Nella prima stesura del post di qualche giorno fa su Kill’Em All, nel punto in cui citavo Jeeja Yanin avevo messo una parentesi. Questa: “(a proposito, che fine ha fatto la roba che ha girato Jeeja negli ultimi due anni?)”. E vi giuro, la stavo per pubblicare così. Poi all’ultimo istante mi sono detto: “NO! Sono un professionista serio! Non posso sempre chiedere le cose ai lettori o agli stagisti! Ora ci guardo io”. Per cui ho sbuffato per un quarto d’ora e poi ci ho guardato io. E sapete cos’ho scoperto? Fingiamo che non avet eletto titolo e categoria di questo post. Ho scoperto che in realtà The Kick era uscito!
Normalmente per una notizia del genere sarei stato felicissimo, avrei fatto salti di gioia e mandato a Jeeja il mio solito mazzo di fiori con un biglietto con scritto “Congratulazioni, e che tutti i tuoi sogni si possano avverare” (per Jeeja ho una di quelle passioni platoniche tipo i pensionati che guardano Barbara D’Urso), e invece la cosa mi marcava malissimo. Lasciamo perdere l’Italia, dove è già un miracolo se esce Django Unchained, ma qui negli UK la roba di Jeeja è sempre uscita. E questo per di più è diretto da Prachya Pinkaew in persona, l’uomo dietro Ong Bak e Chocolate e di conseguenza l’intera scena thailandese, lo scopritore di Tony Jaa, il fondatore di Salhiantology (culto che prevede il sacrificio umano di stuntmen a favore dello spettacolo), talmente famoso e amato che riesco a scrivere il suo nome senza copiare, giuro.
Se premesse del genere non hanno permesso a The Kick di trovare distribuzione in Occidente, significa che c’erano problemi grossi di cui non ero a conoscenza. E non è che non si menano, eh? Che già il mio cuore è stato messo più volte a dura prova negli ultimi tempi. È di Prachya Pinkaew, c’è Jeeja Yanin, si chiama The Kick, per la miseria. Certo che si menano, e si menano parecchio. E, però, è una commedia. Thailandese.
Fortunatamente, la cosa non disturba più di tanto la mia ormai consolidata tradizione di guardare i film thailandesi senza sottotitoli.

La bella e brava Jeeja Yanin
Davvero. Se non l’avete mai fatto vi incoraggio a provare.
Specialmente nelle commedie è un vantaggio, perché nien ammazza una commedia più di sottotitoli scritti in una lingua completamente diversa da un freelance sottopagato (o peggio, un volontario) che deve comprimere interi dialoghi in frasi di due righe per tre secondi alla volta che spesso spuntano in anticipo o in ritardo rispetto alla reazione dell’attore che le ascolta, che tu comunque non vedrai perché stai leggendo e pensando che l’umorismo thailandese è macchinoso e infantile. Il bello è quindi che 1) riesci a seguire il film al 100% senza bisogno di leggere nulla, e 2) il film diventa esattamente come lo immagini tu. Come leggere un libro, ma al contrario: vedi luoghi e facce, ma puoi immaginare che i dialoghi siano un misto fra Shane Black e Tarantino. E ti lasci cullare le orecchie dalla musicalità e poesia della parlata thailandese, paragonabile a un’imitazione di Paperino sotto LSD.
Di conseguenza, la trama di The Kick come mezza intuita dal sottoscritto Nanni Cobretti mentre non solo non leggeva sottotitoli, ma si lasciava distrarre da volpi che si accoppiavano fuori dalla sua finestra ogni volta che nel film non si menavano: c’è questa famiglia di thailandesi che probabilmente non sono veri parenti, ma sono tutti giovani e allegri e stanno sempre insieme, si allenano nello stesso dojo, sono tutti bravini a fare a sberle, vanno anche proprio ai tornei e tutto e si vogliono molto bene tra di loro. A un certo punto, mentre sono girato a guardare le volpi, uno di loro fa qualcosa di evidentemente antipatico a uno di quei tizi permalosi e pieni di amici che se la legano al dito, per cui nascono risse random a intervalli regolari. Nel mezzo di tutto ciò, il nostro gruppo di amici mette su uno spettacolo a metà tra le arti marziali e il circo di pagliacci in cui il mio regno di fantasia va a farsi fottere perché le gag diventano visive, e uno di loro fa un provino per X-Factor. Cioè, non ho prove che sia X-Factor, ma tant’è che sale sul palco di un teatro e, senza alcun dubbio, si mette a BALLARE. Ma non lo prendono, e per punizione – come se noi incolpevoli spettatori avessimo in qualche modo a che fare con la decisione della giuria – da lì in poi ogni volta che fa a sberle ripensa alla stessa canzone per caricarsi, e a noi ci tocca risentirla.
Comunque: a metà film entrano tutti nel Programma Protezione Testimoni (o vanno in vacanza in montagna) e QUA entra in scena Jeeja Yanin. Esatto: lei non era una dell’allegra famiglia di picchiatori, bensì la figlia del proprietario della casetta di montagna in cui questi si ritrovano solo dal minuto 45. E sapete chi è il suo papà? Esatto, il vostro comico thailandese preferito Petchtai Wongkamlao anche noto come Mum Jokmok (i gradi di parentela potrebbero essere frutto della mia immaginazione). In ogni caso, i nostri sympatici schiaffeggianti si fermano lì, ne approfittano per imparare mosse nuove grazie a Jeeja, ma i cattivi li trovano e a quel punto chiudo definitivamente le tende e mi metto comodo. Questo è più o meno tutto.
Io alla fine lo capisco perché The Kick non è stato distribuito in Occidente: Jeeja non è protagonista, e le dinamiche tra i personaggi non sono da action universale come un Chocolate (a proposito, perché Chocolate si chiama Chocolate? L’ho visto senza sottotitoli). L’aria è quella da commedia per famiglie – seppure una commedia per famiglie in cui si prendono continuamente a calci in faccia e gli stuntmen muoiono – e immagino che le battute sottotitolate, a differenza di quelle nella mia testa, non fossero divertenti e rendessero il film poco attraente per quei pazzi che insistono a voler sapere cosa succede tra una scazzottata e l’altra. A ognuno il suo.

(prot)
A me invece piace il circo, e mi piacciono quelli che si fanno male per davvero. E Prachya Pinkaew avrà anche fatto, per motivi che sa solo lui, un film meno commerciale del solito, ma queste due cose non te le fa mai mancare, così come non fa mai mancare idee coreografiche che sfidano il confine tra il genio e la pazzia omicida. Quando arriviamo al finale, il nostro sfodera, in ordine sparso:
- una rissa in cui vengono usate come armi le pale di enormi ventilatori
- ragazzine che si tirano calci attraverso vetrate
- elefanti che buttano gente per aria
- una zuffa in una piscina vuota riempita da venti coccodrilli
- piani sequenza come se piovesse
- gente che salta e fa capriole impossibili come se avessero cavallette nelle mutande
- e sì, anche i suoi caratteristici replay
Jeeja non sarà la protagonista, ma dopo che entra in scena ha tutto il tempo di rifarsi ed esibirsi in svariati numeri dei suoi, ma soprattutto nessuno la fa rimpiangere nei minuti precedenti. Ormai mi sto convincendo che la Thailandia sfoderi circendi del Muay Thai come noi sfoderiamo cantanti da reality show.
Nei titoli di coda, l’immancabile e imperdibile compilation semi-snuff di stuntmen che rinunciano alla propria vita per il nostro sollazzo.
Puppa la Fava, lettore che una volta mi ha detto che non potevo recensire Killer Joe perché non avevo capito l’età volutamente ambigua di un personaggio secondario!
DVD-quote:
“Botte da circo, stuntmen morti, e sorprendenti dialoghi spumeggianti tra Shane Black e Tarantino”
Nanni Cobretti, i400Calci.com

“ciaooou sembri carino e innocuo come il mostro a forma di cazzovagina in Prometheus”
P.S.: sulla perfezione del prossimo film di Jeeja, nientemeno che The Protector 2 in coppia con Tony Jaa, ci scommetto un femore
a nanni, ma muoiono perchè affetti dal morbo della morte? gli stuntman dico…
cazzo che coraggio.. le botte devono essere inserite bene.. e poi sti musi gialli le fanno tutte uguali. viva donnie yen..
Nanni: Oh Sommo; come Avevate sicuramente intuito da Solo, si chiama Chocolate a causa del continuo ingozzarsi acrobatico della Jeeja con praline cioccolatose molto simili alle Smarties… So che la domanda era retorica e la risposta superflua, ma sono fatto così! Abbiate clemenza…
@bakahero: questo post esiste perché invece di farvi una domanda tra parentesi ho mosso le chiappe e mi sono informato io, ma capisci che non posso farlo ogni volta se no vi viziate…
(davvero? avevo rimosso, o forse ero distratto dalle volpi in giardino)
Avevo qualche minuto libero (come sempre) qui al lavoro e gli ho dato un’occhiata. L’ho levato quando fanno l’esercitazione di menare e ci sono i suoni aggiunti tipo POW, FIUU, BOING…
Tre cose però che emergono:
-Sahlianto, martire protettore dell’Indonesia, se lo sognano
-Nanni è un rancoroso (e nel caso specifico fa bene)
-bei dialoghi
Oh io leggo Jeeja e penso a .
A quanto risulta da una sommaria ricostuzione della trama letta sul fondo del torrente, sembra che si tratti di una famiglia di coreani trapiantati in Thailandia con ambizioni artistico/commerciali. Si attirano le antipatie di alcuni bulletti locali come nella migliore tradizione del canovaccio e giù sberle a piovere…
vabbè ma come si fa ad avere dubbi su The Protector 2? se proprio va male sarà inferiore al primo, quindi meglio del 95% delle cose che vedrò quest’anno su cinema/tv/pc.
si parla di maggio 2013, bisogna capire di quale calendario si tratta…
Questo film è un omaggio al Taekwondo, sport nazionale coreano, nonchè sport olimpico, che a Londra ci ha portato un oro e un argento.
Mitica la scena in cui Tae yang picchia i cattivi parlando al cellulare!
@taekwondo fighter: tu, unico lettore ad averlo visto fino in fondo come me e a occhio anche meglio di me, abbracciami
Nanni te lo spiego io com’è andata. Il governo coreano ha detto: “sputtaniamo un po’ di soldi e facciamo un film per omaggiare la nostra fighissima arte marziale, trovateci un regista bravo a fare i film di mazzate” salta su uno che aveva visto 3 giorni prima The Protector e fa: “ci sarebbe questo tailandese che…” e qui i governanti invece di rispondere: “perché cazzo dobbiamo chiamare un tailandese con tutti i registi fighi che c’abbiamo” hanno risposto “va bene”. E qui il nostro buon Prachya Pinkaew escogita un piano per dimostrare che il Muay thai caga in gola al Taekwondo quando vuole, ma senza che il suddetto governo coreano se ne accorga… “Facciamo una commedia!” e passa l’intero film a prenderli per il culo (la sconfitta contro i francesi all’inizio, le gag coi rumori tipo il vecchio telefilm di Batman, il ballo e ovviamente Jeeja che li prende a calci).
Well played Prachya, well played.
@scemo & fiero: makes sense. Let’s call him PRANKya Pinkaew.
ho 25 e ho finalmente trovato la mia hong kong, grazie.