essere così com’è. Tra l’altro trasfigurano completamente la prestazione attoriale o il motivo per cui magari un attore era stato scritturato in partenza (es. avete mai sentito la voce di Edward Norton in originale?)
ah che bello, il refresh non mi funzica più. Scusate per l’intervento ridondante e tardivo!
@Bizy
avendo parenti da quelle parti ti capisco benissimo, mi ricordo un paio di estati fa ero lì, porto la donna (che sa l’inglese ma 0 croato) a vedere Kung Fu Panda, pensando che fosse in originale e porca troia mi sorbisco unammerda di doppiaggio infame, e io dovevo pure tradurglielo in tempo reale…
Poi basta anche vedere South Park e i Simpson doppiati in tedesco, roba da sciorda in technicolor con l’idrante. L’italiana è un ottima scuola di doppiaggio ma buona parte delle nuove leve sono, a mio dire, dei cagnacci
@Jackie
siamo completamente d’accordo sulla lingua, un’opera va guardata in originale anche se è in baluchi.
Ma sulla differenza tra ieri/oggi rimango un po’ sulle mie. Ragiono su 2 fattori:
1- forse prima i doppiatori avevano più formazione,
2- magari adesso ce ne sono davvero tanti vista la quantità di lavoro che hanno al giorno d’oggi e sfiga vuole che becco i peggiori
@stanlio – sì, in questi casi specifici è questione di gusti.
per quanto riguarda il perdermi dei pezzi d’inglese, per me è terribile. tipo, la roba alla aaron sorkin con i tizi che parlano a manetta tutto il tempo se non sai bene l’inglese te ne perdi metà. il mio livello d’inglese, per capirci, è “meglio di quasi tutti quelli del mio paesello ma peggio di quasi tutti quelli che l’hanno studiato un minimo”. perdi cinque battute ogni dieci perchè vanno troppo a manetta.
poi boh, non è per questa cosa che va difeso il doppiaggio. va difesa quantomeno una storia del doppiaggio, va difeso il buon lavoro di qualche doppiatore, il buon lavoro di qualche adattatore, SOPRATTUTTO va difeso il lavoro di molti traduttori dell’era internet che l’han fatto per la gloria. perchè in passato ci si è beccati dei sottotitoli italiani tremendi, ma tremendi davvero -vi ripeto, basta guardare certi DVD che avete in casa da tempo, e lì sì che saltano fuori certe castronerie nell’adattamento..
Scusate ma a nessuno di voi, a prescindere da tutto il discorso sulla bravura del doppiatore, dà fastidio il fatto che l’intero suono del film venga trasfigurato, la presa diretta ne risenta eccome e, soprattutto, dopo essersi abituati a veder il film in lingua, risulti tutto posticciamente appiccicato sopra?
In fin dei conti per me è quello il problema più annoso e la cosa che mi disturba di più.
«I gusti sono gusti ma capirne di Matt Damon è un’altra cosa» (cit.).
no è che per me basta vedersi un Dogma in v.o. per capire che Affleck > Damon e che il povero Ben si becca addosso tanta di quella merda immeritata che quasi mi spiace che si scopi Jennifer Garner.
O forse è perché odio a href=”http://www.youtube.com/watch?v=BUa5oHgYV2k”>Meddemon.
Sì be’, il link, avete capito.
Mah… mentre per me Damon e Farrel han fatto anche film in cui dimostrano di esser capaci, Affleck no. Ma, come dicevi prima è questione di gusti. Dei tre io piglio Damon, che a differenza tua, mi sta pure simpatico.
Il pover Ben per me si sta prendendo tanti di quei premi immeritati che non mi suscita alcuna pietà. E’ il cocchino dell’Academy ormai, cazzo vuoi che gli freghi se io e altri 3 stronzi pensiamo che sia un cane senza eguali?
Il doppiaggio io è un servizio che apprezzo e che, nella fattispecie, mi ha permesso (e mi permette, tutto sommato) di vedere molti più film di quanti ne vedrei/avrei visti.
Tralasciando gli anni in cui non avevo proprio le basi linguistiche per potermelo permettere, oggi che tutto sommato potrei anche crederci (ok, sugli accenti io passo pure adesso, ma se fai un film BASATO sugli accenti dell’inglese io posso pure non vederlo e mica muoio. Non credo in america qualcuno impazzisca nel non poter apprezzare Siani nonostante le sue buone basi di Italiano), dicevo oggi che posso comunque mi richiede uno sforzo superiore a guardarmi un film doppiato.
Quindi se c’è da vedere, cazzo ne so, Inglorious Basterds poi mi ci metto e, dopo averlo visto doppiato, lo recupero in originale. Però magari “Il gatto con gli stivali” me lo guardo in italiano e vaffanculo.
Assodato che la questione, almeno qui, non è quella di “tu che vedi i film doppiati sei uno sfigato” anche tradotta “io che li vedo in originale sono troppo avanti”, il punto è che è insindacabilmente giusto dare anche questa possibilità al pubblico. Come in tutte le cose, basterebbe un po’ meno integralismo nell’approcciare la questione e i pezzi tipo quello di Wim non sarebbero necessari, perchè tutti saremmo dell’idea che dare l’opportunità a chi vuole non è certo un male.
Poi oh, sarà mera pigrizia mentale o ADD, ma se guardo una roba coi subs in ita io tempo dieci secondi leggo e basta. E questo un po’ toglie all’immagine, a volte.
@ Stanlio:
è ovvio che ci sia film e film, stavo parlando in generale. Come dice Jackie Lang, è una questione di principio, solo che io arrivo a conclusioni opposte. Altrimenti si potrebbe estremizzare anche in letteratura: i libri devono esistere solo in versione originale, e sta al lettore lo sforzo di imparare la lingua.
Certo che se sai la lingua è meglio. Quel che dicevo è che, se non la sai, una traduzione e/o un doppiaggio sono non solo utili, ma necessarie.
Sulla percentuale, non posso contestarla numericamente. La contesto però concettualmente, nel senso che si finisce per far passare l’idea che l’unico cinema possibile sia quello anglofono, quando solo l’attuale supremazia economica degli Stati Uniti giustifica l’attuale stato della situazione. Sarebbe un discorso complesso, ma la decadenza del nostro cinema è anche (non solo) il risultato di mere dinamiche economiche, per cui adattare un prodotto americano costa infinitamente meno che produrne uno a casa propria.
CHANG
si parla di inglese perche la polemica viene fatta per quello.
Gli stronzi non rompono il cazzo se trovano Old Boy doppiato.
Io non ho problemi perche seguo anche anime e apparte rare parole non capisco un cazzo, ma dio quanto sono fighe le voci, danno un senso di epica assurdo
Bizy:
Se ci tieni davvero ai film vuoi SOPRATTUTTO roba tipo Old Boy in originale
Ma questo è giusto e sacrosanto e non conosco nessuno, neanche tra i più maniaci della V.O., che possa negarlo. Anche perché altrimenti io per primo non potrei fare breccia sul cuore delle fanciulle raccontando loro che ho visto tutto Miyazaki padre in giappo subbato.
La predominanza culturale anglofona, e americanofila in particolare, è un discorso sostanzialmente corretto, con una serie di considerazioni troppo ampie per essere le 17:20 di un giorno lavorativo.
@Cicciolina: ci mancherebbe, certo che è tanto di guadagnato. A volte, adattando tanto di dialoghi escono dei mostri come la versione italiana di Distretto 13 tipo. Però proprio per questo io ormai preferisco l’originale: almeno sono i dialoghi giusti e non c’è nemmeno il problema dei labiali.
ho visto una volta la principessa mononoke al FFF a Bologna
versione originale
sottotitoli elettronici fuori sync
a un certo punto parte la scritta
“… il Dio Cervo della montagna…”
mi son girato verso il mio amico Tafano e gli ho detto.
“Se! e pure il Dio Porco della spiaggia!”
Ciao bei ragazzi
Io invece, come già detto altrove, sono con Kubrick (e non solo lui), a favore del doppiaggio. Se fatto bene, ovviamente. E si può farlo bene.
Ma lascio la parola al genio di cui sopra:
http://titofaraci.nova100.ilsole24ore.com/2010/12/parole-non-lettere.html
Non linciatemi, eh. Vi amo tutti e lo sapete.
Tito Faraci
Oddio.
Con Kubrick possono pure mettere i sottotitoli in latino, che ho tutto il tempo di arrangiarmi col Castiglioni/Mariotti e non perdere nulla.
;)
no ma io guardo originale, me ne fotto, ma trovo giusto che uno non vuole vedersi il film in cinese, lo possa fare. Perche non tutti sono appasionati di cinema, alcuni lo guardano quando riescono e per loro non doppiato e una rottura di cazzo. E lo accetto.
L’argomento a me non mi tocca, quindi sparo un po a caso per dire. A me di come lo vedono gli altri non me ne fotte fondAMentalmente niente. Odio i puristi del cazzo ecco.
@Jackie:
ti seguo nel ragionamento solo se mi dici che anche un libro in baluchi deve necessariamente essere letto in baluchi.
@Wim Anselmo:
Va difesa non solo la storia, ma l’opportunità e addirittura la necessità del doppiaggio, come delle traduzioni letterarie.
Faccio un esempio in un altro ambito ma per me illuminante. Non so quanti di voi sono anche fumettari, ma di certo conoscete i manga. Sono professionalmente vicino alla scena editoriale italiana, per cui parlo con cognizione di causa. All’inizio i primi fumetti giapponesi arrivarono in versione occidentalizzata, con le immagini ribaltate (loro leggono al contrario), le onomatopee ridisegnate e magari colorati. Poi partì tra i fan un movimento integralista, secondo cui questi cambiamenti erano intollerabili perché non è così che il Sommo Autore aveva concepito la sua storia, ah, signora mia, quale intollerabile scempio. Gli editori cominciarono ad ascoltarli, e vai di edizioni non ribaltate, con i suoni in giapponese, sempre più filologicamente corrette. Il risultato? Che il bacino di utenza si è ristretto al solo bacino dei fan duri e puri, perché nessun lettore “normale” si approccerebbe a un fumetto da leggere al contrario. E finalmente gli editori hanno incominciato a chiedersi “non avremo sbagliato qualcosa?” Avete sbagliato TUTTO, e quei fan che reclamavano in nome della fedeltà all’originale semplicemente NON avevano ragione. Punto.
tornando sul discorso adattamento credo che sia stato l’avvento dell’era dei sottotitoli gratuiti ad aver portato ad una caduta qualitativa. secondo me è la mancanza di tempo e il voler far uscire il film il prima possibile ad aver creato questa falla. l’esempio di black rain è palese, oggi quella famosa battuta non ci sarebbe per due motivi: 1) tocca risparmiare tempo e quindi ci si limita a tradurre i dialoghi originali e 2) c’è il rischio di essere sgamati dell’incongruenza per via dei dvd e della doppia lingua.
un’adattamento, che risulta poi essere solo una traduzione, va anche ad infierire sul lavoro dei doppiatori, i quali non avendo più delle frasi che si intersecano alla perfezione con il labiale devono fare quel che possono per non andare fuori sincrono e rendere palese il “trucco”, con conseguente perdita di tempi, ritmo, recitazione ecc.
questo è il perché, a parer mio, i doppiaggi di un tempo erano migliori, senza contare fattori nostalgici, nuove abitudini e nuove esigenze che oggi mi fanno evitare il più possibile la visione di un film doppiato.
Il punto è che entrambe le proposte hanno una ragione di essere e dovrebbero convivere.
(Ho imparato ad amare il grande cinema americano fin da bambino, ancora prima di saper leggere.)
In Italia avevamo un’ottima scuola di doppiatori. Peccato il decadimento. Sarebbe stata una bella carta in più, per il cinema, assieme a quella dei film in versione originale. Non una in meno. Non “invece”, ma “in più”.
Peccato. Davvero.
Ri-Ciao
TF
stiamo parlando di audio, di recitazione e tu parli di testo.
Per i libri non c’è scelta: o conosci la lingua o traduzione. Fine. Qui c’è scelta o doppiaggio o sottotitoli, in un caso il film rimane intatto, nell’altro un direttore del dopiaggio di uno studio romano mette mano alla colonna audio e alle interpretazioni a sua discrezione.
la roba dei manga letti al contrario e’ vera, non mi da fastidio ma non ho mai capito perche cazzo lo lasciavano cosi. pensavo per tagliare i costi. i fan duri e puri di qualsiasi cosa sono il male in ogni caso.
Da star Wars a One Piece.
@Jakie su questo però non concordo. O meglio, vero quel che dici sull’operazione doppiaggio, ma non vedo differenza con il libro. Se SAI la lingua ti puoi godere il libro in originale tanto quanto il film, tenendoti una copia tradotta di fianco per i momenti bui, tipo subs. Se NON SAI la lingua, secondo me anche vedendo un attore in originale l’interpretazione non la puoi valutare. Nel senso, il significato delle battute è fondamentale per la resa delle stesse, quindi se non le capisci che cazzo valuti? Tono, espressione e via dicendo son funzionali al senso e se il senso non c’è non ne trai molto, alla fine. E col sub, devi leggere e sicuramente ti perdi tanto di quel che va on screen.
No?
@Jackie Lang
no che il film non rimane intatto, se non sai la lingua alla perfezione. Perché se anche lo guardi con i sottotitoli, sai meglio di me che questi sono, ad andar bene, solo un sunto del dialogo originale. E che le battute intraducibili restano intradotte, quando non tradotte letteralmente che è anche peggio. In apparenza salvi la recitazione, ma a spese dei dialoghi e della sceneggiatura. E a spese di una costante focalizzazione sull’immagine, che per me, nel cinema, rimane la prima cosa.
La questione sarebbe anche interessante ma si è trascinata troppo nell’autocelebrazione del “io so, io sono, io faccio, io capisco, io ho fatto questo tu hai fatto quello, questo è così quello cosà e blablablablablabla”.
Se fossero attivi i messaggi vocali chissà quante fregnacce in lingue straniere sarebbero partite e chissà quante sfide di comprensione pronuncia.
Per fortuna regna il silenzio. Grazie Gesù.
Aggiungo solo che quelli che rippano i film CAM sono gli eroi dei nostri tempi, altro che cazzi.
@ Bizy:
è ovvio che lo fanno per tagliare i costi, ma il bello è che questo movimento purista gli ha dato una giustificazione etica. Solo, non lamentatevi quando poi vi accorgete che state competendo con decine e decine di titoli per un pubblico che è sempre lo stesso e che fate di tutto per non far crescere. Ma stiamo andando OT.
@ Tito Faraci (che emozione!): condivido pienamente, io di solito cito Hitchcock che difende il buon doppiaggio (dicendo che preferisce che il pubblico veda un suo film doppiato perchè può essere meglio coinvolto e a lui è questo che importa) nel libro-intervista di Truffaut.
Viva sempre Jena Pliskin.
Vero. Pero’ come ho detto io il giappo non lo so un cazzo, apparte un paio di parole imparate appunto seguendo anime- Voglio consigliare caldamente REDLINE titolo assoluto da 400 calci che mi duolgo non sia qui, ve lo recensisco io se volete :D xd pero’ ecco io me lo godo comunque perche i giappo sono matti e hanno dei timbri di voce magnifici.
Nei film recitati manco per il cazzo, non so mai quanto bravi sono gli attori e quanto non capisco un cazzo io lo accetto e mi godo il film lo stesso.
Tanto se non sai la lingua sia sottotitoli, sia doppiaggio sia tipo polonia che c’e’ un tizio che fa da traduttore simultanea per TUTTI i personaggi e ci parla sopra e’ un compromesso. E’ sinceramente ti perdi cose, ma il doppiaggio perde o guadagna in proporzione al livello del originale. Qualsiasi film di Van Damme e’ meglio doppiato perche Van Dam ha una voce da fighetta e non ha carisma senza la voce italiana (parere personale ma comunque giusto).
@Kairos
No ma a me il primo manga che ho preso in mano era un numero di berserker all’eta di 14 anni e ci ho messo 2 giorni a capire che bisognava leggere al contrario. Era una figata e quindi mi sono adeguato, ma non ne ho mai capito il senso e si lo capivo anche io che faceva perdere lettori visto che ho amici che facevano fatica a leggere cosi. Ma siccome io non sono giappo e leggere normalemnte le tavole non cambia un cazzo, ecco fanculo che poi io devo spiegare perche trigun e’ una figata e tutti mi prendono per matto perche nessuno che consoco ha intenzione di leggerlo mi girano le balle perche so che in fondo hanno anche ragione.
Io fondamentalmente mi adatto facilmente a tutto, non mi faccio troppe seghe mentali.
Odio quelli che parlando di perdita del film originale del senso che se non fosse fatto come e’ fatto la maggiorparte della gente manco li guarderebbe i film. In italia. E non e’ guardando i film in originale che farai imparare l’inglese alla gente. Devi dargli infarinatura e poi farli abituare.
Delitto e castigo di Dostoevskij in realtà si chiama Delitto e pena, perchè si arrapò leggendo Dei delitti e delle pene di Beccaria.
Poi un traduttore francese tradusse a cazzo.
Il traduttore italiano non sapeva il russo, e tradusse dalla traduzione.
Quindi lesse ‘delìt e castìg’ e ha tradotto male.
Questo è così, per dire. Chissà quanto cazzo è sbagliato il libro se quel frocio sbagliò addirittura il titolo.
@Bizy: mai saputo ci fossero problemi di fruizione per i manga “a rovescio”… non sono un grande lettore di manga, mi sembrava giusto fossero così, senza snobismi (non sapevo che prima venissero distribuiti “alla occidentale”) e li ho sempre letti così… mi sembra strano che possa essere seriamente usata come motivazione per non leggerli, diversamente dai sottotiotoli per film e telefilm (che io personalmente uso in maniera copiosa, ma capisco chi non apprezza, capita anche a me di non avere voglia di vedere cose sottotitolate)
@Kairos: viva Jena Pilsken, ma abbasso la guerra dei QUOTI (gesù…)
Una maggiore distribuzione di film in versione originale potrebbe riportare la gente in sala dato che ormai(numeri alla mano) al cinema ci va sempre meno gente…
Anche se non posto mai mi permetto di dire la mia anche se a) non frega un cazzo a nessuno; b) e’ giusto cosi’; c) ho avuto un ruolo meramente secondario ma di rilievo nella distribuzione della cultura dei sottotitoli in Italia (mi ritengo lo Steve Austin di Itasa).
Il Doppiaggio in Italia non ERA un problema fino a 10-15 anni fa, quando l’Inglese era la lingua di quelli che vengono a rompere il cazzo nelle nostre citta’ d’estate coi cappelli con le bandiere dell’Italia e portano i sandali coi calzini. Nel mentre ahime’ abbiamo perso di vista dello sdoganamento della lingua inglese in ogni livello della nostra cultura, basta guardare un qualsiasi programma televisivo di neanche 20 anni fa e confrontarlo con uno odierno per capirne la differenza.
Il punto a cui voglio arrivare e’ che l’inglese (rimanendo in tema doppiaggio inglese si/doppiaggio inglese no, senza allargarmi ad altri linguaggi di dubbio gusto come il francese) e’ diventato una componente essenziale della nostra vita di tutti i giorni.
Non solo, ma fa anche “cool” (inglese, eghein) parlare inglese dalla generazione di Magic English in poi, cosa che spinge l’adolescente/post adolescente medio con un minimo di intraprendenza ad avventurarsi nel ginepraio delle serie TV subbate in italiano. Quantomeno con me e’ cominciato cosi’.
A questo e’ anche corrisposto un netto declino del doppiaggio medio e la lentezza di distribuzione dei format US e UK in Italia. Quindi un ragazzo di 21 anni che legge i sottotitoli gentilmente fatti dalle comunita’ di fansubs (e io che c’ero dentro con tutte le scarpe lo dico, c’e’ gente che fa gratis il quintuplo del sedere di un transessuale a casa Elkann non dormendo la notte) e che ha visto una puntata di big bang theory in inglese, sente la versione italiana e dubita della scuola di doppiaggio.
Ora non voglio dire che il doppiaggio italiano di media fa cagare perche’ non e’ cosi’ e Wim ha riassunto splendidamente le motivazioni per cui il doppiaggio E’ BELLO, ma dall’altra parte il doppiagio e’ un enorme impoverimento a livello linguistico. Come ha detto anche Nanni, in moltissimi paesi Europei il doppiaggio non esiste (ho vissuto un anno e passa in Olanda a drogar… lavorare e ho avuto la fortuna di conoscere gente proveniente da tutta Europa / al di la’ delle Colonne D’Ercole) e il livello qualitativo medio dell’inglese di un greco/olandese/sailcazzodalbrasile e’ molto piu’ alto dell’inglese di un italiano cresciuto guardando Mc Guyver doppiato. Rimane comunque il fatto che il doppiaggio SE FATTO BENE copre anche diversi difetti sia recitativi che di “resa” di giochi di parole o espressioni difficilmente “assorbibili” dal pubblico italiano medio. Per farlo bene pero’ oggi vengono meno molti presupposti e viene spesso prediletto un nome importante che laggente conosce a un onesto bracciante del doppiaggio (come succede spesso nell’animazione, con risultati secondo me disastrosi).
TL; DR;: Doppiaggio NO perche’ poi all’estero facciamo i gruppetti perche’ parliamo come quello che restituisce le cose e ci vergogniamo; Massimo rispetto comunque per tutta la scuola di doppiaggio e per gli adattatori che si fanno un mazzo a tarallo. Quindi nel mulino che vorrei sarebbe bello che lo stesso film/serie venisse distribuito in egual misura in inglese e doppiato.
Scusate se sono prolisso ma non ho nessuno con cui parlare, meno e basta.
@Anakin:
Certamente. Io non difendo i brutti adattamenti/doppiaggi, che vanno sempre stigmatizzati. Dico solo che la lotta deve essere per buoni doppiaggi, non per un integralismo sulla versione originale che finisce solo per far danni a tutti. Poi è giusto che i film siano accessibili in entrambe le forme, ed anzi siamo fortunati, che oggi quasi tutto è accessibile in lingua. Viva i dvd, ma soprattutto viva internet.
giusto per continuare il mio discorso da undicenne(scusate li ho appena compiuti) in giro ci sono una marea di cinema con una marea di sala con una marea di posti e pochi spettatori paganti…ridurre le sale a disposizione di un film che comunque non riesce a saturarle tutte(quasi nessuno riesce nell’intento) e utilizzare le sale in più per film in versioni originali(anche film che non vengono distribuiti al momento vedi the raid) sarebbe cosa giusta intelligente e anche poco costosa\ remunerativa(credo)
@Analkin
Mai saputo neanche io che li facevano alla occidentale fino a questo momento e manco sapevo se realmente fosse una mia sensazione o no.
Sta di fatto che ho amici che facevano veramente fatica e anche io all’inizio siccome su quel volume di berserker che avevo non scriveva da nessuna parte che bisognava leggere al contrario ci ho messo un po. Poi quando sul volume ti scrive che devi leggere al contrario come ho visto che di solito e’ prassi e’ un altra storia. Per me e’ ormai cosa naturale e non e’ che ho difficolta’ nella cosa, ma ha bloccato molti miei amici e conoscenti a cui li prestavo e me li restituivano dicendo che propio non ci riuscivano.
Che poi io li capivo anche, non vedo il senso di leggerli al contrario. Si puo’ fare senza problemi, ma boh noi leggiamo in una maniera loro in un altra.
E farli leggere al contrario e propio come i sottotitoli. L’opera che arriva e’ bello sia fruibile in originale ma fondamentalmente e’ l’opera che deve adeguarsi a dove arriva secondo me. perche io il signore degli anelli di leggerlo in inglese ho interesse meno di zero per dire. Leggo anche libri in inglese, ma mi trovo meglio in italiano tranne in casi eclatanti dove la traduzione fa veramente schifo. E la traduzione di libri da schifo la paragonerei ai doppiaggi di merda di oggi.
Fatemi capire secondo voi se si abolisce il doppiaggio tutti impareranno l’inglese? Secondo me è l’esatto contrario, solo quando larghe fette di popolazione sapranno l’inglese si potrà abolire il doppiaggio.
Ragazzi, non so se vi è mai capitato di pensarci ma non tutti vivono fuori l’Italia per lavoro/studio/caso. Non tutti fanno traduzioni di libri/film per mestiere/passatempo. Non tutti hanno avuto il culo di trovare una buona Prof. di inglese alle medie. Non tutti quelli che vanno al cinema hanno meno di 40 anni.
E’ vero con Tarantino anche il grande pubblico ha scoperto che forse gli attori americani non parlano in italiano, ma di qui a vedersi 168 minuti parlati fitti fitti in versione sottotitolata passa un bel pezzo. Le 4 sale che lo proiettavano in originale per uno spettacolo sono state prese d’assalto? Bene per loro, ma nulla che si trovi da Roma in giù mi sembra (se sbaglio ditemelo però). E comunque anche il cinema dove è stato proiettato per UN giorno La collina dei papaveri di Goro Miyazaki qui a Palermo è stato preso d’assalto ma non mi sembra che siamo diventati tutti appassionati di lungometraggi di animazione giapponese. Si intercetta una nicchia e la si sfrutta commercialmente. Bravissimo chi lo fa, gli do i miei soldi volentieri, ma pensare che la cosa che va bene per me vada bene per tutti è un errore grossolano.
Peggio, è un segno di spocchia veramente inaccettabile.
@ Kairos: sono d’accordo con te, la mia era prevalentemente una battuta con una punta di rancore
@ Bizy: effettivamente i manga che ho letto io l’avviso del leggere al contrario lo avevano… ma sai che io proprio non m’ero mai posto il problema “ma perchè non li girano?”, mi sembrava che il non essere in ideogrammi fosse già sufficiente, a pensarci comunque è vero che non ha senso che ce li dobbiamo leggere così, ma boh, mai visto come problema di fruizione… non so… sono confuso a riguardo… :)
Biscott, occhio a quello che dici, perché le sale mezze vuote di cui parli sono quelle in cui danno The Last Stand…
mi spiace ma quelle di last stand sono proprio vuote insieme a quelle di looper…corro a nascondermi
Io mi sono sparato tante puntate di One piece in originale con sottotitoli (fatti bene tra l’altro perché cercavano anche di spiegare i principale doppi sensi e giochi di parole) ma ero triste perché perdevo tanto sull’impatto visivo che la serie ha.
Team doppiaggio, sapendone i limiti
Seguo il sito perché a volte saltano fuori delle recensioni che mi piacciono tantissimo, ma per una serie di motivi non scrivo mai molti commenti nei blog/siti di cinema e telefilm che mi capita di leggere (qui penso di averne lasciati due in tutto). In questo caso però ci tengo a dire che ho apprezzato veramente tantissimo il post: su Internet ormai sembra diventata una moda parlar male del doppiaggio a prescindere (spesso anche in siti abbastanza “visibili”), e c’è un numero imho spaventoso di gente che gli dà contro con una foga francamente inquietante.
Leggere un post così, peraltro su un sito che credo sia letto da parecchie persone, mi dà sollievo ^^ Concordo in toto che se anche ci sono stati e ci saranno doppiaggi imbarazzanti/fatti coi piedi, abbiamo comunque tantissimi esempi di film (e in certi casi pure telefilm, anche se negli ultimi anni ho l’impressione siano peggiorati – impressione mia) dove il doppiaggio non solo ha reso la stessa bellezza dell’opera originale, ma in certi casi l’ha addirittura aumentata.
Io posso anche accettare l’opinione (per me sbagliatissima) “ma doppiato non è il film *vero*, non è quello originale” finché chi parla non prende toni da assolutista o da prepotente puro e semplice (per quanto uno possa essere prepotente da dietro uno schermo e verso gente che non ha mai visto né conosciuto, s’intende), solo che quasi sempre chi esprima quest’idea non lo fa esattamente con rispetto del pensiero altrui.
Poi è chiaro che sarebbe bellissimo se tutti sapessero guardare almeno i film inglesi o americani ANCHE in originale, ma da lì ad auspicare l’eliminazione dei doppiaggi come fanno tanti su Internet passano oceani.
Quindi, ripeto, complimentoni per l’articolo, è stato davvero un piacere da leggere, sia per i contenuti espressi che per COME (senza foghe spaventose o altro del genere, che sono sempre sgradevoli qualunque sia il punto di vista) sono stati espressi! ^^
E ricollegandomi a Tito Faraci, non controllo su wiki ma mi pare sia un fumettista non so dove bonelli o disney? Se hai contatti ci mettiamo daccordo e spari a Ruju, che e’ tipo il Uwebol del fumetto italiano xd
Ma ARANCIA MECCANICA per me e’ meglio in italiano, ha un doppiaggio fantastico.
Comunque i manga non vengono rigirati perchè per rigirarli bisognerebbe modificare i disegni originali. Spostare i baloon più in alto o più in basso, o a destra e sinistra per rendere la ‘lettura occidentale’. Non è solo un fatto di come li si sfoglia.
Non so se mi sono spiegato, bisognerebbe ridisegnare tutto e modificare le tavole. E lì uno si incazza davvero.
@ Un preone: ma “specchiando” le tavole non va tutta magicamente a posto l’impaginazione, senza bisogno di spostare i baloon?
Ripeto che per me non è mai stato un problema leggerli “al contrario”, ma non mi sembra così macchinosa come la descrivi l’inversione.
Se mi sbaglio, corigimi
questione interessantissima ma molto spinosa…dico che come spesso accade la verità è nel mezzo…da noi si doppia di tutto facendo così che per distribuire poi i film nelle nostre sale si spendano fior di soldoni che visti i tempi che corrono (sale sempre più vuole muli e torrent sempre più intasati) difficilmente poi si recuperano…ed ecco che i vari dredd e the raid giusto per dire i primi 2 che mi vengono in mente ma la lista è infinita probabilmente non li vedremo mai qui da noi…
Infatti basta specchiarli. Se vanno a toccare le tavole, ecco no, sopratutto perche gia i manga vengono tradotti di merda, ovvero in modo letterale e non adattati e i personaggi parlano in un modo molto poco naturale.
Ecco io sono per gli adattamenti non per la traduzione letterale che molti bramano.
Perche va a finire come con Watchman, adattamento tavola per tavola ma poi alla fine quel coglione non ha capito un cazzo del fumetto e ci mette la gente che fa cose impossibili e glorifica i combattimenti rendendoli epici e fighi, facendogli fare salti che non stanno ne in cielo ne in terra e non facendo capire che sono persone normali con maschere. Non e’ la mancanza del polipone il problema di quel film.
Quando si traduce si deve adattare e cambiare, e’ filologico, sopratutto con lingue che hanno ceppi diversi come inglese e Italiano. Le parole e i modi di dire sono diversi. Ci si deve lavorare su, tenendo il senso del discorso, non le frasi in se. Come con WATCHMAN xd
Shaolin soccer
No, così: ancora nessuno l’aveva citato.
A beh, pero oh fanno tanto ridere i doppiaggi in dialetto, pensa, ha detto un bestemmia nel mio dialetto. hahaha
Puttanic vaffanculo.
@Rainer
Porca di quella grandissima puttana Rainer cosa mi hai fatto tornare in mente… doppiato dai giocatori della Roma. Una chiara violazione della Convenzione di Ginevra.
Che poi quel film e’ veramente bellissimo, ma so cinesi che fanno le cose alla holly e benji dai! chiama tommasi…
Ma poi la strategia di chiamare i VIPS funziona? no perche sentire Enrico Papi (che pure completamente schifo non faceva) in mulan un annetto fa, mi ha messo tristezza dentro.
@Pillole
“Ragazzi, non so se vi è mai capitato di pensarci ma non tutti vivono fuori l’Italia per lavoro/studio/caso. Non tutti fanno traduzioni di libri/film per mestiere/passatempo. Non tutti hanno avuto il culo di trovare una buona Prof. di inglese alle medie.”
Non faccio parte di nessuna di queste categorie, ma sono un convinto assertore del fatto che, se hai delle basi decenti (tipo livelo First Certificate o forse anche Preliminary) e ti metti a guardare roba in inglese (con sottotitoli in inglese possibilmente) impari meglio e più in fretta. In Portogallo, cazzo, non doppiano, e i portoghesi almeno riescono a capire quello che gli si dice. All’atto pratico, secondo me, sarebbe un bene per la crescita liguistica del paese lasciarli in inglese, anche in tv. Poi c’è la questione del fatto che secondo me doppiare un film ne compromette l’intero suono originale del film, ma a nessuno sembra interessare.
Dai calciatori della Roma tra cui Vincent Candela, nato e vissuto nella Francia francese fino all’età di 26 anni.
Mi sono sempre chiesto gli italiani della Roma che hanno fallito il provino a favore suo con che faccia hanno guardato il proprio figlio quella sera a casa.
Riguardo la storia doppiaggio=libri tradotti, l’equivalenza non ha senso perchè se hai mai visto un film serio in giapponese originale sottotitolato ti sei accorto che:
a) i sottotitoli arrivano poco prima delle battute, quindi sai cosa dicono
b) le intenzioni anche in una lingua così diversa dalla nostra si capiscono perfettamente
c) non stiamo parlando di sfumature ma di suoni, di ansimare o urlare, di voci acute o grevi, stridule o meno, di pause e momenti di stasi, della gestione che un regista ha del sonoro del proprio film attraverso la direzione della recitazione.
ma perchè cannavaro che doppiava rodman in quel brutto film coi nani cestisti…????
@Stuart
Mettiamo così, esempio facilissimo: se lo specchi, una eventuale scritta sulla maglietta risulta rovesciata e non si legge un cazzo. Quindi andrebbero modificati i disegni. La cosa è pure per i baloon, soprattutto nelle pagine disegnate ‘strane’ con finestre super irregolari o scritte o urla che non stanno dentro i baloon ma fanno parte del disegno
avrei un sacco di cose interessanti da dire ma, uh:
-arrivo con venti ore di ritardo
-tra tutti quanti avete preso in pratica qualsiasi situazione sostenibile
-sono d’accordo con jackie lang
@Nanni
shaolin soccer era bipartisan, parteciparono al doppiaggio anche peruzzi, pancaro e mihajlovic. anzi che nessuno ha mai pensato di far doppiare rade serbedžija a mihajlovic, a questo punto.
Io vorrei sapere chi pensava fosse una buona idea commerciale pero’.
Mi mmagino l’idea e tutti a dire genio.
a proposito del doppiaggio, quando i grandi autori del cinema italiano cominciano a produrre film con un cast internazionale, è ovvio che concepivano per la distribuzione italiana il film “doppiato” fin dall’inizio (la strada, la ricotta, la trilogia del dollaro) e probabilmente ne curavano personalmente anche questo aspetto, ma quando gli stessi film venivano distribuiti, per dire nei paesi anglosassoni, venivano doppiati a loro volta o ne sottotitolavano la “versione originale”?
http://www.youtube.com/watch?v=x6w6eEqqclU
Grazie di avermi ricordato Shaolin Soccer e soprattutto Vincent Candela.
non mi è chiara una cosa: qual è il problema coi pop-corn in sala? io me ne sparo sempre un bidone medio, rigorosamente dolci.
puppando la fava
Credo che fossero recitati in inglese e poi doppiati in italiano
Sarà che ho la barba e probabilmente sto diventando hipster ma per me il problema non si pone, se voglio vedere un Film me lo guardo in lingua originale, inglese, francese o swahili non importa, ovviamente sottotitolato.
Esattamente come non mi pongo il problema nell’ascoltare una canzone in francese, inglese o swahili semplicemente preferisco godere del prodotto artistico nella forma in cui è stato concepito.
Va da sé che spesso un film richiede più di una visione per essere apprezzato a fondo, ma non è sempre così? non faccio forse lo stesso quando voglio capire il testo di una canzone che apprezzo? e vorrei poter fare lo stesso anche con la letteratura ma bestemmiando da buon veneto dubito che dio mi benedica col dono delle lingue #cattivodiovendicativo.
Detto questo i nazi dell’inglese, che se lo vedi in italiano meriti di morire male, devono, per l’appunto, morire male. anche perché mediamente adorano il film in cui un pirla parla alle mele e poi muore di diarrea.
Il problema della gente con i pop corn in sala, almeno per me, è lo stesso della gente che parla in sala, della gente che mi pianta i piedi sulla nuca in sala, della gente che si alza in sala: la gente in sala. Meno gente (fancalcisti live esclusi, ovviamente) c’è intorno quando guardo un film meglio sto. Sapessi quante volte ho litigato con chiunque durante un film perché facevano sentire la loro presenza.
Credo sia una malattia di qualche tipo.
@stanlio
ah va bene.. per un momento avevo creduto che i pop-corn non vi piacessero, soprattutto quelli dolci, ed ero già al telefono col mio amico Tony Jaa per venire lì a farvi brutto
ma brutto forte
@sos…
No, per la maggior parte dei film italiani di quegli anni non esiste una versione “originale”, a meno che non fossero film espressamente prodotti per una distribuzione internazionale (ad esempio “Il Casanova” di Fellini, recitato tutto da attori inglesi) o film di registi italiani però girati completamente all’estero (“Ultimo tango a Parigi”, “C’era una volta in America”).
In molti casi l’audio originale non veniva neanche registrato o comunque veniva registrato alla buona, per i rumori (ma venivano quasi sempre ricreati anche quelli) o da usare come una sorta di canovaccio sonoro, che tanto poi appunto si sistemava tutto con il doppiaggio, anche le versioni in altre lingue.
D’altra parte in quegli anni i set italiani erano una babele di lingue con gli attori stranieri che recitavano nelle loro lingue o gli italiani che recitavano in inglese maccheronico, assurdo conservare un tale caos.
La versione originale dei film italiani è quindi quella doppiata in italiano, ed è una particolarità italiana credo unica nella storia del cinema mondiale. In nessun altro paese credo i registi hanno fatto un uso regolare e creativo del doppiaggio come i vari Leone e Fellini, ma anche tutto il grande cinema di genere.
@ BellaZio: non è che se domani abolissi il trasporto aereo la gente inizierebbe a volare. Andrebbe a piedi. Nel nostro caso andare a piedi significherebbe guardare prodotti italiani e sinceramente io preferisco vedere Django doppiato che mega sceneggiati con le varie starlette incapaci di cui tutti ignoriamo i nomi.
Se posso pure io vedo i film in originale, ma davvero pensi che una sala cinematografica potrebbe campare solo di film sottotitolati? Seriamente pensate che ci sia tutta questa richiesta? Oltre al 30% delle persone che avete in rubbrica intendo.
Per quanto mi riguarda il film con sottotitoli (fatti bene, altrimenti tanto vale doppiato) potrebbe avere senso solo in un ipotetico consumo on demand a prezzo inferiore alla versione doppiata.
Ciao a tutti
Sono uno che sta spesso nell’ombra e non commenta mai.
Tuttavia volevo dirvi il mio punto di vista “straniero” sulla questione.
Sono nato e cresciuto in Argentina. Ciò significa che sono cresciuto coi film sottotitolati al cinema. Il doppiaggio da noi non è uno schifo, ma non ha quella sensazione di autenticità che le si può dare qui. Consideriamo che tranne il Brasile tutti gli altri paesi di Latino America parlano lo spagnolo, da noi i film doppiati vengono fatti in Messico. Con uno spagnolo “neutro”. Ci si abitua, son fatti bene eh, però l’accento argentino o l’accento di Buenos Aires non lo trovi in un film doppiato. Quindi tra vedere un Aragorn con la voce di un messicano o un Aragorn con la voce originale e i sottotitoli, hanno pensato bene di scegliere la seconda.
Appena arrivato in Italia, anzi, appena imparato l’italiano a livelli decenti, non si può fare a meno di notare che il doppiaggio, qui, è fatto molto bene. C’è una cultura del doppiaggio incredibile. E credo che è una cultura che va coltivata e protetta.
Tuttavia la nuova tendenza, che nel post viene vista come ipocrita, a rimpiangere un sottotitolaggio che in realtà non c’è mai stato al cinema, credo derivi dagli ultimi film “celebri” con qualche doppiaggio scadente o sotto la media. Esempio: Batman con Bane doppiato a cane e la voce su di giri (sì lo so che anche nell’originale è così), L’Hobbit con Gandalf doppiato da non ricordo il suo nome ma meglio così, e altri film che mi sfuggono.
Forse la soluzione per evitare questa ipocrisia sta nel far si che non succedano scelte ed errori di doppiaggio così grossi da rovinare un film. Nessuno rimpiangerebbe i sottotitoli mancati. Però nel frattempo, magari nelle città importanti o le sale cinema grosse, potrebbero dedicare una sala a un film con lingua originale. Insomma, senza dover fare appelli ipocriti (qui concordo con l’autore), un po’ di pluralità non guasta mai.
Saluti.
Santiago
Complimenti per il bell’articolo!
Mi permetto di fare una considerazione personale. Mi sembra che in generale nella discussione sul doppiaggio ci sia un vizio di fondo, e cioè la tendenza a ragionare accazzo senza una certa, minima dose di pragmatismo.
Per quanto riguarda i film, è pura follia pensare di gettare in pasto al pubblico un prodotto in lingua originale. Non ha senso dire che il pubblico va “educato”, parola giustamente assente dal vocabolario di qualsiasi distributore e produttore. La sala deve riempirsi, punto.
Per la stessa ragione non ha senso fare che in tot sale mandi l’originale e in tot il doppiato: è il doppiato che fa riempire la sala, quindi perché farsi venire il mal di testa. Se proprio proprio, funziona se usi pochissime sale per la lingua originale come han fatto con Django, che comunque è un caso a parte perché è un film di Tarantino e quindi fa alzare il culo a una fila di gente che in media al cinema non ci va o ci va poco.
Negli Stati Uniti sembrano dei grandi fighi perché non doppiano, cioè doppiano poco perché il doppiaggio infastidisce gli spettatori, quindi piuttosto mettono i sottotitoli. Ma è solo una questione di abitudine e di quell’americanismo per cui a) l’americano vede pochissimi film stranieri e b) se c’è un buon film straniero fuori dalla cinquina dell’Oscar, piuttosto che doppiarlo lo rifanno a Hollywood.
In Italia c’è una grossa tradizione con ottimi professionisti, e nessuna persona normale fa una piega se il labiale non segue il parlato. Poi si possono fare mille considerazioni sulla qualità nei singoli film delle voci o delle traduzioni, e lì capisco… ma allora non è una questione di DOPPIAGGIO in generale, ma di doppiaggio per un singolo prodotto e stop.
Con le serie TV, boh, non vedo il punto. Mi rendo conto anch’io che fanno dei lavori da macellai su prodotti in cui gli attori hanno voci originali della madonna, però… su Sky il problema non sussiste perché si può switchare lingua. E c’è una crescente cura dei sottotitoli, mi pare. Non so come funziona su Premium ma immagino sia lo stesso.
La generalista? Ciao. Se uno proponesse in qualunque rete Mediaset di inserire una serie americana non doppiata in palinsesto, prima gli ridono in faccia e poi lo mandano a zappare le aiuole. Figuriamoci alla RAI.
Questo per il semplice motivo che la fetta principale di pubblico della generalista conosce per sommi capi l’italiano, figuriamoci l’inglese (lo dico col massimo rispetto, senza giudizi di merito, guardando ai dati).
Morale del pippone: il doppiaggio in Italia c’è e basta.
Boh, sarà che io dei vecchietti e di chi ha problemi alla vista me ne batto la ciolla ma ‘sta polemica proprio non la capisco. L’unica cosa che gradirei è almeno una manciata di copie che mi permetta di vedere al prezzo (sempre più esoso e con sempre più pubblicità di merdose automobili e stronzate varie che teoricamente dovrebbero essere motivo di abbassamento del prezzo del biglietto ma invece col cazzo) del biglietto il cazzo di film, che sia un capolavoro come la peggio cagata, nella versione voluta e pensata dal regista e recitata dagli attori pagati profumatamente per recitarci. Non me ne frega una sega di sentire la voce del doppiatore, perché se il regista voleva quella voce faceva una telefonata a Luca Ward o chi per esso e lo convocava sul set. A maggior ragione poi con i film di lingua diversa dall’inglese. Vi pare che giapponesi, cinesi, coreani, indiani o che cazzo ne so io abbiano le stesso modo di parlare degli occidentali? Abbiano le stesse pause e gli stessi toni? I film non inglesi doppiati sono il peggio del peggio, altro che il discorso vale solo se sai la lingua originale del film. Tra l’altro poi sti gran cazzi se Star Wars lo ho visto doppiato e a quella versione sono affezionato, è comunque meglio in originale, a otto anni non è che potevo scegliere come vederlo, se l’avessi visto in inglese sottotitolato adesso sugli status di facebook citerei le battute in inglese, non è che averlo visto da piccolo giustifica il doppiaggio e mi rende un ipocrita perché adesso (grazie a Lost, tra l’altro) mi son reso conto che la roba doppiata mi fa pesantemente scendere la catena. Poi oh, se il resto degli italiani è contento di vedersi roba con le voci della Littizzetto o Lillo e Greg di ‘sti maroni a me frega zero, buon per loro, basta che non mi si rompano le palle se mi lamento per il non riuscire a vedere in condizioni accettabili il film per il quale ho pagato.
P.S. La risata di Eddie Murphy citata da qualcuno è proprio l’esempio lampante del perché non voglio vedere i film doppiati. Farà pure ridere ma ha zero senso.
P.P.S. Cristo, se uno non coglie le sfumature nei toni e negli accenti nei film dove c’è un chiaro lavoro su toni e accenti mi sa che è un problema suo, non è chi lo coglie a fare il bullo, eh su.
Piccolo OT. Se non compri un manga perché si legge alla giapponese (COME CAZZO E’ SACROSANTO CHE SIA, essendo un fumetto GIAPPONESE) sei un povero coglione che non capisce un cazzo, e probabilmente l’autore è pure contento che uno scemo come te non abbia in mano l’opera che gli è costata molta fatica produrre. Poi magari sbaglio io, eh.
Fabio Volo il panda… God.
“Tito è uno che scrive con tutti, dai e dai si sarà preso una malattia” cit.
Grande TITO!!!!
ehm, ora che mi sono sfogato…. si bada al profitto gente, tutto qua. non doppiano male ma se l’argomento di cui parla il film/telefilm (vedi The big bang theory) lo conoscono pochi…
Inteso: oh God!
Complimenti per la citazione riguardo Herzog e Kinski!
Non ho voglia di leggermi 152 commenti, sono certo che qualcuno abbia già espresso il mio pensiero cioè che Dipende è Relativo ma alla fine freguncazzo tanto San Torrent distribuisce perlopiù in Lingua Originale e se stiamo ad aspettare i distributori italiani BuonaNotte.
Volevo però far Notare che il redattore in questione ha riutilizzato il titolo di un film del Demonio (Sofia Coppola ndr) per intestare l’articolo:
WIM STAI BENE???
TUTTO APPOSTO???
@KuroFawa: ragioni male, ragioni sbagliato. FORZA ITALIA è un grido puro, ad esempio, non bisogna vergognarci di urlarlo solo perchè, eccetera. oddio, forse ho capito il punto.
@Lenny
Ecco, sei l’esempio perfetto di integralista a cui mi riferivo nei commenti sopra. Non solo stai offendendo chi non la pensa come te o non ha i tuoi stessi mezzi, ma ti stai lamentando quando davvero è troppo facile, e permettimi, persino ipocrita. Perché oggi, tranne che in sala, *puoi* vedere ogni film nella lingua che ti pare. E meno male, aggiungo io.
Ma permettimi di dubitare che a otto anni avresti visto Guerre Stellari sottotitolato, o che lo avrebbero fatto tutti quelli che, invece, doppiato lo hanno visto.
La fedeltà assoluta è un mito da sfatare, perché è *impossibile* da raggiungere, a meno che tu non appartenga alla stessa cultura che ha generato l’opera in questione. E sto parlando non solo di lingua, ma di codici culturali in senso più ampio, di convenzioni sociali, e chi più ne ha più ne metta. In questo contesto l’adattamento è un passaggio necessario e delicato, se si vuole fruire di un’opera straniera.
In ambito cinematografico, sono adattamenti sia il doppiaggio che la sottotitolazione, entrambi a loro modo infedeli. Se io sto dalla parte del doppiaggio come forma di adattamento primaria è per due ragioni:
1) massima accessibilità per un pubblico di ogni età e livello culturale;
2) mantenimento della centralità visiva dell’immagine, che per me è elemento primario del cinema.
Quanto agli autori, sempre che ritengano di aver qualcosa da dire, la loro massima preoccupazione dovrebbe essere quella che le loro storie raggiungano il pubblico più ampio possibile, non credi?
Lenny deve morire per mano di romeo
Però il ragionamento degli otto anni è fallace, a otto anni non avrei mai neanche:
• visto Arancia meccanica né sottotitolato né in originale
• letto Cormac McCarthy in inglese
• scopato
• consumato droghe
• votato
• bevuto l’acqua del bong (cit.)
• girato da solo per Berlino per una settimana a cazzo di cane
• fattomi crescere la barba per poi tagliarla solo su metà faccia e lasciare l’altra metà incolta tipo Two Face
• ecc
Voglio dire che è inutile ragionare come se l’infanzia fosse paragonabile per mezzi possibilità occasioni all’avere trent’anni o quel che è. Quello che fotte è quel «tranne in sala»: è questo che si chiede a gran voce, noi che ci piace vedere i film in lingua, e se la morte dei film doppiati è improponibile soprattutto per questioni economiche, la scelta di usare qualche sala per le V.O. non potrebbe che far bene ai gestori. Soprattutto nei multisala che in settimana hanno quindici sale di cui una mezza piena e quattordici tra il mezzo vuoto e il vuoto. Proiettare un film avendo staccato tre biglietti (capitato di recente a Melzo con Cabin in the Woods, ma anche con Scream 5) è una roba in perdita, destinare quella sala a una o due proiezioni settimanali in V.O. sarebbe un guadagno.
E permettimi di dubitare a mia volta di
Innanzitutto perché non siamo nell’800 e ormai i codici culturali nostri e chessò degli americani 1) non sono poi così distanti e 2) conosciamo i loro per osmosi talmente bene da avvertire ancora meno distanza.
Anche perché, ragionando come fai tu, si ottiene il paradosso che ogni adattamento dovrebbe essere fatto da qualcuno che appartiene alla stessa cultura, quindi chessò, le traduzioni italiane per il doppiaggio di un film di Hollywood dovrebbero essere fatte da un americano che vive in Italia. Ma a quel punto come fa ad adattare qualcosa di suo a una cultura, quella italiana, che non è la sua? E non se ne esce. Insomma ci andrei piano con il ragionamento che fai, soprattutto se lo applichiamo al cinema anglofono o francese o tedesco.
Oh sarebbe bello, almeno come esperimento per i film importanti. Chesso’ quelli candidati all’oscar o robe cosi. Ma tutta la vita. Ma qui si e’ passati alla morte del doppiaggio che non ha pari nel mondo e che e’ una roba che voi dovete conservare.
Ma lamentarsi della risata di Tonino Accolla no. Il doppiaggio italiano mediamente oggi fa cagare per mille motivi, dai tempi piu’ corti ai metodi anti pirateria( tipo indiana jones 4 credo che lo doppiavano con lo schermo oscurato e solo con le labbra o la faccia visibili, non ricordo neanche piu’), ma fa cagare in confronto a quello di una volta.
E’ una roba insita nella cultura, come il calcio. E non ci vedo nulla di male.
Ne piazzo li’ un’altra sul tema “siamo sicuri sicuri che il doppiaggio italiano una volta fosse meglio”:
– aldila’ che sono d’accordo con Jackie sul tema “una volta eravamo troppo piccoli per accorgercene, e quando siamo cresciuti ormai ai nostri film preferiti ci avevamo fatto l’orecchio”
– quello che voglio aggiungere e’: “negli anni ’80/’90 non avevamo l’internet, difficilmente avevamo accesso a materiale in lingua originale e non arrivavamo a un film dopo mesi di abitudine al trailer e svariate clip che settavano le nostre aspettative fornendoci una pietra di paragone”
– e poi butto li’ a caso un altro esempio in cui sono fiero del doppiaggio: con tutta la mia stima per Bruce Willis che non devo certo dimostrare, rispetto molto di piu’ un italiano che ha riso guardandosi “Senti chi parla” doppiato da Paolo Villaggio che un americano che si e’ accontentato del contrasto con un adulto bravo ma dalla voce normale come Bruce.
Nessuno sposa la causa dei Film Muti?
(Scoppia a ridere come un ossesso e si da alla fuga)
Se parliamo di film beh e’ anche vero, ma anche guardando oggi vecchi film che ho anche visto priam in inglese (gladiatore, truman show, forrest gump, rambo, arancia meccanica) li apprezzo come e molto di piu’.
I doppiaggi tv non si contano, quelli erano fatti col la paghetta che gli dava la mamma prima di andare a scuola.
Ho provato per dire a riguardare Ken Shiro ed e’ veramente inascoltabile xd
Io provo a confrontare i film importanti di una volta a quelli importanti di oggi. Poi e’ ovvio che c’erano doppiaggi anche peggiori. Ma questo credo sia sottinteso.
Perche senno e’ come confrontare la musica di ieri e di oggi dicendo che oggi fa cagare, dimenticando che il tempo ha filtrato tutta la merda che c’era al tempo
Ho letto quasi tutto. Spero di non esprimere concetti già discussi. Anche io, come voi, sono legato a certi film della mia infanzia e adolescenza che adoro vedere doppiati, cosi da ricordarmi tutti i dialoghi. Ma il problema del doppiaggio (e anche del sub ita) è l’adattamento. E’ questo il punto, il sub o il doppiaggio e solo un diverso modo di apprendere il dialogo. Ciò che rende buona o meno la visione di insieme è l’adattamento.
Per quanto mi riguarda ormai vedo solo film e serie con i sottotitoli, ma non in italiano. Conoscendo abbastanza bene la lingua (si ho fatto pure io sei mesi fuori) ho scelto i sub eng perché in primis ti consentono di non intripparti nell’eventuale traduzione e soprattutto aiutano moltissimo a farti un vocabolario niente male (senza contare che, buon anima dei traduttori on line, molto spesso scrivono strafalcioni). Che il punto è quello no? Se conoscessimo o imparassimo l’inglese ad un livello buono, nessuno guarderebbe film doppiati. C’è poco da fare, certi aspetti di un film non possono essere colti con il doppiaggio. E’ anche vero, come sostenuto da molti , che il sub distrae. Devo dire che per me usare quelli in inglese distrae meno perché vai a buttare l’occhio solo sulle parole che non hai capito e soprattutto in caso di accenti strani (tipo quello degli stati del sud americani). Spero prima o poi di poter fare a meno dei sub, ma credo che bisogna arrivarci a tappe.
Quindi il doppiaggio è ancora fondamentale, per via della scarsa conoscenza degli italiani nelle lingue straniere. Ma secondo me una persona come le tante che sono qui, che vuole vedere il cinema ma anche criticarlo, non può prescindere dalla versione in originale. Forse, forse l’unico genere è possibile doppiare in ita senza perdere pratricamente nulla è il cinema di animazione, che appunto è doppiato a prescindere.
Interessante articolo e spinosa questione (comunque mi unisco al coro di chi parla sempre male a prescindere del doppiaggio).
Ora piuttosto che dire “io ho fatto quello/Io parlo l’Inglese meglio di/fottesega del doppiaggio”, vorrei solo puntualizzare alcune cose.
Innanzitutto si è portato l’esempio di Scandinavia/Olanda/Salcazzo, ma in questi Paesi i film per bambini escono anche doppiati, perché che facciamo, i bambini finché non sanno leggere non vanno al cinema a vedere i cartoni animati, che in fin dei conti sono sopratutto prodotti per i bimbi? Inoltre in Svezia, ad esempio, anche i telegiornali sono in inglese, grazie al cazzo che parlano tutti benissimo. Infine, e qui parlo per esperienza, in Belgio ad esempio ci sono due sottotitoli, in Francese e in Olandese, essendo il Paese bilingue. Vi assicuro che vedersi un film con metà schermo coperto di sottotitoli è una delle cose più brutte del mondo.
Secondariamente, in Francia e in Spagna pure doppiano come se non ci fosse un domani; ma importante al discorso è quello che accade nella civile Germania. Lì, al contrario di quanto si dice, ci sono una marea di persone che non parlano Inglese e altrettante che lo parlano, per cui i film si trovano in entrambe le versioni, sia originale che doppiato (anche qui esperienza di vita vera, ho visto La Mummia 3 in Tedesco e mi ha reso il film quantomeno divertente, anche se non capivo una minchia di quello che dicevano).
Ecco se potessi/dovessi scegliere, L’Italia dovrebbe seguire questa via, aumentando l’offerta di film in lingua originale e mantenendo le versioni doppiate.
Poi magari tra 20 anni magari saremo tutti perfettamente bilingue e buonanotte, ma penso che continueremo a parlare (e a capire) l’Inglese come se fossimo appena usciti da My Name is Tanino di Virzì (e chiedo scusa per la citazione di questo film in questo blog).
è tutto fatto coi sordi, li sordiiiiiii.
il discorso qualità è legato ai soldi che c’investono su.
è un prodotto che guarderanno tutti pure se è una cagatona? allora pigliamo luca ward per doppiare russell crowe (e a me il gladiatore nella sua cialtroneria piace pure un casino tanto che lo ri-doppio anche io a miei vicini di posto durante la visione per la loro immensa gioia).
è un prodotto che guarderanno tre sfigatelli? allora usiamo tizio e caio e adattamento random per attirare le masse che mica sanno cosa vuol dire niubbo o LoL per cui ri-traduciamo diversamente (è il caso di the big bang theory)
PS
Tito, visto che leggi qua, grazie. il tuo “L’ultima battaglia”, fra i tanti, l’ho consumato
@ Stanlio:
guarda che siamo d’accordo. Anch’io dico che dovrebbe esserci più possibilità di scelta, e una coesistenza di versioni sottotitolate e doppiate anche in sala.
Io me la prendevo con la linea di pensiero del “ovvove, quale barbarie culturale, muoia il doppiaggio, fedeltà assoluta ora e sempre!”
Sul resto sto facendo un discorso generale. E’ chiaro che il problema si pone in modo diverso quanto più la cultura d’origine e quella di arrivo sono distanti. Ma in linea di principio si pone sempre. E’ un punto ormai ben assodato quando si parla di traduzione letteraria, ed è curioso che il problema si riproponga oggi per i film come se fosse una novità. Il lavoro di adattamento è sempre *anche* (non *solo*) una mediazione culturale. Occorre conoscere i codici di entrambe le culture, avere gli strumenti per comprendere bene il senso del testo originale ed essere abbastanza bravi nella lingua di destinazione per preservare il più possibile il senso anche a costo di tradire la lettera. Quando in un testo comico mi imbatto in una battuta intraducibile, l’unica soluzione è quella di trovare una battuta che nella lingua di destinazione preservi in prima battuta l’effetto comico più che il significato letterale dell’originale. Un esempio noto a tutti è quello del “Lupo ululà, castello ululì” di Frankenstein Junior, ma se ne potrebbero citare molti altri. Tradimento? Io parlo piuttosto di adattamento, e allora il discorso può essere sulla sua qualità, non sulla sua necessità. A chi protesta, chiederei seriamente, senza ironia, se ha mai ritenuto di dover imparare il russo per leggere Guerra e Pace.
dico la mia (no, non ho letto tutti i commenti):
1) @stanlio: non sono d’accordo con il tuo paragone film doppiato=cover italiana della canzone. penso che il cinema sia una forma d’arte basata principalmente sull’immagine, molto più simile al fumetto piuttosto che alla canzone o al romanzo come forma d’arte. come nel fumetto infatti, il cinema fa capire l’importanza delle inquadrature, dei punti di vista, ecc. un fumetto o un film possono essere solo immagini e non voci, ma non il contrario. la grande differenza tra film e fumetto è data, secondo me, dalla colonna sonora e dai rumori, molto più che dalla voce. tradurre un film ha senso quanto ha senso tradurre un fumetto: permette di goderne appieno senza bisogno di conoscere la lingua. e appieno vuol proprio dire appieno, almeno quando il doppiaggio è davvero ben fatto, molto meglio che leggere i sottotitoli, che non solo rovinano l’immagine, ma spesso smorzano l’effetto di una battuta o ammazzano la tensione e i colpi di scena.
riguardo alla recitazione degli attori in originale ok, si rischia di perdere gordon levitt che imita la voce di bruce willis (cosa che tanto non ho colto pur avendo visto il primo die hard anche in originale almeno una cinquantina di volte), ma francamente spesso il doppiaggio fa tanto bene al film. altrimenti si rischia di cogliere l’accento australiano di russell crowe nel gladiatore, o tanti nobiluomini di film ambientati in epoca vittoriana che parlano con un marcato accento del new jersey, oppure tipo brad pitt che in seven pronuncia praticamente ogni battuta del film con una piattezza di toni assolutamente ragguardevole..
2) @jack lang: forse è vero che non esiste differenza tra il doppiaggio degli anni ’80 e ’90 e quello di oggi, forse. però è certamente vero che esiste un doppiaggio di serie A e un doppiaggio di serie B. e il doppiaggio di serie A è basato su un duro lavoro del doppiatore, che deve saper addirittura respirare quando respira il personaggio, imitarne la cadenza, il tono e somigliargli come voce; del direttore del doppiaggio, che deve saper fare funzionare tutto alla perfezione, che deve saper scegliere chi ha la voce adatta a cosa; dell’adattatore, che deve saper dare ad ogni battuta lo stesso senso dell’originale, e far si che questa suoni in modo non dissimile a come suonava in originale. quando tutto questo è fatto alla perfezione allora un film doppiato riesce a restituire esattamente le stesse sensazioni offerte dal film in originale, e allora va bene così. purtroppo oggi accade di rado, perchè come scrivevano altri, si doppia in fretta. e allora viene fuori merda tipo favino che fa daniel day lewis, oppure il doppiaggio di django che fa schifo al cazzo (a parte pino insegno o il tipo che fa di caprio o schultz.. ma tipo don johnson è inascolatbile, come anche la schiava negra.. eddai!), o il doppiaggio di happy endings, che è una delle cose peggiori che abbia mai ascoltato, non solo perchè NESSUNA voce è incollata al proprio personaggio, ma anche perchè si perde il senso del 99% delle battute, infatti quella serie in italiano fa cagare. in inglese fa ridere.
3) altro grosso difetto del doppiaggio è che vengono usati sempre gli stessi doppiatori, quando sarebbe possibile usarne centinaia di diversi e ottenere un effetto molto migliore. usando sempre gli stessi si che si finisce per appiattire la recitazione. se dai a due attori giovani e poco noti che interpretano ruoli non troppo diversi la stessa voce annulli le differenze tra i due, uccidi la loro recitazione, e non ha alcun senso. poi io trovo tremendo quando danno ad attori ultracinquantenni la voce di ragazzini per ottenere un effetto ringiovanimento, tipo benicio del toro quando fa il lupo mannaro, o tom cruise ne la guerra dei mondi. e un altro grosso cancro del doppiaggio sono ovviamente i VIP che doppiano. puah.
4) nello specifico di looper, mi associo a chi ha detto che non sente alcun bisogno di guardarlo in lingua originale. quel film ha dei grossi difetti che non concernono in alcun modo le voci degli attori, tipo il finale pessimo o le sparatorie girate da schifo. non ho alcuna curiosità a sentire le voci originali degli attori perchè quel film ha fallito in cose ben più importanti. e se così non fosse, avrei adorato quel film non tanto per la voce di gordon levitt (penso che quello sia servito più che altro a lui per calarsi nel personaggio, francamente non so quanti, neppure tra gli americani, abbiano colto ciò che si diceva) ma proprio per le sparatorie, per i viaggi nel tempo e per bruce willis che fa il mazzo ai mafiosi. e da looper poi si scende, cosa mai potrebbe fregarmene di vedere un film d’azione o di arti marziali in originale (anche se in alcuni casi il discorso è: talmente poco mi frega dei dialoghi che cosa mai può fregarmene di vederlo doppiato. posso benissimo vederlo in cinese o in australiano, il che vale per i mercenari, per dirne uno..)
5) sono poi dell’opinione che in italia abbiamo comunque poco di cui lamentarci. ho visto la versione americana di the raid, doppiata in inglese, ed è una cosa raccapricciante. con il labiale che se ne va a puttane una frase si e l’altra pure. ho sentito che in russia i film non vengono doppiati, mentre gli attori parlano una voce fuoricampo descrive con il discorso indiretto quello che si stanno dicendo. e via dicendo. in italia, per quanto il doppiaggio abbia comunque dei grossi difetti, siamo molto, molto fortunati.
6) comunque un grazie sincero a chi fa i sottotitoli gratuitamente. senza non avrei mai e poi mai capito neppure la metà di ciò che dice michael parks in red state, ne tanta altra roba. quindi onore a loro.
bon, in linea di massima sono dell’idea che se voglio stare sul divano, con una birra in una mano e l’altra mano che mi gratta i testicoli, e voglio rilassarmi con un film, quel film me lo guardo in italiano, perchè non ho voglia ne di concentrarmi a capire quello che dicono, ne tantomeno di leggere i sottotitoli. però per curiosità, o per una visione più impegnata o in certi casi più approfondita, ben vengano le versioni in lingua originale o sottotitolate (e magari le si potesse vedere anche nei cinema). penso però che se perdessimo il doppiaggio perderemmo qualcosa di davvero buono.
@Kairos
Non hai capito un tubo di quello che ho scritto. A me se la gente si vuole vedere i film doppiati frega zero. Buon per loro. Ma dato che andare al cinema mi piace parecchio, vorrei poter andarci e vedere il film per come è stato concepito, cosa che, sarò talebano della V.O., sub nazi o quello che ti pare, ma è l’unica maniera che per me ha senso. Ovvio che a casa posso fare quello che mi pare, e lo faccio stai sicuro, mi son preso il televisorone apposta per spararmi quanti più film possibile, che se aspetto la distribuzione ufficiale muoio vecchio, ma la sala è un’altra cosa, di cazzi non ce ne sono. Poi beh, se per te il cinema è solo immagine e la recitazione è mimica e non un insieme di gesto e parola non so che dirti, per me non è così.
Mai detto che vorrei eliminare il doppiaggio (ma lo ho pensato, è una cosa che tengo in serbo per quando sarò presidente del mondo), è chiaro che alla maggior parte della gente fotte sega di tutta questa faccenda, vuole solo svagarsi per un paio d’ore e sticazzi, più che lecito, i Lumiere il Cinema lo hanno inventato per tirar su due spicci alle fiere di paese quindi siamo in pieno spirito del mezzo.
La faccenda degli otto anni era una provocazione e ovviamente non hai colto manco questo. Ovvio che a otto anni Star Wars in originale non avrei potuto vederlo, perché non abito in Olanda o in Svezia e perché qui siamo indietro di 20 anni rispetto alla civiltà. Non credo che i bambini che vivono in posti dove proiettano i film in V.O. sottotitolata siano geneticamente modificati eh. Ma non era questo il punto, il punto è che è inutile mitizzare il doppiaggio della nostra infanzia e adolescenza, non ha senso, perché adesso che ho 33 anni i film che mi hanno formato me li son rivisti in lingua e li preferisco così, non ci son cazzi, non c’è Accolla che tenga.
Poi oh, se te la sei presa perché reputo un idiota uno che non legge un fumetto lasciandosi condizionare dall’impaginazione, guarda, lo ribadisco. Quello non è non avere i mezzi, non avere i mezzi significa essere cieco ed essere impossibilitato a leggere, quello è farsi frenare da un dettaglio insignificante e non avere voglia di fare un piccolo sforzo per godere di un’opera.
@Bizy
LOL
Dopo aver letto tutti i 170 commenti, mi sento di dire la mia.
WARNING: wall of text
La verità sta nel mezzo (poco banale), in alcuni casi il doppiaggio migliora la prova dell’attore (Sly ed Arnie hanno parlate particolari che funzionano benissimo per le one-liner dei film d’azione, però già con amendola si acquista un altro spessore, volendo si può citare anche woody allen-oreste lionello), in altri la peggiora o se va bene la lascia inalterata. Quello che fa sempre il doppiaggio è alterare l’opera, se il regista sceglie George Clooney piuttosto che Kurt Russell non sarà solo per la fazza che si ritrova ma per la voce/interpretazione/accento, per me italiano però al cinema questa differenza non esiste perchè me li doppia entrambi Pannofino (bravissimo peraltro). Tarantino ha scelto Waltz perchè in grado di parlare francese, inglese, tedesco ed italiano ed il Fassbender perchè anglocrucco, perchè devo perdermi tutto questo per il doppiaggio? Che senso ha questa scena http://www.youtube.com/watch?v=krtnt191Drg quando stavano parlando tutti italiano fino ad un secondo prima. In Django si gioca tantissimo sui vari accenti ma tutto si perde col passaggio all’italiano. Qualcuno dice che sono sfumature che non si notano e vaffanculo, ma se sei miope e i quadri di Monet ti sembrano una chiazza monocolore la colpa non è di chi le sfumature le vede nè di chi le ha pensate e trasformate in arte, ma è colpa tua che sei troppo pigro per mettere gli occhiali.
TL,DR: distributori e gestori di multisale dateci la possibilità di vedere i film in VO.
Finchè in Italia consentiremo a Vasco Rossi di fare una cover in italiano dei Radiohead e chiamarla (il signore lo perdoni) Ad Ogni Costo non possiamo permetterci sussulti d’orgoglio cinevoro.
io sono un talebano antidoppiaggio. E so bene l’inglese perchè è 15 anni che me li guardo in lingua originale, non viceversa.
@ Lenny Nero: dire che qui siamo 20 anni indietro rispetto alla civiltà solo perchè abbiamo il doppiaggio mi pare un po’ una cagata. su altre questioni ti darei pure ragione, ma sul doppiaggio dai.. ciò che a me sembra venga davvero mitizzato è la VO. si mitizzano le capacità recitative di attori che spesso vengono scelti esclusivamente perchè hanno dei bei pettorali o delle belle tette ma che non hanno la minima idea di cosa voglia dire recitare bene, e si butta merda sul doppiaggio per non perdersi l’importantissima performance di gente così.. non esageriamo.
sul fatto che dovrebbero esserci cinema che proiettano le versioni in lingua originale sono d’accordissimo con te, così come penso che dovrebbero esserci molti più cinema che proiettano film vecchi (sale d’essai o come cazzo si scrive). ma è inutile demonizzare il doppiaggio e mitizzare qualità recitative che spesso sono più che altro nella mente di chi guarda. e questo vale soprattutto per i film di cui si parla in questo sito, film di sparatorie o di mazzate..
cioè pigliamo tipo gina carano in knockout, che non sapendo recitare è stata doppiata anche in VO. a quel punto ha senso vederselo in lingua originale? per sentire la voce di un doppiatore americano che doppia molto peggio di qualsasi doppiatore italiano? oppure posso vedermelo in italiano senza remore, che tanto un film così lo guardi solo per i cazzotti e per il rumore delle armi e chissenefotte del resto..
Dici “qualità recitative che spesso sono più che altro nella mente di chi guarda”. Lo spettatore non si merita di ascoltare la voce VERA dell’attore, anziché l’interpretazione che ne dà il doppiatore?
Attori non propriamente shakespeariani come Tom Hardy o Jason Statham hanno voci caratteristiche che fanno parte del loro modo di recitare. Tom Hiddleston, Idris Elba, Matthew Goode, Colm Meaney, Hugh Grant, stessa cosa. Dai loro la voce di un doppiatore e avrai un ibrido recitativo tra l’attore e il doppiatore.
Comunque davvero, dai, non si possono paragonare i libri (e secondo me anche i film d’animazione sono un capitolo a parte, perché in ogni caso sono già doppiati in partenza, lì si tratta di scegliere voci decanti e andare il più in sincrono possibile con il labiale di personaggi – fermo restando che se in originale certe voci vengono scelte un motivo ci sarà) ai film. E’ un paragone senza senso. Una pagina è una pagina, ovvio che può essere tradotta e adattata con il culo e allora siamo punto e a capo, ma in un film parte integrante della lavorazione è la direzione degli attori, il modo in cui parlano. Leonardo Di Caprio non ha la voce da ragazzino del cazzo di Francesco Pezzulli, proprio zero. Ripeto, posso capire che a qualcuno non freghi nulla di tutto ciò, ma non si possono far paragoni di questo tipo.
@Il Reverendo, vedi, è qui che divergiamo: non dico che il cinema si regga solo su voci e interpretazioni, ma io non riesco a toglierle dall’equazione o sminuirne il peso specifico non solo nella valutazione critica di un prodotto (che alla fine chissene), ma anche nel suo gradimento.
Minchia come parlo bene.
TL;DR: la voce, l’accento, l’interpretazione di un attore per me contano quanto una bella inquadratura o la colonna sonora.
Per il discorso “il doppiaggio in certi casi migliora un attore altrimenti mediocre”, per me quello è doping.
@ Lenny: ma se di caprio ha una voce che non c’entra nulla con il doppiatore allora quello non è un buon doppiaggio, e allora siamo da capo. non è IL doppiaggio che non funziona. è QUEL doppiaggio. e sul fatto che ci siano doppiaggi cagosissimi fatti con i piedi che rovinano i film credo che nessuno, nemmeno i doppiatori, abbiano nulla da ridire.
@ stanlio: però è altrettanto vero che spesso sono le case di produzione americane stesse a dare all’interpretazione vocale dell’attore una scarsa importanza, e qua ti rifaccio l’esempio di brad pitt in seven, che è piattissimo e recita sempre con lo stesso tono. e con tutta la buona volontà, non penso proprio che fosse una sua profonda interpretazione artistica del personaggio, penso che fosse proprio scarso a recitare in quel periodo della sua vita, e che l’abbiano preso a recitare in quel film più che altro perchè aveva una bella faccia ed era popolare, e allora tanto mi vale vedermelo doppiato che il film mi piacerà ugualmente. poi sono d’accordo che valga a volte l’esatto contrario di quello che dico, tipo la scena dove parlano italiano in bastardi senza gloria, che non ha il minimo senso se doppiata.
quello che dico è solo che secondo me il doppiaggio ha una sua forte importanza, e va difeso. e grazie a dio che ce l’abbiamo. ma poi io stesso sono il primo a comprare i dvd per riguardare i film in inglese. (cosa però che non posso fare con i film in altre lingue, perchè sfortunatamente non le conosco, e allora me li devo guardare sottotitolati e la cosa mi infastidisce e se posso evitare evito.)
Mi piace intervenire a ufo con una breve lista di spunti slegati fra di loro.
– un esempio di doppiaggio moderno consigliabile sopra l’originale: Sherlock Holmes. Robert Downey Jr parla rapido, confuso e a bassa voce per camuffare il suo accento inglese approssimativo, e NON SI CAPISCE UNA SEGA.
– negli USA si ritrovano per le mani un Van Damme e gli sceneggiatori fanno acrobazie per giustificare il suo accento. In Italia abbiamo Bud Spencer e Terence Hill. Non sarebbero mai stati possibili se non fossimo gia’ abituati all’effetto di sovraincisione del doppiaggio.
Secondo me, tra tutti gli esempi che potevi prendere, scegliere un film diretto da Fincher che sbrocca se non ottiene dai suoi attori esattamente quello che vuole è la scelta peggiore :-D
Voglio dire che sì, se recita così in Se7en (posto che io in originale non l’ho mai visto quindi vado sulla fiducia) credo sia per scelta artistica di Fincher, non per incapacità. Anche perché Pitt aveva fatto le 12 scimmie quattro anni prima di Se7en, non credo che in quattro anni uno possa diventare scarso a recitare e poi tornare figo subito dopo.
Sull’importanza del doppiaggio – nei modi e nei tempi spiegati da Wim e di cui abbiamo già discusso nei commenti – non ho nulla da dire, solo io personalmente non mi sento mai pienamente soddisfatto se vedo un film doppiato.
Dici «ma le altre lingue?». Boh, è vero, io so solo l’inglese e a giorni alterni pure l’italiano ma devo proprio svegliarmi bene, ma è anche vero che per fortuna il cinema che mi piace è al 74,69% anglofono, quindi il problema mi tange relativamente. Se poi capita qualcosa d’altro, mi adatto con i subbi perché mi incuriosisce sempre sentire gente che parla in idiomi barbari tipo il francese.
@reverendo Se a Fincher gli doppiano i commenti de i400calci sei fottuto
@stanlio quindi sarebbe dopping
Poi mi manda in bestia quando leggo l’automatismo “espressione monotona = non sa recitare”, perché posso farvi miliardi di esempi in cui non e’ affatto cosi’ senza dire “terminator”, e uno e’ l’equivocatissimo Jamie Foxx in Django.
Ma torniamo al doppiaggio.
@Il Reverendo
Si in effetti da come ho scritto non si capisce. Non è che siamo indietro 20 anni a causa dei film doppiati, siamo culturalmente (ma anche e soprattutto civicamente) in braghe di tela, per tutta una serie di motivi che non è questo il luogo per disquisire, e il fatto che i sottotitoli vengano visti come fumo negli occhi è uno dei sintomi. Gli altri sono Moccia e Vasco Rossi. Il discorso che fai sulle performance attoriali ci potrebbe anche stare (ma preferisco sentire la voce di Vin Diesel se è statoi scritturato per la parte, anche se non è Marlon Brando), ci sono film e film, film che mi vedo in sala a cuor leggero e senza troppe menate superando i primi minuti di fastidio per il doppiaggio a cazzo e altri che preferisco vedermi in V.O. in sala, se riesco, o sul divano. Ciò non toglie che se ci fosse la possibilità sceglierei la sala in V.O. sempre e comunque.
P.S. Per tagliare la testa al toro Knockout non lo ho proprio visto ;)
ma infatti mi sono stupito tantissimo io stesso per la cosa di fincher, che so che costringe gli attori a ripetere 100 volte lo stesso ciak ecc, eppure l’impressione che ho avuto è proprio di uno che recita in modo piatto. e se è per scelta artistica francamente non la capisco. ti dico, magari può anche solo essere che a fincher fregasse poco del tono di brad pitt e spingesse invece sulle sue espressioni facciali, oppure voleva essere un gioco tra freeman/poliziotto(attore) vecchio e esperto e pitt/novellino giovane e inesperto, oppure mi ricordo male perchè l ho visto almeno 3 o 4 anni fa, ma l’impressione che mi aveva dato era proprio quella. però togli pure quell’esempio e metticene un altro a caso, ce ne sono migliaia.
cmq nanni hai ragione, mi sono espresso male. non volevo dire che pitt non sa recitare (che peraltro pitt come attore mi piace molto, ruolo più ruolo meno), è solo che in quel film mi era sembrato proprio futilmente piatto.
poi riprendo per un secondo the raid come esempio. io the raid l ho scaricato in versione u.s.a. perchè quella ho trovato, ed è doppiato di un male così raccapricciante che ci ho messo un po’ a vincere il disgusto e riuscire a guardarlo. l’alternativa sarebbe stato vederlo in indonesiano, o quella che è la lingua originale, sottotitolato, ma pure quello mi avrebbe rotto le palle perchè the raid è il tipico film che esigo di vedermi seduto sul divano con i miei amici facendo commenti, e rutti, e risate e non ho la minima voglia di mettermi a leggere delle scritte. ecco, in quel caso ho davvero rimpianto il fatto che non esista di quel film un doppiaggio in italiano, perchè quello per me sarebbe stato il modo per godermelo alla grande.
@ Lenny:
Quando dici: “Mai detto che vorrei eliminare il doppiaggio (ma lo ho pensato, è una cosa che tengo in serbo per quando sarò presidente del mondo)”, io rispondo che quel che pensavi si capiva benissimo, ed è per questo che sto discutendo con te :)
Il paragone con un libro regge eccome. Ti faccio l’esempio più estremo, quello della poesia: pensi davvero che l’autore non scelga le parole *anche* per come suonano nella sua lingua? E un ipotetico traduttore italiano, cosa dovrebbe fare? Rinunciare a prescindere o provare a rendere nella nostra lingua non solo il senso letterale ma anche lo stile dell’autore? Poi certo, la poesia di solito ha sempre il testo originale a fronte, e in questo senso i dvd sono l’analogo delle edizioni critiche. Dio li benedica, gli uni e le altre.
Il ragionamento vale anche per la prosa: diverse lingue hanno grammatiche, sintassi e vocabolari diversi, e quello che un autore vuole dire lo dice in modo che suoni giusto nella *sua* lingua. Perché ti sembra accettabile tradire la lingua di un testo scritto e non una recitazione parlata? Forse che le parole per la letteratura sono meno fondamentali che non la recitazione per il cinema? Lo so anch’io che la recitazione è importante, e infatti, ripeto, è GIUSTO poter aver accesso alle versioni originali, anche in sala. Ma adattare *bene* un’opera (libro, film, non importa) da una lingua all’altra è una delle operazioni più meritorie e difficili che si possano immaginare.
Non contesto le tue preferenze di visione, solo quel tuo “pensiero”, e tutto quel che sottintende. Anche per questo motivo spero che tu non diventi mai presidente del mondo.
Sui manga, ti rimando a un’opinione che condivido: http://www.guardareleggere.net/2011/10/25/dei-manga-pubblicati-in-edizione-ribaltata-e-dei-mali-del-fumetto/
@lenny: se mi dici così sono d’accordo con te al 100%. tranne per il fatto che io mi ritengo soddisfatto al 100% anche quando vedo un film doppiato (se il doppiaggio è fatto bene).
per farti un esempio, stasera vado a vedermi lincoln in lingua originale, per l’unico e sol motivo che il doppiaggio di favino, già solo nel trailer mi fa girare i coglioni a livelli stratosferici. però se anzichè favino, a doppiare il buon vecchio daniel day lewis, ci avessero messo il buon vecchio pannofino io andrei a vedermelo in italiano senza alcuna remora. e se poi dovesse piacermi proprio tantissimo, allora me lo rivedrei in inglese.
ma fino ad allora sono felice di potermelo andare a vedere in VO al cinema, visto che il doppiaggio di quel film mi fa schifo, e sono d’accordissimo con chi dice che dovrebbero essere molte di più le sale che lo trasmettono in lingua originale. così come sono convinto che in una città da un milione di abitanti come quella in cui vivo, in cui ci sono almeno una quindicina di cinema, sia assurdo che proiettino in tutti gli stessi 5 film e ci siano film che non escono neppure o che stanno al cinema due giorni. sono cazzate basate su maledettissimi dati di mercato.
perchè le cose migliorassero ci vorrebbe forse una mentalità più aperta e non rivolta esclusivamente al ricavo economico, cosa che da noi manca. a parigi c’è. a parigi ci saranno una 70ina di cinema e trovi di tutto, film vecchi, film recenti, film appena usciti, film in hd, film in 3d, film in VO, film doppiati, film in anteprima, tutto. beati loro, cazzo.
Uovo e gallina, Kubrick, uovo e gallina :)
Se fossi in vena terzomondista (e giuro, non lo sono. È solo che trovo un po’ surreale l’anglocentrismo di questa discussione), direi: colonizzati e felici di esserlo.
Mavva’, il tuo discorso poteva valere fino a dieci anni fa, oggi come oggi non si fa nessuna fatica a reperire film (libri, fumetti, musica, stronzi de cane) da tutto il mondo, né le locandine che tappezzano i multisala di tutta Italia sono rappresentativi di quello che mi immagino una nicchia di appassionati come siamo/siete noi/voi si guarda/legge tutte le sere prima di prendere a pugni una vecchina e coricarsi.
No no, più passano gli anni più l’anglocentrismo diventa una scelta ragionata e non imposta. Posso farti esempi personali: io c’ho provato, con il cinema orientale, e devo ancora non dico riuscirci, ma avere un barlume di speranza di poterci un giorno riuscire. La roba tedesca invece mi piace molto, in genere, anche se di tedesco non conosco mezza parola. Perché dovrei sbattermi a imparare il portoghese per leggere Pessoa quando con l’inglese posso leggermi di deserto e budella in McCarthy?
La lingua spesso riflette l’immaginario di riferimento, e non ci posso far nulla se quello anglocentrico me piasce deppiù. Ottimo per me che poi so bene l’inglese, ma non necessariamente collegato (anche perché l’inglese l’ho imparato con i videogiochi, non con i filmS, e spesso con i videogiochi giapponesi*).
*infatti sono convinto che ALL YOUR BASE ARE BELONG TO US sia una frase grammaticalmente legittima.
Ma sì, scherzavo. Oltretutto anch’io condivido in gran parte quell’immaginario.
Però ammetterai che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel ragionamento che siccome siamo una generazione (ma non esageriamo: siamo comunque una nicchia) che finalmente se la cava con l’inglese e può per la prima volta prescindere dal doppiaggio, allora il doppiaggio diventa in sé una cosa disprezzabile. Non dico che lo sostenga tu, ma qualcun altro sì, e lo si vede in molti dei commenti qui. Io difendo il concetto di adattamento (ivi incluso il doppiaggio) in generale, indipendentemente da quale sia la lingua globalmente dominante.
Di mio ci posso aggiungere solo un po’ di tristezza per il fatto che un problema generale sia trattato solo nei termini inglese sì / inglese no, come se fosse l’unica lingua del mondo e il tutto si esaurisse lì.
@Kairos
Ma vedi che infatti ti sei risposto da solo, in poesia, se l’edizione non è scarsa, c’è il testo originale a fronte. Quando mai ho detto che mi pare giusto tradire le intenzioni dell’autore? Ho detto che il paragone libro film non calza, perché la pagina scritta è una cosa, il testo filmico è un insieme di pagina scritta, composizione del quadro, direzione degli attori, colonna sonora e mille altri dettagli (e adesso mi raccomando, accusami di essere un movie supremacist a scapito dei libri). Poi è chiaro che uno scrittore non pesca le parole a caso da una boccia di vetro ed è ovvio che sarebbe meraviglioso sapere millemila lingue, sarebbe meraviglioso poter leggere tutto in originale e avrei molte più chance di farmi una ragazza giapponese se sapessi la lingua, ma davvero dobbiamo parlare di questo? Siamo in quinta elementare?
Quello che non hai capito sin dal mio primo intervento è che per me GIUSTO sarebbe il poter vedere in sala un film in quello che, secondo me, è l’unico modo sensato in cui vederlo, in V.O. Perché sai , il biglietto lo pago pure io, non è che se alla cassa dico che il doppiaggio mi fa cagare a spruzzo mi fan lo sconto. Ribadisco, se la maggior parte della gente preferisce i film doppiati, buon per loro dato che è la norma.
Non metto in dubbio che quello dell’adattatore sia un lavoro importantissimo, dico solo che avendo visto il mio bel numero di film sia doppiati che poi in V.O. non sempre il lavoro di adattamento mi ha lasciato soddisfatto e sono sicuro che sarebbe lo stesso se rileggessi in italiano i libri che ho letto in inglese, ma non è che posso passare la vita a fare le pulci a queste cose, anche perché, fondamentalmente, poco me ne frega.
Sui manga poi, è inutile andare avanti. Ho letto il link e non ho capito dove vuole andare a parare l’autore, inizia con una tesi e conclude con il contrario, boh.
P.S. Fai bene a sperare non diventi mai Presidente del Mondo, sono una persona terribile ;)
Io ho frequentato studi di doppiaggio per un bel po’ di tempo, e lì il pressapochismo regna incontrastato. ‘Famola alla svelta’.
I doppiatori, a parte quelli dei ruoli principali, arrivano in sala senza avere idea di che cazzo parli il film. Il direttore del doppiaggio spiega loro alla meno peggio che succede nella scena, la fanno due o tre volte e stop, buona così.
E questo per il cinema. Per le serie TV si apre il baratro, i doppiatori arrivano e doppiano totalmente a cazzo, senza sapere che puntata sia e che succeda. Pilota automatico, intenzioni standard, qui un po’ più triste, qui un po’ più incazzato.
Generalmente i doppiatori non sono attori. Guardatevi una fiction con Luca Ward (se avete coraggio) o una qualsiasi cosa con Pannofino che non sia Boris dove il grottesco generale lo sostiene.
I doppiatori sono dei mestieranti che hanno sviluppato una capacità di usare la voce in un modo piatto, standard, con inflessioni stereotipate a seconda delle necessità.
Perché il doppiaggio funziona proprio così. Con l’appiattimento dell’interpretazione originale. Non ci sono cazzi.
Se provi a doppiare un film recitando bene, cercando di riprodurre l’interpretazione dell’attore sul video, poi lo vai ad ascoltare e sai che succede…? E’ una MERDA. Non si incolla all’immagine, è stonato.
Guardarsi un film doppiato è una versione svilita dell’interpretazione originale.
Basta saperlo, oh. Poi magari ti garba lo stesso, anche perché in un film c’è un sacco di roba oltre a come recitano gli attori, per carità.
E per l’appunto, Favino è un grandissimo attore, uno dei migliori che abbiamo in Italia. Il fatto che suoni strano all’orecchio di molti solo sentendo il trailer in italiano la dice lunga su come funzioni il doppiaggio.
@ Lenny
Vedi che dunque alla fine ci troviamo d’accordo? E’ giusto che tu, io o chiunque lo voglia possa vedere i film in originale.
Contestavo solo l’estensione del giudizio (il tuo “pensiero da Presidente del Mondo”), per cui siccome sai l’inglese e puoi valutare il grado di tradimento di un doppiaggio anche ben fatto, e siccome l’entità di questo tradimento ti sembra intollerabile, allora il doppiaggio diventa di per sé un’idea malvagia.
Sul link che ti ho passato, non capisco la tua perplessità: si sostiene, citando e confutando (secondo me con argomenti solidi) un’opinione opposta, che le immagini ribaltate per noi, lettori occidentali, funzionerebbero meglio.
Discussione chilometrica a cui mi accodo con giusto qualche nota:
– il post è ben argomentato, ma soffre di strabismo vedendo il fanatismo solo da una parte, cioè quella dei “talebani V.O. e dei nazi subs”. Che c’è e fa male, come tutti i fanatismi. Ma esiste anche il fanatismo opposto, di quelli “dalla parte delle gggente”, quelli sempre pronti a difendere qualsiasi pigrizia culturale in nome della tradizione e del diritto allo svago della casalinga di Voghera… dando quindi sempre per scontato che quest’ultima sia più tarda e ottusa della casalinga di Helsinborg.
– mi è del tutto oscura e incomprensibile l’obiezione letta anche qui e da altre parti che si potrebbero guardare in lingua originale solo i film di cui si ha almeno un’infarinatura della lingua in oggetto. Ohibò, e i sottotitoli allora a che cacchio servono? Cioè io ho visto un casino di film orientali senza ovviamente capire mezza sillaba di quanto dicevano… ma – appunto – c’erano i sottotitoli. Davvero non capisco la questione.
– avete mai visto un film italiano (ma italiano anche nel senso di ambientato in Italia, tipo una commedia di Monicelli, non uno spaghetti western o thriller anni 70) doppiato in un’altra lingua? Io sì: un film di Totò doppiato in tedesco. Un’esperienza surreale e grottesca che consiglio a quelli che “il doppiaggio è il male minore”.
Detto questo io guardo tantissimi film doppiati e molti dei miei film preferiti li ho visto solo così (anche tipo “Il mucchio selvaggio” dove lo scambio di battute cardine di tutto il fottuto film sarebbe “Let’s go!” “Why not?” ma da noi è stato adattato con “Andiamo!”, “Sì andiamo.”), ma almeno ammetto con me stesso (e in tutta tranquillità, sia chiaro) che lo faccio per pura e semplice pigrizia. Non sto a tirar fuori discorsi sul doppiaggio italiano patrimonio nazionale che tutto il mondo ci invidia, da difendere con italico orgoglio insieme alla mamma, la pizza e il mandolino.
@tommaso: e qui e’ il momento di citare “I’ll be back” = “Torno subito”
Io non ho letto nessuno dei commenti di cui sopra, ma ora me lo stampo in dieci copie, me lo metto in borsa e da oggi in avanti lo sbatterò in faccia a tutti quelli che sentirò dire con aria molto arguta “Ma come fai a guardare The Big Bang Theory doppiato?? In inglese fa molto più ridere!!”.
Posto che da oggi e per i prossimi giorni al Centrale di Torino danno Django in lingua originale e vado a vedermelo.. ;)
un punto a favore del doppiaggio: Bud Spencer e Terence Hill per me hanno e DEVONO avere le voci di Glauco Onorato e Pino Locchi. non oso immaginare come siano le loro vere voci
un punto a favore dell’originale: I Robison (The Bill Cosby Show). mi dispiace per l’immenso Ferruccio, ma Bill Cosby in originale è un capolavoro (se non l’avete mai sentito provvedete)
una prova a favore del doppiaggio è Damon Wayans ne l’ultimo boyscout
Comunque non pensate che nei Paesi dove non si doppia si passa il tempo a discutere della performance dell’attore polacco nel mattone di tre ore di relativismo russo.
In America (e in Inghilterra e Nanni può confermare/smentire) i film non in Inglese non li guarda nessuno, basti vedere gli incassi che fanno quei film. Il maggiore incasso di tutti i tempi per un film straniero in USA è La Tigre e il Dragone giusto perché ci sono mazzate e salti uattà, e quasi tutti i film nella Top Ten sono comunque film di arti marziali.
Sono film di nicchia per il pubblico dei cinefili o degli intellettuali, che hanno voglia di stare tre ore a sentir parlare Tritignant in Francese.
Se non altro col doppiaggio in Italia si conoscono un sacco di autori stranieri che altrimenti sarebbero ancor più di nicchia.
Aneddoto personale: a Venezia (ebbene si) Kim Ki-Duk disse in una conferenza che in Italia è sempre straseguito, molto più che in Patria. Sarebbe lo stesso se i suoi film fossero disponibili solo in Coreano coi sottotitoli? Io ho qualche dubbio.
sapete che bud spencer e terence hill sono più famosi in australia che in italia? no? provate a chiedere. sapete perchè? perchè quando ho rivelato a matthew (mio amico neozelandese) che sono italiani, lui s’è quasi incazzato. non ci voleva proprio credere. ora vorrei sottolineare che questo matthew non è un imbranato, è un affermato musicista che gira il mondo da tanti anni… non sarà un cinefilo, ma è proprio l’opposto dell’imbranato. questo per dire quanto conti il doppiaggio nel successo commerciale di un prodotto cinematografico.
per quel che mi riguarda, andare al cinema per leggere dei sottotitoli è una porcata. a casa guardo TUTTO sottotitolato ma al cinema… dài… gli si toglie della magia, no?
Wim una spanna sopra.
Interventi personali e di dubbio interesse generale.
@chi parlava di manga
Non mi pare sia stato detto, perdonatemi se sbaglio, ma nel non ribaltamento credo c’entri spesso anche la volontà dell’autore, cui magari dà fastidio che nella sua opera un mancino usi la destra o, per dire, in un campo da baseball la gente si metta a correre in senso orario. Mi sembra di ricordare che proprio la faccenda del baseball fosse fra le motivazioni portate da Mitsuru Adachi per cui “o così o niente”, però magari erano leggende metropolitane o invenzioni dell’editore di turno. Mi sembrerebbero, comunque obiezioni sensate, quantomeno se l’autore ritiene determinati aspetti centrali nella sua opera. Poi, io, da lettore, pur capendo i discorsi fatti nel link riportato, resto convinto di non aver mai avuto particolari problemi a leggere manga non ribaltati, anche se probabilmente quel minimo di percezione istintiva si perde (che poi è come dire “sono italiano, capisco perfettamente l’inglese, guardo i film, me li godo e ritengo anche di comprenderli a fondo, anche se sì, sicuramente non ho la percezione del madrelingua”).
@Stanlio e babaz
A me del pop corn fa uno schifo infame l’odore. Da mangiare mi risultano abbastanza indifferenti ma, madonna del carmine, quanto mi fa cacare annusare uno che se li mangia al mio fianco (anche, presumo, per la qualità infima della roba che ti servono al cinema). Un tempo mi dava fastidio anche il rumore, e io, di mio, cerco sempre di fare meno rumore possibile al cinema – se apro un pacchetto di qualcosa mi vergogno come un cane :D – ma per qualche strano fenomeno della mente, da qualche anno, ho imparato a ignorare tutto. Se sono immerso nel film, posso anche essere circondato da gente che blatera ruttando e non ci faccio caso. Non so come mai accada, ma ringrazio il signore per questo.
@Sergio
Pure qua in Germania Bud e Terence, da quel che vedo, sono abbastanza idolatrati.
OT sul discorso dei manga:
No, cazzo. No. Non vorremo mica tornare agli anni ’80? Siamo riusciti ad avere le edizioni simili alle originali dopo anni di sbattimenti e ora andiamo in giro a dire che beh, in effetti, non era poi così importante e addirittura queste allontanano nuovi possibili lettori? Ma che stronzata. Speriamo solo che nessun editore vi abbia letto, che non si sa mai da queste parti. Come se leggere al contrario fosse così difficile…al decimo volume che leggi è già un processo automatico. Se certa gente si tiene lontana da delle opere soltanto per questo motivo direi che la colpa non è certo di queste ultime. L’uomo non è un fottuto sasso, riesce ad adattarsi perfettamente. Almeno quando ne ha voglia.
“A ben guardare non esiste un vero e proprio partito doppiaggio sì”
C’è però il partito “doppiaggio di qualità sì” cha ha molti accoliti e molti se ne continuano ad aggiungere più che il doppiaggio moderno va impoverendosi ;-)
Con tutto che il doppiaggio è un’arta per la quale siamo più che rinomati all’estero, sarebbe anche ora che i nostri “grandi” o meglio quelli che hanno più lavoro (vuoi Pannofino o Ward per il cinema, la Izzo per la tivvù) PASSINO IL CAZZO DI TESTIMONE a nuove leve.
“Vi dichiaro marito e pugnale” cit. del doppiatore di Jason Statham ne I mercenari 2 e jet lee con la voce di Peter Griffin sono due dei motivi per cui oggi vedo solo film in lingua.